Dicembre 2012

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ANNO V

DICEMBRE 2012

BUONE FESTE


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Il concorso abbinato alle manifestazioni A n i s i a Tr i m i e s , v i n c i t o r e d e l l ’ u l t i m a e d i z i o n e d i ‘ Vo t a A r t i s t a ’ i n e s p o s i z i o n e a l B r u n e l l e s c h i di Milano dal 15 gennaio 2013.

ANISIA

TRIMIES


LA FIERA DELLA CREATIVITA’ La creatività milanese in mostra

speciale appuntamento del

16 dicembre dalle ore 10 alle ore 17 Vi d e o p e r f o r m a n c e Esposizione Wo r k s h o p livePerformances Estrazione concorso CreativeBrunch

PIPPO L E O C ATA In mostra fino al 6 dicembre L'artista, nato ad Adrano, in Sicilia, nel 1945, si trasferì giovanissimo a Torino, ove ha conseguito la laurea in Architettura e dove ha poi sempre vissuto insegnando nelle scuole superiori. Acuto osservatore della realtà circostante, sin da studente disegnava ciò che si presentava ai suoi occhi, in particolare la vita tumultuosa e disordinata di una città allora operaia e dai ritmi precisi ma convulsi. Le sue opere hanno una base tecnica sopraffina ed un'esemplare vivacissima coloritura. Circolo degli Artisti Via Bogino 9, Torino orari: da lunedì a venerdì 15.30 - 19.30 sabato su appuntamento Informazioni: tel. 011.8128718 annavirando@hotmail.it


LO SPORT VA A L M U S E O In due giorni consecutivi la città di Torino ha vissuto una strana, particolare coincidenza. In due giorni consecutivi la città di Torino ha vissuto una strana, particolare coincidenza. Lunedì 12 è stato inaugurato allo Stadio OLIMPICO (ex stadio Comunale, ex Stadio Mussolini) il Museo dello Sport, con reperti storici di tutte o quasi le discipline sportive. Frutto della passione di un collezionista privato, che ha voluto donare il frutto delle sue ricerche alla collettività. Dai guantoni di Cassius Clay, al casco di Senna, dalla maglia iridata di Coppi alle foto di molte imprese sportive. Il giorno successivo allo Juventus stadium è stato presentato il progetto che vede coinvolti oltre al Museo della società bianconera, il Museo Nazionale del Cinema (presieduto dal pittore Ugo Nespolo, tifoso juventino) e la Reggia di Venaria. Lo stadium è proprio sul confine fra le due città e certamente esiste un effetto traino fra sport e Reggia. Interessante il coinvolgimento del MUSEO del CINEMA, il quale rappresenta comunque un'arte molto apprezzata dai giovani che non disdegnano, è noto, il mondo pallonaro. L'iniziativa è di sicuro una novità ed un volano turistico che la Regione sponsorizza e ben si inserisce nella politica dell'assessore Alberto CIRIO rivolta ad incrementare le visite in Piemonte. Roberto Curione


ANGELO CIGNAROLI Vedute del regno di Sardegna L'artista visse uno dei periodi più turbolenti della nostra storia, la rivoluzione francese prima, la conquista napoleonica poi. Figlio di Vittorio Amedeo Cignaroli, già pittore di Corte nei primi anni di formazione del nuovo Regno, e certamente più noto per le sue opere, in genere paesaggistiche, classicheggianti ed arcadiche allo stesso tempo, Angelo seguì le orme del padre nel 1792, in piena tempesta rivoluzionaria, sotto il re Vittorio Amedeo terzo, ma non fu certo un innovatore. L'ambiente culturale sabaudo, all'epoca, era alquanto conservatore. Ebbe l'incarico ufficiale di riprodurre luoghi del Regno (in specie le residenze reali e dintorni) e quelli in cui stava nascendo il turismo. Ampio spazio alla Valle d'Aosta, quindi, una delle prime mete di rilievo europeo, anche a livello scientifico con la prima scalata al Monte Bianco. Angelo Cignaroli fu una delle tante scoperte dell'antiquario ACCORSI, il padre del Museo e della Fondazione, orgogliosamente di diritto privato. Molti gli eventi collaterali, dedicati anche ai giovani ed ai bambini, per avvicinarli all'arte in un ambiente austero ma ricco di autentiche chicche.

