Regie Sinfonie 2015—2016

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dieci anni di regie sinfonie — Decima edizione di Regie Sinfonie: la stagione di musica barocca di Torino celebra nel 2015 — 2016 il suo primo importante traguardo, dieci anni in compagnia di pubblico e artisti eccezionali, più di cento concerti di musica sublime, dalle pagine più celebri del XVII e XVIII secolo alle prime esecuzioni moderne di veri e propri capolavori ormai dimenticati che, grazie a Regie Sinfonie, sono tornati alla luce. Sarebbe davvero impossibile citare uno per uno i musicisti che hanno contribuito con la loro arte alla piena riuscita di questa manifestazione: ai solisti e ai gruppi ospitati in queste dieci edizioni vada il nostro più sentito ringraziamento per la grande occasione estetica e culturale che ci hanno offerto. Ma il ringraziamento più grande va a tutti i Musici di Santa Pelagia, che con costanza, impegno e dedizione hanno prodotto in questi anni concerti di altissimo livello, nonostante le difficoltà che il contesto finanziario generale e la sensibile contrazione di risorse pubbliche hanno generato. Sono loro, i nostri musicisti, i principali artefici della riuscita della manifestazione. La decima edizione vuole concentrarsi su quattro diversi aspetti della musica barocca europea e su tre aree geografiche, per sviluppare in profondità i programmi e gli autori eseguiti. Questa visione organica della programmazione sarà ulteriormente approfondita nelle prossime due edizioni di Regie Sinfonie e garantirà una continuità di programmazione che accompagnerà il pubblico ad una scoperta consapevole ed informata della musica barocca. Ecco quindi i focus di Regie Sinfonie: Forme e persone: — la musica sacra inedita italiana del XVII secolo — il grande repertorio francese del XVIII secolo — la sonata per violino e clavicembalo in J.S. Bach e W.A. Mozart — la forma dell’oratorio, dell’intermezzo e della serenata come teatro senza teatro Luoghi: — Venezia e la repubblica dei Dogi — Parigi e la corte di Versailles — Le corti tedesche di principi, vescovi, re e imperatori


Oltre alla linea grafica e alla comunicazione, completamente rinnovate, Regie Sinfonie vuole offrire al pubblico di più: per alcuni concerti ci sarà la possibilità di partecipare al backstage, la preparazione finale degli artisti e dei loro strumenti pochi minuti prima dell’esibizione, mentre per altri concerti il divertimento sarà rivolto ai più giovani, bambini e ragazzi, con attività musicali che comprenderanno tutta la famiglia e laboratori didattici che presenteranno gli strumenti protagonisti dell’esecuzione. Con queste premesse e con il calore che il pubblico garantirà a tutti i concerti, Regie Sinfonie sarà un’esperienza esaltante, ricca di emozioni e musica fantastica: i Musici di Santa Pelagia sono pronti, e voi? Alessandro Baudino — direttore artistico


regione piemonte — Nel corso degli anni, sono andate crescendo e affermandosi proposte artistiche di qualità che hanno vivacizzato l’offerta di località grandi e piccole, tratteggiando un palinsesto sempre più ampio di preziose occasioni di fruizione. Oggi la composita offerta culturale rappresenta ormai un fattore di caratterizzazione del Piemonte, riconosciuto a livello nazionale e internazionale, nonché una fonte di opportunità di sviluppo turistico. I concerti di questa decima stagione di musica antica de I Musicisti di Santa Pelagia costituiscono un importante tassello nel mosaico delle proposte che la città di Torino e il territorio piemontese offrono agli appassionati delle diverse espressioni dell’arte musicale. La realizzazione di un calendario di appuntamenti capace di intrecciare differenti proposte musicali di qualità, sottolinea anche quest’anno la vocazione internazionale della stagione di Regie Sinfonie e l’immutata qualità dei professionisti. Nell’assolvere al proprio compito di promozione della cultura, la Regione Piemonte svolge un ruolo di interlocutore nei confronti del molteplice panorama di realtà che animano la scena musicale regionale, fonte primaria di un ricco calendario di iniziative sul territorio ed espressione tangibile del dinamismo piemontese nel settore. Il credito che in questi anni questa rassegna ha sempre ottenuto, continua ad essere motivo dell’interesse dimostrato dalla Regione Piemonte, che conferma anche per questa stagione, il suo sostegno. Antonella Parigi — assessore alla cultura e al turismo



calendario — — 3 ottobre Palazzo Barolo

Trascrizione continua I Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero — direzione

— 24 ottobre Palazzo Barolo

Il violino di Johann Sebastian Bach Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — clavicembalo

— 7 novembre Arciconfraternita della Misericordia

Il Re Sole si è spento I Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero — direzione

— 21 novembre Palazzo Barolo

Il Suono della Storia Noelia Reverte Reche — viola da gamba Mario Stefano Tonda — virginale

— 12 dicembre Arciconfraternita della Misericordia

In Nativitate Domini Canticum I Musici di Santa Pelagia Giuseppe Maletto — direzione

! 2015


! 2016

— 23 gennaio Palazzo Barolo

Italiani in Francia, francesi in Italia Accademia del Ricercare Vittoria Panato + Manuel Staropoli + Antonio Fantinuoli + Claudia Ferrero

— 13 febbraio Palazzo Barolo

Il violino di Wolfgang Amadeus Mozart Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — pianoforte

— 12 marzo Arciconfraternita della Misericordia

Venezia e la Cappella di San Marco Cantica Symphonia Giuseppe Maletto — direzione

— 16 aprile Palazzo Barolo

Tesori sommersi I Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero — direzione

— 7 maggio Chiesa di Santa Pelagia

Ascensio Domini Ensemble Euridice Massimo Lombardi — direzione

— 28 maggio Palazzo Barolo

Concerto di chiusura I Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero — direzione


musica sacra italiana inedita — Il repertorio sacro italiano del Seicento e del primo Settecento è una miniera di composizioni molto interessanti che giacciono negli archivi e nelle biblioteche di tutta la penisola: il mercato discografico, soprattutto internazionale, richiede sempre più questo tipo di repertorio che risulta quasi inesplorato e può dare modo a giovani artisti di dimostrare appieno le loro potenzialità. Il 12 marzo 2016 si vorrà dare spazio alla musica veneziana del primo Seicento con un concerto dei Cantica Symphonia diretti da Giuseppe Maletto: con la Messa in Illo Tempore di Claudio Monteverdi e i mottetti di Andrea Gabrieli si vorranno ricordare questi autori centrali per lo sviluppo della musica del XVII secolo. L’Ensemble Euridice, diretto da Massimo Lombardi, ripercorrerà il 7 maggio 2016 nella chiesa di Santa Pelagia, la musica di Claudio Monteverdi, attraverso opere sacre dei due tra i massimi compositori del tempo.


musica francese del XVIII secolo — La musica francese del XVIII secolo è sicuramente tra i cardini fondamentali della storia della musica, base e ispirazione per il resto del mondo: il gusto francese caratterizza infatti numerose composizioni di autori celebri da Bach a Haendel, Telemann e Mozart e la predilezione per la musica da danza (generatrice della suite orchestrale) e per il clavicembalo in particolare suggerirà a numerosi compositori pagine uniche. La città di Torino e Palazzo Barolo (sede della maggior parte dei concerti e casa di Giulia Falletti di Barolo, già Juliette Colbert) hanno poi un legame e una predilezione per la cultura e la società francese, così connessa con quella sabauda e così radicata in tutti gli strati della popolazione, che risulta quasi scontato avere tra le linee guida del triennio un omaggio al paese d’Oltralpe. Nel corso della stagione 2015/2016 saranno numerosi i concerti di musica francese, ad iniziare dal concerto del 7 novembre 2015, dove I Musici di Santa Pelagia eseguiranno il De Profundis di Michel Richard De Lalande e le Meditations pour la Carême di Marc-Antoine Charpentier, tra i principali autori della corte di Luigi XIV, di cui ricorre nel 2015 il terzo centenario della morte. Il De profundis in particolare è stato eseguito durante le esequie del Re Sole ed offre uno spunto di analisi interessante della musica sacra francese del primo Settecento. Il 12 dicembre 2015 il tradizionale concerto natalizio vedrà i Musici di Santa Pelagia cimentarsi nell’oratorio In Nativitate Domini canticum e nella Messe de Minuit di Marc-Antoine Charpentier: sotto la direzione di Maurizio Fornero il nutrito gruppo vocale e strumentale eseguirà alcune tra le più celebri pagine di musica natalizia francese, accompagnando solisti specializzati in questo repertorio. L’Accademia del Ricercare infine presenterà il 23 gennaio 2016 un programma dal titolo Italiani in Francia, francesi in Italia: il gruppo torinese offrirà un ulteriore spunto di analisi sul rapporto tra stile italiano e francese, attraverso i viaggi e le composizioni dei più celebri compositori dei due paesi.


ciclo bach + mozart — Il percorso che vuole analizzare le maggiori composizioni scritte per un particolare organico strumentale si articolerà in un ciclo triennale di concerti intitolato Bach + Mozart, tutti interpretati dalla spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino Roberto Ranfaldi, accompagnato al clavicembalo dal direttore dei Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero: il duo, che ha al proprio attivo numerosi concerti in formazione cameristica e in orchestra, proporrà l’integrale delle sonate per violino e clavicembalo e alle partite per violino solo di Johann Sebastian Bach (sei sonate e sei partite) e l’integrale delle 16 sonate per violino e pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart. Anche in questo caso il pubblico avrà così la visione d’insieme di un repertorio così intimo e intenso, entrato a far parte della storia delle arti: i due appuntamenti in cartellone nella stagione 2015/2016 saranno il 24 ottobre 2015 e il 13 febbraio 2016.


teatro senza il teatro — La quarta tematica vuole in certo modo completare l’offerta artistica dei Musici di Santa Pelagia della stagione e proietta l’orchestra verso gli anni successivi riscoprendo le forme teatrali secondarie dell’intermezzo, della serenata e dell’oratorio. I Musici di Santa Pelagia vogliono infatti riscoprire le più importanti forme del Settecento rivalutando le più belle partiture conservate nel fondo musicale dell’Accademia Filarmonica di Torino, che custodisce veri e propri tesori del teatro settecentesco. Le grandi pagine delle opere serie dei compositori più importanti conservate nel fondo sono accostate a forme teatrali più semplici e di durata più contenuta che hanno al proprio interno tutte le caratteristiche tipiche del teatro buffo settecentesco; anche gli oratori, al pari delle serenate e degli intermezzi, contengono in nuce prodromi teatrali molto evidenti. Gli autori che saranno presi in esame sono tra i maggiori del secolo, da Leonardo Leo a Niccolò Jommelli, Nicola Porpora, Baldassarre Galuppi e Antonio Salieri: il 16 aprile 2016 andrà in scena Il Mosè, ovvero Israele dissetata di Baldassarre Galuppi.


educational — Regie Sinfonie 2015 — 2016 ha previsto un calendario dedicato ai più giovani, con laboratori musicali che coinvolgeranno tutta la famiglia e faranno conoscere i protagonisti dei concerti, gli strumenti che saranno suonati in concerto. Gli appuntamenti avranno luogo a Palazzo Barolo tra le ore 17.30 e 19.30, in concomitanza di alcuni concerti in cartellone e saranno tenuti da alcuni degli interpreti con esperienze nella didattica musicale. Il primo appuntamento del 23 gennaio 2015 sarà incentrato sulla storia del flauto a cura di Manuel Staropoli. Il 13 febbraio 2016 Maurizio Fornero porterà i ragazzi a conoscenza dello sviluppo del pianoforte, mentre il 16 aprile 2016 il focus sarà sulla voce, a cura di Chiara Albanese, per concludere il 28 maggio 2016 con l’approfondimento sul violino a cura di Paola Nervi. I genitori che vorranno rimanere potranno partecipare insieme ai loro figli ai laboratori, per conoscere insieme il meraviglioso mondo della musica. Per partecipare a questi laboratori si potrà acquistare l’Abbonamento Famiglia che permetterà a tutta la famiglia (2 adulti e 1 o 2 bambini) di partecipare al laboratorio e al concerto, al costo eccezionale di 20 euro.


backstage — Questi appuntamenti propongono un dialogo tra gli artisti e il pubblico prima dei concerti segnalati in cartellone, rivelando le modalità di svolgimento delle prove e dell’approccio storicamente informato alla letteratura musicale. Gli appuntamenti di backstage — che si svolgeranno alle ore 20.00 — sveleranno gli ultimi preparativi dei musicisti e dei loro strumenti pochi minuti prima del concerto e permetteranno al pubblico di avere una maggiore conoscenza di ciò che si nasconde dietro l’esibizione. Questi incontri si inseriscono nell’impegno dei Musici di Santa Pelagia a sostenere gli artisti e a formare un pubblico consapevole attraverso lo scambio di esperienze ed emozioni.




