Notiziario del MOSCA CLUB TREVISO
Anno di fondazione 1971
1° TRIMESTRE 2016
ANNO 42 N° 152
Mosca Club Treviso c/o Circolo Sportivo “La Gemma”, via Marie, 1 - 31030 Dosson (TV) tel. 0422490294 Direttore responsabile: Rizzo Sebastiano Registrazione al Tribunale di Treviso n° 55 del 01/03/2007 Presidente: Fabio Calore, via Alleghe, 2 - 30175 Marghera (VE) tel. 335 6245002 H.U. Segretario: Alessio Berti 313 8605295 Sito internet: www.moscaclubtreviso.it
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IL PUNTO (a cura del Presidente)
PICCOLA GRANDE SODDISFAZIONE
PRONTI......PARTENZA.....VIA.... E’ iniziata anche per quest’anno la stagione di pesca, per problemi di brutto tempo non si e’ svolta la consueta apertura con la giornata del pescatore a Ponte della Priula... ci rifaremo. Non per essere di parte , ma dall’Aps Marca Trevigiana mi giungono pareri molto positivi, spero anche dalle altre concessioni e non . Ma a parte questo ,volevo cogliere l’occasione proprio qui ..sul punto del presidente, per ringraziare il Presidente Nazionale C.I.P.M. ( Club Italiano Pescatori A Mosca ) Franzero Renato,per la squisita lettera che ci ha inviato a luglio e che di seguito riportiamo. E’ una lettera che ci onora per l’amicizia e la stima espressa Renato e che ci da stimolo e consapevolezza nel dover continuare su questa strada. Lui ci ha fatto i complimenti per il notiziario...... e noi dal notiziario lo ringraziamo. Fabio Calore
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ASSEMBLEA MOSCA CLUB TREVISO Venerdì 26 febbraio 201 alle ore 21:00 in prima convocazione e alle 21:30 in seconda si è svolta l’assemblea del Mosca Club Treviso ecco il verbale… 1. Nomina del Presidente dell’Assemblea, e del verbalizzante L’Assemblea è iniziata in seconda convocazione alle ore 21:30 del 26 Febbraio 2016 Al Socio Nicola sacchetto è stata assegnata la carica di Presidente dell’Assemblea. Il ruolo del Verbalizzante è stato conferito al Socio Nicola Sacchetto. 2. Relazione del Presidente del MCTV Il Presidente Fabio Calore nel suo discorso riporta i seguenti punti: - Resoconto sintetico del biennio 2013/2014 puntualizzando che: o il Club è riuscito a svolgere positivamente tutte le sue attività (Notiziario, serate,corsi, ecc); o il numero degli iscritti nel biennio 2014/2015 è rimasto pressoché invariato; 3. Bilanci Consuntivo 2014, Preventivo 2015 e loro approvazione •
Bilancio Consuntivo 2015 ALESSIO BERTI in qualità di Tesoriere del Club, ha illustrato all’assemblea il bilancio Consuntivo 2015; passando a disamina le varie voci che lo compongono. Il bilancio Consuntivo 2015 è stato controllato ed approvato in tutte le sue parti, dai revisori il Socio GIULIANO BETTIOL e il Socio AUGUSTO MOLIN. Il bilancio Consuntivo 2015 viene approvato dall’assemblea all’unanimità
•
Bilancio Preventivo 2016 Nicola Sacchetto in qualità di tesoriere entrante, per l’anno 2016, ha illustrato all’assemblea il bilancio Preventivo 2016; passando a disamina le varie voci che lo compongono. Il bilancio Preventivo 2016, è stato controllato ed approvato in tutte le sue parti, dai revisori il Socio GIULIANO BETTIOL e il Socio AUGUSTO MOLIN. Il bilancio Preventivo 2015 viene approvato dall’assemblea all’unanimità
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Varie ed eventuali:
Il socio Daniele Barbon chiede di estendere la giornata “Memorial Marinelli” al ricordo degli altri soci scomparsi, l’intera assemblea ha condiviso l’idea mantenendo invariata la giornata del pescatore “Memorial Marinelli” e di inserire una nuova giornata a calendario fissata in prima battuta per domenica 22/05/2016 e di dedicarla agli amici del Club che sono scomparsi; L’Assemblea si è chiusa alle ore 23.00.
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ARIA NUOVA ALL’APS MARCA TREVIGIANA Il 17 gennaio si e’ tenuta l’annuale assemblea dei soci all’ APS Marca Trevigiana alla quale hanno partecipato 35 soci. Ottima partecipazione che dopo le varie operazioni di rito ( relazione del presidente e del direttore tecnico , lettura e approvazione dei bilanci ) , ha dato vita ad un intenso ed interessante dibattito ricco di suggerimenti e proposte. Suggerimenti e proposte che poi in sede di consiglio direttivo sono stati largamente introdotti nel nuovo regolamento dell’associazione. Le principali innovazioni sono le seguenti: • sul fiume Melma introduzione di una zona artificiali trofeo dal ponte della ferrovia alla fine della concessione • sul fiume Storga introduzione di una zona No Kill solo mosca dalla chiusa in localita’ Selvana (ex fabbrica occhiali ) al ponte della ferrovia , e una zona artificiale trofeo dal ponte della ferrovia alla fine della concessione • le catture sono state ridotte a due capi in tutte le zone , ad eccezione nelle zone trofeo dove il limite e’ un capo misura minima 50 cm e massimo 10 catture all’anno, e ovviamente nelle zone no kill • la pesca invernale e’ stata ridotta ai soli mesi di ottobre e novembre. Altra cosa importante , si ricorda o si porta a conoscenza, che in tutte le zone A ( comprese zone no kill e zone trofeo ) e’ obbligo trattenere la trota iridea anche se sotto misura ( ovviamente max due capi), rischio multe salate fino a 2000 euro. Sono convinto che tutti questi cambiamenti sono in realtà delle migliorie per un corretto rispetto del fiume e dei pesci ( anche se magari loro non sono molto d’accordo ), ma sopratutto per poter esercitare questo nostro sport nelle migliori condizioni. I pareri fin’ora raccolti sono positivi e si continuerà su questa strada.........i tempi cambiano e anche noi dobbiamo cambiare. Per conoscere nel dettaglio il regolamento delle acque in concessione all’ APS Marca Trevigiana e le modalità per poterci pescare potete visitare il sito www.apsmarcatrevigliana.it Fabio Calore
Tesseramento Sociale 2016 (((( AVVISO AI SOCI )))) ... E’ tempo di rinnovare la tessera Rivolgiti a Alessio o Nicola ...
