Notiziario del Mosca Club Treviso 1° Trimestre 2018

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Notiziario del MOSCA CLUB TREVISO

Anno di fondazione 1971

1° TRIMESTRE 2018

ANNO 44 N° 161

Mosca Club Treviso c/o Circolo Sportivo “La Gemma”, via Marie, 1 - 31030 Dosson (TV) tel. 0422490294 Direttore responsabile: Rizzo Sebastiano Registrazione al Tribunale di Treviso n° 55 del 01/03/2007 Presidente: Fabio Calore, via Alleghe, 2 - 30175 Marghera (VE) tel. 335 6245002 H.U. Segretario: Nicola Sacchetto 3403608828 Sito internet: www.moscaclubtreviso.it

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IL PUNTO (a cura del Presidente)

SI INIZIA

Anche quest’anno abbiamo iniziato la stagione di pesca con il consueto ritrovo a Ponte della Priula. Giornata ideale e ottima partecipazione di soci …….forse anche dovuta alla curiosità di assaggiare le trippe preparate dal cambusiere Michele.Lui se la gode a preparare sempre cose nuove, e noi gradiamo alla grande. Oltre alle trippe ci ha deliziato con crostini vari e un’ottima grigliata. Ma devo dire che questa volta la sorpresa più grande non è stato il pranzo…….ma le catture. Infatti , cosa che non accadeva da tempo ,sono state fatte delle belle catture. La prima trota è stata catturata dal nuovo socio Cristian (cosa che ha fatto piacere a tutti),a seguire Nicola,Ubbi…..e soprattutto il presidente onorario Francone con ben cinque catture. Quindi ottima apertura sotto tutti i punti di vista. Vi aspetto tutti al secondo appuntamento , la giornata del pescatore Memorial Marinelli-Furlan in Aprile, ma attenti ,mancherà il cambusiere;quindi preparate i 5 € per i panini! Nelle prossime pagine alcune foto dell’apertura A presto. Fabio Calore

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Per completare il quadro sulla questione Piave pubblichiamo un articolo tratto dalla Tribuna di Treviso di mercoledì 6 dicembre 2017 a firma di Toni Frigo, sull’altra direttiva la 2007/60/CE Direttiva Alluvioni che tratta delle sicurezza idraulica, altro punto cruciale per la gestione del territorio e del Piave in Paricolare.

LA SICUREZZA IDRAULICA

IL PIAVE A PROVA DI ALLUVIONE

Quasi a termine le manutenzioni, finanziato il laminatoio di Ciano del Montello.

