Periodico d’informazione sulla comunicazione e dintorni
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NUM. 3 - ANNO III MARZO 2014
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numero 3 - marzo 2014
Editoriale Il web privato di umanità vale ben poco
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Registrazione al Tribunale di Napoli N. 27 del 6/4/2012 Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà Art Director: Marco Iazzetta Grafica & Impaginazione: Diego Vecchione Hanno collaborato in questo numero: Stefania Buonavolontà, Antonio Caporali Flavia Cimmino, Riccardo Michelucci Andrea Ponsiglione, Marco Quadretti, Elena Serra, Sara Troisi Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445 Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro 50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari. La pubblicazione delle immagini all’interno dei “Servizi Speciali” è consentita ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca.
La notizia resa nota nelle settimane scorse da Statista. com, uno dei più importanti portali di statistiche online per imprese e governi, ha fatto rimanere molti a bocca aperta. Circa il 60% del traffico Internet non sarebbe generato dagli esseri umani ma dai cosiddetti “bot”, ovvero programmi automatizzati che scansionano i motori di ricerca per duplicare dati personali e indirizzi e-mail a fini di spam, prendendo di mira soprattutto siti di ecommerce e viaggi. Circa la metà di questi sono utilizzati da Google per indicizzare le pagine web, ma l’altra metà vengono utilizzati dai cracker che cercano di ricavare un profitto in modo illecito. Sta di fatto che solo il restante 40% del traffico web sarebbe generato dagli esseri umani. La ricerca conferma quanto sostanzialmente sostenuto alla fine del 2013 da Incapsula, una società specializzata nei sistemi di sicurezza per la rete. Ma se quest’ultima poteva avere un interesse diretto a far circolare un certo allarmismo in materia, Statista può garantire una maggiore imparzialità anche grazie alla capillarità dell’indagine, effettuata analizzando 1,45 miliardi di visite in 20mila siti sparsi in 250 paesi del mondo. Dunque possiamo dire che due indizi costituiscono una prova attendibile e che quasi due terzi del traffico mondiale registrato su internet è fasullo perché creato artificialmente, con conseguenze evidenti e devastanti per l’intero settore della pubblicità online. Ci viene dunque spontaneo sottolineare, una volta di più, che la grande rivoluzione del web perde valore se viene privata dell’elemento umano e se questo viene in qualche misura scavalcato dalle macchine. Con buona pace del grande Isaac Asimov. E allora, anche in questo caso, la ricetta giusta ci pare quella dei grandi chef, che riescono a mescolare l’innovazione con la tradizione. Una sintesi vincente che abbiamo provato a mettere insieme anche in questo numero del Magazine, raccontando anche per immagini il Salone dell’Auto di Ginevra e le gesta dei sempreverdi Depeche Mode, la tecnologia driverless della metropolitana di Milano e la festa popolare di San Patrizio, patrono d’Irlanda e ormai un po’ anche d’Italia.
Marco Iazzetta General Manager Menthalia
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Il futuro dell’auto al Salone di Ginevra
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Europa ad avere cadenza annuale. Gli altri due eventi continentali di rilievo, Francoforte e Parigi, si alternano infatti solo ogni due anni. La manifestazione elvetica ha il vantaggio di tenersi in “campo neutro” poiché la Svizzera non è un paese produttore di auto e quindi non ci sono spazi esclusivi assegnati ai padroni di casa, ma tutto viene ripartito secondo criteri più logici ed equi. La vicinanza di Ginevra con l’Italia, poi, rende quest’appuntamento una ghiotta opportunità per i nostri appassionati che vogliono scoprire da vicino le ultime novità e proprio gli italiani sono storicamente una fetta importante dei visitatori. Lo stato di forma dell’industria automobilistica è apparso veramente ottimo, viste le
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ra il lontano 1905 quando iniziò la straordinaria avventura del Salone di Ginevra, una vera e propria antologia della storia dell’auto, in cui ogni anno le maggiori case costruttrici presentano in anteprima l’evoluzione del design e le nuove soluzioni tecniche che poi vedremo sulle strade di tutto il mondo. Lo scorso 16 marzo si è conclusa l’84esima edizione che ha portato tantissimi argomenti all’attenzione degli addetti ai lavori e più in generale al grande pubblico che da questo tipo di manifestazioni cerca suggerimenti, idee e confronti. Anche quest’anno le novità mostrate al Salone di Ginevra sono state un’imperdibile occasione per aggiornarsi sui progressi dell’industria automobilistica, essendo l’unica rassegna in
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di Andrea Ponsiglione, Events Management
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In particolare, le pure elettriche BMW i3 e KIA Soul EV, la Volkswagen Golf GTE ibrida plug-in e la Hyundai Intrado con propulsore a idrogeno sono le vetture che più delle altre aprono una nuova strada verso un futuro sostenibile. Altro tema interessante emerso a Ginevra è l’impetuoso sviluppo dell’elettronica
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tante innovazioni e l’alto livello della tecnologia mostrata. Tutti i costruttori hanno dato libero sfogo alla creatività, addentrandosi in aree e nicchie mai affrontate prima, ma è interessante notare come tutti abbiano risposto con notevole anticipo alle sfide poste dalle normative sulla salvaguardia ambientale.
