Fashion E-zine - Fluxus #1/10

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E-ZINE #1/2010

fluxus


F

luxus, ov

vero, mo vimento vero, flux verso. M us. L’unit oda, ova di ogni te ca per ra n d e nz a ggiunge artistire un’esp ogni cate ressività gorizza z lib e ra da ione. Il pensie ro di ogn piena in u no per terdiscip raggiung linarità. L ere una sere di o a m od a e s p g nu no c one l’art ercando e e l’esogni pers di mette onalità a re in com tt ra u n v ic e rso l’este a zione fruendo riorità e fa di ogni ti po di dis questo u servirsi d ciplina c s uelle tend h e pos s a a sua enze di m esprime v o o lta d a. Essere rsi attrav , conos c erso un e s c e nz a re c o ed ntinuo m ed es se ovimento nza. “Ub d i conoc’è fluss i fluxus, o, c è m ibi motu s”, cioè: ovimento M od a . dove , cambia mento, is pira zione .

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SOMMARIO

4 6 9 10 14 16 18 20 22 32 42 66

vimento denz a del mo Fluxus: la ten monie , spazio di ar La passerella dei sensi ueen: Viaggio Q c M er d an Alex altà tr a mito e re uidificazione Bonotto: la fl

dei tessuti

ne dell’abito ome evoluzio c o sm ti an ut Il m a Massari Un tè con Elen po i un licantro e barocche d h g rin st le : Patrick Wolf d ono stanz a si fon so e a rm fo : White Gallery to dinamismo len flou

omnia mutat Directory

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: s u x u Fl a z n e d l a ten o t n ime v mo del ca di Federi

M

aniera,

norma,

regola,

melo-

dia e ritmo. La moda. L’origine del ter-

mine, infatti, deriva da una parola, “modus-i“, che esprime tutti questi

Un percorso lungo il quale, questa,

diversi concetti.

ha incontrato diverse discipline dalle

La moda come maniera di affronatre se stessi e la propria immagine, come norma da rispettare per rappresentare il proprio essere, come regola da seguire per non deludere le proprie abitudini, come tempo da

quali ha assorbito le caratteristiche a sé più consone, ovvero, già nella pittura si possono individuare elementi legati al concetto di “moda”, negli abiti, nelle acconciature e nel trucco dei personaggi ritratti.

interpretare per far avanzare la pro-

Ma anche nei complementi d’arre-

pria immagine lungo la strada, come

do che vi possono comparire, an-

melodia da percepire per cadenzare

che il design infatti, è una di quelle

i propri passi e come ritmo da ascol-

discipline che subisce le influenze

tare per musicare la propria vita.

delle tendenze, seguendo determi-

Da una necessità strettamente correlata al bisogno di coprirsi, a parte integrante del proprio Io, emblema del modo di essere di ognuno.

nati stili di disegno e sperimentando diverse combinazioni di materiali e colori. Così anche nella musica, ad esempio, gli artisti sono chiamati a rispettare specifici “codici modaio-

Come la moda sia riuscita ad ac-

li”, per essere sempre al passo coi

quisire un significato così forte, è

tempi e per enfatizzare lo stile della

spiegabile attraverso un’evoluzione

propria arte melodica.

sviluppatasi in continuo movimento e in costante mutamento.

Tutto ciò che parla di arte, esprime arte o la rappresenta, è legato a quel concetto di moda che unisce la regola a un tempo, un tempo alla melodia e una melodia al ritmo. Perchè ogni disciplina artistica non è altro che una sorta di “spazio pubblicitario” per le tendenze di ogni epoca e di ogni cultura.

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Mandric

i


La moda è inscindibile dalla vita di qualsiasi persona o di qualsiasi oggetto, poiché ne è parte integrante. È la materia che ricopre le idee e le forme d’arte avvolgendole in concetti esplicativi del significato di ognuno. È la spiegazione, concreta e visibile, di ogni pensiero legato all’astratto e all’arte che la mente umana può produrre. Illustrazioni di Marzia Minardi

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La passerella, spa Da semplice piattaforma lunga e stretta, la passerella si innalza a luogo di comunicazione estetica, artistica, culturale, grazie all’abilità di alcuni stilisti-artisti che l’hanno trasformata in una vera e propria performance artistica. fashion E-zine


