ISBN ISBN978-88-6153-711-8 978-88-6153-865-8
www.lameridiana.it
EuroEuro 15,00 (I.i.)(I.i.) 15,50 788861 537118 538658 9 9788861
cover_pace_insieme_Paganelli_PRINT.indd 1
Giuseppe Daconto
a cura di Rinaldo Paganelli
PENSIERI SOSTENIBILI AI PIEDI DI UN BAOBAB
far accadere.
IMMAGINA, PUOI!
nazzo vivesacerdote a Roma. Laureato Rinaldo(Bari), Paganelli, dehoniano, do-in Economia all’Università MoroSalesiana, di Bari e cente presso l’Università Aldo Pontificia alla Federico di Roma 3, si Catechistico dedica anche membro dellaCaffè consulta dell’Ufficio allo scoutismo cattolico e al volontariato Nazionale. politico, tra la Puglia e Roma. Attualmente Enza Annunziata, membro dell’Istituzione Te- è economista presso Fondosviluppo, il fondo resiana (associazione di fedeli laici), medico onmutualistico di Confcooperative, all’interno cologo presso l’Ospedale Cristo Re di Roma. Ha del Centro Studi. Si occupa principalmente di lavorato in Perù sul Rio Napo nella selva Amazeconomia cooperativa, sviluppo e politiche zonica.coesione. Nel 2018, l’amore lo porta della Giancarla religiosa delle Suore Maealcuni mesiBarbon, in Senegal: da questa esperienza stre di Santa Dorotea, laureata in catechetica e nasce il libro. membro della consulta dell’Ufficio Catechistico Nazionale. Gregorio Bibik, è parroco a Follonica e membro del Tribunale ecclesiastico di Firenze. Maria Teresa Camporese, collabora nell’accompagnamento degli adulti e per la formazione dei catechisti della diocesi di Padova. Vincenzo Giorgio, è laureato in lingue e culture del Medio Oriente, ebraico e arabo, è stato docente di religione. È responsabile dell’apostolato biblico della diocesi di Treviso. Vito Sardaro, parroco a Trinitapoli, è direttore dell’ufficio catechistico della diocesi Barletta-Trani-Bisceglie. Francesco Vanotti, laureato in catechetica, è direttore dell’ufficio catechistico della diocesi di Como, ed è direttore regionale degli uffici catechistici della Lombardia.
edizioni la meridiana
Giuseppe Daconto, originario di Giovi-
Non si tratta di un taccuino di viaggio, di un regiornalistico, di un romanzato Pensareportage modi nuovi di dire la fede nonracconto è semplice. Come nondi incontri. è un saggio di politicadopo o dilaeconomia fu semplice per laNon prima comunità cristiana morte e sull’Africa, sulla cultura, cristiana né un libro sullodalla sviRisurrezione di Gesù. Masua la comunità animata luppo sostenibile. Ma è un po’ questo. presenza del Risorto e accompagnata dallotutto Spirito Santo Queste non si pagine sono un melting pot di emozioni e riflessioni è mai fermata. che l’autore fa scoprendo che inun’ quel pezzo di per mondo, L’esperienza della pandemia costituisce opportunità imrappresentato nelle cartoline dai un baobab, comeche nelparnomaginare una pastorale nuova e diversa, annuncio stro, come incammini tutti i sudverso dellauna terra, ancora tanto da ta dal basso: attivare fedec’è adulta, riscoprire la vita come dono, da guidare la ricerca unamigliorare. fede sempre nuova fare, tanto costruire, tantodida e rinnovata nell’ e sperienza del quotidiano. In filigrana il libro contiene considerazioni che essenRivisitare la proposta Kerigmatica dal torpore zialmente riguardano noi significa europei,uscire racchiuse in una della nostalgia, sviluppare nelle comunità il bisogno ridomanda provocatoria: non è che ci stiamodella “africacerca. nizzando”? Immagina, di lettura per guardare oltrestrini liSe èpuoi veroè un chetentativo quei luoghi pongono domande miti, per restituire i fondamenti del credere, per aiutare a “ritorgenti sul futuro, proprio dal confronto tra noi e loro, nare a casa” rivisitando Parola, per nemmeno riattivare l’immaginazioSenegal e Italia, la sicuramente troppo lontani ne. Attraverso la porta della Bibbia, guidati quarto e pur sempre dello stesso pianeta,dal sorge uncapitolo dubbio: del Libro dell’ A pocalisse, alla ricerca di una visione concreta verso dove stiamo andando? guidataEd dai ecco sensi (ascoltare, toccare, vedere, parlare), il testo che guardare e raccontare un pezzetto propone spunti di riflessione e interventi elaborati dall’équipe dell’Africa, il Senegal, può servire a parametrare medi lavoro, per accompagnare gruppi diocesani, vicariali o parglio il nostro futuro, come umanità, senza distinziorocchiali, consigli pastorali a “immaginare” un modo nuovo di ni di sorta, da alcune immagini forti come essere presenti alle partendo persone nella loro diversità e complessità “chiavistelli metaforici” per entrare in questa porzione (famiglie, anziani, giovani, persone sole, ecc.). di continente e rapportarla al nostro. È importante rinnovarci per poter rinnovare, immaginare per
