Il Ponte - Marzo 2011

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marzo 2011 anno 19

Nr. 1

BUON COMPLEANNO

italia tema:

150 anni

Unità d'Italia

C O M E I DAN E SI VIV O N O R O MA

LA P O LITICA DI CARTA P E STA

C O M E AC Q U ISTAR E U N IMM O B IL E IN DANIMARCA



SOMMARIO

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marzo 20111 anno 19

Nr. 1

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editoriale Novità in questo numero di alessandro raffaelli

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acquisto d'immobili in dk da parte di cittadini stranieri di sandra moll

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la storia del vino marsala e garibaldi di francesca fabi

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unità d'italia più antica di quanto pensiamo di alessandro raffaelli

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gusti e profumi italiani di gisella paccoi

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SCUOLA ITALIANA Comitato Pro Scuola

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ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA Programma primavera 2011

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roma caput mundi intervista a søren rud di sanne rud e grazia mirabelli

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LA VOCE DELLA SIBILLA io lego, tu lego di Sibilla Ciula

La politica di cartapesta il carnevale di viareggio di alessandro raffaelli

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dante alighieri programma del primo semestre 2011

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grazia mirabelli direttore

alessandro raffaelli caporedattore

disarcivescovizzazioni di Antonio Montessori

"La redazione invita i lettori ad inviare contributi ed idee per la rivista. Una volta vagliatone la rilevanza, saremo ben lieti di pubblicarli"


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ponte // direttore grazia mirabelli caporedattore alessandro raffaelli Art Direction

nOVITà

IN QUESTO NUMERO

Barbara Lütken

Caro lettore, anche questo numero della rivista è stato interamente realizzato con collaborazioni a titolo gratuito. Sostieni il nostro lavoro con un abbonamento di supporto, questo ci permetterà di assicurare un futuro all’unica rivista in lingua italiana pubblicata in Danimarca IL PONTE kr.150 annuali Danske Bank Reg.nr. 4280 kontonr. 0016922889

in redazione lucia rota andersen gisella paccoi

Cari lettori,

livia sansone alessandra sicuro

hanno collaborato Sibilla Ciula Francesca Fabi Daria Menniti Sandra Moll Antonio Montessori Gisella Paccoi sanne rud Teodora Teani DESIGN mcb2 ADVERTISING web MCB2 ADVERTISING redazione landskronagade 13 st. th. 2100 copenaghen ø tel. e fax 35 55 20 07 email: info@ilponte.dk www.ilponte.dk banca danske bank reg.nr. 4280 kontonr. 0016922889

la primavera è ormai alle porte, si respira nell’aria con grande sollievo di tutti dopo un inverno che ha messo a dura prova anche coloro che di inverni danesi ne hanno ormai visti parecchi... La primavera, si sa, porta con sé gioia e novità. Anche questo numero de IL PONTE vuol essere brioso e innovativo, ma allo stesso tempo fornire spunti ed idee per stimolare il dibattito e lo scambio di opinioni non solo fra noi connazionali residenti all’estero, ma anche fra noi italiani e ”loro”, i danesi, per non fermarsi mai di capire come ci vede questo popolo che ci ospita con generosità, curiosità ed interesse. In questo spirito, abbiamo voluto ricordare l’importante appuntamento del Centocinquantesimo dell’Unità d’Italia in modo un po’ originale, lasciando alle giuste sedi le celebrazioni più formali, e soffermandoci qui su alcuni aspetti meno noti e più particolari della nostra storia e della nostra cultura. Ad esempio, è interessante leggere le vicende dei Mille attraverso la storia del vino Marsala, o ricordare le imprese, spesso considerate “minori” sotto i riflettori della grande storia, di uomini e donne che all’Unità del nostro Paese tenevano molto, fino magari a sacrificare la propria vita. Vorremmo che questi simpatici scritti possano costituire uno spunto di dibattito che coinvolga primariamente voi lettori, ricordandovi che siete sempre benvenuti a farci avere i vostri commenti e contributi. Ritengo che lo scambio di opinioni ed idee sia sempre importante, anche, e soprattutto forse, con i nostri interlocutori danesi; per questo ci interessa cogliere ogni occasione per comprendere meglio come noi Italiani appariamo ai loro occhi. In quest’ottica, l’intervista a Søren Rud, appassionato conoscitore del nostro Paese, è un utile approfondimento di questi temi. Ed ancora tante altre cose, dalla politica di cartapesta alle difficoltà linguistiche... Buona lettura dunque e, per tornare al tema della primavera, auguri a tutti di una serena Pasqua e buon inizio di bella stagione!

Le opinioni espresse in ogni singolo articolo sono da attribuirsi esclusivamente all’autore dell’articolo, che se ne assume la responsabilità, e non rifflettono necessariamente il punto di vista della redazione. La redazione non è responsabile di eventuali cambiamenti nelle date e negli orari degli eventi annunciati.

Alessandro Raffaelli


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La storia del

VINO MARSALA e

GARIBALDI di FRANCESCA FABI

E’ il primo pomeriggio dell’11 maggio del 1860 e una brezza tiepida e dolce che arriva dal nord Africa accarezza Marsala e le sue coste. Di lì a poco, Giuseppe Garibaldi e i suoi Mille, a bordo delle navi “Piemonte” e “Lombardo”, sbarcheranno nel porto della cittadina per compiere l’impresa che porterà all’Unità d’Italia. Inizialmente orientati verso Sciacca, Garibaldi e i suoi decisero di dirigersi verso Marsala, essendo venuti a sapere che nel suo porto non si trovava alcun vascello borbonico. La scelta fu felice e lo sbarco delle mille camicie rosse fu favorito anche dalla presenza di due navi della marina da guerra britannica: le cannoniere Argus e Intrepid, presenti in quelle acque per proteggere gli interessi delle case vinicole britanniche Woodhouse e Ingrahm, produttrici di vino Marsala.

Giunti troppo tardi, i borboni evitarono di bombardare le navi garibaldine, nel timore di colpire per errore quelle britanniche e di scatenare rappresaglie. Con il celebre sbarco di Marsala, i garibaldini si diressero verso l’interno della Sicilia e il 14 maggio, a Salemi, Garibaldi assunse il comando dell’isola in nome di re Vittorio Emanuele II. Possiamo così azzardarci a dire che, senza il Marsala e quelle navi attraccate in porto per proteggerlo, forse l’Unità d’Italia avrebbe avuto un altro esito. Fu durante quell’occasione che l’eroe dei due mondi ebbe modo di assaggiare quel liquido ambrato, che gli piacque a tal punto da ricordarsene quando, fatta l’Italia, tornerà a Marsala nel 1862 chiedendo di poterlo gustare di nuovo. Ancora oggi, una delle denominazioni del disciplinare doc, il Garibaldi Dolce, porta il suo nome. Vino antichissimo, le cui origini risalgono a Fenici e Cartaginesi, che diffusero la coltura della vite nel Mediterraneo, fu “scoperto” dagli inglesi alla fine del 1700. Nel 1773, infatti, un armatore di Liverpool,