La immaginiamo come una sfera permeabile, in divenire, in continua evoluzione, un flusso di idee e tendenze in perenne movimento, ma dolce, ondeggiante. È il fenomeno fluxus. La passerella ne diviene l’emblema stesso: un moto continuo, instabile, senza condizionamenti, che riflette quello che la moda, dal suo osservatorio particolare del mondo, scruta, studia e sintetizza. La passerella ascende così a una categoria superiore, tende verso l’arte divenendo evento unico, irripetibile, happening: ossia un

azio di armonie di Veronica Magliocchetti

incontro multimediale fra le varie espressioni artistiche, capace di coinvolgere sensi diversi, al fine di giungere a un superiore risultato artistico. In questo modo l’happening non è suscettibile di ripetizione, in

L

quanto la sua stessa anima si pone a moda, non più quintessenza del frivolo e del vacuo, è oggi un’interprete e un’osservatrice degli accadimenti storici e dei mutamenti nel sociale. Racchiude in sé, come un

come antitesi del noto, del seriale, del comune ed è protesa nel tentativo di non soffocare l’arte nella routine.

settore interdisciplinare e plurisemantico,

elementi diversi e anche in apparente contraddizione tra loro: è superficiale e profonda insieme, è frivola e sostanziale nello stesso tempo.

Ed è così che la cornice dell’esibizione artistica non è più lo spazio museale o la galleria, storicamente

La passerella è la sintesi suprema dello sfavillante mon-

deputati come sfondo delle sfilate di

do della moda: il “defilé”, che in passato ha rischiato di

moda. Viceversa, è l’artista stesso

ridursi a un vuoto contenitore privo di senso, è divenuto

che irrompe negli spazi più comuni

evento culturale di grande interesse, portatore di novità,

– e, pertanto, più inaspettati – del-

di senso, di messaggi culturali. Si è capito, finalmente,

la città; li conquista e li trasforma

che la moda non è una “turris eburnea” completamen-

in ambienti teatrali, coinvolgendo

te avulsa dalla storia, ma di questa si nutre, nella storia

all’iniziativa lo spettatore sorpreso;

respira, crea, inventa, e nel suo svilupparsi e rinnovarsi,

riducendo, di fatto, la distanza tra

incide, a sua volta, sul reale.

arte e vita.

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Q

uesto luogo, in cui regnavano gli ele-

no un mondo, sensazioni, profumi,

menti della terra e dell’acqua, scom-

e tutto questo nasce da un’uni-

parve e sprofondò nei mari “in un solo

ca mente che concepiva la moda

giorno e una terribile notte”, lasciando

come qualcosa di magico con il

un mistero che ancora oggi ossessio-

quale comunicare e far sognare.

na, incuriosisce e fa sognare.

Lui, quel mondo cosi incerto e per-

C’è chi poi, in quest’utopia, ci ha creduto e ne ha fatto

fetto, lo ha fatto riemergere dai

punto d’ispirazione per creare la sua opera, altrettanto

mari portandolo su una passerella

perfetta e armoniosa, per alcuni aspetti indecifrabile ma ammaliante per la vista e sconvolgente per i sensi.

asettica e minimal, come se qualsiasi altro dettaglio avrebbe potuto offuscare le sue creazioni, abiti che

L’artista è il designer Alexander Mc Queen, e l’opera

sembrano riemergere dalla terra e

è la sua ultima collezione, Plato’s Atlantis.

dall’acqua in cui stampe rettili si uni-

Il mondo della moda è strano. Per alcuni versi, schema-

scono ai colori più caldi della terra, in

tico e prevedibile, per altri sorprendente e camaleontico, c’è chi non osa e chi a ogni stagione sconvolge. Poi c’è lui. Con la sua mente vulcanica e imprevedibile come un vaso di pandora, che assorbe tutto ciò che lo circonda e lo proietta sui suoi abiti modellandoli a volte come fosse creta, morbida e dolce, a volte come la pietra, dura e pungente.

cui sartoria e tecnologia si sposano alla perfezione per dar vita ad una commistione esplosiva, quasi tridimensionale, ma raffinata. Donne su imponenti scarpe armadillo sembrano fluttuare con abiti corti che lasciano scoperte affusolate gambe, acconciature futuristiche