GIUSEPPE DACONTO
a cura di Rinaldo Paganelli
P ENSIERI IMMAGINA, SOSTENIBILI PUOI! “UNA APERTA NEL CIELO”DI AIPORTAPIEDI UN BAOBAB
edizioni la meridiana
12/11/21 18:26
a cura di Rinaldo Paganelli
I mmagina , puoi! “Una porta aperta nel cielo”
edizioni la meridiana
pace_insieme_Paganelli.indd 3
12/11/21 11:25
Indice
Immagina, puoi! di Rinaldo Paganelli 7 Note metodologiche di Maria Teresa Camporese 11 Parte Prima – Prospettive nel cambiamento Provare a immaginare. Per un annuncio vivo di Rinaldo Paganelli 15 “Una porta aperta nel cielo” (Ap 4,1). Le quattro guide nel tempo del cambiamento di Vincenzo Giorgio 23 Parte Seconda – Passi per la novità del Vangelo La bellezza dell’ascoltare. “Una voce diceva” (Ap 4,1) di Maria Teresa Camporese ed Enza Annunziata 41 Toccare con mano il centro della fede. “Salì quassù” (Ap 4,1) di Vincenzo Giorgio e Vito Sardaro 53 Guardare verso il futuro. “Poi vidi” (Ap 4,2) di Francesco Vanotti e Gregorio Bibik 67 Parlare, comunicare e proporre. “Non cessano di ripetere” (Ap 4,8) di Giancarla Barbon e Rinaldo Paganelli 83 Parte Terza – Suggerimenti per un gruppo formativo Per rinnovare l’ascolto 95 Dare tempo e tempi all’ascolto: da umano ascolta l’umano, lì, Cristo ti precede! 98 Per abilitarci a toccare 101 Lasciarsi toccare dalla buona notizia del Vangelo che risuona nella vita delle persone 103 Per vedere in profondità 105 Uno sguardo trasformato per contemplare la bellezza nascosta 107
pace_insieme_Paganelli.indd 5
12/11/21 11:25
Per comunicare l’Inedito La verità è sinfonica e la formazione è collaborativa
109 111
Conclusioni – Rapsodie asolane
113
Bibliografia 125
pace_insieme_Paganelli.indd 6
12/11/21 11:25
Immagina,
puoi di Rinaldo Paganelli
Apriamo questo strumento con un titolo evocativo, che svela l’intento di consegnare alle équipe dei catechisti e ai consigli pastorali elementi per dare vita a nuove attenzioni nel fare annuncio. Credo sia percepibile lo spaesamento che porta in dote la fatica di ripartire dopo la pandemia. Ma la vita non si può fermare e da qui la fatica di dover ridisegnare un quotidiano. Ci stiamo rendendo conto che pensare modi nuovi di dire la fede non sia semplice. Come non fu semplice per la prima comunità cristiana dopo la morte e Risurrezione di Gesù. Ma la comunità cristiana animata dalla presenza del Risorto e accompagnata dallo Spirito Santo non si è mai fermata. Il vissuto della gente dice che c’è nostalgia di riti che diano sicurezza, di un bisogno di verità che orienti, percezione di un Dio che va riscoperto. Se così stanno le cose c’è bisogno di un annuncio che parta dal basso: attivare cammini verso una fede adulta, riscoprire la vita come dono, orientare verso il trascendente, aiutare a cogliere una dimensione mistica della vita. È quello che mi ha raccontato tempo fa una dottoressa, lei ha scoperto nell’incontro con i più feriti dalla vita che poteva nuovamente ricevere, da loro, l’annuncio dell’amore di Dio e poi provare a ridire la fede nella Sua presenza viva in mezzo a noi. Ieri un lungo turno di lavoro, un turno strano, al mattino ai vaccini e il pomeriggio in reparto. È stato un turno in cui ho toccato con mano la fragilità più grande e la forza dell’incarnazione come presenza di Dio che pone la sua dimora nella carne dei figli che i benpensanti, e forse anche noi, consideriamo inutili perché cerebrolesi o schizofrenici o autistici. Ai vaccini c’erano tutte queste creature. Tante volte mi era capitato di incontrarmi con 7
pace_insieme_Paganelli.indd 7
12/11/21 11:25
queste persone, ma mai tutte insieme. Ad un tratto mi sono chiesta: Signore, perché, perché tutto questo dolore, perché tutta questa impotenza. Come annunciarti Padre buono, come scoprirti risorto e vivo, come riconoscerti pastore buono e bello?
Papa Francesco ribadisce che la nostra evangelizzazione deve proclamare con la massima chiarezza l’essenza della nostra fede. Il Vangelo invita prima di tutto a rispondere al Dio che ci ama e che ci salva, riconoscendolo negli altri e uscendo da se stessi per cercare il bene di tutti. Quest’invito non va oscurato in nessuna circostanza! (EG n. 39).
