Periodico d’informazione sulla comunicazione e dintorni
© Marco Quadretti
NUM. 7 - ANNO III OTTOBRE 2014
IN QUESTO NUMERO Mi stampo… un’ auto! 5 errori da non compiere sul web Kano pc per tutti Le origini della festa di Halloween Figli su misura … si può? Pizza e… dintorni! “Ritorno al futuro” Scopriamo la Valle dell'immaginazione
pagina
2
®
numero 7 - ottobre 2014
Editoriale Il Passato, Internet e il Futuro…
NOI Collabtuooraarticcoolon inviaci il thalia.it magazine@men
Scopri il nostro
mondo su
tare Vuoi divoepnle? Purple Pe
tuo ttraverso il Collegati a e all’area dedicata n smartpho
®
Registrazione al Tribunale di Napoli N. 27 del 6/4/2012 Direttore Responsabile: Fabrizio Ponsiglione Direttore Editoriale: Stefania Buonavolontà Art Director: Marco Iazzetta Grafica & Impaginazione: Diego Vecchione Hanno collaborato in questo numero: Stefania Buonavolontà, Maria Grazia Cassese, Valerio Chiocca, Flaviana Cimmino, Alessia Guaccio, Andrea Ponsiglione, Marco Quadretti, Diego Vecchione Menthalia srl direzione/amministrazione 80125 Napoli – 49, Piazzale V. Tecchio Ph. +39 081 621911 • Fax +39 081 622445 Sedi di rappresentanza: 20097 S. Donato M.se (MI) – 22, Via A. Moro 50126 Firenze – 20, Via Cardinal Latino
Internet e la tecnologia hanno completamente trasformato il modo di vivere delle persone ed oggi potremmo definirci la “generazione 2.0” se ci paragoniamo allo stile di vita dei nostri più recenti predecessori. In questo numero risalta più che mai l’enorme passo in avanti che abbiamo compiuto grazie all’ausilio degli strumenti e delle scoperte che hanno contraddistinto il ventunesimo secolo. Dove saremmo oggi, ad esempio, se internet non esistesse? Marco Iazzetta A pensarci bene, tutto sarebbe completamente diverso! Dalla General Manager Menthalia rete nasce ogni cosa, tutto nel web trova una sua collocazione e si diffonde indistintamente senza spazio né tempo. L’importanza di internet è tale che, così come per i cristiani c'è la tavola dei dieci comandamenti, allo stesso modo oggi esiste la “Carta dei Diritti in Internet”: il documento, sottoposto al vaglio di una Commissione riunita dal Presidente della Camera dei Deputati, si compone in bozza di un preambolo e 14 articoli che richiamano diritti e doveri degli internauti. Dal web alle innovazioni tecnologiche il passo è breve e la tecnologia ha raggiunto oggi livelli davvero altissimi: dalle stampanti 3D in grado di realizzare automobili, ai pc assemblabili autonomamente dai bambini, agli orologi capaci di innescare il countdown del tempo che ci resta da vivere. In un mondo perfettamente globalizzato e avanzato come quello attuale, anche le innovazioni in ambito scientifico sono all’ordine del giorno e molte delle problematiche, quelle in ambito medico in primis, sono avviate sulla via della risoluzione definitiva. Gli unici limiti che conosciamo e che oggi possiamo porci, derivano solamente da noi stessi e sono Autorealizzazione per lo più limiti morali ed etici, condizionati dall'ambiente culturale, territoriale e religioso nel quale siamo cresciuti e viviamo. Stima Internet e la tecnologia non rappresentano la soluzione a qualsiasi tipo di problema Appartenenza ma possono di certo aprire la mente e sollecitarci ad andare oltre gli orizSicurezza zonti che possiamo immaginare. Si potrebbe ipotizzare una nuova “piramide dei bisogni di MaFisiologia slow” a cui aggiungere un ulteriore gradino alla base rappresentato, ovviamente, da internet.
Tutti i marchi riportati appartengono ai legittimi proprietari. La pubblicazione delle immagini all’interno dei “Servizi Speciali” è consentita ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca.