La direttiva europea sui piani fluviali anti alluvione non ha tempo e non aspetta tempo. E già tre provvedimenti d’infrazione incombono sul Veneto. Il quale, parola di assessore regionale all’ambiente Gianpaolo Bottacin, si muove “adelante con juicio” dove con “adelante” andrebbe tradotto con “inesorabilmente” mentre il juicio è dettato dalla difficoltà di reperire finanziamenti. E per fare il punto della situazione, sopartutto a proposito del tremendo Piave, l’assessore regionale ha convocato a Palazzo Balbi una conferenza stampa con tanto di numeri sul “già fatto” e sul “da farsi”. Notizia principale, anche se non di grande impatto: è stata finanziata la progettazione della prima delle 5 casse di laminazione, quella di Ciano del Montello, capace di dare sfogo a Nord della strettoia di Ponte di Piave, a 35 milioni di metri cubi d’acqua quando ciò si rendesse necessario a evitare l’alluvione. Alluvione che è probabile ora come nel tragico 1966, visto che il Piave è un fiume imprevedibile: in caso di forti precipitazioni a monte nel Bellunese, è capace di passare a Segusino da una portata di 110 (di cui 96 utilizzati a irrigazione) a 3000 metri cubi al secondo, con l’effetto di una valanga d’acqua che si reversa nella parte bassa del fiume, fino a Jesoloe fino a “mangiarsi” le spiagge e le zone costruite e antropizzate. L’allarme è grave e ieri l’ingegner D’Alpaos dell’università di Padova è stato chiaro: è assolutamente pericoloso barare sui numeri; serve una univoca e veritiera quantificazione dei flussi per scongiurare il pericolo di tornare indietro di 50 anni dimostrando di non avere imparato nulla dalla storia. I tempi a disposizione per sistemare le cose non sono neppure quantificabili, perché ciò che più si teme potrebbe avvenire anche nel giro di poco tempo. “Anche domani”. Questo a dispetto di ciò - molto - che si è già fatto in termini di manutenzioni ordinarie e straordinarie portate a termine dalla Regione. La quale ha già speso, per completare in larghissima parte le opere, dopo l’alluvione del 2010, quasi 109 milioni di euro suddivisi tra opere della Forestale e del Genio civile bellunesi, oltre al Genio Civile del Veneto e al Genio civile di Treviso. Ma è sui laminatoi e sulle casse di espansione - hanno ricordato l’assessore e il segretario generale del distretto del Bacino delle Alpi Orientali Francesco Baruffi - che si gioca a vera partita sul Piave. “Fiume che ha allarmanti piene e altrettanto allarmanti magre” come ha detto D’Alpaos descrivendo il regime del fiume, frutto dei prelievi operati dall’agricoltura e da chi con l’acqua e dighe più o meno mascherate produce energia. E sull’argomento, l’assessore è stato chiarissimo: Ognuno per proprio conto lamenta che i laminatoi ruberebbero terreno agricolo e andrebbero contro l’interesse di questo o quel privato, questo o quel paese. “Ma esiste un (continua a pag. 4 ) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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interesse comune a di sopra di quello particolare. Se disperdere la forza delle acque nelle campagne diventa la salvezza, di chi dovrebbe fare i conti con la furia delle acque - ha detto Bottacin - è un cosa buona e conviene accettare la soluzione migliore per tutti. La memoria di un passato neanche tanto lontano dovrebbe essere a lezione cui ispirarsi. Se la Regione dovesse spendere, per riparare i danni al litorale o al Sandonatese, ciò che ha risparmiato sulle casse di espansione, alloa quei cittadini che lamentano l’”ingiustizia” di questa soluzione, al momento del disastro, dovrebbe fare un esame di coscienza. La nostra, di politici, è una posizione scomoda perchè quando arriva il disastro è facile puntare il dito su “chi non ha fatto e non ha tenuto conto di ciò che si è imparato con gli anni”. Vero insomma che la Regione per quanto riguarda il Piave, ha a che fare con circa 2500 persone che abitano in golena. “dobbiamo imparare anche a scappare” ha semplificato Bottacin. - Chi da una vita fa i conti con le pienede fiumedeve sapre cosa succede e organizzarsi.

Lo stesso giorno sempre sulla Tribuna di Treviso troviamo una intervista a firma di Alberto Vitucci, con il prof. D’Alpaos.

IL RISCHIO E’ SEMPRE ALTO MA QUALCHE COSA SI MUOVE D’alpaos: “Bisogna usare criteri ingegneristici sul calcolo delle piene” Attacco alla politica friulana su Livenza e Tagliamento.