Non dobbiamo permettere alle sfumature e alle sottigliezze della nostra teologia morale, per quanto buone esse siano, di oscurare il messaggio fondamentale: Dio ci ama! Esiste una gerarchia della verità. La verità secondaria non deve oscurare il messaggio centrale. Nei social media, con la loro trasmissione istantanea di slogan semplificati e di frasi ad effetto, le sfumature si perdono. La focalizzazione inequivocabile sull’amore e la misericordia sconfinati di Dio spaventa alcuni perché potrebbe essere fraintesa. Chi desidera la sicurezza non ama la “perplessità”. Sì, potremmo essere fraintesi, ma è accaduto anche a Gesù. “I farisei e gli scribi mormoravano: ‘Costui riceve i peccatori e mangia con loro’” (Lc 15, 2). Se permettiamo alla “libertà inafferrabile” dello Spirito Santo di agire nella nostra vita, saremo spinti a fare cose che verranno fraintese. Il covid ha messo in evidenza – sia sul piano della vita di tutti gli uomini, sia su quello della vita dei credenti in Cristo – ciò che è vero sempre: noi uomini siamo fragili e anche finiti. Dal punto di vista cristiano potremmo dire che siamo degli esseri finiti perché creati, ma costantemente sostenuti da Dio. Fa riflettere il fatto che dopo lo sconcerto degli inizi della pandemia si sia cominciato a chiedere di avere dei tempi certi, per sapere quando si sarebbe usciti dall’e8
pace_insieme_Paganelli.indd 8
12/11/21 11:25
mergenza generata dal virus: quasi che qualcuno potesse dominare e governare pienamente questa situazione, quasi che fossimo illimitati. Mi sembra invece che potremmo raccogliere l’opportunità che ci viene data per riconoscere, che “siamo un nulla che stranamente però confina con Dio” (Henri de Lubac). La Chiesa esiste esattamente perché Dio dinamicamente e ininterrottamente ci fa dono della Persona-dono che è lo Spirito. E noi consegniamo della nostra finitudine nelle mani benevole e sicure di Colui che è il Creatore, il Padre che dona lo Spirito. Non si può in tal senso pensare di “avere la fede”, come se fosse qualcosa di statico, di acquisito una volta per tutte. Al dono ininterrotto dello Spirito corrisponde una fede ininterrotta, dinamica, che attraversa le stagioni, i momenti, le tappe, i drammi in maniera rinnovata. Ci sembra che una Chiesa che prenda confidenza con questo, facendo tesoro dell’esperienza del covid possa riscoprire e dare peso a quello che è il cuore della sua vita. Abbiamo, ad esempio, dei dinamismi di iniziazione al cristianesimo che sono tutti tarati fondamentalmente per i bambini, i fanciulli e i ragazzi. Questa è cosa certamente buona, ma potrebbe essere un rischio se riduciamo l’iniziazione al cristianesimo soltanto a quel che accade a una certa età: soprattutto se accettiamo che il culmine di questa iniziazione, ovvero l’Eucarestia, che non a caso è un sacramento che dobbiamo celebrare sempre di nuovo, si riduca di fatto alla fine di un cammino. Un’iniziazione al cristianesimo ridotta a questo si basa sull’implicito che la fede sia un “dato acquisito” e non anche una realtà sempre in divenire. L’esperienza che stiamo facendo potrebbe essere l’occasione per domandarci in verità se i nostri itinerari di formazione debbano rimanere esattamente gli stessi, senza nessun ritocco. Rivisitare la proposta Kerigmatica significa diventare artigiani di comunità aperte, uscire dal torpore della nostalgia, sviluppare il bisogno della ricerca, aiutare le comunità a essere profetiche nell’annuncio. 9
pace_insieme_Paganelli.indd 9
12/11/21 11:25
A motivo delle esperienze fatte, ci è data l’opportunità di domandarci se al di sotto dell’Eucarestia ci siano davvero altri elementi che, nella nostra normale esperienza di Chiesa e di comunità, alimentano la vita cristiana. C’è nelle nostre chiese la possibilità di essere iniziati alla preghiera comune oltre che a quella personale? Esiste la possibilità di mettersi in contatto con il Cristo Risorto reso presente dallo Spirito attraverso la lettura dalla Scrittura, insieme o in modo personale? Quello che stiamo vivendo costituisce un’opportunità per immaginare una pastorale nuova e diversa. Ci sarebbe già molto da riflettere, in tal senso, sul fatto che troppo spesso non concepiamo nessun genere di celebrazione che non sia quella eucaristica, con il rischio di deprezzarla. In molte comunità, qualunque evento sociale ci sia è accompagnato dalla celebrazione eucaristica. In ogni caso, ancora troppo spesso non si prendono nella debita considerazione altri “elementi” decisivi al farsi della Chiesa, come è appunto l’ascolto della Parola attraverso la lettura della Scrittura, la preghiera liturgica, altre modalità di preghiera (si pensi all’importanza che riveste la preghiera del cuore nella tradizione ortodossa e orientale), la creazione di spazi di silenzio1. Abbiamo ancora un modello di comunità molto segnata dalla visione tridentina, per cui sembra che l’unico rapporto possibile sia quello che va dal prete a tutti gli altri cristiani. Immagina, puoi! è un tentativo di lettura per guardare oltre i limiti, per restituire i fondamenti del credere, costruire a partire dal resto, aiutare a “ritornare a casa” rivisitando la Parola, riattivare l’immaginazione. È importante rinnovarci per poter rinnovare, appropriarci di convinzioni che possono diventare azioni, immaginare per far accadere.
