Chiara Cannito, laureata in Lettere moderne nel 1999, dal 2004 si occupa, per conto della cooperativa “Ulixes” di cui è vicepresidente, di educazione ambientale. Diverse le pubblicazioni all’attivo, collettanee a carattere storico-artistico e, in materia ambientale, due fiabe e un saggio sul “Terzo paesaggio”. Nel 2019 ha conseguito il titolo di guida ufficiale del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.
C. Cannito - M.B. Loiodice
GLI eco ecoVIAGGI VIAGGI DI GULLIVER Alla scoperta delle energie rinnovabili
GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER
Gli autori e l’illustratore di questo libro si sono dati un compito: legare insieme parole come avventura, scienza, tecnologia e sostenibilità. In breve educare il lettore all’ecosostenibilità. Sono riusciti a farlo usando un personaggio mitico e amatissimo nella storia della letteratura, Gulliver, gli hanno dato il volto di un noto divulgatore scientifico che si è prestato all’impresa, Massimo Temporelli, hanno riscritto in chiave ambientale i famosi viaggi narrati da Jonathan Swift per avvicinarci alla conoscenza e all’uso dell’energia solare, eolica, idroelettrica e a quella ricavata da biomassa. Quello che avete tra le mani è un esercizio di fantasia e immaginazione, la cui forza risiede soprattutto nel fatto che disegna un mondo che potrebbe essere reale se tutti avessimo a cuore le sorti del nostro pianeta: la Terra. Usare la scienza e la tecnologia, la creatività e l’immaginazione per costruire strumenti e dispositivi sempre più attenti all’ecosistema in cui viviamo è l’avventura fantastica che dobbiamo affrontare noi umani in questo XXI secolo. Non è una sfida fredda e fatta solo di logica e ingegneria ma è soprattutto una sfida appassionante, dove servirà empatia, umanità e visione che questo libro – con la storia prima e con le proposte di didattica esperienziale dopo – ci aiuterà a scoprire.
Chiara ChiaraCannito Cannito Marco MarcoB.B.Loiodice Loiodice
Marco Beniamino Loiodice, laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche nel 2020, lavora dal 2015 con la cooperativa sociale “Ulixes” curando i percorsi educativi a carattere scientifico e ambientale.
In In copertina e all’interno illustrazioni di Sal Modugno copertina e all’interno illustrazioni di Sal Modugno
Euro 14,50 (I.i.) Euro 14,50 (I.i.)
ISBN 978-88-6153-786-6 ISBN 978-88-6153-786-6
9 788861 537866 9 788861 537866
edizioni edizionilalameridiana meridiana p p a a r r t t e e nn z z e e
Chiara Cannito Marco B. Loiodice
GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER Alla scoperta delle energie rinnovabili
Prefazione di Massimo Temporelli
Indice
Prefazione di Massimo Temporelli..................... 7 Parte Prima La storia Gulliver Red ....................................................11 La terra di Lilliput ...........................................13 La terra di Brobdingnag ..................................23 L’isola di Laputa ..............................................33 La terra degli Houyhnhnm...............................39 Il ritorno a casa di Gulliver Red ......................47 Parte Seconda Schede didattiche L’energia solare..................................................51 L’energia eolica..................................................55 L’energia idroelettrica...................................... 60 L’energia da biomassa...................................... 64 Modellino di auto a energia solare......................69 Modello di mulino a vento.................................72 Modello di mulino ad acqua ..............................76 Come ottenere il compost.................................79 Bibliografia .......................................................83
Prefazione