Museo Accorsi - Ometto via Po 55, Torino Orari: da martedì a domenica 10.00/13.00 - 14.00/18.00 lunedì chiuso Informazioni e prenotazioni: tel. 011.837688 info@fondazioneaccorsi-ometto.it www.fondazioneaccorsi-ometto.it


GENESI D E L FA R E

La galleria A arte Studio Invernizzi inaugura martedì 11 dicembre 2012 alle ore 18.30 la mostra "Genesi del fare" che ripercorre l'evoluzione di una direttrice dell'arte contemporanea che ha privilegiato la formazione di una nuova grammatica espressiva, a partire dalla ricerca della sintesi tra colore, atto pittorico, materia e forma. Punto di partenza del percorso espositivo è l'opera "Spazio totale: progressioni ritmiche simultanee in variazione vibratile" realizzata nel 1953 da Mario Nigro, artista che dalla fine degli anni Quaranta guarda alle origini di un'esperienza non oggettiva come mezzo per interrogarsi sull'essenza dell'esistenza umana. Al piano superiore, opere di Enrico Castellani, Gianni Colombo, Dadamaino, François Morellet e Grazia Varisco si propongono come ipotesi di attraversamento e superamento dell'immagine, come soglia che si apre alla conoscenza del tutto oltre il confine della bidimensionalità, per ritrovare forza comunicativa con ancor nuova energia. Questa ricerca, che affonda le proprie radici nel clima culturale degli anni Cinquanta in Europa ed a Milano, non si esaurisce nel tempo e trova nuove chiavi di lettura e di espressione nelle opere di Rodolfo Aricò e Carlo Ciussi, realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta ed esposte nella seconda sala dello stesso piano, pervase da una continua tensione progettuale che indaga forme e colori in una sintesi che tende all'universale. Allo stesso modo le sculture di Nicola Carrino, strettamente legate all'idea di costruzione e decostruzione, e di Mauro Staccioli, caratterizzate dall'essenzialità geometrica delle strutture, si esplicitano come l'esito di una riflessione sull'idea stessa di scultura, riletta in una prospettiva che guarda al divenire perdendo la propria entità autoreferenziale e divenendo un elemento specificatamente pensato per lo spazio di destinazione, per rispondere a un'esigenza di compenetrazione e individualità. Nel terzo ambiente del piano superiore David Tremlett crea, con il tratto del pastello su carta, delicati equilibri di verticali forme geometriche elementari mentre Lesley Foxcroft indaga l'espressività artistica di materiali legati all'uso quotidiano, com e MDF. Al piano inferiore della galleria, i lavori di artisti europei e americani quali Alan Charlton, Sol Lewitt, John McCracken, Ulr Toroni riflettono sulla possibilità di un gesto essenziale e sintetico che attraversi e percorra lo spazio espositivo. L'utilizzo d rativo di analisi, come le impronte di pennello di Niele Toroni, il colore grigio delle tele di Alan Charlton o il sezionare la pie me primarie di Ulrich Rückriem, diviene la cifra stilistica di una ricerca che si differenzia, per il legame che intercorre tra l'o creare dei singoli artisti, dalle strutture primarie della Minimal Art americana di Sol Lewitt e John McCracken. In un'altra sezione dello stesso piano si trovano i risultati più recenti di questo percorso. Le opere degli anni Ottanta carat sione sullo spazio di Bruno Querci, che trasporta sulla tela un delicato equilibrio di campiture bianche e nere, e di Nelio S sul fondo bianco le vibrazioni energetiche attraverso le cromie accese di colori acrilici, e dagli éclairages di Michel Verjux, c bienti con le loro proiezioni, portano negli anni Novanta a una ulteriore riflessione che si esprime nel gesto della foratura co De Marchi su superfici in plexiglas e nella considerazione dell'architettura come parte fondante dell'opera di Francesco opere esprimono, infatti, altrettante possibilità di lettura e sviluppo di un percorso artistico continuamente "in fieri".

