Ricerca-Azione

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R iceRca-a zione

Riorganizzazione del Servizio

Sociale Professionale ed Educativo all’interno di un Municipio

Prefazione di filomena matera e GiusePPe moro

M. Lobalsamo, A. Marrone, D. Petrosino, F. Ratti, U. Ravallese, V. Spartano

RiceRca-azione

Riorganizzazione del Servizio Sociale Professionale ed Educativo all’interno di un Municipio

5 Prefazione di Dott.ssa Filomena Matera e Prof. Giuseppe Moro 7 Introduzione di Avv. Umberto Ravallese ................................. 9 PARTE I – L’organizzazione Capitolo 1 – Organizzazione Aziendale di Umberto Ravallese .......................................................... 15 1.1 Il doppio significato di “organizzazione” ........................ 15 1.2 La storicità delle organizzazioni ..................................... 16 1.3 Le organizzazioni come entità indipendenti e razionali .. 17 1.4 Le organizzazioni come sistemi sociali aperti ................. 20 1.5 Le organizzazioni strumenti razionali ............................. 24 1.6 Le organizzazioni come strutture contingenti ................ 27 1.7 Le organizzazioni come cultura ...................................... 31 Capitolo 2 – Conoscenze e sviluppo di Umberto Ravallese ........................................................... 35 2.1 Le organizzazioni di transazioni ..................................... 35 2.2 Le organizzazioni come espressione di un quadro istituzionale ................................................................... 40 2.3 Dall’organizzazione al Progetto Obiettivo – Definizione 45 PARTE II – Ricerca-Azione – Riorganizzazione del SSEP del Municipio 2 Capitolo 3 – Lo scenario iniziale di Maria Lobalsamo .... 51 3.1 Organizzazione, risorse e norme .................................... 51 3.2 La storia del percorso di cambiamento ........................... 62 3.3 L’avvio della Ricerca-Azione .......................................... 69 Capitolo 4 – Presupposti Scientifici – Studio e Metodo di Daniele Petrosino ........................................................... 75 4.1 Lo Studio e il Metodo ................................................... 75 4.2 Il Processo Partecipativo ................................................ 78 4.3 Schede protocolli e linee guida ...................................... 80 4.4 Metodo di rilevazione ed analisi .................................... 80 Indice
6 M. Lobalsamo, A. Marrone, D. Petrosino, F. Ratti, U. Ravallese, V. Spartano 4.5 Misurare il tempo di lavoro ........................................... 84 4.6 Valutazione degli strumenti utilizzati ........................... 95 4.7 Conclusioni ................................................................. 95 PARTE III – La Ricerca del Benessere Organizzativo Capitolo 5 – Le Dimensioni del Benessere Organizzativo di Angela Marrone, Flavia Ratti e Valentina Spartano .... 115 5.1 Complessità nelle organizzazioni: dalla teoria all’azione . 115 5.2 Complessità e Lavoro Sociale ....................................... 120 5.3 Strumenti di rilevazione ............................................. 123 5.3.1 Scheda di rilevazione – prima sperimentazione ... 123 5.3.2 Database “peso dei fascicoli” ............................... 125 5.3.3 Database “nuove assegnazioni” ........................... 128 5.3.4 Database unico ................................................... 129 5.3.5 Database socio-amministrativo ........................... 130 5.3.6 Protocolli operativi e procedure condivise ........... 131 5.3.7 Questionari di gradimento ................................. 132 5.3.8 Questionari di rilevazione del tempo-lavoro ....... 134 5.3.9 Scheda di rilevazione – seconda sperimentazione . 139 5.4 Modalità di lavoro condiviso e partecipativo nella gestione del caso: antidoto per il superamento dei fenomeni di solitudine, malessere e burn-out nelle organizzazioni lavorative .............................................. 144 Capitolo 6 – Sperimentazione di un Modello Organizzativo di Angela Marrone, Flavia Ratti e Valentina Spartano ........................................................ 155 6.1 Perché aree di lavoro .................................................... 155 6.2 Organigramma (referenze, compiti e funzioni, gruppi di lavoro, commissioni, prassi operative) ...................... 160 6.3 Assegnazione per aree di intervento: Minori e Famiglie, Anziani, Disabili, Povertà e Disagio Adulti .................. 171 6.4 Archiviazione dei fascicoli ............................................ 171 6.5 Redistribuzione dei fascicoli ........................................ 173 6.6 Monitoraggio del carico di lavoro ................................ 176 Conclusioni ........................................................................ 177 Bibliografia ......................................................................... 185 Autori ................................................................................. 194

Prefazione

Nella mitologia greca si narra della Ninfa Teti che per rendere il figlio invulnerabile decise di immergerlo nel fiume infernale Stige. Tuttavia fu vittima di una distrazione, infatti, sorreggendolo dal tallone, lasciò fuori dal fiume quella parte del corpo, di fatto l’unico punto debole di suo figlio Achille. Il libro che, come Consiglio dell’Ordine degli Assistenti Sociali della Puglia e anche come Dipartimento di Scienze Politiche –Università degli Studi di Bari Aldo Moro, siamo lieti di presentare e di cui sentitamente vi consigliamo la lettura, affronta, con lucido pragmatismo, metodo scientifico e con altrettanto rigore metodologico, il tema dell’organizzazione del lavoro in una pubblica amministrazione, questione che frequentemente finisce per essere uno dei talloni d’Achille del nostro agire professionale. L’osservatorio privilegiato è quello del Municipio 2 della Città Metropolitana di Bari, la pubblicazione racconta il percorso di Ricerca-Azione che il gruppo del Servizio Socio-Educativo ha avviato nell’ambito dell’obiettivo di riorganizzazione del servizio stesso con la supervisione dell’Università degli Studi di Bari che ha supervisionato le attività attraverso dei focus.