Il risultato è sempre lo stesso. Creazioni che vanno oltre

incorniciano volti dagli indecifrabi-

il semplice concetto di abito, collezioni che racchiudo-

li lineamenti in cui le sopracciglia

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Alexander McQueen: Viaggio dei sensi tra mito e realtà di Francesca Lancia

Un tempo, secondo Platone, esisteva una città in cui regnava l’armonia e la perfezione, il suo nome era Atlantide, e la sua esistenza è ancora oggi in bilico tra realtà e utopia.

scompaiono e l’espressione si fa glaciale, una collezio-

È questo il merito più grande che

ne in cui ogni dettaglio sprigiona l’idea di un mondo rie-

contraddistingue e accomuna que-

merso dal passato. O forse dal futuro?

sti due artisti, quello di non avere

È questa la visione di un designer che ci ha abituato a

barriere, di spingersi oltre i limiti del

vedere oltre il presente, che supera i limiti temporali e

reale riuscendo in modo quasi ip-

ci proietta ogni stagione in nuovo mondo, il suo. Uno

notico a coinvolgere chi li guarda,

dei primi a rompere le barriere che separano l’elitario

assorbendo tutto ciò che il mondo

mondo della moda da chi la moda la guarda sognante,

può offrire e racchiudendolo in un

instaurando un rapporto diretto con il suo pubblico che

abito, una sfilata o una fotografia.

ha potuto ammirare il suo show in diretta streaming su internet. Tutto questo per esprimere un solo concetto che vede alla base la convinzione che la moda è arte, e l’arte è di tutti.

Non comunicano solo a chi ama la moda, comunicano a tutti quelli che dietro qualsiasi oggetto o forma d’arte vedono un mondo, un imma-

Uno spettacolo per gli occhi e per i sensi che ha coinvolto

ginario o più semplicemente come

anche il grandissimo fotografo e artista Nick Knight, che

loro, il futuro.

ha contribuito ad esprime al meglio la visione di McQueen portando ad un livello quasi surreale il concetto di comunicazione, introducendo lo spettacolo dello stilista inglese

Moda come forma di espressione e di linguaggio, come arte ma soprat-

con una proiezione video, in cui una donna priva di vesti su

tutto come contenitore di mondi. La

una spiaggia avvolta da serpenti, inizia la sua metamorfosi

moda di tutto e di tutti.

diventando un tutt’uno con la natura ed il mondo animale.

È questo l’indelebile regalo che ci

“La distinzione tra un mezzo e l’altro sono solo confini. E

lascia lo stilista più coraggioso e

i confini non mi interessano”.

creativo del nostro tempo.

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Bonotto: la fluidificazione dei tessuti di Chiara Martellucci

“Se avessimo saputo cosa stavamo facendo non l’avremmo chiamata ricerca”. fashion E-zine

S

i intraprende così, con una frase di Albert Einstein, un cammino insolito, quasi sconosciuto e profondamente fondato su un principio: “la sperimentazione”. Immaginiamo perciò una vita fatta di me-

moria, di sapore, di morbidezza, di tempo e di arte; dove la realtà è spettacolo del mondo e insieme possibilità di differenziarsi da questo. Suggestioni, ricordi e scoperte: un continuo scavare nel passato inseguendo un progetto ideale nelle sue innumerevoli varianti. Seguire il flusso interiore, la materia,


che ci porta a scovare mondi fantastici nella “trama” di

mente legate al fare, ma che nell’im-

ogni cosa.

maginario dei Bonotto camminano

Tutto ciò costituisce la quotidianità vissuta con spessore da una generazione di imprenditori “illuminati”: la famiglia Bonotto. L’azienda, fondata nel 1972 da Luigi Bonotto, si trova a Bassano del Grappa in un ex mattatoio del 1848 e, ad oggi, è formata da “Un pugno di sognatori di buona volontà”, che a detta loro: “difendono l’indifendibile”.

insieme, condividendo valori quali pensiero, sogno, bellezza ed innovazione. Collezionisti

e

riferimento

mondiale di opere Fluxus, la famiglia riconosce l’intrinseca artisticità dei gesti comuni ed elementari e promuove lo sconfinamento

A tal proposito, la famiglia conduce una battaglia per il

dell’atto creativo nel flusso della

recupero di lavorazioni e tradizioni tessili ormai dimen-

vita quotidiana, in nome di un’arte

ticate. Arte come Artigianato; due parole etimologica-

totale.