R o d o l f o A r i c ò , F r a N i c o l a C a r r i n o , E A l a n C h a r l t o n , G i a n n i C o l o m b R i c c a r d o D e M a r c h i S o l L e W i t t , J o F r a n ç o i s M o r e l l e B r u n o Q u e r c i , U N e l i o S o n e g o , M N i e l e T o r o n i , D G r a z i a V a r i s c o ,


ità e orizzontalità tra me carta, cartoncino

rich Rückriem, Niele di un elemento reiteetra dolomitica in foropera e la volontà di

tterizzate dalla riflesonego, che trascrive che indagano gli amompiuto da Riccardo o Candeloro. Queste

In occasione della mostra verrà pubblicato un catalogo bilingue con la riproduzione delle opere esposte, un saggio introduttivo di Daria Ghiradini, una poesia di Carlo Invernizzi e un apparato biografico.

11 dicembre 2012/30 gennaio 2013 Galleria: A arte Studio Invernizzi Via Domenico Scarlatti 12, Milano orari: da lunedì a venerdì 10.00/13.00 - 15.00/19.00 sabato su appuntamento

n c e s c o C a n d e l o r o , n r i c o C a s t e l l a n i , C a r l o C i u s s i , o , D a d a m a i n o , , L e s l e y F o x c r o f t , h n M c C r a c k e n , M a r i o N i g r o , e t , l r i c h R ü c k r i e m , a u r o S t a c c i o l i , a v i d T r e m l e t t , M i c h e l V e r j u x .

Informazioni: tel. 02.29402855 info@aarteinvernizzi.it www.aarteinvernizzi.it


IL PULCINO PIO L'altra musica vista dai critici di "MUSICA"

