Il Ponte - Dicembre 2010

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Dicembre 2010 anno 18

Nr. 4

va o u N one ediz

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L'ITALIANITÀ

IN DANIMARCA SALUTO DEL NUOVO AMBASCIATORE AI CONNAZIONALI

ALLA RIC E RCA D E LLA L U C E

T O RIN O : I E RI , O G G I E D O MANI

B U O N NATAL E A T U TTI !



SOMMARIO

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Dicembre 2010 anno 18

Nr. 4

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editoriale Novità in questo numero di Grazia Mirabelli

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ITALIANI ALL'ESTERO Intervista a Stefano Salis di Grazia Mirabelli

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AMBASCIATA saluto nuovo ambasciatore

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ITALIANI ALL'ESTERO Gli appassionati della Lego di Generoso D'Agnese

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UNITÀ D'ITALIA di Lucia Rota Andersen

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LA VOCE DELLA SIBILLA Guida al cartone di Sibilla Ciula

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STAGIONI ALLA RICERCA DELLA LUCE di Gisella Paccoi

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ITALIANITÀ IN DANIMARCA L'Italia in Danimarca di Francesca Fabi

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ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA Programma 1. semestre 2011 Dante Alighieri

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LIBRI MODERNE MAMMA di Lorenza Porciello

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ITALIANITÀ IN DANIMARCA Epifania, qualche tossina se la porta via di Antonio Montessori

italiani all’estero L'ITALIANITÀ di Silvia Ferrara

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CULTURA Musei al femminile di Loredana Carloni

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grazia mirabelli direttore

alessandro raffaelli caporedattore

RICORRENZE Commemorazione caduti di Livia Sansone/ Alessandro Raffaelli

SCUOLA ITALIANA Comitato Pro Scuola

"La redazione invita i lettori ad inviare contributi ed idee per la rivista. Una volta vagliatone la rilevanza, saremo ben lieti di pubblicarli"

va o u N one ediz

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ponte // direttore grazia mirabelli caporedattore alessandro raffaelli

nOVITà IN

QUESTO NUMERO

Art Direction

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Barbara Lütken in redazione

Cari lettori,

lucia rota andersen livia sansone alessandra sicuro hanno collaborato loredana carloni sibilla ciula generoso d'agnese francesca fabi silvia ferrara natascia maisano antonio montessori gisella paccoi lorenza porciello DESIGN mcb2 ADVERTISING web MCB2 ADVERTISING redazione landskronagade 13 st. th.

le ormai prossime festività natalizie sono un’occasione propizia non solo per un augurio, ma anche per un bilancio e perché no, per qualche riflessione. Natale è ormai alle porte, con tutto quello che ne consegue in termini di festività, di anno nuovo, di brindisi, di regali, di propositi per i prossimi dodici mesi e di tanto altro. Natale è tornato, un inno alla luce che troneggia dentro e fuori le nostre case tanto che qui, nel profondo nord, sembra essere festa due volte. Luci che conserveremo tanto tempo dopo la fine delle festività con la volontà di esorcizzare il buio, quel buio che ancora troppo a lungo avrà la meglio sulle nostre giornate. È inevitabile, col Natale riaffiorano tanti momenti, pur se alloggiati nella parte più intima di ciascuno di noi. Nel Natale ritroviamo emozioni di noi bambini prima,dei nostri figli poi, con i volti dell’impaziente attesa per un mistero che ogni volta puntualmente si ripete. Ricordi di momenti familiari condivisi nel calore delle nostre case e dei quali riusciamo a sentire ancora il profumo. Nell’occasione del Natale, ed ancor più di un altro anno che se ne va, il pensiero torna poi anche a quei volti familiari e cari che hanno aggiunto molto alle nostre vite e che oggi occupano un posto d’onore nell’album rilegato in oro dei nostri ricordi più belli.

2100 copenaghen ø tel. e fax 35 55 20 07 email: info@ilponte.dk

L’augurio di un Festoso Natale giunga a voi tutti dalla nostra rivista, con l’auspicio che il nuovo anno sia più generoso e porti qualcosa di meglio in tutto il mondo.

www.ilponte.dk banca danske bank reg.nr. 4280 kontonr. 0016922889

In questo numero troverete: Torino ieri,oggi e domani. Eventi e festeggiamenti per i 150 anni dell’Unità d’Italia Moderne Mamma. Un’avventura culinaria che ha come protagoniste 12 donne italiane Italianità: esiste veramente e come può essere definita? L’Italia a Copenaghen:di cosa può sentire la mancanza un italiano a Copenaghen?

Le opinioni espresse in ogni singolo articolo sono da attribuirsi esclusivamente all’autore dell’articolo, che se ne assume la responsabilità, e non rifflettono necessariamente il punto di vista della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti nelle date e negli orari degli eventi annunciati.

Grazia Mirabelli


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Ambasciata d’Italia in Copenaghen Gammel Vartov Vej 7, 2900 Hellerup

Care e cari Connazionali, l’uscita di fine anno de "Il Ponte" mi offre la gradita occasione di porgervi il mio più cordiale saluto. Sono da poco tempo a Copenaghen, ma già sapevo, e ne ho avuto qui conferma, quanto dinamica e apprezzata sia la Comunità italiana stabilita in Danimarca. La vostra operosa partecipazione alla vita di questo Paese rappresenta il nostro primo e più importante "biglietto da visita" verso l’amico Popolo Danese. La considerazione, la stima e il prestigio che vi siete qui guadagnati con tenacia e spirito di sacrificio rappresentano per l’Italia un patrimonio inestimabile. Persiste nel mondo un’aria di crisi, che non risparmia né l’Italia né il Paese in cui viviamo. Ma ciò non deve scoraggiarci, né farci deflettere dal nostro impegno. Pur con risorse sempre più decrescenti, l’Ambasciata si adopererà per esservi vicina, sia nel disbrigo delle pratiche consolari e amministrative, sia per ascoltarvi e informarvi; e per assistervi, in sinergia con il COMITES, ogni qual volta ne avvertirete l’utilità. Stiamo cercando di potenziare e migliorare la nostra pagina Web (scriveteci ogni qual volta vorrete e stimolateci con le vostre idee!) e di studiare rinnovate strategie di comunicazione e di azione, insieme con il nostro Istituto di Cultura (la cui preziosa attività vorremmo potesse espandersi e raggiungere non solo il pubblico danese ma anche ognuna e ognuno di Voi), con tutte le entità italiane, pubbliche e private, presenti in Danimarca e con appropriati interlocutori locali. Siamo alla vigilia del Centocinquantesimo Anniversario dell’Unità d’Italia. Ci adopereremo affinché anche in Danimarca questo storico evento sia degnamente celebrato, nei modi che i mezzi di cui disponiamo ci consentiranno, ma sopra tutto con i vostri contributi d’idee e la vostra attiva partecipazione. Mi auguro inoltre che quello che ci accingiamo a vivere sia per tutti noi anche un importante momento di solidarietà e di rinnovato impegno civile, sul posto di lavoro come nella vita quotidiana: in altre parole, di autentica Italianità! Confido nella vostra collaborazione e nell’aiuto che vorrete prestarmi nell’esperimento della mia missione in Danimarca. Ringrazio "Il Ponte" per la cortese ospitalità. Auguri di cuore a Tutte e a Tutti Voi! Carlo Tripepi

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Torino: ieri,oggi,domani Lucia Rota Andersen Presidente Dante Alighieri

Guido Piovene nel suo libro “Viaggio in Italia” del 1957 così scrisse: “Se dovessi gettare qualche aggettivo alla rinfusa che ci suggerisca il miscuglio con cui Torino si presenta, direi francese, gesuitica, padana, montanara. Francese per la regolarità delle vie, piazze, palazzi, portici, con predominio di un settecento aggraziato e gesuitica per le sue chiese e cappelle. Superga, l’Escoriale locale con le tombe dei Savoia, offre dalla sua collina viste spettacolari. L’ultima volta che vi andai, un tramonto arancione splendeva dietro la corona dei monti; le cupole della città ed i monti sembravano a eguale distanza, il Po dava bagliori, la neve spruzzava i pendii.” Susanna Agnelli nel suo libro “Vestivamo alla marinara” così scriveva: “Facevamo lunghe passeggiate. Attraversavamo la città. Solo se pioveva, ci era permesso camminare sotto i portici, i famosi portici di Torino, e guardare le vetrine dei negozi. Guardarle senza fermarsi, naturalmente, perché una passeggiata è una passeggiata e non un trascinarsi in giro che non fa bene alla salute. Torino era anche allora una città

nota per le sue pasticcerie. Nella luce artificiale delle vetrine apparivano torte arabescate, paste piene di crema, cioccolatini,..ma noi non ci saremmo mai sognati di poter entrare in un negozio a comprare quelle tentatrici delizie. Così camminavamo dalle due alle quattro, paltò alla marinara e berrettino tondo alla marinara con il nome di una nave di Sua Maestà Britannica scritta sul nastro.” Anch’io sono stata tante volte a Torino. Anch’io ho camminato molto, ma a differenza di Susanna Agnelli passeggiavo sempre sotto i portici ( non tutti i 18 km), entravo in pasticcerie e storici caffé. Lo scorso settembre sono tornata. La mia visita è iniziata da Porta Nuova. Giuseppe Culicchia nel suo libro “Torino è casa mia” del 2005 così scrive: “Oltre a essere la mia città, Torino è anche la mia casa. E come ogni casa contiene un ingresso, la stazione di Porta Nuova, una cucina, il mercato di Porta Palazzo, un bagno, il Po e poi naturalmente il salotto di piazza San Carlo, e quel terrazzo che è il parco del Valentino, e il ripostiglio del Balon, e una quantità di altre cose e di altre storie.”