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John Woodhouse, comprese che quell’antico vino locale sarebbe stato particolarmente gradito ai suoi concittadini e decise di importarlo in Gran Bretagna, non prima di aver aggiunto un po’ di acquavite per evitare che la preziosa bevanda si alterasse troppo nel corso del lungo viaggio. La sua intuizione fu corretta, perché gli inglesi impazzirono per quella bevanda che veniva da così lontano, tanto che Woodhouse tornò a Marsala per impiantare un proprio stabilimento di produzione. Altri mercanti inglesi lo seguirono, a cominciare dai suoi cugini, gli Ingham, seguiti dagli scozzesi Hopps e dai Whitaker e, nel 1832, anche Vincenzo Florio si affacciò timidamente sul mercato, fino ad arrivare ad assorbire le aziende dei produttori britannici e facendo assurgere il Marsala a vino in grado di rivaleggiare con gli altrettanto longevi Porto e Sherry, esportandolo in tutto il mondo. Vittima di manipolazioni e di commercializzazioni scellerate, il Marsala, privo di una severa legislazione che lo proteggesse, ha visto appannarsi la sua fama

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nel corso degli anni fino a che, dopo il riconoscimento della Doc nel 1969, ma soprattutto dopo la normativa del 1984, ha riottenuto in parte dignità e si avvia a recuperare, seppur lentamente, la sua identità. Prodotto in diverse tipologie, diverse per quantità di zuccheri, alcol e anni di invecchiamento, e classificato in base al colore (Oro, Ambra o Rubino), è ricavato da uve Grillo, Inzolia, Catarratto e Damaschino, mentre le uve impiegate per la tipologia Rubino sono il Pignatello, il Nero d’Avola e il Nerello Mascalese. Servito fresco fra i 12 ed i 14 gradi, può essere gustato come vino da meditazione ma anche accompagnato a dessert, mentre la tipologia Superiore ben si accompagna a formaggi erborinati. Con il suo ventaglio di profumi, che spaziano dalla frutta secca e candita alle spezie, dal miele alle mandorle tostate, e il suo gusto caldo, avvolgente e vellutato, è uno dei vanti della nostra enologia e un simbolo della nostra terra.


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Gisella Paccoi Giornalista Sempre più danesi si stanno avvicinando alla cucina italiana. I manuali con le ricette tricolori proliferano, nelle librerie e nei supermercati, ed i corsi pratici possono vantare molti iscritti. Ad esempio, attualmente ce ne sono due in corso, organizzati dalla FOF di Vejle e di Fredericia, ed ospitati dalle cucine di alcune scuole. Quali sono i motivi che spingono le persone ad iscriversi, a variare i propri ritmi familiari per andare a seguire i corsi? “Se penso alla mia nazione, il primo gusto che mi viene in mente e´ quello della carne”, dice una signora. “Carne, carne, carne, tutte le sere, spesso affumicata: basta! Avevo voglia di cambiare, e la cucina italiana mi sembra ricca di alternative, di sapori diversi”. “Anche io avevo puntato la mia attenzione sulla cucina italiana”, le fa eco un´altra allieva, “ma non sapevo come fare. Si fa presto a dire che “in Italia si mangia pasta”: come condirla, però? Le ricette che si trovano nei libri sono buone, ma spesso sono troppo elaborate, c´è bisogno di fare la spesa appositamente per realizzarle. Quello che ho ammirato quando sono stata ospite di amici, in Italia, è stata invece la loro capacità di “inventare” condimenti semplicemente usando quello che

avevano in casa. Loro sapevano come accostare i sapori, anche usando delle semplici verdure. È questo ciò che voglio imparare qui”. “Mia moglie ed io siamo innamorati dell´Italia”, racconta un distinto studente, con tanto di grembiule; “quando possiamo, ci andiamo sempre, in vacanza. Avere nella nostra cucina un pò dei sapori e dei profumi italiani ci fa sentire in vacanza, ed anche la cena diventa migliore! Lei preferisce la pasta, perché dice che la aiuta a mantenere la linea; io, invece, sto cercando di scoprire in quanti modi si può cucinare la carne, e sono ammirato dai mille tagli diversi, non li conoscevo tutti! La mia ricetta preferita? Le fettine alla pizzaiola: mi sembra l´abbinamento perfetto tra un cibo al quale non voglio rinunciare, ossia la carne, ed i sapori tipici dell´Italia, il pomodoro e l´origano.” “Un po’ ovunque si trovano ristoranti italiani”, aggiunge la moglie, “ma non c´è paragone tra l´andare a mangiare un piatto al ristorante ed il gusto di invitare gli amici ed offrire loro vere pietanze italiane cucinate da noi! Per fortuna che è sempre più facile trovare i cibi italiani nei supermercati e non si deve faticare come una volta per comprare, che ne so, una mozzarella o della buona passata di pomodoro”. Conclude simpaticamente un altro allievo, proponendo il brindisi: “alla cucina italiana.... che ci da’ un´ottima scusa per bere un buon bicchiere di vino rosso italiano!!!”


Istituto Italiano di Cultura

Gjørlingsvej 11 − 2900 Hellerup − tel. 3962 0696 – web: www.iiccopenaghen.esteri.it e-mail: iiccopenaghen@esteri.it

Fra i numerosi eventi in programma per la primavera 2011, vi segnaliamo: Presentazione del libro »MODERNE MAMMA«

ARTE CONTEMPORANEA ITALIANA L’unità dell’arte, l’arte dell’unità tra cambiamente ed evoluzione

Mercoledì 6 aprile – ore 19.00 Dodici mamme italiane insegnano ai danesi a preparare squisite ricette della buona cucina italiana “di casa” in un nuovo libro di successo, in vendita in Danimarca nei maggiori supermercati. La presentazione offrirà l’occasione di assaggiare anche varie delle specialità proposte dal libro. In danese e in italiano. In collaborazione con: Gruppo Galbani, Delimo A/S, Agenzia MENSCH e COM.IT.ES Danimarca.

Martedì 12 aprile − ore 19.00 Questa bella mostra antologica della creatività artistica italiana, ideta per celebrare i 150 anni dell’unità d’Italia (1861-2011), costituisce un percorso ideale attraverso i cambiamenti e le correnti artistiche che caratterizzano il panorama artistico italiano, valorizzandone sopratutto l’aspetto culturale unitario che connota l’Italia nel mondo. Con opere di S. Amelio, A. I. Acquisto, E. Magnani, A. Damiano e molti altri. Curatore: Guido Folco. Organizzata dal mensile Italia Arte e dall’Associazione Culturale Galleria Folco di Torino. La mostra si può visitare fino al 14 maggio durante l’orario di apertura dell’ Istituto di Cultura. Entrata libera.

Entrata libera, ma ATTENZIONE: posti limitati (massimo 60 partecipanti) a prenotazione obbligatoria ad esaurimento posti entro il 1 aprile all’indirizzo e-mail: roberto.valesin@esteri.it

Se non diversamente indicato, gli eventi hanno luogo nella sede dell’Istituto Il programma completo e aggiornato è consultabile sul nostro sito: www.iiccopenaghen.esteri.it (»Gli Eventi«)

Informazioni Orario di apertura: lunedì e martedì 9-17; mercoledì e giovedì 9-16; venerdì 9 -15. Orario di apertura della biblioteca: tutti i giorni dalle 12 alle 14. Come raggiungerci: Metropolitana (S-tog): scendere alla stazione di Hellerup. Dalla stazione 5-10 minuti a piedi o con l’autobus n. 166 o 169. Autobus: linea 1A dal centro di Copenaghen fino alla stazione di Hellerup, linea n. 166 o 169 fino a Hellerupvej, linea n. 185 fino a Bernstorffsvej.

