Aminta Patrizia Infantino, vive e lavora a Roma. Professionista nella relazione di aiuto ha una formazione ampia e varia. È insegnante nella scuola secondaria di primo grado, specializzata in Scienze Motorie e Attività di Sostegno, Integrazione e Inclusione. Sostenitrice del gioco e delle tecniche attive utilizzate come strumento didattico, crede nel valore della scuola e nell’autentico sostegno dell’azione pedagogica. È Counselor Holistic Trainer (legge n. 4/2013), facilitatrice in Costellazioni Familiari e in Mindfulness, agevola l’evoluzione individuale delle persone attraverso percorsi educativi e creativi di autosviluppo che conducono a una conoscenza consapevole di se stessi e degli altri. Per le edizioni la meridiana ha pubblicato Alunni Speciali. Apprendere l’inclusione a scuola (2012).
In copertina disegno di Fabio Magnasciutti
Aminta Patrizia Infantino
A SCUOLA DEL SÉ Percorsi di crescita e sviluppo per conoscere se stessi e sostenere gli altri
A SCUOLA DEL SÉ
Questo libro desidera incuriosire e predisporre all’intuizione del Sé, rimarcando le qualità e il valore di ognuno a partire dalla domanda: è possibile migliorarsi senza la necessità di cambiare? Attraverso l’autoformazione e la consapevolezza del proprio sentire, in termini di bisogni ed emozioni, possiamo modificare alcune modalità di comportamento e comunicazione, per risvegliare la nostra vera essenza e vivere emotivamente più intelligenti e amorevoli. Sono pagine che rispondono al bisogno di imparare e di insegnare ad avere riguardo di sé e dell’altro, cogliendo risorse, abilità e capacità. In particolare desiderano essere stimolo, supporto e sostegno a insegnanti, genitori, educatori (a chiunque sia in relazione con una vita in evoluzione) apportando alcuni contenuti teorici rilevanti l’autoformazione seguiti da esercitazioni che invitano a sperimentare l’autoconoscenza attraverso pratiche meditative, di mindfulness e numerosi spunti di riflessione per conoscersi meglio. L’autrice accompagna il lettore tra teorie di counseling e psicosintesi, illustrate come strumenti che facilitano la conoscenza e la consapevolezza del Sé, esplorando bisogni ed emozioni, spesso taciuti o negati. Poiché ognuno di noi, con le sue ferite, limiti e vulnerabilità possiede la chiave per arrivare ad essere il migliore se stesso possibile. “Un libro che esplora la possibilità di costruire un Io forte per andare con più potenza verso un noi senza barriere” (Carlo Praful Saracino).
Aminta Patrizia Infantino
ISBN 978-88-6153-821-4
Euro 16,00 (I.i.) 9 788861 538214
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Silvia Rizzello Aminta Patrizia Infantino
A SCUOLA IL MONDO DEL SÉ CONTA Percorsi Percorsi ediattività crescita di mediazione e sviluppo per econoscere comunicazione se stessi e sostenere gli altri interculturale
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Indice
Prefazione di Carlo Praful Saracino .............. 11 Introduzione ................................................. 13 Parte Prima Crescere per far crescere. Pedagogia e counseling: la scienza del cambiamento
Le qualità della comunicazione efficace e non violenta ............................................... 115 La piramide motivazionale dei bisogni ........ 119 Parte Quarta L’amorevolezza. Testa e cuore a servizio
Il counseling educativo, formativo e sociale 21 La ricerca su di Sé ........................................ 23 Chi è il counselor olistico pedagogico ......... 26 Chi è il cliente ricercatore ............................ 33 Vivere in modalità mindfulness ................... 35 Le meditazioni .............................................. 39
L’incontro con il divino ................................ 125 La gratitudine ............................................... 127 Il perdono ..................................................... 131 La creatività .................................................. 133 Il gioco .......................................................... 137
Parte Seconda Sapere per saper essere. Teorie e approcci metodologici
Conclusioni ................................................... 139 Bibliografia ................................................... 141
Un uomo dall’animo molteplice .................. 47 Gli stati dell’Io: tutti dentro di noi .............. 55 Giù la maschera ............................................ 57 Liberarsi dai vizi di pensiero ........................ 63 Vedersi, una conquista ................................. 69 Le emozioni .................................................. 73 Riconoscere i nostri avi per essere noi stessi. 79 Parte Terza Esserci: dall’Io al noi. La pedagogia della cura Abbattere le barriere dentro e fuori di noi .... 87 L’ombra ......................................................... 89 Il counseling in aula ..................................... 91 Verso una consapevolezza cognitiva ............ 97 L’intelligenza emotiva intra e interpersonale 103 Le relazioni sane ........................................... 105 Le relazioni insane ........................................ 107 Litigare in pace ............................................. 111
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Prefazione di Carlo Praful Saracino1
Colto dalla sorpresa dell’invito a scrivere questa Prefazione, ho percepito con chiarezza il mio cuore felice di sostenere Aminta Patrizia in questa sua nuova avventura, mentre la mia mente creava punti di domanda per come procedere, vista l’inesperienza di scrivere prefazioni ad alcun libro. Poi, il battito del cuore ha preso il sopravvento ed eccomi a incoraggiare te, lettore che incarna un’essenza curiosa e ricca di aneliti, a ricevere e lasciarti nutrire dalle sue parole. Un nutrimento per la mente, per il cuore, per l’anima e che verrà integrato senza dubbio nel tuo corpo per creare trasformazioni che serviranno per arricchire la tua preziosa Vita e quella dei tuoi discenti. Aminta esplora percorsi di autoformazione per imparare a stare con coscienza nel mezzo di questo cambiamento caratterizzato dai continui confinamenti e dall’assenza del tocco, offre stimoli e nuovi punti di vista, per vedere lontano nel prendersi cura di Sé e dell’altro. Un libro che esplora la possibilità di costruire un Io forte per andare con più potenza verso un noi senza barriere. Ho conosciuto Aminta Patrizia durante un lungo
percorso esplorativo della sua essenza; ho servito la sua Anima con fermezza e amorevolezza e da subito ho onorato la forza della ricerca della verità, il coraggio di scavalcare i limiti della sua personalità, l’anelito a trasformare ciò che non offriva più fiori e frutti sul suo albero interiore, l’impegno ad allineare l’intelligenza cognitiva con quella emotiva, l’amorevole determinazione a esplorarsi investigando su diverse tematiche toccanti della sua vita. Si è lasciata prendere la mano in fiducia, insieme abbiamo percorso un pezzo della sua strada e ora in questo libro ritrovo creativamente il profumo della sua esperienza che mi inebria e mi spinge oltre e che va a integrare l’animo del suo essere. Questo libro desidera incuriosire e sollecitare risposte sul nostro Sé e rimarca il valore di ognuno ribadendo che siamo giusti così come siamo, senza la necessità di cambiare. Tuttavia sostiene che, incamminandoci verso un sentiero di autoformazione, possiamo modificare alcune modalità di comportamento, di comunicazione, di consapevolezza per risvegliare la nostra vera essenza e vivere più vivi, gioiosi, emotivamente più intelligenti e amorevoli. Siamo esseri unici e irripetibili, prodotti artigianali delicatamente imperfetti e stiamo al mondo per lasciare un segno; è per questo che possiamo permetterci di concretizzare noi stessi, di realizzarci consapevolmente per apportare il giusto contributo alla collettività sociale. Grazie Aminta per lasciare un segno nero su bianco con così tanta creatività. Auguro a te, che leggi, di lasciarti prendere dalla mano competente, umana e amorevole della scrittrice e coglierne i doni sia lungo la lettura sia dopo che avrai terminato e riposto il libro tra gli altri.