“Molti che parla pochi che se ne intende”. Cita Frà Giocondo, l’ingegnere Luigi D’Alpaos, per dire con la sua consueta schiettezza che “l’idraulica non è un esercizio da bar sport del lunedì”. Che i tecnici devono prendere la loro responsabilità. E le decisioni vanno prese sulla base di dati scientifici, non di opinioni. “Quelo di oggi” scandisce, ospite della presentazione del Piano Idraulico per la sicurezza del Piave, a Palazzo Balbi, “è un primo passo importante. Certo non basterà per garantire la sicurezza idraulicadei territori in particolare del Basso corso del Piave. Ma almeno qualche cosa si è mosso. Detto da lui, è un grande complimento. Da decenni D’Alpaos, 74 anni, ingengere bellunese trapiantato a Padova, uno dei più grandi conoscitori dei fenomeni idraulici di laguna e fiumi veneti, ha fatto il Grillo Parlante. “Se un nuovo 1966 arrivasse oggi”, aveva detto lo scorso anno, durante le celebrazioni per il cinquantenario dell’alluvione, “i rischi sarebbero ancora maggiori di allora. Per la prevenzione idraulica non si è fatto nulla”. Parole dure, ripetute ad ogni occasione. Mai considerate dalla politica. (continua a pag. 5) Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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Adesso arrivano i primi fondi “strutturali”. “E riguardano un fiume importante e complesso”, dice l’ingegnere. Dopo l’alluvione del 2010, gli interventi per la sicurezza del Bacchiglione hanno dato qualche risultato di rilievo. Ma si tratta di un fiume “facile”, ammonisce D’Alpaos, da bravo professore. Adesso tocca mettere mano alla Piave, uno dei più importanti e impetuosi fiumi italiani, sorgente al mote Peralba, ai confini con il Friuli, fino ad arrivare in pianura dopo aver attraversato le valli alpine e il bellunese, la provincia di Treviso e la parte di Venezia Nordorientale. Il Piave, fiume di natura torrentizio che può improvvisamente riempirsi in caso di eventi atmosferici critici e portare gravi problemi in pianura, come ripetutamente successo negli ultimi decenni. Il problema ver oè di disporre di dati sicuri. “Sono cose di cui parliamo da sempre, ma non vengono applicate”, continua D’Alpaos, “per fare le opere dobbiamo prima valutare la portata dei fiumi, soprattutto dei tratti terminali dei fiumi arginati”. Il primo sassolino è per chi “sottovaluta” la potenza del fiume. O “si tiene basso” sull’effettiva portata di piena. “Non è la stessa cosa attuare un piano se ci dicono che a valle di Ponte di Piavela capacità è di 300 metri cubi al secondo oppure se, come dicono altri, è solo di 2300”. La parola d’ordine adesso, dice D’Alpaos ad assessore e tecnici che lo ascoltano, “è quella di usare criteri ingegneristici”. “Non abbamo bisogno di improvvisatori e di opere non adeguate. Io sono bellunese e ho visto da vincino quelo che è successo nel 1966. Oggi non possiamo giocare con i diagrammi di piena, e nemmeno fare confusione”. Ilnuovo corso dell’Autorità di Bacino diretta da veneziano Francesco Baruffi, sembra andare in una direzione diversa. Si comincia adesso a fare le opere previste dalla commissione ministeriale negli anni sessanta, poi dal Piano per la Difesa del Suolo del 1989. “Ma potrebbe non bastare” ammonisce l’ingegnere. Che riserva una frecciata piuttosto pesante agli amministratori “che fanno prevalere l’egoismo rispetto all’interesse di tutti”. Si sta parlando di Livenza e Tagliamento, e il riferimento è chiaramente alla confinante Friuli Venezia Giulia. “Abbiamo assistito a posizioni davvero vergognose”, accusa l’ingegnere, “in questo campo non vale l’egoismo, perché apparteniamo a un’unica collettività. I problemi non si risolvono pensando solo al proprio giardino. Il confine amministrativo, quando si parla di acqua, è un concetto che non ha alcun significato”.

Dal Gazzettino del 2 gennaio 2018 la difesa del Consorzio di Bonifica.

Troppa acqua sprecata: “Il Piave salvato dal Consorzio” Portata minima: il presidente Romano respinge le accuse.

