DELLELABITARSI.APSICANTRIAEMOZIONIACURADIGASPAREPALMIERI-CRISTIANGRASSILLI Esplorazione cantata dell’animo umano
AbitArsi. LA psicAntriA deLLe emozioni Esplorazione cantata dell’animoGaspareAumanocuradiPalmieriCristianGrassilli Prefazione di David Lazzari
Indice Prefazione di David Lazzari .......................................................... 7 1. Abitarsi di Gaspare Palmieri e Cristian Grassilli ....................................... 9 2. Il coraggio di Cecilia Camellini ................................................................. 27 3. La vergogna di Michele Rugo ....................................................................... 37 4. Da paura di Maria Paola Boldrini e Paolo Calini ..................................... 49 5. Che rabbia di Elena Guerri ........................................................................ 55 6. Amarsi di Nicoletta Cinotti .................................................................. 63 7. Odiare di Arianna Marfisa Bellini ....................................................... 71 8. Canzone gentile i Giusy Morabito, Letizia Ferrante, Laura Bongiorno ................ 79 9. Gli invidiosi di Salvatore Capodieci .............................................................. 89 10. Gratitudine di Costance Miller ................................................................ 101
11. Santa pazienza di Annagiulia Ghinassi e Guidalberto Bormolini ................... 117 12. Finché c’è musica c’è speranza di Chiara Ruini ................................................................... 127 13. Mai dire mindfulness di Giuseppe Corbellii ............................................................ 141 14. Ehi Franco di Paolo Vistoli e Gruppo del Coro Rosa Bianca ..................... 153 Gli autori ................................................................................. 161
Sono grato a Cristian e Gaspare per questo invito e ancora di più per questo nuovo lavoro che hanno prodotto. I motivi sono molti. L’ammirazione per il loro lavoro, la capacità di tradurre in arte e musica temi così delicati e di farlo con grande equilibrio tra ironia e sensibilità. Il ricordarci che la cura non è solo scienza ma è anche arte, che il capire non è solo sapere ma anche intuizione, è occhio e cuore oltre che mente. I temi trattati toccano in profondità un sentire comune ma che spesso non si riescono a tradurre in parole e significati, in riflessioni che emozionano e, soprattutto così, fanno crescere.
7 Prefazione di David Lazzari
La salute e la qualità della vita sono il frutto della nostra capacità di creare equilibrio tra aspetti negativi e positivi della vita, di gestire e imparare dai primi ed ottimizzare i secondi, in un percorso che non è solo reattivo ma proattivo, capace di determinare situazioni, opportunità e significati.
Da questi testi emerge un altro importante aspetto, l’importanza di saper affrontare e rielaborare le situazioni e le emozioni negative, perché il benessere e la salute non sono il frutto di una vita priva di questi aspetti, ma della capacità individuale e collettiva di saperli affrontare, di avere una visione costruttiva e ricostruttiva.
Durante la pandemia, come bene evidenzia il testo di “Abitarsi”, la normale routine, la “giostra”, si è incredibilmente fermata. E così molti hanno potuto ritrovare ritmi diversi, spesso nuovi, che hanno cambiato gli spazi, le relazioni e le sensazioni, non solo rispetto al fuori ma anche al dentro. Un dentro che sempre meno è abitato dalle riflessioni e troppo dalle rimuginazioni. Questo ha prodotto nuove consapevolezze, a volte anche dolorose, ma che hanno cambiato per tanti il rapporto con l’interiorità. Un mondo che ci insegna a proiet tarci e vivere tutto all’esterno e ci fa fuggire dalla nostra soggettività, spesso banalizzata e quindi abitata da ansie e paure perché ha perso il potere di un sano e non superficiale dialogo interiore.
Per quanto mi riguarda l’ascolto dei brani e la lettura dei testi e delle riflessioni che li accompagnano ha generato tanti bei momenti, che mi hanno fatto pensare e mi hanno emozionato. Spero che questo accada a tutti coloro che si avvicineranno a questo lavoro.
a cura di G. Palmieri e C. Grassilli 8
Presidente CNOP
Siamo esseri psicologici oltre che biologici, non mere macchine organiche, e sappiamo quanto la dimensione psicologica incida su tutta la nostra realtà, quanto la salute delle nostre cellule sia legata ai nostri vissuti, pensieri ed emozioni. Il ben-essere è una costruzione dinamica e continua, che ha a che fare con il nostro stare nel mon do, l’orizzonte di valori, significati e scopi che siamo in grado di costruire. Ebbene io credo che la capacità di questi testi e di queste musiche di sollecitare contestualmente tanti aspetti di noi – sensazioni, pensieri, emozioni – di farci riflettere, sorridere e commuovere nello stesso tempo, non solo ci fanno vivere la nostra unità di fondo ma, integrando tutto questi aspetti, ci fanno vivere una esperienza potente oltre che piacevole.
David Lazzari
Abitarsi1.
Gaspare Palmieri e Cristian Grassilli Abitarsi C’è una casa senza scuri né pareti con stanze arredate di emozioni una soffitta piena di segreti e nel camino bruciano passioni e una cantina buia dove poi nascono canzoni su di noi.
Vista mare, vista lago, vista monti questa casa ha paesaggi sorprendenti se guardi attentamente i pavimenti trovi piastrelle tristi o divertenti e i lampadari accendono le idee i rubinetti lacriman maree.