Ridisegnare gli ingranaggi dell’agire professionale, della presa in carico dei cittadini in un settore nevralgico e delicato come quello del Welfare e del Servizio Sociale professionale territoriale, diviene un viaggio che rintraccia tutti i limiti della dimensione individuale per divenire riflessione e percorso collettivo di un’équipe ma, anche, di un’intera comunità professionale.

Ri-organizzare è innanzitutto destrutturare un metodo, un protocollo operativo, una consuetudine, una parte d’identità cristallizzata per ricercare il senso più autentico di un’identità di comunità professionale che, liberatasi dal peso degli automatismi, dialoga con la pubblica amministrazione per trasformarla.

Il tema della ri-organizzazione e della gestione e distribuzione dei carichi di lavoro è il crocevia di una serie di questioni, al centro della nostra attenzione: le condizioni di stress professionali,

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il burn-out, la supervisione professionale, finalmente obiettivo di servizio della nuova programmazione sociale, e gli interventi per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro.

Si racconta un processo di cambiamento che parte dalla quotidianità di un servizio di prossimità e che prova a rispondere a un’esigenza di complessità, di specializzazione e innalzamento delle competenze, di multi-professionalità e, non per ultimo, alla necessità di una visione strategica d’insieme, politica, organizzativa e gestionale.

Il libro mette a disposizione del lettore, oltretutto, strumenti operativi, griglie, questionari di rilevazione, formule di pesatura dei carichi di lavoro, indici di misurazione di casi trattati dal servizio, database e linee guida, utili a chi vorrà seguire le orme di questa esperienza pionieristica. In un viaggio di due anni, che è appena iniziato, una comunità di Assistenti Sociali ricerca ripercorrendo i propri agiti, la propria identità collettiva e, immaginando gli scenari, prova a cercare un passo e un respiro.

CROAS Regionale Puglia Dipartimento di Scienze Politiche Presidente Università degli Studi di Bari Dott.ssa Filomena Matera “Aldo Moro”

Direttore Prof. Giuseppe Moro

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Introduzione

Questo testo vuole fornire un contributo su un tema specifico: L’ORGANIZZAZIONE NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

Non solo. La ricerca si occupa di carichi di lavoro, ma soprattuto di un metodo di lavoro e l’attivazione di strumenti per migliorare tutto il ciclo organizzativo.

Diversamente da altri libri o pubblicazioni sul tema dell’organizzazione aziendale – e lungi dal voler essere un manuale scolastico – il taglio scelto è quello della realtà di chi opera in un settore specifico e molto delicato della Pubblica Amministrazione: IL SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE TERRITORIALE.

Nello specifico si cercherà di descrivere il processo di cambiamento che un servizio di una grande città ricerca, per la necessità di migliorare l’organizzazione lavorativa degli Assistenti Sociali che prestano la propria opera in un grande Municipio del sud Italia. Il tema dell’organizzazione in generale ed aziendale verrà esposto anche da un punto di vista dottrinale, quale premessa necessaria a condurre il cammino verso la conoscenza specifica dell’argomento e il ragionamento per modificare l’organizzazione interna del servizio, sempre tenendo d’occhio la realtà specifica di chi opera sul campo e dirige una struttura pubblica che fornisce servizi integrati e trasversali ai cittadini, alle aziende, ai politici e soprattutto alle categorie svantaggiate.

È la descrizione di un cammino, di un percorso continuo verso l’evoluzione dei servizi forniti agli utenti e il miglioramento del lavoro degli operatori del Servizio Sociale Territoriale del Municipio 2 del Comune di Bari.

La collaborazione importante con l’Università di Bari – Dipartimento di Scienze Politiche/Scienze del Servizio Sociale, ha permesso di trattare l’argomento del cambiamento organizzativo conducendo l’intero percorso in maniera scientifica. La sinergia ha fornito sensibili miglioramenti nella ricerca svolta, tanto da attivare un processo di autovalutazione del lavoro degli operatori,

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ma anche pratici questionari di rilevazione dei carichi di lavoro e formule di “pesatura” dei carichi stessi, poi modificate ed evolute in funzione della creazione di indici di misurazione dei casi trattati dal Servizio.

Il processo di cambiamento lungo oltre due anni ha portato un continuo movimento dell’organizzazione, sempre nella ricerca di migliorare il servizio e il lavoro degli operatori.

La raccolta contiene vari modelli per acquisire dati sui carichi di lavoro, database realizzati “in casa”, linee guida, ecc., tutti elaborati direttamente dagli stessi componenti dei Servizi Sociali Territoriali.