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Né allarmisti, né addormentati, ma in prima linea da anni, per trovare una soluzione per il fiume. Il presidente Giuseppe Romano replica alle accuse rivolte al Consorzio di bonifica Piave sulla questionedel flusso minimo ecologico del corso d’acqua. Da un lato l?unione Europea che impone di garantire una portata vitale a tutela dell’ecosistema: i termini per l’applicazione della direttiva sono oramai imminenti. Dall’altra la “sete” delle coltivazioni nelle campagne circostanti, che temono di restare a “secco”. IL DILEMMA “Ci hanno accusato di fare alarmismo - conferma Romano -, io credo si tratti di sano pragmatismo e soprattutto doverosa informazione. Se non avessimo sollevato il caso, oggi nessuno sarebbe a conoscenza del problema. Poi ognuno può avere una sua posizione sulla questione, ma l’informazione e la discussione sono fondamentali”. E la posizione del consorzio, ribadisce i massimo dirigente, è chiara: “Nessuno è contrario a preservare i flusso del Piave”. Tant’è che abbiamo richiesto investimenti importanti per l’adeguamento alle norme europee. Siamo stati gli unici a fare una proposta, insieme al territorio. Ma anche se i finanziamenti fossero subito disponibili, queste operazioni non si possono realizzare dall’oggi al domani. Occorre innanzitutto, una sperimentazione seria, condotta da organismi tecnici indipendenti.” NUOVA INDAGINE Dopo un primo studio dieci anni fa, ora la rilevazione verrà ripetuta nelle prossime settimane, mentre sono già avviati i confronti con i Comuni “a partire da quello di Treviso, che potrebbe subire delle conseguenze maggiori”. Mail presidente rivendica come da tempo il consorzio si stia impegnando in materia assieme a Regione, Provincia, Genio Civile, autorità di bacino e coinvolgendo una sessantina di amministrazioni municipali. “Perché il problema dell’acqua del Piave non riguarda solo alcune aree rivierasche, ma tutti”. Un’attività portata avanti da quindici anni: “abbiamo investito 150 milioni: senza il nostro contributo ne servirebbero 450. Abbiamo rististemato la rete di canalette su 12 mila ettari.Questo percorso ha consentito di risparmiare al sistema Piave sei metri cubi al secondo di portata. Il consorzio non è una lobby di parte, ma una istituzione. Chi dice che non ha fatto nulla, non conosce chi lavora sul Piave. Forse ha dormito chi ha atteso 17 anni per applicare la direttiva europea, noi no di certo (M.Z.)

Stampato con il contributo della Regione Veneto Contributi a favore delle Associazioni di pesca sportiva-amatoriale del Veneto per iniziative di valorizzazione, informazione e promozione del settore.

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PROGETTO NURSERY DELLA MARCA TREVIGIANA