1. Praful Carlo Saracino, counselor holistic trainer, lavora in tutto il mondo, integrando molteplici approcci terapeutici come consulenza, cura del trauma (somatic experiencing), costellazioni familiari e sistemiche con Bert Hellinger, lavoro principale, terapia del respiro, PNL, bioenergetica e BodyWork. A SCUOLA DEL SÉ
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Introduzione
La più grande forza nel nostro universo non è il potere dominante, ma l’amore Carl Rogers
Durante il primo lockdown dovuto alla pandemia da covid-19 si andava prospettando per me, che lavoro nella relazione di aiuto o meglio di crescita e sviluppo, un sacro periodo di silenzio, di ascolto interiore, di grato amore per la lentezza e per le intuizioni che ne scaturivano. Tuttavia questo isolamento virale mi avvicinava empaticamente all’isolamento sociale che spesso vivono i ragazzi figli del mondo informatico. Immaginavo figli e studenti confinati e lontani dal loro mondo sociale, scuola, università e confidavo nel sostegno, l’amore e l’appoggio di noi famiglie. Mi chiedevo se stessero riuscendo a trovare le risorse per trasmutare in positivo i risvolti del momento e se potessero cogliere l’occasione di crescita di questa prigionia. Le varie chat dei colleghi rimandavano condivisioni intrise di ansia, rabbia, preoccupazioni, paura per la perdita dei giorni di scuola ma sembravano molto più preoccupati della perdita nozionistica che della perdita sociale e inclusiva che la scuola riveste. Non che fosse meno importante il successo scolastico rispetto al successo formativo, entrambi concorrono efficacemente al perseguimento del
successo personale, tuttavia in quanto counselor olistico e insegnante specializzata nel “sostegno” mi preoccupo maggiormente di passare a studenti, genitori, clienti, ricercatori e colleghi le competenze trasversali per attingere alle proprie risorse, ad attivare l’empowerment, ad acquisire le anelate abilità per saper essere: saper comunicare efficacemente, saper lavorare in gruppo, essere in grado di tenere testa allo stress. In questo periodo in cui intorno al mondo si andava alzando un nebuloso periodo oscuro di malattia e morte, vedevo e sentivo persone fragili e vulnerabili intorno a me, immaginavo la scuola chiusa e le classi vuote, fantasticavo su cosa sarebbe cambiato al nostro rientro e se saremmo cambiati noi e il nostro stare in cattedra, sognavo insegnanti efficaci, appassionati, adulti motivanti e capaci di “acchiappare” per incuriosire. Via via affiorava in me il bisogno di tramandare argomenti utili dedicati a chi ama interrogarsi, auto-formarsi, crescere per meglio sostenere i discenti, i figli, gli studenti, le persone in crescita e in ricerca che, in un modo o nell’altro, desiderano vedere in noi, “cresciuti e fatti”, un ideale, un adulto maturo capace di trasmettere umanità e maneggiare con cura gli animi, un mentore, un esempio di ciò che vogliono diventare. Che responsabilità! Credo nel lavoro di autoformazione che, tra coscienza e meditazione, aiuta nell’acquisire la capacità di scelta e, scegliere di decidere come vivere, offre un senso di libertà ineguagliabile. Il mio desiderio di insegnare, tramandare e permettere di acquisire le competenze e le abilità per saper essere attenti, consapevoli e presenti a se stessi si rinforza e si delinea sempre di più, poiché credo che il successo formativo debba avere un forte impatto a scuola oltre che in famiglia. Questo libro nasce con l’intento di rispondere al bisogno di imparare e di insegnare ad avere riguardo di Sé e dell’altro e di approfondire alcuni saperi con la finalità di modificare e affinare modalità, abilità, capacità; desidera essere da stimoA SCUOLA DEL SÉ
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lo, per dare supporto e sostegno, apportando alcuni contenuti teorici rilevanti l’autoformazione seguiti da esercitazioni che si consiglia al lettore di provare, per cogliere il gusto di approfondire l’autoconoscenza, per arrivare ad avere una migliore interazione con Sé e con il discente. Sappiamo tutti che essere solo un adulto promulgatore di nozioni non serve più e che c’è un forte bisogno di educatori che non prescindono dalla persona. Nell’educare al saper essere persona non occorre modellare, è sufficiente andare a levare, a svuotare – come faceva Michelangelo – per lasciar emergere l’opera insita in ognuno ed eliminare pensieri viziati, maschere, strategie, rimuovere strati su strati per lasciar venire fuori la fragranza personale, la verità insita in ognuno di noi. Valorizzare la scoperta dell’errore, la dimensione della creatività, il gusto della diversità, smettendo di inculcare ma offrendo possibilità e saperi con il tocco magico dell’artista che cura. In questo testo si vuole riconoscere da una parte quanto sia necessario oggi più di prima presentarsi in classe come pedagogisti adulti, maturi, consci di quanto importante sia il carisma di chi sa essere oltre che di chi sa. L’adulto dotto, che sa, ai ragazzi non basta più. Li abbiamo educati alla disobbedienza costruttiva, alla sostanza, alla curiosità, alla motivazione; una volta quando l’insegnante entrava in classe ci si alzava in piedi onorando il suo sapere, oggi se vogliamo che si alzino dobbiamo mostrare loro soprattutto il nostro saper essere. Il sapere nozionistico da solo non paga più, lo studente cerca completezza, cerca una persona che sappia orientare, offrire dialogo, cerca ciò che non può trovare sul motore di ricerca. In questo libro ogni insegnante troverà spunti di riflessione per conoscersi meglio, per approfondire la relazione con se stesso, per esplorare bisogni, emozioni… spunti per saper essere il miglior se stesso possibile. Le relazioni duali, genitore/figlio, insegnante/allievo e counselor/ricercatore, riempiono le mie giornate, i miei pensieri, il mio cuore, perché 14
credo fortemente nella preziosità del percorso intimo che cura, in cui lo sguardo, l’ascolto, il silenzio e l’empatia diventano i contenitori delle nostre potenzialità, ed è in quello spazio di quiete e di presenza che si diventa l’artigiano capace sia di creare se stesso sia di dedicarsi all’altro, in un contenitore in cui amorevolezza, accompagnamento e attenzione creano la dimensione affettiva dalla quale non ci si può sottrarre.
Cosa troverai in questo libro? In questo libro, suddiviso in tre Parti, troverai spunti di lavoro personale dedicati a tutti: alcuni per gli adulti, altri da proporre in aula. I lavori non necessariamente sono così separabili; ma consiglio ancora una volta di mettersi in gioco e sperimentare su di Sé tutto ciò che propongo nei Paragrafi “Mettiamo in pratica: crescere per far crescere”. La Parte Prima “Crescere per far crescere” evidenzia alcune teorie di counseling e psicosintesi che facilitano la conoscenza e la consapevolezza del Sé, strumenti utili di sapere per poter affinare la propria autoformazione e sostenersi in quanto guide impegnate nella relazione di aiuto e nei processi di crescita; offre input di strumenti e metodi; spiegazioni su cos’è il counseling, lo school counseling e chi è l’altro, il ricevente, il ricercatore; come acquisire l’abilità mindfulness; come destreggiarsi tra le tipologie meditative più conosciute. La Parte Seconda “Sapere per saper essere” ci introduce ad alcune teorie importanti per comprendere le molteplicità che ci abitano: l’adulto, il genitore e il bambino che vivono in noi; come lasciar scivolare le maschere; come liberarsi dalle distorsioni cognitive; vedersi; prendere confidenza con le emozioni; costruire il proprio albero genealogico per riconoscere e prendere forza dagli avi.