Internet
®
numero 7 - ottobre 2014
Mi stampo… un’auto! di Stefania Buonavolontà, Marketing & Communication
A
fronte delle innumerevoli innovazioni che accompagnano già da tempo la nostra vita, dovremmo seriamente iniziare a pensare che la tecnologia non ha limiti! Eppure… in quanti avrebbero scommesso sulla possibilità di "stampare" un'automobile? È questa, infatti, una delle ultime mete raggiunte grazie al lavoro di menti eccelse e proiettate al futuro. Dalla collaborazione tra l’azienda statunitense Local Motors e l’Association for Manufacturing Technology (AMT) è nata Strati, la prima automobile realmente funzionante realizzata con una stampante 3D; il disegno della vettura è, però, vanto italiano perché porta la firma del designer torinese Michele Anoè. Strati, presentata in occasione dell’International Manufacturing Technology Show 2014 andato in scena a Chicago, è un'auto elettrica composta di 49 singole parti, ciascuna stampata tridimensionalmente, assemblate poi tra loro, in grado di viaggiare alla velocità di 65 km/h e il cui pacco batterie garantisce un'autonomia tra i 190 e i 250 km. Le parti sono state realizzate grazie ad una stampante 3D fornita dalla Cincinnati Inc, in grado di creare pezzi fino a 3 metri di lunghezza, utilizzando come materiale un fi lamento termoplastico rinforzato con fibra di carbonio per rendere la struttura della vettura più resistente. Sono pochi e probabilmente destinati ad azzerarsi, i componenti che ad oggi non è stato possibile stampare in 3D: pneumatici, motore, volante, batteria, sospensioni ed impianto elettrico; la maggior parte di questi ultimi provengono dalla Renault Twizy. Ad oggi questo piccolo gioiello di pura tecnologia non è destinato al mercato di massa ma la speranza è di arrivare in tempi relativamente brevi alla vendita al pubblico, per un prezzo che dovrebbe attestarsi intorno ai 14.000 euro. Per ora basti pensare che per costruire la Strati sono stati sufficienti appena 4 giorni: 2 per stampare il telaio, 1 per la fresatura e l’ultimo dedicato all’assemblaggio delle parti. In poco tempo, quindi, col processo cosiddetto "additivo" la stampante, se-
guendo un modello 3D, ha depositato il materiale strato su strato e voilà un'automobile! Le creature della tecnologia non si esauriscono, però, con l'idea dell'automobile; tutto in realtà nasce dall'invenzione delle stampanti 3D. Si tratta di macchine già proposte da qualche tempo sul mercato ma non ancora destinate al largo consumo. Proprio per rendere più accessibile il prodotto ai consumatori finali, dai laboraatori della Michigan Technological Univerrsity è arrivato uno dei primi prototipi di stampante 3D solare e portatile: si tratta di aun macchinario tutto contenuto in una vaei ligetta che all'occorrenza si apre e con dei moduli fotovoltaici portatili, utilizzando l'energia solare, è in grado di riprodurre oggetti semplicemente stampandoli. La genialità dell'oggetto risiede anche nel fatto che potrebbe essere utilizzato in quei luoghi che ancora non hanno accesso all'energia elettrica; è un passo enorme se si pensa all'utilità di questa stampante nei paesi più arretrati dove potrebbe essere utilizzata in campo tecnico, per realizzare pezzi di ricambio all'istante, o in campo medico negli ospedali da campo per disporre degli ausili necessari in tempi più che rapidi. Altra caratteristica della stampante è quella di essere una RepRap (Replicating Rapid-prototyper), essere cioè in grado di autoreplicarsi, per ora fino a circa il 50% di se stessa. La conclusione a cui si giunge è che la tecnologia assume una valenza assolutamente positiva quando viene messa al servizio della civiltà e del benessere fisico e mentale delle persone. In tal senso le stampanti 3D stanno rivoluzionando il modo di realizzare e diffondere oggetti; dal campo dell’arredamento, per creare piccole suppellettili, a quello meccanico, per realizzare automobili, fino a quello biomedico, settore nel quale, ad esempio, sta operando l’Open BioMedical Initiative, un’organizzazione italiana noprofit per la realizzazione e la diff usione di tecnologie biomedicali e protesi (per arti superiori e inferiori) low-cost, open source e stampabili in 3D.
pagina
3
pagina
4
®
numero 7 - ottobre 2014
5 errori da non compiere sul web di Valerio Chiocca, Redazione Menthalia
A
vere un buon sito è fondamentale per qualsiasi tipo di azienda, ancora di più per chi intende rivolgersi al web come principale mercato di riferimento. Ancora oggi, dopo più di venti anni dal lancio del primo sito web, ad ope-
ra di Tim Berners Lee, vengono commessi molti errori che rischiano di cancellare qualsiasi velleità di successo. Noi vi proponiamo i cinque errori che un buon sito web non dovrebbe mai presentare.