Mi sono sempre detto di non andare al supermercato il sabato pomeriggio, ma anche ieri ci sono ricaduto. Le code sono lunghe, così lunghe da darti tempo di pianificare l'intera settimana. Ero assorto nel pensiero delle recensioni da scrivere per “Musica”, quando dalla corsia bancone-frigo mi si materializza dinnanzi Charles Burney, forse il più famoso storico della musica di tutti i tempi, che fra il 1776 e il 1789 pubblicò la monumentale “History of music” in quattro volumi. Ho pensato che fosse un'allucinazione, ma era proprio lui. Ne abbiamo viste tante - ho pensato -, vediamo anche questa. Ma non è finita qui: Burney mi si avvicina e mi sussurra qualcosa all'orecchio. “Hai dimenticato le uova!”. Effettivamente era vero. Non ho voglia di tornare indietro, ma Burney mi prende per un braccio e mi tira fuori dalla coda. Mi porta, a forza, fino al banco-frigo, davanti alle uova. “Lo sai perché ti sei dimenticato le uova, vero?” - mi dice con tono sibillino. “No, perché?”. “E' il pulcino Pio”. A questo punto ho un nuovo mancamento: passi che Charles Burney mi si presenti davanti nel 2012, ma che parli del Pulcino Pio, no. “Mr Burney, lei è morto nel 1814, anche se non sembrerebbe. Ma soprattutto, lei è vissuto nell'epoca aurea della musica classica, ha scritto di Bach e di Mozart, e ora mi parla del Pulcino Pio?”. “Signore, io ho impiegato ben tredici anni per scrivere quei quattro volumi di storia della musica! E' mio dovere tenermi aggiornato, e l'ho fatto in tutti questi anni, per quanto strano le possa sembrare. Altrimenti sarebbe fatica buttata, capisce? Avevo detto che avrei fatto un lavoro completo, e così sia. Ma non mi svii dal suo caso: le stavo or ora dicendo che lei si è dimenticato le uova perché il suo inconscio collega l'idea delle uova all'idea del pulcino Pio. Lei lo sa che non può ignorare ancora per molto il pulcino. Lo sa vero?” “Sì. Devo scrivere una recensione per Musica. Mi aiuti, la prego”. “Sono qui per questo. Affrontiamo la questione obiettivamente, senza pregiudizi. Innanzitutto abbiamo l'ascendente popolare. “Il pulcino pio” nasce come citazione di una canzone brasiliana...” “Più che una citazione una scopiazzat...” “Mi lasci finire! Dicevo: una citazione in cui il profilo melodico e armonico non cambia, ma muta il testo e il timbro. Una musica, diciamo, piuttosto vicina al samba. Lei sa quanta gente vorrebbe prendere un aereo per ballare il samba al Carnevale di Rio e non può permetterselo, vero?” “Sì, ma...” “Allora fanno così: ballano il pulcino pio. Ta-tà ta-rà ta-tà. Ma procediamo con l'analisi. Se il ritmo è brasiliano, l'iterazione del ritmo stesso e del profilo melodico-armonico richiama gli stati di trance della musica indiana e, dunque, dei minimalisti. Qui legittimamente possiamo affermare che con il Pulcino Pio ascoltiamo cose che Philip Glass non può neanche immaginare...” “Ora non mi tiri in ballo Glass: quello è minimalismo con un senso!” “Ma è questo il problema, ragazzo mio! I minimalisti credevano nel far tabula zero, nel tornare al grado zero, e giustamente! Ma c'è un ma: non avevano calcolato il grado sottozero. Il pulcino pio inizia ritmicamente con l'evocare agli italiani i ritmi brasileiri e conseguentemente i glutei danzanti del Sudamerica. Una volta motivati gli ormoni, procede verso il cervello con l'iterazione ossessiva di un motivo così elementare da poter essere inghiottito perfino dai timpani dell'essere più antimusicale che esista.”