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Siamo pronti per una bella passeggiata? Insieme scopriremo alcuni dei mille volti di Torino. Seguendo Via Roma con i suoi portici, arriviamo a Piazza San Carlo, il salotto di Torino, una delle più belle piazze d’Europa. Al centro, il monumento equestre chiamato in dialetto dai torinesi “’L caval’d brons”. Nelle vicinanze il Museo Egizio, con la più importante raccolta al mondo, dopo quella del Cairo e Palazzo Carignano, prima sede del parlamento italiano. Proseguiamo fino a P.za Castello con Palazzo Madama e a Piazzetta Reale dove visitiamo il Palazzo Reale, residenza ufficiale dei Savoia fino al 1865. Purtroppo non possiamo entrare nella vicina Cappella della Sacra Sindone, in via di restauro a causa dell’incendio del 1997, ma possiamo vedere, nella prima cappella di sinistra del Duomo, una copia fotografica della Sacra Sindone. Tra le chiese, bellissima quella di San Lorenzo, uno dei più grandi capolavori del barocco europeo e quella della Consolata, la chiesa bomboniera, la più amata dai torinesi. Vicino, “Il bicerin” offre lo storico caffé con cioccolato prodotto fin dall’800. I Giardini Reali, realizzati dall’architetto paesaggista André le Notre, autore dei giardini di Versailles, ci offrono una pausa meritata. Passiamo vicino al Teatro Regio per arrivare alla Mole Antonelliana, che con i suoi 167,5 metri domina la città. All’interno, si può visitare il museo nazionale del cinema e prendere l’ascensore panoramico che arriva a 85 metri di altezza. Altra pausa nell’ottimo ristorante “Sotto la Mole”. Se lo desideriamo, possiamo continuare lungo il Po fino al Parco del Valentino di 550.000 metri quadrati, il polmone verde della città. Noleggiamo una bicicletta per fermarci a visitare l´Orto Botanico, passare davanti al Castello del Valentino ed arrivare al Borgo e alla Rocca Medievale, una riproduzione di edifici piemontesi e valdostani del XV secolo. Con un mezzo ci spostiamo alla zona del Lingotto

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a Eataly. Sorto negli stabilimenti per la produzione del vermouth Carpano, storica fabbrica attiva dal 1908 fino alla fine degli anni’80, è ora un grande centro enogastronomico dove acquistare, degustare e studiare cibi e bevande di elevata qualità, una vasta area espositiva di circa 11.000 mq, una grande kermesse di itinerari del gusto. È ora di salire in collina per poter abbracciare la città dall’alto. L’autobus n. 30 ci porta a Sassi .Qui prendiamo la funicolare per arrivare alla basilica di Superga, il Pantheon dei Savoia, realizzata da Filippo Juvarra nel 1715. La vista è magnifica, come aveva scritto Guido Piovene. Nel 2011 Torino e il Piemonte saranno il palcoscenico del passato, del presente e del futuro d’Italia, in un grande evento realizzato in occasione del 150o anniversario dell’Unità d’Italia. Dal 17 marzo al 20 novembre sono in programma 250 giorni di spettacoli, mostre tematiche, conferenze e spettacoli. Eccone alcune: L’OGR (Officine Grandi Riparazioni), un capolavoro di architettura industriale, ospiterà la mostra “Fare gli italiani”, che ripercorre la storia ed il sentimento nazionale italiano dall’Unità d’Italia del 1861 ad oggi. La Reggia di Venaria presenterà, tra l’altro, “Arte e identità delle città capitali”. Nell’imponente cornice delle Scuderie Juvarriane della Reggia, più di 300 capolavori dell’arte italiana tracciano un percorso che va dal medioevo alla vigilia del 1861, attraverso le capitali pre-unitarie: Torino, Firenze, Roma, Milano,Venezia, Genova, Bologna, Napoli, Palermo. Negli splendidi giardini apre il Potager Royal: 10 ettari di orti e frutteti coltivati con migliaia di ortaggi e cereali tipici del territorio. Per saperne di più e per aggiornamenti consultate il sito: www.italia150.it Arrivederci a Torino!


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Alla ricerca della

luce Gisella Paccoi Giornalista

Quando, alcuni anni fa, aprirono i primi negozi Ikea in Italia, la battuta che più spesso si sentiva in giro era “non volevo comprare nulla.... ma non ho resistito, e sono uscita con un sacco pieno di candele”. Viste dall’Italia, tutte quelle candele avevano poco senso. In Italia, infatti, per tradizione le candele ricordano essenzialmente due cose: le chiese ed i ristoranti romantici (anche se alcuni anziani, meno sentimentali e molto più pragmatici, affermavano di “non voler andare dove non si vede bene quello che mangi”!). Le stesse candele, viste in Danimarca, nel paese dove non esistono serrande, scuri e tapparelle, hanno tutto un altro significato. Qui le candele ardono

nella lunga ed interminabile notte che va da ottobre a marzo; tremolano nei davanzali, cercando di contrastare la tenebra di un sole fioco, vinto dalla stagione e battuto anche dalle nuvole; cercano di illuminare le finestre prive di imposte, come occhi sbarrati, sgomenti, alla ricerca della luce. Tante, tante candele, ovunque, per rendere “hyggelige”, un po’ più accogliente, il rigido inverno, quello per il quale quasi quasi c´è chi spera di avere sempre tanta neve, perchè il bianco ed il riverbero amplificano i pochi raggi del sole, quando c´è, e fanno riscoprire la luce, quella luce così importante ed amata da essere impersonata dalla “Santa” del 13 Dicembre, Santa Lucia.

In Italia, questo è quasi un giorno come un altro, è noto solo per via della rimetta bambinesca come “il giorno più corto che ci sia” (con buona pace degli astronomi, che sanno di dover aspettare un´altra settimana, fino al solstizio d´inverno); in Danimarca, invece, dove la presenza della notte si fa sentire così tanto fino ad arrivare a trasformarsi in una dolorosa nostalgia, l’amore per il chiarore non è appagato dalle lunghe ore di giorno, nella breve estate, e la festa della Santa della Luce è sentita e celebrata con grande intensità. L´apoteosi si ha, poi, il 24 dicembre, quando la frase più ricorrente è “accendi più candele, è Natale!”.


Istituto Italiano di Cultura

Gjørlingsvej 11 − 2900 Hellerup − tel. 3962 0696 – web: www.iiccopenaghen.esteri.it e-mail: iiccopenaghen@esteri.it

Fra i numerosi eventi in programma per l’inverno 2010-2011, vi segnaliamo le mostre di due giovani artisti italiani che vivono e lavorano qui in Danimarca: »IL MITO SI VESTE DI NATURA« Olii e acquerelli di Elena Pecci

»BILLUND TOY TOWN« Fotografie di Roberto Boccaccino

Martedì 25 gennaio – ore 19.00 Mostra della giovane artista Elena Pecci, che ci presenta le sue belle, colorate e poetiche opere pittoriche. »Nella mia arte si incontra il mio amore per la natura e la mitologia con la necessità di esprimermi tramite il colore. Passeggiando per i parchi danesi, dove, discrete, han trovato dimora statue di personaggi della mitologia classica, e soprattutto dilungandomi al museo di Thorvaldsen mi sono lasciata ispirare da simboli antichi ma sempre attuali , trasponendoli in nuovi paesaggi, conferendogli significati personali e rendendoli messaggeri di temi a me cari.« Entrata libera. L’Istituto offrirà un piccolo rinfresco all’inaugurazione. La mostra si può vedere fino al 25 febbraio.