1
Paganelli, 2020, pp. 96-97. 10
pace_insieme_Paganelli.indd 10
12/11/21 11:25
Note
metodologiche di Maria Teresa Camporese
La proposta che trovate in questo testo è il frutto del lavoro di tre giorni di laboratorio vissuto ad Asolo presso la casa di spiritualità delle suore Maestre di santa Dorotea. L’intento è stato quello di riflettere sulla complessità che stiamo attraversando e sperimentare ciò che un’équipe catechistica diocesana, zonale o anche parrocchiale potrebbe vivere per trasformare l’annuncio e il suo modo di farlo. Abbiamo cercato di fare il percorso da donne e uomini adulti che si confrontano, immaginano, cercano, individuano criteri e passi per portare oggi la novità del Vangelo. Queste piccole note metodologiche desiderano offrire il racconto del processo che abbiamo vissuto, perché serva da modellamento e proposta per catechisti, operatori pastorali, équipe diocesane/zonali o consigli pastorali. Ripercorrere la stessa strada può aiutare a trarre maggior profitto dal ricco materiale messo a disposizione. Dopo la reciproca conoscenza e l’introduzione alla modalità di lavoro scelta (si veda il Capitolo “Provare a immaginare. Per un annuncio vivo”) siamo entrati attraverso la porta della Bibbia, con il quarto capitolo del Libro dell’Apocalisse, nella possibilità di avere una visione. Abbiamo poi cercato di attivare la nostra stessa vita e la vita di coloro che camminano con noi in questo tempo, attraverso un percorso che stimoli i sensi: ascoltare, toccare, vedere, parlare 2. Per ogni verbo sono stati proposti degli spunti di riflessione, arricchiti dagli interventi di tutti (si veda la Parte Seconda “Passi per la novità del Vangelo”). 2
Si veda 1 Gv 1,1-4. 11
pace_insieme_Paganelli.indd 11
12/11/21 11:25
Il quarto capitolo del Libro dell’Apocalisse ci ha accompagnati giorno per giorno nel lavoro in piccoli gruppi, ciascuno su quattro attenzioni formative che i quattro esseri viventi del Libro ci hanno aiutato a tenere presenti. I contributi di ogni gruppo sono stati condivisi e riassunti nelle quattro schede situate a termine di ciascun titolo della Parte Terza “Suggerimenti per un gruppo formativo”. A conclusione, quattro brevi narrazioni riesprimono, per ogni verbo, il percorso fatto e indicano alcune piste di lavoro che possono costituire un valido aiuto. Quella che offriamo è una “proposta-risorsa” che invita alla creatività immaginandoci come donne e uomini che sanno rinnovare l’annuncio. Auguriamo ora a voi, équipe diocesane, vicariali o parrocchiali, consigli pastorali di vivere con entusiasmo un fecondo processo formativo.
12
pace_insieme_Paganelli.indd 12
12/11/21 11:25
pace_insieme_Paganelli.indd 14
12/11/21 11:25
Parte Prima Prospettive nel cambiamento La prima parte di questo strumento apre prospettive, introduce nella realtà che sta velocemente cambiando e, come in ogni epoca di crisi, la Parola profetica guida e rilegge il nostro esistere e immaginare. La prima relazione introduce le tematiche e indica il percorso, la seconda lo illumina con le suggestioni che giungono da Giovanni al capitolo 4 del Libro dell’Apocalisse.
pace_insieme_Paganelli.indd 13
12/11/21 11:25
Provare a immaginare. Per un annuncio vivo di Rinaldo Paganelli
Quello che dobbiamo fare è vedere la realtà come è, e come dovrebbe essere, mettendoci in moto in prima persona affinché il cambiamento avvenga. Se assumiamo una prospettiva di lungo periodo scopriremo inaspettatamente che le cose possono cambiare. La sensazione di speranza che pervade le comunità nel momento in cui l’ordine crolla e bisogna rimboccarsi le maniche per tirarsi fuori dai guai, è una sensazione più forte e seria della felicità. Quando si è messi alla prova ci si risveglia dalle distrazioni dorate di ogni giorno, si vedono con occhi nuovi le persone, si capisce quanto le cose dipendono le une dalle altre, come possono cambiare e cosa è davvero importante. La speranza ha bisogno della pazienza, quella del contadino che pianta un albero e sa che servirà tempo per assaggiare i frutti.
La porta aperta all’ignoto Forse la mancanza di speranza viene insegnata attivamente da numerosi protagonisti della vita pubblica, che ci dicono che siamo al mondo per perseguire i nostri interessi, che non si deve per forza dare valore a ciò che non si può possedere o utilizzare. Sembra normale incoraggiare a pensare a cose senza spessore. In tal modo l’egoismo porta all’isolamento e l’isolamento al disimpegno. È una visione riduttiva di ciò che significa essere umani. In questo percorso sentiamo che è importante lasciare la porta aperta all’i15
pace_insieme_Paganelli.indd 15
12/11/21 11:25
gnoto, e al non chiaro, perché è quando ci si perde che si trovano le cose importanti, e probabilmente la via. L’umano è di Cristo Dal momento che siamo tutti figli del nostro tempo plasmati dalla percezione laica della realtà, anche noi cristiani, se vogliamo vivere coerentemente, dobbiamo riflettere sul modo in cui la luce della fede illumina tutto quello che facciamo e siamo. Nulla di umano è estraneo a Cristo. Ciò che spegne la fede in Dio non sono tanto l’ateismo o il secolarismo, ma quello che padre Adolfo Nicolas, ex generale dei Gesuiti, ha definito “la globalizzazione della superficialità”. Chiunque, di qualunque fede o anche di nessuna fede, affronti la complessità dell’essere umano, la fatica di perdonare, l’attraversamento di una crisi, il tentativo di dare un senso alla propria vita, è nostro alleato. Se prestiamo attenzione alla saggezza di questi nostri alleati, c’è la possibilità di trovarli aperti alla ricchezza della nostra fede. Se vogliamo essere rilevanti per i nostri contemporanei è necessario fare piazza pulita dei pregiudizi su ciò che i cristiani credono. La ricchezza poetica Tutte le fedi tradizionali sono profondamente poetiche. Ci chiamano all’estensione senza eccessive difese per far arrivare il vento che rinfresca la mente. Il rischioso cammino dei discepoli verso Gerusalemme, ignari di cosa li attendesse, li libera dai limiti della loro vita di pescatori galilei per condurli alla fine a una tomba vuota, alla pietra rotolata, al trascendimento di ogni limite e chiusura. Eccoli allora pronti a ricevere l’aria fresca del soffio di Dio nella Pentecoste. Apertura potrebbe suggerire a qualcuno un cristianesimo annacquato, dove tutto è permesso. Niente di tutto questo. Spesso la via dell’autentica apertura passa per ciò che è ordinato e disciplinato. Allo stesso modo in cui la poesia è un esercizio altamente rigoroso, che apre brecce sul nuovo. 16
pace_insieme_Paganelli.indd 16
12/11/21 11:25
L’attenzione sull’apertura come sull’ordine offre un cammino che aiuta a superare la polarizzazione, che tanto ferisce la Chiesa, tra conservatori e progressisti, cristiani di sinistra e tradizionalisti. Riesce più facile mantenere viva un’immaginazione religiosa fervida quando si vive a stretto contatto con il ciclo annuale della miracolosa fecondità della natura. Lo stesso vale per chi vive in una comunità che dà valore alle arti, alla poesia e al canto. Insomma è importante lasciarsi contaminare da tutto ciò che è bello e genera pensiero.