Il sito è vecchio e non è aggiornato. Questo è il primo motivo che allontana un potenziale visitatore dal vostro sito web. Dei contenuti datati, con informazioni ormai obsolete sono sinonimo di scarsa attenzione e professionalità. È importante per ogni sito far risaltare gli ultimi aggiornamenti, se questi risalgono al secolo scorso avete un grosso problema.
Scarsa brand identity: chi siete, cosa fate, cosa volete, il vostro sito risponde a queste domande? Se puntate a una determinata quota di mercato o avete uno scopo ben preciso, siate sicuri che questo sia ben chiaro anche a chi arriva sul vostro sito. Se un utente impiegherà troppo tempo a capire cosa volete comunicare è probabile che vi abbandonerà senza ritornare mai più.
Contenuto scritto male e poco chiaro. Anche il sito graficamente perfetto si infrangerebbe contro dei contenuti poco curati. Abbiate sempre cura di controllare la forma oltre che la sostanza, anche se vi sembrerà una cosa sciocca. Errori ortografici e grammaticali allontanano gli utenti dal vostro sito.
Contenuto noioso che non da valore. Assicuratevi che qualsiasi cosa scriviate o pubblichiate sul vostro sito, abbia importanza per i potenziali lettori. Non vi preoccupate solo della forma o dell’aspetto grafico, puntate a essere degli opinion leader nel vostro campo.
Sito di difficile navigazione. Se un utente dopo quindici secondi non riesce più a proseguire sul vostro sito, vuol dire che avete fallito. Non vi addentrate in architetture troppo complesse che rendono la vita difficile ai visitatori, semplicità spesso è sinonimo di efficienza.
®
numero 7 - ottobre 2014
Kano PC per tutti di Diego Vecchione, Graphic Designer
S
e siete alle prese con un regalo per bambini e non sapete da dove iniziare le vostre ricerche, o avete voglia di stupire, una buona proposta arriva dall’Inghilterra, dove Kano, start up con sede nella city, ha rivoluzionato il concetto di computer, creando il pc assemblabile. Il concept, alla base di questa invenzione, è quello di offrire un vero e proprio kit per la costruzione del proprio computer, con una serie di informazioni che guidano il consumatore step by step, adattandosi sia ad un potenziale cliente inesperto di tecnologia informatica, ma soprattutto ai bambini, in una fascia di età fra i sei e i quattordici anni. La scatola include tutto quello di cui avete bisogno, tranne il display: un manuale con le istruzioni, un sistema operativo, una tastiera con touchpad integrato, una chiavetta per la connessione alla rete WiFi, i cavi essenziali usb, un ingresso HDMI (fondamentale per connettere il tutto a un monitor), l’alimentatore e la scheda madre single board Raspberry Pi. A questo punto non vi resta che avviare il sistema operativo, impostato su un soft ware open source come Debian Linux. L’azienda londinese ha scelto un design e un packaging molto colorati e divertenti, pensati per attrarre i bambini. Inoltre per facilitare l’impatto con il mondo dell’ingegneria informatica si è scelto di dotare il pc di un linguaggio di programmazione chiamato Kano Blocks, che sostituisce i codici con semplici blocchi con figure e animazioni, un sistema che viene insegnato passo dopo passo al bambino che potrà iniziare in un secondo tempo a trasformare alcuni giochi o creare brani musicali, proseguendo poco alla volta verso operazioni più complesse. La memoria è stata dotata di alcune applicazioni user friendly e di alcuni giochi arcade decisamente retrò, ma dal sicuro successo: come snake e ping pong. I fondatori di Kano, sono riusciti a sostenere economicamente il progetto grazie ad una campagna di crownfounding che ha portato nelle loro casse più di un milione di dollari.
Il prezzo di lancio sul mercato è decisamente basso, solo centocinquanta dollari per rendere Kano il “regalo” ideale per il Natale 2014.