“Ho capito: quindi, da recensore classico, potrei parlare del Pulcino Pio come di un pronipote al grado sottozero delle “Saudades do Brasil” di Milhaud e del minimalismo strong delle origini, ovvero quei brani di La Monte Young in cui se ti immedesimi in un guru indiano puoi non addormentarti e addirittura andare in estasi” “Certo, ma nella recensione deve rientrare anche l'elemento che in fin dei conti risulta necessario per la regressione infantile dell'ascoltatore, nel cui cervello si è già peraltro installato il motivetto con la sua azione erosiva: l'elemento drammaturgico! Gli animaletti...” “Ma certo! Lei mi sta suggerendo dunque un raffronto con pagine operistiche che richiamino le tenerezze del mondo animale: “La piccola volpe astuta” di Janacek o “L'elefantino Babar” di Poulenc. Del resto il novecento ha pienamente sdoganato l'uso dell'onomatopea, e già ai suoi tempi Rameau imitava il coccodé della gallina in un brano per clavicembalo! Poi, c'è il precedente di un cantastorie di classe come Angelo Branduardi: “il pulcino Pio” non è in fondo anche un omaggio alla Fiera dell'est, o alla Vecchia Fattoria del Quartetto Cetra?” “Calma, calma, lei vola troppo in alto! Siamo o non siamo al grado sottozero? Lei usa facebook?” “Signore, se c'è una cosa che io ho mai sperato, quella è che non fosse mai venuto il giorno in cui avrei parlato di facebook con Charles Burney redivivo”. “Oh, quante storie! Io ho un mio profilo sa, ma uso un altro nome. Per andare avanti coi miei volumi devo informarmi. Ma procediamo. Non vede che su facebook proliferano le immagini di graziosi animaletti di ogni tipo? E' più il tempo che la gente impiega per cercare le immagini di questi animali che quello che passa su youporn, e quindi...” “Mr Burney, lei è inglese, si dia un contegno!” “Signore, io sono obiettivo, sono uno storico prima di tutto. Guardo i dati, le statistiche, e traggo le mie conclusioni, se lei me lo consente. Tornando a bomba, come dite voi, la drammaturgia del Pulcino Pio si basa su un iniziale intenerimento per questa bestiola e per tutti i suoi compagnucci; successivamente, l'iterazione iper-minimalista del motivetto acquisito dal cervello produce un progressivo fastidio nell'ascoltatore, che inizia a odiare quel pronipote di Calimero come un tossicomane può odiare la droga di cui ha però un bisogno assoluto. Questo fastidio cresce, fino al momento in cui il pulcino muore schiacciato dal trattore. E qui lo spettatore-ascoltatore gode! Gode della morte del pulcino come di una liberazione da quel grado sottozero che si era impossessato della sua psiche per quasi tre minuti. Godendo si sente in colpa, come se avesse ucciso lui stesso il pulcino. Questa crudeltà avviene però solo nel mondo della finzione, cosicché il finale produce la catarsi, come vorrebbe il buon vecchio Aristotele”. “Ma certo! La tragedia, mediante un caso che suscita pietà e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare l'animo da siffatte passioni!” “E' come nella maggiorparte delle opere liriche che recensisci, ragazzo mio. Anche Violetta Valery, morendo, fa sentire in colpa lo spettatore moraleggiante dell'epoca che giudicava negativamente la sua vita dissoluta.” “Non mi allargherei così tanto. Ma da questa prospettiva catartica, dunque, dovremmo dare almeno quattro stelle nella nostra recensione...” “Eh no, caro mio, la vita è una cosa, l'arte un'altra. Qui, l'abbiamo detto, siamo sottozero, musicalmente parlando. Al pulcino pio daremo una stella come premio per la funzione catartica, per il resto ci occuperemo di tornare almeno al grado zero della musica, per godere nuovamente della nostra meravigliosa arte.” “Mr Burney, non so come ringraziarla, lei mi ha tolto da un bell'impiccio! Ora però si è fatto tardi...” Neanche il tempo di girarmi verso le casse e Charles Burney era scomparso. Prendo le uova, ancora un po' titubante, e mi avvio alla cassa, ormai vuota per l'ora tarda. La cassiera è impaziente. “Scusi -le faccio- ma non è che rischia di saltarmi fuori un pulcino dall'uovo?” “Non si preoccupi, le uova che compra al supermercato non sono fecondate”. “Ah, bene”. Luca Ciammarughi

In collaborazione con 'MUSICA'. Rivista di cultura musicale e discografica. Italy's leading classical music magazine since 1977.


INTELLIGENZA E CREATIVITA'. NON PROPRIO LA STESSA COSA Misurare l’intelligenza è una faccenda intricata. Lo è anche misurare la creatività. Intelligenza e creatività sono fenomeni complessi, difficili da sezionare e testare in una situazione astratta di laboratorio. Ciascuno pensa di sapere intuitivamente di che si tratta, ma perfino per gli studiosi accordarsi su definizioni univoche, esaurienti e condivise non è facile. E si potrebbe, non così paradossalmente, arrivare ad affermare che si definisce intelligenza ciò che i diversi test d’intelligenza sono in grado di misurare: abilità verbali, logico matematiche, sociali… insomma, come diceva Einstein, è la teoria a decidere ciò che possiamo osservare. Se volete cimentarvi con un test che misura il vostro IQ (Quoziente d’Intelligenza), puntate alto e provate con il test d’ingresso del Mensa, il club internazionale degli intelligentoni. C’è una differenza sostanziale tra test di intelligenza e test di creatività, dei quali l’università dell’Indiana vi offre una buona panoramica, e diversi esempi. Il più noto è il Test del pensiero creativo di Torrance (TTCT, Torrance Test of Creative Thinking), che non indaga, come fanno i test d’intelligenza, la capacità di dare la risposta “giusta”, ma quella, per certi versi opposta, di fornire molte risposte (Fluency), non scontate (Originality), traendo spunto da elementi diversi (Flexibility), e fornendo un buon grado di dettaglio (Elaboration). Newsweek segnala che il TTCT predice il successo creativo tre volte meglio dei test d’intelligenza. I bambini che conseguono buoni risultati diventano «imprenditori, inventori, presidi di college, scrittori, dottori, diplomatici, sviluppatori di software». Se volete capire meglio di che si tratta, guardate le soluzioni, commentate, che bambini e adulti forniscono ad alcuni disegni del TTCT, completando semplici tratti di base (e… la numero 11 è davvero straordinaria). C’è una relazione tra intelligenza, così come la misurano i test, e creatività? Sì, ma è meno biunivoca di quanto si possa pensare. Di certo le persone creative tendono ad avere un IQ sopra la media, intorno a 120 per lo psicologo Robert Sternberg. Mentre non è vero il contrario: persone anche molto intelligenti non sempre sono creative.


