Uffabaruffa, come sei buffa! Una fiaba per conoscersi ed essere felici

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Annamaria Gatti ISBN 978-88-6153-891-7

Euro 14,00 (I.i)

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788861

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Uffabaruffa, come sei buffa!

Laura Cortini, illustratrice, lavora per il teatro, la didattica scolastica e l’editoria. Insegna colore e tecniche pittoriche presso la Scuola internazionale di Comics di Roma. Ha tre figli e tra i momenti più belli che ha passato con loro, ci sono quelli dedicati alle letture condivise di storie e albi illustrati. È grata ad Uffabaruffa che è stato uno dei suoi primi lavori e ad Annamaria per averla creata così vera, semplice e simpatica. È emozionata al pensiero che tornerà a colorare l’immaginario di nuovi bambini con le sue avventure e i suoi amici!

Uffabaruffa è una strega un po’ pasticciona ma simpatica, buona come un gelato al pistacchio, sempre pronta ad aiutare gli altri. Ma ha un problema, si chiama: scuola. A lei la stregoneria non interessa proprio. Preferisce giocare sulla spiaggia e volare con la sua scopa brontolona. Ama i bambini, si intenerisce di fronte alla natura, adora i vestiti stravaganti e buffi e, nella sua “borsaportatuttoquelcheserve”, la cioccolata non manca mai. Finché un giorno i suoi amici le fanno scoprire se stessa: allora sì che si impegna, studia addirittura, fino ad essere una fata che trasforma tutto ciò che è grigio e serio in colore e in gioco.

edizioni la meridiana

Annamaria Gatti scrive da molti anni favole e tanto altro per imparare e condividere i pensieri, i bisogni, gli sguardi e i sogni dei bambini. Incontrarli ed entusiasmarsi con loro per le scoperte e il mondo infinito della fantasia, le rende la vita decisamente migliore. Quindi continuerà a raccontare, per invitare tutti gli adulti a credere che i bambini sono il nostro tesoro e che, stando con loro e ascoltandoli, si potrà essere davvero il loro presente, attento e responsabile. Con la meridiana ha pubblicato Io amo la scuola (2018, insieme a A. Giarolo) e Mirta si fida (2020, insieme a E.M. Basili).

ANNAMARIA GATTI Illustrazioni di Laura Cortini

ffabaruffa Ucome sei buffa! Una fiaba per conoscersi ed essere felici

edizioni la meridiana p a r t e n z e


Annamaria Gatti

UFFABARUFFA COME SEI BUFFA!

Una fiaba per conoscersi ed essere felici

Illustrazioni di Laura Cortini Prefazione di Bruno Cantamessa

edizioni la meridiana p a r t e n z e


Indice Ai lettore di tutte le età di Bruno Cantamessa ................................ 7 Uffabaruffa, come sei buffa! ................... 9 VUOI GIOCARE CON ME? ........................... 45 Per conoscere se stessi e accrescere l'autostima ............................................ 47 Per superare i pregiudizi, accogliere tutti, saper scegliere ............................. 59 Per rinforzare empatia e resilienza ...... 67 Ringraziamenti ........................................ 77



Ai lettori di tutte le età di Bruno Cantamessa

Uffabaruffa è giovane, esuberante, un po’ pasticciona ma simpatica, buona come un gelato al pistacchio, concreta, piena di voglia di vivere e sempre pronta ad aiutare gli altri, sa quello che vuole e lo vuole con determinazione. Un pizzico di timore è compensato da manciate di candida sfrontatezza. Eppure ha un problema, si chiama: scuola. Certo, Uffabaruffa si è diplomata (ma che fatica!) strega di terza categoria, però a lei la stregoneria non interessa proprio. Preferisce giocare sulla spiaggia e volare con la sua scopa brontolona. Uffabaruffa ama i bambini, si intenerisce di fronte alla natura, adora i vestiti stravaganti e buffi, e nella sua “borsaportatuttoquelcheserve” la cioccolata non manca mai. Finché un giorno i suoi amici le fanno scoprire se stessa: allora sì che si impegna, studia addirittura, fino ad essere una fata che trasforma tutto ciò che è grigio e serio in colore e in gioco. Non è il trionfo dell’infantilismo, ma del bambino che vive in ciascuno di noi.



Uffabaruffa, come sei buffa! C’era una volta una giovane strega un po’ paffutella, che portava grandi occhiali da sole su un bel naso a patata. Dal cappellone a cono, buio come la notte, scappavano qua e là capelli così dritti che parevano spaghetti. Veramente il suo abbigliamento era un po’ strano, perché sotto il grembiulone nero portava un costume a righe variopinte che si sarebbe potuto definire simpatico, se non le avesse dato l’aspetto di carcerata in vacanza. Inoltre, anziché portare la solita bacchetta stregata, si infilava nell’enorme tascone del grembiule degli arnesi strani per una strega: una paletta verde, un secchiello da spiaggia, setaccio e formelle per giocare con la sabbia e costruire grandi castelli merlati. Ogni giorno, infatti, che ci fosse neve, tempesta, vento, pioggia o grandine, se ne andava al mare a giocare, anziché imparare sempre nuove stregonerie e malvagità. Aveva anche la strana abitudine di esclamare “uffabaruffa!” quando si trovava nei guai o era superfelice, anziché “accidenti!” o “mondo bistecca!”.