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La Parte Terza “Esserci: dall’Io al noi” è dedicato al lavoro in aula, tra i banchi, su come apportare una migliore conoscenza di Sé all’interno del gruppo, valorizzare l’unicità del singolo affinché potenzi la forza del gruppo e quanto sia utile sfruttare questa forza per incrementare il miglioramento personale. Offre spunti per rendere i nostri ragazzi svegli, frizzanti, energici e pronti a capire, incuriosirli per stimolarli a comprendere. La comprensione conduce a sentirsi più forti sia dal punto di vista fisico sia psicologico e spirituale. Sentire in Sé la maggiore forza energetica che si è in grado di produrre conduce a realizzare se stessi. Essere persone realizzate fa avvertire uno stato d’animo felice. Si entra nel vivo della relazione in classe “EsserCi per l’altro” e con quel ci si abbattono le distanze, si spera nell’incontro l’uno con l’altro per farcela insieme, lontani dalle competizioni; abbattere le barriere dentro e fuori di noi; vedere la nostra zona d’ombra; l’intelligenza emotiva intra e interpersonale; come si costruisce un circolo virtuoso nelle relazioni, come si esce dalle relazioni disfunzionali; la comunicazione efficace e non violenta; la psicologia creativa e motivazionale dei bisogni; giocando con i nostri talenti, con gli stili di apprendimento e i metodi di studio. I capitoli sono arricchiti sia da stimoli per acquisire competenze e imparare a mettere in pratica ciò che si è letto sia da box che, come scrigni preziosi, contengono ricordi, condivisioni, lettere, parole in musica che ci ricordano che non siamo soli e che è dalla nostra straordinaria insoddisfazione che iniziamo ad elevarci per rispondere a bisogni più elevati. La Parte Quarta “L’amorevolezza” ci ricorda la completezza dell’amorevolezza che ci permette di mettere testa e cuore a servizio e di trasformare il sapere in saggezza aggiungendo la gratitudine, il perdono, la creatività e il gioco per migliorare le particolarità della vita. Il titolo riporta in Sé la qualità del sentire e del percepire che possiamo vivere e l’auspicio di sa-
per essere con le relazioni, i conflitti, le emozioni, magico mondo fragile e mutevole che può renderci felici anziché stravolgerci. A scuola, come adulti e ragazzi, siamo presenti ognuno con la propria anima, ora forte, ora vulnerabile, un’anima che porta con Sé ferite che si nascondono come possono ma poi si riaffacciano ed è nel vederle che comincia la cura perché è nel nostro potere cambiare la qualità, il punto di vista e l’intensità del sentire, affinché possiamo acquisire ed educare a una mente consapevole, che permetta di vivere più felici e leggeri.
A chi è rivolto questo libro? Il libro è destinato alla guida cosciente che abita in te genitore, professionista della cura, educatore, che punta all’elevazione di Sé e della relazione, che desidera guardare sia se stesso che il discente ogni giorno con occhi nuovi per lasciar emergere il meglio da entrambi e che, lontano dalle etichette, dai giudizi e dalle paternali, sa offrire, con un dialogo e uno sguardo sereno, incoraggianti occasioni di ascolto, verso se stesso e verso l’altro, per aprire il cuore a un mondo senza confini e che crede nella possibilità di trasformare con resilienza una qualche sofferenza in una forza dirompente che esplode nel cambiamento e nel miglioramento. A scuola le discipline sono un utilissimo strumento per educare ma sappiamo che la lezione nozionistica e frontale, in presenza o in sincrono, non è l’unica strategia didattica. Occorre procedere con la coscienza che la persona alla quale è rivolto il nostro operato è una persona in evoluzione e, in quanto tale, un rivoluzionario impegnato per la sua trasformazione. Ancora accade che molti insegnanti reputino perdite di tempo tutto ciò che è trasversale alla didattica rivolta all’apprendimento delle nozioni della propria materia. Tuttavia sono certa che conoscendo A SCUOLA DEL SÉ
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alcune basi e sperimentando su se stessi alcune pratiche di autoformazione il loro punto di vista si possa ampliare. “Sapere e saper fare, per saper essere se stessi.”
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Parte Crescere per far crescere. Prima Pedagogia e counseling: la scienza del cambiamento
L’unico uomo che possa considerarsi educato è colui che ha imparato a imparare e a cambiare Carl Rogers
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È rassicurante sapere che alla formazione pedagogica corrisponde sempre un cambiamento, un mutamento, una trasformazione di Sé che conduce a un risveglio personale e spirituale. La vita è cambiamento, quando ci attacchiamo alla staticità delle cose, degli eventi, delle persone, quando affermiamo “Io non cambierò mai” stiamo entrando nel circuito del ristagno infelice. Duccio Demetrio2 definisce la pedagogia la scienza del cambiamento affermando che la pedagogia è trasformazione di Sé. È il cambiamento che ci rende protagonisti della nostra vita permettendoci di differenziarci dando credito alla nostra individualità. Anche a scuola si dovrebbe trovare il tempo e lo spazio per favorire la crescita personale. Quanta consapevolezza c’è da parte di noi adulti che qualsiasi gesto, intervento, azione determina nel ragazzo una direzione al cambiamento? Certamente a scuola, dal connubio pedagogia e counseling potrebbe scaturire una modalità di relazione che potrebbe essere di grande aiuto per risvegliare il giusto agire pedagogico affinché, utilizzando in forma creativa ognuno la propria disciplina, si partecipi attivamente e trasversalmente al successo della formazione personale di ognuno. L’agire pedagogico di chi si prende cura attiva il tentativo di trovare soluzioni ai problemi che si presentano facendo eco al cambiamento e lasciando il compito della guarigione alla psicologia. L’accento si pone sull’individuare perché manteniamo un problema o una situazione piuttosto che indagare perché si è creato. Cambiare il modo di pensare, di sentire, di comportarsi riguardo a una problematica attiva un cambiamento della percezione della realtà che modifica la realtà stessa determinando il cambiamento della situazione e delle reazioni che ne scaturiscono. Il compito e la scommessa sono quelle di attivare un processo di cambiamento che motivi e condu2. Duccio Demetrio (Milano, 1945) è un pedagogista, filosofo e accademico italiano.
ca verso uno sviluppo di trasformazione che possa accrescere curiosità, apertura, disponibilità all’ascolto con l’auspicio di elaborare meglio le informazioni che pilotano verso una coscienza di Sé, una rivalutazione di se stessi e dell’ambiente, un miglioramento dell’autonomia personale e l’attivazione del senso di autoefficacia. Le relazioni d’aiuto, comprese quelle con gli insegnanti, trasformano il contesto emotivo cambiando l’atmosfera generale se, secondo Carl Rogers3, sono caratterizzate da qualità quali empatia, apertura, fiducia, attenzione e sincerità.