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si sono distinte come sempre per le tante novità in termini di design, i marchi italiani della Ferrari e della Lamborghini hanno messo in mostra le eccellenti prestazioni motoristiche, mentre la funzione di inclinazione in curva della nuova Mercedes Classe S Coupé rappresenta una première a livello mondiale.
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a bordo dell’auto, dove i classici pulsanti che comandavano le varie funzioni stanno scomparendo per lasciare il posto a monitor touch screen che attraverso comandi vocali gestiscono praticamente tutto. Il modello Sync 2 di Ford è l’esempio più chiaro di questa rivoluzione. Le case francesi Peugeot, Citroen e Renault
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Depeche Mode: Delta Machine Tour e Martin Gore, che rientrano a pieno titolo tra le coppie più ispirate della storia della musica. Con il Delta Machine Tour, l’ennesima tournée mondiale, la band britannica ha fatto tappa anche in Italia lo scorso 18 febbraio al Palasport Olimpico di Torino, il 20 febbraio al Mediolanum Forum di Assago (MI) e il 22 all’Unipol Arena di Casalec© Marco Iazzetta
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cosa nota che le migliori creazioni in ambito musicale nascano dal particolare rapporto di collaborazione e rivalità che si instaura tra due menti geniali. I Depeche Mode non fanno eccezione, anzi, sono riusciti a imporsi come il gruppo synth-pop di maggior successo di ogni tempo e di durare a lungo grazie al rapporto di amore e odio tra Dave Gahan
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di Marco Iazzetta, Art Director Menthalia
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chio di Reno (BO), riscuotendo un enorme successo. L’ambiente chiuso dei palazzetti ha poi permesso ai fans di provare emozioni molto più intense rispetto ai mega concerti all’aperto negli stadi, che per la loro dispersività possono rovinare la magia dell’evento. I tre appuntamenti italiani hanno messo in luce sempre lo stesso canovaccio: il delicato
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Depeche Mode: Delta Machine Tour
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equilibrio tra Gahan e Gore prende vita sul palco e alimenta uno show in cui gli ego dei due musicisti si sfidano a vicenda per emergere l’uno sull’altro, ognuno mettendo in mostra i suoi tratti caratteristici. Dave Gahan apre le danze presentandosi sul palco con una giacca di lustrini e dà il benvenuto con Welcome To My World, e con la sua consueta disinvoltura ipnotizza
le masse nel secondo pezzo Angel. È lui la voce del gruppo e la vera star davanti al pubblico. Con Walking In My Shoes entra in scena Martin Gore, la mente creatrice, che con la sua chitarra dalle tinte blues/ dark reclama giustamente l’attenzione che merita. La band inanella i suoi pezzi più belli, Black Celebration su tutti, con Gahan sempre più scatenato e Gore un passetti© Marco Iazzetta
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causando picchi ormonali a tutte le donne presenti, mentre Martin a passeggio sulla pedana attacca al rallenty il riff blues Personal Jesus. Poi anche il resto della band torna sul palco e ci si avvia alla conclusione, mentre tutto il pubblico si lascia andare a danze sfrenate. Nello scontro testa a testa tra i due titani c’è un solo vincitore: i Depeche Mode.