3 ottobre — ore 21 Palazzo Barolo

Trascrizione continua Concerti per clavicembali di Johann Sebastian Bach

Johann Sebastian Bach 1685 — 1750 Concerto in fa minore per clavicembalo e orchestra BWV 1056 Senza indicazione di tempo — Largo — Presto Maurizio Fornero — clavicembalo Concerto in do maggiore per due clavicembali e orchestra BWV 1061 Senza indicazione di tempo — Adagio ovvero Largo — Fuga. Vivace Mario Stefano Tonda + Chiara Marcolongo — clavicembalo Concerto in re minore per tre clavicembali e orchestra BWV 1063 Senza indicazione di tempo — Alla Siciliana — Allegro Maurizio Fornero + Mario Stefano Tonda + Chiara Marcolongo — clavicembalo Concerto in la minore per quattro clavicembali e orchestra BWV 1065 Senza indicazione di tempo — Largo — Allegro

I Musici di Santa Pelagia Mario Stefano Tonda + Chiara Marcolongo + Federica De Marchi — clavicembalo Maurizio Fornero — clavicembalo e direzione Enrico Casazza — spalla Svetlana Fomina — violino Efix Puleo — violino Laura Bertolino — violino Magdalena Vasilescu — viola Nicola Brovelli — violoncello


trascrizione continua — Il Cantor Figuralis di San Tommaso a Lipsia è una carica prestigiosa nella Germania del XVIII secolo e prevede incarichi molto ampi e diversificati: oltre alla direzione della musica nelle quattro chiese principali della città, il Cantor deve scrivere settimanalmente nuove composizioni per le funzioni domenicali, gestire i rapporti e coinvolgere le altre compagini musicali cittadine, insegnare ai giovani ragazzi della scuola latina di San Tommaso il solfeggio, il canto figurato, la grammatica e la retorica, organizzare grandi eventi musicali per le più importanti feste dell’anno. Il trentottenne Johann Sebastian Bach è assunto dalla città di Lipsia nel maggio 1723 a seguito di un concorso pubblico: il compositore, già famoso per essere un grande virtuoso d’organo e per aver ricoperto incarichi di prestigio a Weimar e Cöthen, viene scelto non solo per la grande esperienza e per le ineguagliabili doti compositive, ma anche per l’abilità nella gestione dei grandi eventi pubblici che aveva dimostrato in passato. A pochi anni dalla sua elezione Bach si impone sulla vita musicale della città: capolavori quali i cicli annuali di cantate, gli oratori di Natale e di Pasqua, le grandi Passioni di Matteo e Giovanni hanno dimostrato il valore del compositore e garantito un’ottima reputazione con le autorità cittadine; nella primavera del 1729 viene così proposto a Bach di assumere la direzione del Collegium Musicum, prestigiosa compagine che raccoglieva i migliori virtuosi dell’università cittadina e che si incontrava nel Caffè Zimmermann: qui l’orchestra del Collegium eseguiva cantate profane e concerti strumentali composti dal proprio direttore. Bach ha quindi la possibilità di tornare a scrivere musica strumentale e fornisce al Collegium concerti ex novo o adattamenti di composizioni precedenti: questo è il caso dei concerti per uno o più clavicembali in programma, dove gli strumenti solisti originari (solitamente violino, flauto e oboe) sono sostituiti dai clavicembali, che probabilmente furono suonati dagli stessi figli maggiori di Johann Sebastian, il primogenito Wilhelm Friedemann e Carl Philipp Emanuel, virtuosi cembalisti. Il concerto per quattro clavicembali BWV 1065 invece non ricorre a composizioni precedenti dello stesso autore, ma si riferisce al concerto di Antonio Vivaldi per quattro violini tratto da L’estro armonico: Bach, che possedeva una copia dell’edizione olandese di questi concerti sin dalla gioventù, teneva in grande considerazione i concerti di Vivaldi e si ispirò a questi per le proprie composizioni, sfruttando in particolare la tipica gestione dei soli e dei tutti del concerto italiano.


24 ottobre — ore 21 Palazzo Barolo

Il violino di Johann Sebastian Bach Sonate per violino e cembalo concertato

Johann Sebastian Bach 1685 — 1750 Sonata Terza in mi maggiore a violino solo e cembalo concertato BWV 1016 Adagio — Allegro — Adagio ma non tanto — Allegro Partita Quinta in sol maggiore per clavicembalo BWV 829 Præambulum — Allemande — Corrente — Sarabande — Tempo di Minuetto — Passepied — Gigue Sonata Sesta in sol maggiore a violino solo e cembalo concertato BWV 1019 Allegro — Largo — Allegro — Adagio — Allegro

Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — clavicembalo


dialogo tra pari — Tra le composizioni da camera, la sonata per strumento e basso continuo è sempre stata per i compositori un utile veicolo di analisi e di studio delle potenzialità dello strumento melodico, ed è inoltre un terreno di prova e di studio per gli esecutori che, attraverso queste composizioni, affinano la tecnica e mettono in evidenza le loro qualità espressive. A queste ragioni estetiche si aggiungono motivazioni pratiche: il mercato editoriale, specie nei paesi tedeschi, è sempre affamato di nuove composizioni di varia difficoltà per il pubblico borghese che diletta la propria famiglia e gli ospiti con concerti ed accademie casalinghe. Non stupisce dunque che i principali compositori del XVIII secolo abbiano dedicato a questa forma una parte più o meno cospicua del loro catalogo: nel caso di Johann Sebastian Bach, infatti, l’attenzione per la pubblicazione di opere con un qualche fine didattico e destinate alla pubblicazione è molto alta ed accompagna almeno metà della vita del compositore, dagli anni di Cöthen a tutto il periodo di Lipsia. Le due sonate in programma appartengono agli anni Venti e alla permanenza di Bach alla corte calvinista del principe Leopold di Anhalt Cöthen, dove il compositore ebbe la possibilità di sospendere la scrittura di musica sacra per dedicarsi allo studio delle composizioni strumentali degli autori più importanti (primi fra tutti Corelli e Vivaldi) e alla composizione di musica da camera e di concerti strumentali. Bach si ispira proprio alle Sonate da chiesa in stile italiano per queste due composizioni che non richiamano le danze in voga in quegli anni, ma alternano movimenti lenti e veloci; la particolare scrittura di queste sonate non si limita però a riproporre lo schema consueto di strumento solista accompagnato da un semplice basso continuo che sostiene la linea superiore, ma indica fin dal titolo la pariteticità dei due strumenti — violino solo e cembalo concertato — che in effetti sviluppano un dialogo molto interessante lungo tutto lo sviluppo dell’opera. La Partita Quinta BWV 829 appartiene cronologicamente agli anni Trenta e ai prestigiosi incarichi che la città di Lipsia ha riservato a Bach: anche in questo caso la partita rientra in un più vasto progetto didattico ed editoriale, la Klavierübung, «dedicata ai dilettanti e particolarmente agli intenditori della stessa arte, per l’elevazione dello spirito», quattro volumi che raccolgono tra altre composizioni minori le sei partite per clavicembalo solo, il Concerto Italiano BWV 971 e le Variazioni Goldberg. Nella Partita Quinta si può notare l’influenza dello stile tastieristico francese nella successione dei movimenti che ripropongono le classiche danze della suite (allemanda, corrente, sarabanda e giga) precedute da un Praeambulum incisivo, un grazioso Minuetto e un marcato Passepied.


7 novembre — ore 21 Arciconfraternita della Misericordia

Il Re Sole si è spento

Musiche per le esequie di Luigi XIV Mottetti di Jean Michel De Lalande, Marc-Antoine Charpentier e André Campra

Marc-Antoine Charpentier 1643 — 1704 Méditations pour la Carême per hautecontre, taille, basse e basso continuo ** Desolatione desolata est terra H. 380 Sicut pullus hirundinis H. 381 Tristis est anima mea H. 382 Ecce Judas H. 383 Cum cenasset Jesus H. 384 Quarebat Pilatus dimittere Jesum H. 385 Tenebrae factae sunt H. 386 Stabat mater dolorosa H. 387 Sola vivebat in antris H. 388 Tentavit Deus Abraham H. 389 André Campra 1697 — 1764 Cum invocarem exaudit me Deus, motet à deux voix Psalme IV per due dessus e basso continuo Livre II 1699 * Michel Richard De Lalande 1657 — 1726 De profundis S. 23 per soli, coro e orchestra De profundis Fiant aures tuae intendentes Si iniquitates observaveris Domine Quia apud Te Sustinuit anima mea A custodia matutina Quia apud Dominum Et ipse redimet Israel


il Grand Motet e le Petites Méditations della musica francese — Da sempre le liturgie legate alla morte offrono molti spunti ai compositori per dimostrare la loro bravura e sono inoltre commissioni retribuite generosamente dai nobili committenti: le esequie solenni sono la dimostrazione estrema della potenza della famiglia, che non bada a spese nell’organizzare il rito funebre e ingaggia compositori e musicisti per ricordare il caro estinto. Nel caso delle liturgie che ricordano la Passione di Cristo, i riti che si concentrano nella Settimana Santa donano ai compositori testi estremamente interessanti da rappresentare musicalmente, con organico di qualunque dimensione. Il programma di questo concerto vuole presentare un esempio di musica eseguita durante le esequie di Luigi XIV, uomo potentissimo di cui ricorrono i trecento anni dalla morte, accostandolo alle Méditations pour la Carême di Marc-Antoine Charpentier, di concezione e natura completamente diverse. Michel Richard Delalande è il compositore di corte che scrive per il Re Sole e le sue funzioni religiose grandi mottetti polifonici per soli, coro e orchestra, con uno stile maestoso, senza cadere però nel manierismo e nell’ampollosità: il De Profundis alterna a sinfonie strumentali alcuni interventi solistici e corali molto solenni che sottolineano e amplificano il testo del salmo 129; scritto nel 1689, molti anni prima della morte di Luigi XIV, fu eseguito il 15 settembre 1715 durante una cerimonia funebre piuttosto dimessa, se rapportata allo sfarzo della corte di Versailles. Le Méditations pour la Carême furono invece scritte qualche decennio prima da Marc-Antoine Charpentier per un istituto religioso di cui si sono perse le tracce e utilizza un organico assai modesto (tre voci e basso continuo) per dieci brevi composizioni che alternano allo stile misurato del mottetto antico il dialogo tra i protagonisti della Passione di Cristo (Pietro, Pilato, Maddalena) in una forma quasi teatrale.

I Musici di Santa Pelagia Barbara Zanichelli — premier dessus * Karin Selva — deuxième dessus * Annalisa Mazzoni — hautecontre ** Alessandro Baudino — taille ** Matteo Bellotto — basse ** Andrea Nicolotti — basse

Svetlana Fomina — violino primo Efix Puleo — violino secondo Magdalena Vasilescu — viola Nicola Brovelli — violoncello Mattia Laurella — flauto Alberto Mattea — oboe Maurizio Fornero — organo e direzione


21 novembre — ore 21 Palazzo Barolo

Il Suono della Storia

Strumenti antichi tornano a vivere Concerto eseguito su una viola da gamba pardessus a 5 corde di Louis Guersan Parigi — 1737 e su un virginale di Johannes e Andreas Ruckers 1604 — per gentile concessione del Maestro Giuseppe Accardi

Marco Antonio Cavazzoni 1485 ca. — 1569 Madame vous avec mon cuor da Recerchari, motetti, canzoni Venezia — 1523 Marco Facoli 1540 ca.— 1585 Aria della Marchetta Saporita Aria della Comedia da Il secondo Libro d’Intavolatura Venezia — 1588 Giulio Caccini 1550 ca. — 1618 Amarilli mia bella da Le Nuove Musiche Firenze — 1602 Anonimo sec. XVII Aria di Fiorenza dal Ms. Chigi QIV 26 Girolamo Frescobaldi 1583 — 1643 Capriccio sopra Fra Jacopino Capriccio sopra la Battaglia dal Primo Libro di Toccate aggiunta — Roma — 1637 Bernardo Pasquini 1657 — 1710 Allemanda Aria con variazioni Ms. autografo fine sec. XVII


Louis Caix d’Hervelois 1670 — 1759 Suite en Sol majeur V Livre de pièces pour un pardessus Prelude Gay Aire Louré La la Fernay — Musette Lentement Premier Tambourin Deuxiem Tabourin Charles Dollé 1735 — 1755 Sonata III Oeuvre IV Adagio Aria gratioso Sarabanda Allegro ma non troppo Louis Caix d’Hervelois La Lestan — Chaconne V Livre de pièces pour un pardessus

Giuseppe Accardi — moderatore Noelia Reverte Reche — viola da gamba Mario Stefano Tonda — virginale


suoni di altri tempi — La dinastia dei Ruckers, famosi maestri cembalari di Anversa, è legata indissolubilmente alla diffusione del virginale nei paesi fiamminghi e d’oltremanica: nelle sue molteplici varianti, a volte noto in Italia come spinetta, è uno strumento a tastiera a corde pizzicate, esattamente come il clavicembalo. A differenza di quest’ultimo però il virginale è caratterizzato dall’avere piccole dimensioni, essendo uno strumento molto più maneggevole che spesso si suonava poggiato sopra un tavolo. Il motivo principale per cui il virginale occupa molto meno spazio del più ingombrante clavicembalo è dovuto al fatto che le corde corrono parallelamente alla tastiera, sebbene sempre sul piano orizzontale. Anche il suono tra i due strumenti tende a differenziarsi, più delicato del cembalo, in certi casi meno ricco di frequenze armoniche e registri ma più adatto ad un uso domestico, uso per cui fu diffusissimo in Inghilterra nel periodo elisabettiano ed oltre. Lo splendido strumento che eseguirà questo programma è stato fabbricato nel 1604 da Johannes Ruckers, figlio maggiore del capostipite della famiglia Hans. Il secondo protagonista del concerto è una viola da gamba del 1737 di Louis Guersan, un pardessus a 5 corde, ovvero lo strumento più acuto della famiglia delle viole da gamba: questo strumento, complice il suo suono acuto e cristallino ma allo stesso tempo morbido e avvolgente, era suonato soprattutto dalle donne, per dilettare gli ospiti dei salotti nobiliari. Come nel caso del virginale, anche il pardessus era spesso impiegato nelle esecuzioni domestiche di Hausmusik, pratica molto diffusa tra i nobili e i ricchi borghesi del XVIII secolo. Il programma sottolinea le particolarità degli strumenti attraverso composizioni di autori italiani e francesi appena precedenti o contemporanei agli strumenti scritte appositamente per questi strumenti: le arie cinquecentesche di Cavazzoni, Caccini e Frescobaldi in tipico stile italiano sono giustapposte a una suite e una sonata francesi per pardessus di Caix d’Hervelois e Dollé, principali compositori per questo tipo di strumento.


