COMUNICARE IL TERRITORIO IL CIRCUITO DI SVILUPPO DI CULTURA SOSTENIBILE
L’EVENTO DELL’ANNO
2015
La nuova piattaforma di comunicazione dell'attività produttiva del territorio milanese.
I° EDIZIONE 2015
IN CONTEMPORANEA CON EXPO NATURA TERRITORIO VIVIBILITA’ AMBIENTE
ANNO VIII
Febbraio 2015
FORLANINIC
Il nuovo circuito di svilupp
L’IMPEGNO DI MDA PER LA RIVALUTAZI
Il laborioso, dinamico, fecondo, incessant produttività territoriali milanesi in vetrina c
La nuova piattaforma di comunicazione milanese d aspetti etici e professionali di una sana, schietta ope
ORGANIZZAZIONE EVENTI FORNITURE MATERIALI ALLESTIMENTI AMBIENTI
CREAZIONI ARTISTICHE E PRODOTTI D’UTILITA’ RAPPRESENTATI ATTRAVERSO GLI EVENTI ESPOSITIVI DI FORLANINICIRCUITLIFE
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po del territorio milanese
IONE DELL’OPEROSITA’ DEL TERRITORIO
te ingegno creativo delle piccole-grandi con la piattaforma di ForlaniniCircuitLife.
dell'attività produttiva del territorio, valorizzando gli erosità volta ad una consapevole cultura sostenibile.
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JO’ BA
L’arte pittorica dell’artista di Castella
Pare ci sia una “regola” universale, nata con la nascita del genere umano, che spinge, senza soluzione di continuità, l’ uomo verso l’ avventura del nuovo se non addirittura del sensazionale. Lo abbiamo visto con la scoperta del fuoco o con le grandi scoperte scientifiche che l’ intelligenza cerca di migliorare; lo abbiamo visto seguendo le grandi e piccole invenzioni e lo abbiamo costatato anche attraverso l’ arte nella cui galassia intellettiva e spirituale l’ artista rincorre continuamente il gusto e l’ aspirazione del nuovo, dell’ ardito fino a sfiorare un eventuale volo di Icaro pur di superare sé stesso in territori sempre più accidentati o sublimando i nuovi processi e/o i nuovi procedimenti. Così è avvenuto nel campo della musica, così è avvenuto in quello della scultura e della grafica, e pure così è sempre avvenuto in quello della pittura, forse teatro espressivo più complesso, dove basterebbe citare le evoluzioni di un Picasso o di un Dalì o di un Fontana. È una regola universale e le eventuali, sparute eccezioni, non fanno che confermare tale regola.
Jo Badamo È spirito di avventura? È, oltretutto, morbosa curiosità di sapere cosa c’ è oltre lo storico “stretto di Gibilterra”? La mitologia, superba invenzione dell’ uomo ce lo confermerebbe. A questa frenetica e superba ordalia cerebrale nemmeno la tirannia del tempo può opporsi in quanto le opere dell’ ingegno restano imperituri testimonials di una gran bella avventura. Jò Badamo non sfugge a questa tentazione e, nel breve volgere di pochissimi anni, passa da un monocromatico tendente al naive ad uno scenario sfavillante di luci e colori che potremmo inquadrare negli ultramoderni “effetti speciali”, da una fase storica della civiltà contadina d’ un tempo ad una storia non storia che, partendo da una poetica di fondo, si spinge fino al “tempio dei misteri” kolosimiano. È come se una mano misteriosa imponesse al pensiero determinare scelte; qui non è più la ragione bensì il subconscio a fare da guida e maestro. La presenza di qualche accenno di figurativo, e di conseguenza di formale, se da un lato ci conferma un’evoluzione informale della forma, da un altro non ci consente di definire l’appartenenza ad una corrente pittorica malgrado un possibile riferimento al Surreale o alla Metafisica.