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RIBNIK 2015 – “addio ai monti….” Come da tradizione, ormai da quasi una decina d’anni, il Mosca Club Treviso si reca presso il magnifico fiume Ribnik, in Bosnia. Questa volta non voglio scrivere il solito articolo descrivendo la nostra partenza, arrivo, pesci, schiuse e quant’altro soventemente viene descritto, ma vorrei soffermarmi brevemente su alcuni aspetti, aimè negativi, che abbiamo riscontrato. Precisazione iniziale da fare è che i partecipanti di quest’anno sono stati, oltre al sottoscritto, l’inossidabile Renzo, il caparbio Michele, il simpaticissimo Lucio e l’astuto Antonio detto Toni!
Normalmente alloggiamo presso il centro Ltg Company sul fiume Ribnik, ospitati da Dusko, che pochi giorni prima del nostro arrivo, previsto per i primi di maggio, dopo mia solerte telefonata per sapere dei livelli e relative schiuse, mi anticipa che troveremo un “piccolo” problema al nostro arrivo, ma che comunque è “tutto risolvibile, venite su, sistemo tutto io”! Alle parole non proprio confortanti di Dusko, ma con una voglia matta di pescare, partiamo ugualmente, sicuri che il “piccolo” problema, sarà sicuramente risolto. Arrivati dopo quasi 8 ore di macchina, dopo breve spuntino, ci dirigiamo subito in acqua per pescare, visto che di Dusko nessuna traccia.. Immediatamente ci rendiamo conto che di italici compaesani non c’è nemmeno traccia, tranne quella di un allegro signore con macchina antiquata targata BIH ma con adesivi della Lega Nord che si avvicina per scambiare alcune chiacchiere. Ormai ognuno di noi ha i suoi posti sul Ribnik e d’istinto ci dirigiamo sui propri “spot” preferiti. Dopo qualche ora, nel momento di riavvicinamento lungo il fiume, tutti quanto ci rendiamo conto che siamo letteralmente spacciati! Il fiume Ribnik, che in questo periodo è solitamente affollato ma comunque pescabile, in realtà quest’anno è letteralmente invaso da pescatori, provenienti da ogni luogo del globo! Il problema maggiore è quello dovuto dal fatto che non sono singoli pescatori, o in piccoli gruppi di amici come noi, che si accingono a pescare, ma sono vere e propri tour operator che portano “onde barbare” di presunti pescatori nel fiume. Dai 15 ai 20 pescatori, a distanza di 5 metri l’uno dall’altro, in mezzo al corso del fiume che scendono lungo il suo letto, con canna alta a ninfa ceca che sondano o per meglio dire vanno a “strascico” in cerca di qualche povero temolo o trota. Il tutto ben consigliati da solerti guide, che si danno da fare per sbrogliare nodi, legare mosche, ferrare il pesce e quant’altro possibile! I principali pescatori che abbiamo visto avevano furgoni targati Paesi Bassi e Belgio, ma c’erano anche parecchi Francesi (sempre trovati negli anni), Tedeschi, Croati, Cechi e perfino un gruppo di Giapponesi. Ormai presi dallo sconforto, decidiamo di dirigerci verso il chiosco nuovo che si trova dopo la segheria, prima dell’allevamento, per decidersi sul da farsi, annegando il dispiacere con qualche litro di Lasko Plivo! (continua a pag. 6) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso
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Stranamente, ma poi così strano non lo è, ci accorgiamo che verso le 18:30, come pecore o vacche richiamate dal proprio pastore, in questo caso la guida, le orde barbare di presunti pescatori, escono dall’acqua e senza nemmeno togliersi i waders, si fiondano nei loro pulmini e se ne vanno. Ma vuoi vedere che questi pescatori, a ninfa ceca, che pagheranno un fior fiore di soldi per venire a pescare in Bosnia, alle 19:00 vogliono avere i piedi sotto la tavola per mangiare? Ebbene è stato proprio così! Beviamo un paio di birre veloci come la luce e ci catapultiamo in acqua per poter fare l’agognato coup de soir, visto che la stagione lo permette! Il giorno seguente, Dusko ci informa che l’ultima notte che avevamo prenottato non è disponibile per un suo disguido… fortunatamente ci trova/troviamo un altro posto molto confortevole e a buon prezzo, dove possiamo trascorre l’ultima notte.