le sale dei concerti —

Palazzo Barolo " via delle Orfane 7 — Torino Tram 13 — 4 — 6 Bus 52 — 67 — 29 — 56

Chiesa di Santa Pelagia " via San Massimo 21 — Torino Tram 13 — 15 Bus 18 — 61 — 68 — 55 — 56

Arciconfraternita della Misericordia " via Barbaroux 39 — Torino Tram 13 — 4 — 6 Bus 52 — 67 — 29 — 56


12 dicembre — ore 21 Arciconfraternita della Misericordia

In Nativitate Domini Canticum Il Natale secondo Marc-Antoine Charpentier

Marc-Antoine Charpentier 1643 — 1704 In Nativitate Domini Canticum oratorio per soli, coro e orchestra H. 416 Praeludium Chorus Justorum Nuit Réveil des Bergers Chorus Pastorum [Recit de l’Ange] [Choeur] [Pastor] Marche des Bergers [Choeur] [L’Ange seule avec Choeur] Dernier Choeur Messe de minuit pour Nöel per soli, coro e orchestra H.9 Kyrie eleison Nöels sur les instruments H.534/3: Joseph est bien marié Christe eleison Nöels sur les instruments H.534/4: Or nous dites Marie Kyrie eleison Nöels sur les instruments H.534/6: Une Jeune Pucelle Gloria Credo Nöels sur les instruments H.531/2: Laissez paître vos bêtes [Nöels sur les instruments]: O Dieu que n’etois je en vie Sanctus Benedictus [Nöels sur les instruments]: À minuit fut fait un resveil Agnus Dei

Valentina Chirico — premier dessus Chiara Albanese — deuxième dessus Annalisa Mazzoni — hautecontre Alessandro Baudino — taille Dario Previato — basse Giuseppe Maletto — direzione

I Musici di Santa Pelagia Enrico Casazza — spalla Isabella Longo — violino Magdalena Vasilescu — viola Nicola Brovelli — violoncello Manuel Staropoli + Mattia Laurella — flauto Dana Karmon — fagotto Maurizio Fornero — organo


un Natale fuori dagli schemi — La concezione del governo e dello stato nella Francia del XVII e XVIII secolo è assolutamente centripeta: il fulcro di tutte le decisioni è rappresentato dal re, Louis XIV, celebre per aver coniato l’espressione «L’État c’est moi» e aver accentrato su di sé tutto il potere. Conseguenza della monarchia assoluta è lo sviluppo di una corte e di un apparato burocratico concentrato in un unico luogo, che possa gestire il governo della nazione ed essere controllato agevolmente dal monarca stesso. Il castello di Versailles e la città di Parigi si trasformano dunque nel cuore pulsante della nazione, dove si concentrano tutte le attività culturali e di rappresentanza, e si offre alla nobiltà e alle delegazioni straniere l’immagine di una nazione ricca e potente. Allo stesso modo, le decisioni che riguardano il mondo musicale vengono prese da JeanBaptiste Lully, fido collaboratore del re e suo surintendant de la musique de la chambre: l’autorizzazione di Lully era necessaria per mettere in scena un’opera teatrale e dai rapporti intrattenuti con il surintendant dipendeva la fortuna o la sciagura dei musicisti e dei compositori parigini. In questo ambiente fortemente influenzato dall’estetica lulliana, Marc-Antoine Charpentier si destreggiò tra grandi difficoltà: la lunga frequentazione romana (dal 1667 al 1669) e lo studio con Giacomo Carissimi portarono Charpentier a prediligere lo stile italiano e a scrivere secondo le sue forme compositive. Inoltre il legame del compositore con l’ordine dei Gesuiti e con la famiglia Guise, rivale della famiglia reale, allontanò il compositore dagli ambienti ufficiali. Gli incarichi e le commissioni giunsero dunque da famiglie nobiliari lasciate più ai margini della vita di corte e da alcuni conventi e ordini religiosi per i quali Charpentier scrisse molta musica sacra, come l’Oratorio In nativitatem Domini canticum H.416 e la Messe de minuit H.9; da entrambe le composizioni traspare una componente popolare molto forte: pur mantenendo uno stile compositivo elegante ed austero, Charpentier presenta il mistero della nascita di Cristo attraverso gli occhi dei pastori, i veri protagonisti dell’oratorio, testimoni oculari e allo stesso tempo destinatari del messaggio evangelico. Nella Messa poi, i Nöels della tradizione popolare francese sono presi pressoché intatti e costituiscono la struttura stessa della messa: anche in questo caso è come se il compositore volesse dare la parola al popolo, inserendo temi popolari a sostegno del testo liturgico ufficiale.

Laboratorio madrigalistico “Gli Scipioni” " Maria Grazia Calcagno + Rita Converso + Stefania Gariglio + Elena Martin + Rossella Negro — soprani Nicoletta Ciari + Elena Oberto + Ania Bernas Poggiati + Cristina Videtta — alti Giuseppe Attardi + Pietro Garavoglia + Alberto Pisoni — tenori Diego Causin + Pierre Giacomelli + Marco Grattarola + Francesco Maletto — bassi


23 gennaio — ore 21 Palazzo Barolo

Italiani in Francia, francesi in Italia Musiche di Cavalli, Lully, Piani, Hotteterre, Mascitti, Leclair

Francesco Cavalli 1602 — 1676 Canzon a 3 Jean Baptiste Lully 1632 — 1687 Trio pour la chambre du Roy Symphonie — Sarabande — Gavotte — Menuet — Chaconne Giovanni Antonio Piani 1678 — 1760 Sonata IV op. 1 Preludio: adagio, et affettuoso — Allegro — Larghetto — Allegro e Spiccato Jacques Martin Hotteterre 1674 — 1763 Trio in do minore dalle 6 Sonates en Trio op. 3 Paris — 1712 Prelude: Lentement — Fugue: Gay — Grave: Doux — Gigue: Vivement Michele Mascitti 1664 — 1760 Sonata per violino solo e basso continuo Adagio — Allegro — Largo — Allegro Jean Marie Leclair 1697 — 1764 Deuxième recreation de Musique Ouverture — Forlane — Sarabande — Chaconne — Tambourin

Accademia del Ricercare Vittoria Panato — violino Manuel Staropoli — flauto Antonio Fantinuoli — violoncello Claudia Ferrero — clavicembalo


musica senza confini — La circolazione della musica non ha mai conosciuto confini: da sempre infatti i musicisti hanno viaggiato per l’Europa per prestare servizio nelle corti e nelle chiese più prestigiose, per imparare lo stile compositivo e la prassi esecutiva del paese in cui si trovavano e per far conoscere la concezione estetica della propria terra natale. In questo modo i gusti e gli stili nazionali erano diffusi e conosciuti in tutto il continente e si delineavano vere e proprie specialità nazionali, come la suite strumentale, che prendeva forma dalla predilezione della società francese per il ballo, o il melodramma, tipico prodotto della cultura italiana. I principi e i sovrani di tutte le nazioni gareggiavano per avere nella propria cappella validi esecutori stranieri che dessero un tocco di esotismo alla compagine musicale; i maestri di cappella erano invece selezionati in base alla loro provenienza e ai gusti del committente: alcune corti si specializzavano così nell’opera di stampo italiano, altre preferivano la musica strumentale, altre ancora prediligevano il balletto, mentre le cattedrali ricercavano compositori con una solida preparazione contrappuntistica. Così Jean Baptiste Lully venne selezionato da giovanissimo a Firenze, la sua città natale, oltre che per le doti di musicista per quelle di danzatore e si trasferì nella corte di Re Sole, valente ballerino, dove passò il resto della vita, diventando famosissimo e ricchissimo e ottenendo la naturalizzazione francese dal re in persona. Vi erano poi altre ragioni che portavano compositori e musicisti temporaneamente in terra straniera: in occasioni particolari ad esempio era costume invitare famosi autori stranieri per solennizzare l’evento, come nel caso delle nozze di Luigi XIV, per le quali venne scelto Francesco Cavalli, apprezzato compositore di musica teatrale e già famoso a Parigi per l’esecuzione di alcune sue opere. Altri autori invece, come Piani e Mascitti, si trasferirono a Parigi per entrare nel fiorente mercato editoriale della città e ottennero da subito grandi successi con la vendita delle proprie opere avendo così occasione di proseguire la carriera in altre corti europee. Vi era infine la ragione educativa che muoveva autori e musicisti per tutta Europa: molti compositori francesi ad esempio vennero in Italia per formarsi alla scuola di valenti maestri italiani, come nel caso di Hotteterre e di Leclair che studiarono rispettivamente con Corelli e Somis.


13 febbraio — ore 21 Palazzo Barolo

Il violino di Wolfgang Amadeus Mozart Sonate per violino e pianoforte

Wolfgang Amadeus Mozart 1756 — 1791 Sonata per pianoforte e violino in do maggiore K 296 Allegro vivace — Andante sostenuto — Rondò allegro Sonata per pianoforte e violino in sol maggiore K 301 Allegro con spirito — Allegro Sonata per pianoforte e violino in mi bemolle maggiore K 302 Allegro — Rondeau. Andante grazioso Sonata per pianoforte e violino in sol maggiore K 379 Adagio—Allegro — Andantino Cantabile (Tema e variazioni) — Allegretto

Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — pianoforte


il violino liberato — «Queste Sonate, uniche nel loro genere e ricche di nuove idee, recanti il segno del genio musicale dell’autore si adattano molto al violino. L’accompagnamento del violino è così artisticamente intrecciato con la parte pianistica che entrambi gli strumenti attrarranno continuamente l’attenzione dell’uditorio. Queste Sonate richiedono dunque pari grado di abilità dai due esecutori»: con queste parole il Magazin der Musik di Vienna nel novembre 1781 recensiva una raccolta di sei sonate per violino e pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart. Il compositore si era trasferito da poco nella capitale dell’Impero asburgico e cercava da subito di affermarsi come autore e insegnante di grande fama, attraverso le lezioni di pianoforte impartite ai figli della ricca nobiltà cittadina e attraverso la pubblicazione delle composizioni da camera per il mercato editoriale, sempre alla ricerca di novità da eseguire nei salotti. Le sei sonate della raccolta — in programma quella in do maggiore K 296 e quella in sol maggiore K 379 — risalgono a periodi compositivi diversi e sono state selezionate da Mozart per completare la raccolta di altre quattro sonate appena ultimate; in esse si può riscontrare come la struttura si sia normalizzata in una forma di tre movimenti e come la scrittura violinistica sia compiutamente matura e trattata allo stesso livello del pianoforte. Si possono riscontrare i primi esperimenti in questa direzione nelle sonate K 301 e K 302 che risalgono all’ultimo viaggio parigino di Wolfgang nella primavera del 1778 e sono pubblicate dall’editore parigino Sieber nello stesso anno: in un clima di sostanziale scoraggiamento per l’indifferenza che l’ex enfant prodige suscita nei salotti parigini, Mozart gioca la carta della pubblicazione di queste sonate per poter guadagnare sulla vendita delle copie. Le sonate sono il primo esempio di trattamento del violino come strumento principale da parte di Mozart: egli aveva appreso pochi mesi prima questo nuovo uso del violino a Mannheim, ascoltando i duetti per violino e clavicembalo di Schuster e aveva scritto al padre «Non sono cattivi, se mi fermerò, ne scriverò io stesso nel medesimo stile, dato che essi sono molto popolari quaggiù». Nonostante entrambe le sonate in programma abbiano solo due movimenti, come i duetti per violino e cembalo di gusto musicale proprio degli anni Sessanta, la scrittura appartiene già alla nuova corrente compositiva, che vede pianoforte e violino dialogare sullo stesso piano espressivo.