DAMO
amare tra surrealismo e geometrismo. Saremmo invece dall’avviso che nel “nuovo Badamo” si agita, sempre a livello inconscio, un procedimento escatologico mirato al destino ultimo dell’uomo o dello stesso universo. Sembra strano, ma è sicuramente così. Sembra che l’ artista ritragga forme di vita larvali in un “tempo nuovo”, in un “mondo che sarà”; geogonia in nuove galattiche volute o meno dall’uomo. È storicamente accertato che l’ artista, in genere, intuitivamente precorre gli avvenimenti da eterno Cassandra; come si spiegherebbe diversamente, tanto per citare uno fra gli esempi più illustri, la “fantasia” di un Giulio Verne che si dispose a far galleggiare il ferro?...... A parte il dottrinale, gli acrilici del Badamo ci sembrano sciabolate di vele o di cartocci variopinti, armonie e visioni che “snebbiano” per galassie o fondali d’abissi marini trascinando scorci di nature morte quali recuperi memoriali, ed ancora alberi e piante e fiori e chiocciole, molto stilizzati, visti attraverso prismi deformanti proiettate nell’ immaginario collettivo. Nel suo nuovo, fantastico modulo narrativo c’è difficile capire quanto c’ è dell’uomo e quanto dell’artista. Un fatto è certo: le sue opere sono belle a vedersi e sono interessanti perché degne di studio.
UN GIRO FR Sono 404 i Regolamenti edilizi che trattano il ricorso ai tetti verdi. Nella maggior parte dei casi vengono citati solo facendone promozione, mentre sono 29 i Comuni che incentivano questa pratica. A tracciare il quadro è Legambiente che ha analizzato i regolamenti edili comunali. Una scelta, quella di trasformare un tetto in orto o giardino, che fa bene sia all'ambiente che al portafogli. Secondo una stima di Harpo Group, si può tagliare la bolletta energetica del 30% . (FOTO) Tra i comuni migliori, riguardo le richieste
sui tetti verdi Legambiente cita Pavia, che obbliga la realizzazione di almeno il 50% delle coperture a verde nel caso di edifici industriali e/o del terziario, e Zinasco (Pv) che obbliga le coperture a verde per tutti i nuovi edifici, sempre per un valore non inferiore al 50%. Altri esempi vengono dagli 11 comuni della provincia di Lecco dove vige l'obbligo di realizzare coperture con tetti verdi per il 30% della superficie anche nel caso di edifici residenziali in cui viene effettuata la ristrutturazione del tetto. (22 feb. AdnKronos)
I TETTI SEMPRE PIU’ VERDI
RA IL VERDE Tè, cicoria, mallo di noce, caffè, curcuma, rato. zafferano, cocciniglia. Anche zafferano e cicoria, mediante infuFino dal tempo degli antichi egizi i fale- sione a caldo nell'acqua, sono dei validi gnami praticavano l'arte di tingere il legno coloranti. e lo facevano con colori assolutamente Se invece vogliamo ottenere una tinta più naturali. forte, come il color noce, possiamo prepaUn'arte che anche oggi, per chi vuole re- rare una tinta proprio con il mallo delle staurare un mobile antico o cambiare to- noci (la parte verde esterna al guscio) nalità a uno nuovo preservando però le schiacciandolo in un barattolo di vetro agvenature originarie, è possibile praticare. giungendo un po' d'alcol e facendolo maPer farlo si possono acquistare coloranti cerare per almeno una settimana. naturali già pronti - un po' più costosi di Se invece si vuol dare al legno una tinta quelli chimici ma più resistenti e meno al- violacea, anche in questo caso trasparenterabili dalla luce - realizzati con estratti di te e non coprente, si può utilizzare del legni e cortecce o di origine animale, che succo di mirtilli puro e stenderlo con un si trovano in commercio in forma secca o pennello una o più volte a seconda dell'inliquida da diluire con acqua o alcool. tensità richiesta. Tra questi il campeggio, da cui si ricavano L'effetto oltre che efficace sarà anche provioletto, azzurro o blu a seconda del mor- fumato. (AdnKronos) dente utilizzato; la cocciniglia che dà un colore rosso o arancione; lo DALLA NATURA I COLORI PER IL LEGNO zafferano o la curcuma per il giallo; la noce di galla per grigio o nero. Ma è possibile realizzare tinture anche fatte in casa con caffè, tè, mallo delle noci, barbabietole, succo di mirtilli e cicoria. Per scurire il legno preservandone le venature e ottenere una colorazione ambrata del legno chiaro si può ricorrere ad una tintura preparata con semplice caffè ristretto o tè nero da applicare con un pennello o una spugna fino al raggiungimento dell'effetto deside-