Nella progettazione di questo lavoro, inizialmente lo scopo era quello di raggiungere una piena conoscenza di cosa effettivamente veniva svolto dagli Assistenti Sociali, fornendo agli stessi piena consapevolezza di come venivano utilizzate le risorse a disposizione e quindi la misura e la qualità dei servizi resi agli abitanti residenti nell’ambito territoriale di competenza.

Il lavoro svolto che in sostanza aveva solo l’obiettivo, sempre condiviso, di modificare il modello organizzativo e dei carichi di lavoro, superando l’attribuzione dei singoli casi riferiti ai diversi utenti (minori, anziani, disabili, famiglie, stranieri, ecc.) “per lettera” iniziale del cognome dei destinatari degli interventi, evidenziava la necessità di non lasciare la conduzione di varietà d’interventi di volta in volta necessari agli operatori soli, quindi transitare in un’altra modalità lavorativa che fosse trasversale e di gruppo: “per Aree d’intevento” (ad esempio minori – povertà –disabili – famiglie, ecc.).

L’intero percorso, poi, si è imposto come un metodo di formazione degli operatori che hanno, quindi, espresso il loro apprezzamento all’attività che si sviluppava, perché li rendeva più consapevoli del proprio lavoro, inserito in tutti gli altri servizi, complessivamente considerati, erogati dal Comune e pur con un temporaneo sovraccarico di impegno necessario e dovuto per ricercare una nuova e migliore ORGANIZZAZIONE.

In sostanza, la ricerca di una nuova organizzazione, come progettata inizialmente, ha condotto anche ad altri risultati: consapevolezza, valore delle attività e servizi, condivisione, processi e procedure normalizzate; in altri termini un Sistema o anche Metodo di lavoro nuovo.

La produzione di materiale specifico e utile al lavoro degli Assistenti Sociali, anche per la formazione e l’inserimento di nuovi

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assunti destinati al servizio sociale territoriale, è molto vasta e quindi si è ritenuto utile non inserirla in questa pubblicazione per non appesantire la stessa. Tuttavia, per chi fosse interessato, la modulistica utilizzata, i questionari, le determinazioni e le disposizioni dirigenziali ed altro materiale utilizzato per questa ricerca, potranno essere richiesti al Municipio 2 di Bari al seguente indirizzo PEC: municipio2.comunebari@pec.rupar.puglia.it

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PARTE II

Ricerca-Azione –Riorganizzazione del SSEP Municipio 2

3. Lo scenario iniziale

oRganizzazione, RisoRse e noRme

Il percorso di Ricerca-Azione e di cambiamento organizzativo del Servizio Socio-Educativo, finalizzato al miglioramento della qualità del servizio e delle risposte ai bisogni delle persone, si sviluppa nell’ambito del Municipio 2 della città di Bari, che comprende territorialmente i quartieri Poggiofranco, Picone, Carrassi, San Pasquale, Mungivacca e che, con 90.754 abitanti, risulta essere il secondo, per popolazione residente, tra i cinque municipi della Città di Bari (popolazione residente pari a 320.624 abitanti al 31.12.2021 – Fonte dati: Ascot Web – Gestionale Anagrafe Comune di Bari).

Il territorio municipale è costituito da quartieri contigui con caratteristiche diversificate a livello sociale, economico e produttivo e con situazioni e bisogni sociali eterogenei e differenziati. All’interno dello stesso coesistono aree e realtà sociali differenti: aree residenziali a profilo medio-alto caratterizzate dalla presenza di una popolazione in età matura o anziana, da nuclei familiari di dimensioni ridotte e da alti tassi di occupazione e livelli di istruzione; da aree di ceto medio abitate per lo più da famiglie con due o tre componenti, da lavoratori dipendenti e dalla piccola borghesia e con livelli di istruzione intermedi e da tasso di occupazione medio; da aree popolari contraddistinte da nuclei familiari più numerosi, lavoratori precari, da elevati livelli di disoccupazione e bassi titoli di studio.

Dall’analisi delle caratteristiche socio-demografiche del territorio municipale si rileva che la popolazione residente al 31.12.2021 è pari a 90.754 ed è composta da 41.061 famiglie con una media di 2,21 componenti. Nello specifico, il 34,8% è costituito da un

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solo componente, il 27,8% da 2, il 19,3% da 3 componenti mentre il 14,6% da 4 e il 3,5% da 5.

I principali indici demografici relativi alla popolazione residente suddivisa per fasce d’età (0–14 = 9153; 15–29 = 12.525, 30–44 = 14.685; 45–59 = 21.086; 60–74 = 18.863; 75–85 oltre = 14.440) evidenziano un generalizzato invecchiamento. Dal rapporto percentuale tra il numero degli ultrasessantacinquenni ed il numero dei giovani da 0 a 14 anni emerge che l’indice di vecchiaia per il Municipio 2 è di 289 anziani ogni 100 giovani, rispetto ai 217 anziani ogni 100 giovani del Comune di Bari.

Nel dettaglio si riportano l’indice di natalità di 5.135 e mortalità di 14.159 (per 1.000 abitanti) del Municipio, rapportati a quelli del Comune di Bari pari a 6.197 e 12.956 riscontrando che il tasso di natalità nel territorio municipale è inferiore rispetto al dato del Comune di Bari.