Come si attiva un processo di crescita? Appare evidente che la scuola deve permettere l’accensione del pulsante “On” affinché la ricostruzione personale si avvii verso un processo di “empowerment”. Empowerment per definizione è quel processo basato sull’incremento della stima di Sé, dell’autoefficacia e dell’autodeterminazione per far emergere risorse latenti e portare l’individuo ad appropriarsi consapevolmente del suo potenziale4.
Occorre sostituire il senso di impotenza con un sentimento di autoefficacia, facilitare il passaggio da una condizione di svantaggio e di dipendenza non emancipante a una condizione di attivazione delle potenzialità, facoltà e competenze affinché si risvegli la propria forza interiore. Affinché la crescita sia totale e olistica, è necessario spostare periodicamente l’attenzione al successo formativo. Si tratta a volte di disapprendere lasciando aperta la porta del dubbio, del tentativo, dell’errore, per non perdere il punto di vista di saper 3. Carl Ramson Rogers (1902-1987) è stato uno psicologo statunitense, fondatore della terapia non direttiva e noto per i suoi studi sul counseling e la psicoterapia all’interno della corrente umanistica della psicologia. 4. Voce “Empowerment” in Wikipedia.it. A SCUOLA DEL SÉ
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vedere il mondo mantenendo curiosità, creatività, innocenza, fiducia e amore. Puntare a voler diventare migliori vuol dire imparare a entrare in contatto con la personale guida interiore, il nostro tutor interiore, il nostro Sé, evolversi, conoscere i propri limiti, acquisire dei nuovi poteri, delle nuove qualità, superare ostacoli e smettere di auto-boicottarsi per ostacolare la crescita.
Liberarsi dalla confusione La mia pratica professionale si basa sulla relazione di aiuto, crescita e sviluppo verso l’autorealizzazione, ed evolve sulla base delle mie competenze pedagogiche, del counseling e dei processi di autosviluppo sia con gli studenti che con i loro genitori o i clienti/ricercatori. I miei clienti sono spesso genitori confusi che desiderano ricercare in Sé qualità e conoscere nuovi strumenti per apportare miglioramenti al loro agire educativo. Il mio ruolo è quello di aprire uno spiraglio alla chiarezza, alla consapevolezza porgendo competenze per liberarsi dalla confusione. La condivisione di Clara – Ho iniziato con una costellazione familiare individuale in un momento in cui nella mia vita c’era molta confusione e non sapevo la direzione da prendere. Ero sola con due bimbi piccolissimi e la mia vita era un groviglio di problemi. Ora ho raggiunto una maggiore indipendenza emotiva e posso dire di aver perdonato me stessa per aver permesso agli altri di decidere per me e le persone che mi sono accanto; sono più umana e comprendo che tutti noi abbiamo le nostre paure che ci portano a comportarci spesso come non vorremmo. Mi sento libera dai rancori e ho smesso di sentirmi vittima. Ora ho acquistato più fiducia e mi sento meno spaventata e più forte per intraprendere una relazione genitoriale impostata su basi più solide. Basta lasciar correre! Ora ho la volontà di emergere e prendere ciò che mi spetta. Grata. Clara La condivisione di Marta – Un altro percorso finito. Si chiude una porta e l’uscio lascia dietro di Sé un cuore più amorevole, una mente più lucida, una pancia più intuitiva, un giudice più flessibile, tanta chiarezza sui ruoli, un’accoglienza alla propria verità e un’apertura alla vita… Tanta gratitudine rivolta a te Aminta, al percorso e tanta gratitudine a me. Marta 20
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Il counseling educativo, formativo e sociale
La più alta forma di intelligenza umana è la capacità di osservare senza giudicare Jiddu Krishnamurti L’autoformazione ci insegna a vivere con più armonia con noi stessi e con gli altri, producendo così miglioramento nella vita di tutti coloro che ci circondano; sarebbe un processo di umanizzazione e adultità auspicabile per ogni persona che si occupa di educare l’altro. L’autoformazione può avere un approccio terapeutico o educativo. Come insegnante e counselor olistico a carattere pedagogico mi pongo come guida efficiente e il mio approccio non è terapeutico e clinico ma educativo, formativo e sociale ovvero rivolto sia alla crescita individuale armonica, per favorire lo sviluppo delle attitudini e della vera natura, sia all’integrazione e all’armonizzazione dei gruppi per favorire le relazioni. Counseling, dal latino “consulo”, significa avere cura di, venire in aiuto per comprendere, favorire la consapevolezza.
Con il counseling olistico pedagogico si tende al raggiungimento dello sviluppo del Sé attraverso la conoscenza e la comprensione di strumenti formativi che aiutano il superamento di una situazione critica momentanea o di un obiettivo
particolare come spesso accade in alcuni periodi delle nostre vite. Il counseling è uno tra gli interventi di supporto a disposizione sia per chi desidera investigare su tematiche mirate o per uscire da periodi di stallo sia per chi ama andare alla ricerca della propria verità. Altamente educativo, trae le sue origini dalla pedagogia. Può avere la durata di un incontro occasionale o avere un decorso più lento; entrambi i casi tendono a una crescita personale che conduce a movimenti risolutivi della propria anima attivando strumenti, risorse e le soft skill. Il counseling, attraverso il processo di autoformazione, non mira ad aggiungere qualcosa al nostro essere ma piuttosto punta a togliere sovrastrutture, identificazioni, maschere e abbattere barriere che abbiamo costruito. Per avvicinarci alla nostra essenza più vera ci aiuta a togliere gli strati di velo che indossiamo e a considerare, conoscere, comprendere ogni strato protettivo che abbiamo indossato per tutelarci dalle sofferenze. Sia le maschere o i veli o le barriere spesso ci arrivano dall’ambiente sociale, familiare, relazionale in cui abbiamo vissuto. Evocando le potenzialità dormienti e gli strumenti latenti possiamo tendere ad abbassare le difese, presentare il nostro volto più sincero e avere relazioni più vere. Il counseling è un valido supporto, aiuta l’uomo nel suo processo di integrazione tra le varie parti di Sé, ma è anche un processo di sintesi per arrivare al nucleo, all’essenza, alla verità della nostra anima. Abbracciando l’autoformazione acquisiamo il dono della centralità, della scorciatoia e della velocità nel divenire noi stessi, più genuini e leggeri. A ognuno di noi può succedere di attraversare un momento di crisi, di stress, di confusione, di sfiducia o di demotivazione e in questi casi il counseling pedagogico può rivelarsi molto efficace. La pedagogia, scienza dell’educazione, infatti, dev’essere intesa come una disciplina che si occupa della persona, della sua educazione e formazione in tutte le fasi della vita: dalla nascita all’età adulta e oltre. A SCUOLA DEL SÉ
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La ricerca su di Sé
Non dire: “Ho trovato la verità”. Di’ piuttosto: “Ho trovato una verità” Khalil Gibran
Il counseling con gli adulti – che esploreremo nella Parte Seconda – offre un percorso di ricerca, esplorazione, scoperta. Costituisce una semina e la qualità del raccolto dipende da quanta cura nel nutrire e nel coltivare si saranno investite. Il processo di ricerca e di esplorazione è sempre adattato all’unicità del ricercatore, del facilitatore e della relazione tra i due. Inoltre, il processo, seppur tenendo conto del momento, della richiesta e del campo applicativo (nel mio caso applico un metodo educativo e autoformativo), si arricchisce anche di informazioni formative ad approccio fenomenologico per arricchire le competenze con il fine di integrare tra loro il sapere, il saper essere e il saper fare; ne sono un esempio: • • • • • •