Come il Mosca Club TV ,anche l’APS Marca Trevigiana ha partecipato al Bando Regionale 2017,presentando un progetto denominato “ NARSERY FARIO MARCA TREVIGIANA “ , che è stato finanziato. Il progetto sostanzialmente si divide in due parti: • la prima ha previsto l’acquisto di tutte le attrezzature necessarie per i recuperi e le semine rendendoci cosi autonomi per la gestione di tali operazioni. Abbiamo acquistato uno storditore elettrico,due vasche per il trasporto del pesce di cui una più piccola per gli avannotti, e tutti gli accessori vari ( guanti, stivali e guadini ). Per l’abilitazione all’uso dello storditore e quindi per conseguire il patentino, abbiamo organizzato presso la sede dell’associazione un corso al quale hanno partecipato una decina di soci. • -la seconda parte ha previsto l’istituzione della Zona Narsery,con conseguente ripopolamento di 380 kg. Di trotelle fario taglia 10/15 cm. Dopo un’attenta analisi si è deciso di creare questa zona su tutto il corso del fiume Limbraga in nostra concessione, che pertanto è stato chiuso alla pesca. La scelta dell’Limbraga è dovuta soprattutto al fatto che questo fiume,rispetto al Riul e al Piovensan (altri due piccoli fiumi che abitualmente vengono usati come zone di ripopolamento ) ha sempre dato migliori risultati sia numerici che di accrescimento. Come prima cosa abbiamo provveduto alla bonifica, effettuando un recupero ti tutte le trote adulte al fine di poter garantire un’ambiente privo di predatori per l’inserimento delle trotelle. In collaborazione con il personale della provincia di Treviso verso la fine di novembre 2017 abbiamo recuperato 140 trote che sono poi state trasferite nella zona no kill del vicino fiume Storga. Successivamente abbiamo effettuato un altro recupero di una cinquantina di esemplari trasferiti poi nella zona trofeo del fiume Melma. Il 27 novembre 2017 , quindi, abbiamo provveduto al ripopolamento introducendo 380 kg di trotelle fario della misura 10/15 cm per un totale di circa 8350 esemplari . In seguito della nascita della Zona Nursery e del conseguente divieto di pesca in tutto il fiume Limbraga,l’associazione ha introdotto altri cambiamenti al regolamento per quanto riguarda il fiume Melma,nel quale si può ora pescare con tutte le esche da inizio concessione fino al ponte della ferrovia,mentre resta invariata la zona trofeo dal ponte della ferrovia alla fine della concessione dove è consentito pescare solo con esche artificiali. Resta invariato il regolamento nel fiume Storga dove si pesca con esche artificiali da inizio concessione fino alla chiusa in località’ Selvana (ex fabbrica degli occhiali), no kill solo mosca dalla chiusa in località Selvana al ponte della ferrovia e zona trofeo artificiale da ponte della ferrovia a fine concessione. Resta invariato anche il regolamento sia sul Riul dalle sorgenti fino alla strada per Breda di Piave in località Biban, e sia sul Piovensan, dalle sorgenti al salto d’acqua di villa Passi, ove è+ consentito pescare con tutte le esche. Per i permessi giornalieri ai non soci , prima c’era solo la possibilita’del permesso a mezza giornata (25 euro), mentre ora si possono acquistare anche permessi per l’intera giornata (35 euro).In buona sostanza siamo sicuri di aver avuto un’ottima occasione per migliorare la nostra associazione e il tempo ci darà ragione. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto ,e a tutti vorranno usufruirne, buon divertimento. Il Presidente dell’APS MARCA TREVIGIANA Calore Fabio Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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Il MCTV al PESCARE SHOW di Vicenza Andati ieri in mezzo al "burian siberiano" che cominciava a disperdere nevischio sulla strada. Stand fra Silver Salmon e PIPAM, meno gente ,sembra, di sabato , ma infittita nelle ore centrali. Rivisti volti noti : Magrini, Cladio "O' Svedese" oramai emigrato, Messori "non chiudere , è una rivista di spicco, un classico.." gli ho detto, Fadda e Zio Beltramello, il NANO PAZZO del Silver con occhiali "speciali" privi di lenti, Bruno Righetti carico come un F.35 ( potrebbe catalizzare tutti i "fiappi " in circolazione ...un "Magneto " del fly fishing...!). Tanti del MCTV in visita e compere, Nitro aveva uno zaino di "cavallino, barba de cavara, volpe artica e cueo de simiotto" tutti a colori VIVI, Ginger mimetico che sganassava, Lele co i occi da matto....mancava Glice..forse per un impegniuccio...(????!!!!....). Sorpresona! Robertone Anderlini in pausa pranzo in quanto trasferito a Vicenza ( ...sono il nonno al reparto pesca..., andrò in Adige e Brenta a pescare ...c..!!!). Siamo stati bene, una bella baldoria mentre il Paredetanti fioi..affettava mortadella e salame a piene mani (famiglia numerosa...). Visitona della Susanna, sempre "speciale" , che poi ha ricevuto attenzioni finalmente anche dagli altri ..( Nitro se a gà basada...anca massa!!). Club reattivo , club che mi piace quando è così! Alla prossima. ". Marco Cason

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Kola Peninsula Trip Chavanga River

Finalmente dopo la mancata partenza dello scorso anno, a metà Settembre 2017 l’avventura ha inizio. Dopo il disbrigo delle pratiche burocratiche i nostri Salmon Anglers (Claudio Fanciullacci, Maurizio Moro, Ermanno Frasson, Giampaolo Joppi e il sottoscritto) sono in partenza, carichi di positive aspettative di catture. Il viaggio prevede un volo aereo Venezia Mosca e Mosca Murmansk.