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Così tutti finirono col chiamarla

Come tutte le streghe appena promosse in terza categoria, Uffabaruffa doveva possedere una scopa magica; con questo importantissimo strumento avrebbe potuto spostarsi velocemente e attuare le sue magie. Uffabaruffa aveva manifestato alla sua maestra il desiderio di ricevere, come regalo per la promozione a strega di terza categoria, non una scopa, bensì un bell’elicottero accessoriato, in modo da poter trasportare il suo materiale da lavoro (così chiamava secchielli, palette e setacci...). Da quel giorno, Uffabaruffa venne controllata e sospettata di avere qualche rotella fuori posto, ovvero di non essere una strega “come si deve”. Poi però, per prudenza, non aveva più accennato a quell’insano desiderio tanto umano di possedere un elicottero e le altre streghe avevano finito per ritenerla solo una giovane strega un po’ stravagante. Ma Uffabaruffa aveva bisogno di una scopa che potesse condividere con lei la passione per il mare e la spiaggia. Inoltre, indaffarata com’era, sperava che la scopa se la cavasse anche nelle pulizie di casa e

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sapesse preparare gustosi pranzetti e profumati budini al cioccolato, la vera passione della golosa Uffabaruffa. Non era facile trovare una scopa così comprensiva e accondiscendente. Infatti, dopo qualche tempo, dovette confessare alla strega maestra la fuga della terza scopa affidatale dal Gran Consiglio delle streghe: “Le avevo chiesto di prepararmi un abbondante piatto di patatine, ma la scopa, arrabbiatissima, ha scatenato una tempesta, lì in casa. Forse non era contenta di quanto le chiedevo di fare per me...!? Così non l’ho più vista. E sono di nuovo senza scopa magica. Che posso fare?”

La strega maestra con un gesto sconsolato nascose il viso fra le mani e commentò: “La prima scopa se n’è andata dopo che per due giorni le hai fatto trasportare secchi d’acqua per costruire un castello di sabbia. La seconda, esperta in alta magia nera, si è ritrovata a lavare pavimenti e arnesi da... spiaggia. Cara Uffabaruffa, se chiedo al Gran Consiglio un’altra scopa per te, credo che sarai cacciata dal regno delle streghe... Perciò, trovati una scopa adatta a te e non importunarmi più!”

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Era esasperata: quell’allieva era veramente impossibile, meglio disfarsene... Grattandosi la testa e arruffandosi i capelli già non troppo ordinati, Uffabaruffa meditò senza troppa convinzione, sul da farsi: doveva trovare la scopa magica senza l’aiuto di nessuno. Questo non è facile nel regno delle streghe, dove le scope sono oggetti assai preziosi. E non poteva chiedere aiuto a nessuna collega, altrimenti si sarebbero risaputi i pasticci che aveva combinato. Pensò a lungo, poi decise che avrebbe attraversato la Falsa Foresta e sarebbe andata a cercare la scopa nel mondo degli uomini. Sapeva che il viaggio sarebbe stato avventuroso, poiché la Falsa Foresta c’era proprio perché nessun essere umano potesse entrare nel regno delle streghe. Ed era popolata di pericoli, di trabocchetti e di spiritelli dispettosi e intriganti. Grazie però ad una buona dose di coraggio e ad un’altrettanta dose di ingenuità, Uffabaruffa superò le difficoltà che incontrò sul suo cammino. Trovò anzi l’aiuto degli spiritelli dispettosi che la credevano in procinto di operare chissà quali cattiverie nel mondo degli uomini, dove arrivò proprio l’ultimo giorno di Carnevale. Nel paese, arrampicato su un colle aspro e roccioso, era giorno di festa e di mercato; tutti i negozi sfavillavano di luci e la gente si preparava alla sfilata

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di Carnevale gironzolando per le strade principali con i travestimenti più fantasiosi. Tutto ciò capitava a proposito per Uffabaruffa, che così passò inosservata: sembrava una ragazza travestita da strega! “Gli uomini sono proprio degli originali – pensò la strega –, ma mi piacciono: me li avevano descritti in modo così diverso alla scuola delle streghe! Ora, però, devo trovarmi una scopa che faccia al caso mio!”