le leggi delle costellazioni familiari; la costruzione dell’albero genealogico; l’intelligenza emotiva; la comunicazione assertiva e non violenta; i bisogni personali; le triangolazioni stressanti e tossiche nelle relazioni;
• l’esplorazione delle chiavi per uscire dalla modalità “giudice”; • i linguaggi dell’amore per comprendere l’approccio relazionale dell’altro; • le trappole mentali che distorcono le nostre menti; • i personali risentiti che fanno entrare in conflitto; • il passaggio dal pensiero egoico al pensiero ecologico; • l’ascolto e l’osservazione del corpo come indicatore del problema da risolvere; • il contatto e il riconoscimento del Genitore, l’Adulto, il Bambino che ci abitano. Tanto altro, inoltre, può essere necessario esplorare alla bisogna. La condivisione di Manuela – A l’età di 35 anni, in seguito alla mia separazione, ho sentito il desiderio prepotente di riordinare i miei sentimenti, il mio caos, i miei amori, le mie incertezze, le tante paure. È stata la spinta per fare questo percorso e non sapevo né quanto ci avrei messo né cosa sarebbe venuto fuori. Il sentimento dominante era la paura, il caos regnava dentro di me, avvertivo il bisogno vero di capire perché agivo in una maniera e non in un’altra. A volte non sapevo chi fossi, cosa volevo, quali erano i miei bisogni. Cercavo consapevolezza. Oggi ho imparato ad amare e a lasciarmi andare, la paura la sento, ma non mi frena più, riesco a essere più stabile e anche meno emotiva. Il percorso mi è servito molto, ho imparato a volermi più bene, all’inizio avevo grandi difficoltà a comprendere ciò che mi veniva chiesto, rimanevo lì come un ebete ad aspettare che Aminta rispondesse per me, come se volessi delegarla, come un genitore che deve sapere cosa succede e cosa prova un figlio. Oggi sono più consapevole e padrona di me stessa. Il “Sentiero dei dieci passi”, percorso per la ricerca della mia verità, mi ha fatto bene, e tutt’ora mi fa sentire bene. Ho avuto difficoltà a superare tutti i blocchi che avevo costruito contro l’amore. Ho lavorato e mi sento meglio. La difficoltà maggiore l’ho avuta nella ricerca del mio Sé divino. Inoltre, sento di essere cambiata nella relazione con gli altri, più aperta e disponibile, ma anche determinata a chiudere un rapporto se questo si presenta come una fatica eccessiva. A SCUOLA DEL SÉ
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Provo ancora difficoltà ad amare chiunque in modo incondizionato, ma sicuramente mi sento più onesta con me stessa e gli altri, anche se non ho ancora imparato a esprimere il risentimento in modo corretto, con la giusta comunicazione; dire no, per me, è difficile. I rischi che ho scorso mi sono stati di aiuto per superare la paura e trasformarla in coraggio. Ringrazio Aminta, per avermi aiutata in questo cammino e le sono grata se sono riuscita a modificare delle parti di me, scomode, e noiose, convinzioni inutili e dannose del tipo: “Gli uomini sono tutti uguali”, “ho paura di amare”, “non ce la faccio a…”, “non sono capace di…”, “non mi fido più di nessuno”. Devo ancora lavorare sulle dipendenze, liberarmene quando mi si creano o accettandole consapevolmente, ma per far sì che il lavoro non sia teorico è importante non solo individuarle ma realmente liberarmene per essere una persona libera. Grazie. Manuela1
Condivisioni – Riflessioni in aula
1. Le lettere presenti nel testo sono tratte dalla rubrica tenuta dall’autrice in qualità di counselor sulla rivista “Bio Magazine”.
Anna – Ho scoperto di avere molti conflitti tra cui la paura del buio, dei ladri, dei cani molto grandi e dei vaccini. Ho scoperto che il mio punto di forza è la sincerità e mi è molto piaciuta l’idea di farne uno slogan. I vari circle time che abbiamo fatto mi sono piaciuti perché ci siamo uniti tanto tra noi, guardandoci e confidandoci anche le cose che ci fanno stare male. Ho scoperto che sono una persona sensibile perché a sentire i racconti degli altri mi veniva da piangere e pensavo “se quella cosa fosse capitato a me…” e ho capito che piangere non è una cosa brutta e se uno piange non c’è niente di male. Ho scoperto che sono molto ansiosa. Vorrei poter continuare questo percorso per scoprire ancora tante cose insieme ai miei compagni.
Lo school counseling in aula – che esploreremo nella Parte Terza – offre un percorso di conoscenza e autosviluppo. Il lavoro con i ragazzi consiste nell’esplorare in gruppo: • • • •
gli stili di apprendimento; le intelligenze multiple; i vari metodi di studio; l’intelligenza emotiva: sentimenti, stati d’animo e sensazioni, i conflitti imparando a contestualizzarli nel rispetto di Sé e dell’altro; • le differenze individuali che permettono di acquisire la coscienza della propria storia personale; • la differenziazione dagli altri scoprendo la nostra unicità; • i bisogni personali; • la comunicazione non violenta; • perfettamente imperfetti: caratteristiche, qualità e difetti di ciascuno. 24
Frasi estrapolate da riflessioni in aula con i ragazzi delle scuole medie. Paola – Ho scoperto tante cose su di me: le cose che mi aiutano nella vita, i conflitti, le emozioni che mi accompagnano ogni giorno, ma soprattutto ho visto di me che, anche se sono veramente timidissima, ho un lato simpatico e allegro e mi sono fatta tante amiche. Carlotta – Ho scoperto che per essere mio amico devi essere sincero, confidente e simpatico e poi puoi avere anche qualche difetto! Io mi sono scoperta allegra e spontanea e mi sono stupita di riuscire a essere così libera con la classe. Le ore di integrazione sono state molto belle, mi hanno permesso di confidarmi con la mia classe. Uno dei miei conflitti che provo ogni giorno è l’ansia per la paura di una sgridata dai genitori o dalle prof.
Andrea – Questa esperienza che ho vissuto durante l’attività svolta per l’integrazione mi ha fatto capire molte cose su di me e mi ha fatto un po’ cambiare. Ero molto timido però ora mi confido con i miei compagni e mi vergogno di meno. Questa attività mi ha fatto scoprire molto di me, sono intelligente, diligente ma anche spesso nervoso. Eleonora – Quante qualità i miei compagni mi hanno fatto scoprire di me!!! Simpatia, generosità! So essere solare, rispettosa verso gli altri, sono gentile e anche bella! Ho scoperto che il mio punto di forza è la determinazione perché riesco sempre nelle mie imprese. Il rispetto è la qualità fondamentale che chiedo a un amico…
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e poi ci sono i miei conflitti, la mia ansia e le mie paure con il soprannaturale!!! Lavinia – Con questo lavoro ho scoperto tante cose di me. Ho scoperto il valore della mia tenacia, sapevo di averla ma ora quando qualcuno mi dice: “Ma dai… molla!” io rispondo: “No, non mollerò mai perché sono tenace e vado bene così!”. Poi presentandoci meglio tra noi ho conosciuto nuovi aspetti di persone che magari non mi piacevano e ho capito che mi possono piacere diversi tipi di persone. Con il circle time ho capito che quando abbiamo un problema se ne può parlare, insieme agli altri si vedono anche le soluzioni. Il mio conflitto maggiore è quello che una persona mi lasci. A cosa è servito questo lavoro? A essere più uniti come classe e non vedo l’ora di continuare per scoprire nuove cose su di me e su gli altri.