12 marzo — ore 21 Arciconfraternita della Misericordia

Venezia e la Cappella di San Marco Missa In illo tempore di Claudio Monteverdi e mottetti inediti di Andrea Gabrieli

Andrea Gabrieli 1533 ca. — 1585 Toccata per organo Claudio Monteverdi 1567 — 1643 Missa da capella a sei voci, fatta sopra il mottetto In illo tempore del Gomberti 1610 Kyrie Gloria Andrea Gabrieli Ricercare per organo Beata es Maria, mottetto tratto da Sacrae cantiones quinque vocum Liber primus 1565 Claudio Monteverdi Missa da capella a sei voci.. Credo Andrea Gabrieli Ave Sanctissima Maria, mottetto tratto da Sacrae cantiones Ricercare Claudio Monteverdi Missa da capella a sei voci.. Sanctus Agnus Dei Andrea Gabrieli Canzona per organo Sancta et immaculata virginitas, mottetto tratto da Sacrae cantiones


la fine di un’era — La Messa «In illo tempore», pubblicata nel 1610 insieme al celebre «Vespro della Beata Vergine», è scritta nel più rigoroso rispetto delle regole e dello stile che hanno governato la musica sacra del XV e XVI secolo e si può intendere – forse suo malgrado – come una sorta di grandioso “canto del cigno” per la morente polifonia e, più in generale, per l’era del Rinascimento ormai vicina al tramonto. Il titolo stesso della Messa forse ci fornisce qualche indizio in proposito: traendo spunto da alcuni temi di un mottetto di Gombert, Monteverdi la intitola «in illo tempore», con l’evidente richiamo al passato. Ai nostri occhi oggi l’immagine del Monteverdi innovatore prende decisamente il sopravvento su altri aspetti. Ma sarà bene ricordare che, prima del grande salto verso la monodia e l’opera, egli lavorò tenacemente per portare nuova vitalità e freschezza alla polifonia. Così pure è innegabile che, fino al Sesto Libro e, soprattutto, nella duplice raccolta sacra del 1610 con la Missa In illo tempore e il Vespro della Beata Vergine, egli si sforzò di coniugare l’antico e il nuovo, il passato e il futuro, la tradizione e l’invenzione pura. Non per nulla la stessa raccolta sacra si pone come culmine del cammino di un millennio di musica spirituale cristiana. Momenti di felice maestosità si alternano a episodi di grande intensità emotiva. Sezioni come il Christe, il Qui tollis, l’Agnus Dei semplicemente sbalordiscono per la capacità di combinare la perfezione della scrittura polifonica con un intensa partecipazione espressiva. La Messa è intercalata da mottetti polifonici e interventi organistici di Andrea Gabrieli, altro grande compositore veneziano, di cui si eseguono tre mottetti giovanili inediti: in essi Gabrieli dimostra la completezza nell’uso degli strumenti compositivi e la profondità estetica dei suoi lavori più maturi. Con la Missa In illo tempore Monteverdi si colloca quindi al pari di grandi maestri della polifonia come Dufay, Josquin, Isaac, o gli italiani Costanzo Festa e Andrea Gabrieli e, idealmente, conclude magistralmente una gloriosa stagione musicale.

Cantica Symphonia Chiara Albanese + Martina Bonomo + Roberta Giua + Teresa Nesci + Arianna Stornello — soprani Giulia Beatini + Annalisa Mazzoni + Vittoria Novarino — contralti Alessandro Baudino + Massimo Lombardi + Claudio Poggi — tenori Cesare Costamagna + Marco Milanesio + Dario Previato — bassi Maurizio Fornero — organo Giuseppe Maletto — direzione


16 aprile — ore 21 Palazzo Barolo

Tesori sommersi Il Moisè, ovvero Israele dissetata di Baldassarre Galuppi

Baldassarre Galuppi 1706 — 1785 Il Moisè, ovvero Israele dissetata oratorio per soli e orchestra Venezia — 1750

Alessandra Gardini — Moisè Paola Cialdella — Abidan Annalisa Mazzoni — Aaron — Eliab Chiara Albanese — Maria I Musici di Santa Pelagia Enrico Casazza — spalla Isabella Longo — violino Paola Nervi — violino Laura Bertolino — violino Magdalena Vasilescu — viola Nicola Brovelli — violoncello Federico Bagnasco — contrabbasso Maurizio Fornero — direzione


Galuppi e il teatro del Settecento — «La visita fatta stamattina presto al signor Galuppi è durata a lungo ed è stata utile e dilettevole. Ho avuto un gran piacere nel vederlo e nel costatare come il tempo abbia salvaguardato la persona d’un così grande compositore e il suo genio. È ancora vispo e ciarliero e dalle apparenze potrà ancora deliziare per diversi anni gli amici della musica. Il suo carattere e le sue maniere sono naturali, aperti e piacevoli. La persona è piccola e magra, ha però un aspetto nobile. Il signor Galuppi era un allievo del famoso Lotti e ben presto si rivelò un buon clavicembalista e un uomo di genio nella composizione. […] M’è sembrato qui, anche se d’estate non si rappresentano opere, che il signor Galuppi abbia molto da fare; egli è infatti tanto maestro di cappella a San Marco quanto agli Incurabili. Riceve 100 zecchini all’anno come organista privato della famiglia Gritti ed è organista anche in un’altra chiesa di cui ho dimenticato il nome. Tutto ciò che qui si fa per lui è veramente meritato poiché è uno dei geni originali della migliore scuola che esistano in Italia». Con queste parole Charles Burney descrive la sua visita del 16 agosto 1770 a Baldassarre Galuppi: il sessantacinquenne compositore di Burano, reduce da impegni prestigiosi nelle corti europee – l’ultima permanenza, dal 1765 al 1768, a San Pietroburgo – è impegnato in innumerevoli attività che solo un compositore e un musicista del suo calibro era in grado di svolgere a Venezia, la città più musicale d’Europa, sede di decine di teatri d’opera e di cappelle musicali private. La fama dell’autore è dovuta alla composizione di più di sessanta melodrammi, rappresentati nei maggiori teatri europei nel corso di una cinquantina d’anni, con la preziosa collaborazione di Carlo Goldoni che scrisse i testi delle opere più famose: le opere serie e le commedie sono musicate con agio dall’autore che ritiene che un’opera si debba comporre di «vaghezza, chiarezza e buona modulazione». Accanto alla produzione operistica, la mente instancabile di Galuppi si dedica ai generi teatrali minori, scritti per occasioni particolari, come il matrimonio di Vittorio Amedeo di Savoia e l’Infanta di Spagna Maria Antonia Fernanda, per il quale Galuppi scrive nel 1750 la Vittoria d’Imeneo. Allo stesso anno appartiene la composizione del Moisè, ossia Israele dissetato conservato nella biblioteca dell’Accademia Filarmonica di Torino: come questa partitura sia giunta a Torino è un mistero e non vi sono documenti che attestino l’esecuzione di questo oratorio in città, ma la presenza delle parti orchestrali fa supporre una qualche esecuzione per un’occasione religiosa. La struttura dell’oratorio rispecchia quella dell’opera seria: i recitativi secchi e accompagnati sviluppano la trama, mentre le arie con da capo si soffermano su particolari aspetti e argomenti, gli affetti, catalogati secondo una precisa retorica e sviluppati con risorse compositive costanti.


7 maggio — ore 21 Chiesa di Santa Pelagia

Ascensio Domini

L’eredità di Monteverdi a San Marco Musiche di Monteverdi, Monferrato, Ghizzolo, Arrigoni

antifona gregoriana Viri Galilaei Natale Monferrato 1615 — 1685 salmo Dixit Dominus da Salmi Concertati a tre, et quattro voci con violini, et senza Op. XVI Gioseppe Sala, Venezia — 1678 Giovanni Rovetta 1596 — 1668 in loco antiphonæ Cantate Domino canticum novum da Motetti Concertati a Due, Tre, Quattro & Cinque Voci con le Litanie della Madonna et una Messa Concertata à Voci Pari Opera Terza Alessandro Vincenti, Venezia — 1635 antifona gregoriana Cumque Intuerentur Claudio Monteverdi 1567 — 1643 salmo Confitebor da Giovanni Maria Sabino 1588 — 1649 Psalmi de Vespere a quattro voci Ambrosio Magnetta, Napoli — 1627 Giovanni Gabrieli 1554/57 — 1612 in loco antiphonæ Ricercar dell’Ottavo Tuono da Andrea Gabrieli 1532/33 — 1585 Ricercari Composti et tabulati per ogni sorte di Stromenti da Tasti Libro Secondo Angelo Gardano, Venezia — 1595 antifona gregoriana Elevatis manibus


Natale Monferrato salmo Beatus vir da Salmi Concertati a tre, et quattro voci Giovanni Rovetta in loco antiphonæ Exaltabo te Domine da Motetti Concertati a Due, Tre, Quattro, & Cinque Voci antifona gregoriana Exaltate regem regum Giovanni Ghizzolo salmo Laudate pueri da Secondo Libro De’ Concerti A Quattro Voci Opera Settima Alessandro Vincenti, Venezia — 1623 (ristampa) Giovanni Pittoni 1635 — 1677 in loco antiphonæ Sonata prima da Intavolatura di tiorba nella quale si contengono dodeci Sonate da Camera, per Tiorba sola, col Basso per il Clavicembalo Opera Seconda Giacomo Monti, Bologna — 1669 antifona gregoriana Videntibus illis

continua "


Ensemble Euridice Valentina Chirico — canto Vittoria Novarino — alto Massimo Lombardi — tenore e direzione Cesare Costamagna — basso Roberto Bevilacqua — viola da gamba Marco Saccardin — tiorba Cristina Pisano — organo

Giovanni Giacomo Arrigoni 1597 — 1675 salmo Laudate Dominum da Salmi a tre voci concertate et alquanti con li Repieni ad libitum, con un Magnificat A Cinque voci concertate & due violini Opera Nona Francesco Magni, Venezia — 1663 Giovanni Battista degli Antoni 1660 — dopo il 1696 in loco antiphonæ Ricercata seconda da Ricercate sopra il Violoncello o Clavicembalo Opera Prima Gioseffo Micheletti, Bologna — 1687 Giovanni Matteo Asola 1532 — 1609 inno Salutis humanae sator da Falsi Bordoni per cantar Salmi, in quattro ordini divisi, sopra li otto Tuoni Ecclesiastici, Et anco per cantar gli Hymni secondo il suo canto fermo. A Quattro Voci Angelo Gardano, Venezia — 1582 antifona gregoriana Pater manifestavi Natale Monferrato cantico Magnificat da Salmi Concertati a tre, et quattro voci Giovanni Rovetta 1601 — 1690 in loco antiphonæ Afferte Domino da Motetti a due, tre e quattro Libro Quarto Opera Undecima Alessandro Vincenti, Venezia — 1650


la Cappella serenissima — Ricchissima città di mercanti con connessioni commerciali in tutto il mondo, baluardo contro il dilagante strapotere della Spagna, Repubblica marinara in continuo conflitto con gli Ottomani: Venezia era a cavallo tra Cinque e Seicento una delle realtà economicamente e culturalmente più attive d’Italia e d’Europa. Il declino militare e finanziario nel corso del XVII secolo sarebbe stato però inesorabile: la grave crisi finanziaria degli anni 1619-1622 aveva messo in crisi i commerci, già fiaccati dai conflitti militari della Guerra dei trent’anni e dalla peste del 1630. Nonostante la crisi dilagante la Cappella Musicale della Basilica Ducale di San Marco resta uno dei luoghi di produzione musicale più alti del periodo. Chiesa di Stato, essa non dipendeva dal patriarca ed era amministrata dai severi Procuratori di San Marco, politicamente secondi solo al Doge. I direttori, gli organisti, gli strumentisti e i cantori che desideravano essere assunti dovevano sostenere esami molto ardui: nel corso del XVI e XVII secolo alcuni tra i più grandi compositori europei sono maestri di cappella a San Marco: Adrian Willaert, Gioseffo Zarlino, Cipriano de Rore, Andrea e Giovanni Gabrieli, Alessandro Grandi, Biagio Marini, Dario Castello, Giovanni Legrenzi, e Claudio Monteverdi. Il programma di concerto ricostruisce la liturgia dei Primi Vespri dell’Ascensione, impiegando brani vocali composti da Monteverdi e dai suoi successori con un organico decisamente raro nella produzione legata alla Cappella Ducale, che solitamente preferiva alle quattro voci e basso continuo un organico decisamente più nutrito, comprendente violini, cornetti e tromboni. Tutti i salmi sono concertati, prevedono cioè passaggi solistici delle voci nei quali la presenza del basso continuo è assolutamente necessaria come fondamento armonico; con l’alternanza di vecchio e nuovo stile i compositori sono così in grado di differenziare i loro brani in maniera molto più varia e colorata, articolandoli in sezioni distinte ad organico variabile, con episodi imitativi a due o tre voci e con piccole arie a voce sola. Completano il programma le antifone gregoriane proprie dei Primi Vespri dell’Ascensione e alcuni brani strumentali e vocali di compositori attivi a Venezia e dintorni tra il XVI e il XVIII secolo, tra cui Giovanni Giacomo Arrigoni: il 22 Gennaio 1640 egli fu rivale di Monferrato e Cavalli, concorrendo per il posto di secondo organista a San Marco e misurandosi proprio con i due successori di Monteverdi. Vinse Cavalli.