(continua a pag. 7) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso
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I giorni a seguire saranno sempre uguali al primo, ovvero una moltitudine di pescatori accompagnati dalle loro guide che a gruppi di 15-20 persone si calano in un punto del fiume e principalmente a discesa incominciano a perlustrarlo tutto, senza preoccuparsi minimamente di chi trovano lungo il percorso, figuriamoci noi poi che peschiamo quasi solamente a secca! Proviamo così a cambiare fiume, andiamo sulla Sana, che prende le acque del Ribnik, poco distante da dove alloggiamo. Stranamente questo fiume lo abbiamo visto comunemente con acque alte o velate, impraticabili per la pesca a mosca, ma quest’anno visto le scarse nevicate d’inverno e le poche piogge primaverili, risulta pescabile. Il fiume è molto bello, ha una portata maggiore rispetto al Ribnik ed è molto più profondo con lunghi canaloni. Nota dolente sono le immondizie e gli scarichi civili che appestano l’alveo del fiume. Inoltre anche qui, pieno di Belgi che accompagnati dalle loro fidate guide, imperversavano per tutto il tratto del fiume.
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Rispetto agli anni scorsi abbiamo potuto rilevare che le schiuse sono diminuite durante l’arco della giornata ma tuttavia rimangono per fortuna alla sera. Questo ha fatto si che le trote durante il giorno non bollano e l’unico modo di insidiarle è con la ninfa; a secca all’imbrunire. Grandissima quantità di trote medio piccole, sui 20 cm che gli altri anni non erano così numerose.
I temoli invece, rispetto agli anni scorsi se ne sono visti molti, anche di ragguardevole taglia, ma di una estrema diffidenza nell’abboccare sulle nostre imitazioni.
(continua a pag. 9) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso
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Conclusioni del nostro mini viaggio di 4 giorni: note dolenti il numero illimitato di pescatori (alla faccia dello sbandierato numero chiuso), che senza nessun riguardo invadono letteralmente il fiume; schiuse in netta diminuzione specialmente durante l’arco della giornata e immissione notevole di trote di taglia piccola (forse per i fanatici della ninfa ceca???). Note positive: il fiume è sempre bellissimo, i pesci hanno delle livree fantastiche, i temoli ti fanno dannare ma una volta presi ti ripagano per le innumerevoli ingiurie tirate, gente cordiale, permessi per ora ancora accessibili. Se si ha pazienza e caparbietà , alla sera le schiuse ripagano di tutte le sofferenze sofferte patite durante l’arco della giornata. Ultimo ma non per ultimo, per chi come noi ha letteralmente lasciato una parte del cuore in questo bellissimo fiume, una gita annuale, anche se di pochi giorni, vale sempre la pena! Nicola Tosi
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Gestione dell’ittiofauna del Nord Italia
Venerdì 12 febbraio si è svolto a Vicenza, presso la sede Acque Vicentine S.p.a., organizzato dall' A.I.I.A.D.. il primo Workshop "La gestione dell'ittiofauna in Nord Italia: aspetti normativi e gestionali locali inseriti nel contesto della legislazione nazionale e comunitaria". Ecco un resoconto con dei commenti (in corsivo) dell'evento Lo scopo del workshop è stato quello di mettere a confronto le normative regionali sulla pesca in acque dolci delle regioni dell'Italia settentrionale, con riferimento alle normative nazionali e le direttive europee. Erano presenti al confronto le regioni: Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Provincia Autonoma di Trento, Provincia Autonoma di Bolzano, Piemonte e Valle d'Aosta. Nell'intenzione dell'Associazione Ittiologi Italiani Acque Dolci questo dovrebbe essere il primo di una serie di incontri che verrà effettuato anche per il Centro e Sud Italia per cercare di trovare una percorso per avere una normativa che abbia dei fondamenti comuni omogenei, pur rispettando le specificità dei bacini idrografici, coinvolgendo le amministrazioni regionali, le concessioni di pesca, i tecnici ittiologi e le associazioni di pesca. L'intervento introduttivo del dott. Massimo Pascale ha evidenziato come la normativa nazionale specifica per la pesca sia sostanzialmente assente facendo riferimento unicamente a: • •
Regio Decreto 8 ottobre 1931 n. 1604 “Testo Unico delle leggi sulla pesca” e successive modifiche Decreto Legislativo 9 gennaio 2012, n. 4 che per la pesca ricreativa, riafferma il divieto di vendita e il commercio di prodotti ittici e inoltre prevede l'istituzione di agenti giurati da adibire al controllo della pesca.
Mentre vi sono dei riferimenti molto stringenti in materia ambientale: •
• • •
DPR 357/97 “Recepimento della Direttiva habitat” modificata dal 120/03 in cui l'art 13 comma 3 letteralmente recita: ◦ Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone, dalla Direttiva 2000/60 wfd (recepita dalla 152/2006), dal D.M.260/2010 sentenze della corte costituzionale, prima fra tutte la 30/2009 avversa alla regione Veneto.
Già dalla carrellata riassuntiva delle leggi e regolamenti delle regioni dell'Italia settentrionale è emersa (continua a pag. 11)
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un'eterogeneità di provvedimenti: specie considerate autoctone in una regione non lo sono in altre, semine e misure restrittive di specie alloctone. Per meglio comprendere la situazione riportiamo una tabella comparativa (che riassume le slide presentate dal dott. Pascale) come la legislazione in materia di pesca nelle acque interne delle regioni del nord (Aiiad pensa di riproporre gli stessi incontri per le regioni del centro e del sud) tratta le specie Autoctoni Specie considerate autoctone
Tutela tutte le forme endemiche?
Esempio rimangono fuori:
Divieto trattenere scazzone, temolo, anguilla storione, cobite mascherato, lampreda
Valle d'Aosta
NO
barbo comune, barbo canino, lampreda
Piemonte
NO
Lasca, varione
Liguria
Si mis. minime
--
Lombardia Veneto Prov. Trento
Fario Fario Fario, Carpa
NO NO NO
barbo canino, lasca, savetta barbo canino, lasca, vairone barbo canino, lasca, vairone
Porv, Bolzano
Fario, Carpa
NO
barbo canino, vairone
NO
barbo canino, lasca, vairone, savetta
Friuli V. G. Emilia R.