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Abbattendo, perciò, il rapporto alienante tra uomo e macchina, ad oggi gli eredi Giovanni, Lorenzo e Stefano, rivendicano le sensazioni tattili e visive “antiche”, producendo tessuti ricchi e preziosi con telai recuperati in fabbriche abbandonate e in seguito rimessi in funzione. Si tenta di mostrare un valore e di rendere pubblico un bene; è proprio grazie a questo intento che la Bonotto azienda e il Bonotto patrimonio culturale, si fondono. In questo senso “ogni tessuto ha la sua carta d’identità e la sua storia”, riconosciuta e apprezzata da stilisti come Yves Saint Laurent, Prada e Hugo Boss, che a quanto pare credono ancora nella dignità della materia. In fondo, come dice lo stesso Giovanni (capo del centro stile dell’azienda): “Il tessuto ha delle qualità difficili da quantificare, ma perfettamente percepibili. È come una fotografia fatta con il flash e una con la luce del sole. Fotografare con la sola luce naturale è simile alla pittura e riuscire a farlo oppure no, dipende dalla maestria di chi è alla macchina fotografica”. Disegni: Fiore Manni // Post produzione: Francesca Lancia

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Il mutantismo come evoluzione dell’abito di Federica Zanni

Non più solo come evoluzione della specie “Il mio lavoro potrebbe definirsi come la creazione di un problema totalmente originale e di una soluzione altrettanto originale”, così Aithor Throup, giovane stilista britannico, spiega il suo metodo trasgressivo di realizzare una collezione. fashion E-zine


L

a solita mente stravagante e contorta che accomuna tutti gli artisti? Contorta forse, ma sicuramente non conformista! Throup ha pensato bene di mettere in vendita, oltre all’abito stesso, anche tutto il suo processo creativo, quegli elementi che lo hanno portato alla realizzazione del capo mostrandoci la moda a 360°.

La “Aitor Throup Tailoring”, progetto lanciato durante la settimana della

moda londinese del 2007, consisteva infatti nella vendita di un vero e proprio “pacchetto completo”: prodotto finito del capo d’abbigliamento, una copia dello schizzo iniziale e una replica della scultura realizzata da Throup stesso. “Io voglio mostrare tutto quanto” dice ancora lo stilista. Il suo stile, assolutamente eterogeneo, deriva proprio da questi metodi atipici di lavorare, che lo rendono un esempio lampante di come diversi mondi insieme possano dar vita a qualcosa di unico e completo allo stesso tempo. Geniale non solo per le sue creazioni, ha catturato l’attenzione soprattutto per le sue performances, come ad esempio l’ultima intitolata “Legs”: una serie di pantaloni, da lui creati messi in mostra su un display che racconta l’evoluzione del capo in tutta la sua praticità; una commistione tra arte, moda e genialità creano un unione fortissima. Ogni indumento racchiude in se un racconto, una narrazione costruita intorno agli oggetti che permette allo spettatore di essere un componente attivo e mai passivo; un concept in cui ogni pezzo di Pret-à-porter confezionato da Throup è legato intimamente ad un personaggio da lui immaginato. Le performances di questo designer hanno sfidato e superato i modi convenzionali di fare moda, mostrando le sue creazioni nei vari stadi di trasformazione su delle sculture a grandezza naturale. L’abito e le sue trasformazioni sono al centro dell’opera, dei veri e propri show che fanno del giovane stilista britannico un rivoluzionario “fashion curator”. Un artista poliedrico e futurista che è riuscito ad unire le sue passioni, l’army, lo sport, l’anatomia e il disegno, in un binomio perfetto che lega moda e arte, portando alla massima potenza il concetto di naturalezza del tessuto e rivoluzionando l’abbigliamento maschile londinese.