Risentimenti che appesantiscono la vita Pare a molti che la Chiesa nel nostro contesto non riesca più a mostrare e raccontare una storia che, dentro i drammi e le fragilità è storia sacra, storia di Salvezza. C’è chi vorrebbe che si sapesse sempre definire e distinguere tra buoni e cattivi e c’è chi, sempre all’interno della Chiesa, desidera che si prendano decisioni nell’ambito sociale. In tempi di cambiamento e fatica è quasi del tutto comprensibile che un certo risentimento prenda piede tra i credenti. Quando, tuttavia, diventa predominante, la strategia del risentimento produce effetti devastanti. C’è il rischio di partire da un discorso sempre negativo, sprezzante sulle cose oggi di moda e si persiste nel voler ad ogni costo appesantire la vita di tutti con una precettistica rigida, nel voler fare ancora assegnamento ai sensi di colpa, nel voler mettere tutti in una costante posizione di debito nei confronti dell’amore di Dio, della sollecitudine della Chiesa. Il veleno del risentimento ha effetti nocivi innanzitutto su chi lo sparge. È lui la prima vittima. È la sua stessa esistenza a perdere calore e colore. Non emana più quella forza di attrazione che da sempre è la vera porta d’ingresso nel campo del religioso. Si percepisce che una religione senza gioia induce a pensare che la vera gioia sia proprio senza la religione. 17
pace_insieme_Paganelli.indd 17
12/11/21 11:25
Il cristianesimo ha perso oggi tante certezze ed immense sicurezze. Ma forse la perdita più grande è il venire meno, da parte degli stessi credenti, della sicurezza “culturale” di aver fatto la scelta di vita migliore, che rende felici in ordine al compimento della propria esistenza. Ciascuno oggi deve rispondere da sé alla scelta di restare cristiano e di continuare a frequentare la vita della comunità. Cambio di mentalità catechistica-pastorale Nessuno viene più segnato a dito per il fatto di non frequentare i riti e le liturgie ovvero per non accompagnare le tappe della propria crescita o quella dei propri figli con i sacramenti della fede. “Non credere” non rappresenta più una sorta di differenza sociale. Lo stesso credente trova del tutto legittimo il comportamento opposto al suo. Tale ammissione lo impegna, e ci impegna, a trovare ragioni da offrire a noi stessi in ordine alla scelta del Vangelo. L’unica risposta all’altezza è quella di un cambiamento della mentalità pastorale, cioè di tutte quelle dinamiche e forme grazie alle quali la comunità dei credenti offre agli uomini e alle donne della generazione cui essi appartengono il “pasto” buono del Vangelo. È urgente perciò passare da un cristianesimo che risponde ad una domanda di consolazione che nessuno gli pone più ad un cristianesimo che permetta a chiunque di incrociarsi con Gesù, vivere di lui ed essere così all’altezza della parte migliore di sé. È Cristo Gesù la porta d’accesso e il punto di innesco di quell’umanesimo integrale, di cui oggi il mondo ha tanto bisogno.
Immagina, puoi?! Ciò che vorremmo provare a sperimentare e vivere, è uscire da ogni forma di risentimento, stare su quella porta aperta su ciò che non conosciamo, non sappiamo ancora perché: 18
pace_insieme_Paganelli.indd 18
12/11/21 11:25
Lascio andare le valigie / I mobili antichi / Tutti i miei attaccamenti / I diplomi appesi in salotto / Per ogni tipo di viaggio / Meglio avere un bagaglio leggero3.
Anche per la Chiesa e per noi, per la catechesi e la pastorale, c’è forse bisogno di un bagaglio leggero. Vogliamo vivere questo percorso da donne e uomini adulti che si confrontano, immaginano, cercano, individuano criteri e passi per portare oggi la novità del Vangelo. Per non lasciare troppo spazio all’improvvisazione, alle sensazioni o allo scontato abbiamo pensato a un minimo di struttura perché ciò che viviamo serva a noi e poi sia di modellamento e proposta per catechisti, operatori pastorali, équipe diocesane/zonali o consigli pastorali. Dopo una parte che ci fa entrare e attraversare la porta della Bibbia nella possibilità di avere una visione, vedremo come attivare la nostra stessa vita e la vita di coloro che camminano con noi in questo tempo attraverso un percorso che stimoli i sensi: ascoltare, toccare, vedere, parlare. Quello che era da principio, quello che noi abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplammo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita […], noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo4.