28 maggio — ore 21 Palazzo Barolo

Concerto di chiusura Suite strumentali di Georg Philipp Telemann

Georg Philipp Telemann 1681 — 1767 Ouverture des Nations Anciens et modernes TWV 55:G4 Overture Menuet I et II Les Allemands Ancients Les Allemands Modernes Les Suédois Ancients Les Suédois Modernes Les Danois Ancients Les Danois Modernes Les Vielles Femmes Ouverture per flauto concertato, due violini, viola e continuo in la minore TWV 55:a2 Ouverture Les Plaisirs I Les Plaisirs II Air à l’italien Menuet I Menuet II Réjouissance Passepied I Passepied II Polonaise Ouverture. Burlesque de Quixotte per due violini, viola e continuo in sol maggiore TWV 55:G10 Ouverture Le réveil de Quichotte Son attaque des moulins à vent Ses soupirs amoureux après la Princesse Dulcinée Sanche Panse berné La galoppe de Rosinante Celui d’ane de Sanche La couché de Quichotte


la riabilitazione dello stile galante — Contemporaneo e amico di Bach e Haendel, Georg Philipp Telemann è stato ingiustamente ritenuto un compositore mediocre e ripetitivo dagli storici dell’Ottocento: la produzione sterminata – si contano tra le 5000 e le 6000 composizioni – e lo stile compositivo molto semplificato sono le principali caratteristiche che permettono ai critici di giudicare l’intera produzione di Telemann come una costante ripetizione degli stessi concerti scritti per esecutori dilettanti. La storia fortunatamente accantona dopo qualche decennio i giudizi dei detrattori di Telemann: le accuse alla semplicità della sua scrittura sono presto dimenticate quando, agli inizi del XX secolo, alcune cantate di Johann Sebastian Bach sono finalmente attribuite a Georg Philipp. La rivalutazione dello stile galante, scrittura tipica della seconda metà del Settecento caratterizzata dall’abbandono del contrappunto per una composizione più semplice e distesa, offre poi una nuova chiave di lettura sull’intera opera di Telemann che, grazie alla sua lunga vita – ben 86 anni – può cimentarsi nel nuovo stile e collocarsi accanto a Carl Philipp Emanuel e Johann Christian Bach. Le tre Ouverture in programma sono esemplificative dei principali generi di musica strumentale di Telemann, che va dal concerto per strumento solista e orchestra alle suite a programma di danze scritte per la sola orchestra d’archi: sotto il nome di Ouverture Telemann colloca generi diversi di composizioni strumentali, che hanno in comune la derivazione dalla suite di gusto francese. L’Ouverture per flauto e orchestra è un’ordinata esposizione delle potenzialità e delle caratteristiche dello strumento, a proprio agio nel virtuosismo estremo e nella esposizione melodica. L’Ouverture des Nations e l’Ouverture burlesque de Quixotte hanno un fine descrittivo molto marcato: nel primo caso le caratteristiche delle popolazioni antiche e moderne sono tratteggiate da figure ritmiche e armoniche esemplificative, l’Ouverture burlesque de Quixotte invece musica alcuni passaggi del celebre racconto di Cervantes in modo quasi didascalico. Questo concerto è considerabile tra i primi esempi di musica a programma, che si ispira o descrive un determinato testo o racconto.

I Musici di Santa Pelagia Manuel Staropoli — flauto Enrico Casazza — spalla Isabella Longo — violino Paola Nervi — violino Laura Bertolino — violino

Magdalena Vasilescu — viola Nicola Brovelli — violoncello Federico Bagnasco — contrabbasso Maurizio Fornero — direzione




biografie — Musici di Santa Pelagia L’associazione culturale I Musici di Santa Pelagia nasce a Torino nel 2001 con l’obiettivo statutario di valorizzare, attraverso manifestazioni concertistiche e produzioni discografiche, composizioni inedite e sconosciute del periodo tardo rinascimentale e barocco utilizzando criteri filologici rifacendosi alla prassi esecutiva dell’epoca. Accanto al repertorio di autori noti nel panorama musicale sei-settecentesco, il gruppo infatti attua una ricerca di musiche inedite privilegiando così composizioni rare e di grande pregio artistico. Di particolare rilievo le prime esecuzioni moderne del Ballet du Temple de la Paix di Jean Baptiste Lully con la direzione di Barthold Kujiken, l’Oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella, la Messa a tre voci per sua Altezza Reale Carlo Amedeo di Savoia di M. Cazzati. I Musici di Santa Pelagia hanno partecipato a numerose rassegne musicali e a manifestazioni di risonanza internazionale sia in Italia che all’estero tra le quali il Roma Festival Barocco, Les concerts a Saint Germain (Ginevra), Mille anni di Musica Italiana (Madrid) ottenendo ampi consensi di pubblico e critica. Di rilevanza internazionale sono state le prime incisioni della Messa per il SS. Natale del 1707 di Alessandro Scarlatti (2004) e l’Oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella (2007). L’edizione curata dalla casa discografica Stradivarius di Milano ha riscosso ampi consensi di pubblica e critica evidenziata dai numerosi apprezzamenti su riviste specifiche di musica antica e barocca (Orfeo, Amadeus, Classic Voice). Dall’anno 2008 hanno iniziato uno studio monografico sul violoncellista astigiano Carlo Graziani, artista protagonista nelle principali corti europee nella seconda metà del XVIII secolo. Il lavoro prevede l’incisione integrale del corpus musicale del compositore piemontese e l’edizione in stampa moderna.

Laboratorio madrigalistico “Gli Scipioni” Si è formato recentemente dall’incontro di appassionati di musica vocale, provenienti da diverse realtà corali e musicali piemontesi, uniti dal desiderio di approfondire la conoscenza dell’immenso e ancora in gran parte inesplorato repertorio del madrigale cinquecentesco, sotto la guida di Giuseppe Maletto, musicista di grande esperienza e conoscitore del repertorio madrigalistico e della polifonia antica. Il gruppo ha partecipato alle masterclass sul madrigale nell’ambito delle attività didattiche dell’Accademia Maghini di Torino e ha tenuto il suo primo concerto nella primavera del 1014. Attualmente è impegnato nella riscoperta del repertorio madrigalistico di area partenopea a cavallo tra il XVI e il XVII secolo, fortemente influenzato dallo stile di Carlo Gesualdo.


Accademia del Ricercare L’Accademia del Ricercare è un’associazione di musicisti specializzati nell’esecuzione della musica antica che va dal XI al XVIII secolo. La particolare cura della tecnica musicale, l’attenzione alla bellezza del suono unite alle qualità artistiche ed interpretative di ciascun componente, permettono al gruppo di fondersi in un’unica lettura del testo musicale, consentendo al pubblico emozioni e contrasti ricchi di colori e sfumature cromatiche. In oltre venti anni di attività il gruppo, nelle sue diverse formazioni, ha effettuato più di 800 concerti ed è stato invitato ad esibirsi per i più importanti festival internazionali, nazionali ed istituzioni musicali, riscuotendo, ovunque si sia proposta, ottimi consensi di pubblico e di critica. L’Accademia del Ricercare ha finora realizzato tredici registrazioni su CD (edite e distribuite sul mercato internazionale dalla CPO, Brilliant, Tactus, Stradivarius ) il cui successo è confermato dai notevoli volumi di vendita quanto dalle ottime recensioni pubblicate sulle maggiori riviste del settore in Europa. L’Accademia del Ricercare collabora permanentemente con i migliori musicisti europei specialisti nell’esecuzione della musica tardorinascimentale o barocca, i quali vantano individualmente curriculum di prestigio con interpreti come Cappella Real de Catalunia, J. Savall, K. Boeke, A. Curtis, F. Bruggen.

Cantica Symphonia L’ensemble vocale e strumentale Cantica Symphonia è nato nel 1995 per iniziativa di Giuseppe Maletto e Svetlana Fomina; fin dalla sua fondazione si dedica al repertorio polifonico compreso tra la seconda metà del XIV e l’inizio del XVI secolo ed è diventato col tempo uno tra i più apprezzati interpreti in tale ambito. Le esecuzioni di Cantica Symphonia sono il risultato di un approfondito lavoro di analisi condotto sulla base delle fonti originali: da sempre fulcro dell’attività del gruppo è lo studio e l’esecuzione del repertorio di Guillaume Dufay, primo musicista “moderno” la cui creatività ha illuminato la sua epoca e guidato la musica europea nel complesso passaggio tra medioevo e rinascimento. Dal 2005 Cantica Symphonia incide in esclusiva per la prestigiosa etichetta Glossa di Madrid, con la quale ha pubblicato una serie di cinque CD, tutti premiati con il Diapason d’or. Il primo di questa serie si intitola Quadrivium ed è dedicato ai mottetti di Dufay, ha ricevuto il prestigioso Diapason d’or de l’année 2005 e lo Choc di Le Monde de la Musique. I numerosi concerti in Italia, Francia, Belgio, Olanda, Svizzera, Estonia, Slovenia e Marocco hanno ottenuto un caloroso consenso di pubblico e critica, così come nelle partecipazioni ai prestigiosi Rencontres de Musique Médiévale du Thoronet (2003, 2004 e 2012) al Festival van Vlaanderen di Bruges e Anversa, ai Tage alter Musik di Regensburg, a Les Concerts Parisiens, a MITO Settembre Musica, Ravenna Festival e all’Unione Musicale di Torino.


Ensemble Euridice L’Ensemble Euridice è un gruppo strumentale e vocale ad organico variabile: fondato nel 2012, è costituito da musicisti che vantano sia un percorso di studi che un’esperienza lavorativa al fianco dei migliori direttori, strumentisti e cantanti specializzati nel repertorio barocco: Maurizio Croci, Stefano Montanari, Alessandro de Marchi, Alan Curtis, Jill Feldman, Sigiswald Kuijken, Peter Phillips, Amandine Beyer e altri. Nel 2013 l’Ensemble ha partecipato alla Masterclass di Ottavio Dantone per clavicembalisti e gruppi di musica da camera organizzata dagli Amici della Musica di Firenze. L’obiettivo primario dell’Ensemble è la proposta di repertorio inedito o raramente eseguito: una parte fondamentale dell’attività dell’Ensemble è infatti rappresentata dalla ricerca di musica a stampa e manoscritta all’interno delle collezioni di biblioteche italiane ed europee. Attualmente è stata effettuata la trascrizione in notazione moderna di circa 150 brani, di cui un terzo sono stati eseguiti in concerto come prima esecuzione moderna. L’Ensemble Euridice vuole contribuire attivamente alla riscoperta e alla divulgazione di una parte dimenticata della cultura musicale italiana, riproponendo questo repertorio nel rispetto filologico delle fonti ma allo stesso tempo con una sperimentazione volta ad una originale ricerca timbrica ed interpretativa, alla ricerca di un sound innovativo e peculiare. L’Ensemble Euridice ha tenuto concerti per: Accademia Claudio Monteverdi, Associazione AntiThesis, Organalia, Festival Internazionale Cameristico Bosa Antica, Marchesato Opera Festival, Associazione Domus Justinæ. Nel settembre del 2014 è stato invitato ad eseguire il programma Historia Christi all’interno dei concerti pomeridiani del prestigioso Oude Muziek Festival di Utrecht. Ha recentemente inciso per l’etichetta discografica Elegia un inedito Vespro per la Natività della Beata Vergine di Tarquinio Merula, proponendolo poi in prima esecuzione in tempi moderni al Duomo di Piacenza, il cui Archivio del Capitolo ne custodisce la stampa originale del 1639.


Maurizio Fornero Si è diplomato in Organo e Composizione organistica, Pianoforte e Clavicembalo presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino. Nel 2005 consegue la Laurea di secondo livello in clavicembalo e tastiere storiche al Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria. Nel 1992 è giunto, come unico rappresentante italiano, alle finali dell’European Organ Festival di Bolton (UK). Perfezionandosi nell’esecuzione filologica del repertorio antico, svolge da anni un’intensa attività concertistica come solista nonché in formazioni cameristiche che lo ha portato ad esibirsi in festival nazionali ed internazionali di musica antica e barocca tra cui Musica en Catedral di Astorga (Spagna), Van Vlaanderen di Bruges (Belgio), Festival Internazionale dell’Aia e di Utrecht (Olanda), L’altro suono-Unione Musicale di Torino, Festival Monteverdiano di Cremona, MITO Settembre Musica, Bologna Festival, Festival Bach Weimer (Germania). Dal 2009 collabora con la violinista Amandine Beyer e Gli Incogniti con la quale ha realizzato numerosi concerti in festival europei ed una tournée in Cina. Ha partecipato a numerose esecuzioni in diretta radiofonica su radio nazionali (Rai Radio 3, Rai Filodiffusione) ed Europee (Radio 3 Nazionale Belgio, Radio Classica Spagna). Collabora come organista e cembalista con l’ Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, il Teatro Regio di Torino e l’Academia Montis Regalis. Ha inciso per le case discografiche Stradivarius, Opus 111, Niccolò, Syrius numerosi CD di musiche di compositori del XVI, XVII e XVIII secolo. Fondatore dell’ensemble strumentale I Musici di Santa Pelagia, ha inciso, in co-produzione con l’ensemble vocale Festina Lente di Roma, la Messa per il SS. Natale di Alessandro Scarlatti, l’Oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella (Stradivarius) ed ultimamente i Concerti per violoncello ed orchestra di Carlo Graziani (Urania). Docente di pratica del Basso continuo presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino dal 2005, è stato direttore del Civico Istituto Musicale di Saluzzo, carica che attualmente ricopre presso la Scuola Comunale di Musica di Mondovì.