Come diventare soci dell’Istituto: La tessera dell’Istituto di Cultura, con validità per l’anno solare in corso, costa 250 corone per i soci ordinari (150 per gli studenti e i pensionati e i soci della Dante Alighieri). Il pagamento della quota sociale può avvenire tramite il bollettino di pagamento che può essere richiesto all’Istituto Italiano di Cultura o tramite internet banking sul n +73< +84857971< (sotto la funzione “indbetalingskort”). Si prega sempre di indicare chiaramente il nome e l’indirizzo.

Aiutateci a informarvi puntualmente e meglio!! Scrivete a majbritt.hoyhansen@esteri.it per ricevere informazioni sulle nostre attività per posta elettronica Il Ponte marzo 2011.indd 1

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to fotografo a z z re p p a , d Ru intervista a ntrato Søren e ha collaborato a o c in o m ia b ch Ab e tr s o a m in i c d re / Cu e organizzato cui “Ristoranti di Roma a pitale. diversi libri tr ida ai ristoranti della Ca gu romana”una

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b e ll i a c u ra d i z ia M ir a u d e G ra R e n n a S e della ette tipich c ri i d e ri e as borazione riporta un to in colla a zz li libro, che a re er la ana è stato ta anche p cucina rom avnbøl, no R lus “e “Il a v P E ta s ta s a rnali visivi “P le te i con la gio m m ra e dei prog conduzion resse alla il suo inte re a ”. ic o d n e a d itali ealizzò,in inciò a mio sogno Capitale,r a øren com ll ,S e 1 n 9 o 9 1 rn o ggio che tan rimo libro n lungo so Già nel lon o. durante u edal, un p e rn A a l nsorizzarl m u o o o p R P s i città d rnalista he volle io c g n il , e e b n p u o ik c ro B u one of E one collaborazi Wonders a Fondazi zione dell getti:Wild n e ro tt p ember a i l’ a m e e o s R d riscos ces to lavoran la P ta s 0 0 n iente 1 re e ø , te S Ro m a uali l’amb Attualmen razione a alissimi q a u p tt a re i p e i m d e te n zio fase tano ancora in ano l’atten che affron erto suscit p Disappear ’a y ll e a th te s re Befo ere espo nti e le cui op er gli ama ed il clima S.P.Q.R., p itatori. e is n v o i ee lt zi it o g ia c m i, di viagg ll’ asso l’interesse tra l’altro embro de za m iz è n a d u rg R o ren che Inoltre Sø d i Ro m a , della città ri to a m ti s ed e ani. di film itali proiezioni

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intervista a

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Søren i tu oi viaggi ti portano s cose rapp pesso in It resenta l’It alia. Che alia per te Secondo ? me l’Italia rappresen un attegg ta in gene iamento p rale ositivo ve diverso da rso la vita quello a c , b en ui siamo a Danimarc bituati no a. Gli italia i q ui in ni hanno il bene, pas gusto del sione per m a ngiar il buon vin e la gioia o,la moda di vivere in ,l a c u ltura generale. danesi. A differen za dei Dell’Italia è bella la campagna paesi e na , così com turalmente e i piccoli le grandi c Firenze e ittà come Roma in p Venezia, a rticolare. amo visita Quando c re le città i to rno m edievali d , rivedere i cui l’Itali la costiera a è ricca Ligure e in quella Am particolare alfitana, in la d ubbiamen che io abb te tra le p ia mai visto iù belle . Diciamo Italia ovun che quand que si giri o si è in lo sguardo s di vedere i ha la pos qualcosa sibilità d i bello, che Storia nell sia Arte, C e sue mag ultura o giori espre ssioni. Definisci R oma partic olare. Cos speciale in a c’é di co quella città sì che ti port volte in un a a ritorna anno? rci più Quando s o n o a Ro m a mi piace s passeggia emplicem re per la c ente ittà e god ricche di b ermi le str elle costru a d in e zi oni e pala ammirare zzi d’epoc le piazze c a , e o s ì accoglie storia, res nti e ricch pirando l’a e d tm i osfera spe città. Cred ciale di qu o che l’atm e s ta o s fera di Ro rispetto a ma sia un lle altre c ic a a p it ali del mo il tempo è ndo. E po più bello ri i anche spetto alla Una dome Danimarc nica a Tra a . s te v ere è il mo per godere do migliore di un viag g io un’atmosfe a Ro m a . Q ui c’é ra molto rilassata, fino in fon dove si ap do la cultu prezza ra del pra Le famigli nzo dome e si incon nicale. tr a n o preferito d nel loro ri storante el quartiere per pranza parlare un re insieme po’. Appre e zzo molto si crea into quel ferm rno a una e n to ta che v o di person la apparec e vocianti chiata pie che godon na o del buo n cibo e


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uali ti i Ro m a , q storanti d ri i a a id u alla g Tornando rché? gia bene. di più e pe o n ve si man o d ccio ti ia n p ra osfera i risto . tti scelgo rtante l’atm compagnia a Ro m a tu o a p le e n ri o m im b u o b o b C lt fe a o m dell rante affico è ero anche ovare alche risto che se il tr Ma consid ovano. Qu l’angolo, tr tr o i d Inoltre, an s n a i l u ir a c g ntire fuori re in possibile, re seduti ziosa, e se e il quartie o è sempre si può sta illa e silen e u h q e rc n ll odere dell a e e g p tr d e e a a , c tt mi pia mavera nte di un ri e p lletto una piazze a rr in o G c r te e a te n i u iovann dell’acq no le tan G pecialme o s a io c d c is le s e ll o e s ro m b c o s b ,c lo e che a sulla città voli fontan spettacolo innumere tmosfera e . e m s a Farne città. spira un’ a sento in a zz re ll tà i ia e s it P d i c v e in a é ll zz h e pia in qu usto”,in che o perc a “da Aug he ritorno ncora. An i piaccion c ri a m o i a o tt lt ri p o lt ra v T e A i n la ra Og pio poi la rci anco per esem ltre volte tico poter o di torna rilassata, sia fantas stevere. A e ra il desideri h T re c e impatia a v s o a zi s e n n d D e ’ Re rafo pe olare e o stima g h a ic rt to e zz v a fo ia o p P d e to ti m n co storan gio ta o che lì cade su ri n paesag e perciò s u a i ri lt e d e ri c e re s e m d . a go ic ciale grafarlo rietario o città piena un po’ spe ità di foto per il prop a sia una n servizio m u la possibil o a R re i” e e p il tr h c n m c fi a e re s di No ere dif a penso potrò ave “Alla Tana e può ess lt a o In definitiv o n , v u i” , ll a o e e B ic s r ff e l tra e anche a come da “D rmento de di fascino ro passi d mente. os ed al fe a ta c . u l a re rd e e v re p o”, a quatt e te ri m s iv o v m ra v m e T a ra M n p o e in s d te ne ll’Osteria ti ci abitui Oppure “A volta che . a von Piazza Na


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Vi a r e g

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nevale di r a C l a o t invia lli dal nostro dro Raffae n a s s le A , Viareggio

La Politica di

Car tapesta Alessandro Raffaelli

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ncora una volta, fra belle giornate di sole primaverile e ultimi strascichi invernali, i grandi personaggi della politica italiana ed internazionale sono sfilati sui viali a mare di Viareggio in quella che è una delle manifestazioni più caratteristiche, sentite e genuine della nostra tradizione carnevalesca. Quest’anno febbraio ha rischiato di dover cedere il primato di mese degli

scherzi al più tradizionalmente quaresimale marzo, per via della Pasqua particolarmente bassa. Personaggi del panorama politico italiano, dunque, in cartapesta magistralmente lavorata e dipinta a colori vivaci, accompagnata anche da materiali innovativi. I riflettori di Burlamacco (questo il nome della maschera ufficiale di Viareggio) dunque sulle poche virtù e i molti vizi della nostra classe politica, bersaglio dell’irriverente satira allegorica degli esperti carnevalari viareggini. Lasciamo dunque spazio alle immagini che meglio delle parole sanno illustrare temi ed argomenti di scottante attualità e magari, con la loro immediatezza comunicativa, meglio riescono anche a far riflettere e meditare su una politica sempre più incomprensibile, ridicola e distante dal mondo reale. Iniziamo dunque la nostra carrellata, scusandoci per il tempo inclemente del corso mascherato al quale abbiamo assistito, assai inconsueto in una terra altrimenti spesso graziata meteorologicamente da Re carnevale, e che purtroppo penalizza il cromatismo di queste enormi costruzioni artistiche di cartapesta.