Ci accompagna giorno per giorno il capitolo quarto del Libro dell’Apocalisse. Lavoreremo in gruppi, su quattro attenzioni formative che i quattro esseri viventi ci invitano a tener presenti.
Riprendiamo questa espressione dalla canzone Vince chi molla, di Niccolò Fabi, 2016. 4 Cfr. 1Gv 1,1-4; i corsivi sono di chi scrive. 3
19
pace_insieme_Paganelli.indd 19
12/11/21 11:25
Concretamente “Una voce diceva…”: ascoltare per far emergere dal basso i desideri, i bisogni e la ricerca di verità, per imparare ad accogliere la vita che ci interpella. Ci guideranno Enza e Maria Teresa. Dopo la loro presentazione, e poi anche per tutte le altre, noi tutti reagiremo mettendo a fuoco contributi ulteriori tenendo presenti alcuni aspetti importanti nel processo “trasformativo”: • la dimensione esistenziale, antropologica, sociale; • la dimensione dell’annuncio della Parola, biblica; • la dimensione pastorale (liturgica, comunitaria, caritativa) con i cambi possibili; • la dimensione catechetica con un annuncio che si rinnova e che è per tutti (annuncio, missionarietà, metodologie). A conclusione di ogni passaggio tematico, a partire dall’esperienza fatta, offriremo indicazioni per aiutare una équipe di catechesi o di pastorale ad attivare un modo di procedere “possibile”. I quattro sottogruppi indicheranno passaggi, attenzioni, movimenti secondo la simbologia dei quattro esseri viventi dell’Apocalisse. Leone, Vitello, Uomo, Aquila indicano aspetti formativi da tener presente per una novità nell’annuncio. “Sali quassù…”: toccare con mano il centro della fede (Kerigma), l’essenziale, lasciarsi toccare dalla Parola come annuncio dell’Amore di Dio. Ci guideranno Vincenzo e Vito. “Poi vidi…”: vedere il futuro (immaginare) una nuova azione pastorale e catechistica che possa includere e far sperimentare la ricerca e la proposta di una fede adulta. Ci guideranno Gregorio e Francesco. 20
pace_insieme_Paganelli.indd 20
12/11/21 11:25
“Non cessano di ripetere…”: parlare/comunicare/proporre alle persone di questo tempo storico, il messaggio cristiano come significativo, liberante, gratuito. Ci guideranno Rinaldo e Giancarla. Il lavoro di ogni passaggio tematico ci permetterà di comporre e realizzare uno strumento “pratico” di azione che si realizza man mano e nell’ultimo momento troverà sintesi. “Attorno al trono c’erano 24 saggi”: vivremo un tempo per raccogliere il tutto, avviare la riscrittura dell’esperienza per offrirla alle équipe diocesane o vicariali/zonali al fine di rinnovare l’annuncio o per aiutarle a trovare loro stesse criteri e strade possibili di novità per l’annuncio.
21
pace_insieme_Paganelli.indd 21
12/11/21 11:25
pace_insieme_Paganelli.indd 22
12/11/21 11:25
Parte Terza Suggerimenti per un gruppo formativo Dall’ascolto, dal toccare, vedere e comunicare è urgente trovare stili, percorsi per i gruppi che desiderano intrecciare la vita con la Parola e la proposta cristiana. Questa seconda parte ripropone la griglia che ha accompagnato i lavori di confronto e di ricerca, quasi come un esempio a cui ci si può ispirare e offre una raccolta del lavoro svolto. Da questa modalità e da questi contributi ogni équipe, ogni gruppo potrà “immaginare” il proprio stile di presenza e le scelte concrete.