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no indietro, finché Dave va nel backstage per tirare un po’ il fiato mentre sul palco Martin con le versioni intime di Slow e Blue Dress ci ricorda che i brani sono quasi tutti suoi, poiché, essendone il padre biologico, riesce a interpretarli con grande intensità. Si riparte poi con Dave che prende nuovamente il comando della nave sotto le note di A Pain That I’m Used To e si toglie il gilet
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Earth Hour 2014: salva il pianeta di Sara Troisi, Redazione Menthalia
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n’ora al buio per salvare il pianeta. L’Earth Hour, in inglese l’ora della terra, è un’ iniziativa promossa dal WWF, per sensibilizzare il pianeta sui cambiamenti climatici, riscaldamento globale e necessità di ridurre le emissioni di CO2, incentivando in tal modo l’utilizzo delle energie rinnovabili. L’iniziativa nata per la prima volta nel 2007 nella sola città di Sidney in Australia, è diventata sempre più un evento su scala planetaria, giungendo oggi alla sua ottava edizione. In Italia il primo Earth Hour si è avuto nel 2009 e negli anni sempre più comuni hanno deciso di partecipare all’evento che quest’anno si è svolto sabato 29 marzo alle ore 20:30. Quest’anno tra i primi a spegnere le luci: le isole Samoa alle 20:30 ora del posto (8:30 del mattino in Italia); ultima tappa a Tahiti passando per Amazzonia e Artico. Tra i luoghi simbolo sono rimasti al buio l’Empire State Building a New York, il Tower Bridge a Londra, la Porta di Brandeburgo a Berlino, la Torre Eiffel a Parigi, il Cremlino e la Piazza Rossa di Mosca. In Italia sono stati più di 120 i Comuni ad avere confermato la propria adesione: si sono spenti monumenti simbolo come la Mole Antonelliana, il Teatro alla Scala di Milano, l’ Arena di Verona, la facciata e la Cupola di San Pietro a Roma, Piazza del Plebiscito a Napoli, la fortezza
di Castelfranco a Finale Ligure, Palazzo d’Accursio e della Specola dell’Università a Bologna, Palazzo Sacrati Strozzi e il centro direzionale in via Novoli a Firenze, Palazzo Pretorio a Lucca, la basilica di San Francesco ad Assisi, Piazza S. Marco e palazzo ducale a Venezia, Teatro Massimo a Palermo e la magnifica cattedrale normanna a Cefalù. Tutti hanno potuto contribuire a quest’evento, semplicemente spegnendo per un’ora – dalle 20:30 alle 21:30 – la luce a casa o in ufficio. Tra le numerose iniziate lanciate sul web per sensibilizzare i cittadini troviamo “La Repubblica” che per l’occasione ha invitato i lettori a raccontare come hanno trascorso la propria ora al buio in un post di 300 battute. Un piccolo gesto simbolico, per il futuro del nostro pianeta.