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Parte Sapere per saper essere. Seconda Teorie e approcci metodologici
Nella cultura narcisistica è più importante apparire che essere, l’immagine è più importante della realtà. Il successo conferisce autostima e gonfia l’Io, ma senza la resa dell’Io narcisistico non è possibile abbandonarsi all’amore per l’altro Alexander Lowen
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Un uomo dall’animo molteplice
La psicosintesi non è una dottrina, né una “scuola” di psicologia, né un metodo esclusivo di autorealizzazione, terapia o educazione. Potrebbe essere chiamata un “movimento”, una “tendenza”, una “meta” verso la soddisfazione e la realizzazione di Sé Roberto Assagioli Credere di essere tutti di un pezzo, con una personalità ben definita, è una delle maggiori illusioni. Si passa la vita a preoccuparsi dei problemi esterni a noi, il successo, il guadagno e non ci si preoccupa abbastanza di possedere noi stessi, di mettere d’accordo gli elementi contrastanti che ci abitano perché ci turba e preferiamo distrarci e non entrare nelle nostre profondità. Si preferisce restare insicuri e abitati dal caos dei mille conflitti dati dalla molteplicità che vive in noi: Uno, nessuno, centomila scriveva Pirandello. La psicosintesi è uno sviluppo della psicoanalisi che cerca di mettere d’accordo i tanti Io che vivono in noi, la miriade di subpersonalità che provengono da ogni dove, dall’eredità remota dell’evoluzione, dalle eredità familiari, dagli in-
flussi esterni che ci forgiano dalla prima infanzia. Spesso scomodi e contraddittori Io che si aggiungono alle immagini che gli altri proiettano e che costruiscono su di noi partendo dal loro vissuto e dai loro mille Io. Si creano separazioni e conflitti, fuori e dentro di noi, tra noi e noi, tra noi e gli altri. Inoltre, le nostre personalità vivono in tempi e spazi differenti, dando vita a l’Io bambino, l’Io adolescente, l’Io adulto, l’Io anziano che, susseguendosi tra loro, creano aspri conflitti poiché non sempre c’è corrispondenza tra età cronologica ed età psicologica, tutti noi conosciamo adulti che non sono ancora adulti. Tuttavia questa complessità di Io crea anche una considerevole varietà di facoltà e potenzialità che può diventare forza se auspichiamo a lasciar dirigere l’orchestra al nostro Sé personale (o Io centrale): il nostro centro di coscienza che attinge alla nostra sorgente con il fine di raggiungere il dono dell’unità armonica tra i vari Io suonatori. Che bella immagine da visualizzare! Il Sé personale direttore dell’orchestra composta dai suonatori Io. Immagiamo inoltre che il Sé personale riceva l’energia dal Sé superiore, il creativo, il compositore. Che musica! Certamente molti di noi, afferma Jung, hanno contattato questa parte più divina e avuto l’esperienza che Assaggioli definisce psicosintesi spirituale. Nella crescita personale ciò che è importante è contattare e stabilizzare l’Io centrale come centro di volontà, perché, come afferma Roberto Assaggioli un Io centrale forte può essere in grado di supportare l’ascesa verso più alte energie umane e ispirazioni del Sé spirituale.
È un percorso a tappe. Il contatto tra l’Io centrale e il Sé spirituale porta intuizioni, ispirazioni, illuminazioni che, se sostenuto da competenze e attraverso specifiche tecniche o meditazioni, può favorire e facilitare l’opera di creare. Non possiamo certamente ignorare inoltre tutto il lavorio dell’inconscio! Il mondo conscio A SCUOLA DEL SÉ
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Intuizione
e inconscio possiamo immaginarlo come un iceberg che vaga nell’oceano, noi abbiamo coscienza della piccola parte che emerge e tutto il resto è un gran lavoro di immersione che si fa con l’esplorazione, il silenzio, l’osservazione. La psicosintesi, afferma Roberto Assaggioli è una
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psicologia dall’alto, sia scientifica e sia spirituale che permette di conoscere e di fare luce su tutti gli aspetti dell’animo umano arrivando alla gioiosa realizzazione delle sue più alte potenzialità10.
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Come si fa? Accettando la ricchezza di cui ci fa dono la moltitudine degli aspetti che ci compongono ma anche cercando di scoprire il direttore d’orchestra che guida la sinfonia in modo intonato e ordinato. Si tratta di comporre la sintesi psichica (psicosintesi) dei molteplici aspetti dell’uomo, affinché ogni aspetto trovi il suo spazio contenitivo, il suo giusto posto. Assaggioli, per meglio comprendere l’armonia, ci invita ad avere una visione della struttura “uomo” tridimensionale, suddivisa in coppie di funzioni: fisica, emotiva e mentale, costituite da un elemento passivo ricettivo e uno dinamico attivo e ne ricava uno strumento di lavoro per la ricerca del Vero Io. Roberto Assaggioli ha elaborato uno strumento per facilitare tale ricerca, chiamato la Stella di Assaggioli.
10. Assaggioli, 1971. 48
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Non ci resta che fare un tuffo nelle profondità del nostro animo umano per uscire dal caos disordinato con il senso di smarrimento che comporta e comprendere e armonizzare l’animo molteplice che abita in noi.
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Figura 1 – Il centro di coscienza e le funzioni psichiche
Questa stella schematizza le coppie di funzioni, per far comprendere come le attività psichiche dell’uomo funzionano con scopi differenti e in maniera indipendente l’una dall’altra: • Fisico: – sensazioni (ricettive passive); – bisogni, desideri, impulsi (dinamici attivi). • Emotivo: – emozioni, sentimenti (ricettive passive); – immaginazione (dinamici attivi). • Mentale: – pensieri (dinamici attivi); – intuizioni (ricettive passive). • Vero Io (centro di autocoscienza, centro di Sintesi): – volontà; – centro di coscienza.
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Come emerge e come Roberto Assaggioli sintetizza: è l’Io che sente, che pensa, che immagina, che desidera, e che vuole: soprattutto che vuole11.
Le nostre funzioni psichiche, se usate in modo armonico, sotto la guida del centro di coscienza e di volontà del nostro Io possono costruire creativamente il nostro futuro personale assicurandoci una buona centralità e armonia poiché fanno tutte da corona alla funzione privilegiata della volontà. Diversamente, nel caso in cui ci siano delle funzioni sviluppate in maniera ineguale in cui alcune sono evolute e altre represse e immature, per svariate cause (traumi, conflitti, problemi irrisolti…) avremo diversi tipi psicologici: il sensoriale, il pratico, l’emotivo, l’intellettuale, l’intuitivo. Ne è un esempio l’adulto immaturo sul piano affettivo, incapace di dare amore, di proteggere, di prendersi cura degli altri che continua a stare nel bozzolo in cui è egli stesso bisognoso di attenzioni e affetto in modo esclusivista. Sarebbe auspicabile che quest’ultimo non si trovi, per scelta o per caso, a rivestire il ruolo di guida o insegnante.
Mettiamo in pratica: crescere per far crescere. Autosservazione Nella nostra analisi personale è interessante investigare quale funzione è maggiormente sviluppata in noi e quanto sia vivace e attiva la nostra volontà di autorealizzarci. • In te, quale funzione prevale? Quale resta più immatura? Quali malesseri ti provoca? Sei consapevole della dualità che ti abita? • Ti lasci rapire dalla tua parte emotivo-affettiva? Noti conflitti tra la tua parte razionale e quella emotivo-affettiva? • Come cerchi di arrivare all’armonia psichica? 11. Assaggioli, 1977.