Avete presente quel gioco in cui qualcuno vi dà un elenco di parole a caso, lontane tra loro, e voi dovete provare a costruire con esse una storia sensata? No? Provatelo! È un gioco bellissimo! Chiara Cannito e Marco Loiodice, i due autori di questo libro, sono bravissimi a giocare a questo gioco, riescono a cucire insieme una storia bellissima con parole che spesso la gente pensa lontane tra loro. Hanno una grande immaginazione e una spiccata sensibilità, per questo mi piace leggerli e farli leggere alle mie due figlie. Questa volta il loro compito era difficilissimo: legare insieme parole come avventura, scienza, tecnologia e sostenibilità. Sono riusciti a farlo usando un personaggio mitico e amatissimo nella storia della letteratura, Gulliver, e soprattutto grazie alle spettacolari illustrazioni di Sal Modugno. Quello che tenete in mano è dunque un esercizio di fantasia e immaginazione, ma permettetemi di dire che la sua forza risiede soprattutto nel fatto che disegna un mondo che potrebbe essere reale se tutti avessimo a cuore le sorti del nostro pianeta, la Terra. Usare la scienza e la tecnologia, la creatività e l’immaginazione per costruire strumenti e dispositivi sempre più attenti all’ecosistema in cui viviamo è l’avventura fantastica che dobbiamo affrontare noi umani in questo XXI secolo. Non è una sfida fredda e fatta solo di logica e ingegneria ma è soprattutto una sfida appassionante, dove servirà empatia, umanità e visione che questo libro – con la storia prima e con le proposte di didattica esperienziale dopo – vi aiuterà a scoprire. Buona lettura e buona avventura! Massimo Temporelli Fisico e divulgatore scientifico
GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER
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Parte La storia Prima
Gulliver Red
C’era una volta, una volta non molto lontana nel tempo, una volta che forse vive ancora nelle vostre letture o nei vostri ricordi, cari ragazzi, un giovane curioso e intelligente, spiritoso ed educato, di nome Gulliver Red, che viveva in un paese non molto lontano da qui ma neanche troppo vicino. Il nome Gulliver Red gli era stato dato dal papà alla nascita, dopo un travaglio molto complicato. La mamma, purtroppo, non ce l’aveva fatta e li aveva lasciati soli. Red indicava il colore dei suoi capelli ma gli ricordava anche quelli della donna amata. Crescendo, il piccolo Gulliver – che spesso veniva lasciato solo poiché il papà doveva pur lavorare – aveva scelto come passatempo quello di smontare i giocattoli che gli venivano regalati. Era molto, molto curioso e voleva capire a tutti i costi il funzionamento dei marchingegni. Ma, fatto straordinario, dopo averne colto i segreti e svelati i misteri, lui… era in grado di ricomporli e renderli di nuovo funzionanti (anche meglio, potremmo dire, in tutta sincerità). E così, pezzo dopo pezzo, anno dopo anno, era diventato già a 6 anni esperto riparatore di qualsiasi tipo di oggetto. Assai orgoglioso, il padre un giorno gli disse: “Bravo Gulliver Red. Da oggi in poi per tutti coloro che ti amano a partire da me, red non significherà più solo ‘rosso’ ma anche ‘red-uce’, poiché tu riutilizzi tutto con saggezza e parsimonia. Così facendo riduci il consumo di risorse prime e di energia che la terra ci regala”. E quel giorno gli fece anche dono di un quadretto che gli chiese di sistemare di fronte al suo letto. Era in legno e il padre ci aveva inciso una scritta: “HOMO EST FABER FORTUNAE SUAE”. Il piccolo Gulliver chiese al papà cosa significasse. Ma il papà ribatté: “Tienila sempre a mente, falla risuonare nella tua testa. Arriverà il momento in cui ne capirai il senso profondo da solo, perché la vita, non io te l’avrà insegnato”. Il piccolo Gulliver ne fu assai contento e, arrivato alla maggiore età, decise di intraprendere un giro intorno al mondo per studiare come altri popoli producessero energia e utilizzassero le risorse per le attività quotidiane, dall’agricoltura all’industria, dalla mobilità al riscaldamento domestico. “E quando tornerò – disse fiero al papà – aiuterò anche i nostri concittadini a usare meglio le risorse che Madre Terra ci regala”. E fu così che Gulliver s’imbarcò sulla nave Levriero e iniziò il suo viaggio verso i Mari del Sud. Dopo mesi di navigazione, una tempesta si abbatté un giorno sull’imbarcazione. Solo il prode Gulliver, che era un eccellente nuotatore, sopravvisse e, dopo aver nuotato a lungo, raggiunse la riva.
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Al suo risveglio, grande fu la sorpresa. Il suo corpo, dalla cima dei capelli alla punta dei piedi, era tenuto fermo da numerosi legacci.