Fario
Note
-storione Storione cobite sp., ghiozzo, scazzone, spinarello, lampreda carpa, tinca, storione
Esame per conseguire la licenza Corso formazione per avere licenza demanda alle provincie misure
autoctone. Come si può notare la prima colonna evidenzia come le regioni hanno diversi approcci riguardo le specie autoctone. A prescindere sulla fondatezza scientifica di questa o quella scelta appare evidente che stridono con la sentenza della Corte Costituzionale 30/2009 avversa alla Regione Veneto che ha sancito che le regioni non possono definire quali specie siano parautocone (e di conseguenza nemmeno quali siano autoctone o alloctone), stabilendo nelle argomentazioni che questa funzione spetta unicamente allo Stato. E' chiaro quindi che, pur fatte salve le possibili diversità dovute alla variabilità delle popolazioni ittiche per bacini idrografici fra loro interclusi, non dovrebbero esserci diversità interpretative. Nella seconda, terza e quarta colonna sono riportate se tutte le specie endemiche sono tutelate, quali rimangono escluse e per quali invece vige il divieto di trattenerle. Interessane notare come per la provincia Autonoma di Bolzano sia obbligatorio sostenere un esame per conseguire la licenza, mentre per la regione a Statuto Autonomo Friuli Venezia Giulia questo previsto negli anni scorsi ed ora è stato sostituito da un corso di formazione. In questo quadro si inserisce anche la riforma Del Rio sulla riorganizzazione delle autonomie locali che ha di fatto azzerato la delega alle province (per le regioni che l'aveva concessa) sulla pesca nelle acque interne a creare
(continua a pag. 12) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso
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ancora più confusione. Alloctoni Limitazioni
Misure min.
Valle d'Aosta
SI
SI
Piemonte
SI
SI
Liguria
SI
SI
Lombardia
SI
SI
Veneto
SI
SI
Prov. Trento
SI
SI
Porv, Bolzano
SI
SI
Friuli V. G.
SI
SI
Emilia R.
SI
Specie Iridea, salmerino, carpa Bondella, coregone, carpa, salmernino alpino, trota fario, salmerino, carpa Carpa, iridea, salmerino di fonte, carpa erbivora, macrocefala, argentata, persico trota Bondella, coregone, salmerino alpino, trota fario (*) bondella, coregone, persico trota, carpa, trota fario (*) Coregone, carpa (*), trota fario (*) Coregone, carpa (*), trota fario (*), iridea, salmerino f., luccioperca Coregone, carpa, fario (**), iridea, salmerino f., persico trota carpa, fario (*), salmerino a., persico trota
Limitazioni (quantità e/o misure.)
Immissione specie alloctone
SI
SI
fario, iridea, salmerino
SI
SI
fario, iridea
SI
SI
demandato alle provincie
SI
Esempio quali
Consentita immissione specie alloctone "non dannose" come da doc. tecn. Reg.
SI
SI
SI
SI
SI
SI (no iridea)
SI
SI
SI
NO - ma previste deroghe
* specie considerate autoctone ** proibita introduzione dall'ETP
E come si comportano nei confronti delle specie alloctone. In questo campo fondamentale è il comma 3 dell'articolo 12 del DPR 357/97 modificato dal DPR 120/03 che come già riportato così recita: •
Sono vietate la reintroduzione, l'introduzione e il ripopolamento in natura di specie e popolazioni non autoctone.
E' fondamentale notare che il DPR 357 proprio nella prima formulazione del 1997 invece recitava: •
L'introduzione di specie non locali può essere autorizzata secondo la procedura di cui al comma 2 qualora lo studio di cui al comma 1 assicuri che non venga arrecato alcun pregiudizio agli habitat naturali, ne' alla fauna, ne' alla flora selvatiche locali...