E un po’ alla volta iniziare ad abitarsi entrare in casa sulla porta non fermarsi e darsi il tempo per riuscire ad accomodarsi in uno spazio dentro sé o rilassarsi sul divano o sul parquet. Senza paura imparare ad abitarsi e qualche volta alla finestra ad osservarsi e darsi il tempo per riuscire ad ascoltare il sentimento che già c’è svegliarsi in casa mica in un motel. In cucina un frigo pieno di vergogna e cuscini rossi per la rabbia un grande letto per stare al sicuro dove non fa più paura il buio e semi di coraggio da annaffiare e tende di pazienza da cucire. C’è un soggiorno pieno di pensieri una finestra su grandi progetti un pozzo da cui attinger desideri e un armadio di ricordi molto vecchi e mensole con piccoli trofei docce fredde lavano via i guai.
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E un po’ alla volta iniziare ad abitarsi e sulle scale seduti ad ascoltarsi e darsi il tempo per riuscire ad accomodarsi in uno spazio dentro sé bit.ly/abitar01
Chi è riuscito ad adattarsi alla nuova situazione ha avuto l’oc casione di riappropriarsi di qualcosa di importante che magari aveva trascurato per anni: il contatto con sé stesso.
partiti da alcune emozioni primarie come la rabbia e la paura, per poi indagare quelle secondarie (che nascono dall’interazione sociale) come la vergogna e l’invidia, fino a spingerci a raccontare sentimenti più complessi e nobili come la gratitu dine, la gentilezza, il coraggio, la speranza e altri meno salutari come l’odio.
Dopo i tre dischi psicantrici precedenti che esploravano temi sociali, la psicopatologia dell’adulto e quella del bambino, abbia mo sentito la necessità con questa quarta opera di raccontare alcuni aspetti della straordinaria ricchezza dell’animo umano, abitato da emozioni e sentimenti unici ed universali allo stesso Siamotempo.
Al di là della tragicità degli eventi causati dalla pandemia, per molti di noi quelle restrizioni hanno rappresentato anche l’occasione per fermarci un attimo, per riappropriarci del nostro spazio abitativo, conoscerlo meglio e a volte averne più cura.
In altri casi non è stato così semplice adattarsi alle limitazioni spazio-temporali imposte così repentinamente e le nostre case sono diventate in certi momenti delle specie di prigioni che tar pavano le ali ai nostri desideri, progetti e sogni.
Molte delle canzoni del disco sono state scritte “a distanza” durante i diversi lockdown imposti dalla recente pandemia, in cui la maggior parte di noi si è trovata a trascorrere lunghi perio di di tempo nelle proprie abitazioni. Per alcune persone non si trattava di un’esperienza diversa dal solito, mentre per altre è stato qualcosa di nuovo e inusuale, soprattutto per chi viaggiava molto o aveva ritmi lavorativi forsennati.
10 a cura di G. Palmieri e C. Grassilli o rilassarsi sul divano o sul parquet.
Senza paura imparare ad abitarsi qualche volta alla finestra ad osservarsi e darsi il tempo per riuscire ad ascoltare il sentimento che già c’è svegliarsi in casa mica in un motel.
Non allontanarti, prova ad abitarti questa casa ha bisogno di te, questa casa ha bisogno di te.
La nostra attenzione all’inizio è stata attratta soprattutto dall’am biente domestico: la stessa vista dalla finestra, i quadri alle pareti, l’arredamento delle diverse stanze. Allo stesso tempo eravamo molto assorbiti da ciò che succedeva nel mondo esterno e dai continui aggiornamenti di notizie che arrivavano dagli schermi di telefoni, computer e televisioni.
Come sappiamo esistono case o stanze comode e confortevoli, dove riusciamo a rilassarci, a trascorrere momenti piacevoli da soli o con le persone a cui teniamo, mentre esistono case o luo ghi in genere dove non ci sentiamo a nostro agio, magari perché poco famigliari o perché il clima non è favorevole o semplicemente perché particolarmente rumorose.
Allo stesso modo possiamo trovarci maggiormente a nostro agio nel provare certi tipi di emozioni o sentimenti piuttosto che altri. Per alcune persone, ad esempio, può essere più naturale entrare a contatto con la propria tristezza, mentre altre fanno di tutto per evitarla o mascherarla senza riuscire a riconoscerla, magari vergognandosene pure. Spesso diventa più semplice abitare le emozioni che conosciamo meglio, più in linea con il nostro carattere o senso di sé, che confermano la nostra identità e a queste concediamo le stanze più luminose e spaziose della nostra casa; dall’altra parte faccia mo più fatica ad accettare o accogliere stati emotivi che abbiamo allenato poco all’interno delle relazioni significative e che quindi conosciamo meno e ci fanno più paura, relegandole nelle cantine o nei solai della nostra mente. Come scrive a questo riguardo la poetessa Chandra Candiani: Non negare i sentimenti negativi, ma anzi sentirne il peso, il sapore, il restringimento dello spazio della coscienza che portano con sé è il primo passo verso la compassione, farsi spazzini del cuore anziché arredatori di luoghi non visitati, non puliti a fondo, con lo sporco nascosto sotto un impeccabile tappeto.
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Complice il lungo tempo passato tra le mura di casa, per molte persone è risultato quasi naturale spostare l’attenzione dagli sti moli provenienti dall’esterno, verso quelli provenienti da sé stessi e verso quello che stava accadendo al proprio corpo e alla propria mente. Si è passati così dall’abitare le proprie case all’abitarsi, dalla dimora fisica alla dimora interiore, prendendo consapevo lezza delle emozioni e dei sentimenti che popolano le stanze di questo prezioso e unico “edificio umano”.