INTERPRETAZIONI DEL RIUSO
ALIMENTAZIONE E
Mangiare meno carne fa be Lo stile alimentare corrente è un’alimentazione ricca di proteine, mentre per stile alimentare corretto Organizzazione Mondiale della Sanità si intende una dieta che prediliga i cereali, la frutta, verdure e proteine vegetali, con netta diminuzione di proteine animali e derivati. Considerando che in media un uomo che si nutre con cibo da agricoltura convenzionale, senza seguire i consigli dell’Oms, consuma 644 chili di prodotti freschi all’anno, si calcola che questo comporti l’emissione di mille e duecento trenta chili di CO2 annui. Secondo un recente studio condotto in Gran Bretagna per iniziativa della Oxford University , e pubblicato sulla rivista scientifica Climatic Change, ridurre del 30% il consumo di carne eviterebbe circa 18 mila morti premature solo nel Regno Unito. Questo perché mangiare meno carne ridurrebbe le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, contribuendo a contrastare i cambiamenti climatici, oltre a giovare alla salute della popolazione, dato che mangiare prevalentemente carne significa incorrere più facilmente nelle malattie cardiache per via dell’assunzione di grassi saturi. Lo studio ha evidenziato come dimezzando l’alimentazione a base di carni, si contribuisca a tagliare del 35% la cosiddetta: “impronta di carbonio”, l’emissio-
ne di gas generato dalle attività umane, che provoca le alterazioni climatiche. Se la gran parte della popolazione mondiale propendesse per una dieta vegana si arriverebbe addirittura a un taglio del 60%. E’ oramai comprovato infatti che gli allevamenti, soprattutto quelli intensivi gestiti dalle multinazionali dell’agroalimentare, siano tra i maggiori responsabili del 15% delle emissioni globali di carbonio. Secondo la FAO le emissioni di gas dagli allevamenti supera invece il 18%, e gli esperti dell’associazione internazionale affermano che l’aumento della domanda che arriva dai Paesi in via di sviluppo, potrebbe far salire la produzione delle emissioni addirittura dell’85% nel 2030, rispetto ai livelli registrati negli ultimi anni. Gli autori della ricerca della Oxford Univer-
CARNE E B
E SOSTENIBILITA’
ene alla salute e al mondo? sity hanno ritenuto necessario lanciare un appello ai Governi dei Paesi della UE, sollecitandoli affinché prendano in urgente considerazione la ridefinizione di una dieta sostenibile per individui e ambiente, che preveda la drastica riduzione del consumo di prodotti di origine animale. Le problematiche ambientali e salutistiche legate a un eccessivo consumo di carne, sono ultimamente anche oggetto di studio negli Stati Uniti, emblema di una dieta poco equilibrata e troppo ricca di proteine animali. A breve l’USDA, il Dipartimento per l’Agroalimentare degli Stati Uniti renderà note al governo le nuove linee guida, che prendono in esame sia la salute dei consumatori che i danni reiterati all’ambiente. Ciò significherà che il governo degli Stati
Uniti potrà intervenire per promuovere presso i cittadini un maggior consumo di alimenti vegetali e frutta, a scapito della carne. Il Boston Globe ha preannunciato di una bozza in cui si sottolinea che un programma basato soprattutto su cibi vegetali anziché di origine animale, è più salutare per l’uomo e comporta un minor impatto ambientale rispetto alla media statunitense attuale. Una volta approntate le raccomandazioni alimentari, i dipartimenti USA dell’Agricoltura e della Salute potranno elaborare le linee guida ufficiali, che l’USDA dovrà rinnovare ogni cinque anni, per aiutare gli americani a seguire un’alimentazione più salubre. L’industria della carne, tra le più forti negli USA, sostenuta da multinazionali e fast food, è pronta a opporsi alle nuove linee guida, e ha già provveduto a diffondere comunicati in cui si afferma che il governo centrale non debba entrare in merito delle scelte alimentari dei cittadini. “Dobbiamo assicurarci che le nostre diete siano in linea con le nostre risorse naturali, ha affermato Kari Hamerschlag dell’associazione internazionale Friends of the Earth, non si può continuare a raccomandare una dieta che sta avvelenando l’uomo e il Pianeta”.