Nel voler comprendere come funzioni tu, prova a rilassarti, mettiti una mano sul cuore e ricordati di contattare sempre il tuo centro di coscienza, il tuo Sé, la parte migliore di te che mette in armonia le tue funzioni e contatta il tuo centro di volontà. • Hai uno scopo preciso nella tua vita? Cosa vuoi realmente? Cosa stai facendo per autorealizzarti? • Qual è il tuo intento? Sai distinguere i tuoi desideri dai i tuoi aneliti (aspirazioni del cuore)?
Freni, ostacoli e scuse boicottanti Non possiamo integrare un cambiamento o mettere in atto delle risorse se non abbiamo volontà. Volontà non è tensione o sforzo. La volontà vera è serena, sorridente, calma nella sua potenza, sicura di Sé. Essa dirige dall’alto, tiene in pugno, domina Roberto Assagioli Gli ostacoli che siamo capaci di mettere in atto per frenare o interrompere il processo di autoformazione possono essere tra i più disparati, vengono messi in atto prevalentemente dalle persone che si sono adattate in una area a loro confortevole, la cosiddetta “comfort zone”, cristallizzandosi in schemi e azioni di comportamento che risultano essere spesso condizionamenti sociali, familiari e relazionali. Si rivolgono al counselor preferibilmente per una seduta sporadica ma il timore del cambiamento non gli permette di evolvere o comunque avviene lentamente e solo su concessione dell’Io. Sono anime tenute sotto scacco dalle varie personalità ben costruite che creano un conflitto dentro di loro, l’autenticità del Sé non emerge, se ne esce solo prendendo consapevolezza del bisogno di voler essere veri. A volte A SCUOLA DEL SÉ
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un atto di volontà è necessario per andare oltre il volere dell’ego. Un altro ostacolo potrebbe essere la convinzione di aver raggiunto un grado di libertà che ha condotto l’essere ad assumere una vita anticonformista, tuttavia la vera libertà non è detto che si trovi nel rinnegamento del conformismo. La vera libertà si trova nell’autenticità e nell’integrità dell’essere se stessi e occorre ricercare, “fare ricerca”, “andare alla ricerca” della propria vera essenza, natura, anima, movimento dell’energia. Ognuno può avere mille motivi per boicottare il lavoro che vuole intraprendere con il counselor per questo motivo è bene permettere al ricercatore di individuare da subito il meccanismo sabotante che potrebbe mettere in atto. La prima azione d’amore che possiamo fare nei nostri confronti è permettere all’amore di fluire, iniziando da noi stessi. Aiuta a superare il boicottaggio l’avere uno scopo, un anelito, una direzione, fare un patto di onestà con se stessi e di apertura verso ciò che si sente, uscire dall’idea del giudizio, della censura, del rifiuto verso ciò che arriva dall’interno; affidarsi a un tutor con il desiderio aperto di scoprire una guida saggia e amorevole anche dentro se stessi. Decidere di mettere ordine dentro di Sé potrebbe essere paragonato a mettere ordine nei cassetti, o nei file dei computer, l’importante è sistemare un cassetto alla volta e ricordarsi di chiuderlo altrimenti ci ritroveremmo nel caos e nel dolore che questo comporta. Ciò significa non aver fretta, assicurarsi di procedere con piccoli riordini alla volta imparando ad accettare di vivere anche con quel disordine, senza disperarsi e, contemporaneamente, iniziare ad acquisire l’accoglienza totale per come si è. La consapevolezza che stiamo procedendo per riordinare un cassetto alla volta ci sosterrà. Per questo è utile un mentore. Un facilitatore capace sostiene, accompagna, aiuta a chiudere i file che via via si aprono. Apre e chiude ogni incontro come se fosse l’unico. Stimola, ascolta, comprende, accoglie e offre strumenti adeguati al bisogno. Un bravo tutor, facilitatore, 50
counselor o coach, mentore o guida scuote alla motivazione di autorealizzarsi, di crescere e di perfezionarsi facilitando il risveglio interiore che spinge all’azione del soddisfacimento dei propri bisogni e dei propri aneliti. Nel counseling, a differenza della psicoterapia, non è necessario analizzare continuamente il passato, questo va anzi accolto come spinta propulsiva per ammirare chi siamo, accogliere il presente e andare con volontà verso il futuro. Nel libro L’atto di volontà di Roberto Assaggioli si legge: la vera funzione della volontà non è quella di agire contro le spinte della personalità o di forzare il conseguimento di uno scopo. La volontà ha una funzione direttiva e regolatrice, bilancia e utilizza in modo costruttivo tutte le altre attività ed energie dell’essere umano, senza reprimerne nessuna12.
Quindi l’atto di volontà è la capacità di fare una scelta libera e deliberata e poi renderla effettiva. È un atto volitivo destinato a facilitare un’azione. Non possiamo integrare un cambiamento o mettere in atto delle risorse se non abbiamo volontà.
Mettiamo in pratica: crescere per far crescere. Come sperimenti ed esprimi la tua volontà? Come sperimenti ed esprimi la volontà pura? • Quali sono i momenti in cui ti senti più positivo? • Quali sono i momenti in cui ti senti più focalizzato e concentrato? • Quali sono le situazioni in cui ti senti più coraggioso? 12. Ibidem.
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• Quali sono le situazioni in cui ti senti più determinato? • Quali sono le situazioni in cui ti senti più paziente e resistente? • Quali sono le situazioni in cui ti senti più organizzato? • Quali sono le situazioni in cui ti senti più tenace?
Come sperimenti ed esprimi la volontà distorta? • • • • • • •
Ti capita spesso di sentirti in trappola? Ti capita spesso di sentirti aggressivo o violento? Ti capita spesso di perdere il controllo? Ti capita spesso di sentirti ambivalente? Ti capita spesso di sentirti ribelle od oppositivo? Ti capita spesso di sentirti manipolatore? Ti capita spesso di sentirti privo di potere o perduto? • Ti piacerebbe essere più forte e potente? In cosa? • Come immagini che possano cambiare la tua vita e le tue relazioni se tu fossi più forte e potente?