Il nostro intento con questo lavoro è stato quello di scrivere can zoni originali che potessero contribuire a raccontare e spiegare le emozioni e i sentimenti, come segnali utili e importanti nella spinta all’azione e nelle interazioni sociali. Nelle nostre intenzio ni questi brani vorrebbero porre l’accento sul nostro variegato mondo interiore, per aiutarci anche a descrivere ciò che sentia mo, riuscendo a dare un nome ad esperienze emotive anche con l’aiuto della musica.
Risulta evidente come l’acquisire buoni processi di regolazione emotiva possa costituire un elemento che favorisce la resilienza di fronte agli eventi stressanti e all’insorgenza di problematiche psicopatologiche, rafforzando il nostro senso di stabilità e sicurezza, facilitando l’adattamento individuale e relazionale.
a cura di G. Palmieri e C. Grassilli 12
Negli ultimi anni il lavoro degli psicoterapeuti ha incluso sempre maggiormente una parte di psicoeducazione o talvolta di alfabe tizzazione emotiva e questo importante tema è stato affrontato anche a livello più divulgativo, se pensiamo ad opere come il film Inside out, che viene proiettato spesso nelle scuole o in altri contesti Riconoscereformativi.edare un nome alle proprie emozioni, riuscire a descriverle nei correlati corporei, capirne la funzione all’interno delle relazioni umane, con l’obiettivo di imparare a regolarle internamente, rappresentano competenze fondamentali per il raggiungimento del benessere psicologico. D’altra parte anche la ricerca scientifica ha mostrato negli ultimi anni come la disre golazione emotiva sia implicata nella genesi e nel mantenimento di numerosi disturbi psichiatrici e quanto una buona capacità autoregolativa possa rappresentare un fattore di protezione Aimportante.questoproposito troviamo particolarmente efficace la defini zione di Eisenberg1 sul costrutto di regolazione emotiva, definito come processo attraverso il quale si dà avvio, si mantengono, si evitano, si modulano o si cambiano sia la frequenza che l’intensità, la forma o la durata degli stati interni, ma anche gli obiettivi, i processi fisiologici e i correlati comportamentali delle emozioni, il tutto al fine di raggiungere i propri scopi.
La canzone, intesa come entità comunicativa complessa (costi tuita da testo, melodia, arrangiamento, interpretazione) può
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generare emozioni nell’ascoltatore, veicolare messaggi in modo diretto e immediato e talvolta anche rappresentare un porto sicuro dove approdare, per fare palestra emotiva. Quest’ultimo aspetto può essere estremizzato, soprattutto nella popolazione adolescente, nella costruzione ad hoc di playlist di canzoni acco munate dalla stessa tonalità emotiva (per esempio: playlist della tristezza o della rabbia), che rispondono al bisogno di amplificare ulteriormente stati mentali negativi.
Vi racconteremo brevemente di seguito le canzoni di questo disco, introducendo anche i colleghi che hanno contribuito a scrivere i diversi capitoli dedicati ai brani.
In Abitarsi abbiamo utilizzato la metafora della casa come luogo rappresentativo del sistema “mente-corpo”, in cui le emozioni e i sentimenti si animano simbolicamente nelle stanze e negli arredi. In questa abitazione si possono così incontrare piastrelle tristi o divertenti, lampadari che accendono le idee, un frigo pieno di vergogna e cuscini rossi per la rabbia, solo per citare alcuni ambienti. Nel ritornello abbiamo cercato di proporre una sorta di incoraggiamento ad entrare in contatto con la propria dimora interiore, esplorandola pazientemente, incuriosendosi all’ascolto “del sentimento che già c’è”, inteso come quello che ci abita in quel momento. Il secondo brano, Il coraggio, è la prima virtù di cui abbiamo scelto di cantare, proprio perché può essere una risorsa preziosa in un periodo di grandi cambiamenti sociali ed economici e di conseguenti paure. Scrivendo il testo delle strofe abbiamo pen sato a persone che potessero incarnare questa qualità e tra queste ci è venuta in mente Cecilia Camellini, campionessa modenese paraolimpica di nuoto e nostra collega, che ha anche scritto il capitolo del libro dedicato a questo tema. Nel ritornello cantiamo “Il coraggio è avere paura senza scappare”, sottolineando come questo sentimento sia strettamente legato al tema della paura, che viene riconosciuta, validata e gestita, scegliendo nel modo più consapevole possibile quale comportamento mettere in atto in un momento di difficoltà. Questo atteggiamento risulta in
Abbiamo scritto Abitarsi come ultimo brano del disco, proprio perché potesse divenire uno spazio che contenesse riferimenti a tutti gli altri brani, arrangiati dal nostro fido chitarrista Lorenzo Mantovani.
a cura di G. Palmieri e C. Grassilli 14 antitesi con il classico mito dell’eroe coraggioso, che talvolta viene descritto come figura insensibile alle proprie emozioni, freddo e sprezzante del pericolo. Come ci ricorda anche l’autrice del capitolo, un gesto coraggioso non è necessariamente un’impresa eroica o visibile, ma può essere una piccola scelta quotidiana, l’accettare un cambiamento imprevisto e non gradito, la rinuncia a qualcosa o qualcuno (“il coraggio di accogliere, di lasciare andare”).
La vergogna è una canzone che parla di un’emozione complessa e multiforme, connessa a un disagio così forte che può portare chi la prova ad evitare le situazioni temute, fino a desiderare di scomparire letteralmente. Nel testo della ballad abbiamo elencato gli spiacevoli correlati fisici di questa potente emozione (“sguardo basso, corpo chiuso, sul volto quel rossore”), ricordandone anche la funzione protettiva sociale. Al giorno d’oggi infatti, in seguito alla diffusione dei social media, condividere la propria immagine mostrando aspetti intimi di sé può diventare un rischio che la vergogna, talvolta, contribuisce a limitare. Questo sentimento è centrale in alcune patologie psichiatriche come i disturbi del comportamento alimentare e per questo abbiamo chiesto di scrivere il capitolo dedicato al brano a Michele Rugo, psichiatra e Direttore Sanitario della Residenza Gruber di Bologna, presso la quale da anni conduciamo gruppi di musicotera pia con le pazienti ricoverate.