IL SENSO DELLA PROSPETTIVA. CIOE' IL SENSO DI TUTTO Ogni prospettiva è frutto della relazione tra un soggetto che osserva (e il punto di vista da cui osserva) e tutto quanto viene osservato. Prospettiva: al di là dell’ovvia importanza sotto il profilo pittorico e figurativo, e del tributo che tutti dobbiamo riconoscere a Filippo Brunelleschi che ne intuisce le regole (e a Piero della Francesca che la celebra, e a Picasso che la scardina…) è l’idea in sé ad appassionami. Adesso vi dico come mai e, magari, riesco a trasmettervi la mia passione. È il senso della prospettiva a mettere ordine, gerarchie e senso nel rapporto (materiale, mentale, culturale, affettivo) tra ciascuno di noi e l’intera realtà. E tra ciascuno di noi e il suo immaginario. Ma non solo: l’ordine è netto, ma fluido. Scegliamo una direzione e muoviamo un passo, e riusciamo a modificare l’universo. O, grazie a un repentino cambio di prospettiva, possiamo scoprire un universo del tutto differente. Meraviglioso, no? Ed è il senso della prospettiva a metterci in rapporto sia con il passato sia con il futuro. Anche questo è un paesaggio mutevole, non solo perché fatalmente ci muoviamo lungo la freccia del tempo, ma perché, immaginando, o leggendo storie, o grazie a un film, o ricordando, possiamo forzare i limiti. Meravigliosissimo. Basta. Torno al punto sennò esagero, e vi propongo subito alcune prospettive sulla prospettiva.

Te s t i e i m m a g i n i t r a t t i d a ‘ N u o v o e u t i l e ’ F o n t e : w w w. n u o v o e u t i l e . i t Concessione ‘Nuovo e Utile’ - redazione@nuovoeutile.it.


GUIDO BERTELLO Un maestro A quasi vent'anni dalla scomparsa dell'artista, la Torino art gallery '56 diretta da Vito Tibollo propone una mostra dedicata a lui ed alla sua scuola. Con una sorta di pudore ovvero poiché il ricordo è ancora vivo, l'artista sembra ancora presente, nel bel catalogo del Prof. Gian Giorgio MASSARA non viene citato l'anno della morte di Bertello, prematuramente scomparso. Nato nel 1929, trascorre la giovinezza a Pinerolo, per arrivare a Torino nel terribile anno 1944. Incontra il pittore-restauratore Ernesto Gilio che lo avvia al mondo dell'arte. Frequenta la Libera Accademia di Belle Arti e fonda con altri il gruppo "Bianco e nero". Soggiorna all'estero, in praticare a Parigi ed Amsterdam. Al rientro a Torino si partecipa con Alessandri, Calandri, Boglione, Fico, Lisa e Morbelli alla Collettiva del gruppo sopra citato. Inizia a collaborare con le più importanti case editrici italiane e straniere. Fra cui Collins di Londra e la Mc Graw Hill di New York, famigerata "madre" di una nota agenzia di rating. Anche dopo la morte l'artista è stato omaggiato di molte personali. Attorno a lui si era formata una vera e propria scuola, i cui allievi attorniano ancora il Maestro in questa rassegna. Pittore capace di esprimere un grande ma soffusa poesia, con dipinti dall'impianto intimo e malinconico, fu abilissimo acquarellista dal tocco figurativo eccellente. Roberto Curione