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A Viareggio non poteva certo mancare il tema dell’Unità d’Italia, nel suo 150.imo Anniversario (il Carnevale di Viareggio nasce nel 1873, quasi insieme all’Italia unita), ricordata appunto proprio con il carro di apertura della manifestazione. La stessa cerimonia di inaugurazione del Carnevale, svoltasi sabato 19 febbraio, è stata d’altronde tutta improntata sui 150 anni dell’Italia: sui viali a mare è stato commemorato lo storico incontro di Teano fra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, entrambi naturalmente di cartapesta, salutati dalle regioni italiane rappresentate da sontuose maschere e da spettacolari fuochi d’artificio, strettamente tricolori!

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Fra i personaggi italiani, protagonista indiscusso delle sfilate viareggine è il Premier Silvio Berlusconi: qui raffigurato in una maschera mediatica che si sta lentamente sgretolando, lasciando intravedere dietro, come un gigantesco dinosauro T-Rex, soltanto cumuli di ossa e di macerie, dalle quali – nell’interpretazione del carrista – sembrano sorgere inquietanti embrioni, germinati dai malsani miasmi della politica italiana. Il carro, opera di Alessandro Avanzini, si intitola “Rexpubblica”.

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Il Presidente del Consiglio qui in veste tricolore... La qualità plastica dei maghi della cartapesta viareggini si nota soprattutto nei particolari. Essa richiede maestria ed esperienza, ma anche fantasia ed estro. I risultati sono però ammirati e riconosciuti in tutto il mondo. “Embrioni di chimera” di Fabrizio Galli ricorda invece la pericolosità della sperimentazione sulla genetica, tramite la quale l’uomo vuol cercare di avvicinare mondo animale e mondo umano, che invece la natura ha nettamente separato, con il rischio di far nascere spaventosi mostri come il Minotauro che troneggia al centro del carro... Una delle costruzioni più imponenti è quella dedicata al Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, carro di Prima Categoria di Massimo Breschi dal titolo “Barack-adabra e il grande circo delle pulci”, che affronta speranze e delusioni suscitate in America e nel mondo intero all’avvento dell’attuale Amministrazione americana. Imponente la figura del Presidente, attorniato dalle pulci addomesticate dei governanti amici, e dal cui cappello spunta un Bin Laden armato.

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Acquisto d’immobili in Danimarca da parte di cittadini stranieri

studio

di Sandra Moll Avvocato L’acquisto di beni immobili in Danimarca è soggetto a restrizioni in quanto solamente le persone che hanno la residenza in Danimarca o l’hanno avuta negli ultimi cinque anni possono acquistare beni immobili. Nel caso in cui chi desidera acquistare un immobile non abbia la residenza in Danimarca o non l’abbia avuta – anche se saltuariamente – negli ultimi cinque anni, costui dovrà richiedere la relativa autorizzazione al Ministero della Giustizia. Tale autorizzazione viene rilasciata in modo discrezionale, in quanto la legge non fornisce alcun esempio di situazioni che escludano o diano diritto all’ottenimento dell’autorizzazione. Un permesso di residenza temporaneo non è sufficiente come requisito previsto dalla legge. E`importante sottolineare che la legge non prevede alcun trattamento differenziato fra cittadini danesi e cittadini stranieri, perché anche i cittadini danesi residenti all’estero o non residenti in Danimarca negli ultimi cinque anni sono soggetti alle medesime condizioni. Il permesso, una volta rilasciato, deve essere allegato al rogito che è inviato al registro immobiliare. La ricerca dell’immobile da acquistare Non è difficile in Danimarca trovare un immobile da acquistare: specialmente in questo periodo l’offerta d’immobili è molto vasta e i prezzi sono in discesa. Molti proprietari d’immobilivenditori sono costretti a vendere la loro casa a causa di necessità finanziarie, ad esempio a causa di divorzio, perdita di lavoro o difficoltà nel pagare il mutuo. Questo fa sì che gli acquirenti si trovino in una posizione vantaggiosa. Più difficile è trovare la casa o l’appartamento giusto. L’immobile deve corrispondere ai bisogni di spazio e di

ubicazione della famiglia o del singolo ed è necessario pensare al futuro, anche se in Danimarca, al contrario che in Italia, si cambia spesso casa. Il costo dell’immobile. I costi degli immobili in Danimarca variano molto: quelli più cari si trovano nella zona urbana di Copenaghen, specialmente a nord; mentre quelli meno cari si trovano fuori città, in campagna e nelle isole minori. La differenza di prezzo può essere anche del 50%. Ad esempio, se una villa a nord di Copenaghen costa otto milioni di corone, una villa delle stesse dimensioni nello Jutland o in un’isola come Falster, può facilmente costare (molto) meno della metà. Attualmente i prezzi nelle città più grandi o a nord di Copenaghen continuano a salire, anche se di poco o lentamente, mentre sono ancora in diminuzione nelle città di provincia o in campagna. Mutuo immobiliare In Danimarca esiste un sistema vantaggioso per l’erogazione di mutui, che possono essere a cadenza decennale, ventennale o trentennale. Pagamento e deposito della somma dell’acquisto A differenza del sistema italiano, dove la caparra sulla somma d’acquisto è pagata direttamente al venditore, in Danimarca esiste la possibilità di depositare parte della somma presso l’agente immobiliare e parte nella banca del venditore. Una volta che il rogito è registrato senza riserve, è compito dell’avvocato fare in modo che le somme depositate siano svincolate e trasferite al venditore.