I cambiamenti sociodemografici (aumento della prospettiva di vita, invecchiamento della popolazione, la forte contrazione delle nascite, la trasformazione e l’instabilità delle famiglie, l’aumento delle migrazioni) e la crisi economica avviata nel 2008 con l’aumento della disoccupazione e della precarizzazione del lavoro (in particolare giovanile), delle povertà e delle diseguaglianze hanno determinato profondi mutamenti nel tessuto sociale del territorio, nei bisogni delle persone e delle domande di protezione sociale. Queste situazioni problematiche si presentano nelle differenti forme e configurazioni ai servizi territoriali comunali nella loro pluralità, instabilità, indeterminatezza e multidimensionalità. Si tratta quindi per i servizi alla persona di dover rispondere a bisogni sociali sempre più complessi e diversificati in una realtà sociale in continua trasformazione e in cui la crescita del rischio di vulnerabilità tra la popolazione diviene sempre più ampia e “i processi di individualizzazione e isolamento riducono gli spazi di relazione e inclusione sociale”1.

L’andamento demografico generale determina un forte impatto sulla domanda dei servizi richiesti dai cittadini; si registra nell’ambito del servizio territoriale municipale un aumento delle richieste di prestazioni e servizi legati all’invecchiamento e alla non autosufficienza; alla povertà e alla vulnerabilità crescente del ceto medio e alla diffusa difficoltà a fronteggiare situazioni impreviste connesse sia alla mancanza e precarietà del lavoro che alle condizioni abitative inadeguate e all’indebolimento delle reti familiari e sociali; al sostegno alla genitorialità e ai compiti di

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cura delle famiglie; alla protezione nelle separazioni conflittuali e nelle situazioni di maltrattamento e violenza domestica; alla tutela dei diritti dei minori e prevenzione delle manifestazioni del disagio giovanile; all’accoglienza ed all’integrazione delle persone immigrate.

Nel triennio 2019-2021, in particolare, i dati sull’accesso al servizio e alla presa in carico confermano un aumento consistente delle richieste di prestazioni ed interventi da parte delle persone anziane relative all’area della non autosufficienza.

In questo scenario, che vede il Comune come porta d’accesso al sistema integrato dei servizi sociale, interlocutore diretto dei cittadini, il Servizio Socio-Educativo nel contesto organizzativo municipale costituisce lo snodo e l’interfaccia tra i bisogni delle persone, i problemi sociali emergenti e le risposte istituzionali. Il Comune, ente pubblico territoriale, è l’istituzione più vicina ai cittadini e in grado pertanto di conoscere e rappresentare meglio i bisogni e le necessità della collettività: “è il luogo in cui si manifestano e prendono forma le possibilità di concretizzare i diritti sociali e di cittadinanza”2.

Come previsto dalla normativa nazionale e regionale, il Comune ente locale con autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa “rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo” (art. 3 comma 2 D.Lgs. 267/2000), è titolare delle funzioni amministrative che gli sono attribuite secondo i principi di sussidiarietà, differenziazione e di adeguatezza (Legge costituzionale 3/2001), relativamente agli “interventi sociali svolti a livello locale” (art. 3 Legge 328/2000). In tale ambito il Comune ha un ruolo centrale nella promozione della qualità della vita della comunità e nella programmazione, progettazione, realizzazione e governance del sistema integrato locale dei servizi sociali, che si sviluppa all’interno di un processo partecipato di sussidiarietà orizzontale tra pubblico, privato, terzo settore e cittadini e si attua attraverso lo strumento strategico del Piano di zona con l’indicazione delle priorità, degli obiettivi strategici, dei settori di innovazione e della verifica dei risultati in termini di qualità ed efficacia, in conformità con la normativa nazionale e regionale, con il piano nazionale e la programmazione sociale e sociosanitaria regionale (art. 6 e art. 19 Legge 328/2000).

L’integrazione sociosanitaria è il presupposto necessario alla realizzazione e alla gestione unitaria del sistema locale dei servizi sociali a rete, nel riconoscimento del diritto della centralità

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ed unitarietà della persona con la definizione di percorsi unitari di informazione ed orientamento all’accesso dei servizi, di accoglimento della domanda, di valutazione dei bisogni, di presa in carico e di intervento (art. 22 Legge 328/2000). In tal senso è indirizzato l’Accordo di Programma tra Comune e ASL previsto nel Piano di Zona.

Il Comune concorre con la Regione e lo Stato, secondo le rispettive competenze e i principi di coordinamento, concertazione e cooperazione, alla programmazione e realizzazione del sistema universalistico dei servizi sociali capace di integrare tra loro gli interventi sociali con quelli sanitari, con quelli educativi, di inserimento lavorativo e di offrire effettive possibilità di sviluppo e di autonomia alle persone e alle famiglie, in particolare a quelle in condizioni di povertà e reddito limitato, di disagio e fragilità sociale e di non autonomia, che accedono in via prioritaria ai servizi (art. 1 e art. 2 Legge 328/2000).

Tra le prestazioni sociali erogabili sotto forma di beni e servizi (misure di contrasto alla povertà, interventi di sostegno a favore dei minori, nuclei familiari, anziani, disabili, donne in difficoltà, misure economiche per persone totalmente dipendenti) indicate dalla legge quadro, quali livelli essenziali di assistenza, il Comune deve garantire comunque nel proprio ambito territoriale “il servizio sociale professionale, il segretariato sociale, il pronto intervento sociale, l’assistenza domiciliare, le strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti con fragilità sociali, i centri di accoglienza residenziali e diurni a carattere comunitario” (art. 22 Legge 328/2000).