Chiara Albanese Soprano, si avvicina alla musica sin da bambina, entrando a far parte del Coro delle Voci Bianche della Città di Cuneo. Appassionandosi, intraprende lo studio del Canto e si diploma nel 2007 presso il Conservatorio di Cuneo sotto la guida di Carlo De Bortoli. In seguito si specializza, conseguendo il Master of Art in Vocal Pedagogy presso il Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano nella classe della maestra Luisa Castellani. Inoltre, si avvicina al repertorio antico perfezionandosi con Roberta Invernizzi e Barbara Zanichelli. Oltre all’attività solistica, collabora stabilmente con il Coro Maghini di Torino , diretto da Claudio Chiavazza. Ha partecipato alle produzioni effettuate con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, I Pomeriggi Musicali, Academia Montis Regalis, laBarocca sotto la direzione di Rafael Frühbeck de Burgos, Ottavio Dantone, Christopher Hogwood, Juraj Valchua e Alessandro De Marchi. Recentemente ha preso parte alle produzioni dell’ensemble laVerdi Barocca diretto da Gianluca Capuano. È diplomata in Musicoterapia ed é operatrice Musica in Culla. Si occupa di educazione musicale, collaborando come docente nelle scuole pubbliche e private, con la Fondazione CRT, il Teatro Regio di Torino, il Teatro Sociale di Como e Piccoli Cantori di Torino.

Alessandro Baudino Tenore, si avvicina fin da giovanissimo alla musica attraverso numerose attività corali che lo appassionano a tal punto dal portarlo a frequentare i corsi di laurea a carattere musicologico dell’Università di Torino presso la quale ha conseguito la laurea specialistica in Storia e critica delle culture e dei beni musicali con la redazione del catalogo dei manoscritti musicali della cattedrale di Mondovì. Nel 2006 si diploma in Canto presso il Conservatorio di Cuneo sotto la guida di Carlo De Bortoli. Nel giugno 2013 ha conseguito con lode il Master of Music Performance in canto al Conservatorio della Svizzera italiana, nella classe di Luisa Castellani. Ha all’attivo partecipazioni come solista alle stagioni della Radio della Svizzera italiana (RSI) con l’OSI, Orchestra della Svizzera italiana, e ai concerti dell’Orchestra del CSI di Lugano. Ha collaborato e tuttora collabora abitualmente con molti cori in produzioni cameristiche e sinfoniche, come corista e solista. Con il Collegio Musicale Italiano diretto da Adriano Gaglianello ha tenuto concerti nazionali e internazionali e ha inciso composizioni inedite di Antonio Caldara. Con il Canto di Orfeo per La Verdi Barocca preparato da Gianluca Capuano, con il Coro Maghini, preparato da Claudio Chiavazza e il Voxonus, preparato da Filippo Maria Bressan, ha cantato sotto la direzione di Helmuth Rilling, Christopher Hogwood, Juanjo Mena, Juraj Valčuha, Rafael F. De Burgos, Kristjan Järvi, Ottavio Dantone, Alessandro De Marchi, Attilio Cremonesi e Ruben Jais, in produzioni operistiche e sinfoniche, nazionali e internazionali. Nel 2013 ha partecipato all’allestimento luganese del The Rape of Lucretia


di Benjamin Britten sotto la direzione di Arturo Tamayo nel ruolo di Male Chorus. Nell’autunno dello stesso anno ha eseguito Winterreise di Franz Schubert nella trascrizione per tenore, pianoforte e trio d’archi del compositore Stefano Pierini, per Xenia Ensemble di Torino, interpretando nella stessa occasione anche brani di Wolfgang Rihm, Gyorgy Ligeti, György Kurtág. Dal 2014 collabora con Massimiliano Pascucci e Vox Àltera. Nell’aprile 2014 ha partecipato ad una serie di concerti quaresimali nei quali ha cantato le Lamentazioni di Giovanni Paolo Colonna in prima esecuzione moderna. Nella primavera del 2015 ha tenuto un ciclo di concerti dedicato a Schöne Müllerin di Franz Schubert; nell’autunno 2015 e nella primavera 2016 parteciperà ad importanti stagioni e festival internazionali. Dal 2014 collabora stabilmente con il Coro della Radiotelevisione Svizzera diretto da Diego Fasolis.

Matteo Bellotto Diplomato in canto, clarinetto e didattica della musica presso i Conservatori di Parma, Modena e Bologna. Specializzato nel repertorio barocco collabora stabilmente con gli ensemble Concerto Italiano di R. Alessandrini, I Barocchisti di D. Fasolis, Cappella Mediterranea di L. Alarcon. Nel 2007 ha inciso e interpretato più volte il ruolo di Plutone dall’Orfeo di Monteverdi, al festival Lufthansa di Londra, all’Auditorium National di Madrid, a Regensburg e Melk. Nel 2008 ha debuttato il ruolo di Seneca dall’Incoronazione di Poppea al Festival di Herne, alla Citè de la Musique di Parigi e registrato le Messe Luterane di J.S.Bach sotto la direzione di G. Leonhardt. Ha preso parte alla produzione di Orfeo di Monteverdi al Teatro La Scala di Milano, all’opera di Oslo e a Seattle negli U.S.A. Si è esibito nelle opere La forza d’amore di B. Pasquini al Teatro di Treia, La Tisbe di Brescianello a Stuttgart, Euridice di Caccini al Festival di Innsbruck, Ulisse di Zamponi al teatro di Liege. Partecipa regolarmente ai festival europei più importanti di musica! barocca quali il Festival Monteverdi di Cremona, Festival di Ambronay, di Bruges, di Anversa, Utrecht, Buenos Aires, Wroclaw. Con l’ensemble La Venexiana ha effettuato varie tournée negli Stati Uniti e in Giappone. Collabora con l’orchestra e coro della Radio Svizzera Italiana, con i quali ha registrato come solista un Vespro di Cossoni, l’opera Agnese di Paèr, l’opera Ercole Amante di F. Cavalli, l’Orgelbuchlein di J.S. Bach, la Missa Romana di Pergolesi. Ha inciso musiche sacre e oratori di Monteverdi, Vivaldi, Stradella, Colonna, Falvetti, Pasquini, Corbetta, Schutz, Brunelli, Strozzi per varie case discografiche, Naive, Glossa, Symphonia, Tactus, Brilliant. Nel 2013 ha partecipato a una tournée europea del Diluvio universale di Falvetti con Cappella Mediterranea e registrato con l’ensemble Odechaton in prima mondiale un Salve Regina inedito di Monteverdi. In parallelo si dedica alla musica contemporanea; nel 2004 ha eseguito musiche di Gavin Bryars in prima assoluta con l’ensemble svizzero Vox Altera, cantato ne Les Noces di


Stravinsky, nella Passio Christi di Giancarlo Facchinetti, in Aronne di Berio, nell’opera Mister Me di Luca Mosca, nell’opera Il Processo Continua di F. Hoch e nell’opera Gesualdo considered as a murderer di Luca Francesconi.

Valentina Chirico Compie gli studi presso il Conservatorio di Musica “N. Piccinni” di Bari laureandosi con lode in canto lirico e studia con il mezzosoprano Manuela Custer. Nell’estate 2009 vince il XIII Concorso Internazionale Giovani Musicisti “Città di Giovinazzo” e nel 2012 è finalista del I Concorso Lirico Internazionale “Città di Magenta”. Nell’aprile 2013 è stata il soprano della Mariazellermesse Hob. XXII:8 di Haydn, per la Scuola “Rudolf Steiner” di Origlio (Lugano) e per la Chiesa Santa Maria delle Grazie al Naviglio, Milano, diretta da Peter Appenzeller. Si è esibita in numerosi festival e rassegne, tra i quali la Schubertiade per l’Unione Musicale di Torino, MITO Settembre Musica, Associazione De Sono di Torino, Festival Umberto Giordano 2014 di Baveno, Musica d’estate di Bardonecchia, Affetti sonori per il Circolo della Stampa di Torino, Livorno Music Festival, Notti Sacre di Bari e il Bari International Film Festival per il Teatro Petruzzelli di Bari. Dal 2014 canta nel Coro Maghini di Torino..

Paola Cialdella Mezzosoprano, si diploma in Pianoforte, Clavicembalo e Canto, perfezionandosi nel repertorio antico e barocco con R. Invernizzi e L. Bertotti. Tra i fondatori dell’ensemble Il Falcone, versatile cantante e strumentista, ha lavorato con diverse formazioni, quali I Madrigalisti Ambrosiani, Ring Around Quartet, Il Concento, La Stagione Armonica, il Coro Maghini, Triacamusicale, Accordone. Dalla fondazione fa parte dell’ensemble femminile Cleantha, de Il Canto di Orfeo e laBarocca, collabora inoltre con il Cor de Cambra del Palau de la Mùsica Catalana. Ha ideato e realizzato varie edizioni di rassegne concertistiche, organizzato corsi di perfezionamento di musica antica e realizzato progetti tematici e ricerche in ambito musicale. Ha partecipato a Festival internazionali — tra cui Musikfest Bremen, Schwetzingen Summer Festival, Salzburger Festspiele, Trigonale, Alte Musik Innsbruck — ed alle stagioni d’opera del Teatro alla Scala ed Opéra de Lyon. Ha collaborato a registrazioni per Dynamic, Stradivarius, Hyperion e Sony. Si è laureata in Lingue e Letterature Straniere Moderne. È co- responsabile e docente dei Laboratori di Musica Antica in Palazzo Bianco e della rassegna Chants Sacrés dans le Méditerranée a Genova.


Federica De Marchi Coneglianese di nascita, si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste. Successivamente ha intrapreso lo studio del clavicembalo presso il Conservatorio “J. Tomadini” di Udine sotto la guida del maestro Ilario Gregoletto, diplomandosi nel 2004. Nel febbraio 2009 ha conseguito il diploma accademico in Clavicembalo e Tastiere storiche presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia, sotto la guida del maestro Marco Vincenzi, presentando la tesi Ciaccona e passacaglia: nascita, evoluzione e analisi dei bassi ostinati più comuni nel periodo barocco in Italia e in Europa. A giugno 2011 ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento del pianoforte nella scuola media presentando una tesi metodologico- didattica su La modernità e l’utilità didattica del Mikrokosmos di Béla Bartók. È docente di pianoforte presso l’istituto musicale “A. Benvenuti” di Conegliano e insegna presso la scuola secondaria di primo grado “F. Barozzi” di San Fior (TV).

Antonio Fantinuoli Nato a Genova nel 1961, ha iniziato lo studio del violoncello a 22 anni diplomandosi in breve tempo al Conservatorio di Alessandria con Marco Guidarini. Nel 1988 ha iniziato a collaborare con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino. Appassionato di musica antica studia violoncello barocco come autodidatta e nel 1989 inizia a lavorare con Jordi Savall. Nel 1990 assieme a Fabio Biondi ed ad altri collaboratori fonda Europa Galante, uno dei principali gruppi italiani dediti alla musica antica. Con questa orchestra ha suonato nei principali teatri del mondo. In ottobre tornerà a New York nella prestigiosa Carnegie Hall. In quegli anni conosce e frequenta Christophe Coin con il quale approfondisce lo studio della prassi esecutiva. Ha al suo attivo concerti in tutto il mondo e numerose registrazioni tra cui tutte le registrazioni con Europa Galante, i Concerti Brandeburghesi e le Suites di Bach con Jordi Savall.


Claudia Ferrero Si è diplomata in Pianoforte, Musica corale e Direzione di coro, Prepolifonia presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino ed in Clavicembalo presso il Conservatorio “N. Paganini” di Genova, dove si è anche laureata con 110 e lode in Tastiere storiche. Ha frequentato inoltre i corsi presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, ottenendo il diploma in Clavicembalo e Basso continuo e si è successivamente perfezionata con Edoardo Bellotti, Bob Van Asperen, Pierre Hantai. Fin dalla fondazione (1989) è membro dell’Accademia del Ricercare, gruppo specializzato nella Musica Antica, con il quale ha partecipato in Italia e in Europa alle più prestigiose rassegne e festival del settore, riscuotendo ovunque consensi di pubblico e critica. Con lo stesso ensemble ha inciso 12 CD editi da Stradivarius, Brilliant e Tactus. Recentemente ha inciso per Decca Italia con l’ensemble I Solisti di Pavia (E. Dindo, violoncello solista). Come clavicembalista ha collaborato con vari ensemble quali Tripla Concordia, Collegium pro Musica, Orfei Farnesiani, Templum Musicae, Consortium Carissimi, Venice Virtuoso Ensemble, Orchestra Pressenda, Camerata Mistà, I Madrigalisti Ambrosiani, Il Diletto musicale, Il Concerto delle Dame, vantando un nutrito numero di concerti nelle maggiori rassegne italiane ed europee. In veste di corista ha inciso un CD per le Ed. Paoline con il Maestro F. Rampi sul repertorio gregoriano. In qualità di direttrice di coro ha diretto il Vocalis Concentus ed il Coro dell’Università di Torino (dalla formazione al 2003) con la pubblicazione del CD Anno Domini 2000 presentato durante le celebrazioni universitarie in occasione dell’Anno Giubilare.

Alessandra Gardini Soprano, nata a Milano, ha studiato canto lirico e musica vocale da camera presso il Conservatorio della sua città, completando poi la propria formazione presso l’Accademia di perfezionamento per artisti del coro del Teatro alla Scala. In seguito si è specializzata nell’esecuzione del repertorio barocco partecipando al Laboratorio sulla musica italiana del XVII secolo sotto la guida di Roberto Gini e Deda Cristina Colonna e diplomandosi poi in canto barocco presso l’Accademia Internazionale della Musica di Milano. Ha seguito numerosi stage dedicati all’approfondimento dello stile antico (con Marinella Pennicchi, Jill Feldman, Sergio Foresti, Roberta Invernizzi). Il suo repertorio spazia dalla musica rinascimentale a quella contemporanea. In qualità di solista ha preso parte a diversi Festival di musica antica tra i quali Musica e Poesia a San Maurizio, Festival Monteverdi di Cremona, Steirisches Kammermusik Festival Graz ed ha collaborato con numerosi ensemble sotto la direzione di Roberto Gini, Claudio Cavina, Diego Cantalupi, Helmuth Rilling, Gustav Leonhardt, Christoph Pregardien cantando in prestigiose sale da concerto quali il Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein di Vienna, Citè de la Musique di Parigi. Come corista ha collaborato con il Teatro alla


Scala di Milano e con il Carnegie Hall di New York. Attualmente collabora con il Nederlands Kamerkoor di Amsterdam, La Venexiana ed è membro stabile dell’ensemble Canto d’ Orfeo diretto da Gianluca Capuano. Ha inciso per Bottega Discantica.