Giovedì 24 febbraio − ore 17.00 La mostra fotografica di Roberto Boccaccino presenta una serie di foto dedicate alla città del LEGO, alla vita della città, ai suoi abitanti, ai suoi coloratissimi cubi assemblabili, un mondo dove gioco e vita di tutti i giorni si confondono. Il fotografo freelance 26enne si dedica principalmente alla narrazione sociale e geografica. Le sue immagini sono state pubblicate da riviste italiane e internazionali e il suo progetto “Toy Town”, sulla relazione tra la Compagnia Lego e la città di Billund, è stato selezionata per il Festival 2010 Lumix Young Photojournalism, Hannover. La mostra si può vedere fino al 25 aprile. Vedi anche: www.brandts.dk Luogo: Brandts, Museet for fotokunst. Brandts Torv 1 - 5000 Odense C

Se non diversamente indicato, gli eventi hanno luogo nella sede dell’Istituto Il programma completo e aggiornato è consultabile sul nostro sito: www.iiccopenaghen.esteri.it (»Gli Eventi«)

Informazioni Orario di apertura: lunedì e martedì 9-17; mercoledì e giovedì 9-16; venerdì 9 -15. Orario di apertura della biblioteca: tutti i giorni dalle 12 alle 14. Come raggiungerci: Metropolitana (S-tog): scendere alla stazione di Hellerup. Dalla stazione 5-10 minuti a piedi o con l’autobus n. 166 o 169. Autobus: linea 1A dal centro di Copenaghen fino alla stazione di Hellerup, linea n. 166 o 169 fino a Hellerupvej, linea n. 185 fino a Bernstorffsvej.

Come diventare soci dell’Istituto: La tessera dell’Istituto di Cultura, con validità per l’anno solare in corso, costa 250 corone per i soci ordinari (150 per gli studenti e i pensionati e i soci della Dante Alighieri). Il pagamento della quota sociale può avvenire tramite il bollettino di pagamento che può essere richiesto all’Istituto Italiano di Cultura o tramite internet banking sul n +73< +84857971< (sotto la funzione “indbetalingskort”). Si prega sempre di indicare chiaramente il nome e l’indirizzo.

Aiutateci a informarvi puntualmente e meglio!! Scrivete a majbritt.hoyhansen@esteri.it per ricevere informazioni per posta elettronica sulle nostre attività Il Ponte dicembre 2010.indd 1

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” - u n ’ a v v e n t u r a c u l i n a r i a i ta l o - d a n e s e

Lorenza Porciello

ualche mese fa iniziava questa nostra avventura culinaria. È cominciato tutto con una proposta interessante, un po' fuori dalla routine di ogni giorno. Galbani cercava dodici donne italiane residenti in Danimarca disposte a fornire qualcuna delle loro ricette di famiglia per una raccolta di ricette italiane da pubblicare a breve. L'interesse é stato grande e dopo poco tempo ognuna di noi ha cominciato a rovistare tra i quaderni di famiglia, le ricette delle amiche e quelle della mamma - quelle scritte e quelle tramandate a voce, o semplicemente quelle che abbiamo visto cucinare da quando eravamo piccole. Galbani si é mostrata molto entusiasta fin dall'inizio, le nostre ricette e le storie che le accompagnavano

hanno riscosso interesse, emozione e curiositá. Il risultato é un libro davvero ben fatto, con tantissime ricette che profumano di memoria, sapori noti e tante emozioni. Anche il nostro Istituto di Cultura Italiana a Copenhagen ha espresso vivo interesse ed ha giá organizzato una serata per il prossimo gennaio presso l'Istituto, per presentare il libro, le autrici e le ricette. Alcune delle protagoniste hanno raccontato quello che per loro ha rappresentato partecipare a questa iniziativa.


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Avere partecipato al progetto del libro “Moderne Mamma” è stata un’esperienza che mi ha arricchito sotto molti aspetti. Da un punto di vista strettamente culinario il libro, con le sue ricette facili squisite e originali, è stato per me prima di tutto una grande fonte di ispirazione che mi consente nella quotidianità di provare gusti nuovi ma anche conosciuti… che sanno di “casa”. Se non ci avessi partecipato in prima persona forse sarebbe rimasto solo un bel libro sullo scaffale, ma quello di averlo vissuto insieme alle altre mamme è stata per me quasi una riscoperta della cucina italiana letta in un contesto danese. L’altro aspetto arricchente è stato quello sociale, che per me ha culminato nel raduno a Rabes Have, da cui sono poi nate le foto e la copertina del libro. Non avevo avuto modo di incontrare le altre mamme prima di allora. Eppure dopo nemmeno un’ora, eravamo tutte lì sedute intorno a questo tavolo imbandito a festa, ridendo e scherzando come fosse la cosa più naturale di questo mondo, come se ci fossimo conosciute da sempre. E forse questo è proprio il miracolo della cucina italiana: che unisce anche se non ci si conosce. Fu una situazione sorprendente che mi fece venire alla mente le parole di quella vecchia canzone dimenticata

“Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più…”. Decisamente la più bella lezione italiana a cui ho partecipato.

Essere parte di Moderne Mamma mi ha divertito molto, regalandomi in qualche modo un ruolo di testimonial. Una parte della mia cultura, così rilevante e gradita ai danesi, racchiusa tra le pagine di un libro che fa vanto di sé,pieno di colore e di foto invitanti, trasmettendo un messaggio positivo e moderno della donna italiana . Altrettanto importante la componente del passato, fatta di immagini, ricordi ed affetti familiari rivisitati attraverso profumi e sapori di una volta. Senza dubbio un’esperienza positiva, ed un regalo alla mia vanità italiana.

Quando mi hanno chiamata per chiedere se volevo partecipare al progetto mi e' sembrata un'idea carina, ma niente di piu'. Gia' dal primo incontro con le altre ragazze pero' ho avvertito una certa "tensione" positiva. Anche se la maggior parte di noi non si conoscevano, ci accomunava il nostro bagaglio culturale fatto di tante piccole cose, che in un Paese straniero, nonostante gli anni trascorsi, rimane dentro do noi. Ci siamo lasciate con

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un espressione cortese (quasi danese!) e ci siamo ritrovate con un sorriso sincero per il piacere vero rivedersi. E da li' l'esperienza e' stata tutta in salita. Abbiamo trascorso delle ore piacevolissime dove credo nessuna abbia avvertito che si trattava di un "lavoro". E alla presentazione del libro abbiamo nuovamente suscitato curiosita' ed ammirazione negli occhi dei danesi che hanno visto di persona cosa significa avere uno spirito "italiano", con le nostre risate, battute e la spontaneita' che ha fatto di questo progetto un successo. E' stata un'esperienza bellissima che mi ha ricordato cosa significa per me essere italiana.

Tutto é cominciato come un gioco per me. Non avevo mai pensato di scrivere un libro di ricette, e le ricette che conoscevo erano per me ricette di famiglia che non pensavo potessero suscitare un tale interesse! È stata un'esperienza divertente che mi ha anche dato modo di conoscere molte altre donne italiane che, come me, da anni vivono in Danimarca. Cercare e rispolverare le vecchie ricette di famiglia mi ha anche dato modo di ritrovare un po' le mie radici, di riapprezzare sapori noti a me tanto cari e di dividerli con la mia famiglia, mio marito e la nostra bambina.


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talianità:

un tratto del nostro carattere? Silvia Ferrara

Esco dalla proiezione del film Ma che Storia, opera di Gianfranco Pannone, in concorso nella sezione Controcampo della 67° Mostra del Cinema di Venezia e mi domando “esiste l'italianità e come può essere definita?”. Il film, realizzato nell'ambito dei festeggiamenti dei 150 anni dell'unità d'Italia, racconta l'unità del Paese dagli anni ‘10 agli anni ‘80 e il suo risultato politico e sociale. Su uno sfondo di materiali filmografici, musicali e fotografici, tratti da un vastissimo archivio di repertorio, il regista incolla parole di scrittori e poeti delle più differenti estrazioni politico-culturali, operazione che permette di cogliere come il paese resti nel tempo "incapace di mettersi in discussione", ma sempre pronto a discutere e polemizzare. Ad emergere è un quadro di contraddizioni insanabili: le eterne divisioni tra nord e sud, i caratteri peculiari delle culture locali, come se la celebrata unità nazionale fosse ancora oggi tutt'altro che completata, almeno sotto l'aspetto di una cultura nazionale fortemente riconoscibile. Il sentire comune nazionalistico è fluttuante e contraddittorio, e quando è presente è fatto di retorica più che di sostanza. Insomma, bene si spendono le parole di Prezzolini “L’italiano sarà un prodotto dell’Italia, mentre l’Italia doveva essere un prodotto degli italiani”. Quindi una madre patria che sembra essere stata capace di svolgere più una funzione materna adottiva e supportiva che non generativa. Questo

mi porta a pensare che l'italianità, se esiste, allora potrebbe proprio esprimere questa mancanza, cioè l'impossibilità ad acquisire una propria unità nazionale lì dove non ci si è sentiti generati da questa. Di conseguenza, una nazione bloccata in aspetti infantili, non a caso, di diffidenza, egoismo e furbizia, come se mancasse quella fiducia di base che aiuta un bambino a distanziarsi dalla propria madre in modo sicuro e, grazie alla quale, saprà poi orientarsi verso ciò che lo circonda in modo rispettoso, orgoglioso e curioso. Se analizziamo la “sindrome del mammismo”, ad esempio, considerata tra le componenti caratteriali negative della nostra italianità, la docente Silvana Petrarca ci chiarisce approfonditamente questi aspetti. Nel testo da lei scritto “Italianità: la costruzione del carattere nazionale” (Laterza, 2010) l'autrice individua il mammismo come una conseguenza storicosociale ereditata dal sistema patriarcale, che poi, successivamente, grazie al linguaggio cinematografico e a quello mediatico, ha potuto diffondersi e strutturarsi come tratto caratteriale del nostro paese. L'Italia, quindi, è impossibilitata a superare l'Edipo? È una nazione ferma, bloccata nell'impasse, ancora alla ricerca della propria individuazione per proseguire la propria crescita? Massimo Gramellini sostiene che un Paese non farà mai i conti col suo passato, fino a quando continuerà ad oscillare fra il revisionismo e la retorica: quindi sarebbe necessario per il nostro paese intanto iniziare un trattamento analitico....bene questo può servirci a capire da dove partire, e intanto mi sovviene un'altra domanda: ma esistono la francesità, l'inglesità, la danesità...?