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I

l suo punto forte? La pura e semplice femminilità. Elena Massari, nuova designer di Ferrara, mixa nelle sue creazioni la passione per il cinema, l’arte, la letteratura e naturalmente la moda. In ogni collezione c’è un pizzico di sè stessa. Noi abbiamo voluto curiosare nel suo cammino e capire come il suo sogno è divenuto realtà. S.B. Qual’è stato il tuo percorso di studi? E.M. Sono diplomata in lingue. Ho lavorato dieci anni in una società di assicurazioni e durante gli ultimi due anni in cui mi trovavo lì, ho deciso di iscrivermi ad un corso di modellistica sartoriale industriale in una scuola privata di Ferrara. La mia insegnante, Lorella Tinaglia, seguiva il metodo dell’Istituto Burgo di Milano. All’inizio, non ho preso questa cosa molto sul serio, poi ho iniziato ad appassionarmi e alla fine ho deciso di buttarmi. S.B. Com’è nata l’idea di creare un brand? E.M. Mentre frequentavo la scuola, una mia amica mi ha suggerito di fare una vera e propria collezione. All’inizio avevo solo il profilo su MySpace dove pubblicavo le mie creazioni. Poi ho fatto un bilancio della situazione, cosi ho depositato il marchio “Elena Massari” ed ho aperto la partita IVA. Ora stò collaborando con modellisti e sarti di grande esperienza ed avendo la passione per i cappelli, ho avuto la fortuna di conoscere una modista con una decennale conoscenza del settore che mi ha aiutata a realizzare i bozzetti. Insomma io seguo tutta la parte dei disegni, della scelta dei tessuti e dello stile. S.B. Sappiamo che ti ispiri agli anni ‘20 e ‘30. Secondo te non è rischioso portare avanti un solo mood? E.M. Sono partita con una collezione di pochi pezzi. La prossima sarà più vasta, dalle linee semplici ma

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Un tè con Elena Massari di Susanna Boccolucci


sempre con molta attenzione al det-

le chiamerò a partecipare piccoli

taglio. Credo ci debba essere un fil

gruppi di persone per poter parla-

rouge che ti identifichi e crei equilibrio

re di pittura,fotografia,cinema,ecc.

stagione dopo stagione. Quello che

Durante queste occasioni mostrerò

disegno mi rappresenta totalmente. Non seguo le tendenze. Sono convinta che la coerenza paga.

anche delle piccole collezioni di nicchia realizzate con materiali vintage. Mi interessa particolarmente poter interagire con artisti di vario tipo.

S.B. Fai molto riferimento al cinema.

S.B. A proposito di “Who’s On

Come il movimento Fluxus unisci più

Next?”, raccontaci di questa espe-

arti come appunto moda e cinema.

rienza. Cosa è cambiato dopo aver

Ti rispecchi in questa corrente?

partecipato? E.M. Sicuramente è stata un’esperienza molto bella che mi ha dato l’opportunità di farmi conoscere anche a livello internazionale. È una fiera gigantesca e per qualcuno che vuole iniziare è un ottimo trampolino di lancio. Dal punto di vista organizzativo mi ha fatto capire come poter gestire un cliente,ma anche cosa può voler dire esporre sé stessi,vendere il proprio lavoro agli altri. Dopo aver partecipato al concorso, ho avuto l’opportunità di esportare i miei capi in Spagna e Francia. Ha cambiato completamente la mia vita. S.B. Ultima domanda. Cosa pensi del Sistema Moda Italiano? E.M.

Secondo

il

mio

modesto

parere,purtroppo in Italia la moda è molto influenzata dalla televisione e dai magazines più commerciali,che hanno una grande influenza sul pubblico. In questo modo vengono proposti dei modelli di gusto che E.M. Decisamente. Ho tratto molta ispirazione dal cinema muto,dai romanzi di Agatha Christie e dai film di Woody Allen. Sono stati i miei punti di riferimento per la prima collezio-

tendono a chiudere le possibilità a chi ha delle proposte diverse. Per esempio,anche le piccole boutique che potrebbero acquistare marchi nuovi,non hanno il coraggio di osare e continuano a proporre solo ciò che

ne che ho presentato al concorso

sanno di poter sicuramente vendere.