Il supermercato della piazza centrale traboccava di scope di tutti i tipi, ma nessuna aveva l’inconfondibile “linea” della scopa da strega. Frugò affannosamente in tutti i negozi del paese, finché arrivò nel bel mezzo del mercato, dove, su una bancarella, trovò quello che cercava: una bella scopa di saggina con un robusto manico di legno. Era l’ideale per una strega. L’afferrò soddisfatta; ma ecco che un omone, con un fazzoletto nero e rosso al collo e col volto nascosto da una folta barba corvina, prese Uffabaruffa per il collettone e le ordinò: “Posa la mia roba, ladruncola! Oppure: fuori i soldi!”

Arrossendo tutta, e senza sapere perché mai l’omaccione ce l’avesse con lei, Uffabaruffa, tremante, balbettò: “Soldi?! Co... cosa sono i soldi?”

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Vuoi giocare con me?

Ciao lettrice o lettore,

sognatrice o sognatore, sono Uffabaruffa e mi piacerebbe tantissimo giocare con te!




Per conoscere se stessi e accrescere l'autostima


1

Come vedi Uffabaruffa?

Io facevo fatica a vedermi strega, desideravo un altro tipo di abbigliamento, altre attivita' e altre esperienze. Avevo un cuore differente dalle altre streghe. Ora mi interessa molto il tuo parere... E poi quello che dicono di me, non sempre e' vero: attenzione! Ti è piaciuta Uffabaruffa?

E soprattutto perché?

No

Abbastanza

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Com'e'Uffabaruffa fuori? Scegli la risposta corretta mettendo una X su "V" (VERO) oppure su "F" (FALSO). È altissima e magrissima

V

F

È vestita sempre in tuta blu

V

F

Porta un cappellaccio nero e occhiali da sole

V

F

Ha capelli ricci e cortissimi

V

F

Porta simpatiche scarpe gialle

V

F

Sotto il grembiulone nero ha un bel costume variopinto

V

F

Ha un tascone sul grembiule che chiama “borsaportatuttoquelcheserve”

V

F

Viaggia su un elicottero accessoriato

V

F

Vola su una scopa che stava per essere distrutta perché era vecchia

V

F

Alla fine della storia il suo cappello è coperto di stelle

V

F

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Per superare i pregiudizi, accogliere tutti, saper scegliere


2

Un'amica divertente

Ho un grosso problema, puoi aiutarmi? La mia scopetta magica ha sostituito ben nove parole, per divertirsi. Prova a leggere e non ridere troppo pero'!

Il Gran Consiglio era formato dalle patate più cattive ed era presieduto da Presente la strega più vanitosa di un salvagente. Appena vide la fatina dai capelli turchini Pungente scoppiò in una raccapricciante risata. “Eccoti qui, ti aspettavamo, vero paperette? Non è facile convincerti che una perfetta strega deve essere rapata. I tuoi pasticci continuano a sciogliere il gelato di tenerezza.”

62 - GUIDA DIDATTICA - SCHEDE



Annamaria Gatti ISBN 978-88-6153-891-7

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Uffabaruffa, come sei buffa!

Laura Cortini, illustratrice, lavora per il teatro, la didattica scolastica e l’editoria. Insegna colore e tecniche pittoriche presso la Scuola internazionale di Comics di Roma. Ha tre figli e tra i momenti più belli che ha passato con loro, ci sono quelli dedicati alle letture condivise di storie e albi illustrati. È grata ad Uffabaruffa che è stato uno dei suoi primi lavori e ad Annamaria per averla creata così vera, semplice e simpatica. È emozionata al pensiero che tornerà a colorare l’immaginario di nuovi bambini con le sue avventure e i suoi amici!

Uffabaruffa è una strega un po’ pasticciona ma simpatica, buona come un gelato al pistacchio, sempre pronta ad aiutare gli altri. Ma ha un problema, si chiama: scuola. A lei la stregoneria non interessa proprio. Preferisce giocare sulla spiaggia e volare con la sua scopa brontolona. Ama i bambini, si intenerisce di fronte alla natura, adora i vestiti stravaganti e buffi e, nella sua “borsaportatuttoquelcheserve”, la cioccolata non manca mai. Finché un giorno i suoi amici le fanno scoprire se stessa: allora sì che si impegna, studia addirittura, fino ad essere una fata che trasforma tutto ciò che è grigio e serio in colore e in gioco.

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Annamaria Gatti scrive da molti anni favole e tanto altro per imparare e condividere i pensieri, i bisogni, gli sguardi e i sogni dei bambini. Incontrarli ed entusiasmarsi con loro per le scoperte e il mondo infinito della fantasia, le rende la vita decisamente migliore. Quindi continuerà a raccontare, per invitare tutti gli adulti a credere che i bambini sono il nostro tesoro e che, stando con loro e ascoltandoli, si potrà essere davvero il loro presente, attento e responsabile. Con la meridiana ha pubblicato Io amo la scuola (2018, insieme a A. Giarolo) e Mirta si fida (2020, insieme a E.M. Basili).

ANNAMARIA GATTI Illustrazioni di Laura Cortini

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