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#Socialbirra di Antonio Caporali, Redazione Menthalia
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irra, networking e comunicazione. Tre ingredienti dall’anima estremamente socializzante che la Social Media Agency Brands Invasion ha deciso di fondere in #Socialbirra, il primo grande evento su birra e social media in Italia, tenutosi lo scorso 23 marzo nella Città dell’Altra Economia di Roma. L’iniziativa, sponsorizzata da AssoBirra, è stata una grande occasione per conoscersi e confrontarsi su tante tematiche attuali del mondo della comunicazione, ma anche una giornata per scambiare quattro chiacchiere gustando un’ottima birra artigianale, divertendosi e ascoltando musica. Il palinsesto dell’evento era così ricco da far venire davvero sete: workshop, degustazioni, laboratori, speech e concerti, il tutto contornato dagli stand dei birrifici dove farsi spillare una buona birra e un food service. L’ingresso era completamente libero ad eccezione di alcuni workshop al costo di... una pinta di birra! A partire dalle ore 14, nella “Sala Social” si sono susseguiti sei workshop di approfondimento sui principali social network, tenuti da esperti del campo, per fornire una panoramica sulle potenzialità dei diversi canali social nella promozione di un brand e nelle strategie di marketing, con l’originalità che tutte le case history mostrate riguardavano marchi di birra. Tra gli argomenti più interessanti: una pinta di tweet, come creare engagement “luppolato” su Twitter; il ruolo di Foursquare nel settore Food & Beverage; Instagram & Birra, raccontare un brand attraverso le immagini; Visual Beer, l’arte di fare storytelling con i video di YouTube. E durante le pause, la birra spillata all’esterno della sala ha dato modo ai partecipanti di conoscersi e crearsi contatti utili. Nella “Sala Birra”, invece, è partito alle ore 15.30 un laboratorio introduttivo alla birra artigianale con produzione di birra dal vivo, e alle 20.30 una degustazione guidata delle beer firm presenti a #Socialbirra con presentazione dei birrai che hanno parlato dei loro progetti e delle loro birre. In serata aperitivo con i concerti rock delle band romane UNMASK e Mad Shepherd,
e a seguire un dj-set a cura di Pill Tapes. I numeri hanno dimostrato senz’altro un buon successo: oltre 1000 persone nell’arco della giornata, circa 305 tweet, sale piene e birra finita prima del previsto! Merito di Brands Invasion che ha saputo interpretare il trend di mercato per costruire un binomio vincente. I social network ormai giocano un ruolo fondamentale nel settore della comunicazione, da semplice strumento di svago sono diventati il canale principale con cui un’azienda riesce a estendere il proprio mercato, e un settore in ascesa come la birra artigianale può ricavarne grandi benefici. Inoltre, l’animo socializzante della birra costituisce uno straordinario collante per unire gente e mantenere viva la concentrazione sui temi trattati, enfatizzandone l’importanza. Dalle tavolette sumere di 6.000 anni fa, la birra si sposta sui social.
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San Patrizio, il mondo si veste di verde di Stefania Buonavolontà, Marketing & Communications
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l 17 marzo di ogni anno si festeggia il St. Patrick’s Day dedicato a San Patrizio, il patrono dell’Eire che cristianizzò gli irlandesi. Nata come festa nazionale, oggi viene celebrata in tutto il mondo, sia nei paesi con una forte comunità irlandese, come Canada, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Argentina, Nuova Zelanda e l’isola caraibica di Montserrat, sia dai non irlandesi che attratti dai toni folkloristici della giornata non vogliono perdersi la possibilità di divertirsi e di gustare un’ottima birra immersi nell’atmosfera festosa che caratterizza questa ricorrenza. L’ evento maggiore si svolge ovviamente a Dublino, dove i festeggiamenti sono partiti venerdì 14 marzo con il tipico appuntamento all’Irish Craft Beer Village per gustarsi cibo, musica, birre artigianali e whiskey locale, prima di abbandonarsi a canti e danze tradizionali all’aperto nel parco St. Stephen’s Green. Il sabato è il momento del Festival Treasure Hunt, una strepitosa caccia al tesoro per scoprire gioielli nascosti e scorci inediti della città, seguita dalla 5k Road Race, una corsa per atleti di tutte le età tra le strade del centro cittadino accompagnati da fate, folletti e dal sindaco della città. E la sera uno degli eventi più attesi: il Céilí House Live in Concert con tanta musica tradizionale. Domenica, poi, Dublino diventa un grande palcoscenico per artisti di strada, ballerini, suonatori di cornamuse e gruppi musicali provenienti da tutto il mondo, che improvvisano concerti agli angoli delle strade. Il clou della festa si raggiunge lunedì 17 con la mitica Grand Parade con cortei carnevaleschi e sfilate di carri spettacolari che attraversano il centro e i luoghi simbolo della città. Uno spettacolo imperdibile per migliaia di irlandesi e di turisti stranieri che possono