In questo quadro che definisce l’assetto e le funzioni sociali istituzionali dei Comuni, il Servizio Socio-Educativo del Municipio 2, servizio territoriale comunale, ha un ruolo preminente all’interno del sistema a rete locale nella promozione, attivazione e integrazione degli interventi e dei servizi sociali e sociosanitari e delle risorse in rete.

Al riguardo, si evidenzia che il Comune di Bari, nel rispetto del principio di sussidiarietà e in attuazione dell’art.3 dello Statuto della Città di Bari, ha istituito con Delibera di Consiglio Comunale n.5 del 24.3.2014 i cinque Municipi “come particolare e più accentuata forma di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa e funzionale”, adeguando la propria azione amministrativa alle esigenze del decentramento e della partecipazione popolare.

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Con l’attuazione del decentramento e l’articolazione del territorio in cinque municipi ed il contestuale accorpamento delle nove circoscrizioni, il sistema istituzionale del Comune, ente democratico e sede di organi elettivi espressione della comunità, prevede due diversi livelli di governo che unitariamente concorrono ad assicurare la direzione politica e amministrativa della città: il livello comunale con compiti generali di pianificazione, di indirizzo e controllo, definizione delle priorità cittadine, linee guida e regolamentazione generale dei servizi e delle procedure e quello dei Municipi orientato alla programmazione operativa, alla gestione e controllo dei servizi, delle attività ed iniziative a valenza territoriale.

Come definito dal Regolamento sul decentramento amministrativo: “i Municipi, nell’ambito dell’unitarietà del Comune di Bari, rappresentano le rispettive comunità, ne curano gli interessi e ne promuovono lo sviluppo, in quanto organismi di democrazia, partecipazione, consultazione e gestione dei servizi di base presenti sul territorio” ed esercitano, nei limiti dell’ambito territoriale di riferimento, nel rispetto dei regolamenti e degli atti di programmazione comunale, funzioni proprie in alcune materie tra cui quelle relative ai servizi sociali.

Sono attribuite ai Municipi, secondo quanto disciplinato dai regolamenti comunali e dalla normativa regionale, le funzioni concernenti la gestione e l’erogazione delle prestazioni, dei servizi sociali e sociosanitari, relative alle aree del Welfare d’accesso (segretariato sociale, pronto intervento sociale, PUA, UVM), anziani, minori e famiglie, disabili, povertà e disagio adulti. Rientrano tra le competenze della Ripartizione Servizi alla Persona:

• la programmazione e il coordinamento delle politiche sociali e della rete dei servizi comunali;

• l’elaborazione del Piano di Zona;

• la regolamentazione dei servizi e delle modalità di verifica e controllo degli stessi;

• le procedure di appalto e gestione dei rapporti contrattuali;

• la gestione del sistema informativo e dell’osservatorio dei servizi sociali.

Sono, altresì, in carico alla struttura interventi sociali a favore degli utenti non di competenza dei municipi, dei minori non

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riconosciuti, dei minori stranieri richiedenti protezione internazionale, delle vittime di tratta, segretariato sociale e sportello per l’integrazione socioculturale e sanitaria per migranti.

In relazione all’assetto istituzionale su descritto e al perseguimento delle finalità istituzionali, la struttura organizzativa del Comune, come disciplinato dal Regolamento sull’organizzazione degli uffici e dei servizi e nel rispetto della distinzione tra le responsabilità di indirizzo e controllo spettanti agli organi di governo e quelle di gestione amministrativa attribuite ai dirigenti, è articolata in Unità Organizzative a vari livelli dotate ciascuna di un proprio grado di autonomia (Direzione Generale, Direzione di Ripartizione, di Municipio e di Staff, Direzione di Settore – assetto macro – struttura).

L’organizzazione dunque è intesa come “l’insieme degli strumenti (organi) scelti, predisposti e opportunamente coordinati” per il “conseguimento di determinate finalità”3.

L’organizzazione è così considerata come un insieme di persone che interagiscono, stabilendo dei ruoli collegati tra loro in modo gerarchico/funzionale, per il perseguimento di uno scopo unitario in rapporto con l’ambiente esterno ed è connotata da attività codificate, regolate da norme finalizzate al raggiungimento del fine prefissato.

In questa prospettiva il sistema comunale “si pone al servizio dei cittadini secondo i principi della trasparenza, dell’imparzialità, dell’efficienza, della buona amministrazione” (Statuto della città di Bari art. 3 Principi fondamentali) e in tal modo orienta l’azione amministrativa alla cultura di servizio e di qualità delle prestazioni del personale e dei servizi offerti alla comunità.

In particolare fa propri i criteri di flessibilità operativa dell’organizzazione in relazione all’evolversi dei bisogni di persone/utenti, al mutamento delle competenze dei servizi, nella gestione delle risorse umane volta all’interazione ed integrazione delle professionalità presenti nella struttura. Oltre che del soddisfacimento e partecipazione dei cittadini (customer satisfaction) attraverso un sistema di valutazione dei livelli di efficienza ed efficacia dei servizi erogati (Regolamento sull’organizzazione degli uffici e dei servizi).