Anche in questo lo specchietto riassuntivo evidenzia comportamenti diversi da regione a regione I funzionari e tecnici delle regioni presenti hanno quindi illustrato nel dettaglio alcuni aspetti delle leggi e regolamenti, alcune delle motivazioni che stanno alla base delle scelte effettuate e anche delle criticità emerse. Friuli Venezia Giulia. Il numero di pescatori (sportivi- ricreativi) della regione Friuli Venezia Giulia sono passati dai quasi 22.000 ai poco più dei 17.000 del 2015, analogamente i permessi sono passati dai 2500 ai 1300. L'Ente Tutela Pesca, che in questo periodo è in via di riorganizzazione, si occupa della pesca (ricreativa, professionale) in Friuli Venezia Giulia, la quale gestisce unitariamente tutte le acque friulane. La regione deve rispondere sia alle imposizioni di tutela, che non prevedono l'immissione di specie alloctone che a un dispositivo regionale che stabilisce una sanzione amministrativa per chi viola il divieto. In questo contesto si potrebbe paventare anche un reato penale in quanto, secondo alcuni tecnici, l'immissione di specie alloctone si configura come ecoreato (modifica del codice penale introdotta nel 2015). L'ente si sta adoperando presso il ministero competente di (continua a pag. 13) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso
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riportare l'articolo 12 comma 3 della 357 alla formulazione originaria ovvero consentire l'immissione di specie alloctone previo studio d'impatto Per superare l'empasse l'ETP ha stabilito (autonomamente ndr) dei criteri per l'immissione di alloctoni solo in canali artificiali, nel caso di canali artificiali che confluiscono in corpi idrici naturali l'ente ha deciso che le eventuali semine devono avvenire ad oltre un km dalla confluenza. Veneto Il Veneto in questo periodo sta modificando la legge regionale sulla pesca con la collaborazione degli enti provinciali, le associazioni e la componente tecnica rappresentata da Veneto Agricoltura. Il Veneto non ha un sistema pesca accentrato, sullo stile del FVG, ma distribuito tramite le provincie (ora passate in capo alla regione) ma sopratutto per le acque da salmonidi affida la quasi totalità delle acque a concessioni. Adesso la regione sta approntando un regolamento regionale che dovrà rispondere ai quesiti posti dal 357. Emilia Romagna La regione vede prioritaria un ordinamento interregionale dei corpi idrici ricadenti nel bacino idrografico del fiume Po per non avere disparità regolamentari che non hanno alcuna regione di esistere. Uno dei fondamenti della legge sulla pesca si basa sulla tutela della risorsa idrica, dell'ittiofauna e del ecosistema acquatico e disciplina della pesca secondo il principio di s salvaguardia e ripristino biologico dei sistemi acquatici. In questo seno il divieto d'immissione degli alloctoni è oggettivamente un problema, la regione ha introdotto dei criteri di tutela delle specie che hanno una presenza storica e importanza socio economica, questo a portare di tutelare pescatori quali i carpisti. Per la provincia di Ferrara la giunta attiva sistemi di contenimento di specie invasive, attirando le ire di pescatori appassionati di queste specie (siluri). E' prevista una deroga al divieto di semina di alloctoni purché abbiano dimostrato nel tempo il carattere di non invasività. Si era introdotta una norma che proibiva il divieto di utilizzare il pesce vivo e morto ed anche la possibilità di istituzione tesserini di pesca controllata (acque da salmonidi) mediante un tesserino segna - catture, per avere un quadro sul tipo di pesca effettuata e sul prelievo ittico effettuato. Sono previste aree a pesca regolamentata che è la possibilità data ai comuni di qualificare delle zone di pesca che dovranno essere mantenute con particolare cura e costituiscono attrazione per i pescatori (anche con indotto economico), il costo di accesso deve essere reinvestito nella pesca e/o tutela dei corpi idrici. Una difficoltà deriva dal fatto che gli introiti derivanti dall'esercizio della pesca vanno nel “calderone” delle spese corrente generali, sta pensando di creare un contributo ittiogenico a favore della gestione delle aree di pesca. Si segnala il problema del bracconaggio (continua a pag. 14) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso
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Provincia autonoma di Trento. Trenta associazioni di pescatori che gestiscono le acque, secondo le indicazioni dell'amministrazione per assicurare la razionale coltivazione delle acque, basata sull'incremento della produttività naturale, nel riequilibrio biologico e mantenimento delle linee genetiche originarie. Uno strumento adottato è la Carta Ittica, che consente di accertare la consistenza del patrimonio ittico e le potenzialità produttive delle acque e stabilire i criteri di coltivazione. A fianco della Carta ittica ci sono i Piani di gestione della pesca. Ci sono zone riservate esclusivamente al cosiddetto "pronto pesca". É consentita la semina con ittiofauna alloctona, carpa (novellame), Coregone lavarello (avannotti), Iridea (pronta pesca) presente sul 12% delle stazioni di campionamento, trota fario (di tute le taglie) in cui è presente nel 90% stazioni. La fario probabilmente importata in epoca medievale, unica trota presente nei ruscelli, il ripopolamento qui è consentito con esemplari giovanili provenienti da parentali selvatici di ruscello riprodotti da Associazioni di Pescatori. L'iridea importata dal 1881, in 6 ruscelli esiste una popolazione acclimatata, immessa per pronta pesca nei bacini e dal 2012 anche in 3 zone del fiume Adige. La marmorata sicuramente unica trota indigena, seconda specie per numero (dopo la fario), allevata non da commerciali, riprodotta da Associazioni di Pescatori a partire da ceppi selvatici locali, immessa, nei suoi primi stadi di accrescimento nei principali corsi d'acqua ed in alcuni affluenti in sostituzione della fario, allevata secondo un protocollo standard. Nel futuro la provincia autonoma di Trento intende sostituire l'immissione di fario con marmorate.
