M I LA N O
STORIA E METAMORFOSI DI UN TERRITORIO
JOURNAL OF URBAN PHOTOGRAPHY
Milano Città Aperta www.miciap.com
M I LA N O S TO R I A E M E TA M O R F O S I D I U N T E R R I TO R I O
JOURNAL OF URBAN PHOTOGRAPHY
Milano Città Aperta www.miciap.com
Una mostra a cura di ROBERTA LEVI Coordinamento organizzativo ROBERTA LEVI, IRENE REI E ALFREDO BOSCO Gestione delle opere ROBERTA LEVI E ALFREDO BOSCO
Ringraziamenti Virgilio Carnisio, Andrea Mariani, Thomas Pagani, Luca Rotondo Per la grafica A13 Studio - www.a13studio.com Per le stampe Gill Cesaria, LINKE. Un ringraziamento particolare a Loris Savino, LINKE.
M I LA N O
S TO R I A E M E TA M O R F O S I D I U N T E R R I TO R I O Una mostra dedicata alla Milano di ieri e di oggi. Un viaggio nel tempo scandito attraverso la testimonianza e le immagini di quattro fotografi. Osservatori del rapido mutamento in corso, documentano quegli interventi che stanno modificando il tessuto urbano, senza però dimenticare il legame con il passato. L’associazione culturale MiCiAp – MilanoCittàAperta mette in mostra quarantatré fotografie che ricostruiscono l’identità del capoluogo attraverso panorami autentici di una Milano ormai lontana e di nuovi scenari in continua trasformazione che, soprattutto negli ultimi anni, hanno subito una massiccia e rapida mutazione territoriale ed edilizia.
Virgilio Carnisio, testimone oculare del grande cambiamento
di cui Milano fu oggetto dagli anni Cinquanta. Un lungo percorso fotografico che nasce dall’esigenza di poter trattenere nella memoria scorci della città destinati a scomparire. Attraverso il mezzo fotografico, a partire dagli anni Sessanta racconta una Milano autentica ma anche in divenire. Una documentazione sistematica della città.
Altra testimonianza del nostro passato è il lavoro fotografico di Andrea Mariani che attraverso alcune suggestive immagini di interni, racconta la storia di realtà rurali attorno alla città di Milano. Cascine inalterate nella struttura e nell’atmosfera, che purtroppo ad oggi hanno perso quella vitalità che un tempo le caratterizzava. Un viaggio che indaga il nostro territorio, caratterizzato da numerose realtà agricole poco conosciute e ancor meno valorizzate. L’indagine della metamorfosi radicale del territorio prosegue attraverso le fotografie di Thomas Pagani, che documentano la massiccia trasformazione del paesaggio a nord ovest di Milano per lasciare spazio ai nuovi cantieri del sito di Expo. Dialogando con queste immagini suburbane, completano il percorso le fotografie di Luca Rotondo, che posa il proprio sguardo al cuore della città, analizzandone il mutamento. Un particolare interesse a quei cambiamenti nel tessuto urbano e interurbano che hanno caratterizzato Milano nell’ultimo periodo. Un paesaggio in continua evoluzione e cambiamento.