Da paura è un brano che racconta un’emozione primaria fonda mentale per la nostra sopravvivenza, che fin dai tempi remoti ci ha sempre messo in guardia dai pericoli dell’ambiente. Il brano si apre con un accenno al cosiddetto “ciclo della paura” (“la paura, fa paura”), fenomeno diffuso tra le persone che soffrono di disturbi d’ansia e attacchi di panico, in cui questo sentimento si autoalimenta grazie ad interpretazioni erronee e catastrofiche, con conseguenti “evitamenti” delle situazioni temute. Abbiamo poi cercato di descrivere la famosa “risposta di attacco e fuga”, sistema primordiale innato di reazione ai pericoli, che oggi si attiva frequentemente non solo di fronte a minacce esterne reali per la propria sopravvivenza, ma anche e soprattutto di fronte a percepite minacce per il proprio sé e la propria identità (lavoro, ruolo sociale, rottura dei legami affettivi, ecc.). Abbiamo affidato
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Che rabbia abbiamo scelto un arrangiamento rock, che potesse rappresentare l’energia dirompente di questa emozione primaria, che può essere rivolta più frequentemente all’esterno, ma alle volte anche nei confronti del soggetto che la pro va. La rabbia può rappresentare una risposta fisiologica utile ed adattiva per attivarsi in certe situazioni di minaccia, ma se non regolata può diventare un sentimento problematico, con conse guenze dannose sia per sé stessi che per gli altri. Nella canzone elenchiamo alcune molle situazionali che possono innescare la rabbia, come il mancato raggiungimento dei propri obiettivi, il sentirsi umiliati o non riconosciuti o il subire un’ingiustizia.
La canzone si chiude con un suggerimento di “autoregolazione cantata” tramite il respiro e il conteggio, alcune delle classiche strategie proposte nei percorsi terapeutici di gestione della rab bia. L’idea in questo caso è quella di cercare di creare uno spazio tra lo stimolo e l’azione, che aiuti la persona a non agire impul sivamente. Il capitolo dedicato è stato scritto da Elena Guerri, psicoterapeuta della Gestalt torinese, promotrice insieme al collega Gianni Francesetti di iniziative culturali in occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, a cui abbiamo partecipato come ospiti diverse volte con molto piacere.
la scrittura del capitolo sull’argomento a Maria Paola Boldrini e Paolo Calini, due colleghi esperti di clinica e ricerca in psico Pertraumatologia.ilbrano
Amarsi è un brano dai toni blues in cui abbiamo voluto raccontare l’importanza del sentimento di benevolenza e ami cizia nei confronti di sé stessi, che non va confuso con il narcisismo patologico. Quasi quotidianamente nel nostro lavoro clinico incontriamo persone che presentano forti sentimenti autocritici, che si attivano anche nei momenti di difficoltà, incapaci di agire un atteggiamento comprensivo e tenero nei confronti della propria condizione problematica. Per molti risul ta più facile attivarsi in modo accudente verso altre persone in difficoltà, mentre faticano a dirigere lo stesso sentimento verso sé stessi. Come scrive Corrado Pensa, psicoterapeuta e insegnante di meditazione buddista, nel libro Affrettati piano2
Canzone gentile è un brano che si caratterizza per un arrangiamento delicato e quasi etereo, in cui abbiamo trattato il tema della gentilezza, immaginandoci come una canzone possa mostrarsi gentile, mettendosi quasi al servizio di chi la ascolta. Nella tradizione buddista la gentilezza amorevole (metta) fa parte delle quattro virtù incommensurabili dell’animo umano e recen temente anche la ricerca scientifica occidentale ha mostrato un grande interesse per questa qualità. Diversi studi hanno infatti mostrato come il compiere semplici atti di gentilezza, praticati nei confronti degli altri e di sé stessi, possa portare molti benefici
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A questo proposito mi sembra piuttosto frequente la situazione “due pesi e due misure”. Vale a dire, con gli amici non solo cerchiamo di essere generosi e gentili, ma ci sforziamo anche di praticare l’accettazione, ad esempio del loro nervosismo e della loro impazienza quando intuiamo che sono stanchi e provati. Invece verso noi stessi abbiamo, non di rado, un atteggiamento diverso: alquanto severo, intollerante, poco amichevole e parecchio giudicante.
È importante sottolineare come il riuscire ad amarsi in modo autentico, sia un presupposto indispensabile per riuscire ad amare anche gli altri che ci circondano. Abbiamo chiesto alla collega psicoterapeuta bioenergetica e istruttrice di mindfulness Nicoletta Cinotti di scrivere il capitolo sull’argomento, perché apprezziamo molto le sue abilità di comunicatrice e divulgatrice sul tema della cura di sé.
La canzone Odiare diventa purtroppo particolarmente attuale nel momento in cui stiamo scrivendo questo capitolo, a poche settimane dallo scoppio della drammatica guerra in Ucraina. In questa ballad abbiamo cercato di raccontare il sentimento distruttivo nelle sue diverse forme, che vanno dalla violenza fisica, a quella verbale e più recentemente quella digitale. Nella canzone sottolineiamo come l’odio possa più facilmente nascere in contesti di ignoranza e povertà affettiva, dove prevale un atteggiamento di chiusura e di rifiuto verso l’altro, che dà origi ne a pensieri distruttivi ed azioni violente. A questo proposito abbiamo coinvolto nella redazione del capitolo sull’argomento l’amica e collega psicanalista Arianna Marfisa Bellini, respon sabile del centro Dedalus di Bologna, che da anni si occupa di sensibilizzare rispetto al tema del bullismo e del cyberbullismo.