Bolzano 500 corsi d'acqua non tutti idonei alla vita dei pesci. Suddivisione in: Epirithral (zona alta della trota) caratterizzata da presenza trota fario, marmorata (raramente), scazzone (raramente); alloctoni: iridea, salmerino. Metharitral (zona bassa della trota), caratterizzata dalla presenza di: trota marmorata , scazzone temolo, barbo, cavedano, Lampreda padana, Fario; alloctoni: iridea, salmerino. Hyporithral (zona del temolo), caratterizzata dalla presenza di: Temolo, marmorata scazzone, barbo, cavedano, Lampreda padana, Fario e altri ciprinidi Metapotamal, caratterizzata da: (continua a pag. 15)
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Regime freddo che vede in prevalenza salmonidi (trota marmorata), scazzone, lampreda padana, sanguinerola, spinarello, cobite barbatello Regime Caldo che vede in prevalenza Ciprinidi, luccio, persico reale, cobite ghiozzo padano. Le acque della provincia autonoma di Bolzano sono principalmente a vocazione a salmonidi in cui la trota fario è presente nei torrenti di media alta montagna con popolazioni ben strutturate, la trota marmorata è presente nei grossi fiumi del fondovalle con popolazioni destrutturate. Per il temolo ci sono popolazioni in salute (zona nord est Passirio) mentre in altre zone la popolazione è in sofferenza. Le acque della provincia hanno una estensione di 2812 ettari (40% bacini artificiali), mentre il 92% di acque sono soggette a diritti privati di pesca ed il rimanente 8% diritti pubblici. La gestione è basata sulla produzione naturale e sono concesse semine slegate alla produzione del corso d'acqua; sono regolate le catture e le uscite di pesca, i prelievi sono soggetti a una misura minima. Le misure della gestione riguardano i salmonidi ma ogni gestore ha la possibilità di introdurre regolamenti specifici per altre specie ittiche (luccio, carpa etc.) La gestione della trota marmorata è stata approvata tramite un “progetto marmorata” adottato con una delibera provinciale del 2008, nel quale sono fissati i criteri di prelevabilità (misure minime – quantità e periodi di divieto) uniti a programmi di conservazione con adeguamento della pesca per la sua tutela. Nel corso del 2015 il programma è stato aggiornato (più conservativo) per la parte inferiore del fiume Adige. Dei 300 km di corsi d'acqua sono stati selezionati quelli vocati a marmorata (tipicamente fondovalle) e temolo e delle zone cuscinetto (maggiori affluenti) in cui c'è una sovrapposizione con la fario. Nelle zone a specifica vocazione di marmorata: • divieto di semina fario • semine marmorata • semine di specie secondarie (iridea) se associate a semine di marmorata teomolo Nelle zone cuscinetto • divieto di semine di fario • semine facoltative di marmorate e iridee A seguito dei campionamenti e dei risultati non sufficienti ottenuti sono state adeguate le misure di conservazione: 1. Aumento della misura minima (50 cm) 2. Riduzione del prelievo (da 4 ad 1 prelievo ad uscita) 3. No esche naturali (ad eccezione del pesciolino morto) 4. No ardiglione 5. Non più di un amo Dal punto di vista gestionale sono stati adottati i seguenti criteri: • Nuove tecniche di semina ( Artificial nests, cocooning) • Utilizzo della genetica per selezione delle fattrici • Supportive breeding, uova o avannotti quali progenie di riproduttori selvatici. Interessante il fatto che la provincia autonoma dell'Alto Adige ha adottato un sistema di campionamento delle acque secondo quanto specificato dalla direttiva acque (WFMD 2000/60) adottando, per la classificazione dello stato ecologico ittico (previsto dalla direttiva) il metodo ISECI (proposto da Zerunian) modificato per adattarlo alle specificità di un ambiente prettamente montano. La provincia Autonoma di Bolzano ha considerato la specie fario parautocona e presente nei corsi d'acqua montani sin dal medio evo. L'indice tiene conto di cinque fattori: Presenza di specie indigene, Condizione biologica, Ibridi, Specie aliene, Specie endemiche. La classificazione per i corpi idrici è risultata coerente con analoga fatta nelle regioni Austriache (confronto peraltro previsto dalla direttiva acque proprio per assicurare omogeneità di classificazione per corpi idrici simili). Piemonte La legge regionale è del 2006: “Norme per la gestione della fauna acquatica, degli ambienti acquatici e regolamentazione della pesca”, è una legge cornice, che non si occupa solo di pesca, che demanda tutto a documenti attuativi conformi a tecniche moderne. Nello specifico della pesca è stata emanato un regolamento attuativo nel 2008 e rivisto nel 2012 che disciplina l'esercizio della pesca, specie etc. Esistono anche discipline per gli interventi in alveo e line guida tecniche per il passaggio per pesci. (continua a pag. 16) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso
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Per la regione Piemonte la competenza , in materia di pesca, delle province è rimasta invariata. Piano ittico regionale documento che ha avuto genesi dopo dei campionamenti (conformi alla direttiva 2000/60) coordinati dal Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Torino. Lo scopo del piano è dare delle indicazioni alle province per la pianificazione delle competenze. Un punto fermo è la tutela della trota marmorata che può essere allevata solo da centri sotto controllo genetico, dalle province tramite associazioni di pescatori. Nelle altre acque le province, sempre sulla base delle caratteristiche dei corsi d'acqua e coerentemente con il piano possono individuare diverse zone di pesca ( zone turistiche, zone per gare etc). Per quanto riguarda il numero di praticanti negli ultimi dieci anni la regione Piemonte ha visto un dimezzamento dei pescatori restando sotto alle 35.000 unità. Le criticità rilevate riguardano l'autoctonia, l'alloctonia, la possibilità di semina e di quali specie