Massimo Lombardi Tenore, ha studiato tecnica vocale con Magda Koczka ed ha a partecipato a masterclass di canto di Jill Feldman, Katalin Halmai, Dirk Snellings e Jan van Elsacker. Ha inoltre frequentato corsi di prassi esecutiva rinascimentale e barocca con Sigiswald Kuijken, Simen van Mechelen, Wim Becu, Rinaldo Alessandrini, Pedro Memelsdorff, Josep Borràs, Ottavio Dantone, Lluís Villamajó, Walter Testolin. Parallelamente ha coltivato lo studio della chitarra classica sotto la guida di Maurizio Colonna e Paolo Devecchi, diplomandosi come privatista nel 2010 presso il Conservatorio di Torino. Attualmente studia Composizione con Alessandro Ruo Rui e Prepolifonia con Fulvio Rampi presso lo stesso istituto. Collabora stabilmente, anche come solista, con: Coro Filarmonico Ruggero Maghini, Ars Cantica Choirt, Collegio Musicale Italiano, Gesualdo Consort of Gesualdo, Ghislieri Choir&Consort, L’Armonia degli Affetti, RossoPorpora, La Fonte Musica, laVerdi Barocca. Ha cantato sotto la direzione di direttori come Christopher Hogwood, Rafael Frühbeck de Burgos, Juanjo Mena, Aldo Ceccato, Ottavio Dantone, Helmuth Rilling, Marcus Creed, Martina Batic, Filippo Maria Bressan, Alessandro de Marchi, Hansruedi Kämpfen all’interno di importanti rassegne e festival italiani ed europei: Stagione Sinfonica dell’Orchestra Nazionale della RAI, MITO, Musica Antiqua Bruges, Semana de Música Religiosa de Cuenca, Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, AMUZ inTime (Anversa), Festival de Musique du Haut-Jura, Europa Cantat XVIII, MusikMeran, Zermatt Festival.

Giuseppe Maletto Svolge un’intensa attività concertistica come cantante dedicandosi prevalentemente alla polifonia e alla musica di Claudio Monteverdi. Ha collaborato con alcuni tra i più prestigiosi gruppi di musica antica, partecipando a numerose tournée in Europa, Stati Uniti, Israele, Giappone, Messico, Colombia e Argentina. Ha inciso più di 60 CD, ricevendo numerosi premi di prestigio, tra cui il Diapason d’Or de l’Année — Musique Ancienne (2005 e 2013) il Deutscher Schallplattenpreis, Prix Cecilia, il Premio Cini e il Gramophone Award. Da anni si dedica alla direzione di gruppi vocali: ha fondato nel 1995 Cantica Symphonia, riconosciuto come uno tra i più autorevoli interpreti della musica del quattrocento e in particolare di Guillaume Dufay. Nel 2009 ha fondato con Rossana Bertini e Daniele Carnovich La Compagnia del Madrigale. Il gruppo in pochi anni si è imposto


come nuovo punto di riferimento per il repertorio madrigalistico. Le incisione del Sesto Libro di Gesualdo e del Primo Libro a 5 voci di Marenzio hanno ricevuto rispettivamente i prestigiosi Diapason d’Or de l’Année e Gramophone Award. Ha insegnato alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, al Corso Internazionale di Musica Antica di Polizzi Generosa, ha tenuto inoltre un seminario di interpretazione Monteverdiana presso il Conservatorio di Novosibirsk (Russia) e nel 2012 un atelier sul madrigale di Monteverdi al Festival Europa Cantat. Attualmente insegna vocalità presso l’Accademia Maghini di Torino. Nel 2011 è stato Artist in residence al Festival Oude Muziek di Utrecht.

Chiara Marcolongo Dopo essersi diplomata in pianoforte nella classe di AnnaMaria Cigoli al Conservatorio “G. Verdi” di Torino, ha conseguito il Diploma accademico di II livello in Pianoforte — Indirizzo concertistico e il diploma di Clavicembalo, sotto la guida del maestro Giorgio Tabacco, sempre con il massimo dei voti. Si è poi perfezionata presso l’Accademia Pianistica di Padova con Federica Righini e Riccardo Zadra e presso la S.I. di Musica da Camera del Trio di Trieste con il Trio di Parma. Ha inoltre arricchito la sua formazione partecipando a numerose masterclass di pianoforte, musica da camera, clavicembalo, fortepiano, tenute da Jeffrey Swann, Aldo Ciccolini, Pietro De Maria, Géry Moutier, Federica Righini e Riccardo Zadra, Altenberg Trio, Olivier Beaumont, Kenneth Gilbert, Malcolm Bilson, Stefano Bagliano, Dominique Merlet, Luca Oberti. Ha lavorato come maestro collaboratore per il teatro Piccolo Regio di Torino, il Coro Athena di Bologna, il coro inglese Lancaster Singers e collabora stabilmente con il coro Ruggero Maghini di Torino. Da anni svolge attività di pianista e cembalista accompagnatrice in masterclass e concorsi di strumento e canto, a cui affianca un’intensa attività didattica in diverse scuole di Torino e provincia. Attualmente è Tutor presso il Conservatorio di Torino come Pianista accompagnatrice delle classi di strumento. Vincitrice di numerosi primi premi in concorsi nazionali e internazionali, si è esibita in veste di pianista solista e con l’orchestra, al clavicembalo e al fortepiano e in diverse formazioni cameristiche per numerosi eventi e stagioni musicali.


Annalisa Mazzoni Ha iniziato i suoi studi al Conservatorio di Torino dove si è diplomata in oboe. Nel 2013 ha poi conseguito il master in Performings Arts-Canto, presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano seguita da Luisa Castellani e Barbara Zanichelli. Collabora come corista e solista con numerosi ensemble, tra i quali il Coro della Radio Svizzera Italiana RSI in Lugano diretto da Diego Fasolis, l’Academia Montis Regalis diretta da Alessandro De Marchi, la Compagnia del Madrigale e Cantica Symphonia diretti da Giuseppe Maletto, i Musici di Santa Pelagia diretti da Maurizio Fornero, il Canto di Orfeo diretto da Gianluca Capuano, la Verdi Barocca diretto da Ruben Jais, il Coro Maghini, diretto da Claudio Chiavazza e dallo stesso preparato per le produzioni sinfonico/corali dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, il Ghislieri Choir and Consort diretto da Giulio Prandi, il Collegio Musicale italiano diretto da Adriano Gaglianello, Vox Àltera ensemble specializzato in musica contemporanea e diretto da Massimiliano Pascucci. Ha cantato sotto la direzione di Alessandro De Marchi, Ottavio Dantone, Diego Fasolis, Attilio Cremonesi, Helmuth Rilling, Christopher Hogwood, Juanjo Mena, Rafael F. De Burgos, Kristjan Järvi, Ivor Bolton, Vladimir Ashkenazy e altri, in Italia e all’estero. Ha partecipato numerose volte al Festival di musica Antica di Innsbruck. Ha inciso per Deutsche Harmonia Mundi, Elegia Records, Glossa e CPO.

Andrea Nicolotti Basso, si è avvicinato al canto in giovane età grazie a all’esperienza in diverse realtà amatoriali dedite al repertorio polifonico e popolare, fra cui la Bottega Musicale e la Corale Sette Torri, le quali hanno ottenuto diversi riconoscimenti a livello sia nazionale sia internazionale. Iniziato lo studio del canto al Liceo Musicale di Chivasso, con Giovanni Cucci, si è poi perfezionato con Giuseppe Valdengo, Adriana Bono e Gianni Zanetti. È stato direttore della Corale Città di Chivasso e ha collaborato alla realizzazione di diversi spettacoli teatrali- musicali ideati da Mauro Ginestrone. Ha lavorato, come corista e solista, con diversi compagini sinfoniche, cori, gruppi madrigalistici e formazioni cameristiche quali il Gruppo vocale della Bottega Musicale, il Collegio Musicale Italiano, il Coro Filarmonico Ruggero Maghini, il coro Michele Novaro, l’Accademia del Santo Spirito. Con il Coro Filarmonico Ruggero Maghini ha preso parte a numerosi concerti con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, sotto la direzione di Frank Shipway, György Györiványi-Ráth, Serge Baudo, Kirill Petrenko, Gerd Albrecht, Rafael Frühbeck De Burgos, Jeffrey Tate, Juanjo Mena, Mas Conde, Gianandrea Noseda, Helmuth Rilling, Cristopher Hogwood, Kristjan Järvi, Ottavio Dantone, Attilio Cremonesi, Wayne Marshall, Robert King. Ha cantato in numerose produzioni dell’Academia Montis Regalis, specializzata nel repertorio barocco. Ha all’attivo diverse registrazioni discografiche.


Vittoria Panato Ha iniziato lo studio del violino con il maestro Ghirardelli, ottenendo in seguito il diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Novara e il diploma di perfezionamento presso l’Accademia Internazionale “L. Perosi” di Biella, sotto la guida di Corrado Romano. Diplomata in Musicoterapia, ha inoltre conseguito con lode il Diploma accademico di II livello in Musica da camera presso il Conservatorio di Parma, sotto la guida di P. Maurizzi, e in Discipline musicali a indirizzo interpretativo presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali di Reggio Emilia. Ha seguito corsi di perfezionamento in violino, musica da camera e prassi esecutiva barocca con docenti di fama internazionale quali V. Brodski, R. Ranfaldi, M. Rizzi, E. Casazza, U.Nastrucci e N. Robinson. Svolge attività concertistica in diverse formazioni cameristiche, occupandosi in particolare del repertorio barocco e del Novecento, collaborando con musicisti quali F. Renard, C. Lootgieter, A. Orsi, D. Mingolla, Accademia del Ricercare. Vanta svariate collaborazioni orchestrali tra cui: Orchestra del Teatro “La Fenice” di Venezia, del Teatro Comunale di Bologna, del Teatro Regio di Torino, Orchestra dei Pomeriggi Musicali di Milano, del Teatro Regio di Parma. Ha lavorato presso il Conservatorio “G.F. Ghedini” di Cuneo, il Conservatorio di Mantova, gli Istituti Superiori di Studi Musicali di Reggio Emilia e di Modena e Carpi, sia come ricercatrice nell’ambito della didattica per bambini e ragazzi, sia come docente per le attività laboratoriali di musica d’insieme e propedeutica.

Dario Previato Nato nel 1980, nel 1994 ha iniziato i suoi studi di canto artistico e, dopo alcune prime esperienze in importanti realtà amatoriali piemontesi, con le quali ha vinto numerosi concorsi sia di livello nazionale che internazionale, entra a far parte di varie formazioni professionali con le quali ha eseguito concerti sia in Italia che all’estero, con un repertorio che spazia dalla musica antica alla musica contemporanea. Ha collaborato e collabora tuttora con varie formazioni - tra le quali il Coro Filarmonico Ruggero Maghini, l’Odhecaton Ensemble, l’Accademia del Ricercare - ed è membro fondatore del Collegio Musicale Italiano, un ensemble specializzato nella prassi esecutiva della musica rinascimentale e barocca Ha partecipato, con il Coro Filarmonico Ruggero Maghini, a numerose produzioni dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, dirette da musicisti di fama internazionale quali Rafael Frühbeck De Burgos, Jeffrey Tate, Juanio Mena, Gianandrea Noseda, Wayne Marshall, Helmuth Rilling, Cristopher Hogwood, Robert King, Ottavio Dantone, nonché a varie produzioni dell’Accademia Montis Regalis, diretta da Alessandro De Marchi. Con l’ensemble Odhecaton ha inciso la Missa Papae Marcelli di Giovanni Pierluigi da Palestrina per la casa discografica francese Arcana, disco insignito del Diapason d’Or nel novembre del 2010.


Roberto Ranfaldi Iniziato lo studio del violino con Mario Ferraris, nel 1982 è a Boston, vincitore di una borsa di studio per seguire i corsi di E. Rosenblyth. Nel 1983 si esibisce come solista in tournée con la Schweizer Streichorchester di Engelberg (Svizzera). Conseguito il diploma nel 1984, con il massimo dei voti, presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, si perfeziona con Corrado Romano prima a Ginevra e poi presso l’Accademia Internazionale “L. Perosi” di Biella. Nel 1989 entra a far parte dell’Orchestra Sinfonica di Torino della RAI; dal 1995 è violino di spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Ha suonato sotto la direzione di alcuni fra i più grandi direttori contemporanei, compiendo numerose tournée in Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti e Svizzera. Come solista ha interpretato concerti di Bach, Bruch, Mozart, Respighi, Viotti e Vivaldi. È stato invitato a collaborare come violino di spalla dall’Orchestra Filarmonica della Scala, dall’Orchestra del Teatro alla Scala, dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e da altre prestigiose istituzioni. Svolge attività didattica presso l’Accademia Internazionale “L. Perosi” di Biella ed è spesso invitato a far parte di giurie di concorsi nazionali e internazionali. Suona un violino Gennaro Gagliano ex Chumachenco del 1761.