KANO
pagina
5
pagina
6
®
numero 7 - ottobre 2014
Le origini della festa di Halloween di Flavia Cimmino, Account Office
C
RIP
on l’inizio del nuovo millennio, la festa di Halloween è diventata la festività più celebrata nel mondo, seconda solo al Natale. Oggi ci troviamo di fronte a un vero e proprio fenomeno culturale di massa che coinvolge milioni di persone e genera un impatto commerciale globale. Halloween deriva il suo nome da una variante scozzese del nome completo “AllHallows-Eve”, cioè la notte prima di Ognissanti; è una festività anglosassone che trae le sue origini da ricorrenze antichissime, risalenti alla cultura Celtica, e viene festeggiata il 31 ottobre di ogni anno. Le primissime origini di Halloween si trovano in riti antichi legati ai cambi di stagione e nei culti agresti in cui si esorcizzavano le paure ancestrali tipiche delle antiche civiltà basate sull’agricoltura, come la paura di perdere il raccolto a causa delle calamità naturali. Samhain, ovvero “fine dell’estate” è un’antica festa celtica considerata la prima edizione della ricorrenza di Halloween. Nel medioevo la chiesa cattolica istituì una serie di festività che andavano a sovrapporsi a quelle pagane, probabilmente con lo scopo di creare una continuità col passato, tra queste nacque appunto quella di Ognissanti. Tuttavia, a partire dalla riforma protestante, che interruppe le celebrazioni dei santi, nei paesi anglosassoni si continuò a celebrare il culto di Halloween come festa laica. La vicinanza con la festività dei morti e le origini legate alla paura e al buio, diede il via a quella tradizione che vede la notte del 31 ottobre come quella degli spiriti e delle streghe, donando quel carattere un po’ macabro alla festività, ancora oggi ben visibile. La storia di Halloween è legata indissolubilmente al continente americano. Tra settecento e ottocento, immigrati del nord Europa arrivarono negli Stati Uniti a migliaia condividendo il loro folklore di Halloween con altri gruppi etnici, i quali a loro volta aggiunsero le loro influenze culturali alla festa. In questo modo nacque quella che può essere considerata la prima festa multietnica
del mondo, in cui si univano diverse tradizioni. È stato sicuramente in questo periodo storico che la festività ha assunto quel carattere un po’ anarchico, in cui “gli spiriti dell’oltretomba” possono per una notte ritornare sulla terra. Nel ventesimo secolo Halloween diventa una festa popolare di massa, con il costume di celebrare sfilate in maschera per le strade e addobbare le proprie case con i simboli della festività, come le famosissime lanterne di zucca. In questi anni viene ripresa anche l’antica usanza di lasciare dei dolciumi fuori alle porte delle case, per “gli spiriti in arrivo”, trasformata dai bambini di tutto il mondo nel famosissimo trick or treat, dolcetto o scherzetto. In questi anni anche l’industria culturale degli Stati Uniti si accorge dell’enorme potenziale consumistico della festa, creando un vero e proprio business sulla simbologia di Halloween. Cinema, televisione, editoria sono invasi dai protagonisti della notte degli spiriti, che alimentano a loro volta il mito e la tradizione della celebrazione. Un classico del cinema horror, “Halloween” di John Carpenter, ha contribuito sicuramente a rilanciare l’immagine paurosa e misteriosa della festa. Altre opere, invece, come quelle di Tim Burton, “Nightmare Before Christmas”, o le parodie dei Simpson, “La paura fa novanta”, hanno mostrato in maniera dissacrante i simboli della festa.