ammirare il passaggio delle bande lungo il fiume Liffey, il Trinity College, il Dublin Castle e la St. Patrick Cathedral. E per l’occasione, tutta Dublino splende di verde: siti storici, pub, aeroporti, centri commerciali, monumenti e musei vengono illuminati da fasci di luce smeraldo. C’è anche la tradizione di mangiare cibi di quel colore, bere la tipica birra verde irlandese e indossare vesti della stessa tonalità. E non possiamo non citare il Leprechaun, il folletto della tradizione irlandese. È la sua maschera ad aprire le sfilate e la notte tra il 16 e il 17 marzo c’è l’usanza di lasciare per lui un bicchiere di latte sul davanzale della finestra. Anche chi non si trova in Irlanda può vivere quest’atmosfera, seppur in proporzioni ridotte. Grazie alla secolare emigrazione dall’isola, infatti, la popolarità di San Patrizio è tale che ci sono manifestazioni in tutto il mondo. Sono tantissimi i luoghi che brillano di verde il 17 marzo, come l’Empire State Building, il sito di Petra in Giordania, il Castello della Bella Addormentata a Disneyland Parigi, le piramidi di Giza in Egitto, le cascate del Niagara, la Sydney Opera House, la grande ruota panoramica London Eye e i grattacieli di Chicago. Numerose sono state le iniziative nelle maggiori città italiane. A Roma si è festeggiato con musica, balli e degustazioni a bordo dei tram storici dell’Atac, Milano ha celebrato la tradizione con un ricco festival all’insegna della cultura irlandese, mentre a Napoli i migliori pub hanno organizzato delle serate speciali con piatti tipici, birra verde e particolari gadget. E per l’occasione, anche alcuni dei monumenti più rappresentativi, la Torre di Pisa su tutti, sono stati illuminati di verde Irlanda.
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Ho bisogno di amore per guarire... di Elena Serra, Events Management
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’Istituto privato di Medicina Fisica e Riabilitazione, Centro Giusti di Firenze, in occasione dei suoi primi 20 anni di attività, organizza in collaborazione con le Onlus “Niccolò Galli” ed “Atlante”, il 3 Maggio 2014 nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, un Convegno internazionale sulle Lesioni midollari dove viene evidenziata l’importanza di una riabilitazione motoria attiva per cercare di riacquisire/riattivare alcune importanti e fondamentali attività motorio-funzionali indispensabili per una migliore qualità della vita. In tale patologia,
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Charles Darwin, 1809-1882
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“Se dovessi ricominciare a vivere la mia vita, adotterei come regola quella di leggere della poesia e di ascoltare della musica almeno una volta alla settimana, poichè, forse le parti del mio cervello ora atrofizzate sarebbero mantenute attive dall’uso”
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che colpisce molti giovani e giovanissimi, per poter mantenere attivo l’uso del Sistema Nervoso Centrale e poterne sfruttare la plasticità, risulta fondamentale l’intensità e la continuità di un programma riabilitativo motorio sempre attivo.
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Metro Milano: nuova tecnologia driverless di Flavia Cimmino, Account Office
È
stata inaugurata a Milano la prima metropolitana italiana con la tecnologia Driverless (senza conducente a bordo). Si tratta della linea M5 (denominata linea lilla) che a costruzione ultimata partirà dalla stazione di Bignami e arriverà allo stadio San Siro. La metropolitana lilla, inaugurata e aperta al pubblico nel febbraio 2013 con la tratta che collega Zara a Bignami, si è arricchita a marzo 2014 di 2 nuove stazioni (Isola e Garibaldi), vantando così attualmente 9 stazioni per un totale di 6,1 Km che nel 2015 diventeranno quasi 13 (percorsi in soli 26 minuti) con l’apertura della terza e ultima tratta che collegherà Garibaldi a San Siro. Con le nuove aperture il trasporto medio giornaliero sulla linea M5 salirà dagli attuali 30 mila passeggeri a 45 mila e in particolare la stazione Garibaldi sarà il punto d’interscambio nevralgico collegando la linea M5 e la linea verde M2 con i treni ad alta velocità divenendo così “il più importante hub italiano metropolitano” che vedrà transitare più di 25 milioni di passeggeri l’anno. I treni di ultimissima generazione sono costruiti metà nello stabilimento campano di via Argine e l’altra metà nella sede di Reggio Calabria dell’Ansaldo Breda.