BENESSERE
MARIA BATOC
INTERPRETAZIONI DEL POLIEDRICO ARTISTA MI Pittura, fotografia, decorazione e poesia sono gli impegni del poliedrico artista milanese nell'interpretazione dello spirito artistico della realtà. Nata a Milano nel 1946, si è diplomata al Liceo Artistico e ha svolto tre anni di Facoltà di Architettura.
Successivamente ha frequentato corsi di grafica, di fotografia e di decorazione. La sua attività si è sviluppata nel settore pubblicitario, come art director pubblicitario alla Youg & Rubicam e alla Fabbri Editori. La sua professione si estesa poi a diverse collaborazioni come free lance, anche come illustratrice di libri per ragazzi e decoratrice d’interni con la realizzazione di trompe l’oeil. Inoltre si è cimentata con successo nella ritrattisti-
ca di animali, ricavandosi così un settore di nicchia specializzato. Come decoratrice citiamo anche due mostre realizzate presso il FAI e l’Artigiano in Fiera. Negli anni più recenti, la sua ricerca artistica si è orientata verso il linguaggio della fotografia. Un approfondimento che si è accompagnato alla frequentazione del noto Circolo Filologico di Milano seguendo con interesse conferenze e incontri su diverse tematiche culturali. La sua ricerca si è sviluppata all’insegna di una fotografia “pittorica”, attraverso cicli tematici che sono stati esposti in queste mostre: Anelito d’assoluto e Visioni d’irrealtà entrambe tenutesi al Circolo Filologico di Milano nel 2009 e nel 2010, Riflessi d’ombra e Deliri onirici alla Cortina Arte a Milano nel 2011 e nel 2012. Attualmente l’artista sta lavorando a un altro progetto – Oscure presenze – un ciclo di fotografie in cui entra in scena anche la figura umana, con un’interpretazione teatrale-cinematografica. Lo “sguardo” della Bartocci si è espresso per cicli di immagini, con temi che diventano pretesti introspettivi. Anelito d’assoluto e Riflessi d’ombra sono avvicinabili per assonanze di argomenti e inquadrature che riguardano la natura e le sue stagioni – con inevitabili rimandi anche all’esistenza umana – o la forza evocativa dell’albero, colto spesso in controluce, quasi come una “radiografia”, uno scheletro mutevole nel corso del tempo. L’uso di un bianco e nero velato, di un colore quasi prosciugato ed essenziale è funzionale a una sintesi che mira ad
CCI
ILANESE evidenziare il contenuto simbolico. Il più recente lavoro Deliri onirici sembra spostare più l’attenzione dell’artista verso una diversa risoluzione formale dell’immagine. L’elemento figurativo “capovolto” dei riflessi d’acqua richiama la poetica impressionista, che coglieva proprio nel movimento e nella fluidità della luce il senso delle cose. Questo poetico “tremore” si accompagna a un uso più frequente del colore, sempre però tonale e moderato. L’inquadratura a tutto campo del riflesso e dello specchio d’acqua rimanda, se vogliamo citare ancora uno spunto impressionista, all’analoga scelta del Monet delle “Ninfee”, quando la pittura divenne assoluta protagonista rispetto al soggetto evocato. Questo percorso è culminato con la realizzazione delle Anelito d’assoluto e Visioni d’irrealtà tenutesi al Circolo Filologico di Milano nel 2009 e nel 2010 e Riflessi d’ombra e Deliri onirici nel 2011 e nel 2012 alla Cortina Arte di Milano. Con Oscure presenze, un ciclo ancora in fase di elaborazione, ma già delineato nei contenuti, la Bartocci torna invece al rigore del bianco e nero interrotto da qualche “pennellata” di colore, a significare un’aspra interruzione dell’ equilibrio compositivo. Qui troviamo sovrapposizioni e inseri-
menti di volti e figure, pose e messe in scena che creano un ipotetico palcoscenico della paura, dove si mescolano sorpresa e inquietudine, terrore e ironia, quasi a svelare – sotto sotto – che tutto è costruito, artificioso e frutto di un raffinato virtuosismo. Un sottinteso di teatralità barocca, di accentuato manierismo, dove la fotografia viene usata in una chiave quasi “cinematografica”, quasi per alludere a un racconto che funge da incipit all’immagine. Giovanni Cerri
IDEE CR
Cover design: quel che racco Il detto don’t judge a book by its cover traduce in inglese almeno due motti: l’abito non fa il monaco e non farti ingannare dalle apparenze. È anche il nome di uno dei siti americani più interessanti dedicati alla grafica editoriale. Curioso l’accostamento semantico: certo, le copertine dei libri vestono, rivestono un testo come un abito confezionato su misura per l’incontro con il lettore. Ma è pur sempre un prodotto di design complesso e pensato, più che per ingannare qualcuno, per attirarne l’attenzione, instaurare una relazione e suggerire qualcosa della storia che sta tra le pagine. Vediamo come succede tutto ciò, avendo ben presente che siamo in tempo di e-book e stiamo esaminando un paradigma destinato a durare non sappiamo quanto. Con pochi giri di parole e molti esempi approdati in libreria, in questo video gli art director dell‘editrice americana Random House fanno un po’ di chiarezza sull’arte del Cover Design.