Perché ricercare se stessi? È sempre un’emozione che crea un movimento che porta verso la soddisfazione di un bisogno di evoluzione e realizzazione di Sé In qualità di counselor, facilitatrice delle costellazioni familiari, facilitatrice della mindfulness, formatrice e insegnante ascolto i motivi più disparati che portano un ricercatore a cercare se stesso: • desiderare di migliorare la relazione con gli altri; • rafforzare la propria coscienza;
• rispondere alle mille domande esistenziali che si pone; • riconoscere i propri bisogni; • comprendere il proprio anelito; • uscire da uno stato di impasse; • superare un lutto o la fine di una relazione; • comprendere perché si è oggetto di mobbing; • perché ci si sente tristi; • perché agire può risultare più difficoltoso che reagire; • come gestire le emozioni; • perché ci si sente fuori posto; • come recuperare l’amore per i genitori; • perché ci si sente esclusi; • perché si risente sempre lo stesso dolore; • come poter acquisire una comunicazione più efficace; • come aiutare un figlio demotivato nello studio; • come smettere di ruminare pensieri intrusivi. È sempre un’emozione che crea un movimento per soddisfare un bisogno di evoluzione e realizzazione di Sé. La formazione educativa con un facilitatore prevede anche un percorso di dis-identificazione e de-condizionamento per passare a un livello di persona consapevole che smette di delegare ad altri il proprio centro di coscienza e può acquisire quella forza creativa che lo rende capace in poco tempo di procedere da solo. Lo specialista offre il suo aiuto dallo spazio del ruolo che riveste, in base alle sue competenze, ai suoi studi, alle sue esperienze di vita. L’obiettivo non è solo il raggiungimento dell’armonizzazione personale ma quello di andare oltre, attraversare se stessi e dirigersi verso una Realtà Universale. La psicosintesi elaborata da Roberto Assaggioli offre una veduta olistica, educativa e psicospirituale della crescita e dello sviluppo umano e mette l’accento sul raggiungimento di un’armoniosa integrazione interiore, di una vera realizzazione di se stessi e di un modo corretto di stringere relazioni. Potremmo a questo punto fare un A SCUOLA DEL SÉ
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excursus tra i vari strumenti che ci vengono in aiuto e che contribuiscono alla crescita olistica e armoniosa della persona. Lasciando la scelta religiosa nel personale campo d’azione di ognuno, ma riconoscendo comunque ai vari strumenti che andremo a esplorare il grande rispetto che questi hanno per l’uomo che è, per sua natura, spirituale, transpersonale, dotato di intuizione, ispirazione, creativo e con una grande forza e volontà per attivare le risorse necessarie per migliorare le proprie scelte e la propria vita.
Le donne più vitali sono le “ribelli” La nostra civiltà è impostata su basi prevalentemente maschili: dinamica, costruttiva, progressiva eppure spesso distrugge la vita nell’impeto della nuova creazione. La funzione della donna è preservatrice, trasmette e protegge la vita e non può essere quella di imitare l’uomo per poi diventarne una cattiva copia. La donna deve portare alla società il dono della sua maternità d’animo: intuito, tatto, discrezione, il dono della comprensione, dell’azione che salva, illumina, protegge e risana. Tanto più ci sarà consapevolezza tanto più si assolverà alla missione e tanto più avremo una società equilibrata, armonica, nella quale uomini e donne potranno esplicare le più alte potenzialità Roberto Assaggioli Le donne di valore, quelle che con il loro senso di responsabilità riescono a disubbidire agli stereotipi, alla società dominata da un uomo che da sempre le riserva trattamenti meno privilegiati, sono donne abili e resilienti con un bagaglio di forza d’animo per ogni situazione; sono donne trasgredenti che lottano per non cedere alle lusinghe della società maschilista e continuano a 52
piantare il seme che trasformerà la società; sono donne che sanno credere nell’apertura verso l’amore; sono donne che scelgono la loro vita, il loro percorso familiare e professionale per se stesse e con il loro vero Sé senza imitare gli uomini. Così perfettamente imperfette. Ci sono, tuttavia, momenti di cedimento in cui attribuiamo l’infelicità al posto di lavoro, alla carenza di latte, ai difetti che i media ci vogliono imporre, ma sono solo periodi di fragilità in cui lo scontento parte da noi stessi. Sono i momenti in cui ci perdiamo ma poi abilmente ci ritroviamo.
Mettiamo in pratica: crescere per far crescere. Training per ricontattarti Esercitati a riconoscere le tue risorse, le tue qualità, i tuoi bisogni. • Conosci le tue risorse? Quanto sei in grado di dargli il giusto valore? Prenditi qualche minuto e fai un elenco delle risorse che possiedi oltre al lavoro, alle mansioni di casa, al prendersi cura del corpo fisico (ad esempio: lettura, scrittura, teatro, cinema, amici, ballo, recitazione, altro). • Conosci le tue qualità? Quanto sei in grado di riconoscerle? Prenditi del tempo nel quale scrivi, senza pensarci troppo, un elenco libero e istintivo delle tue qualità che non siano fisiche ma personali, caratteriali, pratiche, organizzative (ad esempio: determinazione, coraggio, amorevolezza, empatia, creatività, altro). • Conosci i tuoi bisogni? Quanto sei in grado di intuire qual è il tuo bisogno dominante? Prenditi il tempo necessario per comprendere di quali bisogni necessiti in questo periodo per stare meglio (ad esempio: bisogno di sentirmi in accoglienza così come sono, bisogno
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di stare nel valore, bisogno di manifestazioni d’amore, altro). • Hai avuto molta, poca o nessuna difficoltà nell’esplorare dentro di te? Una volta individuate le tue risorse, le tue qualità e i tuoi bisogni, lasciali riposare dentro te e spontaneamente ti ritroverai nella casa che per un attimo avevi perduto. Se avessi difficoltà a comprendere i tuoi bisogni potresti provare un senso di smarrimento, ma sono certa che osservandoti presto arriverà la risposta.
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Aminta Patrizia Infantino, vive e lavora a Roma. Professionista nella relazione di aiuto ha una formazione ampia e varia. È insegnante nella scuola secondaria di primo grado, specializzata in Scienze Motorie e Attività di Sostegno, Integrazione e Inclusione. Sostenitrice del gioco e delle tecniche attive utilizzate come strumento didattico, crede nel valore della scuola e nell’autentico sostegno dell’azione pedagogica. È Counselor Holistic Trainer (legge n. 4/2013), facilitatrice in Costellazioni Familiari e in Mindfulness, agevola l’evoluzione individuale delle persone attraverso percorsi educativi e creativi di autosviluppo che conducono a una conoscenza consapevole di se stessi e degli altri. Per le edizioni la meridiana ha pubblicato Alunni Speciali. Apprendere l’inclusione a scuola (2012).
In copertina disegno di Fabio Magnasciutti
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A SCUOLA DEL SÉ Percorsi di crescita e sviluppo per conoscere se stessi e sostenere gli altri
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Questo libro desidera incuriosire e predisporre all’intuizione del Sé, rimarcando le qualità e il valore di ognuno a partire dalla domanda: è possibile migliorarsi senza la necessità di cambiare? Attraverso l’autoformazione e la consapevolezza del proprio sentire, in termini di bisogni ed emozioni, possiamo modificare alcune modalità di comportamento e comunicazione, per risvegliare la nostra vera essenza e vivere emotivamente più intelligenti e amorevoli. Sono pagine che rispondono al bisogno di imparare e di insegnare ad avere riguardo di sé e dell’altro, cogliendo risorse, abilità e capacità. In particolare desiderano essere stimolo, supporto e sostegno a insegnanti, genitori, educatori (a chiunque sia in relazione con una vita in evoluzione) apportando alcuni contenuti teorici rilevanti l’autoformazione seguiti da esercitazioni che invitano a sperimentare l’autoconoscenza attraverso pratiche meditative, di mindfulness e numerosi spunti di riflessione per conoscersi meglio. L’autrice accompagna il lettore tra teorie di counseling e psicosintesi, illustrate come strumenti che facilitano la conoscenza e la consapevolezza del Sé, esplorando bisogni ed emozioni, spesso taciuti o negati. Poiché ognuno di noi, con le sue ferite, limiti e vulnerabilità possiede la chiave per arrivare ad essere il migliore se stesso possibile. “Un libro che esplora la possibilità di costruire un Io forte per andare con più potenza verso un noi senza barriere” (Carlo Praful Saracino).
Aminta Patrizia Infantino
ISBN 978-88-6153-821-4
Euro 16,00 (I.i.) 9 788861 538214
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