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L’agente immobiliare La stragrande maggioranza delle vendite immobiliari in Danimarca avviene per mezzo dell’agente immobiliare. A differenza dell’Italia, l’agente immobiliare ha il mandato esclusivo per vendere l’immobile, il che impedisce che la stessa casa sia posta in vendita presso agenzie diverse. L’incarico all’agente immobiliare è tipicamente rinnovato ogni 6 mesi. Se l’immobile non viene venduto, non deve essere pagato nessun onorario all’agente immobiliare. L’agente immobiliare procura tutta la documentazione riguardante l’immobile da comprare e formula il contratto di compravendita immobiliare (Købsaftalen). Quando un acquirente ha scelto un immobile, l’agente immobiliare consegna all’acquirente i documenti seguenti: 1. Contratto d’acquisto (købsaftale); 2. documento catastale (tingbogsattest) che certifica quali servitù, ipoteche e diritto di terzi esistono sull’immobile; 3. un certificato attestante lo stato dell’immobile (tilstandsrapport), per constatare se l’immobile ha difetti. Tale rapporto viene fatto solamente per le case e non per gli appartamenti. I difetti dell’immobile vengono classificati in tre categorie: K 1 – difetti di natura cosmetica K2 – difetti che devono essere riparati K3 – difetti gravi che possono compromettere la stabilità dell’immobile. Nonostante l’esistenza di tale rapporto, è opportuno far controllare l’immobile da un esperto prima dell’acquisto; 4. un attestato energetico (energimærkning) che constata l’energia che l’immobile consuma 5. un documento che attesta le imposte comunali, tra cui quelle per la rimozione dei rifiuti (skatter og afgifter af fast ejendom); 6. un documento che accerti la presenza o meno di inquinamento sul terreno dove l’immobile è costruito. Tale documento non garantisce che il terreno non sia inquinato, dato che la maggioranza delle parcelle non è controllata; 7. se l’immobile da acquistare è un appartamento, vengono consegnati altresì lo statuto condominiale, copia della relazione sulle due ultime assemblee condominiali e dei bilanci degli ultimi due anni; 8. una pianta catastale dell’immobile; 9. evt. delibere e progetti comunali sull’immobile e la zona dove esso sorge; 10. una polizza di assicurazione dell’immobile. Tale lista non è esauriente.

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Ruolo dell’avvocato Mentre in Italia è necessario recarsi del notaio per fare elaborare un rogito per il trasferimento della proprietà (o di qualsiasi altro diritto sul bene immobile), in Danimarca è compito dell’avvocato l’esaminare i documenti riguardanti la vendita dell’immobile, consegnati dall’agente immobiliare, ed elaborare un rogito, per cui è prevista la registrazione presso il registro immobiliare. Dal 2009 il rogito deve essere fatto per via DIGITALE, cosa che ha comportato notevoli difficoltà di carattere pratico e ritardi, in quanto il passaggio dalla registrazione di documenti cartacei alla registrazione digitale non era stato preparato in modo adeguato. Nel caso in cui l’acquirente non sia munito della firma digitale, costui potrà fare una procura all’avvocato che firmerà in sue veci. È difficile prevedere il tempo che l’ufficio catastale impiega per registrare il rogito, che può appunto variare da poche ore fino a sei mesi. Una volta avvenuta la registrazione, l’avvocato riceverà una mail con allegato il rogito, dove l’ufficio catastale comunica l’avvenuta registrazione del rogito. Passaggio di proprietà e presa in possesso dell’immobile. Per essere valido nei confronti di terzi, il rogito deve essere registrato come spiegato sopra. Le parti concordano una data per la presa di possesso dell’immobile (overtagelsesdato). Da quella data passano dal venditore al compratore sia il rischio del deperimento dell’immobile sia tutte le spese riguardanti acqua, luce, gas e imposte . In Danimarca l’avvocato prepara un documento chiamato “refusionsopgørelse” che può tradursi come “sintesi sulla refusione delle spese”. In tale documento le spese sostenute dalle parti, quali imposte, luce, acqua, gas etc. vengono suddivise tra queste, di modo che tutte le spese relative a consumi antecedenti alla presa di possesso dell’immobile siano pagate dal venditore, mentre quelle successive all’acquisto dall’acquirente. Il concetto è semplice ma i calcoli da effettuare sono a volte assai complicati. La vendita dell’immobile termina una volta che le parti abbiano pagato eventuali somme dovute in base alla refusione delle spese, e l’avvocato abbia dato conferma alla banca che il rogito è stato registrato senza riserve e abbia comunicato che pertanto la somma d’acquisto depositata in banca possa essere trasferita al venditore.


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UNITÀ D’ITALIA

Alessandro Raffaelli

Centocinquant’anni orsono il Parlamento dell’Italia unita proclamò il Regno d’Italia. Era il 17 marzo 1861, Garibaldi aveva incontrato pochi mesi prima (26 ottobre 1860) Vittorio Emanuele II a Teano, consegnandogli il Meridione liberato dai Borbone. Fin qui cose note, direte... Ma davvero l’Unità d’Italia è un concetto così relativamente recente? Ebbene no, in realtà mentre oggi ne celebriamo i 150 anni, già al tempo dei Romani era esistita una Respublica Italica istituita nel 27 a.C. da Ottaviano e costituita da 11 regioni e due province, la Sicilia e la Sardegna (nella terminologia latina “provincia” indicava una terra di conquista e con questo termine erano denominati i territori conquistati fuori dalla Penisola). Tale entità unitaria riuscì persino a resistere

– PIÙ ANTICA DI QUANTO PENSIAMO...

alle invasioni barbariche degli Eruli di Odoacre e degli Ostrogoti di Teodorico ed ebbe fine solamente nel 578 d.C., quando Longobardi e Bizantini si spartirono il territorio italico. Ma se fisicamente l’Italia unita cessò di esistere, intatto rimase il concetto di nazione italiana. Così – nonostante oggi secondo alcuni movimenti politici solo il Nord si oppose al potere imperiale del Barbarossa con la celebre “Lega lombarda” – si scopre che un sostanzioso sostegno agli uomini di Pontida proveniva in realtà proprio da Roma (Papa Alessandro III). Ma furono soprattutto i letterati a portare avanti l’ideale di un’Italia unita. Così Petrarca nella celebre canzone “Ai Signori d’Italia” (Italia mia, benché 'l parlar sia indarno...) o Dante con la sua vigorosa apostrofe all’Italia (quanto attuale!) nel VI Canto del Purgatorio: Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in

gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!. O ancora Machiavelli e Guicciardini nei loro saggi, per arrivare fino al secolo dei Lumi, in cui lo spirito della nazione si rafforza e i segnali unitari si vanno facendo più intensi. Anche nel Settecento è la letteratura a fare da capofila: basti pensare al Parini, al Goldoni, all’Alfieri, al Foscolo, e successivamente al Manzoni, al Leopardi delle canzoni giovanili “All’Italia” e “Sopra il monumento di Dante”. Ed eccoci arrivati all’Ottocento, il secolo per antonomasia del Risorgimento, delle “vendite carbonare”, delle congreghe mazziniane, delle riviste liberali, della piazza in fermento, dei moti insurrezionali. Secolo pieno di uomini di pensiero e d’azione, mossi da forti ideali e vive speranze di rinnovamento, pensatori, filosofi, poeti, artisti. Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele II, certo... Questi i grandi