Due le idee interessanti: la copertina non illustra un volume, ma disegna un’atmosfera, uno spazio che deve intrigare, stuzzicare e richiamare alla mente il racconto che avvolge. Ma, siamo onesti, chi di noi ha letto davvero tutti i libri che ha in casa? Quello spazio disegnato, che forse starà nel nostro soggiorno per qualche tempo, dovrà essere anche bello da vedere. Procediamo per immagini e intrecciando storie, come fa David Pearson, genio del book design, che seleziona per la CNN le dieci copertine migliori di sempre. Parte con i colori sgargianti della sagoma di Alexander DeLarge scelti da David Pelham per l’edizione Penguin di Arancia meccanica del 1972. Esalta il lettering di Tony Palladino per Psycho nel 1959, che Hitchcock poi acquista per promuovere il suo film. Loda il disegno visionario della prima edizione (1927) di Gita al Faro. Sapevate che è la sorella più grande di Virginia Woolf, Vanessa Bell, a disegnare le copertine dei suoi romanzi? Strani incastri di forme e parole descrivono una strada lunga un secolo, in cui il punto di svolta pare l’uscita per Penguin di The Far Pavilions di M. M. Kaye nel 1979. C’è il bacio appassionato tra un capellone a torso nudo e una ragazza in abito orientale, sullo sfon-
REATIVE
ontano le copertine dei libri do di una città alle pendici dell’Himalaya. Riscuote un tale successo di vendite che gli editori, dagli anni Ottanta in poi, danno maggior spazio alle immagini e scelgono formati sempre più grandi per i libri. Un’altra gallery, più ampia, conferma molte delle scelte di Pearson e presenta diverse chicche meno note: peccato solo che non tutte le immagini siano corredata dalla data di uscita dell’edizione: questo ci aiuterebbe a ricostruire cronologicamente i mutamenti del rapporto tra lettering, immagini, assetto grafico, colori nel piccolo spazio chiuso di una copertina. A guardare la selezione compiuta dall’art director del New York Times (il meglio del 2013) sembra quasi che, dopo l’esuberanza degli ultimi decenni, si stia tornando al rigore. Che cos’hanno in comune David Grossman e Irène Némirovsky? Edgar Allan Poe e H. G. Wells? Jorge Amado e Joseph Conrad? Semplice: condividono una medesima immagine di copertina. A segnalarcelo, con una raccolta tanto ampia quanto curiosa, è un bel blog italiano. E c’è da ragionare sul fatto che immagini identiche possano essere impiegate per evocare storie del tutto diverse. Restiamo in Italia, ma torniamo indietro nel tempo: a inventare le collane editoriali, nel Cinquecento, è lo stampatore Giolito de Ferrari, in una Venezia capitale della produzione editoriale. De Ferrari vuole mettere insieme libri simili per stile e argomento, in modo che il pubblico li riconosca a prima vista: per questo il formato, la grafica e i caratteri devono essere sempre gli stessi. Oggi, ovviamente, le case editrici compiono scel-
te più sofisticate: abbiamo non solo il blu Sellerio, il bianco Einaudi, i grigi Garzanti o le tinte pastello di Adelphi a far da livrea per identificare la produzione della casa, ma anche complessi ragionamenti su formati, pubblici, autori, costi. Dietro queste scelte ci sono storie di autori che crescono insieme alla loro casa editrice (pensate a Camilleri con Sellerio), o che entrano nel vivo della produzione editoriale fino a dirigere collane: Sereni per i Meridiani Mondadori, Vittorini per i Gettoni Einaudi… all’Università per stranieri di Perugia hanno cercato di fare il punto sulla storia dell’editoria italiana tra il 1950 e il 1980. Ne è nato un archivio online che merita una visita. Anche il Book Cover Archive, purtroppo fermo al 2011, resta una risorsa per appassionati di design: consente ricerche per autore, titolo, designer, art director, fotografo, illustratore, genere, editore, data di pubblicazione e carattere. In conclusione, bisogna comunque ricordarsi che letti o non letti, e a meno che non si tratti di libri d’arte che vanno ad accomodarsi su un tavolino, i libri staranno in libreria in una posizione un po’ scomoda: in verticale. Il più delle volte sarà solo il dorso a fare mostra di sé. Lo sa bene Thatcher Wine, che racconta al New York Times come arreda i grandi alberghi o le dimore di facoltosi imprenditori dell’Upper East Side con libri riabbigliati per accordarsi ai mobili o alla tappezzeria. La notizia vera è che qualche cliente pretende perfino di poterseli leggere. Testi e immagini tratti da ‘Nuovo e utile’ Fonte: www.nuovoeutile.it Concessione ‘Nuovo e Utile’ - redazione@nuovoeutile.it.