Assistenza legale italiani in Danimarca

Sandra Moll

Avvocato Avvocato in Italia e in Danimarca Rapporti giuridici con l’Italia Il NOSTRO STUDIO LEGALE offre un’ampia e qualificata assistenza per qualsiasi problema di carattere giuridico in materia di diritto italo-danese. Potete sempre rivolgervi al nostro studio in lingua italiana.

Siamo anche a Roma e a Milano

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ponte // ITALIANI ALL ' ESTERO

INTE R V I S TA a

Stefano Salis

Grazia Mirabelli

Stefano, sei qui da ormai quasi 20 anni, ma perché proprio la Danimarca e che cosa ha significato questa scelta per te? Ho conosciuto mia moglie Maria durante una vacanza con amici in Grecia. Sono giá volati vent’un anni. A dispetto del nome , Maria é danese ed é anche la ragione per cui vivo a Copenaghen. Mi chiamo Stefano Salis sono nato a Roma quarantun anni fa da padre sardo e mamma romana. Ho vissuto a Roma sino ai sedici anni per poi trasferirmi dapprima a Brescia,

successivamente a Bergamo per poi approdare , all´etá di diciannove anni, a Milano. Sono per questo sempre stato abituato a “ricominciare”, nuove scuole, nuovi amici, nuovi costumi. Il 1 maggio 1998 ho caricato la mia R5 e ho fatto rotta verso la mia nuova avventura: la Danimarca. Perché ? Vi ricordate Maria? Bene, dopo aver vissuto in Italia per qualche anno, un bel giorno, si presenta dicendomi che ha deciso di tornare a casa, non in corso Buenos Aires ma bensì in Danimarca. Cosa fare? Fortunatamente decido di seguirla e ricominciare ancora una volta. Ricordo che non ero affatto spaventato cosí come ricordo bene l’eccitazione data dal fatto che dopo trent’anni, era giunta anche per me l’ora di allontanarmi dalla mamma e di dover provvedere a me stesso.


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ponte // ITALIANI ALL ' ESTERO

Come e che cosa è cambiato da allora in te? Col tempo mi sono creato una casa e una famiglia con Maria, ovviamente, alla quale si sono aggiunte Mia ed Eva, rispettivamente di 10 e 5 anni .Ho anche dovuto, come se non bastasse, imparare una nuova lingua e una nuova cultura certamente diverse dalla realtá italiana. Avevo studiato Architettura al Politecnico di Milano ed ho cercato fin da subito qualcosa di attinente ma é stata dura. Ho cominciato, fin dal secondo giorno dopo il mio arrivo, a distribuire quotidiani durante la notte e contemporaneamente a lavorare come cameriere in un noto Hotel del centro. Ero assolutamente consapevole del fatto che se avessi voluto realizzare il mio sogno avrei dovuto, in primis, destreggiarmi con il danese. Detto fatto e, alla giá dura giornata di lavoro, decisi di aggiungere anche la scuola di lingue. Diciamo che I primi mesi non sono stati affatto noiosi. Sveglia all’una di notte, corsetta sú e giú dalle scale, di nuovo a casa verso le cinque, doccia e via, fresco come una rosa, per una giornata come cameriere allo Scandic Copenaghen dalle 6 alle 14, e dalle 17 scuola di danese fino alle 20. Compiti, cena, letto, per poi ricominciare il circo dopo qualche ora di più che meritato riposo. Oggi di che cosa ti occupi e quanto ti è costato il realizzarti sul piano professionale? Diciamo che il sacrificio ha dato I suoi frutti. Oggi lavoro come designer presso una ditta che studia soluzioni per il trasporto di apparecchiature e di strumenti. Disegno, ad esempio, le casse con cui la Vestas trasporta i suoi mulini per l’energia eolica piuttosto che casse adibite al trasporto di apparecchiature per troup cinematografiche e televisive. Lavoriamo per la SAS e purtroppo anche per il ministero della difesa danese, purtroppo perché siamo noi che permettiamo alle armi in dotazione ai militari delle truppe danesi in Afghanistan di arrivare sane ,salve e perfettamente funzionanti. Non sto qui

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ad elencare tutto ma vi assicuro che ho a che fare con strumenti che non credevo esistessero. Ho occasione di visitare aziende in buona parte del nord Europa e non solo. Tornando a noi, penso che questa lunga parentesi danese sia stata senza ombra di dubbio la più importante della mia vita, mi abbia aiutato a crescere come persona. Cosa ti piace raccontare alle tue bambine del loro papà italiano? Sono assolutamente entusiasta di questa esperienza, penso che la Danimarca sia un paese sulla mia stessa lunghezza d’onda e sono felice che Mia ad Eva crescano in questa realtá. Spero che nessuno mi fraintenda, sono Italiano e profondamente legato alla mia terra natale ed alla mia cultura e, per questo, mi impegno cosí come penso tanti altri nella mia situazione, nel provare a trasmettere un pó di italianitá alle mie figlie. Dal piacere della tavola e, perché no, al piacere di tifare Roma. L’impegno e l’intraprendenza di alcuni membri all’interno della comunità Italiana mi aiutano in questo compito. Cerco di mettere le mie figlie in condizione di imparare quella lingua che é dopotutto anche la loro e che gli dà la possibilità di poter meglio carpire la loro seconda cultura e di comunicare con zii, nonni e cugini durante le nostre visite fortunatamente abbastanza frequenti. Per chiudere, quello che vorrei é che le mie figlie imparassero quelli che sono, a mio avviso, i principi universali di una solida educazione come il rispetto verso se stessi e verso gli altri. Il tutto condito con un touch all’italiana, quello stesso touch che ci contraddistingue e ci fa ammirare in tutto il mondo.


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ponte // ITALIANI ALL ' ESTERO

GLI APPASSIONATI DEL LEGO// di Generoso D’Agnese

Tu chiamala felicità, se vuoi. O forse è meglio chiamarla Danimarca. Perché secondo uno studio pubblicato dall’UNESCO, la Danimarca fa rima con felicità. Forse sarà proprio questo il motivo per cui sempre più italiani iniziano a guardare con simpatia il paese governato dalla regina Margherita II, appartenente alla seconda monarchia più longeva della storia (con oltre mille anni di durata, la monarchia danese è seconda soltanto a quella giapponese). “Sono venuto in Danimarca per avvicinarmi all’Italia - spiega Nicola Morelli, nato a Putignano (Bari) ed insegnante di disegno industriale all’Università di Aalborg – perché avevo lasciato l’Italia per lavorare in Australia, ma mi mancava l’Europa (non necessariamente l’Italia). In Danimarca, la comunitá degli italiani é molto piccola e fatta di giovani; studenti, e giovani famiglie che si spostano qui perché uno dei due ha trovato un lavoro. Spesso hanno bambini piccoli. Ci sono pochi vecchi emigranti, molti dei quail sono molto bene integrati con i danesi.” “In Italia, sono una maestra ed un insegnante abilitata di filosofia e storia, – spiega Loriana Ursino, insegnante di Catania e trasferita a Copenhagen – posso insegnare ai disabili, ma

non ho trovato lavoro. Una possibile soluzione poteva essere quella di trasferirmi al Nord per qualche supplenza sporadica…. Ho scelto di venire a Copenhagen dove cambia davvero qualcosa, perché è il paese che cambia e le sue leggi. Ho pensato di trasferirmi in un posto dove le leggi sono pensate e ragionevoli, dove pagando le tasse si possono far crescere i propri figli in scuole fornite di tutto,, dove i ragazzi imparano presto 2 lingue, (danese e inglese), dove, per questi, le visite odontoiatriche sono gratuite e dove per tutti e nessuno escluso è prevista l´assistenza sanitaria.” Cesare Cota, laureato in farmacia, ed oggi affermato imprenditore, ha scelto la Danimarca per il grande vantaggio di essere valutato per il valore effettivo della professionalità e ha accettato volentieri di imparare ex novo anche la lingua danese e di essere vittima ogni tanto di qualche pregiudizio. “Apertura e riconoscimento del valore dell'individuo, professionalmente e moralmente rappresentano la prassi in questo Paese. C'è una maggior attenzione per la cosa comune, maggiore cura e partecipazione. Questa società mostra un notevole livellamento sociale, non ci sono quelle