pace_insieme_Paganelli.indd 93
12/11/21 11:25
Per
rinnovare l ’ ascolto
I quattro esseri viventi che l’apocalisse ci presenta diventano per noi oggi attenzioni da intrecciare, per vivere atteggiamenti rinnovati nell’incontro con le persone e nell’annuncio. Cosa significa oggi ascoltare con coraggio, con creatività, mettendo al centro la persona e scoprendo un “oltre” che già è presente? Quattro sottogruppi si sono confrontati secondo la griglia che qui riprendiamo. Gruppo Leone Leone: rappresenta la forza ed è anche associato al simbolo del fuoco. Si tratta del coraggio che sa bruciare le paure, le resistenze, i dubbi del “chissà che potrebbe succedere se…”. Non a caso è il primo dei quattro viventi come se si volesse dire che è il coraggio la porta/il passaggio (Cfr. con il primo simbolo: una porta nel cielo, ma anche il fatto che gli esseri viventi sono quattro, simbolo sia del creato ma anche del passaggio/porta) che può rendere possibili le tre attenzioni successive. Consegna di lavoro Se vogliamo introdurre una novità nell’annuncio abbiamo bisogno di coraggio, apertura, superamento delle resistenze. Dopo aver approfondito il contributo circa l’ascolto, indicate: le attenzioni; i movimenti o i passaggi; le azioni, 95
pace_insieme_Paganelli.indd 95
12/11/21 11:25
perché una équipe o consiglio pastorale possa impostare un “nuovo” cammino di annuncio. Gruppo Vitello Vitello: che è legato anche alla terra e simboleggia la fecondità. Nel nostro caso c’è un riferimento alla creatività di poter cambiare ed “inventare” percorsi inediti, di saper inter-agire con le culture del mondo, accogliendone gli stimoli, sapere incrociare, contaminare aspetti diversi con flessibilità creativa. Consegna di lavoro Se vogliamo introdurre una novità nell’annuncio abbiamo bisogno di flessibilità creativa che sappia interagire con le culture del mondo. Dopo aver approfondito il contributo circa l’ascolto, indicate: le attenzioni; i movimenti o i passaggi; le azioni, perché una équipe o consiglio pastorale possa impostare un “nuovo” cammino di annuncio. Gruppo Uomo Uomo: (acqua, legata anche alla vita) si possono notare due livelli simbolici nell’uomo: il primo è la relazione. Il che significa dare la priorità a percorsi “umani” ed “umanizzanti”. Mentre il secondo è rappresentato dalla razionalità che può significare “pianificare, progettare”. Il tutto ci conduce alla sensibilità di strutturare percorsi umanizzanti contrassegnati da una progettualità “a misura d’uomo” che sappia evitare certa “teologia disincarnata”. Insomma un annuncio che sia davvero “per la vita”. Consegna di lavoro Se vogliamo introdurre una novità nell’annuncio abbiamo bisogno di coltivare le relazioni e pensare percorsi a “misura d’uomo”, per la vita. 96
pace_insieme_Paganelli.indd 96
12/11/21 11:25
Dopo aver approfondito il contributo circa l’ascolto, indicate: le attenzioni; i movimenti o i passaggi; le azioni, perché una équipe o consiglio pastorale possa impostare un “nuovo” cammino di annuncio. Gruppo Aquila Aquila: aria. Il legame simbolico è innanzitutto con la spiritualità della quale l’aria/cielo è evocatrice. Ma c’è anche l’aspetto dello sguardo profondo e penetrante tipico di questo volatile, per cui l’aquila rappresenta sia la capacità di guardare oltre la realtà fattuale (spiritualità) ma anche il saper “vedere lontano” (la visione del futuro, immaginando ciò che sembra impossibile). Per cui, in questo quarto ambito, possiamo parlare di progettazione/immaginazione di percorsi visionari. Consegna di lavoro Abbiamo bisogno di cambiare il nostro sguardo nei confronti delle persone che avviciniamo. Per dare profondità all’annuncio abbiamo bisogno di coltivare la spiritualità e di saper “vedere lontano”. Dopo aver approfondito il contributo circa l’ascolto, indicate: le attenzioni; i movimenti o i passaggi; le azioni, perché una équipe o consiglio pastorale possa impostare un “nuovo” cammino di annuncio. Dal laboratorio vissuto dai partecipanti emergono questi contributi che consegniamo perché, a partire dalle esemplificazioni indicate, ogni realtà possa riscrivere e “immaginare” l’ascolto per questo tempo.
97
pace_insieme_Paganelli.indd 97
12/11/21 11:25
Dare tempo e tempi all’ascolto: da umano ascolta l’umano, lì, Cristo ti precede! Ascoltare implica: investire tempo, sospensione del giudizio, avere pazienza, decentrarsi da sé per cogliere la presenza di Dio dentro la storia delle persone e aprirsi all’azione dello Spirito. Per un ascolto autentico sono state individuate queste attenzioni: • dedicare tempo all’ascolto reciproco e di noi stessi; • custodire e ascoltare i vuoti creati dalla pandemia; • equilibrare momenti di ascolto formale con momenti di ascolto informali, ascoltando anche “parole altre”: la voce di chi non ha voce dentro e fuori dai nostri ambienti; • assumersi la responsabilità delle conseguenze dell’ascolto; • accogliere e accettare anche gli ascolti più difficili (esempio: critiche e insuccessi). Sono importanti alcuni passaggi: • dall’ascolto come premessa ai contenuti, a parte integrante dei contenuti stessi: l’ascolto è già “contenuto” del Dio che si incarna e si fa “vita e storia”; • dall’ansia di progettare e realizzare all’esperienza dell’ascolto reciproco: da “operatori” a “uditori-annunciatori”; • dall’ascolto al discernimento per comprendere e mettere a fuoco il “perché” delle nostre scelte e delle nostre azioni. Da qui possono nascere alcune azioni concrete: • prima di iniziare a progettare le attività dell’anno pastorale dedicare del tempo all’ascolto della storia e delle condizioni di vita delle persone; • partendo da quanto emerso nell’ascolto attivare processi di discernimento nei consigli pastorali e nelle équipe; 98
pace_insieme_Paganelli.indd 98
12/11/21 11:25
• un buon ascolto può portare al coinvolgimento di più soggetti della pastorale (comunità, uffici di pastorale, associazioni…). Domande per favorire il confronto e individuare modalità concrete: 1. Quali momenti e tempi vi date per ascoltare la dimensione umana delle persone che incontrate? 2. Quali mezzi adoperate per fare questo? Quali mezzi ulteriori pensate di utilizzare? 3. Quali azioni concrete realizzano “ascolto” nella vostra comunità? 4. Creiamo occasioni di ascolto dei giovani?