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Nella moderna città, sede dei sommergibili nucleari russi, sostiamo per una giornata in attesa di un impegnativo tragitto verso la nostra meta. Scelta questa azzeccata in quanto ci ha permesso, oltre che a riposarsi, di visitare la città e fare “un moderato shopping” di souvenir e di materiali da pesca (presenti in buona quantità e qualità nei 3 negozi visitati). Dopo un buon sonno ristoratore, al mattino seguente siamo pronti per una vera e propria avventura. Con l’utilizzo di tre mezzi diversi e una barca (con la quale abbiamo attraversato il Varzuga)

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raggiungiamo finalmente in serata (dopo 10 ore) il Chavanga Village (che sarĂ la nostra sede logistica). L’impegnativo tragitto ci ha deliziato della vista dei Beluga e dei Leoni Marini, impegnati nella ricerca di cibo. Il Lodge è bello e caldo, prevede la sistemazione per sette pescatori (oltre a noi sono presenti due Salmon Anglers australiani). Appena sistemato valigie e attrezzatura di pesca, tutti con i piedi sotto la tavola, dove il salmone assieme alla vodka era in bella vista. Vasil insieme ai figli (Vasil junior e George) ci danno tutte le info per i seguenti sei giorni di pesca e poi tutti a nanna.

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Il giorno seguente (come gli altri prossimi) ci si sveglia di buon mattino e dopo una lauta colazione (dove anche qua non mancava il salmone e la Vodka) tutti a seguire la guide divisi nelle due rive del fiume. Il Chavanga, anche se non di grande alveo, si mostra in tutta la sua imponenza con rive dove sono presenti enormi massi e magnifiche pool. Dopo otto ore di pesca ritorno al lodge, sauna ristoratrice, cena abbondante (qualcuno indovinate chi …aveva poca fame…forse) e grandi commenti sull’esito della pescata. Tutti soddisfatti a parte Maurizio (il Ginger) che sembrava segnato dalle maledizioni ricevute da …certi amici .. al Club che gli auguravano catture di salmoni resident tanto neri. Nei giorni seguenti, grazie anche ai consigli di Vasil, sfaterà la Cabala e porterà a riva diversi bei salmoni freschi.

Tesseramento Sociale 2018 (((( AVVISO AI SOCI )))) ... E’ tempo di rinnovare la tessera Rivolgiti a Alessio o Nicola ...

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A parte un paio di giorni dove soffiava un vento forte e freddo, ci siamo divertiti alla grande e tutti, chi piÚ chi meno, abbiamo avuto molti strike. La risalita era imponente anche se di non importanti misure, la media della catture variava infatti dai tre ai quattro/cinque chili. Nei guadi, visto il colore teato del fondale e la presenza di sassi e rocce di diverse dimensioni, era d’obbligo il wading-staff.

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La lunghezza ideale della canna variava dagli 11 ai 13 piedi e la flies che hanno dato maggior soddisfazione è stata la Cascade di medie dimensioni (con corpo dorato in condizioni di cielo terso e corpo argento con cielo nuvoloso). La temperatura variava (in base anche al diverso orario giornaliero) dai 4 agli 9 gradi per l’aria e dai 4 ai 7 gradi per l’acqua.