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nomi, ma qui vogliamo dare spazio anche ad alcune figure minori degne di essere ricordate. Sapevate, ad esempio,

volte a Vienna alla corte imperiale senza tuttavia mai rinunciare agli ideali liberali che condivideva con il marito. O ancora

che il Risorgimento fu fatto anche da sacerdoti e donne? Alla prima categoria – nonostante i vertici della Chiesa (a parte il biennio liberale di Pio IX) fossero in genere schierati con la Restaurazione – appartengono pensatori come il cattolico liberale Don Antonio Rosmini, ma anche uomini d’azione come Don Enrico Tazzoli (uno dei Martiri di Belfiore), Don Ugo Bassi e Don Giovanni Verità, entrambi garibaldini, il primo fucilato dagli Austriaci per aver aiutato Garibaldi a fuggire, il secondo scomunicato e seppellito in terra sconsacrata per la sua fede repubblicana ed antipapista. E in precedenza Don Luigi Minichini, uno degli organizzatori dei moti di Napoli del 1820. Parimenti – nonostante si pensi al Risorgimento come un movimento prevalentemente maschile – figure femminili di rilievo lo popolarono. Come la marchesa Teresa Casati, che per salvare il marito Federico Confalonieri dalla condanna a morte, si recò più

la Contessa Cristina Trivulzio Belgiojoso, scrittrice, giornalista, editrice di giornali rivoluzionari, o la Contessa Clara Maffei, il cui salotto milanese fu importante centro di idee e progetti risorgimentali, rivoluzionari ed unitari (lo frequentarono, fra gli altri, Alessandro Manzoni e Giuseppe Verdi). E a quanti dice qualcosa il nome della bellissima Virginia Oldoini, più nota come Contessa di Castiglione, che a soli 19 anni, grazie alle sue doti di intraprendenza e al suo fascino, fu inviata dal cugino Camillo Benso Conte di Cavour direttamente, possiamo ben dire, fra le lenzuola di Napoleone III, a perorare l’appoggio francese alla causa italiana, poi coronato con l’intesa di Plombières, e con il rischio di rimanere vittima di uno dei vari attentati tesi alla sua vita da parte della gelosissima imperatrice insidiata? Se avesse potuto leggere il futuro nella sfera magica, chissà che magari non avrebbe deciso di sfruttare altrove le proprie doti

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di seduzione e l’Italia sarebbe magari rimasta un’accozzaglia di staterelli stile ex Jugoslavia...

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È ormai al suo secondo anno di vita il PUNTOLINGUA, struttura dedicata ai bambini italiani ed italo/danesi. Il PUNTOLINGUA, promosso e realizzato dal COMITES nel 2009 è attualmente gestito dal COMITATO PRO SCUOLA che organizza attività in lingua

Per maggiori informazioni www.proscuola.dk comitatoproscuola_dk@hotmail.com Ricordiamo inoltre che sono ripresi i corsi di lingua e cultura italiana organizzati dal Comune di Copenaghen: sabato mattina presso la Tove Ditlevsens Skole - Enghave Plads 21 - 1670 Kbh V Contattare Grazia Mirabelli: grazia.mirabelli@taddei.dk (6/10 anni) Contattare Fulvio Rizzollo: flvrzl@hotmail.com (10/14 anni) Comune di Helsingør: il mercoledì dalle 14,30 alle 17 presso la Byskolen Marienlyst Allè - 3000 Helsingør Contattare Rossana Marisa Soro: rossana@mail.tele.dk

italiana per bambini.


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ponte // l i n g u a i t a l i a n a ANIMARCA

Antonio Montessori Lettore

Non è che questo abbia molto a che fare con i danesi, se non che è senz'altro una delle innumerevoli cose difficili da spiegare. Ma oggi mi girava così, per cui faccio la faccia faceta e sparo, appunto, qualche completa facezia. In italiano abbiamo tante filastrocche ed alcune tiritere o scioglilingua, come panche che determinano la sorte di povere ed indifese capre, o la poco credibile storia di trentatre trotterellanti trentini. O anche la storia del cane pazzo che invariabilmente, nel trasporto e la fretta della dizione, si tramuta in anagrammi che qui non si possono dire. Volevo invece soffermarmi sulla incredibile storia dell'arcivescovo di Costantinopoli. A questo proposito vorrei dire che gli arcivescovi di cui si parla hanno la minuscola proprio perché non vorrei correlarli alle più note e benemerite figure della gerarchia ecclesiastica. E' solo una filastrocca e vorrei che rimanesse tale, senza riferimenti. Comunque, a beneficio di chi non la sapesse, ne riportiamo una versione:

"Se l'arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescovicostantinopolizasse, vi disarcivescovicostantinopolizzereste voi?".

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E subito viene un dubbio: ma che domanda del cavolo è? Primo. Se uno è un arcivescovo, non credo che abbia 'sta gran voglia di disarcivescovizzarsi. Intanto, di arcivescovi non ce ne sono tantissimi al mondo, ovvero come personaggio sei un tantino importante; in più sei a due passi dal diventare il Big Boss, per cui credo sia una carica che uno farebbe di tutto per tenersela stretta. Come dire: che domanda, ma disarcivescovicostantinopolizzatevi voi!

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Secondo. Ci viene chiesto (plurale) se vogliamo disarcivescovicostantinopolizzarci, nel caso improbabile in cui l'arcivescovo di Costantinopoli faccia lo stesso. Ciò involontariamente suggerisce che in passato c'era stato un tempo felice in cui nessun arcivescovo avrebbe neanche lontanamente pensato alla disarcivescovicostantinopolizzazione, ma insinua anche che a Costantinopoli c'era un totale, come minimo, di DUE arcivescovi: quello originale, me, ed eventualmente pure tutti gli altri ai quali è stata rivolta la domanda, nella quale il "voi" non suona esattamente come una forma di cortesia. Per quanto sia grande quella città - a mio modestissimo parere - due calibri di quel tipo non li porta. E figurarsi poi se sono di più. Credo che un’attenta analisi avrebbe rivelato che quel famoso tempo non era poi così felice: niente conclavi di arcivescovi concordanti strategie ecumeniche in letizia mano nella mano, bensì lotte intestine, personaggi che passavano tutto il loro tempo a cercare di farsi le scarpe - o le babbucce - a vicenda, trascurando la Missione - che è particolarmente importante essendo Costantinopoli, passami i termini da basso medioevo, la porta sulla soglia della terra dei mori. Io ci terrei a quella Missione, e siccome un po' bastardello lo sono, se a me nella veste di co/arcivescovo di Costantinopoli avessero rivolto quella domanda avrei risposto sì, assolutamente, risolutamente sì. Non solo: avrei pure organizzato assemblee, seminari ed eventi di sensibilizzazione per tutta la popolazione di arcivescovi di Costantinopoli, portando chiari ed inconfutabili motivi sulla giustezza di una disarcivescovicostantinopolizzazione. E, una volta che tutti si fossero disarcivescovicostantinopolizzati, avrei ignominiosamente ritrattato la mia accettazione adducendo impedimenti di varia natura, e di fatto rimanendo l'unico, indiscutibile, Chiarissimo arcivescovo di Costantinopoli. Tiè, fresconi! Fatevi le babbucce tra di voi adesso, e lasciatemi lavorare.


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Terzo. Costantinopoli non si chiama più così, il nome odierno è Istanbul. Quindi la sentenza corretta sarebbe "se l'arcivescovo di Costantinopoli si FOSSE disarcivescovicostantinopolizzATO, .." eccetera. Oppure la più attuale "se l'arcivescovo di Istanbul si disarcivescovistanbulizzasse". Allo stesso modo, andando indietro nella storia, l'arcivescovo avrebbe dovuto eventualmente disarcivescovibisanzizzarsi; tuttavia - sono ignorante ma azzardo - chi portò la cristianità in quei luoghi dovrebbe essere stato Costantino. Quando sentiva la parola "Bisanzio", Costantino si affrettava a cercare le sue pastiglie per la pressione e lo testimonia il fatto che è entrato a gamba tesa sul territorio; tra l'altro, se all'epoca ci fossero state ruspe, escavatori ed altri mezzi meccanici di provata insensibilità a culture millenarie, non ne avrebbe risparmiato l'uso. Questo ci dice che l'eventuale primo arcivescovo del luogo che avesse voluto andare incontro ad un disarcivescovizzamento non avrebbe potuto ambientarlo a Bisanzio, neanche volendo.