“Who’s Next?” a Parigi,lo scorso

All’estero invece,soprattutto nel nord

anno. Poi visto che stiamo parlando

Europa,sono molto più innovativi e

dell’unione di più arti,ho intenzione

curiosi. Comunque sono fiduciosa

di all’estire un piccolo show room

perchè nelle fiere nazionali ed inter-

o home gallery dove ogni tanto or-

nazionali stanno iniziando ad aprire

ganizzerò qualche evento al qua-

molte più porte ai new designers.

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Patrick Wolf: le stringhe barocche di un licantropo di Matteo Testa

L

a linea dove la musica pop incontra le prestazioni d’arte avant-garde non è facile da percorrere, ma Patrick Wolf la fa sembrare una via senza sforzo. E se proprio dalle strade

di Londra ha iniziato, sin da adolescente, ad esibirsi, oggi è definitivamente consacrato come compositore, musicista e grande performer. Nella sua musica miscela orchestrazioni barocche con battiti elettronici e il risultato è quanto di più vicino all’eclettico immaginario che egli cuce su di sé, dai look fiabeschi dei suoi abiti alle sue produzioni screziate di suggestioni anni ‘80, melodie pop, l’elettronica, il folk, il glam, il romanticismo. Tutto è portato all’estremo, libero dalla necessità di trovare una chiave sintetica facile all’ascoltatore occasionale, Patrick Wolf si diverte a suonare quel che gli va, alternando enfasi ed oscurità o, come lui stesso afferma, “portando ottimismo alla mia negatività”. Contando su questa personale creatività artistica, può offrire una musica che non teme di essere pop e che utilizza la sua immagine e le doti da performer da collante per un mondo di visioni e ossessioni rielaborate in modo del tutto originale. E semmai non foste ancora disposti ad accogliere i richiami di questo decadente menestrello, il nostro è pronto a catturarvi con il prossimo atteso lavoro. “The Conqueror”, per l’appunto.

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y: er l l Ga e t i h W nza a t e sos ono forma si fond era di Gianv

Bertè

È il primo grande lifestyle store di Roma. Una galleria d’arte contemporanea di 5000 metri quadrati ospitata nei rappresentativi spazi del Palazzo dell’Arte Moderna, restaurato rispettando l’originaria vocazione espositiva degli ambienti, enfatizzato da scorci prospettici e doppie altezze, mantenendo la piena godibilità dello spazio.

Q

ui moda, design, arte e tecnologia,

piano superiore una sartoria (all’80%

anticiperanno le novità e le contamina-

da uomo con i più grandi sarti napo-

zioni culturali del saper vivere contem-

letani) e un ristorante.

poraneo. Appena entrati nella hall, ci ritroviamo davanti ad una struttura pro-

gettata da Felice Limosani, che ricostruisce la scritta “WHITE” sul pavimento e sul soffitto dell’area, entrambe connesse da una cascata di fili che donano all’ambiente una sorta di purezza che si sposa perfettamente con l’arredamento minimale dell’intera gallery.

Dalla collaborazione tra l’artista Michela Vianello Art Director di Andromeda e il designer Karim Rashid, nasce una superficie sospesa, un tessuto di vetro di Murano caratterizzato da sfumature che vanno dal bianco al nero attra-

Strutturata come una galleria d’arte moderna, si distin-

verso tre toni di grigio, per trasmet-

gue dal tradizionale concetto di boutique offrendo ai visi-

tere continue vibrazioni visive ed un

tatori un’insolita esperienza d’acquisto. Voluto dal Grup-

effetto di tridimensionalità grazie

po Clark, lo space della White Gallery presto ospiterà al

al continuo movimento del colore

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nello spazio. La struttura è divisa in due onde, ed è costituita da venti pannelli di metallo tagliati al laser, con cinquemila lampade alogene puntiformi che si distribuiscono a rete sulla superficie interna di Fluxus, creando così un’onda luminosa che si sviluppa su un totale di 60 metri quadrati. Le vetrate triangolari, poste al di sopra della struttura, lasciano entrare la naturale luce del sole per creare ulteriori giochi di luce e movimento. Il nero del soffitto e del pavimento enfatizzano l’effetto di questa innovativa opera di design; il resto dell’area è arredato in stile minimal, e presenta gli abiti affiancandoli a libri di moda, fotografia, musica e design. Abbiamo scelto di parlarvi di quest’opera di design perché la sua forma, che ci riporta quasi ad immaginare un’onda in bianco e nero e le sue molteplici interpretazioni, ci ricollegano ad uno dei tanti significati di Fluxus: il movimento. All’interno della White Gallery, Fluxus non è l’unica opera di design; vi è infatti una variante di quest’ultima, questa volta interamente bianca. La struttura, a forma di elica, guarnisce il soffitto di un’area circolare dedicata ai profumi. Non c’è dubbio, tutti questi fattori renderanno lo shopping un lussuoso viaggio tra le nuove tendenze del lifestyle e dello shopping contemporaneo.