VIRGILIO CARNISIO LA DA R S E N A E V I A L E D E L LA L I B E RAZ I O N E
La Darsena, mitica meta dei barconi che per quattrocento anni percorrendo i Navigli portarono marmi, sabbia e ghiaia per la costruzione di edifici della città in grande espansione, è da sempre considerata il centro della Milano popolare ricca di storie, di leggende, di personaggi coraggiosi e anche, di furfanti e di cialtroni. Negli anni ’80 l’attività edilizia conobbe una profonda crisi e anche i barconi cessarono, l’uno dopo l’altro, la loro attività. La Darsena, abbandonata, si degradò rapidamente infestata da rovi, cespugli e soprattutto da topi, da nutrie e da uccelli migratori e così rimase fino a due anni fa, quando iniziarono i lavori per la sua trasformazione che si è conclusa da pochi mesi. Ora l’antico specchio d’acqua presenta un aspetto moderno con attrezzature per le varie attività che in essa si svolgono. Un complesso piacevole e funzionale ma privo di quella “milanesità” che tanto intenerisce i ricordi dei cittadini più attempati. Viale della Liberazione, inserito nell’ampio progetto di sistemazione della zona di Porta Nuova, è del tutto irriconoscibile rispetto a qualche anno fa. Ai suoi lati, dove ora si sono innalzati spettacolari grattacieli, c’erano terrapieni di erbe e cespugli spontanei frammisti a rifiuti di ogni genere. All’angolo con Viale Sturzo, dove adesso c’è il tunnel che porta alla stazione Garibaldi, si accampava periodicamente un circo famoso, Togni ed Orfei. Più sotto, nel lato sinistro del viale, nel luogo in cui i binari delle “Varesine” portavano alla stazione in Via Galilei, ove ora svetta, glaciale, la torre Diamante, si insediò per anni un assai frequentato Luna Park, mentre la parte più vicina a Via Melchiorre Gioia divenne il parcheggio per tir provenienti da ogni parte d’Italia.
01 La Darsena all’altezza di Viale D’Annunzio Milano, 1982 02 Piazza XXIV Maggio Milano, 1982 03 La Darsena da Viale Gorizia Milano, 1960 04 La Darsena da Viale Gorizia Milano, 1960
08 Da Piazza Freud verso Via Melchiorre Gioia Milano, 1978 09 Dal terrapieno di Via Melchiorre Gioia verso Viale Sturzo Milano, 1969 10 Retro di case in Via De Castillia dal terrapieno di Via Melchiorre Gioia Milano, 1969
05 La Darsena da Viale Gorizia Milano, 1960
11 Retro della casa di Via De Castillia 10 dal terrapieno di Via Melchiorre Gioia Milano, 1975
06 La Darsena da Piazza XXIV Maggio Milano, 1970
12 Viale della Liberazione, angolo via Galileo Galilei Milano, 1971
07 Viale della Liberazione, angolo Via Melchiorre Gioia Milano, 1984
13 Viale della Liberazione Milano, 1962
ANDREA MARIANI CA S C I N E
Cascine è un progetto che indaga il territorio agricolo e rurale della Lombardia. È un racconto attraverso immagini suggestive di luoghi immutati nel tempo, che mantengono un forte legame con il passato. La mia attenzione si focalizza in particolare su quelle cascine inalterate nella struttura e nell’atmosfera, che purtroppo hanno perso quella vitalità che un tempo le caratterizzava e che a oggi spesso si trovano in stato di abbandono. È un viaggio che indaga il nostro territorio, caratterizzato da numerose realtà agricole poco conosciute e ancor meno valorizzate. Grazie all’Associazione 100Cascine e ai suoi associati ho avuto accesso a una parte rilevante del patrimonio rurale della nostra regione. Il progetto fotografico ha come obiettivo il racconto del passato e della storia di questo territorio e della nostra identità rurale.
01 Cascina Croce Cisliano, 2014
06 Cascina Praso Caidate, 2013
02 Cascina Immacolata Caidate, 2013
07 Cascina Convento Fregoso Visconti Colturano, 2014
03 Cascina Praso Caidate, 2013
08 Cascina Praso Caidate, 2013
04 Cascina Roverina Gambolò, 2014
09 Cascina Convento Fregoso Visconti Colturano, 2014
05 Cascina Rizzi Caidate, 2013
10 Cascina Rizzi Caidate, 2013
THOMAS PAGANI B U I L D I N G E X PO 2 0 1 5
Expo porta con se migliaia di lavoratori, milioni di visitatori ed infiniti dibattiti, come in un’eterna lotta tra il bene e il male, per cercare di convincere il mondo delle sue meraviglie ed infinite opportunità oppure al contrario per far aprire gli occhi di fronte a corruzione e malaffare. Chi come me viene da Rho è stato abituato ormai da anni a convivere con interminabili cantieri a cielo aperto e stravolgimenti territoriali. Vivo Expo con distacco, osservando questa enorme macchina (o mostro) avanzare lenta, ne sono attratto, ma non so in nessun modo cosa aspettarmi. Quello che più importa è ciò che sarà, che cosa ne sarà di Expo dopo i suoi 6 mesi. Inizio così il mio percorso nelle sua fondamenta, tra i cantieri, nei primi mesi dalla sua nascita e attendo paziente di capire cosa Milano abbia generato.
01 Expo 2015 - Settembre 2013
06 Expo 2015 - Ottobre 2013
02 Expo 2015 - Settembre 2013
07 Expo 2015 - Ottobre 2013
03 Expo 2015 - Settembre 2013
08 Expo 2015 - Ottobre 2013
04 Expo 2015 - Settembre 2013
09 Expo 2015 - Ottobre 2013
05 Expo 2015 - Ottobre 2013
10 Expo 2015 - Ottobre 2013
LUCA ROTONDO SU PER GIÙ
Milano, come tutti gli organismi viventi che si rispettino, cambia muta cresce ingrassa. Alle volte è necessario scovare motivi concreti per andare oltre e diventare adulti. Milano ha trovato l’Expo. Quale migliore occasione per rassettarsi ricostruirsi improfumarsi alzarsi espandersi? Insomma, quale migliore occasione per rifarsi il trucco? Dal vecchio centro cittadino con la sua darsena fresca di botulino e i luccicanti grattacieli di orgoglio nordista, fino al nuovo e farlocco centro d’Italia (almeno per questi interminabili sei mesi decentrato a Rho), la città si lucida le scarpe e si fa bella per i fotografi e i loro brevi flash.
01 Sepolto per quasi un secolo sotto quello che negli anni ‘40 divenne il vecchio mercato comunale, riaffora dalla terra il Ticinello, canale difensivo edificato nel 1152 a protezione della città contro gli attacchi dei vicini Pavesi, alleati del Barbarossa. 02 La struttura del nuovo mercato della Darsena dovrebbe ispirarsi a quella dei ben più riusciti mercati della Parigi ottocentesca di Les Halles.
06 Vista su Torre Solaria (la più alta del complesso di Varesine Porta Nuova) ed il bosco verticale alle sue spalle.
03 Il restauro della Darsena di Milano, che versava da anni in uno stato di totale abbandono, in bilico tra palude e deserto, sono costati circa 19 milioni di euro e 18 mesi di cantiere.
07 Riunione di famiglia: la Torre Unicredit, l’edificio più alto d’Italia, scruta dall’alto dei suoi 231 metri il bosco verticale di Boeri, suo fratello minore.
04 La zona della Darsena ricopre oggi un’area di oltre 75.000 metri quadri. Un nuovo mercato, la riapertura del canale Ticinello, la restituzione della conca Varenna e il ripristino della navigbilità del porto di Milano sono alcune delle principali modifiche attuate. 05 Ripristinando il vecchio porto di Milano, in passato uno dei principali porti fluviali del nord Italia, la città riapre in parte (salvo superare ostacoli logistici quali alcune rapide e la diga Villloresi) le sue porte alla navigazione fluviale ricollegandosi al Ticino e da questo al Po e al mare.
08 Torre Solea (o Torre K) e il prestigioso affaccio su Milano della sua esclusiva penthouse di 400 metri quadri, quotata a più di 11.000 €/mq, prezzo riservato agli appartamenti di minor prestigio. 09 Vista su Milano e sulla terrazza con piscina della penthouse di 650 mq al vertice di Torre Solaria (la più alta delle tre). 10 Scorcio da Torre Solea sul Diamantone i Diamantini e la città alle loro spalle.
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VIRGILIO CARNISIO ANDREA MARIANI THOMAS PAGANI LUCA ROTONDO
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