L’Ente assume, quale sistema per la propria attività e per l’impiego delle risorse umane, il metodo della programmazione del lavoro per obiettivi e della gestione per progetti.

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Come rappresentato dall’Organigramma generale, la struttura organizzativa del Municipio 2, costituito a livello territoriale dall’unificazione delle circoscrizioni III e VI, è affidata alla responsabilità del dirigente, la cui attività di gestione amministrativa, tecnica e finanziaria, in relazione agli indirizzi e alle direttive fissati dagli organi di governo, è volta al raggiungimento degli obiettivi programmati e assegnati e a garantire il buon funzionamento giuridico ed istituzionale dell’Ente. Rientra altresì tra le funzioni del dirigente l’organizzazione e lo sviluppo delle risorse umane secondo i criteri definiti nello Statuto e Regolamento.

Relativamente ai servizi sociali, le competenze del Municipio sono ascritte nel Funzionigramma comunale:

Welfare d’accesso

Organizzazione e coordinamento sul territorio municipale dei servizi di segretariato sociale, sportello sociale, sportello ad integrazione sociosanitaria e culturale degli immigrati, Pronto Intervento Sociale (PIS), Porta Unica d’Accesso (PUA), Unità di Valutazione Multidimensionale (UVM).

Anziani

Inserimento in strutture residenziali e semiresidenziali (case di riposo, comunità alloggio, RSA, RSSA); inserimento in centri aperti polivalenti e centri sociali per anziani; gestione di centri aperti polivalenti definiti di carattere municipale; affido familiare; vigilanza e controllo istituzionalizzazione; istruttoria tecnica per assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata; interventi in tema di disagio sociale: welfare d’accesso (Segretariato sociale, Pronto Intervento Sociale); interventi in tema di assistenza sociale a favore di extracomunitari senza fissa dimora.

Minori

Interventi di contrasto e prevenzione della devianza minorile e dell’evasione scolastica; inserimento in strutture residenziali e semiresidenziali; istruttoria tecnica per servizio home maker; tutoraggio educativo; assistenza alle ragazze madri (sussidi ad illegittimi); affido familiare; interventi per minori soggetti a provvedimenti delle Autorità giudiziarie minorili; attività educativa territoriale; vigilanza e controllo istituzionalizzazione minori.

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Famiglie

Concessione sussidi per assistenza domiciliare minori (c.d. deistituzionalizzazione); assistenza economica per i minori riconosciuti dalla sola madre; contributo natalità e prima dote; contributi alle famiglie numerose; contributo alloggiativo (con esclusione delle ipotesi in cui le disposizioni regionali prevedano un’unica graduatoria cittadina); utilizzazione gratuita o semigratuita dei servizi collettivi a carattere municipale; gestione tecnico-sociale ed amministrativa dei nuclei familiari stranieri comunitari ed extracomunitari residenti o con permesso di soggiorno; nuclei familiari ROM Sinti Camminanti con permesso di soggiorno o domiciliati in campi ROM autorizzati.

Disabili

Soggiorni estivi per disabili; istruttoria tecnica assistenza domiciliare e assistenza integrata domiciliare; istruttoria tecnico-sociale e liquidazione fatture; affido adulti disabili; inserimento in strutture residenziali e semiresidenziali; assistenza economica diretta; altre misure di sostegno economico ed integrazione del reddito; soggiorni termali per grandi invalidi del lavoro; contributi economici per l’eliminazione delle barriere architettoniche; gestione e coordinamento sul territorio municipale del trasporto disabili (con esclusione del trasporto presso centri di riabilitazione); attività amministrativa relativa ai servizi in favore delle persone disabili previste nel piano di zona non attribuite alla ripartizione centrale; assegni di cura (istruttoria tecnico-sociale ed altri adempimenti che in base agli avvisi pubblici regionali possano essere svolti a livello decentrato).

Area Povertà e Disagio Adulti

Contributi economici straordinari e forme di sostegno economico ad integrazione del reddito (lettera b. art. 102 Reg. reg. 4/2010); servizi, interventi ed inserimenti in strutture residenziali e semiresidenziali previsti dal Reg. reg. 4/2007 s.m.i. per persone con problematiche sociali e psico-sociali (dipendenze, salute mentale, detenzione, immigrati, senza fissa dimora ed altro); servizi ed interventi previsti dal Reg. reg. 4/2007 s.m.i. in favore di persone con disagio determinato da disturbi psichici e/o patologie psichiatriche; gestione dei presidi di carattere locale.

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In tale ambito, l’assetto organizzativo del Servizio Socio-Educativo, composto da ventuno Assistenti Sociali di cui uno con funzioni di coordinamento e da due educatori professionali, è strutturato secondo un modello di tipo generalista, polifunzionale e trasversale.