Gli invidiosi tratta il tema dell’invidia, un sentimento complesso e per certi aspetti ostico, perché tendenzialmente nascosto e rara mente condiviso o manifestato. Spesso invidiamo più facilmente chi ha avuto le nostre stesse opportunità, ma ha raggiunto tra guardi che percepiamo maggiori o superiori ai nostri, in accor do con il famoso detto “l’erba del vicino è sempre più verde”. Nell’invidioso c’è spesso il bisogno di far scontare a qualcuno la propria inadeguatezza ed è un sentimento che può arrivare
ABITARSI. LA PSICANTRIA DELLE EMOZIONI 17 sul piano psicologico e agire addirittura sul rilascio di neurotra smettitori legati al benessere (come serotonina e ossitocina) con un effetto protettivo nei confronti dei disturbi dell’ansia e dell’umore3. È stato osservato ad esempio in ambito oncologico, come la gentilezza sia un potente strumento in grado di disinnescare le emozioni negative associate alle diagnosi di cancro e ai difficili percorsi terapeutici, contribuendo in alcuni casi a migliorare la risposta ai trattamenti. Interventi basati sulla gentilezza sono stati sperimentati con successo anche nel campo delle malattie cardiovascolari e come supporto alle terapie comportamentali per le persone affette da fobia sociale4. Come ci ricorda inoltre Sua Santità il Dalai Lama (di cui è anche celebre la frase “la mia religione è la gentilezza”) Tutti vogliamo che ci venga usata, ma quando siamo noi, in prima perso na, a compiere un atto gentile, in quel momento di grazia sperimentiamo la massima soddisfazione, ci eleviamo al di sopra di qualsiasi malumore o stress.
Scrive ancora a questo riguardo Joseph Goldstein5 Quando il Dalai Lama ti saluta, senti di essere la persona più importante della terra perché la sua attenzione è indivisa. Ha detto spesso che una delle grandi pratiche di benevolenza è cercare di trattare chiunque incontri come vecchio amico. Il capitolo dedicato a questo tema è stato scritto dalle colleghe siciliane Giusy Morabito, Letizia Ferrante e Laura Buongiorno, psicoterapeute specializzate in mindfulness e in Compassion Focused Psycotherapy, un tipo di psicoterapia che si ispira proprio a questa virtù per favorire un atteggiamento più benevolo e morbido nei confronti della propria sofferenza, grazie alla costruzione o alla riscoperta di un sé compassionevole.
a cura di G. Palmieri e C. Grassilli 18 a “roderti dentro” in modo subdolo, proprio perché si fatica a condividerlo, spesso per vergogna. Altre volte può diventare uno stimolo che, partendo dal confronto con qualcuno più bravo di noi o che stimiamo, spinge a migliorarci e a raggiungere i nostri obiettivi. Nel ritornello della canzone abbiamo raccontato una delle più famose storie di invidia musicale, cioè quella tra il compositore Antonio Salieri e Wolfgang Amadeus Mozart, descritta anche nel bellissimo e pluripremiato film Amadeus. Salieri faticava ad accettare l’inequivocabile talento del geniale e giovanissimo Mozart, sempre acclamato dall’Imperatore e dalle folle, vivendo un confronto costante da cui usciva sempre per dente. Il capitolo relativo è stato scritto dal Professor Salvatore Capodieci, psichiatra e autore di un approfondito libro sull’argomento, docente all’Istituto Universitario Salesiano di Venezia, dove annualmente proponiamo una lezione-concerto nel suo corso di insegnamento per i futuri psicologi. Gratitudine è una canzone che invita l’ascoltatore a riflettere sul rapporto con il proprio senso di gratitudine per tutto ciò che lo circonda. La gratitudine è una forma di consapevolezza che ci porta a riconoscere gli aspetti positivi delle nostre vite, spesso dati per scontati, in contrapposizione a un’innata tendenza a focalizzarci sui problemi e sulle cose negative. Questa inclinazione alla negatività in realtà ha un significato protettivo dal punto di vista evoluzionistico, ma se estremizzata può sfociare in veri e propri disturbi psicologici e psichiatrici. Scrive sempre Corrado Pensa6 sull’argomento:
Ajan Brahm ci esorta a fare attenzione alla nostra tendenza verso la negatività, perché questa nutre e ingrassa la mente alla ricerca dei difetti e che, dal momento in cui sorge, cresce e ci rende suoi schiavi. Brahm ci fa anche notare che la mente che va alla ricerca di difetti diventa come una specie di serpente che ci strozza, e infatti, quando si è ben radicata, non c’è fine ai difetti che si riescono a trovare. Da notare, poi, che questo atteggiamento negativo non lo rivolgiamo solo all’esterno, ma anche verso noi stessi.
In diversi orientamenti psicoterapici, tra cui l’Acceptance and Commitment Therapy, si sottolinea l’importanza di aiutare il paziente a coltivare un atteggiamento di gratitudine, anche attraverso la compilazione di un vero e proprio diario, in cui è invitato ad annotare quotidianamente due o tre cose che
Il capitolo dedicato è stato scritto dal monaco Giudalberto Bor molini e dalla psicoterapeuta Annagiulia Ghinassi. Abbiamo conosciuto Guidalberto guardando il bellissimo documentario di Franco Battiato Attraversando il bardo: sguardi sull’aldilà e succes sivamente abbiamo avuto occasione di fare un piccolo concerto nella sua comunità toscana dei Ricostruttori nella preghiera.