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La terra di Lilliput
Camminò a lungo il nostro Gulliver ma non incontrò nessuno. E così, stanco e anche un po’ scoraggiato, si abbandonò al sonno. Al suo risveglio, grande fu la sorpresa. Il suo corpo, dalla cima dei capelli alla punta dei piedi, era tenuto fermo da numerosi legacci. Era in posizione supina, il sole lo accecava e dunque non riusciva a vedere nulla intorno a sé. Riuscì solo a sentire che qualcosa risaliva lungo le sue cosce. L’animaletto – o cosa fosse – arrivò velocemente al bacino, risalì l’addome, il torace e si fermò proprio sotto il suo mento. Socchiudendo gli occhi, Gulliver riuscì a mettere a fuoco: era un esserino alto non più di 12 centimetri, con una faretra in mano, che in tono minaccioso pronunciava parole incomprensibili alla volta di altri minuscoli ometti come lui che risalivano lungo il corpo immobilizzato del nostro eroe.
Con uno strattone Gulliver riuscì a rompere i legacci e a liberare almeno il braccio sinistro e metà della parte superiore del corpo rovesciando a terra tutti gli ometti che erano su di lui. Gli altri si allontanarono spaventati. Ma dopo alcune ore ricomparvero in massa e rivolsero all’ospite parole strane, con tono a volte minaccioso, a volte amichevole. Il povero Gulliver li guardava stupito: sapeva solo di essere molto affamato. E così, a gesti, riuscì GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER
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a comunicare che il suo stomaco brontolava e che voleva mangiare. Gli esserini lo compresero e, prese numerose scale, le appoggiarono al suo corpo e cominciarono a salire fino a raggiungere la sua bocca e riversarci dentro ceste e ceste piene di verdure, pane, carne e frutta che saziarono Gulliver. Dallo scambio di battute indecifrabili degli uni verso l’altro, fu chiaro che lui voleva rispettare le regole dell’ospitalità pur avendo perso la sua libertà; dal canto loro gli ometti fecero intendere che lo rispettavano ma che erano intenzionati a tenerlo prigioniero e a condurlo in una sorta di galera. “In sostanza – pensò Gulliver tra sé e sé, in bilico tra sorpresa e turbamento – io sono un gigante e loro dei nani. Posso decidere di ucciderli tutti in un solo colpo o tentare di conquistare la loro fiducia e scoprire chi sono, come vivono e, soprattutto, come utilizzano le risorse della terra.” Che in effetti, era, se ricordate, il motivo per cui si era messo in viaggio. E mentre pensava queste cose, cadde in un sonno profondo. Al suo risveglio scoprì che i nanetti gli avevano servito del vino con un sonnifero per trasportarlo, a bordo di un enorme carro mosso da tante ruote, in un grande spazio aperto antistante le mura della città. “E bravi i nanetti – pensò Gulliver – sono dei valenti meccanici.” Alzò lo sguardo e vide una targa, delle dimensioni di un cerotto, che sovrastava la porta d’ingresso della città e riportava la scritta LILLIPUT. “Dunque è questo il nome della città – pensò – e questi sono Lillipuziani.” Gettando uno sguardo sulle loro casette notò che erano ricoperte di lastrine luccicanti, delle dimensioni di un pezzo di cioccolata. Ne rimase incuriosito ma non poteva chiedere loro cosa fossero perché ancora non riusciva a farsi capire. Notò che roteavano man mano che il sole si spostava e che avevano un’inclinazione assai precisa: 45 gradi. “E bravi i nanetti – pensò Gulliver – sono dei valenti matematici.” Passarono i giorni e le settimane. Gulliver imparava la lingua del popolo minuto, si faceva sempre più apprezzare per la sua generosità e si sforzava di comprendere le loro usanze. I Lillipuziani, a loro volta, si impegnavano a divertirlo con danze e musiche, a saziarlo con ogni prelibatezza e a riverirlo con doni preziosi. Gli avevano mostrato il simbolo del loro regno: il Sole. Gulliver pensò che fossero davvero fighi questi nanetti a scegliere la stella del sistema solare come loro simbolo, quello che consente la vita, che riscalda e dà luce. Non sapeva bene, non ancora, cosa fosse in realtà il Sole per loro. Aveva fatto amicizia con il re e la regina – che lui aveva rinominato Nano King e Nana Queen – e con quello che si occupava degli affari di