La tecnologia driverless di Ansaldo STS è stata sperimentata per la prima volta a Copenhagen nel 2002 ed è stata premiata come Best Metro in the World nel 2008, 2009 e 2010. Numerosi i vantaggi rispetto alla metropolitana tradizionale in primis: l’assenza del conducente e della cabina di guida, a parità di dimensione dei treni, garantisce una maggiore capacità di carico soddisfando una domanda di trasporto decisamente superiore rispetto a quella tradizionale permettendo di ridurre notevolmente i costi di gestione del servizio di trasporto. Inoltre la super-tecnologia permette una frequenza dei treni maggiore: per la linea M5 si parla di 3 minuti nelle ore di punta e 4 nelle fasce più “soft”. In più, nei sistemi driverless si dimostra, sulla base di calcoli sull’affidabilità del sistema, che la sicurezza intrinseca è più elevata se paragonata a quella di un sistema tradizionale in quanto il pericolo di errore umano è totalmente eliminato. Una sicurezza molto elevata aumenta l’importanza della metropolitana come mezzo di trasporto. Ciò consente, peraltro, di impiegare il personale prevalentemente nell’assistenza ai passeggeri.
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Whatsapp nelle “mani” di Facebook di Marco Quadretti, Web Development
È
ormai ufficiale: Facebook acquista Whatsapp per la cifra record di 19 miliardi di dollari, di cui 4 miliardi di dollari saranno versati in contanti, 12 miliardi in azioni di Facebook e altri 3 miliardi destinati agli impiegati e al fondatore Jan Koum, che entrerà nel consiglio di amministrazione di Facebook. Whatsapp, applicazione di messaggistica istantanea, nata nel 2009 può contare più di 450 milioni di utenti attivi al mese con una crescita vertiginosa di più di un miliardo di nuovi iscritti al giorno e con un numero di messaggi complessivo pari a quello di tutti gli operatori telefonici tradizionali. Facebook ha oggi un miliardo e duecentotrenta milioni di iscritti ed è difficile immaginare che possa mantenere ancora i ritmi di crescita visti finora: così l’acquisizione del servizio di messaggistica ha l’obiettivo di “accelerare il coinvolgimento degli utenti”, come si legge nel comunicato ufficiale. Mark Zuckerberg, fondatore di facebook, dichiara di non voler cambiare nulla del servizio di messaggistica, così come nel caso di Istangram, social network delle foto, acquisita da facebook nel 2012. I contatti tra i fondatori dei due colossi per discutere dell’acquisizione sarebbero iniziati già due anni fa, ma le trattative si sarebbero concluse solo il giorno di San valentino, quando Koum si è presentato all’improvviso alla porta di casa di Zuckerberg, che stava festeggiando con la moglie Priscilla Chan. L’affare si sarebbe chiuso di fronte a un piatto di fragole ricoperte di cioccolato. Possibili ripercussioni sulla privacy sono state smentite dal fondatore di whatsapp, Jan Koum ,che in un comunicato stampa sulla pagina ufficiale del blog afferma: “ll rispetto per la privacy è scritto nel nostro Dna”, se la collaborazione con Facebook “avesse significato cambiare i nostri valori non l›avremmo fatta; abbiamo realizzato WhatsApp con l’obiettivo di sapere il minimo possibile dei nostri utenti: non devono comunicarci il nome, non chiediamo l’indirizzo e-mail e nemmeno data di nascita e indirizzo. Non sappiamo dove lavorano, le loro preferenze, cosa cercano online e non
raccogliamo dati Gps sulla loro posizione. Nessuno di questi dati è raccolto o immagazzinato da WhatsApp e non abbiamo intenzione di cambiare”. Inoltre Jan Koum ricorda di essere nato in Ucraina e cresciuto nell’Unione sovietica: “so cosa vuol dire non poter comunicare liberamente”. Insomma Jan Koum rassicura riguardo possibili interferenze nella privacy degli utilizzatori di questi servizi, molti dei quali hanno già scelto l’applicazione russa Telegram, come valida alternativa per lo scambio di messaggi.
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