19 ABITARSI. LA PSICANTRIA DELLE EMOZIONI apprezza della propria vita, con lo stimolo proprio a spostare l’attenzione su circostanze favorevoli o possibilità che tendiamo a dare per scontato, a partire da quella di nascere come esseri umani. Il capitolo dedicato alla canzone Gratitudine è stato scritto da Costance Miller, monaca buddista e insegnante di meditazione dell’Istituto “Lama Tzong Khapa” di Pomaia, luogo a noi particolarmente caro per diversi motivi personali. Abbiamo avuto modo di conoscere meglio Costance durante un periodo di lockdown, quando ha proposto un ciclo di meditazioni online gratuite e di grande utilità per molte persone in un momento di isolamento sociale.
Santa pazienza è un brano con sonorità che ricordano alcune “Canzoni a Manovella” di Vinicio Capossela, di cui siamo grandi fan, che racconta questa importante virtù decantata nei testi sacri in tutte le grandi tradizioni spirituali. La pazienza è un sentimento prezioso che fa in modo che le cose possano maturare e crescere coi propri tempi. È un atteggiamento che va in controtendenza rispetto alla frenesia e all’impulsività del mondo di oggi e che possiamo imparare a coltivare osservando i tempi della natura. Nella canzone facciamo riferimento ad alcuni detti popolari come “Chi va piano va lontano, chi va forte va alla morte” o “Fai una cosa per volta, falla bene”, in opposizione alla moderna tendenza al funzionare in modalità “multitasking”. Come can tiamo “Ricominciar da capo è un rito faticoso”, ma necessario per coltivare questa qualità, grazie alla quale è possibile giungere a traguardi inaspettati, una volta abbandonato l’eccessivo attac camento alla ricerca di un risultato. Come scrive anche Etty Hillesum7 a questo riguardo: Sì, guarda, bisogna che una persona abbia pazienza. Il tuo desiderio dev’essere come una nave lenta e solenne, che solca oceani sconfinati, e non cerca di trovare un ancoraggio. E all’improvviso, inaspettatamente, ecco che scopre, per qualche istante, un ancoraggio.
A muso duro di Pierangelo Bertoli, perché le evoca questo senti mento e ci tiene a condividerlo col gruppo. D’altra parte come dicevano i latini “spes ultima dea”, la speranza è l’ultima a morire! Ha scritto il capitolo su questo tema la Professoressa Chiara Ruini, docente alla facoltà di Psicologia di Bologna ed esperta di psicologia positiva. Il penultimo capitolo di questo libro “Mai dire mindfulness” prende il titolo dall’omonima canzone che abbiamo scritto in occasione di un convegno sull’argomento (uscita come singolo nel 2016) e contiene un’ampia dissertazione su diversi aspetti della mindfulness, scritta dal collega e amico Giuseppe Corbelli, dottorando di ricerca in psicologia cognitiva e istruttore di mindfulness, a cui vi rimandiamo se vi interessa approfondire Neglil’argomento.ultimi anni nell’ambito della psicoterapia cognitiva si è assistito alla comparsa della cosiddetta “terza ondata”, un insie me di nuove forme di psicoterapia che hanno in comune alcuni aspetti come: l’uso di tecniche di mindfulness, l’importanza dell’accettazione dei propri stati emotivi, la defusione cogniti
a cura di G. Palmieri e C. Grassilli 20
Finché c’è musica c’è speranza è il brano che chiude la parte inedita del disco, visto che gli ultimi due brani sono singoli psicantrici usciti in precedenza in formato digitale, che abbiamo deciso di includere come bonus track. La speranza è un sentimento diffusamente rappresentato in tante opere letterarie, poesie, can zoni, così come nel mondo spirituale in molte preghiere. Come recita l’omonima poesia di Emily Dickinson “È la speranza una creatura alata, che si annida nell’anima e canta melodie senza paro le, senza smettere mai”. Si tratta proprio di “un sentimento alato” nel senso che può essere rivolto al futuro e può diffondersi da chi la prova, contagiando altre persone. Nell’ambito psichiatrico e psicologico è importante la sua assenza, nel cosiddetto concetto di hopelessness, uno dei principali sintomi che caratterizzano i disturbi depressivi e tra gli stimoli che un terapeuta può fornire a un paziente c’è proprio quello di non perdere la speranza di guarire o di poter stare meglio. Come cantiamo in Finché c’è musica c’è speranza anche le canzoni possono veicolare messaggi di speranza e talvolta generarla in chi le ascolta. Ad esempio nel gruppo di musicoterapia che conduciamo in un reparto psichiatrico c’è una paziente che chiede spesso di ascoltare la canzone
Nella definizione classica di Jon Kabat Zinn si parla della “consapevolezza che emerge dal prestare attenzione intenzional mente allo scorrere dell’esperienza in modo non giudicante ed accogliente, momento per momento”. Più in generale possiamo definire mindfulness come l’attitudine ad essere presenti a sé stessi o come “sapere quello che succede, quando succede, senza preferenze”, secondo Rob Nairn della britannica Mindfulness Association.
ABITARSI. LA PSICANTRIA DELLE EMOZIONI 21 va (cioè la capacità di osservare i propri processi cognitivi ed emozionali senza giudizio), la centralità dei valori personali e lo sviluppo di qualità interiori8. In concomitanza alla diffusione di questo nuovo paradigma culturale, entrambi abbiamo sentito la necessità di avvicinarci alla meditazione e alla mindfulness e le nostre esperienze personali9 di pratica meditativa in corsi, ritiri e letture sull’argomento, sono sicuramente state di ispirazione per scrivere alcune canzoni di Abitarsi.