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distanza che si notano in Italia. Inoltre c'è posto per una vita privata a fianco di una vita soddisfacente vita lavorativa.” Per Agnese Bissi, umbra di Monte Castello di Vibio, un paesino in provincia di Perugia (famosa per il teatro più piccolo del mondo) ed appassionata di fisica, il primo impatto con il paese che fu di Niels Bohr è stato bello. “Il mio lavoro non mi consente di pensare ad un futuro prettamente italiano, ma porto con me la cultura e le tradizioni acquisite da piccola. Cucino molto e italiano, anche se apprezzo molto la cucina danese. Lavoro in un contesto multietnico e questo valorizza ancora di più la mia identità italiana.” Alessandro Godi è arrivato in Scandinavia nel 2008 con il progetto Erasmus e ha colto la prima opportunità per trasformare lo studio in una prospettiva di lavoro. “Quell'esperienza ha reso indipendente un 22enne, che era sempre vissuto sotto il tetto familiare. In Danimarca, la ricerca è valorizzata ed incentivata, da qui la mia decisione di affrontare un dottorando di ricerca a Copenhagen per i prossimi 3 anni.” Patrizia Venturelli Christensen vive a Aarhus, dopo aver sposato il marito danese e nei suoi 12 anni vissuti in Danimarca non tutto è stato sempre bello. “I danesi sono gentili, ma non necessariamente aperti. In un periodo di crisi, incontrai due ragazze italiane che mi aiutarono moltissimo. Mio figlio

Dott. Morten Nielsen (generico)

ponte // ITALIANI ALL ' ESTERO

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frequenta un corso privato di italiano una volta alla settimana. Questo fa sí che il suo italiano parlato e scritto si mantenga ad un livello accettabile. Altrimenti non sarebbe in grado di parlare con i nonni ed i cugini in Italia”. Nata nell’89, Karin Bagni ha sempre trascorso le vacanze estive e natalizie dalla nonna italiana sposata con un danese e conosce bene questo paese e la sua affidabilità. Appassionata lettrice dei forum di Beppe Severgnini, Karin ammette di essersi convertita alle tradizioni culinarie danesi. “I danesi hanno molto da insegnarci sulla responsabilità civica, affidabilità, sincerità, coerenza e onestà. Sono un popolo un po' ruvido in superficie, ma una volta rotto il ghiaccio e conquistata la loro fiducia, la loro lealtà è infinita. Quando si è italiani e ci si trasferisce all'estero, si diventa ancora più italiani. La sincerità e la criticità con cui vedo il mio paese adesso penso sia una forma più onesta di patriottismo, rispetto alla semplice astinenza da pizza, lasagne e pasta al sugo della nonna. Anche se anche con quella non si scherza!”

Dott. Luciano Stievano (generico)

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ponte // LA V OCE DELLA SIBILLA

Guida al Cartone

(ovvero la dittatura televisiva dei bambini...)

Sibilla Ciula

"Il mio nome è rosso" direbbe Pó se fosse un libro da Nobel, ma non lo è, e allora se ne va in giro col suo monopattino per le collinette infestate da fiori e conigli. E i suoi amichetti chi sono? Il loro nome non ha importanza. Il colore ne ha forse un po'. Il loro ipnotismo in grado da far assumere piattoni di semolino, decisamente sì. E con le poppate in rapida diminuzione, noi, mamme ansiose, siamo in balía del pupazzo di turno. Il nostro universo comincia così a popolarsi di bizzarri personaggi che ci ronzano in mente - ahimé anche in sogno - e che ci diventano così familiari da farci appassionare alle loro disavventure. Primi a spuntare nella nostra videoteca saranno i Classici di Disney, che noi rivedremo con piacere, ma i nostri figli non vedranno neanche per intero, annoiati dalle interminabili canzoni da musical e dalle trame tutte adulte. Forse non è distanza generazionale, o forse sì (sgrunt!). Resta il fatto che la mela stregata di Biancaneve e il gran ballo a corte di Cenerentola per loro non sono un granché. E allora bisogna adeguarsi, rimboccarsi le maniche e fare ricerche sul campo: Cartoon Netrwork, Disney Channel, Nickelodeon, Jetix. Ce n'è di tutti i tipi, anche troppi, sempre più originali e meno credibili, spesso risultati di coraggiose fusioni del vecchio col nuovo super-magico giapponese -Pokemon è una pietra miliare - secondo quelle leggi di mercato che sono le stesse in tutti i settori.

Si finisce così saltellando da un cartone all'altro nella funambolesca ricerca di quello giusto e nella giusta consapevolezza che il nostro bambino sta crescendo ed ha irrevocabilmente preso "possesso del telecomando". Da questo momento in poi, genitori, potete rilassarvi sul divano, lasciatevi scorrere le immagini sul video, ma mi raccomando non vi appassionate a niente, perché ciò potrebbe venire interrotto da un momento all'altro, un po' come tutto il resto... Il notiziario o il film non saranno più gli stessi, l'innocenza è perduta, oramai - si sa - c'è sempre un Mickey Mouse in agguato. Ma anche noi da piccoli siamo stati affascinati da questi mondi disegnati, variopinti e improbabili, sottratti alle leggi della fisica e con una logica tutta propria, con personaggi a tutto tondo e che non si contraddicono mai (niente male, eh?). Noi, si aspettava il giovedì sera, dopo Carosello, per vedere Super Gulp che iniziava sottotono con il Signor Rossi o Mariolino per terminare alla grande con il maledetto Carter.

and Ferb, Flapjack, I miei amici invisibili, fin troppo stupefacenti - e anche un po' psichedelici. E ancora i globuli bianchi - o qualcosa del genere, non si capisce bene - Ozzy e Drix sempre a difendere il corpo del giovane Hector, per i futuri ipocondriaci. Per fortuna c'è anche un Mr. Bean in cartoni, dalla logica pazzesca e ineccepibile e Pinky and Brain, le due mutanti e raffinate cavie di laboratorio alla perenne conquista del mondo. Ma le vere perline assolutamente da non perdere sono i Corti della Pixar, universalmente spassosi ed indicati dai 4 ai 99 anni.

Per quanto riguarda i lungometraggi, la Dreamworks non ne sbaglia uno con tutti i suoi primordiali, esotici, leggendari e soprattutto umoristici Madagascar, Shrek, Ice Age e Shark Tale. Poi c’è Disney che ci incanta, in solitaria con i Robinson Famiglia Spaziale - si ringrazia, comunque, Ritorno al Futuro - e accanto alla Pixar con i tenerissimi Wall-E, Toy Story, Ratatouille e Monster & Co. Tutti da vedere, ma una volta sola. È la Fox a stupirci ancora una volta - e Era meglio prima? Macché, sono solo come si deve - con Ortone e il Mondo cose diverse per esigenze diverse. Anzi dei Chi dalla comicità un po' filosofica e l'animazione di oggi, computerizzata e decisamente originale che raccomando a non, propone materiale per tutti i gusti e in tutti di vedere, anche ripetutamente. un'ampia gamma qualitativa. Un ultimo consiglio. Se potete procurarvi i Tre Caballeros di Walt Disney del 1944, I Teletubbies, per esempio, sono fatelo vedere ai vostri figli... resterete elementari, rituali e geniali, ma sono stupiti. pupazzi, un genere a sé. Infine, mi scuso con voi bambini, Poi ci sono i vecchi amici di Topolino, veri esperti del settore, per tutte le digitalizzati però, nella loro Casa dei imprecisioni e le omissioni che ci sono, Giochi con mille quesìti tutti didattici, la ma d’altronde non si è dilettanti per politicamente corretta Dora l'Esploratrice niente. che fa da ponte tra la cultura ispanica È giunta l'ora e non vorrei perdermi e quella americana, gli educativi Piccoli Ramasjang live (no, non è un cartone, se Einsteins per i primi della classe. lo fosse sarebbe decisamente stressante Tra gli assurdi ci sono Chowder, Phineas per gli animatori!)...