®
numero 7 - ottobre 2014
Figli su misura… si può? di Alessia Guaccio, Redazione Menthalia
A
seguito della recente decisione da parte del governo italiano di introdurre anche nel nostro stato la possibilità di ricorrere alla fecondazione eterologa, fa riflettere l'idea di vivere una gravidanza non più solo con la speranza di avere un figlio sano, ma credendo che sia in qualche modo possibile scegliere che tipo di figlio mettere al mondo. Andando per ordine, da quando e come funziona il processo della fecondazione eterologa in Italia? Da poco tempo la Toscana, prima tra le Regioni italiane, ha fissato le linee guida per la fecondazione eterologa assistita nelle strutture pubbliche e nei centri privati specializzati, consentendo l’uso di gameti provenienti dall’esterno. Si tratta di una svolta considerando che fino ad oggi in tema di procreazione medicalmente assistita, in base alla legge 40, dichiarata incostituzionale lo scorso aprile, era vietata alle coppie sterili la possibilità di fare ricorso a ovociti o spermatozoi provenienti da donatori esterni. Finora l’unica possibilità era quella della fecondazione omologa, opzione alla quale non tutte le coppie potevano far ricorso nel caso di problemi di fertilità più gravi. Ad inizio settembre la Conferenza delle Regioni ha approvato, quindi, il documento che regola il procedimento dell’eterologa e ne ha stabilito alcuni punti fondamentali: • Vige il limite di un massimo di 10 nati per donatore e la coppia che ha già avuto figli con l'eterologa potrà nuovamente ricorrere alla procedura ma solo con lo stesso donatore; • potranno essere donatori le donne con età compresa tra i 20 e i 35 anni e gli uomini tra i 18 e i 45 anni. Per la donna ricevente, inoltre, è previsto il limite di età dei 43 anni, purché potenzialmente ancora fertile, per ricorrere all'eterologa gratuitamente o col pagamento del ticket. Fino a quest'età e per un massimo di 3 cicli il trattamento sarà a carico del Ssn (Servizio Sanitario Nazionale); • il bimbo nato dovrà avere lo stesso fenotipo della coppia ricevente rispetto al colore della pelle, dei capelli e al gruppo sanguigno. Avrà, inoltre, la possibilità di chiedere di conoscere l’identità del padre o della madre biologici una volta compiuti i 25 anni
di età: a questo punto il donatore verrà ricontattato e, se lo decide, potrà rivelare la propria identità; • i riceventi devono essere maggiorenni, sposati o conviventi in modo stabile, e in possesso di un certificato di infertilità o sterilità, stilato da un medico. Le coppie che avessero già ovociti o gameti all'estero possono richiedere, tramite il centro di fecondazione scelto, di trasferirli in Italia. Siamo ancora, però, molto lontani da ciò che accade invece in altri paesi quali, ad esempio, il Regno Unito dove decidere di avere un figlio è una scelta completamente libera e scevra da qualsiasi regola morale ed etica. Per diventare genitore basta, infatti, scegliere il donatore collegandosi al sito web della London Sperm Bank Donors e seguire il procedimento indicato passo per passo. La clinica londinese si caratterizza per essere a livello nazionale il più grande fornitore di donatori di sperma ma ciò che la rende nota è senz'altro l'innumerevole quantità di opportunità offerte ai propri clienti/pazienti. Una volta registrati, i pazienti possono, infatti, come nella scelta di un hotel per le vacanze, selezionare il range di donatori filtrando i risultati in base alle caratteristiche fisiche, all’origine etnica, alle qualifiche scolastiche e professionali, all'occupazione, alla religione e perfino in base alla tonalità di colore della pelle! Il successo riscosso dalla clinica deriva anche dal fatto che non sono posti limiti rispetto ai pazienti che possono accedere al database di donatori: a fare richiesta possono essere coppie con problemi di fertilità, donne single che hanno il desiderio di diventare mamme e coppie gay che non sono per natura facilitate nella scelta di diventare genitrici. Inoltre si offre la possibilità a tutti gli uomini che lo desiderino di “aiutare” coloro che hanno difficoltà nel realizzare il proprio sogno: fare il “mestiere” più bello del mondo. Non è scientificamente assicurato che da un donatore avvocato di professione, nascerà un figlio che si laureerà in legge, ma tutto ciò porta a chiedersi se sia sufficiente avere amore da donare o sia necessario possedere i criteri legali ed etici stabiliti dallo Stato per essere considerati “idonei alla professione di genitori”.