Per chi non fosse venuto ancora a contatto con questi temi, diventati davvero centrali nell’ultimo periodo (e forse anche un po’ troppo di moda in certi casi…), possiamo ricordare che con il termine mindfulness (tradotto comunemente in italiano con “consapevolezza”) ci riferiamo ad una particolare attitudine e a una vasta serie di pratiche meditative derivanti dalla tradizione contemplativa buddista, che sono state introdotte nel mondo della medicina e della psicologia circa quarant’anni fa, inizial mente dal professore statunitense Jon Kabat-Zinn (1990), poi seguito da molti altri ricercatori, con la finalità di favorire il benessere psicologico e di curare diversi disturbi psichiatrici. Mindfulness corrisponde a sati, termine in lingua pali che si riferisce a un fattore mentale che può essere coltivato per rendere la mente più presente, lucida e in grado di entrare in contatto diretto e profondo con l’esperienza immediata.
Come psicoterapeuti ad orientamento cognitivo costruttivista abbiamo molto a cuore il tema della conoscenza di sé stessi e della curiosità nei confronti del funzionamento della propria mente. Non a caso tra gli strumenti che usiamo maggiormen te nel nostro lavoro clinico con i pazienti ci sono le schede di autosservazione (schede ABC), che aiutano la persona a notare il contesto, la comparsa di pensieri, emozioni, sensazioni fisiche, immagini mentali, all’interno di episodi problematici10.
La consapevolezza di sé, che viene favorita dalle pratiche della mindfulness, comprende l’attitudine ad apprezzare l’unicità del momento presente, il coltivare un atteggiamento gentile e non giudicante nei confronti della nostra esperienza interiore (piacevole o spiacevole che sia), il cercare di essere accoglienti verso noi stessi e allenarsi ad accettare l’impermanenza di ogni esperienza, riuscendo anche a “lasciare andare”.
Il primo passo nel lavoro con le emozioni è riconoscerle nel momento in cui affiorano. Il secondo è diventare un tutt’uno con l’emozione. È meglio non dire “Vattene, paura. Non mi piaci. Tu non sei me”. È molto più effica ce dire “Ciao paura. Come va oggi?”. Allora potrete invitare i due aspetti di voi, la consapevolezza e la paura a darsi un’amichevole stretta di mano e diventare una cosa sola. Può sembrare un’operazione pericolosa, ma poiché sapete di essere qualcosa di più della vostra paura, non c’è nulla da temere. Finché ci sarà la consapevolezza, sarà lei a tenere d’occhio la paura. Connesse all’attitudine mindful ci sono inoltre una serie di qualità interiori che, se coltivate, possono avere un effetto particolar mente salutare sul benessere psicologico e che abbiamo deciso di cantare come il coraggio, la gratitudine, la pazienza, la gentilezza verso se stessi e gli altri e la compassione (intesa come il desiderio di far cessare la sofferenza propria e degli altri).
La canzone che chiude il disco è Ehi Franco, anche questa una sorta di bonus track, perché già uscita come singolo alla fine del 2018 in occasione del quarantennale della Legge Basaglia del 1978, che ha decretato la chiusura dei manicomi in Italia. La figura del suo ideatore, lo psichiatra Franco Basaglia, si caratte rizza per il ruolo fondamentale nella rivoluzione culturale della psichiatria, che ha portato il riconoscimento dei diritti e della dignità dei malati psichici, considerati finalmente come persone e non come soggetti istituzionalizzati. Per l’occasione abbiamo realizzato un videoclip musicale11, girato dal regista Lillo Vene zia, in collaborazione con l’Associazione Rosa Bianca di Mode na, che si occupa dell’Inserimento Eterofamigliare Supportato di Adulti con disagio psichico (IESA). Lo IESA è uno strumento
a cura di G. Palmieri e C. Grassilli 22
Per capire meglio come l’attitudine meditativa o mindfulness possa aiutarci nel lavoro di gestione emotiva citiamo volentieri a riguardo un bellissimo passo del monaco vietnamita Thich Nhat Han, recentemente scomparso:
23 ABITARSI. LA PSICANTRIA DELLE EMOZIONI di cura e di accoglienza che contribuisce alla divulgazione di una differente visione della disabilità psichica, pensata più come risorsa per la comunità che come problema. Poco dopo la realizzazione del video, che ha avuto come partecipanti canori anche utenti ed operatori, gli amici di Rosa Bianca hanno iniziato un’attività di canto corale che viene raccontata dal collega Paolo Vistoli nell’ultimo capitolo del libro.
Desideriamo concludere questo nostro capitolo introduttivo con la poesia La locanda del poeta persiano Rumi12, che viene spesso letta nei percorsi di mindfulness e che rappresenta in modo effi cace a nostro avviso la metafora dell’abitarsi in un luogo fisico accogliente, che diventa spazio mentale e corporeo. La locanda L’essere umano è una locanda, ogni mattina arriva qualcuno di nuovo. Gioia, tristezza, squallore, rapidi e fuggevoli si presentano alla coscienza, visitatori inattesi.
Anche noi, come negli altri lavori di Psicantria, abbiamo cercato di integrare ed armonizzare in un unico spartito una coralità di voci, a partire dalle nostre due, fino a comprendere i contributi sonori di tutti i musicisti che hanno partecipato alla registra zione del disco e quelle di tutti i preziosi colleghi ed amici che hanno scritto i capitoli e che ringraziamo di cuore. Esprimiamo inoltre molta gratitudine per tutte le persone che hanno soste nuto il progetto Abitarsi, attraverso il crowdfunding che abbiamo utilizzato per la realizzazione del disco.