CONTATTARE: LUIGI FARINA - P.R. MEURS-GERKEN


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ponte // ITALIANITÀ IN DANIMARCA

L’Italia a Copenhagen Francesca Fabi

Appena arriva a Copenhagen, di cosa può sentire la mancanza un italiano? A parte il calcio allo stadio la Domenica e la cucina della mamma, non disponibili in loco, è possibile trovare a Copenhagen prodotti che possono renderci la vita piú facile. Chi vive a Copenhagen da molti anni probabilmente saprá dove andare a scovare il quotidiano della propria cittá, quel vino altoatesino particolare o una salsa alle olive degna di questo nome, mentre al neofita, come è accaduto a me appena giunta qui, può capitare di girare a vuoto e, per disperazione, arrivare ad acquistare e utilizzare uno pseudo-pesto fatto con anacardi, olio di semi e un non meglio identificato formaggio, con risultati facilmente immaginabili. Per quanto curiosi e aperti si possa essere alla cucina del luogo che ci ospita, molto più elaborata e complessa delle pur gustose frikadellen, l´italiano è per sua natura diffidente, quando si tratta di abitudini diverse e di cibo e ama ritrovare, anche a distanza di migliaia di chilometri lontano dall’Italia, i sapori e gli odori di casa, da riproporre sulla tavola, quando il tempo danese si fa meno clemente ed ospitale e cucinare qualcosa di familiare diventa una sorta

di terapia per l´anima. In fondo, come sottolinea lo scrittore e giornalista del Corriere della Sera Beppe Severgnini, “essere italiani è un lavoro a tempo pieno” e mangiare bene fa parte del nostro DNA, non possiamo farne a meno. La nostalgia canaglia dei prodotti di casa si fa sentire ancora di più, ora che il Natale si avvicina, e si ha ancora di più il desiderio di acquistare qualcosa di familiare e vicino alle nostre tradizioni. Quasi tutte le grandi catene di supermercati offrono diversi prodotti italiani, anche se con delle notevoli differenze di marche e disponibilità. Una visita ad un qualsiasi supermercato della catena SuperBest ci permette di trovare alcuni dei nostri formaggi e salumi preferiti, come mozzarella e ricotta, bresaola e mortadella, cosí come il pecorino romano e di Pienza, questi ultimi, purtroppo, in vendita a prezzi quasi da gioielleria. Hanno una discreta scelta di salse per condimenti ed anche pasta fresca, ripiena e non, di un noto e inconfondibile produttore veneto rubicondo, calvo e con gli occhiali, che a queste latitudini rappresenta quasi uno di famiglia ed una certezza, casomai ci prendesse la voglia di un buon piatto di tortellini in brodo da servire per il pranzo di

Natale. Un’altra grande catena, Foetex, ha tra i suoi scaffali anche culatello e prosciutto di Parma, mentre da Netto, supermercati simili ai nostri discount, presenti in ogni zona della cittá, si possono trovare prosciutto, salame e grana padano made in Italy a prezzi convenienti. Diffidare, invece, della pasta che vendono, anche se apparentemente prodotta in Italia. Ci fa la bella sorpresa di non reggere la cottura e di sfaldarsi, rendendo il piatto immangiabile. La filiale di Irma all´interno dei magazzini Illum, nel cuore di Copenhagen (Pilestræde 13) è un buon indirizzo per reperire prodotti tipici non sempre facili da trovare come il caffé, tra cui due marche famose, una di origine torinese e una di Trieste. Accanto ai negozi della grande distribuzione, esistono anche realtà di quartiere, più o meno grandi, dove reperire specialità italiane. Da Candido (Godthåbsvej, 53, www.candido. dk), un take away di gestione italiana nel quartiere di Frederiksberg, possiamo rifornirci di salsicce napoletane, scamorza affumicata da comprare all´etto e tonno all´olio di oliva di marca italiana, che si trova insospettabilmente anche da Nino´s Delikatessen (Jagtvej 37), un negozio di pizze a portar via di Norrebro. Sempre a Fredriksberg( Falkoner Allé 42) c’è il negozio di gastronomia Quattro Fontane Due, gestito da un simpatico signore umbro, che vive in Danimarca da più di vent’anni. In


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ponte // ITALIANITÀ IN DANIMARCA

vendita funghi porcini secchi, verdure sott´olio, olive, pane, formaggi di ogni tipo, salumi, pasta fresca e, per chi non avesse voglia di cucinare, una ghiotta sfilza di piatti pronti, che vanno dalle polpette al sugo al vitello tonnato, dagli gnocchi alle olive ascolane. E mentre ci godiamo, lontani da casa, l´atmosfera natalizia che qui si fa sentire magicamente e prepotentemente con i mercatini natalizi, le luci morbide e soffuse delle candele che occhieggiano da ogni finestra insieme ai nisser, i folletti di Natale, e con i profumi di cannella, chiodi di garofano e zenzero, è bello sapere che possiamo trovare ogni ben di Dio in tre fornitissimi

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ponte // r i c o r r e n z e

C o m m e m o r at i i

s o l dat i i ta l i a n i

c h e r i p o s a n o i n t e r r a da n e s e Livia Sansone / Alessandro Raffaelli

Il 4 novembre scorso, nel corso di una commossa cerimonia di commemorazione, sono stati ricordati i soldati italiani che riposano in terra danese, deceduti al termine della Prima Guerra Mondiale mentre attendevano di tornare in patria dopo un lungo periodo di prigionia in Germania. La cerimonia si è svolta nel cimitero cattolico di Vestre, a Copenaghen, alla presenza dell’Ambasciatore d’Italia, Carlo Tripepi, il quale ha ricordato il sacrificio di questi soldati, contributo al rafforzamento delle basi dello Stato italiano unitario, e la loro triste sorte, quella di morire in terra straniera alla fine di un conflitto. Il 4 novembre, ha voluto ricordare l’Ambasciatore, è però anche

un giorno di festa, la festa delle Forze Armate che costituiscono uno dei pilastri della nostra Repubblica democratica. Fra i militari che hanno preso parte alla cerimonia vi erano il Tenente Colonnello Salvatore Iervolino, Addetto per l’Aeronautica Italiana accreditato presso il Regno di Danimarca, ed alcuni membri della Sezione Nordica dell’Associazione Nazionale degli Alpini, con base in Svezia. Nonostante il clima grigio ed autunnale, anche alcuni connazionali sono intervenuti. Padre Fabrizio ha concluso con la benedizione ed ha pregato per la pace nel mondo. Davanti alla stele commemorativa è stata deposta una corona d’alloro ed è infine stato suonato “Il Silenzio”.

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News Ambasciata L’Ambasciata informa che sul proprio sito www.ambcopenaghen.esteri.it è possibile scaricare la nuova “Guida pratica all’acquisto di immobili in Italia”, consultabile anche in lingua danese (nella sezione danese del sito). Sempre nella Sezione “Cooperazione economica” è disponibile la più recente versione del Rapporto congiunto MAEICE, relativa al I° semestre 2010.

Anche in Jutland è ora possibile consultare un medico italiano.

Contattare la Dott.ssa Velca Carosi Haulrich presso lo studio “Lægerne i Brande ApS”.

Per maggiori informazioni visitare il sito

www.laegerne-brande.dk Foto: Piergiorgio Frezza


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ponte // ITALIANITÀ IN DANIMARCA

L’Epifania

qualche tossina si porta via

Antonio Montessori Lettore

Non serve una calcolatrice per contare le sostanze psicotrope legali, ed una di queste è la caffeina. Trattasi di sostanza che può essere somministrata in diverse forme, di cui la più comune è il caffè. E qui, cari connazionali in espatrio, come direbbe il Grande Bardo, casca l'asino. Infatti, si dà il caso che la forma più apprezzata, per noi, sia l'espresso italiano. Una bella tazzina rovente da ingoiare (il contenuto mi raccomando, non la tazzina) in due sorsi e poi via, verso la prossima avventura. Un botto di energia che ci sveglia/risveglia, o che almeno ci dà questa illusione. Purtroppo l'espresso italiano, fatto come si deve, si trova in rari posti; e se l'operatore non è italiano, è indispensabile: a) non parlare di caffè, bensì di "espresso" e b) dare istruzioni specifiche al caffettaro per non trovarsi una tazzina, sì da espresso, ma colma di brodo. Del prezzo

dell'espresso in Danimarca parlerò un'altra volta, non appena la redazione mi avrà dato il nulla osta per usare parolacce su Il Ponte. Come dicevo, se si vuole un espresso va evitata la parola "caffè"; infatti per i danesi il caffè è quel liquido scuro, percolato fumante ma soprattutto abbondante, al vago sapore di caffè. Generalmente lo classifico come "tè al gusto di caffè", e datemi torto. Se uno si aspetta emozioni forti dal caffè danese, temo che resterà deluso. Tuttavia, deve essere un potente aggregante sociale; infatti non ho mai visto nessuno in un locale con una bella brocca da litro, e scolarsela da solo; al contrario, allegre compagnie ad ogni orario -più o meno lavorativosì. Volendo pervicacemente insistere sui meriti, non va taciuto che è un bel brodino caldo e confortante che specialmente d'inverno fa piacere, e non stupisce che una brocca possa durare un pomeriggio. D'altra parte non va dimenticato che questo tipo di brodo non è scevro da caffeina, anzi, ce n'è eccome. Per parafrasare una nota pubblicità: il danno senza il piacere.