pagina
7
pagina
8
®
numero 7 - ottobre 2014
Pizza e… dintorni! di Maria Grazia Cassese, Medical Project Manager
A
Napoli sarebbe una tragedia se dal menù tipico tradizionale dovesse scomparire il suo pezzo forte: la pizza. Pochi ingredienti per il piatto più conosciuto al mondo ma che spesso diventa oggetto di discussioni che ne mettono in dubbio la genuinità. La sua fama è, però, tale che si trova spesso al centro delle più insolite stravaganze, nessuna delle quali, fortunatamente, ne mette in dubbio la bontà. La pizza è così famosa e richiesta in tavola che non bisognerebbe forse stupirsi di tutti gli studi, le ricerche, gli eventi e le invenzioni che la riguardano. Ecco alcuni degli esempi più clamorosi che testimoniano il valore di questo piatto. Il 22 maggio si festeggia il Bitcoin Pizza Day: la pizza è stata oggetto del primo acquisto effettuato tramite la moneta elettronica nel mondo reale. Nel 2010, infatti, Laszlo Hanyecz, programmatore di Jacksonville, scrisse un’inserzione su internet in cui offriva 10 mila bitcoin, che nel 2010 valevano circa 30 euro, a chi gli avesserecapitato due pizze a domicilio. Un inglese ordinò tramite internet due pizze dal Papa Johns più vicino e gliele fece recapitare. Ad oggi, considerando la crescente diffusione della moneta elettronica, quei 10 mila bitcoin potrebbero valere fino a 4 milioni e mezzo di euro. Una cifra record se si pensa che è il prezzo di acquisto di una semplice pizza! La nostra pizza è così amata che nessuno è disposto a rinunciarvi; così, da quando nel 1981 nelle stazioni militari, le razioni da campo sono state sostituite dai cosiddetti “ready meal”, cioè pasti pronti da mangiare, le speranze dei soldati di trovarsi in tavola anche la pizza, sono notevolmente cresciute. Per questo motivo Michelle Richardson, esperta di alimentazione presso la U.S. Army Natick Soldier Research, Development and Engineering Center, ha impiegato anni di studi e ricerche prima di poter realizzare una sorta di “pizza a lunga conservazione”. A causa dei suoi ingredienti, infatti, il piatto andrebbe normalmente consumato in tempi brevi perché si rischia che i condimenti penetrino nell'impasto facendolo ammuffire. I ricercatori hanno, però, concentrato i loro sforzi sulla prevenzione di questo processo, usando ingredienti come zucchero, sale e sciroppi vari che possono legarsi all’ac-
qua evitando che intacchi la pasta della pizza. Anche i militari in missione hanno diritto al classico sabato sera pizza e birra! E che dire poi di Foodini, la stampante 3D in grado di “stampare” la pizza? L’idea deriva dall'obiettivo di una start-up di Barcelona di riservare piatti prelibati perfino agli astronauti. È nata così, con finanziamenti al progetto da parte della stessa NASA, la stampante tridimensionale di tipo alimentare Foodini che, processando un solo ingrediente per volta, è in grado di dar forma ad una vera e propria pizza di qualsiasi gusto desiderato. Numerosi sono anche gli studi e le ricerche che da anni interessano una delle più famose eccellenze del “made in Italy”: studi per trovare la formula matematica che permetta di raggiungere le dimensioni perfette di una pizza e in grado da garantire, quindi, il morso ideale. A tal proposito, nel Regno Unito, la matematica dell’Università di Sheffield, Eugenia Cheng, ha studiato la relazione fra la dimensione di una pizza e il suo rapporto fra lo spessore del condimento in superficie e lo spessore della base, arrivando a dedurre, per esempio, che per una pizza con diametro di 28 centimetri, ad ogni morso corrisponderà una quantità di condimento superiore del 10 per cento rispetto a una pizza del diametro di 36 centimetri. Altre ricerche, invece, hanno messo in relazione il modo di mangiare la pizza con le componenti caratteriali delle persone, riuscendo quindi a distinguere tra coloro che mangiano la pizza con le mani rispetto a chi, invece, utilizza forchetta e coltello: più pratici e spensierati i primi, più ordinati e precisi i secondi. Non si possono non menzionare, infine, le varie invenzioni che la pizza ha ispirato: dalle mentine a forma di spicchi, confezionate nel pacchetto a forma di cartone di pizza da asporto e ovviamente gusto pizza, al deodorante per auto a profumo di pizza, alla forbice che si infila a indice e medio per tagliare la mozzarella filante della pizza, al taglia pizza a gas o a laser per ottenere tranci perfetti. La pizza, insomma, al di là di qualsiasi dubbio o supposizione salutistica è stata, è e sempre sarà l'alimento più famoso e gustoso al mondo; non è solo un pasto, identifica piuttosto un modo di vivere e accompagna momenti di vita quotidiana che nessun altro piatto potrebbe sostituire.