Noelia Reverte Reche Nata ad Almería, in Spagna nel 1981, Noelia Reverte Reche inizia la sua attività artistico- musicale come chitarrista classica. Diplomatasi nel 2002, si esibisce come solista in teatri quali il Teatro Liceu di Barcellona e il Gran Teatro di Cordoba, anche grazie ad una borsa di studio della Fondazione Antonio Gala per giovani creativi. Nel 2005 entra nel mondo della viola da gamba, studiando presso il Conservatorio Arturo Soria di Madrid ed integrando la propria preparazione con Fahmi Alquai, violista sivigliano. Nel 2008 si trasferisce a Milano per continuare lo studio della viola da gamba presso l’Istituto di Musica Antica dell’Accademia Internazionale della Musica con Rodney Prada. Consegue il diploma nel 2011 e frequenta un corso annuale al Conservatorio Luca Marenzio di Brescia tenuto da Vittorio Ghielmi. Attualmente si esibisce con alcuni tra i più prestigiosi gruppi sia in Italia che all’estero: L’Accademia Bizantina, Il Giardino Armonico, La Divina Armonia, il Silete Venti, La Capella de Ministrers, La Cappella Mediterranea. Nel 2011 dà vita all’ensemble “Il Caleidoscopio” insieme alla violinista Lathika Vithanage e all’arpista Flora Papadopoulos realizzando programmi di ricerca musicale nel rispetto delle prassi esecutive storiche e con strumenti originali. Accanto all’attività concertistica, Noelia Reverte Reche svolge una importante attività didattica. è docente di viola da gamba al Conservatorio della Svizzera italiana di Locarno, nei corsi estivi di Romano Canavese promossi dall’Accademia del Ricercare di Torino e negli appuntamenti annuali organizzati dall’Associazione Triacamusicale


nell’ambito del Festival Internazionale di Musica Antica. Ha effettuato registrazioni discografiche col gruppo Rosso Porpora di Walter Testolin per Stradivarius, con l’Accordone di Guido Morini e Marco Beasley per Arcana e con Il Rossignolo di Ottaviano Tenerai per Sony.

Karin Selva Di Bolzano, diplomata in violoncello e canto lirico, studia attualmente con BiancaMaria Casoni. Solista e corista del Ghislieri Choir (Pavia) partecipa ai più importanti festival europei di Musica Antica. Collabora con ensemble come il Ricercare Ensemble (Mantova), il Coro Maghini (Torino), la Capella de Ministrers (Valencia), il Concerto Italiano di Rinaldo Alessandrini, l’ensemble Delitiae Musicae di Marco Longhini, il Coro della Radio Svedese, l’Accademia Hermans, la Venice Monteverdi Academy, l’Harmonices Mundi di Claudio Astronio (Bolzano), l’Ensemble Euridice (Torino). Ha cantato nei ruoli di Minerva, Amore e Melanto nel Ritorno di Ulisse in Patria di Monteverdi, Melia nell’Apollo et Hyacinthus di Mozart (Genova), la Prima Dama del Flauto Magico di Mozart con Gianandrea Noseda e Michele Placido (Stresa), Tamiri ne Il Re Pastore (Como e Pavia), Belinda in Dido & Aeneas di Purcell (Pavia), Ester ne Il gioco delle sorti di Gilberto Bosco (Torino). Recital di arie del Belcanto a Palazzo Madama (MITO 2011), recital di melodie francesi all’Unione Musicale — Atelier Parigi 2013, recital di arie da camera a Pinerolo Torinese, concerto sacro di arie di Henry Purcell (Giaveno, Brescia e Loano). Canterà a novembre la Rosa ne Il Pelegrinaggio della Rosa di R. Schumann per la prossima stagione dell’Unione Musicale.

Manuel Staropoli Si è diplomato brillantemente in Flauto dolce presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste con S. Casaccia perfezionandosi con L. Cavasanti, K. Boeke e G. Heyens. Nel 2000 si è diplomato con il massimo dei voti in Flauto Dolce presso la Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo e ha conseguito nel 2007 il diploma accademico di II livello di Flauto traverso storico (Cum Laude) presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino con la professoressa F. Odling perfezionandosi successivamente con B. Kuijken. Si è esibito in oltre 600 concerti in Italia e all’estero partecipando ad importanti rassegne concertistiche e festival internazionali.Solista dell’Accademia del Ricercare collabora con l’Accademia Bizantina, Tripla Concordia, “Collegium Pro Musica, il quartetto italiano di flauti dolci Icarus, l’orchestra Terg Antiqua, Academia Montis Regalis, laVerdi Barocca e con artisti come Dan Laurin, Dorothee Oberlinger e Maurice Steger. Ha partecipato alle registrazioni di tutti i CD del gruppo italiano Rhapsody of Fire. Ha inciso per le case discografiche Sony, Stradivarius, Tactus, Amadeus, Pizzicato, Rugginenti, Brilliant Classics e scrive sulla rivista per flauto FaLaUt. Ha


tenuto seminari e masterclass presso la Musik Hochschule di Mannheim, la Musik Hochschule di Duisburg-Essen, la Muzička akademija di Zagabria e la Land Musik Schule di St. Georgen im Attergau (Salzburg). Ha insegnato presso il Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza ed è attualmente docente di Flauto dolce presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, mentre collabora inoltre con il Conservatorio “N. Paganini” di Genova. Presta attività didattica presso l’associazione Accademia del Ricercare a Settimo Torinese (TO) e presso l’Accademia Musicale Torinese. Dal 2005 è direttore del Corso Internazionale di Musica Antica dell’Accademia del Ricercare.

Mario Stefano Tonda Musicista torinese, si diploma in Pianoforte presso il Conservatorio “G. Verdi” di Torino sotto la guida di Annamaria Cigoli. Intraprende quindi la pratica del clavicembalo con Ottavio Dantone, per proseguire gli studi in cembalo e fortepiano con Emilia Fadini ed ottenere infine, con il massimo dei voti, il Diploma accademico superiore in Tastiere storiche presso il Conservatorio di Torino sotto la guida di Giorgio Tabacco. Parallelamente agli studi accademici prende quindi parte a corsi di clavicembalo e fortepiano tenuti da Kenneth Gilbert, Pierre Hantai, Jos van Immerseel, Andreas Staier, Bart van Oort, seguendo infine i corsi di fortepiano di Malcolm Bilson in Europa (Italia, Belgio e Olanda) e negli Stati Uniti (New York). Tiene regolarmente recital in importanti stagioni concertistiche, esibendosi al clavicembalo ed al fortepiano sia come solista sia con gruppi da camera ed orchestrali (Orchestra Sinfonica di Roma, Il Continuo, i Musici di Santa Pelagia, Accademia del Ricercare), nonché con strumentisti e direttori d’orchestra quali Lior Shambadal, Vadim Brodsky, Berislav Skenderovic. Incide per le etichette discografiche Tactus Records, Naxos, Brilliant Classic, Real Sound ed il suo ultimo disco a due fortepiani, registrato con Giorgio Tabacco, ha recentemente ricevuto il premio della critica della rivista discografica Musica. Mario Tonda tiene regolarmente ed masterclass di fortepiano e musica antica in Italia ed all’estero, (Accademia Musicale Torinese, International Keyboard Academy di Bangkok) ed e’ inoltre regolarmente invitato come commissario esterno in esami di Conservatorio e come giurato in concorsi di clavicembalo e fortepiano. In qualità di studioso prende parte come relatore a convegni musicologici, pubblicando articoli e saggi musicologici su riviste specializzate (quali Informazione Organistica e Philomusica, rivista del dipartimento di Scienze Musicologiche dell’Università di Pavia). È laureato cum laude presso la Facoltà di Musicologia dell’Università degli Studi di Pavia con una tesi dedicata allo studio ed all’edizione critica dell’Intavolatura de Cimbalo del 1576 di Antonio Valente.


Barbara Zanichelli Nata a Parma, diplomata in Violino e successivamente in Canto, Performance e pedagogia del canto — con lode — presso il Conservatorio della Svizzera Italiana a Lugano, sotto la guida di Luisa Castellani. Vincitrice e finalista di concorsi internazionali come il Luca Marenzio 1999 e il Nicati 2009. Svolge intensa attività concertistica sia come solista che in ensemble, come interprete del repertorio antico e contemporaneo in importanti sale e festival italiani ed esteri Ha cantato sotto la direzione di K. Stockhausen, T. Fisher, A. Richard, G. Bernasconi, R.H. Platz, M.W. Chung, P. Memelsdorff, B. Kujken, P. Németh, O. Dantone, E. Gatti, V. Parisi, Ensemble Contrechamps, M. Wendenberg, P. da Col, A. De Marchi, L. Pianca, interpretando anche partiture in prima esecuzione assoluta di compositori come K. Stockhausen, F. Hoch, G. Bryars, L. Kupper, S. Gervasoni, M. Pagliarani, W. Blank, M. Stedron, N. Bolens, W. Merz, approfondendole con gli autori stessi. Dal 2007 è docente di Canto e Pedagogia del canto oltre che assistente di Luisa Castellani presso il Conservatorio della Svizzera Italiana. Ha partecipato a dirette radiofoniche italiane ed europee e ha registrato per varie case discografiche tra cui Erato, Arcana, Chandos, Virgin, Glossa, StockhausenVerlag, Naive, Aeon, Tactus, Pavane, Arts, Bongiovanni, Phonè.


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biglietti e informazioni — — ingressi Singolo 12 euro Ridotto 8 euro + 2 euro d.p. — abbonamenti Passport (11 concerti) 99 euro Ridotto (11 concerti) 66 euro Famiglia (a concerto) 20 euro + 2,50 euro d.p. — box office laFeltrinelli piazza C.L.N. 251 — Torino dal lunedì al sabato ore 09.30 — 20.00 domenica ore 10.00 — 14.00 e 15.00 — 20.00 — regolamento La vendita dei titoli di ingresso, oltre che dalle norme del codice civile sul mandato con rappresentanza, è disciplinata dai seguenti termini e condizioni: " Il titolo di ingresso costituisce titolo di accesso esclusivamente per il concerto per il quale è stato emesso, nel giorno e nell’orario indicati. " L’accesso al luogo del concerto può essere regolato da apposite norme definite dall’organizzatore per le quali, fra l’altro, l’organizzatore ha il diritto di effettuare controlli di sicurezza e, anche per irregolarità del titolo di ingresso, ha il diritto di rifiutare l’accesso al luogo del concerto. " L’organizzatore ha facoltà di spostare il luogo e/o la data del concerto: si consiglia quindi di verificare — prima del concerto sul sito www.musicidisantapelagia.com o scrivendo una mail ad info@musicidisantapelagia.com — l’orario di inizio, l’orario di apertura degli accessi al luogo del concerto, nonché eventuali altri cambiamenti relativi al programma. Si consiglia comunque di presentarsi all’ingresso almeno mezz’ora prima dell’inizio del concerto. " In caso di mancata effettuazione del concerto o di cambiamento di programma eventuali reclami andranno indirizzati esclusivamente all’organizzatore. In caso di rimborso per la mancata effettuazione del concerto, l’associazione non rimborserà il diritto di prevendita né eventuali altri commissioni applicate per l’effettuazione del servizio a beneficio dell’organizzatore. I tempi e le modalità di restituzione dell’importo sono stabiliti dall’organizzatore.


" Nel caso di rinuncia da parte dell’utente, l’organizzatore non prevede il rimborso del prezzo del biglietto pagato. Non è previsto il rimborso per quei biglietti che sono stati acquistati ma non ritirati presso il luogo del concerto. Al termine del concerto la loro validità risulta scaduta. Non è possibile permutare i biglietti, neanche previo pagamento dell’eventuale differenza di prezzo. " Il titolo di ingresso, per legge e per richiesta dell’organizzatore, è personale, deve essere conservato con cura e non può essere scambiato, ceduto a qualsiasi titolo, con o senza corrispettivo, né trasferito o consegnato a terzi a fini commerciali, pubblicitari o promozionali. " Si prega di controllare al momento dell’acquisto del titolo di ingresso eventuali errori e/o omissioni. " I dati personali forniti dagli utenti durante l’acquisto dei biglietti potranno essere utilizzati dall’associazione Musici di Santa Pelagia al solo fine di inviare newsletter informative e non saranno comunicati a terzi. " Il pubblico può essere oggetto delle eventuali riprese audio e video effettuate in occasione del concerto. " È vietato l’uso — non autorizzato da parte dell’organizzatore — di apparecchi di registrazione audio e video. " Possono usufruire della riduzione i soci di Musici di Santa Pelagia e Accademia Musicale Torinese, under 18, over 65, studenti e soci degli enti convenzionati, che saranno resi noti su www.musicidisantapelagia.com. Per evitare inconvenienti si prega di esibire la propria tessera associativa assieme ad un documento di identità. " Si ricorda che le sale dei concerti hanno capienza limitata.

— testi e note di sala a cura di Alessandro Baudino — grafica e impaginazione Koyaanisqatsi Collective — stampato nel mese di settembre 2015





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