La maggior parte delle mie catture le ho fatte con la Hardy Wye in bamboo da 11 piedi. Uno spettacolo veder lavorare la canna sui poderosi Take dei salar e il sentir cantare il Marquis ad ogni loro poderosa fuga. Numerose carogne dei Pink Salmon (seminate erroneamente dai russi insieme ai King salmon) erano presenti ai bordi del fiume, prelibata cena per l’orso grigio. Ahhh…una nota di colore… vi ricordate che in altri resoconti dei viaggi si aggirava un furbo corvo che borseggiava le nostre dispense mostrandosi particolarmente goloso di latte e biscottini? Bene era presente anche qua con gusti un pò diversi…impazziva per il formaggio …. Come sempre il commiato è triste e già adesso la voglia di ritornarci è tanta. Un viaggio che sicuramente merita il bis. Un grazie particolare a Giorgio Cavatorti a Vasil, Vasil Junior e George. Franco Pistolato

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VITA DEL CLUB Ø Domenica 4 marzo si è svolta ‘aperture della stagione di pesca ai salmonidi presso il NK di Ponte della Priula Ø Il 24 e 25 febbraio il Mosca Club Treviso ha partecipato al Pescare Show di Vicenza, un ringraziamento a tutti i soci che hanno consentito lo svolgersi della manifestazione Ø Il giorno 8 aprile memorial Marinelli - Furlan presso i cementifici di Pederobba, alla sera cena. Ø Per i soci che lo desiderano è possibile pre iscriversi al corso di perfezionamento al lancio contattare Alessio

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COSTRUIAMO COSTRUIAMO INSIEME INSIEME MARCH BROWN STORY Comincia il periodo di schiusa di questi insetti , metto qui alcuni dressing ad hoc “ da sotto a sopra”:

“Goldfinger” emerger nimph Amo: 10 lungo Filo: marrone Coda: fagiano naturale Addome: lepre in dubbing nocciola con ribbing dorato Torace: lepre scura Sacca alare : in fagiano con piuma Kaki di CDC fuoriuscente di taglio Zampe: pernice scura

M.B. emerger Amo: 10-12 da secca Filo: marrone Code: pernice scura con gallo rosso Addome: lepre chiara con ribbing rame Torace: lepre scura Ala : in CDC kaki montata tipo emergente Zampe : pernice scura

Edyo emerger Amo: 10-12 da secca Filo: marrone Code : gallo rosso scuro Corpo: in fibra di fagiano cerchiato in rame Torace: pelo di lepre Ala: ciuffo di cervo naturale con due piume di CDC kaki ai lati

Ecdyo spent Amo: 10-12 da secca Filo: marrone Coda: pernice marrone Corpo: fagiano rigato in rame Ala : CDC kaki o grigio girato ( 1-2 giri max) Hackle : pernice scura Semplici e veloci …Buon Lavoro

Marco Cason Notiziario dei soci del Mosca Club Treviso


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Programma attività e serate Venerdì 06

Serata informale

Aprile 2018

Domenica 08 Memorial Marinelli - Furlan presso i cementifici di Pederobba Venerdì 13

Serata Video

Venerdì 20

Serata nodi a cura di Giorgio Cazziola

Venerdì 27

Andamento e proposte del Club

Maggio

Venerdì 04

Cena degli asparagi presso la sede del club

Venerdì 11

Serata ospite: Marco Ferrari

Venerdì 18

Serata costruzione: Bruchi a cura di Franco Pistolato

Venerdì 25

Serata video

Giugno

Venerdì 01

Lancio in notturna, provare le canne o perfezionare il lancio

Venerdì 08

Serata costruzione: a cura di Marco Cason

Venerdì 15

Serata ospite: il nostro socio onorario Francesco Palù. Per chi volesse partecipare alla cena è pregato comunicarlo entro mercoledì 13

Venerdì 22

Serata costruzione: Mosche classiche da salmone a cura di Ubbi S. Duprè

Venerdì 29

Bovoi e sardee, classica serata estiva agliosa. Prenotare la partecipazione entro venerdì 22 per acquistare le sardee e i bovoi.

La serata con l’ospite è preceduta dalla cena che si terrà al club. Chi volesse partecipare è pregato di dare l’adesione contattando il curatore della serata con un congruo anticipo.

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