Stato, il Gran Cancelliere di Corte, da lui soprannominato Nano Leader per il suo carisma e la capacità di risolvere i problemi. In sostanza la loro forma di governo era una monarchia costituzionale: re e regina partecipavano alle assemblee con tutto il popolo e le decisioni importanti erano prese di comune accordo. Quando proprio su di una questione non si riusciva a trovare la quadra, i lillipuziani ricorrevano al metodo del più “resistente”. In sostanza, parlavano per ore e ore fino a notte fonda e a volte anche per più giorni. La ragione veniva data alla fazione il cui rappresentante riusciva a stare sveglio più a lungo. “Se non si cede al sonno di fronte ad una discussione – diceva il re – allora vuol dire che si tiene veramente a cuore quella questione, la si difenderà a spada tratta, ogni fibra del cervello sarà concentrata a pensarla e ripensarla ogni attimo; e allora, solo allora, avremo la prova che coloro che la difendono a parole sapranno difenderla anche con i fatti.” “E bravi i nanetti – pensava Gullliver – sono anche dei valenti politici.” Allo chef e al sarto di corte che si occupavano rispettivamente di nutrirlo e di vestirlo – non con poca 14
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fatica, per la verità – aveva riservato altri nomignoli: Nano Porridge, perché aveva imparato a fare questo piatto meglio degli inglesi e Nano in Frack, poiché dai disegni di Gulliver aveva imparato a creare questo tipo di abito per i nanetti. Il suo maestro era Nano Scrivano, che gli impartiva le lezioni di lingua lillipuziana. Ma attendeva il momento di conoscere e interloquire con lo scienziato di corte, che lui subito identificò in Nano Leonardo, sempre impegnato a fare nuove scoperte e nuove invenzioni, appunto.
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Di tutte le stranezze più strane, una in particolare divertiva tanto Gulliver: i nani temevano il vento e il mare. Eh sì, cari lettori, il vento spaventava i nani perché se li portava via e il mare li atterriva perché anche un semplice merluzzo agli occhi di un nano era uno squalo. Quando c’era tempesta si rifugiavano nelle loro casette e non c’era verso di farli uscire. Gulliver li aveva persuasi a fidarsi di lui e, a turno, nei giorni ventosi, se li portava nel taschino del suo gilet. Che gioia vedere i nanetti che si godevano l’ebbrezza della brezza – e scusate il gioco di parole – tra i capelli e sul volto e il profumo del mare nelle narici mentre afferravano saldamente, in preda ad un’adrenalina mai provata, il buon Gulliver che passeggiava tra le onde.
Fu così che un giorno – doveva essere giunto il momento in cui i Lillipuziani volevano rendere alla Montagna Umana (come lo chiamavano), il loro grazie per la sua generosità – gli regalarono uno di quei biscottini lucidi che sovrastava le loro case. Gulliver Red lo guardò, lo girò e rigirò e lo portò alla bocca con l’intento di morderlo. Grande fu il terrore dei Lillipuziani che cominciarono a gridare e a inveire. Gulliver si fermò, rimise il biscottino grigio in mano e riuscì a chiedere nella loro lingua “Cos’è questo? A cosa serve?”. Il re convocò Nano Leonardo e si fece portare una lavagna. Fu proprio Nano Leonardo che spiegò nella sua lingua – che qui traduciamo – cosa fosse e a cosa servisse quell’oggetto, servendosi di illustrazioni. GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER
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“Questo è un pannello fotovoltaico. Noi usiamo la nostra risorsa più preziosa La radiazione solare può essere utilizzata per realizzarlo, il silicio. I pannelli catturano per produrre calore ma anche elettricila luce del sole nei 365 giorni dell’anno tà in maniera del tutto pulita. I pannelli lillipuziano. Il Sole gira attorno alla Terra – detti moduli – fotovoltaici, consentono e ci regala luce e calore. Per catturare al di trasformare l’energia del sole in enermassimo i raggi, i pannelli roteano seguendo gia elettrica. Per chiarire come si usa la rotazione del Sole attorno alla Terra. Poi l’energia solare e come si trasforma in con questi marchingegni chiamati converter, elettrica vai alla scheda n. 1 in Appendice. noi trasformiamo la luce solare in energia