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Quarto. Bisogna vedere a chi si fa la domanda. Io non ho mai fatto niente di illegale o immorale, ma uno stinco di santo non lo sono mai stato, e basandosi sull'arruffata che si son dati con la storia del Mons. Milingo, credo che - indipendentemente dalla mia volontà - non avrebbero esitato e mi avrebbero già disarcivescoviqualunquepostizzato loro. E questo sarebbe successo anche se fossi stato l'unico ad accettare di partire volontario per una missione in prima linea in terre ostili; ad esempio, facciamo pure l'ipotesi di una terra molto poco amichevole: mi avrebbero disarcivescovigomorrizzato; e poi non parlo di quello che mi sarebbe successo se fossi stato in prima linea a Sodoma perché suona molto, ma molto male. Concludendo, concludo che c'è poco da concludere, essendo questo articolo la fiera del nonsense. E non è finita: magari la prossima volta mi scappa di accanirmi sui trentatre trentini; è sempre nonsense, ma almeno risparmieremmo un sacco di trattini per andare a capo.

Studio Dentistico Italo/Danese

Dr. Luca Bastholm Tandlægerne Brønshøj Torv Frederikssundsvej 154 B Brønshøj Torv, 2700 Brønshøj Telefon 38 60 20 20 e-mail klinik@tbt.dk

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ponte // LA VOCE DELLA SIBILLA

IO LEGO, TU LEGO

Sibilla Ciula

- Che ore sono? - Sono cinque minuti a mezz’ora alle cinque. Erano le 4 e 25 ed io ero preoccupata. La campanella di fine lezione stava per suonare e le mie smanie da prima della classe erano state mortificate dalla lezione sull’orologio. Potevo passare sopra ai cinque minuti per arrivare ai trenta, ma che mancasse mezz’ora alle cinque, proprio no. Erano quasi le quattro e mezza, punto e basta. Si trattava, dunque, di rimettere in discussione le convenzioni che avevo

imparato ad accettare? Già il giorno prima, il dover dire nove e settanta per 79, omaggio al tedesco, era stato un colpo, ma non tanto grande quanto l’apprendere che settanta fosse tre volte e mezzo venti secondo quel sistema vigesimale tanto caro ai francesi. Comunque vada, andrà bene pensavo. Sia il francese che il tedesco, seppure in modo diverso, hanno una grammatica bella ricca ed io, amante delle lingue codificate, avrei ingurgitato, digerito e assimilato le nuove regole senza difficoltà. Era chiaro che appartenevo a quel gruppo che ama le lingue grassottelle di regole e regolette,

dove le eccezioni, relegate nell’angolo del castigo, non fanno altro che confermare la regola. Ma che sarebbe accaduto di fronte ad una lingua con così tante eccezioni da rendere le povere regole fuori legge tanto quanto le eccezioni stesse? Semplificazione della vita o vuoto normativo e caos linguistico? La domanda è retorica. Quattro mesi di corso, tre volte a settimana, tre ore a volta. E ora vediamo chi la spunta. Sarei riuscita a carpire il segreto della lingua dalla logica sfuggente anche a costo di dover studiare (ahimè!) su fotocopie in bianco e nero e tutte le tonalità di


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grigio. E gli insegnanti - malcapitati - pensavo io - che la sapevano lunga sugli studenti saputelli - pensavano loro - resistevano stoicamente alle domande stringenti sui perché del danese e rispondevano - Sådan er det - Così è (se vi pare). A fine lezione me ne tornavo a casa con la coda tra le gambe e le 15 frasi per la testa da portare a memoria per la volta successiva che era identica alla precedente - tranne per le frasi, ovviamente - e così via. Trascorsi i quattro mesi, la mia sensazione di aver studiato l’elenco del telefono non era passata e il peggio era che mi sentivo ancora alla lettera A. Dovevo concentrarmi sulle costanti e trasformarle in regole, crearmi un codice. - pronunciare indistintamente, mangiandosi un po’ le sillabe; - pensare spesso alle G, ma tacerle il più delle volte; - sciogliere le D in bocca - niente a che vedere con il TH inglese; - disseminare gli stød - la ben nota laringalizzazione - un po’ qua un po’ là, secondo una logica che c’è, ma non si vede... Confusa da regole fatte in casa, con mozziconi di frasi in bocca, continuavo a cibarmi di notiziari, fidando nel danese pulito delle scuole di dizione, ma continuando a fraintendere buona parte dei contenuti. Qui ci vuole un bel libro di grammatica, rilegato e vecchio stile, sennò non se ne viene a capo. E allora venni a conoscenza della realtà. Genere comune e neutro invece

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di maschile e femminile, articoli determinativi aggrappati in coda alle parole, consonanti e vocali assimilate in ordine sparso e colpi di glottide come se piovesse. Ma la nota più dolente era che le mie povere 5 (al massimo 7) vocali dovevano arrivare a 40, e diffidate di chi dice che sono solo 18. I tedeschi e gli inglesi sono a buon punto con le loro 14, gli arabi e gli inuit con 3 stanno decisamente peggio di noi. E tenete presente che possiamo imparare a riconoscere e riprodurre un nuovo suono vocalico solo entro l’età dello sviluppo del cervello, cioè entro i 13, 14 anni, dopodiché diventiamo sordi alle novità. Parola di neuro-glottologo. Quando mia figlia mi dice Ma mamma come fai a non sentire la differenza? Le rispondo semplicemente che sono un po’ sorda. Ormai abituata all’idea di continuare a sopravvivere in Danimarca con il mio inglese - assurdo, ma vero - accadde il miracolo. Sul treno, immersa nei miei pensieri tutti italiani, mi sento rivolgere una domanda tutta danese alla quale rispondo di getto. E correttamente. E poi, quasi senza volerlo, mi esce un fiume di parole, fatto di frasi prefabbricate, scorrevoli e sensate, e tutte in danese! La mia anziana interlocutrice, niente affatto spaventata, incalzava con domande e aspettava il suo turno. Avevamo tante fermate davanti a noi e col paesaggio di lato, sembrava leggessimo un copione già scritto. Guardavo le case fatte di Lego scorrermi accanto e pensavo all’idea di smontare il mondo per poi rimontarlo per gioco.

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E il signor Lego avrebbe potuto continuare la sua scomposizione fino alle molecole, agli atomi, ai neutroni, ai neutrini e chissà quanto ancora. Ma non gli sarebbe convenuto. Assemblare atomi non è molto pratico, soprattutto per i bambini. Al contrario con blocchetti già fatti, sì, si può fare, e può anche essere divertente. Allo stesso modo quando parliamo non facciamo che assemblare part+icelle - nomi, pronomi... secondo delle regole che ben conosciamo, ma se queste regole sono irregolari - ah! - o meglio sono poche ed eccezionali, allora troviamo la formula giusta una volta per tutte, impariamola a memoria e usiamola ogniqualvolta ci serve. Ecco che stavo facendo con la signora del treno. Ed ecco che voleva la K.I.S.S. - buffo nome per una scuola di lingua - con le sue noiosissime 15 frasi. Erano i mattoni del Lego, i blocchetti prefabbricati, le frasi brevi da combinare per arrivare a frasi complesse fino a testi articolati. Tutto a tempo debito, e il tempo era giunto. Solo da allora cominciai a capire e ad apprezzare la lingua danese per le sue sfumature, per il pensato e non detto, una lingua di gola, semplice e complicata, pragmatica e antica, dove il senso è nel ritmo e il dettaglio è essenziale. Una lingua selvatica senza quelle regole che scritte nei grandi libri separano il popolo dal resto. Un discreto tentativo di utopia democratica. Comunque, questa era solo la mia storia.