99
pace_insieme_Paganelli.indd 99
12/11/21 11:25
ISBN ISBN978-88-6153-711-8 978-88-6153-865-8
www.lameridiana.it
EuroEuro 15,00 (I.i.)(I.i.) 15,50 788861 537118 538658 9 9788861
cover_pace_insieme_Paganelli_PRINT.indd 1
Giuseppe Daconto
a cura di Rinaldo Paganelli
PENSIERI SOSTENIBILI AI PIEDI DI UN BAOBAB
far accadere.
IMMAGINA, PUOI!
nazzo vivesacerdote a Roma. Laureato Rinaldo(Bari), Paganelli, dehoniano, do-in Economia all’Università MoroSalesiana, di Bari e cente presso l’Università Aldo Pontificia alla Federico di Roma 3, si Catechistico dedica anche membro dellaCaffè consulta dell’Ufficio allo scoutismo cattolico e al volontariato Nazionale. politico, tra la Puglia e Roma. Attualmente Enza Annunziata, membro dell’Istituzione Te- è economista presso Fondosviluppo, il fondo resiana (associazione di fedeli laici), medico onmutualistico di Confcooperative, all’interno cologo presso l’Ospedale Cristo Re di Roma. Ha del Centro Studi. Si occupa principalmente di lavorato in Perù sul Rio Napo nella selva Amazeconomia cooperativa, sviluppo e politiche zonica.coesione. Nel 2018, l’amore lo porta della Giancarla religiosa delle Suore Maealcuni mesiBarbon, in Senegal: da questa esperienza stre di Santa Dorotea, laureata in catechetica e nasce il libro. membro della consulta dell’Ufficio Catechistico Nazionale. Gregorio Bibik, è parroco a Follonica e membro del Tribunale ecclesiastico di Firenze. Maria Teresa Camporese, collabora nell’accompagnamento degli adulti e per la formazione dei catechisti della diocesi di Padova. Vincenzo Giorgio, è laureato in lingue e culture del Medio Oriente, ebraico e arabo, è stato docente di religione. È responsabile dell’apostolato biblico della diocesi di Treviso. Vito Sardaro, parroco a Trinitapoli, è direttore dell’ufficio catechistico della diocesi Barletta-Trani-Bisceglie. Francesco Vanotti, laureato in catechetica, è direttore dell’ufficio catechistico della diocesi di Como, ed è direttore regionale degli uffici catechistici della Lombardia.
edizioni la meridiana
Giuseppe Daconto, originario di Giovi-
Non si tratta di un taccuino di viaggio, di un regiornalistico, di un romanzato Pensareportage modi nuovi di dire la fede nonracconto è semplice. Come nondi incontri. è un saggio di politicadopo o dilaeconomia fu semplice per laNon prima comunità cristiana morte e sull’Africa, sulla cultura, cristiana né un libro sullodalla sviRisurrezione di Gesù. Masua la comunità animata luppo sostenibile. Ma è un po’ questo. presenza del Risorto e accompagnata dallotutto Spirito Santo Queste non si pagine sono un melting pot di emozioni e riflessioni è mai fermata. che l’autore fa scoprendo che inun’ quel pezzo di per mondo, L’esperienza della pandemia costituisce opportunità imrappresentato nelle cartoline dai un baobab, comeche nelparnomaginare una pastorale nuova e diversa, annuncio stro, come incammini tutti i sudverso dellauna terra, ancora tanto da ta dal basso: attivare fedec’è adulta, riscoprire la vita come dono, da guidare la ricerca unamigliorare. fede sempre nuova fare, tanto costruire, tantodida e rinnovata nell’ e sperienza del quotidiano. In filigrana il libro contiene considerazioni che essenRivisitare la proposta Kerigmatica dal torpore zialmente riguardano noi significa europei,uscire racchiuse in una della nostalgia, sviluppare nelle comunità il bisogno ridomanda provocatoria: non è che ci stiamodella “africacerca. nizzando”? Immagina, di lettura per guardare oltrestrini liSe èpuoi veroè un chetentativo quei luoghi pongono domande miti, per restituire i fondamenti del credere, per aiutare a “ritorgenti sul futuro, proprio dal confronto tra noi e loro, nare a casa” rivisitando Parola, per nemmeno riattivare l’immaginazioSenegal e Italia, la sicuramente troppo lontani ne. Attraverso la porta della Bibbia, guidati quarto e pur sempre dello stesso pianeta,dal sorge uncapitolo dubbio: del Libro dell’ A pocalisse, alla ricerca di una visione concreta verso dove stiamo andando? guidataEd dai ecco sensi (ascoltare, toccare, vedere, parlare), il testo che guardare e raccontare un pezzetto propone spunti di riflessione e interventi elaborati dall’équipe dell’Africa, il Senegal, può servire a parametrare medi lavoro, per accompagnare gruppi diocesani, vicariali o parglio il nostro futuro, come umanità, senza distinziorocchiali, consigli pastorali a “immaginare” un modo nuovo di ni di sorta, da alcune immagini forti come essere presenti alle partendo persone nella loro diversità e complessità “chiavistelli metaforici” per entrare in questa porzione (famiglie, anziani, giovani, persone sole, ecc.). di continente e rapportarla al nostro. È importante rinnovarci per poter rinnovare, immaginare per
GIUSEPPE DACONTO
a cura di Rinaldo Paganelli
P ENSIERI IMMAGINA, SOSTENIBILI PUOI! “UNA APERTA NEL CIELO”DI AIPORTAPIEDI UN BAOBAB
edizioni la meridiana
12/11/21 18:26