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ponte // ITALIANITÀ IN DANIMARCA

Ma non è solo di caffè che volevo parlare. Pochi sanno che un'altra sostanza psicotropa (legale, almeno finché non lo scoprono) è la Pizzoina. Come dalle ricerche del Dott. Simon O.N. Gary, è "(...) contenuta in larga misura in pizze e calzoni (...) è una sostanza che dà dipendenza e assuefazione". Ma anche qui le distinzioni sono d'obbligo. Chi ci dice che una Pizza italiana, forgiata in un vero forno a legna, come da ferrea tradizione napoletana, contenga la stessa quantità di Pizzoina di una pizza-a-domicilio ananas e kebab forgiata da turchi, cotta in forno elettrico e consegnata a casa con la soprattassa governativa sui semifreddi? O peggio, quelle pizze surgelate di cui i banchi freezer dei supermercati sono stracolmi, prodotta magari da Mastri Surgelatori di pizza a Taiwan: chi mi assicura che non sia stata aggiunta Pizzoina di sintesi? Geneticamente modificata, magari. Quando qualcuno migra dall'Italia alla Danimarca deve fare i conti con alcune astinenze, di cui le due elencate sopra sono importanti esempi. Se anche accettiamo il modo - spiacevolmente alternativo di procacciarsi la caffeina, le cose con la Pizzoina diventano più drammatiche. Non è come in Italia,

dove è naturale trovare spacciatori di Pizzoina in ogni comune e frazione: qui diventa già difficile identificare uno spacciatore autentico in una intera città; intendo gente seria, che non ti venda Pizzoine tagliate di provenienza turca o cinese. E, visto che è Natale, mi verrebbe in mente anche un'altra sostanza: la Cappellettina, lo stesso principio attivo dell'Agnolina, la Raviolina e la Tortellina, presente in larga dose in quei manufatti tipici del pranzo del 25 nelle mie zone. Riuscirà il Nostro Eroe ad assumerla in quantità adeguata quest'anno? No perché gli anni scorsi, a Natale, ho mangiato aringhe crude; e l'autoconvincimento non serve, il gusto è inappellabilmente diverso. Ricorrere ad analisi microbiologiche ed organolettiche non serve: dalla completa assenza di effetti riconducibili ad astinenza ed assuefazione, sarei pronto a scommettere che nelle aringhe, di sostanze psicotrope, proprio non ce ne sono. Per niente pentito - semmai orgoglioso - di sentirmi un drogato, auguro a tutti Buon Natale!

Studio Dentistico Italo/Danese

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ponte // CULTURA

Musei al femminile:

la storia della donna a Aarhus e Merano Loredana Carloni

Gli anni ’70 rappresentano un momento particolarmente significativo per la storia della donna e, soprattutto in Europa e Stati Uniti, sono anni di rinnovata consapevolezza e rivendicazioni femministe importanti. Si fa viva così, in questo periodo, anche la necessità di creare una rappresentanza museale al femminile fino ad allora negletta, quale legittimo strumento di riconoscimento di un’identità storico-sociale e di genere. Negli anni ’80-‘90 si assiste alla nascita dei primi musei delle donne come inedite istituzioni sociali e alla creazione, attraverso procedimenti di integrazione, di sezioni dedicate alla donna presso strutture museali già esistenti. La Danimarca e l’Italia sono fra i primi paesi che hanno fornito un importante contributo alla creazione di istituzioni museali al femminile, dando vita negli anni ’80 a due interessantissimi Musei della donna, rispettivamente il Kvindemuseet di Aarhus e Il Museo della Donna “Evelyn Ortner” di Merano, in Trentino Alto Adige. Il Kvindemuseet di Aarhus, è un Museo istituzionale sostenuto dall’amministrazione pubblica, nato nel 1984 grazie all’iniziativa di un gruppo

di attiviste del movimento delle donne e operatrici culturali, con lo scopo di divulgare la cultura al femminile, creare posti di lavoro per le donne e svolgere attività di formazione professionale e reinserimento sociale di donne emarginate. Il Museo occupa una sede prestigiosa nel cuore della città, in Piazza del Duomo, ed è organizzato su tre livelli per un totale di 800 metri quadrati. Nella collezione permanente del Museo è rappresentata la storia delle donne dalla preistoria ad oggi attraverso documenti, oggetti e copie di reperti; inoltre una programmazione annuale viene dedicata alle mostre temporanee ed itineranti e a manifestazioni culturali su tematiche femminili. Nel 1985 il museo è diventato membro dell’Associazione Musei Storici della Danimarca e nel 1989 è stato riconosciuto come Museo Nazionale della Storia Culturale delle Donne. Il Museo della Donna “Evelyn Ortner” di Merano è stato fondato nel 1988 da Evelyn Ortner (1944-1997), un’appassionata collezionista di abiti, accessori e oggetti quotidiani femminili. Il museo si trova nel centro storico di Merano, in via Portici, in un edificio in stile tardo-gotico del XV secolo. Esso è strutturato su un unico livello ed composto da tredici vani per un totale di 600 metri quadrati. Nell'esposizione permanente del

museo è documentato un periodo di 200 anni che va dal 1800 ad oggi in cui viene esposta la storia sociale delle donne: i ruoli e le immagini della donna attraverso oltre duemila pezzi, fra abiti, accessori, strumenti di lavoro e di vita quotidiana, libri e documentazioni. Le attività del museo comprendono anche mostre temporanee, convegni, seminari, attività di formazione e manifestazioni culturali legate alle tematiche femminili. Il museo è gemellato con il Musée de la Femme Sénégalaise dell’isola di Gorée e collabora con il Frauenmuseum di Hittisau. Oggi la tradizione museale mondiale annovera una trentina di Musei della donna fra cui ne ricordiamo i più noti: • Frauenmuseum (1981), Bonn, Germania; sito web: www.frauenmuseum.de • Museum of Women in Arts (1981), Washington, USA; sito web: www.nmwa.org • Kvindemuseet (1984), Aarhus, Danimarca; sito web: ww.kvindemuseet.dk • Frauen Museum (1984), Wiesbaden, Germania; sito web: www.frauenmuseum-wiesbaden.de • Museo della Donna “Evelyn Ortner” (1988), Merano, Italia; Sito web: www.museia.org • Musée de la Femme Sénégalaise “Henriette Bathily” (1994), Isola di Goreé, Senegal; sito web: www.insenegal.org/23Turismo/ Goree21_Albis.htm • Frauenmuseum (2000), Hittisau, Austria; sito web: www.frauenmuseum.com


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c’é UN PICCOLO MONDO //

C H E GIRA INTORNO A LORO P UNTOLIN G UA LANDS K RONA G ADE 1 3 - 2 1 0 0 Ø

GIOCHI INCONTRO incontri per giocare in italiano a cui sono benvenuti tutti i bambini dai 2 ai 6 anni (eccezionalmente anche quelli più piccini), che abbiano uno o entrambi i genitori italiani. SCUOLA DELL’INFANZIA incontri settimanali per bambini dai 4 ai 6 anni che abbiano la mamma o il papà italiani ed una conoscenza di base della lingua. Le attività sono mirate alla stimolazione del linguaggio attraverso l’utilizzo di sussidi didattici,attività ludiche e musicali. grazia. mirabelli@taddei.dk PRIMINA ormai al suo terzo anno di vita con attività che tendono a integrarsi con l’apprendimento più complessivo, fornendo al bambino gli strumenti utili a poter sviluppare le proprie conoscenze anche in lingua italiana arricchendole e promuovendo l’ acquisizione dei meccanismi della lettura e della scrittura grazia.mirabelli@taddei.dk PARLIAMO IN ITALIANO appuntamenti settimanali per i più grandini (dai 10 anni) per bambini che parlano poco o per niente l’italiano. loriana.ursino@gmail.com

È ormai al suo secondo anno di vita il PUNTOLINGUA, struttura dedicata ai bambini italiani ed italo/danesi. Il PUNTOLINGUA, promosso e realizzato dal COMITES nel 2009 è attualmente gestito dal COMITATO PRO SCUOLA che organizza attività in lingua italiana per bambini.

Il Comitato Pro Scuola, in collaborazione con le famiglie dei bambini, ha in programma di organizzare una bella festa della Befana.