®
numero 7 - ottobre 2014
“Ritorno al futuro” di Andrea Ponsiglione, Events Management
N
ella vita di ciascuno esistono certezze che il tempo ha aiutato a consolidare. Sentimenti, ricordi, momenti ed immagini ci accompagnano nel corso del tempo ed anche un banale oggetto può richiamare alla mente ognuno di essi. Spesso siamo legati alle cose terrene più di quanto lo siamo alle persone ed associamo semplici oggetti a esperienze vissute in tempi più o meno recenti. Pensiamo a come è cambiato, ad esempio, il mondo della fotografia: i più giovani non ricorderanno neppure il bel vecchio rullino fotografico sostituito a pieno titolo dalla macchina fotografica digitale che permette di realizzare foto che non hanno nulla da invidiare alla realtà fotografata. E così come il rullino ha rappresentato il “cult” dello scorso secolo, allo stesso modo oggi la Reflex rappresenta l’elemento imprescindibile per fotografare. Pensiamo, ancora, ai floppy disk o alle vecchie cassette VHS, sostituiti rispettivamente da CD e DVD: si è trattato di un altro caso di innovazioni tecnologiche che hanno inconsapevolmente rappresentato anche un cambio generazionale tra la vecchia e la nuova scuola di “computer addicted”. A ben riflettere ci sono state invenzioni che hanno modificato il modo di vivere le esperienze. Tra queste l’esempio più lampante è il navigatore satellitare che ha decretato la scomparsa della famosa cartina stradale; si potrebbe aggiungere che è cambiato, quindi, anche il modo di intendere il viaggio. In tempi non così lontani si partiva ipotizzando un percorso, i suoi tempi di percorrenza, la spesa; oggi il navigatore ci informa sull’ora precisa dell’arrivo, calcola il costo del viaggio in termini di pedaggi e carburante quantificando perfino i centesimi. Si è in parte perso lo spirito di avventura originariamente inteso. Si potrebbero citare molti altri esempi ma, parlando dei tempi attuali, i casi più eclatanti sono due: Nokia e l’iPod. Circa un anno fa, Microsoft acquisì il marchio Nokia e, ad oggi, le conseguenze ultime riguardano il cambio del nome sui prossimi dispositivi mobile che da Nokia Lumia diventeranno Microsoft Lumia.
Nokia non realizzerà più cellulari ma si dedicherà esclusivamente alla banda larga mobile, ai servizi di geolocalizzazione e mappe HERE e alla nuova unità Advanced Technology dedicata alle tecnologie emergenti. La mente ritorna inevitabilmente al più famoso cellulare degli anni ’90: il Nokia 3310, il cellulare che per primo valorizzò, col suo gioco Snake, l’aspetto anche ludico dei telefonini. Il caso, però, più emblematico dei tempi moderni riguarda il gettonatissimo iPod Classic: Steve Jobs nell’ottobre del 2001 diede il via ad un nuovo modo di ascoltare la musica. L’iPod più che un semplice lettore musicale rappresentava uno status: lo status di coloro che volevano essere alla moda e al passo con la tecnologia. Pur trattandosi, però, di un oggetto così attuale paradossalmente è già diventato obsoleto; il vecchio connettore a 30 pin, i controlli fisici e non touch e la memoria fisica con hard disk, lo rendono già superato in un’epoca storica dove i cambiamenti e le innovazioni tecnologiche sono all’ordine del giorno. Senza neppure rendersene conto questi oggetti hanno segnato, con la loro dismissione, la fine di un’era e l’inizio di una nuova. Ogni volta si ha l’impressione che un piccolo tassello del passato venga sostituito con uno del presente, in un puzzle a cui, inevitabilmente, mancano ancora i pezzi del futuro.