Si configura quindi come servizio territoriale di base, la cui azione professionale, rivolta a tutti i cittadini del territorio municipale, “è connotata dalla multidimensionalità degli interventi (persona/ famiglia, organizzazione, comunità territoriale), da un approccio metodologico unitario, dall’integrazione socio-sanitaria e terzo settore, dall’interdisciplinarietà professionale 4”. Come definito dall’art. 47 della Legge Regionale della Puglia n. 19/2006 e dall’art. 86 del Regolamento Regionale n. 4/2007 il Servizio Sociale Professionale è “un servizio trasversale ai vari servizi specialistici, aperto ai bisogni di tutta la comunità, finalizzato ad assicurare prestazioni necessarie a prevenire, ridurre e/o rimuovere situazioni problematiche o di bisogno sociale dei cittadini”. L’accesso dei cittadini al servizio, disciplinato dal Regolamento comunale per l’accesso al sistema integrato dei servizi e degli interventi sociali, con la valutazione della domanda e la presa in carico da parte degli operatori sociali e l’attivazione degli interventi e delle opportune risorse, avviene senza differenziazione per target o situazioni problematiche con una gestione unitaria dei bisogni e una ripartizione per tipologie di intervento.

L’organizzazione del lavoro del servizio prevede un’allocazione omogenea dei processi di lavoro, delle linee di attività e di funzioni dirette alla flessibilità operativa, all’integrazione e coordinamento delle professionalità, competenze e responsabilità con l’assegnazione dei casi per lettera e territorialità (ex III ed ex VI Circoscrizione) sia in riferimento agli invii degli sportelli di Segretariato Sociale e Porta Unica d’Accesso (PUA), che di quelli del Pronto Intervento Sociale (PIS) e di enti terzi (Tribunale Ordinario, Tribunale per i Minorenni, Scuole, ecc.). La presa in carico dei casi per gli Assistenti Sociali afferisce a tutte le aree di intervento.

Per quanto riguarda gli educatori professionali, invece, l’area di intervento di riferimento è quella relativa a Minori e Famiglie con attività finalizzate alla promozione e tutela della persona e della diversità, attraverso interventi e progetti educativi con obiettivi educativo/relazionali in un contesto di partecipazione e recupero alla vita quotidiana, per la prevenzione e/o la riduzione del disa-

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gio e dello svantaggio, per la cura della persona ed il positivo inserimento o reinserimento psicosociale dei soggetti in difficoltà. Nello specifico le azioni del servizio educativo sono indirizzate alla prevenzione della dispersione scolastica e del disagio dei minori con interventi in rete con le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado ed elaborazione di un progetto pedagogico personalizzato, al supporto alle famiglie con particolare attenzione alla qualità delle relazioni intrafamiliari, all’integrazione ed inclusione sociale dei minori con disabilità.

L’assegnazione dei casi e il monitoraggio dei carichi di lavoro vengono effettuati, su incarico del dirigente, dalla coordinatrice che svolge funzioni di raccordo tra la direzione ed il Servizio SocioEducativo e di coordinamento delle attività degli operatori relativamente alle aree di intervento, nonché della conduzione delle riunioni, delle commissioni e dei gruppi di lavoro. Ha, inoltre, funzioni di supporto tecnico agli organi di governo municipale (Presidente, Commissioni Consiliari) per la predisposizione della programmazione sociale territoriale ed è responsabile dell’attività di progettazione e verifica dei singoli progetti. Cura la comunicazione e il raccordo con gli enti pubblici e privati, le organizzazioni, associazioni in ambito territoriale per la collaborazione e lo sviluppo della rete e progetti di comunità.

All’interno del servizio sono previste le referenze per area d’intervento quali funzioni di collegamento con la direzione e la coordinatrice e punti di riferimento per il gruppo degli operatori relativamente ai servizi afferenti alle aree assegnate.

Il servizio lavora in stretto raccordo con il PIS, servizio gestito in appalto, che opera 24 ore su 24 per le situazioni di emergenza/ urgenza sociale attivando interventi tempestivi di sostegno alle persone in condizioni di fragilità con il successivo invio al Municipio per la presa in carico da parte degli operatori sociali. Particolare importanza, inoltre, assume la collaborazione tra il Servizio Sociale e gli operatori del Segretariato Sociale e della Porta Unica d’Accesso (PUA), servizi gestiti in appalto, i cui sportelli sono ubicati rispettivamente presso la sede del Municipio e del Distretto Socio-Sanitario (Protocollo d’intesa Comune/ASL BA), al fine di garantire l’unitarietà e la riduzione delle disuguaglianze nell’accesso ai servizi e il diritto dei cittadini, con particolare attenzione a chi è in maggiore difficoltà e necessita di più aiuto, ad una compiuta informazione, orientamento ed accompagnamento. Tanto per facilitare l’incontro tra i bisogni e le risposte

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e promuovere l’autonomia e la consapevolezza nelle scelte delle persone.

“Un progetto di accompagnamento” volto al superamento della situazione di difficoltà, disagio e marginalità che, dalla valutazione della domanda alla presa in carico delle persone/famiglie e realizzazione degli interventi, ha come denominatore comune e guida per il servizio sociale i diritti umani e sociali e il loro ripristino5.

Nel quadro complessivo delle competenze e nell’ambito del mandato istituzionale e degli obiettivi strategici e dei servizi previsti dal Piano di Zona, il Servizio Sociale svolge la propria attività lavorativa “con autonomia tecnico-professionale e di giudizio in tutte le fasi dell’intervento sociale, per la prevenzione, la tutela, il sostegno e recupero di persone, famiglie, gruppi e comunità in situazioni di bisogno e di disagio (art. 1 comma 1 Legge 84/1993)”.