elettrica e la usiamo per tutte le attività nelle nostre case.” Gulliver aveva ascoltato con attenzione. Provò solo a spiegare con il garbo che lo caratterizzava – immaginando bene che la sua dichiarazione li avrebbe sconvolti – che erano rimasti indietro col sistema tolemaico, che Copernico aveva scoperto che era la Terra a girare attorno al Sole e non viceversa. I Lillipuziani in effetti emisero un grande “Ohhhhhhhhhhhhhh”, misto di sorpresa e delusione, ma dopo si posero in ascolto di Gulliver che usò la stessa lavagna per spiegare le scoperte di Galileo e Newton. Poi fu lo stesso Gulliver a elogiare quei nanetti e a chiedere incuriosito come conoscessero l’energia elettrica, come funzionasse il converter e, soprattutto, da dove venisse questo silicio che loro veneravano al pari dell’oro e dei diamanti di sua Maestà la regina d’Inghilterra. “E bravi i nanetti – pensò Gulliver – sono pure dei valenti inventori.” I piccoli uomini mostrarono una serie di minerali che sbrilluccicavano. “Il silicio non si trova in natura – spiegò Nano Leonardo all’ospite – ma appare come ossido nell’ametista, nell’agata, nel quarzo, nelle rocce cristalline, nella selce, nell’opale, oppure sotto forma si silicati nel granito, nel feldspato e nell’argilla.” Gulliver – che, ricordiamolo, era un piccolo genio e neanche tanto incompreso – chiese di poter avere un pezzo di silicio insieme ad alcuni attrezzi e di poter stare solo con Nano Leonardo. Tutti obbedirono e si allontanarono, rosi dalla curiosità di sapere cosa avrebbero fatto. Dopo alcune ore videro ricomparire Gulliver che portava in una mano l’amico nanetto e in un’altra una specie di camioncino su cui erano montati quei biscottini. Nel camioncino potevano andare tranquillamente cento nanetti e tanta, tanta roba da mangiare o altro che servisse alla vita quotidiana. Quel camioncino usava l’energia solare, la trasformava in elettrica grazie ad un converter e metteva in funzione un mezzo di trasporto straordinario per gli amici nanetti. Il camioncino fu un regalo che, insieme a Nano Leonardo, Gulliver fece ai suoi amici per aiutarli e agevolare gli spostamenti di merci e persone. Gulliver, poi, se ne costruì un altro da portare con sé sempre, a ricordo di quell’avventura “solare”. “Grazie” dissero i nanetti. “Grazie al vostro silicio – disse Gulliver – con cui si possono fare tante cose.” 18
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E poi pensò tra sé e sé: “Noi abbiamo usato le candele, poi il carbone e adesso il petrolio per produrre luce, calore ed energia. Questi ometti hanno fatto scoperte eccezionali senza aver conosciuto o letto gli studi di Benjamin Franklin e Michael Faraday sui fulmini, di Alessandro Volta inventore della pila, di André-Marie Ampère e Charles Augustin de Coulomb sull’intensità elettrica, di Thomas Alva Edison costruttore della lampadina”. Peccato che i Lillipuziani non siano passati alla storia. Lontani dal resto del mondo, le loro scoperte sono rimaste chiuse in quell’isoletta sconosciuta. Ma torniamo al nostro racconto e vediamo cosa successe al buon Gulliver Red. Aver imparato dagli abitanti di Lilliput come usare l’energia solare lo aveva già soddisfatto abbastanza quindi desiderava rimettersi in viaggio senza però apparire ingrato o maleducato. L’occasione, anzi le occasioni propizie giunsero subito. Lilliput era da secoli in lotta con Blefescu. I due reami litigavano su una questione tanto stupida quanto banale ovvero sul punto in cui rompere le uova alla coque, se nel punto più stretto o in quello più largo. Dopo una breve lotta i Lillipuziani sconfissero la flotta nemica grazie all’intervento di Gulliver che, però, non volle far prigionieri i nemici vinti. Grande fu la soddisfazione di entrambi i popoli. Ma accadde un altro episodio ancora più sconcertante. Scoppiò un incendio nel palazzo reale e Gulliver riuscì a domarlo portando acqua direttamente dal mare riempiendo due grosse navi e usandole come secchi. Fu per questo che i due popoli, magicamente riappacificati sotto l’ala del buon ospite straniero, costruirono per lui una nave; e fu così che il giovane poté riprendere il viaggio. Dopo mesi e mesi di navigazione, Gulliver giunse in un’altra terra.
GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER
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Parte Schede Seconda didattiche
SCHEDA N.
1
L’ENERGIA SOLARE: DEFINIZIONI
1. Che cos’è l’energia solare? È l’energia prodotta dai raggi del Sole.
Ricordate ragazzi cosa mi hanno insegnato i nanetti di Lilliput? Bene conosciamo da vicino l’energia solare e l’effetto fotovoltaico.
2. Come è possibile utilizzarla? • I raggi del sole vengono catturati e trasformati in calore grazie ai collettori solari termici (dal greco thermos = calore). Questo calore può essere usato direttamente per riscaldare l’acqua dello scaldabagno grazie ad alcuni collettori che vengono posizionati sulle pareti o sui tetti. • I raggi del sole vengono catturati e trasformati in energia elettrica, grazie ai pannelli fotovoltaici (dal greco photos = luce). Questo può avvenire grazie alla presenza di converter che sono in grado di trasformare l’energia. 3. Chi ha scoperto l’effetto fotovoltaico? Fu lo studioso francese Alexandre-Edmond Becquerel nel 1839 a individuare la capacità di alcuni materiali di trasformare la luce (radiazione elettromagnetica) incidente su particolari materiali metallici in energia. Successivamente Albert Einstein spiegò e teorizzò l’effetto fotoelettrico nel 1905. Proprio dall’effetto fotoelettrico deriva l’effetto fotovoltaico. 4. Quali sono i vantaggi dell’energia solare? • Il Sole è una fonte energetica gratuita e non inquinante. • I pannelli sono strutture facili da installare e hanno bisogno di poca manutenzione. • I pannelli non arrecano alcun disturbo né visivo né sonoro. • L’energia del Sole è inesauribile perché il Sole rimarrà in vita altri 5 miliardi di anni prima di spegnarsi. 5. Quali sono gli svantaggi dell’energia solare? • La produzione di energia elettrica dipende dalla presenza di Sole; se il Sole c’è, c’è l’energia, se il Sole non c’è non c’è energia e quindi è discontinua. • Per far funzionare grandi centrali solari è necessario posizionare i pannelli su aree estese, pianeggianti e molto assolate. • Per fabbricare i pannelli è utilizzata molta energia e serve un materiale raro che è il silicio.
GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER
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L’ENERGIA SOLARE
ESERCIZI
Barra la risposta corretta 1. Di notte non è possibile produrre energia solare Vero, perché non c’è più il Sole Falso, perché la Luna prende il posto del Sole Falso perché possono essere usate lampade che imitano i raggi del Sole 2. La parola “fotovoltaico”, contiene “foto” che significa? Luce Calore Abbreviazione di “fotografia” 3. Per produrre acqua calda che tipo di pannelli servono? Pannelli fotovoltaici Pannelli solari termici (detti collettori termici) Pannelli fotovoltaici e solari termici 4. Si può costruire una centrale solare Ovunque sulla Terra basta che ci sia sole Dove ci sia un terreno pianeggiante, tanto spazio e area assolata Sul mare 5. Il Sole è: Un pianeta Una stella Un satellite 6. Rispondi Vero o Falso in relazione all’energia solare Vero Produce gas serra Non provoca rumori né odori strani È rinnovabile Molto presto finirà perché il Sole morirà Richiede tanto spazio per i pannelli
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Falso
SOLUZIONI
1. Di notte non è possibile produrre energia solare Vero, perché non c’è più il Sole Falso, perché la Luna prende il posto del Sole Falso perché possono essere usate lampade che imitano i raggi del Sole 2. La parola “fotovoltaico”, contiene “foto” che significa? Luce Calore Abbreviazione di “fotografia” 3. Per produrre acqua calda che tipo di pannelli servono? Pannelli fotovoltaici Pannelli solari termici (detti collettori termici) Pannelli fotovoltaici e solari termici 4. Si può costruire una centrale solare Ovunque sulla Terra basta che ci sia sole Dove ci sia un terreno pianeggiante, tanto spazio e area assolata Sul mare 5. Il Sole è: Un pianeta Una stella Un satellite 6. Rispondi Vero o Falso in relazione all’energia solare Vero Produce gas serra
X
Non provoca rumori né odori strani
X
È rinnovabile
X
Molto presto finirà perché il Sole morirà Richiede tanto spazio per i pannelli
Falso
X X
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Prova ad abbinare i diversi elementi della centrale solare ai numeri TRASFORMATORE
RETE ELETTRICA
PANNELLI FOTOVOLTAICI
RAGGI SOLARI
INVERTER
Soluzioni: 1. raggi solari, 2. pannelli fotovoltaici, 3. inverter, 4. trasformatore, 5. rete elettrica 54
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MODELLINO DI AUTO A ENERGIA SOLARE Cosa serve • un pannellino solare di max 10x10 cm (lo si può comprare nei negozi di giocattoli per ragazzi o in rete) • colla a caldo • righello • forbici o taglierino • cartone da riuso (noi abbiamo usato trasportini per i caffè in cartone) • 4 stecchette di legno (es. quelle del gelato) • 1 cannuccia • 1 stuzzicadenti lungo da spiedino Passo dopo passo 1) Prendi due trasportini da caffè (Figura 1) e realizza la struttura dell’automobile attraverso due rettangoli di base 12 cm e altezza 18 cm sagomando l’alloggio della ruota anteriore secondo le dimensioni 3 cm di larghezza e 6 cm di profondità (Figura 2).