pagina
9
pagina
10
®
numero 7 - ottobre 2014
Scopriamo la Valle dell'immaginazione di Marco Quadretti, Web Development Esiste un luogo magico dove la mente umana può liberare la propria immaginazione restando in contatto con la natura più incontaminata: stiamo parlando della Devrent Valley, chiamata anche valle dell’immaginazione perché osservando le rocce con un po’ di fantasia si possono distinguere animali ed altre forme bizzarre. Per percorrere questo itinerario bisogna partire alla volta di una delle regioni più importanti della Turchia: la Cappadocia. Un tempo centro dell’impero ittita, poi regno indipendente ed, infine, provincia romana, è oggi il cuore pulsante della Turchia, una zona dove natura e archeologia si mescolano in maniera perfetta, il luogo ideale per un viaggio attraverso paesaggi mozzafiato e surreali, siti archeologici e città ricche di tradizioni. La sua posizione l’ha resa per secoli il crocevia delle più ricche rotte commerciali ma anche oggetto di ripetute invasioni. Proprio queste ultime hanno spinto gli abitanti della regione a costruire rifugi interrati, diventati nel tempo vere e proprie città sotterranee. Il metodo migliore per visitarla è sicuramente con mezzi propri. I chilometri da macinare sono tanti, ma il paesaggio da ammirare è davvero suggestivo. Partendo da Ankara e viaggiando verso Ürgüp,
il primo posto che non passa inosservato è Tuz Gölü, un immenso lago salato dove non è possibile non fare una sosta e scattare qualche foto. Il lago rappresenta la più grande riserva salina del paese e si possono percorrere centinaia e centinaia di metri su uno strato di sale prima di vedere le prime pozze d’acqua. Quasi al centro della Cappadocia c’è la valle di Göreme, un piccolo villaggio ricco di costruzioni in tufo che conserva un complesso monastico molto suggestivo ed è considerato un vero e proprio museo all’aperto. Annoverato tra i patrimoni mondiali dell’UNESCO, il villaggio permette di visitare diverse chiese rupestri scavate nella roccia, in alcune delle quali sono conservati affreschi risalenti al periodo bizantino. Un’esperienza unica è rappresentata dal volo in mongolfiera per sorvolare la valle di Göreme. Sveglia alle 4 del mattino per poter assistere ad una delle albe più belle di sempre: la partenza è davvero emozionante, decine di palloni aerostatici posizionati nell’intera valle che pian piano si gonfiano e si preparano a prendere il volo. Appena il sole sta per sorgere, tutte insieme prendono quota e cominciano a sorvolare la Rose Valley e la Red Valley, due canyon che attraversano la Cappadocia e che ricevono il nome dal
®
numero 7 - ottobre 2014
colore delle rocce che li caratterizzano. Una tappa decisamente suggestiva è la Devrent Valley che si trova sulla strada tra Avanos e Ürgüp, dieci minuti in auto da Göreme. Per gli amanti del trekking e non solo, sono da non perdere le particolari passeggiate che il posto offre: è un susseguirsi di vallate tra i “camini delle fate”, rilievi di tufo a forma di prisma scavati nella roccia, e la maestosa valle dell’amore, il cui nome è tratto dalla forma delle rocce che la compongono. Il nome valle dell’immaginazione nasce dal fatto che scrutando le rocce con un po’ di fantasia sembra di scorgere animali ed altre forme bizzarre. La roccia è sempre di un bel colore rosato e i famosi camini delle fate si allungano eleganti verso il cielo. Una roccia grande ricorda proprio un dromedario seduto! Guardando bene si vede anche il cappello di Napoleone pronto a una “nuova battaglia”; mentre due figure che si baciano in lontananza sono la cartolina ideale per tutte le coppie che si amano. Qui non ci sono chiese rupestri scavate nella roccia, ma solo un paesaggio lunare che inizia dalla strada asfaltata. È un luogo in cui vagare
e lasciare andare la propria fantasia, divertendosi a salire sulle rocce per osservarne le bizzarre forme. Un luogo magico e incantato che quasi sembra irreale. Un’altra passeggiata singolare è sicuramente quella nella valle di Ihlara, dove il fiume Melendiz Suyu ha scavato nel tempo un canyon alto circa 100 metri e lungo 14 km. Seguendo il suo percorso si può ammirare un paesaggio mozzafiato e visitare le decine di chiese rupestri scavate nelle rocce che lo costeggiano. Lasciando la Cappadocia, le ultime due tappe sono indubbiamente rappresentate dalle rovine di Hierapolis, situate a ridosso delle vasche calcaree di Pamukkale, e le rovine di Èfeso, che fu una delle più grandi città dell’Anatolia. Quello in Cappadocia è sicuramente un viaggio culturale, naturalistico e architettonico che lascia un ricordo indimenticabile, un luogo che regala paesaggi e sensazioni difficili da esprimere in parole… meglio viverle! (Foto di Marco Quadretti)
pagina
11
速
editoria/advertising web/multimedia/eventi Be social
Contact www.menthalia.com Milano - Firenze - Napoli