Dante Alighieri Programma del primo semestre 2011

Aprile:

Il Friuli si presenta

Maria Cristina Tulisso, lettrice associata di italiano all’Università di Copenaghen, ci presenterà la sua regione. Visitarla significa entrare in contatto con la sua natura, la storia, la cultura, le lingue e i dialetti. Il Friuli offre suggestioni molteplici passando dalle cime dell’alta montagna, alla dolcezza delle colline, alla pianura per poi arrivare al mare. In italiano.

Sabato 2 alle 14.00 Studieskolen, Auditorium 110, Borgergade 12, 1300 København K

Maggio:

In cerca degli italiani Chi sono gli italiani di oggi? Come vivono, pensano, cosa desiderano per il futuro gli italiani? Cosa li rende simili o diversi, cosa li tiene uniti? Attraverso una scelta di immagini e dati la Dott.ssa Alessandra Sicuro cercherà di cogliere alcuni tratti della società italiana attuale, una collettività che aumenta, si modifica, acquisisce nuove abitudini, comportamenti e modi di essere. In italiano.

Giovedì 5 alle 19.00 Medborgerhuset, Mødelokale 1, Danasvej 30 b, Frederiksberg

Visita culturale gastronomica nella città di Ringsted Ringsted, una delle città più antiche dello Sjælland, ci aspetta. La Dott.ssa Anita Maria Petersen sarà la nostra preziosa guida. Con lei entreremo nel passato della città testimoniato anche dalla sua bellissima chiesa di S. Benedetto del 1170. Dopo la visita in danese ci aspetta un appetitoso pranzetto al ristorante Italy & Italy dove la cucina casalinga diventa arte. Il menu comprende: un ricco piatto di specialità italiane, un favoloso dessert. È compreso un bicchiere di vino. Per i soci 170 kr, per i loro amici 210 kr.

Punto d’incontro: davanti alla chiesa di Skt Bendt alle 11.00. Prenotazione: telefonate a Finn 30344381 o mandate una mail a :dantealighieri@mail.tele.dk entro lunedì 23.

Domenica 29 alle 11.00 davanti alla chiesa.

Viaggio in Piemonte: 30/5 – 6/6 Info: Tel 45885713 (Lucia), dantealighieri@mail.tele.dk 39637010 (FoF) www.fof-gentofte.dk

Si ringraziano per la collaborazione : L’Istituto Italiano di Cultura, la Studieskolen, la FoF di Gentofte ed il Com.it.es Dante Alighieri c/o Lucia Rota Andersen Kulsvierparken 71 2800 Lyngby . www.dante-alighieri.dk dantealighieri@mail.tele.dk tel 45885713 (Lucia), 30344381 (Finn, segretario). Quota annuale: 150 kr (100 per studenti; 250 kr per nuclei familiari di due persone). Conto bancario: 2102 8896 568 583 Nordea (ricordate di comunicare il vostro nome e cognome). I soci Dante possono associarsi all’Istituto italiano di Cultura al prezzo scontato di 150 kr.


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INDIRIZZI UTILI // Vice Consolato d’Italia Ambasciata d’Italia Magni Arge, Vagar Airport Gammel Vartov Vej 7 FO-380 Soervagur 2900 Hellerup +45 39 62 68 77 - fax 39 62 25 99 lun.-gio. 8.00 - 10.00 tel.+298 341000-fax +298 341000 info.copenaghen@esteri.it magni@atlantic.fo www.ambcopenaghen.esteri.it

Ass. Comm. Italo-Danese c/o Adv.P.R. Meurs-Gerken Studio Legale Amaliegade No 42 Amaliegade 42 1256 K

Trentini nel Mondo - Circolo di Copenaghen c/o Grazia Barberi Nielsen Henrik Ibsens Vej, 36 - 1 TH 1813 Frederiksberg - Copenhagen e-mail: grazianielsen@gmail.com website: www.trentininelmondo.it

Consolato d’Italia Engskiftevej 4 - 2100 Ø 39 18 34 44 - fax 39 27 01 06 lun-ven 10-12, lunedì anche 14-16 consult. tel. tutti i giorni 12 - 13

Vice Consolato d’Italia Giovanni Volpi Vingaardsgade 25 - 9000 Ålborg 98 11 37 55 - fax 98 16 15 51 giovanni@sangiovanni.dk consolato.copenaghen@esteri.it Cell. 40638050

Dante Alighieri c/o Lucia Rota Andersen Kulsvierparken 71 - 2800 Lyngby 35 34 43 81 (segretario) dantealighieri@mail.tele.dk www.dante-alighieri.dk

CLUB ITALIA c/o Benthe Volpi Hobrovej 3 9000 Ålborg 98 13 60 40 volpi@stofanet.dk

Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11 - 2900 Hellerup lun/mar. 9 - 17, mer/giov. 9 - 16 venerdì 9 - 15 39 62 06 96 - fax 39 62 88 73 iiccopenaghen@esteri.it www.iiccopenaghen.esteri.it

Corrispondente consolare Francesco Ulisse Ansgargade 3 - 5000 Odense 66 12 03 88 - 28 11 03 88

Società Dante Alighieri c/o Institut for Sprog, Litteratur og Kultur - afd. for Klassisk og Romansk Aarhus Universitet, Nobelparken Jens Ch.Skous Vej 5, bgn 463 8000 Aarhus /www.dante-alighieri.dk

A.I.R.-Ass. Italiana Ristoratori Ristorante S. Giovanni Vesterbro 46 9000 Aalborg 98 11 37 55 a-i-r@a-i-r.dk - www.a-i-r.dk

COM.IT.ES. Landskronagade 13 st. th - 2100 Ø 35 55 20 07 (tel. + fax) venerdì 10 - 12 info@comites.dk

Patronato INCA ven. 14.00-15.00 (su appuntamento) c/o Istituto Italiano di Cultura Gjørlingsvej 11, 2900 Hellerup tel. 60 64 99 28 (lun.-mer. 16.30-18.00) chiarapetreni@gmail.com

Società Dante Alighieri Ansgargade 3 5000 Odense C 28110388 sonne@os.dk www.dante-alighieri.dk

L PONTE Rivista italiana in Danimarca Landskronagade 13 st. th 2100 Ø www.ilponte.dk info@ilponte.dk

Corrispondente consolare Henning Holmen Møller Lille Torv 6 8000 Aarhus C 86 12 14 00 - fax 86 12 14 05 danskkur@post6.tele.dk

ICE Østergade 24 B, 1 - 1100 K 33 12 92 00 - fax 33 93 33 04 www.ice.gov.it/estero2/copenaghen copenaghen@ice.it

Comitato Pro-Scuola Presidente Gennaro A. Grosso Landskronagade 13 2100 Copenaghen Ø comitatoproscuola_dk@hotmail.com

CONPAS c/o Giuditta Verri Rasmussen Valbygaardsvej, 54 2500 Valby tel. 82 32 76 07

Focolar Furlan c/o Antonio Rosa Grøndalsvej, 52-2000 Frederiksberg tel. 38 10 78 72

Associazione italo danese www.serate-italiane.dk


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