Nella gestione del caso (case management) gli Assistenti Sociali, con un approccio globale ed unitario e nel rispetto dell’autodeterminazione della persona, dopo un’attenta fase conoscitiva e analizzando insieme alla persona la natura e le cause della situazione-problema, elaborano con la sua partecipazione un progetto di superamento del disagio mettendo in rete tutte le possibili risorse.

Gli operatori sociali assumono pertanto un ruolo di raccordo e coordinamento in un set di aiuto integrato, multidimensionale e interprofessionale che vede la partecipazione di differenti operatori, di servizi pubblici (ASL, Scuola) del terzo settore e volontariato, delle risorse della rete primaria di sostegno, ognuno con proprie competenze e responsabilità. Nel processo di aiuto riveste particolare importanza l’integrazione sociosanitaria e la collaborazione con i servizi della ASL (medico di medicina generale, pediatra, consultorio familiare, neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, centro di salute mentale, Ser.D, riabilitazione).

Le azioni del servizio sociale nelle diverse forme di intervento in un continuo rimando da una dimensione all’altra e in una continua promozione dei diversi interlocutori, dalle persone/famiglie alla comunità, all’istituzione/organizzazione sono dunque orientate verso le molteplici e complesse transazioni tra le persone e il loro ambiente con l’obiettivo di accompagnare e sostenere la realizzazione personale e la partecipazione attiva della comunità locale.

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In questa direzione il lavoro del servizio è volto ad una continua conoscenza del territorio e alla costruzione di reti e progetti partecipati contribuendo così alla promozione di una cultura della solidarietà e dell’inclusione sociale e allo sviluppo della comunità locale e dei diritti di cittadinanza per il miglioramento della qualità della vita individuale e collettiva.

3.2

l a stoR ia del peRcoR so di cambiamento

Il percorso di cambiamento organizzativo del Servizio Socio-Educativo e l’avvio della ricerca-azione – con l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio e degli interventi e di dare risposte adeguate ai bisogni complessi e diversificati delle persone – si muovono all’interno del Municipio 2, formato dai quartieri Poggiofranco, Picone, Carrassi, San Pasquale e Mungivacca. Il territorio municipale con 92.996 abitanti su una popolazione comunale di 322.316 abitanti al 31.12.2019, costituisce il secondo più popoloso tra i cinque municipi della città di Bari.

L’istituzione dei cinque Municipi, quali “particolare e più accentuata forma di decentramento di funzioni e di autonomia organizzativa e funzionale” ed il contestuale accorpamento delle nove Circoscrizioni, attuati nel 2014 dal Comune di Bari nell’ambito della riforma del sistema di decentramento previsto dall’art. 3 comma 3 dello Statuto Comunale nel quadro della costituenda Città Metropolitana (Delibera C.C. n. 5 del 24.03.2014), hanno rappresentato uno snodo cruciale nell’evoluzione istituzionale, organizzativa e professionale del Servizio Socio-Educativo, ponendolo di fronte ad una grande sfida: costruire una storia comune.

In tal senso, il complesso processo di accorpamento tra i due territori circoscrizionali, quello dell’ex III Circoscrizione (PiconePoggiofranco) e quello dell’ex VI Circoscrizione (Carrassi-San Pasquale-Mungivacca) ha visto l’impegno degli operatori teso al riconoscimento ed integrazione delle storie, delle persone, delle professionalità, delle risorse esistenti, nella consapevolezza che l’unificazione territoriale non può essere la semplice somma delle stesse.

Il lungo e graduale percorso di integrazione in continuo divenire e non scevro da problemi, conflitti, resistenze, ha interessato nelle diverse fasi tutto il personale amministrativo e tecnico del

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Con lucido pragmatismo, metodo scientifico e altrettanto rigore metodologico, questo libro affronta il tema dell’organizzazione del lavoro in una pubblica amministrazione, occupandosi della ricerca di un metodo di lavoro e dell’attivazione di strumenti per migliorare tutto il ciclo organizzativo.

È la descrizione di un percorso continuo verso l’evoluzione dei servizi forniti agli utenti, del miglioramento e la riorganizzazione del lavoro degli operatori del Servizio Sociale Territoriale del Municipio 2 del Comune di Bari, con una preziosa collaborazione dell’Università di Bari – Dipartimento di Scienze Politiche/Scienze del Servizio Sociale –, che ha permesso di trattare l’argomento del cambiamento organizzativo conducendo l’intero percorso in maniera scientifica: un processo lungo oltre due anni che ha portato ad un continuo movimento dell’organizzazzione per migliorare il servizio e il lavoro degli operatori. Il libro mette inoltre a disposizione del lettore strumenti operativi, griglie, questionari di rilevazione, formule di pesatura dei carichi di lavoro, indici di misurazione di casi trattati dal servizio e linee guida, utili a chi vorrà seguire le orme di questa esperienza pionieristica.

Ri-organizzare è innanzitutto destrutturare un metodo, un protocollo operativo, una consuetudine, una parte d’identità cristallizzata per ricercare il senso più autentico di un’identità di comunità professionale che, liberata dal peso degli automatismi, dialoga con la pubblica amministrazione per trasformarla.

ISBN 978-88-6153-965-5

Euro18,00

9 788861 539655

(I.i.)

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