Valle d'Aosta La Valle d'Aosta ha una estensione di 3000 kmq con altituini dai 343 m slm ain 4810 m slm, il 60% delle acque è sopra i 2000 m slm che non favoriscono la presenza ittica (acque estremamente povere). La legge regionale della pesca è del '76 ma non da indicazioni tecniche ma istituisce il Consorzio Regionale Pesca (simile all'ETP), da 8 rappresentanti dei pescatori cinque delle strutture regionali competenti (apra, forestale etc.). Lo scopo è • promuovere la conservazione e propagazione delle specie dando la preminenza a quelle indigene. • Favorire la piscicultura e curare il ripopolamento mediante la gestione dello stabilimento ittico regionale. • Promuovere ricerche idrobiologiche e idrologiche • attuare programmi di sperimentazione • effettuare e disporre studi e indagini su quanto attinente l'ittica e la pesca. • Cura la sorveglianza mediante guardie ittiche • emana regolamenti sulla pesca sportiva • valorizzazione della pesca quale attrattiva turistica • svolgere attività didattico – divulgativa • allacciare rapportoi con associazioni ittiologiche, alieutiche e sportive, sia nazionali che estere per approondire l'ittiologia e la pesca. Negli anni ottanta, nello stabilimento ittico regionale, si privilegiava una produzione quantitativa piuttosto che qualitativa. La pianificazione si è svolta con la pubblicazione della carta ittica nel 1994 ed una seconda fase nel 1998 in cui si era zonizzata la regione in funzione delle caratteristiche idromorfologiche e ittiche. Negli anni 200 si è promosso un progetto interregionale con l'Alta Savoia” “Truites Autochtones 2003 – 2005 Identificazione, salvaguardia e riabilitazione delle popolazioni di trote autoctone in Valle d'Aosta e Alta Savoia. Questo progetto è sfociato in una serie di azioni che ha portato al Piano Regionale Tutela delle Acque che tra le altre cose si occupa di classificazione dei corpi idrici, interventi in alveo, monitoraggi etc. La Valle d'Aosta ha molti corpi idrici che sono a quote molto elevate che non permettono un a vita naturale dei pesci; sono stati individuati i corsi d'acqua che possono essere naturalmente colonizzati dalla ittiofauna denominati “EQB Fish” . Le analisi sul campo hanno evidenziato che l'areale in cui si è riscontrato ittiofauna è maggiore di quelli che possono essere naturalmente colonizzati e che l'80% della biomassa è formata da trota fario di ceppo atlantico, causato da molti ripopolamenti eseguiti con salmonidi alloctoni. Negli anni '90 era stata data per estinta, a seguito sono iniziate campagne, anche massicce di ripopolamento che negli anni non hanno portato risultati. In quel periodo le marmorate non erano geneticamente controllate ed erano allevate secondo criteri quantitativi piuttosto che qualitativi. Si è passati ad una strategia gestionale che programmi la gestione alieutica e al tutela della fauna ittica, valutando gli impatti della gestione alieutica scorporati dalla generica pressione antropica ed individuare ambiti di tutela prevedendo specifici piani di riqualificazione. I vincoli sono dettati dalla integrazione con gli strumenti di pianificazione della normativa nazionale (Distretti
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idrografici e Piano Tutela Acque), sovrapporsi con le leggi regionali esistenti, supportare la valutazione dello stato ecologico per l'elemento “ittiofauna” (del wfd 2000/60). Non erano presenti i funzionari delle regioni Lombardia e Liguria. Nel confronto finale, è stato evidenziato il disagio con cui i concessionari devono “gestire” le acque con dei regolamenti che sono nei casi migliori contraddittori se non esplicitamente contrari alla normativa nazionale vigente. Lo stesso disagio che provano i tecnici nel redigere carte ittiche e/o regolamenti sotto le pressioni da un lato dei pescatori dall'altro di una normativa nazionale che non lascia spazio di manovra. Sono emerse anche differenze di vedute tra gli stessi membri dell'Aiiad per quanto riguarda le interpretazioni delle leggi e dei regolamenti. Stante questa incertezza dovuta all'oggettiva difficoltà, per non dire impossibilità, di regolamentare la pesca sportiva e ricreativa l'Aiiad chiede alle amministrazioni pubbliche e alle associazioni di pescatori di creare un gruppo di “pressione” al fine porre rimedio a questa situazione per esempio: modificare delle leggi nazionali vigenti (257/97 in primis), proporre dei regolamenti attuativi, e magari pensare ad una legge quadro sulla pesca nelle acque interne che alla luce di quanto emerso è una vera e propria necessità. Conclusioni Sicuramente è stato un workshop molto istruttivo, naturalmente chi attendeva risposte inequivocabili, è rimasto deluso. Si è parlato, sicuramente troppo di salmonidi, e poco di tutte le altre acque e specie ittiche, ma è retaggio storico di "gestioni"dei salmonidi almeno centenarie orientate ad accontentare il pescatore (sicuramente un pescatore diverso da quello sportivo - ricreativo attuale) che purtroppo tanti danni ha creato. Danni dal punto di vista della biodiversità, ma anche dal punto di vista della pesca perché ha creato la falsa illusione che la pesca e il pescatore debba essere soddisfatto con semine, invece di un approccio razionale (e se mi passate il termine più naturale) di una pesca (intesa come regolamento dei metodi e prelievi) basata sulla produzione naturale. Le Carte Ittiche (che assumono vari nomi) sono lo strumento essenziale di programmazione e gestione dell'ittiofauna e di conseguenza della pesca; da questo punto di vista un plauso particolare (grazie anche all'autonomia finanziaria che gode) alla provincia autonoma di Bolzano che ha eseguito i campionamenti coerentemente alla direttiva acqua wfd 2000/60 EU. Non è confortante sapere invece che la regione Veneto non ha questa lungimiranza e nemmeno si preoccupa di dare copertura finanziaria alla