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dinamismo lento

giacca: alexander mcqueen // collane: emanuele bicocchi

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Photographer: ivona chrzastek Stylist: maurizia mezza Make up: paolo panczyk@ studio 13 Hair: john delima@roberto d’antonio Model: claudia scappatura@dede managment si ringrazia la white gallery roma per tutti i vestiti e gli spazi

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vestito: givenchy // leggings: alexander mcqueen scarpe: givenchy

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giacca: alexander mcqueen collane: emanuele bicocchi

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vestito: emilio pucci // bracciali: emanule bicocchi

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vestito: emilio pucci // bracciale: givenchy

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tuta: stella mccartney

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blusa: drome // gilet: anne demeulemeester // collane: emanuele bicocchi

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chemisier: wunderkind

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FLOU Photographer: francesco bernabei Stylist: emanuela paolacci Make Up: paolo panczyk @ studio 13 roma Hair: alessandra del signore Model: marzia fiasco Si ringrazia: Super NDG - Nima Dance Group www.nimadance.com

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abito: marios

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abito: ba&sh

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abito: plisset m brandt

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abito: m brandt

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maglia: marios // body: american apparel slip: american apparel // autoreggenti: stylist own

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abito des remix

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giacca: vintage // gilet: golden case t-shirt: pudel // pantaloni: gold case

omnia

mutat

Photographer: francesco bernabei Stylist: maurizia mezza Make up: emanuela nicosia Model: arjan strub@ icon management roma Scenografie: francesco benedetti e davide nataletti si ringrazia per i vestiti: super, pifebo e xx- xy

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mantella: marios

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maglia: marios

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t-shirt nera: h&m // t-shirt: american apparel pantaloni: xx- xy

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giacca: xx- xy // maglia: american apparel cintura: stylist’s own // shorts: camo

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giacca: valentino vintage // maglia: marios canottiera: marios // pantaloni: camo

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DOUBLING

Photographer: francesco d’alonzo Styling: gianvera bertè all clothes stylist own

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tory c Dire Store American Apparel Via dei Serpenti 155 - Roma [t] +39 06 48986737 Misty Beethoven Via degli Zingari 12 [t] +39 06 4881878 Pifebo Via dei Serpenti 141 - Roma [t] +39 06 89015204 Super Via Leonina 42 - Roma [t] +39 06 45448500 White Gallery Piazza Guglielmo Marconi 18, 19 - Roma [t] +39 06 54277400 XX-XY Via degli Zingari 31/b - Roma [t] +39 06 48907206

#1/2010 Questo impaginato è la versione over paper di Fashion E-zine, la sezione moda di

Periodico telematico di cultura ed informazione Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 630/99 del 24 Dicembre 1999 P.le Medaglie D’Oro, 49 - 00136 Roma

Beauty Claudio Furini Hair stylist & Make up Roberto d’Antonio Via di Pietra 90-91 - Roma [t] +39 06 6793197 Studio 13 Piazza Cavour 13 - Roma [t] +39 06 68803977

Redazione Via Gregorio VII, 466 - 00165 Roma [t] +39 0666044995 - [f] +39 0666044993 [e] fashion@e-zine.it Direttore Responsabile Fabrizio Manzione Direttore Editoriale Massimiliano Padovan Collaboratori Gianverà Bertè Susanna Boccolucci Francesca Lancia Veronica Magliocchetti Federica Mandrici Chiara Martellucci Camilla Martorano Francesca Massera Maurizia Mezza Diane Orlando Emanuela Paolacci Matteo Testa Federica Zanni Francesca Zuco Webmaster Alberto Cini Editore P.le Medaglie D’Oro, 49 - 00136 Roma [t] +39 0666019323 - [w] www.menexa.it

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