IDEE CR
Un’idea per Ho raccolto, girovagando in rete, una serie di no- percezione della temperatura in una stanza). tizie, video, test e curiosità che hanno a che ve- TUTTI INSIEME: c’è un’esplosione di colori nel dere col colore. Ve le propongo tutte insieme, breve, elegante telecomunicato The sound of taste. Ma, poiché i colori sono quelli delle spezie, sarebbe bello starsene lì in mezzo, e sentire anche i profumi. Per trovare un paesaggio naturale altrettanto colorato, e sorprendente, dovete arrivare fino in Cina, nella provincia di Gansu. Guardate che roba. Per trovare un paesaggio urbano davvero policromo vi basta anraccolte in questo articolo: una tavolozza di sug- dare fino a Burano. gestioni. ROSSO: se volete distinguere fra tutti i colori del Intanto, vi ricordo che ogni colore è connesso rosso, destreggiandovi tra amaranto, vermigliocon una condizione emotiva (ma Forbes segnala ne, scarlatto, minio e carminio, guardate questa che colori diversi possono perfino cambiare la pagina di Didatticarte.
REATIVE
r ogni colore Arrivate fino in fondo e cimentatevi con i quadri proposti. Poi, concedetevi quattro minuti per godervi un video rosso e ipnotico. BLU: la cittadina berbera di Chefchaouen, tra le montagne del Marocco, è tutta blu: guardate le foto. È blu anche la città indiana di Jodhpur, in Rajastan. Curiosa la storia della “laguna blu” di Buxton, vicino a Liverpool: una pozza in una vecchia cava, acque di un attraente turchese tropicale, in realtà inquinate e tossiche. Poiché i bagnanti continuano a ignorare i divieti e a tuffarsi nel blu, il sindaco prende una decisione drastica e ordina che l’acqua venga – letteralmente – tinta di nero. Come? Versandoci un mare d’inchiostro, no? Se dite “blu” e pensate a una musica potrebbe venirvi in mente quello che forse è il miglior album di jazz di sempre, Kind of blue di Miles Da-
vis. Se vi va, potete ascoltare qui l’edizione integrale. IL GIALLO E IL SUO COMPLEMENTARE: quando le condizioni climatiche sono favorevoli, il deserto dello Utah esplode di giallo e viola. Se dite “giallo”, invece, potrebbe venirvi in mente Yellow Submarine dei Beatles: rivedere il video a distanza di tutti questi anni non è niente male. Se volete scoprire quanto siete sensibili alle sfumature, potete fare il test Pantone: prendetevi un po’ di tempo, però, perché le differenze sono davvero infinitesimali. Se volete fare più in fretta, provate invece con il test che vi suggerisce Huffington Post, segnalando che “può creare dipendenza”. Se volete scoprire il significato dei colori nelle diverse culture, e per le diverse religioni, eccovi un’infografica davvero interessante e, credo, utile. Testi e immagini tratti da ‘Nuovo e utile’ Fonte: www.nuovoeutile.it Concessione ‘Nuovo e Utile’ - redazione@nuovoeutile.it.
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