stesura e/o rinnovo di questi strumenti conoscitivo dell'ittiofauna. Non solo non si preoccupa nemmeno di stabilire tecniche di campionamento omogenee per ogni provincia cosicché è altamente probabile che avremo risultati non omogenei nel territorio regionale e di conseguenza nemmeno dei regolamenti omogenei. Non è nemmeno una novità sapere gran parte delle associazioni di pescatori alla regione chiedano altro. Ma tant'è. E' chiaro che tutte le regioni si sono mosse al limite (per usare un eufemismo) della normativa nazionale, anzi spesso si sono spinte oltre; ma è altresì chiaro che quello che manca è proprio una legge quadro nazionale che fissi gli ambiti in cui le regioni possano muoversi. Ci sarebbero tutte le premesse (a parte la non trascurabile questione della copertura finanziaria) per cominciare ad affrontare la gestione in modo oculato, ma è chiaro che c'è poco interesse da parte delle amministrazioni e di gran parte delle associazioni di pescatori. Ma è discorso vecchio. Enos Bortolozzo
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VITA DEL CLUB
Ø Il Mosca Club Treviso ha partecipato alla fiera di Vicenza Pescare Show il 20 e 21 febbraio 2016. Molti i soci e gli amici che sono venuti a salutarci allo stand. ringraziamo tutti di cuore! Ø Il 26 febbraio si è svolta l’assemblea dei soci del Mosca Club Treviso, all’interno di questo notiziario il verbale. Ø Quest’anno grazie anche alla collaborazione con il club Mosc’ins & Mosc’ions i corsi si moltiplicano. Per Informazioni chiedere di Umberto o Marco a info@moscaclubtreviso.it Ø Corsi canna ad una mano; Ø 16 - 17 Aprile Lanci spey con la canna ad una mano Ø 14 - 15 Maggio perfezionamento del lancio con canna d una mano, code leggere e pesanti Ø Corsi Canna a 2 Mani Ø 7 - 8 Maggio Spey long belly perfezionamento e lancio in distanza, canna a due mani Fiume Piave Ø 28 e 29 Maggio base, skagit e code affondanti, canna a due mani Fiume Tagliamento
Francesco Palù al MCTV Il 22 gennaio il Mosca Club Treviso ha ospitato Francesco “Checco” Palù! L’appuntamento è stato preceduto da una festosa cena e la serata è rpseguita con l’immancabile “lectio magistralis” del tosatto. L’immarcescibile Tosatto è stato nominato Socio Onorario del Mosca Club Treviso dal presidente Fabio Calore. Per non farci mancare nulla venerdì 27 maggio Checco ci delizierà con una performance canora de: “se tu vu fuir con’iò”. La serata sarà preceduta dalla cena degli asparagi.!
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COSTRUIAMO COSTRUIAMO INSIEME INSIEME
Mosche primaverili Ninfe
Bead head gialla
Spider in fagiano
Amo: 12-14 da ninfa diritto Filo: marrone chiaro Code: pernice marrone Addome: dubbing in cul de canard giallo senape Torace: dubbing in cul de canard senape miscelato beige Sacca alare: fagiano giallo Zampe: un giro di piuma di canard giallo e uno di pernice marrone separati dalla sacca alare Ribbing: rame cotto Testa: pallina di rame
Amo: 10-12-14 grub Filo: marrone scuro Corpo: fagiano Torace: pallina dorata Ribbing: wire dorato Zampe: pernice marrone Testa: marrone
Emergenti Emergente gialla
Emergente in quill
Amo: da secca 14-16 Filo: color senape Code: anatra mandarina o sostituto in germano tinto Addome: fagiano tinto giallo Torace: cul de canard ocra-marrone in dubbing Sacca alare ed ala: cul de canard beige montato con sacca ed abbozzo di ali Testa: senape Note: per irrobustire il corpo si consiglia di intrecciare le fibre di fagiano al filo di montaggio.
Amo: grub 16-18 Filo: nero Addome: quill di pavone spelato naturale Torace: in fibre di pavone Sacca alare ed ala: cul de canard grigio scuro naturale Testa: nera
Buon lavoro Marco Cason
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Programma attività e serate Aprile 2016
Venerdì 01
Serata Ospite: Roger Nilsson pesca in Svezia e Norvegia (a cura di Stefano Duprè)
Venerdì 08
Serata Ospite: Barnes-Ozol s.n.c., Romallo (Tn) produttori di waders ( a cura di Marco Casellato)
Domenica 10 Domenica Memorial Marinelli fiume Piave, ritrovo Cementificio, cicchettata e pesca in Medio Piave, cena da Cialt a Curogna. Prenotazione obbligatoria cicchettata pesca e/o cena ad Antonio Scudellaro Venerdì 15
Serata Ospite: Valerio Santagostino Spey cast con canna a una mano (a cura dì Umberto Benedetti)
Venerdì 22
Serata video: Mortensen vs Mckenzie . Diverse tecniche lancio spey e pesca al salmone atlantico . (a cura di Stefano Duprè)
Venerdì 29
Serata costruzione : classic wet flies (a cura di Nicola Sacchetto)
Maggio
Venerdì 06
Serata Ospiti: Max Malli e Gianfranco Lenzi tecnica Spey (a cura di Umberto Benedetti)
Venerdì 13
Serata Ospite: Giampiero Bartolini perfezionamento del lancio per code leggere (a cura di Marco Casellato)
Venerdì 20
Serata Mercatino dell’usato, vendita e scambio delle attrezzature dei Soci
Domenica 22 Domenica Giornata in memoria dei soci che non ci sono più. Location: Bacino 8 a Belluno presso la “Casa del pescatore” (a cura di Stefano Duprè) Venerdì 27
Serata Ospite con cena uova e asparagi: Serata speciale con classica cena degli superbuoni asparagi di Lino Simionato e l’eccezionale partecipazione de ns Socio Onorario Francesco Palù che presenterà alcune sue composizioni tipiche con chitarra acustica, in particolare il suo ultimo brano musicale “se tu vu fuir con’iò” (a cura di Franco Pistolato)
Giugno
Venerdì 03
Serata informale: ponte del 2 giugno
Venerdì 10
Serata costruzione : Tricotteri ( a cura di Franco Pistolato)
Venerdì 17
Serata video: Coyhaique fly fishing Patagonia Cile e ..alti video a cura di Alessio
Venerdì 24
Serata sito Web: come utilizzare il sito MCTV a cura di Mauro Vendramin
La serata con l’ospite è preceduta dalla cena che si terrà al club. Chi volesse partecipare è pregato di dare l’adesione contattando il curatore della serata con un congruo anticipo. Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso