Regie Sinfonie 2016—2017

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Una nuova avventura Dopo aver tagliato felicemente il traguardo della decima edizione, un risultato tutt’altro che banale nella difficilissima situazione in cui si sta dibattendo da anni il panorama musicale italiano, la nostra stagione dedicata al repertorio preromantico si avvia con entusiasmo verso obiettivi sempre più ambiziosi, per offrire al pubblico torinese un cartellone che abbina le opere più apprezzate di autori amatissimi a lavori pressoché sconosciuti e forse ancora più degni di essere presi in considerazione. Dal momento che l’esperienza insegna, la direzione artistica ha deciso di proseguire gli itinerari intrapresi nelle edizioni precedenti, in modo da fornire un’immagine il più possibile organica ed esaustiva di alcuni degli autori, dei generi, dei paesi e degli stili che si affermarono nel corso dell’epoca barocca. In questo modo, gli appassionati più attenti potranno ricostruire tessera dopo tessera quello straordinario mosaico musicale che fiorì tra il XVII e il XVIII secolo, mettendo a fuoco le influenze che un compositore esercitò su quelli successivi e osservando l’avvicendarsi degli stili nella corretta prospettiva storico—artistica. Grazie a questo approccio, rigoroso sotto il profilo delle scelte musicali ma concepito in modo da garantire un ascolto quanto mai vario e gradevole, anche per chi si accosta per la prima volta alla musica barocca, Regie Sinfonie non vuole essere solo una fonte di piacere epidermico, ma un’iniziativa di alta valenza culturale, in grado di far nascere tra il suo pubblico un amore sempre più profondo nei confronti di opere che nel corso degli ultimi anni sono state spinte ai margini da una cultura dominante, che antepone la facilità d’ascolto alla pura Bellezza di capolavori che hanno superato gloriosamente l’esame del Tempo.

Regie Sinfonie vuole essere un’iniziativa di alta valenza culturale, in grado di far nascere tra il suo pubblico un amore sempre più profondo nei confronti di opere che nel corso degli ultimi anni sono state spinte ai margini da una cultura dominante. Il cartellone di quest’anno si aprirà nel nome della Serenissima con un concerto incentrato su sei delle 12 sonate op. 2 di Vivaldi che vedrà protagonista Enrico Casazza accompagnato dai Musici di Santa Pelagia, al quale faranno seguito le ‘seconde parti’ delle integrali delle opere per violino e strumento a tastiera (clavicembalo e pianoforte) di Bach e Mozart a cura di Roberto Ranfaldi e Maurizio Fornero, separate da un suggestivo concer-

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to natalizio tenuto dalla Corale Polifonica di Sommariva Bosco diretta da Adriano Popolani. In gennaio Francesca Odling e Francesca Lanfranco ci accompagneranno in una nuova esplorazione del Grand Siècle francese con una bella silloge di sonate per flauto di autori transalpini, mentre il mese successivo verrà proseguito il filone del ‘teatro senza teatro’ inaugurato l’anno scorso dal Moisé di Baldassare Galuppi con un altro oratorio di rarissimo ascolto, Humanità e Lucifero di Alessandro Scarlatti eseguito dai Musici di Santa Pelagia. Gli ultimi due appuntamenti — entrambi dedicati alla Germania — rivestono un significato particolare, in quanto il concerto Jesu meine Freude proposto dall’Accademia Corale Ruggero Maghini diretto da Elena Camoletto vuole rendere omaggio al quinto centenario della Riforma protestante, un evento che ha avuto una profonda influenza sullo sviluppo dell’Europa degli ultimi secoli, mentre Il maestro di scuola di Telemann non solo ricorderà il 250° anniversario della morte del grande compositore di Magdeburgo, ma costituirà il punto di partenza di un rapporto sempre più profondo che I Musici di Santa Pelagia vogliono stringere con i ragazzi e le ragazze in età scolare, per permettere loro di scoprire quel vero e proprio scrigno di tesori che è il repertorio barocco, assurdamente ignorato dai programmi scolastici del nostro paese. Questo impegno nei confronti dei giovani e la ricerca di un maggiore dialogo con le scuole della nostra città costituisce una delle novità di questa nuova edizione di Regie Sinfonie rivolta verso il futuro. L’altra è invece rappresentata dalle conferenze che si terranno nella splendida cornice del Salone d’Onore di Palazzo Barolo tutti i venerdì precedenti i concerti, nel corso delle quali andremo alla scoperta di un mondo incantato, che — badate bene — può generare una grave forma di dipendenza. Per fortuna, questo non comporta alcuna controindicazione, anzi… Giovanni Tasso — critico musicale

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Calendario

12 novembre Chiesa di Santa Pelagia

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L’arte violinistica del Prete Rosso I Musici di Santa Pelagia Enrico Casazza — violino

3 dicembre Palazzo Barolo

Il violino di Johann Sebastian Bach Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — clavicembalo

17 dicembre Arciconfraternita della Misericordia

Jubilate! Christus natus est Corale Polifonica di Sommariva Bosco Adriano Popolani — direzione

21 gennaio Palazzo Barolo

L’aimable accord Francesca Odling — flauto traversiere Francesca Lanfranco — clavicembalo

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18 febbraio Palazzo Barolo

’17

Il violino di Wolfgang Amadeus Mozart Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — pianoforte

11 marzo Palazzo Barolo

Humanità e Lucifero I Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero — direzione

8 aprile Arciconfraternita della Misericordia

Jesu meine Freude Accademia Corale Ruggero Maghini Elena Camoletto — direzione

20 maggio Teatro Vittoria

Der Schulmeister Francesca Lanza — soprano Cristian Chiggiato — baritono Corrado Rollin — regia Maurizio Fornero — direzione Coro di Voci Bianche della Scuola Comunale di Musica di Mondovì I Musici di Santa Pelagia 7


Ciclo Bach + Mozart Questo percorso dedicato ad alcuni dei principali capolavori per violino e clavicembalo del XVIII secolo si inserisce nel ciclo triennale di concerti Bach + Mozart inaugurato lo scorso anno da Roberto Ranfaldi, primo violino dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI di Torino, e da Maurizio Fornero, clavicembalista e direttore dell’ensemble I Musici di Santa Pelagia. Questo duo, che può vantare al proprio attivo numerosi concerti in formazione cameristica e in orchestra, continuerà con l’esecuzione integrale delle sonate per violino e clavicembalo e delle sonate e partite per violino solo di Johann Sebastian Bach e delle 16 sonate per violino e pianoforte di Wolfgang Amadeus Mozart. Nel corso di questi concerti, il pubblico potrà apprezzare un repertorio intimo e molto intenso, entrato meritatamente da tempo a far parte della storia della cultura europea. I due concerti in programma nella stagione si terranno il 3 dicembre 2016 e il 18 febbraio 2017.

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Il grande repertorio francese del XVIII secolo Il repertorio fiorito in Francia nel corso del XVIII secolo è considerato tra i cardini della storia della musica, nonché un’imprescindibile fonte di ispirazione per i compositori di altri paesi, un giudizio che trova piena conferma nel fatto che il gusto francese pervade molte opere di compositori come Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel, Georg Philipp Telemann e Wolfgang Amadeus Mozart. La città di Torino e Palazzo Barolo (sede della maggior parte dei concerti e un tempo residenza di Giulia Falletti di Barolo, nata nel 1785 a Maulévrier con il nome di Juliette Colbert) nutrono da sempre una predilezione particolare per la cultura transalpina, strettamente legata a quella sabauda e radicata in tutti gli strati sociali della nostra città, per cui alla direzione artistica di Regie Sinfonie è parso quasi naturale inserire tra le linee guida della programmazione della stagione un omaggio alla tradizione musicale d’Oltralpe. Il 21 gennaio 2017 Francesca Odling e Francesca Lanfranco presenteranno un programma dal titolo L’aimable accord, un suggestivo concerto che delineerà un affascinante spaccato del repertorio per flauto traversiere e clavicembalo fiorito in Francia nel corso del Grand Siècle, affiancando alle opere di compositori conosciuti anche alle nostre latitudini alcune pagine virtualmente sconosciute, come l’incantevole sonata dell’ormai dimenticato André Le Sac.

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Il patrimonio sacro del Barocco tedesco La produzione sacra del Barocco tedesco, che parte dalle suggestive opere di Heinrich Schütz e arriva fino agli straordinari capolavori di Johann Sebastian Bach e Georg Philipp Telemann, costituisce uno dei capitoli più esaltanti della storia della musica non solo per la sua intrinseca bellezza, ma anche per aver accompagnato la storia delle comunità protestanti dell’Europa centrale. Per questo motivo e per celebrare il quinto centenario della Riforma, la direzione artistica di Regie Sinfonie ha ritenuto doveroso inserire nel cartellone un concerto di grande interesse, che l’8 aprile 2017 vedrà l’Accademia Corale Ruggero Maghini diretta da Elena Camoletto proporre una affascinante silloge di mottetti di alcuni membri della famiglia Bach, che nel loro insieme consentono anche di delineare un quadro dell’evoluzione di un genere che con il sommo Cantor lipsiense raggiunse il suo massimo splendore, per essere poi sostituito dalla allora più moderna cantata sacra.

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Teatro senza teatro Il quarto tema vuole prendere in esame — dopo la fortunata riproposizione del Moisé di Baldassare Galuppi dello scorso anno — i generi oggi assai poco frequentati dell’intermezzo, della serenata e dell’oratorio, portando avanti un progetto organico che vedrà nel corso dei prossimi anni I Musici di Santa Pelagia eseguire di fronte al loro pubblico una serie di lavori virtualmente sconosciuti e in alcuni casi in prima esecuzione moderna. Queste opere sono caratterizzate da una scrittura brillante e da un sicuro passo teatrale, due elementi che possono consentire loro di conquistare il cuore del pubblico dei giorni nostri come era avvenuto in passato. Sabato 11 marzo 2017 Maurizio Fornero guiderà il suo ensemble in Humanità e Lucifero, un oratorio sacro di Alessandro Scarlatti eseguito per la prima volta nel 1704 in occasione della Natività della Beata Vergine Maria di fronte a uno sceltissimo pubblico di aristocratici, artisti e letterati della splendida Roma di Clemente XI. Come conclusione della stagione, il 20 maggio 2017 nel Teatro Vittoria sarà la volta di Der Schulmeister di Georg Philipp Telemann, uno scintillante intermezzo comico che mette alla berlina il comportamento vanesio, supponente e ai limiti del dittatoriale di alcuni insegnanti tedeschi del XVIII secolo. Questo lavoro verrà anche proposto agli allievi di alcuni istituti scolastici di Torino per diffondere la conoscenza di un repertorio estremamente gradevole e alla portata di tutti.

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Educational Dopo il successo ottenuto nella scorsa edizione con i cinque laboratori musicali rivolti ai bambini e alle famiglie, Regie Sinfonie prosegue il dialogo con il suo pubblico più giovane con una serie di iniziative di grande interesse. In concomitanza con alcuni dei concerti di maggiore richiamo della stagione, Palazzo Barolo aprirà le sue porte alle scolaresche che si saranno prenotate, per consentire a ragazzi e insegnanti di assistere alle prove dei Musici di Santa Pelagia. In questo modo i ragazzi potranno scoprire i segreti che si celano dietro le quinte di una sala da concerti, ammirare lo splendido Salone d’Onore e alcuni ambienti del palazzo di via delle Orfane e imparare qualche notizia interessante sui compositori e sulle opere in programma grazie alle spiegazioni di uno studioso del repertorio preromantico, che provvederà a soddisfare ogni curiosità. Il 19 maggio 2017 al Teatro Vittoria si terrà un’esecuzione riservata alle scuole del Maestro di scuola di Georg Philipp Telemann, un lavoro brillante e molto godibile, che vedrà protagonista tra gli altri il Coro di Voci Bianche della Scuola Comunale di Musica di Mondovì. Anche questo evento deve essere prenotato in anticipo presso la segreteria dei Musici di Santa Pelagia. Su richiesta dei docenti, possono essere effettuate conferenze con ascolti su temi specifici calibrate in base all’età del pubblico sia presso gli istituti interessati sia a Palazzo Barolo.

Backstage Questi appuntamenti propongono un dialogo tra gli artisti e il pubblico prima dei concerti segnalati in cartellone, rivelando le modalità di svolgimento delle prove e l’approccio storicamente informato alla letteratura musicale. Gli appuntamenti di backstage — che si svolgeranno alle ore 20.00 — sveleranno gli ultimi preparativi dei musicisti e dei loro strumenti pochi minuti prima del concerto e permetteranno al pubblico di avere una maggiore conoscenza di ciò che si nasconde dietro l’esibizione. Questi incontri si inseriscono nell’impegno dei Musici di Santa Pelagia a sostenere gli artisti e a formare un pubblico consapevole attraverso lo scambio di esperienze e di emozioni.

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Incontri musicali Quando una stagione musicale come Regie Sinfonie presenta in cartellone compositori e opere pressoché sconosciuti ha l’obbligo morale di offrire al proprio pubblico la possibilità di avvicinarsi in maniera più consapevole a un repertorio che spesso si rivela molto più gradevole e intrigante di certi brani sentiti e risentiti un’infinità di volta. Per questo motivo e per soddisfare la curiosità degli appassionati che desiderano approfondire le proprie conoscenze, il giovedì precedente ogni concerto nel Salone d’Onore di Palazzo Barolo il dottor Giovanni Tasso terrà alle ore 17.30 un incontro con ascolti su un tema legato al programma proposto. Per rendere l’incontro il più gradevole possibile, non verrà adottato l’abusato modello della guida all’ascolto, ricca di termini tecnici di difficile comprensione per chi non ha studiato a fondo la teoria e la storia della musica, ma si privilegerà un approccio pensato per inquadrare ogni autore nel suo giusto contesto storico, letterario e artistico, andando in questo modo a collocare nuove tessere a quell’affascinante mosaico che è il patrimonio musicale fiorito in Europa tra il XVII e il XVIII secolo.

" 10 novembre 2016 I concerti di Antonio Vivaldi " 1 dicembre 2016 La produzione cameristica di Bach " 15 dicembre 2016 La produzione natalizia nel Barocco tedesco " 19 gennaio 2017 La riscoperta del grande Barocco francese " 16 febbraio 2017 La grande cameristica di Mozart " 9 marzo 2017 Alessandro Scarlatti, un protagonista dimenticato del Barocco italiano " 6 aprile 2017 La musica sacra nella tradizione luterana " 18 maggio 2017 L’opera buffa del XVIII secolo

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12 novembre " ore 21 Chiesa di Santa Pelagia

L’arte violinistica del Prete Rosso Sei sonate per violino e basso continuo op. 2 di Antonio Vivaldi

Antonio Vivaldi 1678 — 1741 Sonata in sol minore op. 2 n. 1 RV 27 Preludio — Giga — Sarabanda — Corrente Sonata in la maggiore op. 2 n. 2 RV 31 Preludio a capriccio — Presto — Corrente — Adagio — Giga Sonata in si minore op. 2 n. 5 RV 36 Preludio — Corrente — Giga Sonata in do minore op. 2 n. 7 RV 8 Preludio — Allemanda — Corrente Sonata in mi minore op. 2 n. 9 RV 16 Preludio — Capriccio — Giga — Gavotta Sonata in la minore op. 2 n. 12 RV 32 Preludio — Capriccio — Grave — Allemanda

I Musici di Santa Pelagia Enrico Casazza — violino Sebastiano Severi — violoncello Gianluca Geremia — tiorba Maurizio Fornero — clavicembalo

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Verso la fine del 1708 l’editore veneziano Antonio Bortoli pubblicò un catalogo delle opere di imminente uscita, che comprendeva tra le altre cose le Sonate a Violino e Violoncello del Sig. D. Antonio Vivaldi Opera Seconda. La precisazione del violoncello faceva pensare a una serie di opere per due strumenti senza basso continuo, un genere ancora poco usuale per quell’epoca, ma che poteva contare su alcuni apprezzabili precedenti come le Sonate op. 4 di Giuseppe Torelli, date alle stampe nel 1688. Contrariamente a quanto annunciato, l’anno successivo Bortoli pubblicò le Sonate a violino e basso per il cembalo con due rilevanti sorprese: la prima rappresentata dalla mancanza dell’indicazione del numero d’opus (che sarebbe comparso nelle edizioni successive) e la seconda — molto più importante — costituita dalla scelta di abbandonare l’organico previsto in un primo tempo a favore dell’ampiamente collaudata forma della sonata solistica con basso continuo. Nonostante gli sforzi compiuti dai musicologi, non è stato finora possibile stabilire con certezza le ragioni di quest’ultima decisione di Vivaldi, presa con ogni probabilità all’ultimo momento. Secondo alcuni studiosi, il compositore avrebbe preferito evitare i rischi legati a un genere ancora poco affermato tra i numerosi dilettanti che acquistavano le edizioni musicali, mentre altri hanno avanzato l’ipotesi che il Prete Rosso abbia voluto compiacere i gusti del dedicatario dell’opera, il re di Danimarca e Norvegia Federico IV, che il 29 dicembre del 1708 era arrivato a Venezia per immergersi nell’inebriante atmosfera del carnevale. Sebbene oggi venga eseguita relativamente di rado, questa raccolta ottenne un grande successo, sicuramente superiore rispetto a quello con cui erano state accolte le Triosonate op. 1, come si può notare dalla pubblicazione tre anni più tardi di un’edizione molto elegante da parte dell’editore di Amsterdam Estienne Roger e dalla successiva uscita a Londra di una copia non autorizzata dall’autore del londinese John Walsh. Sotto il profilo stilistico, queste opere presentano un’evidente affinità con le ultime sei Sonate op. 5 di Arcangelo Corelli, pubblicate a Roma nel 1700. In particolare, il loro schema si pone nel solco della sonata da camera portata a vertiginosi livelli di perfezione dal compositore di Fusignano, con un preludio seguito da due o tre danze come la allemanda, la sarabanda, la corrente, la gavotta e la giga. Rispetto al modello corelliano, Vivaldi non adotta però una sequenza fissa per le danze, che vengono anche reinterpretate con un maggior grado di libertà sotto il profilo del tempo, del ritmo e della melodia. In alcuni casi le danze vengono sostituite da movimenti dal carattere astratto, con i quali Vivaldi consente al violino di sfoggiare di volta in volta uno sbrigliato virtuosismo o una delicata vena elegiaca, garantendo in questo modo un ascolto tanto gradevole quanto variegato.

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3 dicembre " ore 21 Palazzo Barolo

Il violino di Johann Sebastian Bach Partite e sonate per violino e clavicembalo

Johann Sebastian Bach 1685 — 1750 Sonata n. 2 in la minore per violino solo BWV 1003 Grave — Fuga — Andante — Allegro Partita n. 1 in si bemolle maggiore per clavicembalo BWV 825 Praeludium — Allemande — Corrente — Sarabande — Menuet I — Menuet II — Gigue Sonata n. 4 in do minore per violino e clavicembalo obbligato BWV 1017 Largo — Allegro — Adagio — Allegro

Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — clavicembalo

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Rispetto alla maggior parte dei suoi contemporanei, nelle sue opere cameristiche Johann Sebastian Bach non si limitò ad assecondare il gusto dei suoi committenti e del pubblico, ma cercò sempre di trasfondervi una parte della sua anima, raggiungendo quella profondità di sentimento e quella perfezione stilistica che gli hanno garantito l’immortalità. Questo fatto appare evidente soprattutto nelle splendide opere che vedono protagonisti — insieme o da soli — il violino e il clavicembalo. Le sonate e partite per violino solo videro la luce nel 1720 a Köthen, alla corte del principe Leopoldo, grande estimatore di musica scomparso nel 1728 all’età di soli 34 anni. Il fatto che Leopoldo professasse la fede calvinista, che prescriveva celebrazioni estremamente sobrie sotto l’aspetto musicale, permise a Bach di dedicarsi con impegno e profitto al repertorio strumentale, portando a termine durante la sua permanenza a Köthen anche i Concerti brandeburghesi e le Suites per orchestra. Per le Sonate e Partite per violino solo Bach si ispirò alle opere di Heinrich Ignaz Franz von Biber, Johann Jakob Walther e Johann Paul von Westhoff, i tre compositori a cui oggi viene attribuita la nascita della scuola violinistica tedesca, distaccandosene però in una scrittura più intensa, nella quale il virtuosismo non costituisce uno sfoggio di brillantezza fine a se stesso, ma si pone al completo servizio di un’espressività intima e di grande suggestione. Strutturata secondo il modello della sonata da chiesa, la Sonata in la minore BWV 1003 si apre con un Grave dal sapore toccatistico vivacizzato da figurazioni molto elaborate, al quale segue una Fuga di ampio respiro, che da un tema di sole otto note crea una monumentale architettura polifonica, che prevede l’utilizzo di corde doppie, triple e — in alcuni passaggi — addirittura quadruple. Dopo un Andante ispirato al principio della melodia accompagnata, la Sonata si chiude con un Allegro pervaso da una vitalità trascinante e molto coinvolgente. Nel 1731 il quarantaseienne Bach diede alle stampe a Lipsia le sei Partite per clavicembalo come prima parte del Clavier—Übung, un fatto che la dice lunga sull’importanza che attribuiva a queste opere. Sotto il profilo strutturale, si tratta di suites di danze ricche di echi francesi, precedute da un preludio dal carattere astratto. Dopo un Praeludium estremamente conciso, la Partita BWV 825 presenta una scorrevole Allemanda, un’agile Corrente dal sapore inconfondibilmente italiano, una Sarabanda misurata e intrisa di una fascinosa vena melodica, due Minuetti dall’andamento molto contrastante — morbido e grazioso il primo, più trattenuto e introverso il secondo — e infine una Giga dalla scrittura scopertamente virtuosistica, che a tratti sembra evocare lo stile di Domenico Scarlatti. Nelle sei sonate per violino e clavicembalo obbligato Bach diede al clavicembalo un compito assai più gratificante rispetto a quello di semplice accompagnatore del violino, mettendolo a dialogare con l’arco su un piano di sostanziale parità e anticipando in questo modo le grandi sonate per violino e pianoforte del Classicismo e del Romanticismo, che si sarebbero affermate compiutamente solo mezzo secolo più tardi. La Sonata in do minore BWV 1017 è il lavoro stilisticamente più innovativo di questa raccolta e raggiunge vertici di straordinaria intensità nel Largo in tempo di Siciliana iniziale, basato sul tema della celebre aria Erbarme dich della Matthäus—Passion. 19


17 dicembre " ore 21 Arciconfraternita della Misericordia

Jubilate! Christus natus est Opere natalizie da tutto il mondo

Giovanni Battista Pergolesi 1710 — 1736 Confitebor tibi Dominum Zoltán Kodály 1882 —1967 Adventi ének — Canto dell’Avvento Antonio Sanna Anghelos Cantade Sant’Alfonso Maria de’ Liguori 1696 — 1787 Quanno nascette ninno — arrangiamento di Arcangelo Popolani Gustaf Nordqvist 1886 — 1949 Jul, jul, strålande jul Arvo Pärt 1935 Da pacem, Domine Franz Xaver Gruber 1787 — 1863 Stille Nacht — arrangiamento di David Willcocks Michael Jackson 1958 — 2009 Heal the World — arrangiamento di Andy Beck

Corale Polifonica di Sommariva Bosco Maria Rosaria Giraudi — soprano Noemi Cavallo — soprano Sara Lacitignola — contralto Martino Olivero — violoncello Francesco Olivero — tiorba Anna Galliano — organo Adriano Popolani — direzione

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Il Natale è con ogni probabilità la festa che ha acceso maggiormente la fantasia dei compositori di ogni tempo, partendo dalle austere melodie gregoriane di epoca medievale per arrivare alle opere più innovative degli autori in attività. Nonostante questo, i programmi dei concerti contemplano quasi sempre gli stessi brani, un fatto che contribuisce a offuscare il fascino di una tradizione che ci riporta ai giorni felici della fanciullezza. Il concetto alla base di questo concerto è molto semplice: per esprimere lo stupore che anno dopo anno si prova da oltre due millenni di fronte alla greppia del Bambinello non ci si può limitare a un programma monografico, incentrato solo su un compositore o su un particolare stile, ma si deve allargare gli orizzonti, fino ad abbracciare il maggior numero possibile di culture e di tradizioni, senza badare troppo al fatto che si tratti di musica ‘colta’ o tradizionale. Sebbene sia relativamente poco conosciuto, il Confitebor tibi Domine di Giovanni Battista Pergolesi è una gemma pervasa da una gioia pura e luminosissima, che alterna sapientemente i passaggi solistici del soprano e del contralto con gli interventi corali, raggiungendo in questo modo livelli artistici non inferiori al più noto Stabat Mater. Il successivo Adventi ének ci fa compiere un balzo in avanti di due secoli e mezzo, proiettandoci nell’Ungheria di Zoltán Kodály, esponente di spicco della musica magiara del XX secolo. Questa breve pagina esprime prima con delicatezza e poi con toni sempre più intensi e accorati l’impaziente attesa del Redentore, prima di sciogliersi in un Amen di impalpabile delicatezza. Finita l’attesa, la nascita del Figlio di Dio viene annunciata in maniera estremamente suggestiva da Anghelos Cantade di Antonio Sanna, celebre brano di origine sarda, entrato a far parte della grande tradizione natalizia del nostro paese, così come la pastorale Quanno nascette ninno, opera di Alfonso Maria de’ Liguori, santo e doctor zelantissimus della Chiesa cattolica originario del Napoletano, dalla quale traspare con commovente semplicità la festosa letizia dei fedeli per la venuta del Sovrano Bambino di gozzaniana memoria. Nel corso dell’ultimo decennio in ambito corale si sono messi in evidenza i compositori originari dell’Europa settentrionale, dai paesi scandinavi alle nazioni baltiche, che in questo concerto sono rappresentati dallo svedese Gustaf Nordqvist, passato alla storia della musica per l’inno natalizio Jul, jul, strålande jul (Natale, Natale, radioso Natale) basato sui versi del pastore protestante Edvard Evers, e dal carismatico compositore estone Arvo Pärt, la cui profonda spiritualità ha conquistato il pubblico di tutto il mondo. Per finire, non poteva mancare il classicissimo Stille Nacht di Franz Xaver Gruber (suvvia, qualche concessione alla care, buone e vecchie abitudini bisogna pur farla, no?), da quasi due secoli (venne composto nel 1818) compagno fedele dei nostri Natali, al quale segue una chicca assolutamente imprevedibile, vale a dire Heal the World di Michael Jackson, ormai anch’egli entrato a far parte della storia della musica.

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21 gennaio " ore 21 Palazzo Barolo

L’aimable accord Sonate per flauto di autori francesi

André Le Sac XVIII secolo Deuxième Suite PREMIER LIVRE DE PIÈCES POUR LA FLÛTE TRAVERSIÈRE AVEC LA BASSE—CONTINUE

Plainte — Allemande — Musette — La Fileuse — Sarabande — Rigaudon — Gigue Michel Blavet 1700 — 1768 Sonata V op. II La Chauvet Largo — Allegro — Aria Le Marc—Antoine — Le Regréts — Fuga Élisabeth—Claude Jacquet de La Guerre 1666 — 1729 Suite in la minore per clavicembalo PIÈCES DE CLAVECIN

Prelude — Allemande — Courante — Sarabande — Gigue — Chaconne Georg Philipp Telemann 1681 — 1767 Partia n. 2 LA PETITE MUSIQUE DE CHAMBRE

Siciliana — Allegro — Vivace — Affettuoso — Presto — Tempo di Menuetto Jean Marie Leclair 1697 — 1764 Sonata V per flauto e basso continuo op. 1 Andante — Allegro ma poco — Gavotte — Allegro assai Joseph Bodin de Boismortier 1689 — 1755 Sonata IV per flauto e clavicembalo concertante op. 91 Gayement — Gracieusement — Gayement

Francesca Odling — flauto traversiere Francesca Lanfranco — clavicembalo

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A partire dai primi anni del XVII secolo a Parigi si sviluppò un ambiente musicale estremamente fecondo, che nel giro di pochi decenni avrebbe influenzato la maggior parte dei paesi europei. Tra queste nazioni non figurava l’Italia, che — pur nella frammentarietà del suo ordinamento politico — poteva contare su alcuni dei compositori che avrebbero determinato il corso della musica, a partire da Claudio Monteverdi per arrivare ad Alessandro Scarlatti. In questo periodo alcuni compositori italiani e francesi cercarono di creare un dialogo tra due stili che sembravano inconciliabili — come François Couperin, che scrisse l’Apothéose de Corelli e Les goûts réunis — ma alla fine prevalse una sorda rivalità, che culminò a Parigi nella calda estate del 1752 con la Querelle des Bouffons, che vide il trionfo dell’opera buffa italiana sulla ormai obsoleta opéra—lyrique di Rameau e di Lully. Da allora sono passati oltre due secoli e mezzo, ma i due paesi divisi dalle Alpi continuano a guardarsi con sospetto e con un senso di malcelata superiorità, un fatto che può spiegare la scarsa diffusione del repertorio del Grand Siècle nelle sale da concerto italiane. Questo fatto rende ancora più prezioso il programma di questo concerto, che ci porta alla scoperta dei compositori fioriti nel raffinato ambiente di Versailles dell’ancien régime, non pochi dei quali continuano a essere virtualmente sconosciuti. È questo il caso, per esempio, di André Le Sac, autore del tutto assente nei cataloghi discografici della fascinosa Deuxième Suite. Relativamente più famoso è Michel Blavet, flautista e didatta di grande talento, che nel corso della sua vita ebbe la possibilità di incontrare a Parigi due delle massime celebrità della sua epoca, vale a dire Johann Joachim Quantz — maestro di flauto di Federico il Grande di Prussia — e Georg Philipp Telemann. Pur essendo tedesco al cento per cento, quest’ultimo seppe immergersi come nessun altro nello stile delle altre nazioni, dall’Italia alla Polonia e dalla Boemia alla Francia. Composta nel 1728, la Partia in programma è caratterizzata da una brillantezza elegante e priva di eccessi, dalla quale emerge un esprit inconfondibilmente parigino. Alla generazione precedente a quella di Telemann appartiene Élisabeth—Claude Jacquet de la Guerre, una delle pochissime donne di questo periodo che riuscirono ad affermarsi nel difficile campo della composizione e che oltre a una serie di raffinati lavori per clavicembalo ci ha lasciato Céphale et Procris, una tragédie—lyrique di ampio respiro, che ottenne un certo successo. Il nostro excursus si chiude con Joseph Bodin de Boismortier, compositore molto prolifico sia in ambito strumentale sia in quello vocale, e con Jean—Marie Leclair, uno dei violinisti più brillanti della sua epoca, che trascorse diversi anni della sua esistenza a Torino, dove seppe conquistare il cuore del pubblico locale, contribuendo a dimostrare che in fondo la musica francese può avere diritto di cittadinanza anche al di qua delle Alpi.

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18 febbraio " ore 21 Palazzo Barolo

Il violino di Wolfgang Amadeus Mozart Sonate per violino e pianoforte

Wolfgang Amadeus Mozart 1756 — 1791 Sonata in mi minore per violino e pianoforte KV 304 Allegro — Tempo di menuetto Sonata in re maggiore per violino e pianoforte KV 306 Allegro di molto — Andante grazioso Sonata in fa maggiore per violino e pianoforte KV 376 Andante cantabile — Allegro — Andante con variazioni

Roberto Ranfaldi — violino Maurizio Fornero — pianoforte

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Sempre più insofferente dell’ambiente provinciale di Salisburgo, nell’agosto del 1777 Mozart chiese al principe arcivescovo Hieronymus Colloredo un congedo di un anno per un nuovo viaggio a Parigi, dove era già stato nel 1763 e nel 1766 riscuotendo un grande successo per le sue precocissime doti di enfant prodige. Colloredo concesse — sia pure obtorto collo — il permesso al suo giovane prodigio, ma non lo estese al padre Leopold, per cui il 23 settembre il ventiduenne compositore lasciò la sua città natale in compagnia della madre per un nuovo viaggio alla conquista dell’Europa. Dopo una tappa ad Augusta, madre e figlio approdarono a Mannheim, uno dei principali poli musicali di quegli anni. A Mannheim tra il gennaio e il febbraio del 1778 Mozart compose cinque sonate per violino e pianoforte, che vennero pubblicate a Parigi con la dedica a Maria Elisabeth, consorte del principe del Palatinato Karl Theodor. Nella capitale francese Mozart scrisse altre due sonate per violino e pianoforte, una delle quali — quella in mi minore KV 304 — riveste un grande interesse. Quest’opera vide infatti la luce nei giorni disperati della malattia e della morte della madre, un evento che Mozart descrisse in una lettera all’abate Bullinger come «il giorno più doloroso della mia vita». Lo strazio provato dal giovane compositore trova composta espressione nella lancinante malinconia che pervade l’Allegro iniziale, sostenuta da una austera linea contrappuntistica, che si pone in stridente contrasto con l’aproblematica vivacità delle sonate di Mannheim, e nello spirito smarrito del successivo Minuetto. Nella brevità dei suoi circa dodici minuti, questa sonata delinea con struggente sincerità l’animo del compositore e costituisce un lavoro di inestimabile valore per comprendere fino in fondo certi mesti sorrisi presenti in molte opere del grande Salisburghese. In ogni caso, anche dopo i dolori più laceranti the show must go on, e pochi giorni dopo Mozart portò a termine la Sonata KV 306, un lavoro strutturato in tre movimenti e lungo quasi il doppio della Sonata in mi minore, rispetto alla quale denota toni più cordiali e brillanti. L’aspetto più importante di quest’opera è comunque rappresentato da una scrittura agile e brillante, nella quale i due strumenti dialogano su un piano di sostanziale pariteticità, che si svincola definitivamente dai monologhi del pianoforte ‘accompagnati’ dal violino propri degli autori dello stile galante come Johann Christian Bach. La Sonata KV 376 ci porta in uno dei periodi decisivi della vita di Mozart, subito dopo la rottura dei rapporti con la corte arcivescovile di Salisburgo e la decisione di tentare la fortuna a Vienna. Nel novembre del 1781 l’editore Artaria pubblicò sei sonate «per pianoforte con accompagnamento di violino» che — a dispetto del titolo — vedono i due strumenti intessere un dialogo fitto e perfettamente equilibrato e rivelano uno stile di impeccabile raffinatezza, che il noto critico Carl Friedrich Cramer lodò con sincera ammirazione nella sua recensione pubblicata sul Magazin der Musik, dove definì queste sonate «uniche nel loro genere, ricche di nuove idee e improntate dal grande genio dell’autore».

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11 marzo " ore 21 Palazzo Barolo

Humanità e Lucifero L’oratorio secondo Alessandro Scarlatti

Alessandro Scarlatti 1660 — 1725 Humanità e Lucifero ORATORIO PER SOPRANO E TENORE, CON ARCHI, TROMBA, FLAUTO E BASSO CONTINUO

I Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero — organo e direzione

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Si sente spesso dire che l’Italia non sa valorizzare il proprio patrimonio storico e artistico, tra i più vasti e prestigiosi del mondo. In ambito musicale questo lassismo — che spesso degenera in uno sfacciato disinteresse — ha raggiunto livelli clamorosi nel caso di Alessandro Scarlatti, autore di importanza fondamentale del Barocco europeo, il cui 350° anniversario della nascita caduto nel 2010 è passato pressoché inosservato nel nostro paese, mentre in altre nazioni — tra cui il Giappone — al compositore palermitano sono stati dedicati convegni, concerti e registrazioni di grande interesse. Non è facile capire le ragioni di questa scarsa attenzione nei confronti del padre del più noto Domenico — che ha quasi toccato i toni della damnatio memoriae — perché i suoi lavori strumentali sfoggiano una scrittura ricca ed elaborata, con una sapiente commistione di elementi antichi e moderni, mentre le sue quasi sconosciute opere serie e buffe (oltre cento) presentano una eccellente caratterizzazione dei personaggi e un gradevole passo teatrale, due elementi che costituirono per decenni un modello ineludibile per tutti i maestri della scuola napoletana. A credito di Scarlatti bisogna poi aggiungere una vena melodica di meravigliosa bellezza, che da oltre tre secoli continua a conquistare il pubblico dai gusti più raffinati. Date queste premesse, non si può che auspicare un recupero organico della produzione di questo faro del Barocco europeo, che dovrebbe vedere coinvolti sia gli ensemble nostrani sia le migliori formazioni straniere. Da parte loro, I Musici di Santa Pelagia e il direttore Maurizio Fornero hanno deciso di riproporre Humanità e Lucifero, un oratorio in due parti basato su un libretto di buona qualità di autore anonimo, che fu eseguito per la prima volta nel Collegio Nazareno di Roma l’8 settembre del 1704 in occasione della Natività della Beata Vergine Maria. Le sue dimensioni piuttosto ridotte trovano spiegazione nel fatto che la sua esecuzione fu accompagnata dalla lettura di testi poetici in onore della Vergine scritti per l’occasione e da una serie di brani strumentali, che secondo alcuni studiosi avrebbero visto protagonista nientemeno che Arcangelo Corelli. Nella prima parte l’Humanità (soprano) esprime il giubilo dei popoli di tutto il mondo per la nascita della Vergine Maria — descritta come «del suo parto figlia», riecheggiando il verso dantesco «Vergine Madre, figlio del tuo figlio» — che viene però ben presto rintuzzato da Lucifero (tenore), la cui sfida baldanzosa viene espressa in maniera molto efficace dalla tromba. Come prevedibile, l’improntitudine del principe infernale deve però ben presto inchinarsi di fronte alla gloria della Vergine, rifugiandosi nei «regni dell’orrido Averno» e riconoscendo il trionfo del disegno di Dio. L’oratorio si chiude con grande letizia con l’esaltante canto di lode dell’Humanità, che trova un’eco festosa nei cori celesti.

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8 aprile " ore 21 Arciconfraternita della Misericordia

Jesu meine Freude Johann Sebastian Bach 1685 — 1750 Sei Lob und Preis mit Ehren BWV 231 Johann Michael Bach 1648 — 1694 Ich weiß, dass mein Erlöser lebt Johann Ludwig Bach 1677 — 1731 Unsere Trübsal Johann Christoph Bach 1642 — 1703 Es ist nun aus mit meinem Leben Johann Sebastian Bach 1685 — 1750 Jesu meine Freude BWV 227

Accademia Corale Ruggero Maghini Chiara Marcolongo — organo Sabina Colonna Preti — violone Elena Camoletto — direzione

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Quando verso la metà degli anni Venti del XVIII secolo compose i suoi sei mottetti, Bach coronò un genere sacro che aveva avuto inizio circa cinque secoli prima e che in Germania aveva raggiunto uno straordinario livello di raffinatezza grazie all’instancabile labor limae di molte generazioni di compositori, tra i quali si erano distinti parecchi antenati del sommo Cantor lipsiense. Tra gli autori più emblematici di mottetti, spicca il nome di Heinrich Schütz, che aveva coltivato con pari profitto sia il genere per voci e basso continuo — Cantiones sacrae — sia quello per voci e strumenti obbligati — Psalmen Davids — dai quali si sarebbero sviluppati i mottetti corali e le più moderne cantate sacre per solisti, coro ed ensemble strumentale. Nel corso della sua vita Bach provvide a riunire con amorevole cura alcuni dei mottetti più belli dei membri della sua famiglia nell’Altbachisches Archiv, una raccolta di 34 mottetti, che nel suo insieme delinea uno spaccato molto interessante della musica liturgica che veniva eseguita nella Germania protestante verso la fine del XVII secolo. Questo scrigno di meraviglie ci ha tramandato le due cantate in programma di Johann Michael e di Johann Christoph Bach, rispettivamente suocero (in quanto padre di Maria Barbara, prima moglie di Johann Sebastian) e cugino di secondo grado (nonché zio di Maria Barbara) del più grande dei Bach. Si tratta di lavori intrisi di una fede sincera e solenne, concepiti il primo per coro a cinque voci (s.a.t.t.b.) e il secondo a quattro voci. Cugino di secondo grado fu anche Johann Ludwig, che trascorse gran parte della sua esistenza nella piccola città di Meiningen, ricoprendo prima il posto di Cantor e poi di Kapellmeister del duca di Sassonia Ernst Ludwig I. Il suo mottetto Unsere Trübsal (La nostra afflizione) esprime la certezza delle comunità luterane che il dolore che affligge l’uomo in questo mondo non è che un preludio di breve durata alla felicità ultraterrena, che verso la fine viene esaltata da una vivace scrittura contrappuntistica. Per finire lui, quello che molti considerano il compositore più grande di tutti i tempi, che in questo concerto è rappresentato da due opere di grande suggestione. Dei sei mottetti ‘canonici’ faceva parte fino a non molto tempo fa anche Sei Lob und Preis mit Ehren BWV 231, che in realtà altro non è che il secondo movimento della cantata Gottlob! nun geht das Jahr zu Ende BWV 28, con un nuovo testo aggiunto dal figlio Carl Philipp Emanuel Bach. Di ben maggiore spessore è invece Jesu meine Freude (Gesù mia gioia) BWV 227, un brano di ampio respiro suddiviso in undici movimenti composto nel luglio del 1723 per il funerale di Johanna Maria Rappold, figlia del rettore della Nikolaischule di Lipsia. L’intensa spiritualità e la scrittura tesa e scevra di ogni retorica hanno spinto molti studiosi ad annoverare quest’opera delicata e molto commovente tra i più grandi capolavori sacri di Bach.

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20 maggio " ore 21 Teatro Vittoria

Der Schulmeister A scuola con Georg Philipp Telemann

Georg Philipp Telemann 1681 — 1767 Der Schulmeister — Il maestro di scuola

Francesca Lanza — soprano Cristian Chiggiato — baritono Corrado Rollin — regista Coro di voci bianche della Scuola comunale di Mondovì I Musici di Santa Pelagia Maurizio Fornero — clavicembalo e direzione

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Nel corso del XVIII secolo alcuni letterati e compositori scrissero opere dal carattere fortemente satirico — e non di rado sarcastico e denigratorio — sui rispettivi ambienti professionali, in molti casi dando vita a lavori estremamente gradevoli. È questo il caso, per esempio, del Teatro comico di Carlo Goldoni, nel quale vengono prese di mira le classiche macchiette teatrali come l’attore presuntuoso e la canterina da strapazzo, e Il teatro alla moda di Benedetto Marcello, nel quale il «nobile veneto dilettante di contrappunto» mise spietatamente alla berlina il mondo dell’opera dei suoi tempi, pieno di poeti e compositori ignoranti, cantanti vanitosi e volgari, impresari avidi e musicisti inetti e sempre pronti a lamentarsi di qualunque cosa. In ambito musicale si distinsero in questo campo parecchi compositori, il più famoso dei quali è senza dubbio Domenico Cimarosa, autore dello spassoso intermezzo Il maestro di cappella e dell’opera buffa L’impresario in angustie, entrambi accolti con grande successo dal pubblico dell’ultimo scorcio del XVIII secolo. Questi lavori si diffusero in un lampo in tutti i principali paesi europei e contribuirono ad alimentare la fama secondo la quale gli italiani altro non erano che allegri mattacchioni e maestri incontrastati della caricatura. Un genere di successo fa sempre proseliti e tra di essi vi furono anche parecchi compositori conosciuti per il loro stile sobrio, quando non addirittura austero. Tra di essi spicca il nome di Georg Philipp Telemann, autore oggi conosciuto soprattutto per le sue cantate sacre e le sue brillanti suites e ouvertures per orchestra. Per chi ha imparato a conoscere il compositore di Magdeburgo in queste vesti, l’intermezzo comico Der Schulmeister costituirà senza dubbio una sorpresa molto gradevole. Nella visione di Telemann, il protagonista di questo intermezzo sembra avere tutti i difetti possibili e immaginabili, dalla pedanteria a una sostanziale ignoranza e a una spiccata propensione per il vino e il bel sesso, caratteristiche che non lo rendono di certo l’insegnante più raccomandabile. Inoltre lo Schulmeister è affetto da una grave forma di narcisismo e da una evidente avversione nei confronti della musica delle altre nazioni. Nel corso della sua lezione, il maestro finisce per sentirsi un divo, superiore anche a Johann Adolf Hasse e allo stesso Telemann — che in questo modo dimostra di essere in possesso di una apprezzabile autoironia — ma alla fine i suoi vaneggiamenti vengono sbeffeggiati dai suoi stessi allievi, che gli danno sonoramente dell’asino. Con questa piccola opera di scintillante arguzia Telemann dimostra in maniera inoppugnabile che la musica barocca non è un repertorio noioso adatto a vecchi barbogi, ma una fonte di inesauribile piacere, che può conquistare il cuore anche del pubblico più giovane.

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Biografie I Musici di Santa Pelagia L’associazione culturale I Musici di Santa Pelagia nasce a Torino nel 2001 con l’obiettivo statutario di valorizzare, attraverso manifestazioni concertistiche e produzioni discografiche, composizioni inedite del periodo tardo rinascimentale e barocco utilizzando criteri filologici rifacendosi alla prassi esecutiva dell’epoca. Accanto al repertorio di autori noti nel panorama musicale sei—settecentesco, il gruppo infatti attua una ricerca di musiche inedite privilegiando composizioni rare e di grande pregio artistico. Di particolare rilievo le prime esecuzioni moderne del Ballet du Temple de la Paix di Jean— Baptiste Lully con la direzione di Barthold Kuijken, l’oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella, la Messa a tre voci per sua Altezza Reale Carlo Amedeo di Savoia di Maurizio Cazzati. I Musici di Santa Pelagia hanno partecipato a numerose rassegne musicali e a manifestazioni di livello internazionale sia in Italia sia all’estero tra cui il Roma Festival Barocco, Les concerts a Saint— Germain (Ginevra) e Mille Anni di Musica Italiana (Madrid), ottenendo ampi consensi di pubblico e critica. Di rilevanza internazionale sono state le prime incisioni della Messa per il SS. Natale del 1707 di Alessandro Scarlatti e dell’oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella. L’edizione curata dalla casa discografica Stradivarius ha riscosso ampi consensi di pubblica e critica, evidenziata dai numerosi apprezzamenti su riviste specifiche di musica antica e barocca come Orfeo, Amadeus e Classic Voice. Dall’anno 2008 l’ensemble ha iniziato uno studio monografico sul violoncellista astigiano Carlo Graziani, protagonista nelle principali corti europee nella seconda metà del XVIII secolo. Il lavoro prevede l’incisione integrale del corpus musicale del compositore piemontese e l’edizione in stampa moderna.

Corale Polifonica di Sommariva Bosco Fondata nel 1970, la Corale Polifonica di Sommariva Bosco ha al suo attivo oltre 500 concerti, realizzati sia in Italia sia all’estero (Francia, Svizzera, Repubblica Ceca, ex Iugoslavia, Ungheria, Grecia), partecipazioni a rassegne e concorsi nazionali e internazionali, nell’ambito dei quali è stata più volte premiata. Intorno al nucleo del coro polifonico sono sorte molteplici iniziative volte alla divulgazione del canto corale e della cultura musicale, la rassegna internazionale Incontri Corali e gruppi specializzati in diversi repertori vocali, tra cui la Schola Gregoriana, l’ensemble vocale e strumentale barocco Gli Affetti Musicali, il gruppo di danza rinascimentale Incontradanza e il sestetto Novantiqua. In ambito discografico ha realizzato diverse produzioni dedicate alla polifonia sacra del Barocco italiano con musiche di Antonio Lotti, Alessandro e Domenico Scarlatti, Francesco Durante, Giovan Battista Fergusio e Sigismondo D’India. In occasione del trentennale di fondazione ha eseguito il Vespro della Beata Vergine di Claudio Monteverdi.

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Coro di Voci Bianche della Scuola Comunale di Musica di Mondovì La Scuola Comunale di Musica di Mondovì opera sul territorio dal 1979 con l’obiettivo di diffondere la cultura musicale attraverso la sensibilizzazione dei giovani e degli adulti all’arte sonora. Il Coro di Voci Bianche nasce come progetto didattico nel 2006, quando la gestione della Scuola viene affidata all’Academia Montis Regalis, fondazione onlus conosciuta a livello internazionale sia per la formazione orchestrale sia per l’omonima orchestra barocca. Al sesto anno di attività il Coro è composto da quasi quaranta elementi e si esibisce regolarmente in concerti soprattutto in Piemonte ma non solo. Nella primavera 2010 ha partecipato al dodicesimo Festival Internazionale di Cori a Praga. Si è esibito inoltre alla Minoritenkhirche di Vienna. Partecipa da diverse edizioni al Festival Internazionale Piccoli Dialoghi Musicali di Torino con l’Opera Munifica Istruzione di Torino. Nella primavera 2011 il Coro ha partecipato, ottenendo buoni risultati finali, al concorso nazionale Il Garda in Coro. Nel 2012 ha realizzato in coproduzione con I Musici di Santa Pelagia di Torino e l’orchestra di Milano Classica alla realizzazione del Vespro in fa maggiore di Michael Haydn eseguito a Torino nella VI stagione di Musica antica e barocca Regie Sinfonie e alla XX edizione della stagione concertistica di Milano Classica. Nell’autunno 2012 si è esibito a Parigi nella Chiesa di Saint—Martin du Champs e nell’anno successivo ha partecipato al Concorso nazionale di cori di voci bianche Il Garda in Coro di Malcesine ottenendo ottimi apprezzamenti sia dalla giuria sia dal pubblico. Nell’anno 2013 ha partecipato al X Concorso regionale di cori classificandosi terzo e nel dicembre dello stesso anno è uscito il suo primo disco Incantando.

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Accademia Corale Ruggero Maghini Nel giugno 1995, in occasione di una produzione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, si è costituito il Coro Filarmonico Ruggero Maghini, intitolato a una delle figure più significative della vita musicale di Torino, direttore del Coro RAI dal 1950 per oltre vent’anni. Da allora a oggi è stato più volte scritturato dalla stessa orchestra per importanti produzioni, tra le quali spiccano la Messa in si minore, le due Passioni e il Magnificat di Bach, il Requiem e la Messa in do minore di Mozart, la Missa solemnis e la Nona Sinfonia di Beethoven, il Te Deum e la Messa da Requiem di Verdi, tutte le opere sinfonico—corali di Brahms, Peer Gynt di Grieg, La vida breve di de Falla, Porgy and Bess di Gershwin, realizzate sotto la guida di direttori quali Rafael Frühbeck De Burgos, Yuri Ahronovitch, Kirill Petrenko, Gerd Albrecht, Kristian Järvi, Serge Baudo, Simon Preston, Jeffrey Tate, Juanjo Mena, Gianandrea Noseda, Wayne Marshall, Helmuth Rilling, Christopher Hogwood, Robert King, Ottavio Dantone e Ivor Bolton. Nel gennaio 2006 ha preso parte al concerto inaugurale del restaurato Auditorium Arturo Toscanini della RAI di Torino con l’esecuzione della Seconda Sinfonia di Mahler. Nel 2007 e 2008 è stato invitato al Concerto di Natale presso la Basilica di San Francesco di Assisi, prodotto dalla RAI e trasmesso in Eurovisione. Nel marzo 2008 sempre a fianco dell’OSN RAI ha partecipato alla 47a Semana de Musica Religiosa di Cuenca (Spagna) con l’esecuzione del War Requiem di Britten e della Messa da Requiem di Verdi. Dal 2007 collabora stabilmente anche con l’Academia Montis Regalis e con il suo direttore Alessandro De Marchi, con cui sono stati realizzati numerosi progetti concertistici e discografici nell’ambito del repertorio barocco, tra cui L’Orfeo di Monteverdi, Jephte di Carissimi, il Gloria e il Magnificat di Vivaldi, la Messa dell’Incoronazione e Vesperae solemnes de confessore di Mozart, il Te Deum di Fiorè, l’Oratorio di Natale e la Passione secondo Giovanni di Bach, il Davidis pugna et victoria di Alessandro Scarlatti, i Vespri dei Carmelitani di Händel, le opere Flavius Bertaridus di Telemann e La clemenza di Tito di Mozart. Sempre a fianco dell’Academia Montis Regalis ha preso parte a diverse edizioni di MiTo Settembre Musica, alle stagioni dell’Unione Musicale di Torino e della Società del Quartetto di Milano, ha partecipato alla 50a Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale (Palermo), al Festival di Musica Antica di Bruges (Belgio) e a Les Baroquiales di Sospel (Francia), e dal 2011 è coro residente presso l’Innsbrucker Festwochen der alte Musik (Austria). Nell’ottobre 2012 ha collaborato con il Teatro Regio di Torino per l’allestimento di Der fliegende Holländer di Wagner, nel 2013 con il Coro della Radio Svedese nell’esecuzione de La Creazione di Haydn. Il coro ha inoltre collaborato con l’Orchestra Giovanile Italiana di Fiesole, lo Xenia Ensemble, l’Orchestra Barocca di Genova, l’Accademia del Santo Spirito di Torino e l’Orchestra Sinfonica Nazionale di Arad (Romania). Accanto alla produzione con orchestra, il Coro Maghini ha affrontato una buona parte del più significativo repertorio per coro a cappella, dal Barocco alla musica contemporanea, con diverse prime esecuzioni.

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Maurizio Fornero Si è diplomato in Organo e Composizione Organistica, Pianoforte e Clavicembalo presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino e successivamente laureato con lode in Clavicembalo. Nel 1992 è giunto, come unico rappresentante italiano, alle finali dell’European Organ Festival di Bolton (Gran Bretagna). Perfezionandosi nell’esecuzione filologica del repertorio antico, svolge da anni un’intensa attività concertistica sia come solista sia in formazioni cameristiche, che lo ha portato a esibirsi in festival nazionali e internazionali di musica antica e barocca tra cui Musica en Catedral di Astorga (Spagna), Van Vlaanderen di Bruges (Belgio), Festival Internazionale dell’Aia e di Utrecht (Olanda), L’Altro Suono—Unione Musicale di Torino, Festival Monteverdi di Cremona, Settembre Musica di Torino, Bologna Festival. Ha partecipato a numerose esecuzioni in diretta radiofonica su radio nazionali (Rai Radio Tre, Rai Filodiffusione) ed europee (Radio 3 Nazionale Belgio, Radio Classica Spagna). Collabora come organista e cembalista con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, il Teatro Regio di Torino, L’Academia Montis Regalis, l’Accademia Corale Ruggero Maghini e il gruppo vocale Daltrocanto. Ha inciso per le case discografiche Stradivarius, Opus 111, Niccolò e Syrius numerosi dischi di musiche di compositori del XVI, XVII e XVIII secolo. Fondatore dell’ensemble strumentale I Musici di Santa Pelagia, ha inciso, in coproduzione con l’ensemble vocale Festina Lente di Roma, la Messa per il SS. Natale di Alessandro Scarlatti e l’oratorio Santa Pelagia di Alessandro Stradella (Stradivarius), entrambe inedite. Docente di pratica del Basso continuo presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino nel 2006 e nel 2009, attualmente ricopre la carica di Direttore della Scuola Comunale di Musica di Mondovì.

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Elena Camoletto Elena Camoletto è diplomata in Pianoforte, Musica corale, Direzione di coro e Composizione. Le sue composizioni sono state eseguite in diverse stagioni concertistiche in Italia, Francia, Spagna, Germania, Irlanda e Giappone. Nell’ambito della composizione corale, ha ricevuto numerosi riconoscimenti e commissioni da parte di cori italiani e stranieri ed esecuzioni in vari stage europei sulla musica corale contemporanea. È stata premiata a vari concorsi di composizione, tra cui il Concorso internazionale di composizione Città di Pavia (1995) e il Concorso Internazionale di Composizione Corale Florilège Musical di Tours (2004). Nel 2006 ha ottenuto una segnalazione al Concorso internazionale di Composizione Corale Fondazione Guido D’Arezzo. Diverse sue composizioni corali sono pubblicate su La Cartellina e altre riviste di canto corale, su periodici della FE.N.I.A.R.CO e per le edizioni Erreffe Musica. Ha diretto diverse formazioni corali, di voci bianche e voci miste e si è perfezionata nel repertorio contemporaneo con Gary Graden, Pier Paolo Scattolin e Kurt Suttner. Svolge attività di cantante presso il Coro Filarmonico Ruggero Maghini e nel gruppo vocale Gli Affetti Musicali. Già insegnante presso i Conservatori di Alessandria, Palermo e Firenze, è attualmente docente di Musica corale e Direzione di coro presso il Conservatorio di Cuneo.

Enrico Casazza Adriese, compie gli studi musicali presso il Conservatorio della sua città, diplomandosi in violino con il massimo dei voti sotto la guida di Andrea Vio. Nel 1984 e 1985 vince due borse di studio quale migliore allievo dello stesso Conservatorio. Ha conseguito il perfezionamento con i maestri Carlo Chiarappa, Pavel Vernikov, Dino Asciolla, Franco Gulli e Giuliano Carmignola. Nel 1985 vince il Concorso Internazionale di Stresa e il Concorso Nazionale di Cento di Ferrara. Dà inizio a una brillante carriera concertistica, specializzandosi nel repertorio con strumenti antichi e suonando con musicisti quali Fabio Biondi, Rinaldo Alessandrini, Giovanni Guglielmo, Enrico Gatti, Andreas Scholl, Sandrine Piau, Ian Bostridge, Alan Curtis, Kenneth Gilbert, Ottavio Dantone e sotto la direzione di Christopher Hogwood, Luciano Berio, Piero Bellugi e Peter Maag. Ha eseguito e inciso per la casa discografica Denon i duetti per due violini di Luciano Berio con il violinista Carlo Chiarappa. Primo violino e direttore dell’Ensemble La Magnifica Comunità, ha collaborato con numerose formazioni orchestrali e da camera, tra cui Accademia Bizantina (con la quale ha effettuato registrazioni per la RAI e la casa discografica Frequenz) e nel ruolo di violino di spalla e concertatore con l’Orchestra di Padova e del Veneto, l’Orchestra Filarmonia Veneta, I Virtuosi Italiani, l’Orchestra Milano Classica, l’Ensemble Matheus, l’Arte dell’Arco, Modo Antiquo, Europa Galante (con la quale ha inciso numerosi dischi per le etichette OPUS 111 ed EMI). Specializzatosi in violino barocco e prassi esecutiva antica con Giuliano Carmignola, Fabio Biondi ed Elisabeth Wallfisch,

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ha intrapreso un’intensa attività didattica che lo vede impegnato nella veste di docente nei corsi speciali per il Biennio di secondo livello presso i Conservatori Antonio Buzzolla di Adria e Giuseppe Tartini di Trieste. Recentemente è stato invitato a tenere una masterclass di musica antica presso il Vasser College di Hammond negli Stati Uniti e corsi di alto perfezionamento a San Marino, San Raffaele Cimena (Torino) e Cles (Trento).

Cristian Chiggiato Nato nel 1988 a Desio, inizia gli studi musicali all’età di sei anni. Nel 2013 si diploma in Canto Lirico con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano con Sonia Turchetta. Attualmente frequenta il Biennio accademico di Musica vocale da camera presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino sotto la guida di Elio Battaglia. Collabora come corista in diverse formazioni italiane ed europee, tra cui l’Utopia & Reality International Chamber Choir, il Coro da Camera di Torino, UT insieme vocale consonante e il Coro Giovanile Italiano, sotto la direzione di maestri del calibro di Ragnar Rasmussen, Dario Tabbia, Lorenzo Donati e Gary Graden. Ha partecipato a diverse produzioni del Coro dell’Accademia Teatro Alla Scala di Milano, tra cui la Petite Messe Solennelle di Gioachino Rossini, la Messa di Gloria di Giacomo Puccini, Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart. Ha cantato come solista per diverse realtà quali Unione Musicale, MiTo Settembre Musica, il Festival ChorAlp (Francia) e l’Accademia Corale Stefano Tempia, nella Passio Christi di Giancarlo Facchinetti, in Aronne di Berio, nell’opera Mister Me di Luca Mosca, nell’opera Il Processo Continua di F. Hoch e nell’opera Gesualdo considered as a murderer di Luca Francesconi.

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Francesca Lanfranco Si è brillantemente diplomata in pianoforte al Conservatorio di Torino e in clavicembalo con il massimo dei voti e la Lode al Conservatorio di Genova sotto la guida di Alda Bellasich. In seguito ha approfondito i suoi studi perfezionandosi in clavicembalo con Bob van Asperen e Kenneth Gilbert all’Accademia Chigiana di Siena, dove le è stato assegnato il Diploma di Merito. Vincitrice di una Borsa di studio da parte del Ministero degli Esteri, ha proseguito gli studi e l’approfondimento della musica antica al Conservatorio Superiore di Ginevra sotto la guida di Christiane Jaccottet, dove le è stato assegnato il Premier Prix de Virtuosité. Vincitrice del Primo Premio al Concorso di esecuzione clavicembalistica di Bologna, svolge la propria attività concertistica per importanti associazioni in Italia e all’estero (RAI, Teatro Regio, Unione musicale, Settembre Musica, MiTo, Autunno Musicale di Como, Festival dei Saraceni, Teatro Colón di Buenos Aires e Festival Internazionale di Santander) sia come solista sia con orchestra o in varie formazioni ed ensemble. Ha inciso l’opera da camera per chitarra e clavicembalo di Manuel Ponce, i Pièces de clavecin di Francesco Geminiani per la casa discografica Rivoalto e le Triosonate di Prospero Cauciello per Tactus. Prima classificata nella graduatoria nazionale del concorso per esami e titoli, è attualmente titolare della cattedra di Clavicembalo e tastiere storiche al Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria.

Francesca Lanza Francesca Lanza ha iniziato a studiare flauto traverso in giovane età diplomandosi al Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria. Ha seguito numerosi corsi di perfezionamento con flautisti quali Conrad Klemm (Corsi estivi di Castelsardo), Peter—Lukas Graf (Accademia Internazionale di Biella) e Raymond Guiot, con il quale ha ottenuto il primo premio all’unanimità al termine del Corso triennale dell’Accademia Italiana del Flauto di Roma. Ha fatto parte per tre anni, in qualità di primo flauto dell’Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale Adriano Belli di Spoleto. Si è diplomata in canto al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. Ha partecipato a un corso di specializzazione per giovani cantanti tenuto dal maestro Arrigo Pola organizzato dalla Fondazione Toscanini, al termine del quale ha debuttato nel Rigoletto di Giuseppe Verdi al Teatro Comunale di Modena (andato in scena anche a Ferrara, Reggio Emilia e Busseto). Ha studiato con Shirley Verrett all’Accademia Musicale Chigiana di Siena, ottenendo il diploma di merito e una borsa di studio. Con Renata Scotto ha studiato alla Renata Scotto Academy a Savona e all’Accademia di Santa Cecilia di Roma. Presso gli Amici della Musica di Firenze ha frequentato una masterclass di Liederistica tenuto da Elly Ameling. Ha cantato nel Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota nei teatri di Pisa, Lucca, Livorno e Mantova. Ha eseguito in forma scenica alcune cantate di Georg Friedrich Händel con la Händel—Akademie di Karlsruhe. Al Belcanto Festival di Dordrecht è stata Elisetta nel Matrimo-

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nio segreto di Domenico Cimarosa e Donna Anna nel Convitato di pietra di Vincenzo Righini. Ha cantato Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti al Festival International de Tamaulipas (Messico) e la parte della Regina della notte nel Flauto magico di Wolfgang Amadeus Mozart al SemperOper di Dresda, Francoforte, Lubecca, Schwerin, Wiesbaden, Piccolo Regio di Torino e al Teatro Massimo di Palermo. Si è esibita in numerosi concerti per gli Amici del Teatro Regio di Torino, la Fondazione Mazzocchi di Palermo, gli Amici della Musica di Catania, la Fondazione Toscanini di Parma. Ha cantato il ruolo di Konstanze ne Il ratto dal serraglio di Mozart all’Opéra—Théatre di Saint—Etienne. Ha partecipato all’esecuzione dell’Amor mugnaio di Giuseppe Nicolini al Teatro Municipale di Piacenza e ha ricoperto i ruoli di Iride, Verene e una damigella ne La Didone di Francesco Cavalli al Teatro alla Scala con l’Europa Galante diretta da Fabio Biondi. Da alcuni anni collabora con la Bravura Opera Company (Corea), che l’ha portata a esibirsi in Rigoletto (Gilda) e I Puritani (Elvira) al Korean Opera Festival di Seoul e in numerosi concerti presso l’Arts Center Concert Hall di Seoul. È inoltre stata invitata a tenere masterclass a Seoul, Han San University e in Italia. Ultimamente è stata contattata dall’Università di Nanchino per una masterclass in Italia. Ha partecipato all’Iphigénie en Tauride di Gluck al Festival di Pentecoste e al Festival Estivo di Salisburgo.

Francesca Odling Docente al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino di Musica d’Insieme per strumenti a fiato, avendo vinto il concorso per esami e titoli del 1990. Dal 2000 tiene anche il corso superiore di Flauto traverso storico. Si è diplomata al Conservatorio Niccolò Paganini di Genova sotto la guida di Sandro Dominutti. Successivamente ha conseguito il Diploma di Merito e una borsa di studio all’Accademia Chigiana di Siena, dove si è perfezionata in Flauto con Severino Gazzelloni e in Musica contemporanea con Alain Meunier. È stata secondo flauto dell’OGI. Contemporaneamente si è dedicata allo studio filologico della musica antica e all’esecuzione del repertorio rinascimentale barocco e classico con strumenti originali, approfondendo la tecnica della prassi esecutiva sui flauti storici, frequentando la scuola di Paleografia Musicale di Cremona e alcuni stage di perfezionamento con Ezequiel Recondo, Barthold Kujiken, Massimo Gentili Tedeschi, Lorenzo Girodo. Attiva nella ricerca organologica, ha compiuto approfonditi studi sulla costruzione e sui costruttori di strumenti a fiato con particolare riguardo al Piemonte, pubblicando diversi articoli su riviste specializzate e collaborando per pubblicazioni del IBMP. Nei primi anni della sua carriera si è dedicata al repertorio contemporaneo e al teatro sperimentale, suonando in Italia e all’estero con diversi ensemble specializzati nel repertorio contemporaneo tra cui Antidogma, Contrarco, Camerata Casella e Divertimento Armonico, partecipando a numerose prime esecuzioni. Ha al suo attivo numerose partecipazioni come

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musicista in scena con importanti registi quali Carlo Cecchi, Carlo Quartucci e Leo de Berardinis. Ha inciso per la Tactus e la Dynamic. Collabora con diverse formazioni cameristiche e orchestrali di musica antica fra cui Le Phénix, Gli Invaghiti, Coro Maghini, I Musici di Santa Pelagia e Tesoro Harmonico. È stata docente di Flauto dolce ai Corsi estivi di musica antica di Urbino ed è docente di Flauto traversiere ai Corsi estivi di perfezionamento di Parzanica fondati e diretti da Emilia Fadini, e in quelli di Pamparato.