"Il Museo Nazionale Giuseppe Verdi di Busseto" (Parma) presenta in anteprima mondiale il grande evento artistico e culturale dal titolo: "Spirito Verdiano". L'artista parmense Vittorio Rainieri ed il museo Giuseppe Verdi di Busseto portano in visione esclusiva al grande pubblico amante dell'arte e della lirica la collezione completa della rivisitazione pittorica di tutte le 27 opere così come edite dal grande maestro Giuseppe Verdi. I sentimenti come: L'amore, il dolore, la sconfitta, il tradimento e la burla vengono riportati dall'artista nei personaggi dei drammi verdiani. Orario estivo (1 mar/31 ott): da martedì a domenica 10.00 - 18.30 Orario invernale (1 novembre - 28 febbraio): da martedì a domenica 10.00 - 17.30 Aperture straordinarie: 26 dicembre 10.00 - 17.30 31 dicembre 10.00 - 16.00 1 gennaio 13.30 - 17.30 24/25 Dicembre chiuso

National Museum Giuseppe Verdi Viale Ziliani 1, ang. Via F.Provesi 35, Busseto (Parma) Per informazioni: tel. 0524.931002 info@museogiuseppeverdi.it www.museogiuseppeverdi.it


EVENTI Gianfranco Schialvino/Gianni Verna - doppia personale 28 nov/11 gen Fondazione 'Il Bisonte', Firenze Anna Seccia - personale 29 nov/12 dic Ambasciata Araba d'Egitto, Roma Luciano Ventrone - personale 29 nov/6 gen Musei Villa Torlonia/Casino dei Principi, Roma Shane Guffogg - personale 29 nov/6 gen Villa di Donato, Napoli Caterina Tosoni - personale 29 nov/6 gen Spazio Oberdan, Milano Contemporary Art Jewels - collettiva 29 nov/18 gen Officine Saffi/Ceramic Arts Gallery, Milano Luca Coser - personale 29 nov/27 feb Galleria Effearte, Milano Riccardo Pocci - serata-evento 30 nov D'ARC, Roma Artistar Exhibition - collettiva 30 nov/7 dic N.O.A., Milano Spettri - collettiva 30 nov/9 dic Galleria L'Arte Club, Catania Frames of life - collettiva 30 nov/14 dic Galleria Rossocinabro, Roma Gastone Cecconello - mostra arte moderna 30 nov/6 gen Museo del Territorio, Biella

Intuizione/espressione - finissage e premiazione 1 dic La Casa delle culture del Mondo, Milano Celeste Prize 2012 - mostra e premiazione 1/9 dic Centrale Montemartini, Roma Emanuela Rodegher - personale 1/16 dic Spazio zero, Gallarate (Va) 50s through 70s - collettiva 1/30 dic Mercurio Arte Contemporanea, Viareggio openARTmarket - mostra d'arte contemporanea 1 dic/15 gen Fonderia della Arti, Roma Angela Viola - personale 1 dic/23 gen Galleria Marelia, Bergamo Wundercamera - collettiva 1 dic/26 gen Metronom, Modena JapanArt - collettiva 4/7 dic Chie Art Gallery, Milano Maurizio Boscheri - personale 4/14 dic Galleria Spazio Museale Sabrina Falzone, Milano Simone Bortolotti - personale 7/29 dic Merlino Bottega d'Arte, Firenze Collettiva #1 Garage con Vista - mostra d'arte fotografica 7 dic/6 gen Garage Bonci, Pietrasanta Fine Art Week Roma 2012 - Festa dell'Arte Antica 9/15 dic Dieci gallerie antiquariato, Roma


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