Al momento della chiusura della rivista, la data individuata è quella di domenica 9 gennaio e il luogo l'Istituto Italiano di Cultura. Data e luogo sono comunque da confermare. Appena possibile il Comitato invierà via mail informazioni più precise, ma tutti sono invitati fin d’ora a Per maggiori informazioni www.proscuola.dk comitatoproscuola_dk@hotmail.com mettere una crocetta sul calendario... Per ulteriori informazioni, consultate il sito Ricordiamo inoltre che sono ripresi i corsi di lingua e cultura italiana organizzati dal internet del Comitato Pro Scuola Comune di Copenaghen: sabato mattina presso la Tove Ditlevsens Skole - Enghave Plads 21 - 1670 Kbh V http://sites.google.com/site/proscuoladk Contattare Grazia Mirabelli: grazia.mirabelli@taddei.dk (6/10 anni) dove saranno pubblicizzati data, ora e Contattare Fulvio Rizzollo: flvrzl@hotmail.com (10/14 anni) luogo definitivi. Comune di Helsingør: il mercoledì dalle 14,30 alle 17 presso la Byskolen Marienlyst Allè - 3000 Helsingør Contattare Rossana Marisa Soro: rossana@mail.tele.dk

JUNIOR CLUB eventi in italiano (in collaborazione con i genitori) per ragazze e ragazzi italo/danesi dai 12 anni in poi. comitatoproscuola_dk@hotmail.com


Gennaio:

Viaggio in Italia : Piemonte

Sabato 15 alle 14.00 FoF huset, lok.48, Ordrupvej 60, Charlottenlund

Il lago Maggiore è famoso per i suoi giardini e le sue isole. Vicino, un’altra perla : il lago d’Orta. Ma Torino ci aspetta. Nel 2011 indosserà la sua veste migliore: festeggia i 150 anni della nascita d’Italia. Il nostro viaggio si concluderà nelle Langhe, colline che ospitano vini pregiati e che scrittori, come Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, hanno immortalato. In italiano e danese.

La Sacra Sindone

Febbraio:

Dante Alighieri Programma del primo semestre 2011

La Sacra Sindone è un telo conservato nel Duomo di Torino, sul quale è visibile l’immagine di un uomo. La tradizione identifica l’uomo con Gesù e il telo con il lenzuolo usato per avvolgere il suo corpo nel sepolcro. Il Dott. Niels Svensson, che terrà questa conferenza in danese, è un vero esperto . Nel 2007 ha pubblicato il suo libro: “Det sande ansigt. Jesus og ligklædet”. In danese.

Copenaghen: Sabato 2 Jesu Hjerte kirke alle 19; Martedì 5 alle 20:00 Christians kirke Helsingør: Domenica 3 alle 15:00 Skt Mariæ Kirke 150o anniversario dell’Unità d’Italia

Abbiamo il piacere e l’onore di poter ascoltare Thomas Harder su questo argomento. Partendo dal suo libro “Italien fra Mazzini til Berlusconi” (Gyldendal, 2006) parlerà dell’Italia del 1860-61 e di come gli italiani siano diventati italiani. Thomas Harder è un genio poliedrico: scrittore, traduttore interprete ed esperto di problemi italiani. Ci regalerà un pomeriggio indimenticabile. In danese.

Sabato 26 alle 14.00 Studieskolen, auditorium 110, Borgergade 12, 1300 København K

Marzo:

Firenze e la famiglia dei Medici

Giovedì 3 alle 19.00 Medborgerhuset, Mødelokale 1, Danasvej 30 b, Frederiksberg

La famiglia Medici era di origine borghese, non apparteneva ad una casta privilegiata. Il diminuito potere della Chiesa e altri fattori hanno permesso a famiglie borghesi di occupare un posto importante nella società rinascimentale. René Juul, che tiene conferenze all’Università Popolare sulle grandi famiglie del Rinascimento italiano, vi invita a partecipare a questa serata. In danese.

Aprile Il Friuli si presenta

Maria Cristina Tulisso, lettrice associata di italiano all’Università di Copenaghen, ci presenterà la sua regione. Visitarla significa entrare in contatto con la sua natura, la storia, la cultura, le lingue e i dialetti. Il Friuli offre suggestioni molteplici, passando dalle cime dell’alta montagna, alla dolcezza delle colline, alla pianura per poi arrivare al mare. In italiano.

Sabato 2 alle 14.00 Studieskolen , auditorium 110, Borgergade 12, 1300 København K

Maggio: In cerca degli italiani

Chi sono gli italiani di oggi? Come vivono, pensano, cosa desiderano per il futuro gli italiani? Cosa li rende simili o diversi, cosa li tiene uniti? Attraverso una scelta di immagini e dati, la Dr.ssa Alessandra Sicuro cercherà di cogliere alcuni tratti della società italiana attuale, una collettività che aumenta, si modifica, acquisisce nuove abitudini, comportamenti e modi di essere. In italiano.

Giovedì 5 alle 19.00 Medborgerhuset, Mødelokale 1, Danasvej 30 b Frederiksberg

Viaggio in Piemonte Info: Tel 45885713(Lucia), dantealighieri@mail.tele.dk www.fof-gentofte.dk Si ringraziano per la collaborazione : L’Istituto Italiano di Cultura, la Studieskolen, la FoF di Gentofte

Dante Alighieri c/o Lucia Rota Andersen Kulsvierparken 71 2800 Lyngby. www.dante-alighieri.dk dantealighieri@mail.tele.dk tel 45885713 (Lucia), 30344381 (Finn, segretario). Quota 2010: 150 kr (100 per studenti; 250 kr per nuclei familiari di due persone). Conto bancario: 2102 8896 568 583 Nordea (ricordate di comunicare il vostro nome e cognome). I soci Dante possono associarsi all’Istituto Italiano di Cultura al prezzo scontato di 150 kr.


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INDIRIZZI UTILI // Vice Consolato d’Italia Ambasciata d’Italia Magni Arge, Vagar Airport Gammel Vartov Vej 7 FO-380 Soervagur 2900 Hellerup +45 39 62 68 77 - fax 39 62 25 99 lun.-gio. 8.00 - 10.00 tel.+298 341000-fax +298 341000 info.copenaghen@esteri.it magni@atlantic.fo www.ambcopenaghen.esteri.it

Ass. Comm. Italo-Danese c/o Adv.P.R. Meurs-Gerken Studio Legale Amaliegade No 42 Amaliegade 42 1256 K

Trentini nel Mondo - Circolo di Copenaghen c/o Grazia Barberi Nielsen Henrik Ibsens Vej, 36 - 1 TH 1813 Frederiksberg - Copenhagen e-mail: grazianielsen@gmail.com website: www.trentininelmondo.it

Consolato d’Italia Engskiftevej 4 - 2100 Ø 39 18 34 44 - fax 39 27 01 06 lun-ven 10-12, lunedì anche 14-16 consult. tel. tutti i giorni 12 - 13

Vice Consolato d’Italia Giovanni Volpi Vingaardsgade 25 - 9000 Ålborg 98 11 37 55 - fax 98 16 15 51 giovanni@sangiovanni.dk consolato.copenaghen@esteri.it Cell. 40638050

Dante Alighieri c/o Lucia Rota Andersen Kulsvierparken 71 - 2800 Lyngby 35 34 43 81 (segretario) dantealighieri@mail.tele.dk www.dante-alighieri.dk

CLUB ITALIA c/o Benthe Volpi Hobrovej 3 9000 Ålborg 98 13 60 40 volpi@stofanet.dk

Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11 - 2900 Hellerup lun/mar. 9 - 17, mer/giov. 9 - 16 venerdì 9 - 15 39 62 06 96 - fax 39 62 88 73 iiccopenaghen@esteri.it www.iiccopenaghen.esteri.it

Corrispondente consolare Francesco Ulisse Ansgargade 3 - 5000 Odense 66 12 03 88 - 28 11 03 88

Società Dante Alighieri c/o Institut for Sprog, Litteratur og Kultur - afd. for Klassisk og Romansk Aarhus Universitet, Nobelparken Jens Ch.Skous Vej 5, bgn 463 8000 Aarhus /www.dante-alighieri.dk

A.I.R.-Ass. Italiana Ristoratori Ristorante S. Giovanni Vesterbro 46 9000 Aalborg 98 11 37 55 a-i-r@a-i-r.dk - www.a-i-r.dk

COM.IT.ES. Landskronagade 13 st. th - 2100 Ø 35 55 20 07 (tel. + fax) venerdì 10 - 12 info@comites.dk

Patronato INCA ven. 14.00-15.00 (su appuntamento) c/o Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11, 2900 Hellerup tel. 60 64 99 28 (lun.-mer. 16.30-18.00) chiarapetreni@gmail.com

Società Dante Alighieri Ansgargade 3 5000 Odense C 28110388 sonne@os.dk www.dante-alighieri.dk

L PONTE Rivista italiana in Danimarca Landskronagade 13 st. th 2100 Ø www.ilponte.dk info@ilponte.dk

Corrispondente consolare Henning Holmen Møller Lille Torv 6 8000 Aarhus C 86 12 14 00 - fax 86 12 14 05 danskkur@post6.tele.dk

ICE Østergade 24 B, 1 - 1100 K 33 12 92 00 - fax 33 93 33 04 www.ice.gov.it/estero2/copenaghen copenaghen@ice.it

Comitato Pro-Scuola Presidente Gennaro A. Grosso Landskronagade 13 2100 Copenaghen Ø comitatoproscuola_dk@hotmail.com

CONPAS c/o Giuditta Verri Rasmussen Valbygaardsvej, 54 2500 Valby tel. 82 32 76 07

Focolar Furlan c/o Antonio Rosa Grøndalsvej, 52-2000 Frederiksberg tel. 38 10 78 72

Associazione italo danese www.serate-italiane.dk

ALITALIA www.alitalia.dk


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