Adriano Popolani Inizia giovanissimo gli studi musicali presso la Scuola di Musica Arcangelo Popolani di Lanzo Torinese, prosegue la sua formazione presso il Conservatorio di Torino, dove studia Armonia e contrappunto con Alessandro Ruo Rui, Musica corale e Direzione di Coro con Sergio Pasteris e Paolo Tonini Bossi, Pianoforte con Rita Peiretti, Maria Gachet e Vera Drenkova e Prepolifonia con Fulvio Rampi. Durante gli studi ha cantato per molti anni nel Coro da Camera del Conservatorio di Torino, nel quale ha svolto anche un tirocinio in qualità di direttore allievo. Ha frequentato i Seminari di Musica Corale tenuti da Marco Berrini, il corso Le voci del Novecento tenuto da Vytautas Miskinis, il Laboratorio triennale di direzione corale Fosco Corti, tenuto da Anna Seggi Corti, Alessandro Ruo Rui e Dario Tabbia e corsi con Antonio Abete, Phillip Peterson, Gabriele Conti, Lorenzo Donati, Chizuko Yoshida, Diego Fratelli, Krijn Koetsveld, i King’s Singers e presso l’Accademia Maghini sotto la guida di Elena Camoletto, Barbara Zanichelli e Claudio Chiavazza. Ha diretto diverse formazioni corali, tra cui il Coro Polifonico Astense, il Coro dell’Accademia Corale Stefano Tempia, il gruppo vocale femminile Totae Pulchrae e l’Eco Ensemble, svolge un’intensa attività con il Coro Polifonico di Lanzo, collabora stabilmente con diverse realtà corali, alternando l’attività di cantore e di direttore a quella di accompagnatore al pianoforte, organo e cembalo con strumentisti, cantanti e formazioni corali, ha inoltre al suo attivo diversi concerti da solista in Italia e all’estero. È direttore della Corale Polifonica di Sommariva Bosco e del Coro DiVentoCanto di Sant’Ambrogio di Torino, è organista titolare nella Chiesa di San Pietro in Vincoli di Lanzo Torinese. Insegnante nella scuola primaria ha svolto attività didattica anche nella scuola secondaria di primo grado, in scuole civiche musicali e in scuole di musica private. Attualmente collabora con il Nederlands Kamerkoor di Amsterdam, La Venexiana ed è membro stabile dell’ensemble Canto d’Orfeo diretto da Gianluca Capuano. Ha inciso per Bottega Discantica.

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Roberto Ranfaldi Iniziato lo studio del violino con Mario Ferraris, nel 1982 è a Boston, vincitore di una borsa di studio per seguire i corsi di E. Rosenblyth. Nel 1983 si esibisce come solista in tournée con la Schweizer Streichorchester di Engelberg (Svizzera). Conseguito il diploma nel 1984, con il massimo dei voti, presso il Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria, si perfeziona con Corrado Romano prima a Ginevra e poi presso l’Accademia Internazionale Lorenzo Perosi di Biella. Nel 1989 entra a far parte dell’Orchestra Sinfonica della RAI di Torino; dal 1995 è violino di spalla dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Ha suonato sotto la direzione di alcuni fra i più grandi direttori contemporanei, compiendo numerose tournée in Francia, Germania, Giappone, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti e Svizzera. Come solista ha interpretato i concerti di Bach, Bruch, Mozart, Respighi, Viotti e Vivaldi. È stato invitato a collaborare come violino di spalla dall’Orchestra Filarmonica della Scala, dall’Orchestra del Teatro alla Scala, dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, dall’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e da altre prestigiose istituzioni. Svolge attività didattica presso l’Accademia Internazionale Lorenzo Perosi di Biella ed è spesso invitato a far parte di giurie di concorsi nazionali e internazionali. Suona un violino Gennaro Gagliano del 1761.

Corrado Rollin Si è laureato a Torino con Giorgio Pestelli e si occupa principalmente del rapporto musica—letteratura. Dal 1985 è collaboratore del Teatro Regio per conferenze e audizioni discografiche. Per la RAI ha scritto e condotto vari cicli radiofonici sulla presenza della musica nella letteratura francese. Ha pubblicato Philidor, il musicista che giocava a scacchi (Brescia, Messaggerie scacchistiche, 1994), Già la mensa è preparata. Ricette all’opera e a concerto (Torino, Il leone verde, 2003) e i saggi Delius: ritratto di uno sconosciuto. Letture, ascolti, visioni in A Village Romeo and Juliet (Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, 2002), Buffoni! I molti colleghi di Rigoletto in Rigoletto (Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, 2002), La professione della signora Violetta. Tante “traviate” fra delitto, commozione e parodia in La traviata (Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, 2004; Fondazione Teatro Massimo di Palermo, 2013), Lucy e Lucia. Dal libro alla scena e ritorno in Lucia di Lammermoor (Torino, Teatro Regio, 2011), Metamorfosi di un mito in Faust (Torino, Teatro Regio, 2015), Il Napoleone dell’arte drammatica in Tosca e L’altro mestiere. Saint—Saëns critico e scrittore in Samson et Dalila (Torino, Teatro Regio, 2016). Per la scena ha scritto Il misterioso potere. Mozart nello specchio degli scrittori; Ultime rondini; Il Concerto per violoncello; Interviste impossibili a Goethe, Proust, Händel, Stendhal, Shaw, Vivaldi, Sand, Beethoven, Shakespeare, Orfeo, Wagner. È membro del Consiglio direttivo del Teatro Baretti di Torino, per il quale coordina la non—stop musicale Mozart Nacht und Tag e i cicli di proiezioni operistiche commentate BOH — Baretti Opera House. Per

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la Radiotelevisione Svizzera Italiana ha scritto e interpretato la trasmissione televisiva W Verdi, Giuseppe! presentata da RAI5 nel giorno del bicentenario della nascita di Verdi. come nuovo punto di riferimento per il repertorio madrigalistico. Le incisioni del Sesto Libro di Gesualdo e del Primo Libro a 5 voci di Marenzio hanno ricevuto rispettivamente i prestigiosi Diapason d’Or de l’Année e Gramophone Award. Ha insegnato alla Scuola di Alto Perfezionamento Musicale di Saluzzo, al Corso Internazionale di Musica Antica di Polizzi Generosa, ha tenuto inoltre un seminario di interpretazione Monteverdiana presso il Conservatorio di Novosibirsk (Russia) e nel 2012 un atelier sul madrigale di Monteverdi al Festival Europa Cantat. Attualmente insegna vocalità presso l’Accademia Maghini di Torino. Nel 2011 è stato Artist in residence al Festival Oude Muziek di Utrecht.

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Sale Palazzo Barolo " via delle Orfane 7 — Torino 4 — 6 — 13 11 — 29 — 51 — 52 — 67

Chiesa di Santa Pelagia " via San Massimo 21 — Torino 13 — 15 18 — 61 — 68 — 55 — 56

Arciconfraternita della Misericordia " via Barbaroux 39 — Torino 4 — 6 — 13 11 — 29 — 51 — 52 — 67

Teatro Vittoria " via Gramsci 4 — Torino PORTA NUOVA 4 — 15 11 — 55 — 57 — 58

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Biglietti Ingresso Singolo 12,00 euro Ridotto 8,00 euro + 2,00 euro d.p.

Regolamento La vendita dei titoli di ingresso è disciplinata dalle seguenti condizioni: " Il titolo di ingresso costituisce titolo di accesso esclusivamente per il concerto per il quale è stato emesso, nel giorno e nell’orario indicati. " L’accesso al luogo del concerto può essere regolato da apposite norme definite dall’organizzatore per le quali, fra l’altro, l’organizzatore ha il diritto di effettuare controlli di sicurezza e, anche per irregolarità del titolo di ingresso, ha il diritto di rifiutare l’accesso al luogo del concerto. " L’organizzatore ha facoltà di spostare il luogo e/o la data del concerto: si consiglia quindi di verificare — prima del concerto sul sito www.musicidisantapelagia.com o scrivendo una mail ad info@musicidisantapelagia.com — l’orario di inizio, l’orario di apertura degli accessi al luogo del concerto, nonché eventuali altri cambiamenti relativi al programma. Si consiglia comunque di presentarsi all’ingresso almeno mezz’ora prima dell’inizio del concerto. " In caso di mancata effettuazione del concerto o di cambiamento di programma eventuali reclami andranno indirizzati esclusivamente all’organizzatore. In caso di rimborso per la mancata effettuazione del concerto, l’associazione non rimborserà il diritto di prevendita né eventuali altri commissioni applicate per l’effettuazione del servizio a beneficio dell’organizzatore. I tempi e le modalità di restituzione dell’importo sono stabiliti dall’organizzatore. " Nel caso di rinuncia da parte dell’utente, l’organizzatore non prevede il rimborso del prezzo del biglietto pagato. Non è previsto il rimborso per quei biglietti che sono stati acquistati ma non ritirati presso il luogo del concerto. Al termine del concerto la loro validità risulta scaduta. Non è possibile permutare i biglietti, neanche previo pagamento dell’eventuale differenza di prezzo. " Il titolo di ingresso, per legge e per richiesta dell’organizzatore, è personale, deve essere conservato con cura e non può essere scambiato, ceduto a qualsiasi titolo, con o senza corrispettivo, né trasferito o consegnato a terzi a fini commerciali, pubblicitari o promozionali. " Si prega di controllare al momento dell’acquisto del titolo di ingresso eventuali errori e/o omissioni. " I dati personali forniti dagli utenti durante l’acquisto dei biglietti potranno essere utilizzati dall’associazione Musici di Santa Pelagia al solo fine di inviare newsletter informative e non saranno comunicati a terzi.

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" Il pubblico può essere oggetto delle eventuali riprese audio e video effettuate in occasione del concerto. " È vietato l’uso — non autorizzato da parte dell’organizzatore — di apparecchi di registrazione audio e video. " Possono usufruire della riduzione i soci dell’associazione I Musici di Santa Pelagia e Accademia Musicale Torinese, under 18, over 65, studenti e i possessori dell’Abbonamento Torino Musei. Per evitare inconvenienti si prega di esibire al personale di sala la propria tessera associativa assieme ad un documento di identità. " Si ricorda che le sale dei concerti hanno capienza limitata.

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Giovanni Tasso — testi e note di sala Koyaanisqatsi Collective — concept e layout grafico


I Musici di Santa Pelagia Via Corte d’Appello ��, Torino Tel. ���.�������, ���.������� info@musicidisantapelagia.com Maurizio Fornero, direttore artistico



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