Accoglili di buon grado!
Anche se una folla di afflizioni irrompe impetuosa nella tua casa spazzando via ogni arredo, lo stesso, tratta ogni ospite con onore: potrebbe darsi che ti stia liberando in vista di nuovi piaceri.
Ai pensieri tetri, alla vergogna, alla malizia, vai incontro sulla porta ridendo,
a cura di G. Palmieri e C. Grassilli 24 e invitali a entrare. Sii grato per tutto quel che arriva, perché potrebbe essere una guida che ti è stata mandata da lontano. note 1. Eisenberg, 2004. 2. Pensa, Papachristou, 2018. 3. Rowland, Curry, 2019. 4. De Vivo, Lumera, 2020. 5. Goldstein, 2013. 6. Pensa, Papachristou, 2018. 7. Hillesum, 2014. 8. Hayes, 2004. 9. A Modena in questi anni è nato inoltre Dharma Shala (www.dharmashala.it), un centro per la pratica dello yoga e la meditazione che ha visto coinvolto lo psicantrico Palmieri come socio fondatore. 10. Bara, 1996. 11. www.youtube.com/watch?v=tbB9vcAR_c4. 12. Rumi, 1980. bibLiogrAfiA Bara B., Manuale di psicoterapia cognitiva, Bollati Boringhieri, Torino 1996. Candiani C., Questo immenso non sapere. Conversazioni con alberi, animali e il cuore umano, Einaudi, Torino 2021. de ViVo I, Lumera D., Biologia della gentilezza, Mondadori, Milano 2020. GoLdstein J., Mindfulness. Una guida pratica al risveglio. Ubaldini Editore, Roma 2013. Hayes S.C., Acceptance and commitment therapy, relational frame theory, and the third wave of behavioral and cognitive therapies, “Behavior Therapy”, 35, 4, pp. 639-665, 2004. HiLLesum H., Il bene quotidiano, San Paolo 2014. KaBat-Zinn J., Vivere momento per momento, TEA, Milano 2010. Pensa C., PaPaCHristou N., Affrettati piano. Il cammino inte riore e la meditazione di consapevolezza: una strada per la felicità, Ubaldini Editore, Roma 2018.
ABITARSI. LA PSICANTRIA DELLE EMOZIONI 25 rowLand L., sCott Curry O., A range of kindness activities boost happiness, in “ The Journal of Social Psychology”, 159:3, pp. 340-343, 2019. rumi J.D., Poesie mistiche, Biblioteca Universale Rizzoli, Milano 1980. tHiCH nHat HanH, La pace è ogni passo. La via della presenza mentale nella vita quotidiana, Ubaldini Editore, Roma 1993.
Cantare le emozioni per dirsi le emozioni. Un libro da leggere e ascoltare. Anche canticchiare grazie ai QR code presenti nei diversi capitoli. Un libro per chi professionalmente si prende cura degli altri imparando ad aver cura di se stessi.
Euro 22,00 (I.i.) ISBN 978-88-6153-893-1
Mentre i primi tre esploravano temi sociali, questo e le canzoni che lo accom pagnano, partendo da alcune emozioni primarie come la rabbia e la paura, indagano le emozioni secondarie che nascono dall’interazione sociale, come la vergogna e l’invidia, fino a raccontare sentimenti più complessi e nobili come la gratitudine, la gentilezza, il coraggio, la speranza e altri meno salutari come Riconoscerel’odio.
Cristian Grassilli è psicologo, psicoterapeuta, musicoterapeuta, cantautore. Psicologo borsista presso centro ADHD del Dipartimento di Salute Mentale dell’AUSL Bologna. Svolge attività libero professionale presso il Centro Tera pia Cognitiva Bologna, di cui è co-fondatore. È tra i vincitori del Musicultura Festival (edizione 2008) con il brano “Sotto i portici di Bologna”. Ha collabora to come autore all’ultimo disco di Francesco Guccini. Con la meridiana hanno pubblicato La Psicantria. Manuale di psicopatologia cantata (2011), La Psicantria della vita quotidiana (2014) e La neuropsican tria infantile (2017). Questo libro è il quarto del progetto ideato dagli autori che hanno unito la passione della musica alle loro professioni. Come i precedenti, la musica è lo strumento per svelare a se stessi e agli altri i mondi che ci abitano e abitiamo.
Gaspare Palmieri è psichiatra, psicoterapeuta, dottore di ricerca in psico biologia dell’uomo, istruttore di mindfulness e cantautore. Svolge attività clinica a Modena e Reggio Emilia. Ha pubblictao tre CD cantautorali e due saggi musicali. È stato finalista al Musicultura Festival (edizione 2009) con il brano “Mio fratello”. Ha collaborato come autore all’ultimo disco di France sco Guccini.
e dare un nome alle proprie emozioni, riuscire a descriverle nei correlati corporei, capirne la funzione all’interno delle relazioni umane, con l’obiettivo di imparare a regolarle internamente, rappresentano competenze fondamentali per il raggiungimento del benessere psicologico.
L’intento degli autori con questo lavoro è stato quello di scrivere canzoni originali che potessero contribuire a raccontare e spiegare le emozioni e i sentimenti, come segnali utili e importanti nella spinta all’azione e nelle inte razioni sociali. Brani che vogliono porre l’accento sul variegato mondo inte riore, per aiutarci anche a descrivere ciò che sentiamo, riuscendo a dare un nome ad esperienze emotive con l’aiuto della musica.