1
2
2) Irrigidisci la struttura inserendo le bacchette di legno tra i due rettangoli di cartone prima di incollarli, lasciando l’alloggiamento per la dinamo sul braccio di sinistra (Figura 3).
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3) Incolla i due fogli di cartone con la colla a caldo (Figura 4).
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GLI ecoVIAGGI DI GULLIVER
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4) Sul braccio di sinistra incolla la dinamo, facendo attenzione a posizionare il rotore della dinamo quanto più possibile al centro dell’alloggiamento delle ruote (Figure 5 e 6).
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5) Costruisci adesso le ruote ritagliando otto cerchi di diametro da 5 cm (Figura 7) incollando due dischetti per le due ruote posteriori (Figura 8) e tre per quella anteriore (Figure 9, 10, 11 e 12) lasciandoti un dischetto come scorta.
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6) Incolla la cannuccia nella parte posteriore dell’auto (Figura 13) e infila nel tubolare della cannuccia lo stuzzicadenti alle cui estremità incollerai le ruote avendo prima ritagliato lo stesso stuzzicadenti in base alla necessità (Figura 14).
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7) Adesso che l’auto è completa di ruote sulla parte compresa tra le due ruote posteriori (Figura 15) incolla con la colla a caldo il pannello solare e collega i cavi alla dinamo (Figura 16).
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8) Metti l’auto sotto i raggi solari (o sotto una lampada ad incandescenza se è nuvoloso) e questa camminerà da sola (Figura 17).
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Gli autori e l’illustratore di questo libro si sono dati un compito: legare insieme parole come avventura, scienza, tecnologia e sostenibilità. In breve educare il lettore all’ecosostenibilità. Sono riusciti a farlo usando un personaggio mitico e amatissimo nella storia della letteratura, Gulliver, gli hanno dato il volto di un noto divulgatore scientifico che si è prestato all’impresa, Massimo Temporelli, hanno riscritto in chiave ambientale i famosi viaggi narrati da Jonathan Swift per avvicinarci alla conoscenza e all’uso dell’energia solare, eolica, idroelettrica e a quella ricavata da biomassa. Quello che avete tra le mani è un esercizio di fantasia e immaginazione, la cui forza risiede soprattutto nel fatto che disegna un mondo che potrebbe essere reale se tutti avessimo a cuore le sorti del nostro pianeta: la Terra. Usare la scienza e la tecnologia, la creatività e l’immaginazione per costruire strumenti e dispositivi sempre più attenti all’ecosistema in cui viviamo è l’avventura fantastica che dobbiamo affrontare noi umani in questo XXI secolo. Non è una sfida fredda e fatta solo di logica e ingegneria ma è soprattutto una sfida appassionante, dove servirà empatia, umanità e visione che questo libro – con la storia prima e con le proposte di didattica esperienziale dopo – ci aiuterà a scoprire.
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Marco Beniamino Loiodice, laureato in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche nel 2020, lavora dal 2015 con la cooperativa sociale “Ulixes” curando i percorsi educativi a carattere scientifico e ambientale.
In In copertina e all’interno illustrazioni di Sal Modugno copertina e all’interno illustrazioni di Sal Modugno
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