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MUSEO LUIGI BAILO Il Museo intitolato Luigi Bailo è la più antica tra le attuali sedi museali civiche, una volta era chiamato Museo Trevigiano. Allora c’era una sola sala con qualche lapide e reperti archeologici. Situato negli spazi dell'antico convento fondato nel XV secolo dai Padri Gesuiti. Sopravvivono tracce delle antiche architetture nei due chiostri. Nel luogo dove si trovava la chiesa ha sede attualmente la Biblioteca Comunale. L’ antico Museo venne aperto al pubblico per la prima volta nel 1888. Il complesso venne danneggiato durante la prima Guerra Mondiale e più gravemente durante la seconda. Fu riaperto nel 1952 e dal 1959 divenne sede anche della raccolta comunale d'arte moderna. L’edificio e’ stato sottoposto negli ultimi tre anni a importanti lavori di ristrutturazione. Dal luglio 2003 è rimasto chiuso a causa dei lavori di restauro, conclusi ad ottobre 2015. La facciata prima dell’ultimo restauro era piccola e di poco valore artistico per poter rappresentare un grande museo di Treviso come questo. La facciata attuale è grande e imponente come il museo stesso, la grande vetrata fa comunicare l’esterno con il chiostro sud.


Ora il museo ha un’architettura lineare e moderna, con molte vetrate.

BAILO MUSEUM This building was named after Luigi Bailo and is the oldest civic museum. Once it was called ‘Museo Trevigiano’. It is located in the ancient convent founded in the 15th century by the Jesuit Fathers. In the cloisters some of the antique architectures are still visible. During the last three years, this institution has been subject of important architectural renovations. The facade before the renovation was little and had not enough artistic value to be able to represent an important museum of Treviso. In fact nowadays the facade is big and majestic.


I RITRATTI CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Apollonio Giovanni TITOLO: Dopo pranzo alla Moncia SOGGETTO: Ritratti di Sofia Fellisent DATAZIONE: 1917 TECNICA E MATERIALE: Olio su tela COLLOCAZIONE: Museo civico Luigi Bailo, Treviso

DESCRIZIONE SOGGETTO: Si tratta della contessa Sofia Fèlissent, ritratta alla fine di una cena, mentre sorridente porta una sigaretta alle labbra. AMBIENTAZIONE: La scena si svolge all’interno di una locanda, la contessa siede ad un tavolo, presso una finestra aperta. ALTRI ELEMENTI: Gli oggetti che si trovano sopra il tavolo sembrano rispondere ad un ordine casuale, in realtà la loro disposizione fa pensare a certe nature morte, soprattutto i centrotavola di frutta e foglie. ANALISI DELL’OPERA ELEMENTI GRAFICI: L’influenza dell’impressionismo è ben visibile nella pennellata ricca e materica e allo stesso tempo, nell’uso dei colori puri che vengono accostati sulla tela in modo da riflettere il più possibile la luce. La luce viene da sinistra e proietta delle ombre sul viso della contessa, sul tavolo e sul muro. ELEMENTI VISUALI: le tonalità chiare e luminose conferiscono quell’atmosfera particolare caratteristica delle opere impressioniste. La prospettiva scelta dal pittore risente delle inquadrature fotografiche, dove il soggetto non occupa la parte centrale dell’opera.


INTERPRETAZIONE: La scelta di Apollonio di rappresentare la contessa Sofia sorridente alla fine di un pasto, rientra nella sensibilità tipica degli impressionisti, le cui opere trasmettono sempre una sensazione di mobilità: colgono le sensazioni e le emozioni, preferendo quelle positive, gradevoli che trasmettono felicità. Un altro elemento importante riguarda il soggetto femminile rappresentato in una veste insolita, soprattutto perché Sofia è una contessa, mentre nell’opera di Apollonio viene ritratta come una donna del popolo che fuma ed è visibilmente alterata dal vino consumato durante il pasto. Tutto ciò fa parte della corrente artistica dell’impressionismo.

CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Degas Edgar TITOLO: L’Assenzio SOGGETTO: Una donna in un caffè DATAZIONE: 1876 TECNICA E MATERIALE: Olio su tela COLLOCAZIONE:

Museo

D’Orsay,

Parigi

DESCRIZIONE SOGGETTO: Si tratta di una donna, che appartiene ad un ceto sociale umile, con lo sguardo perso nel vuoto. AMBIENTAZIONE: La scena si svolge all’interno di un caffè, la donna siede ad un tavolo. ALTRI ELEMENTI: davanti alla donna, sopra il tavolino c’è un bicchiere pieno di assenzio. ANALISI DELL’OPERA ELEMENTI GRAFICI: La pennellata risulta ricca e materica. La luce proviene dall’esterno; sono interessanti i riflessi prodotti sullo specchio posto alle spalle della donna.


ELEMENTI VISUALI: I colori scelti trasmettono la malinconia della protagonista, infatti sono accostati toni chiari a toni scuri, e sembra dominare il grigio. L’inquadratura scelta rende l’idea di un’istantanea scattata dal vivo da un testimone seduto ad un tavolo vicino. Inoltre, l’inquadratura è decentrata e tiene conto degli spazi vuoti, per sottolineare i disagi e i malesseri provocati dall’abuso di alcol. INTERPRETAZIONE La protagonista attraverso il suo sguardo perso nel vuoto e la sua postura ripiegata in se stessa, trasmette tutto il suo malessere e la sua solitudine, che cerca di consolare consumando assenzio, una bevanda alcolica che produce un forte intorpidimento. Quest’opera sembra essere una denuncia non solo degli effetti negativi di questa bevanda pericolosa, ma anche della condizione di questa povera donna che conduce una vita di privazioni e sofferenze. CONFRONTO SOMIGLIANZE ELEMENTI COMPOSITIVI: In entrambi i quadri i pittori scelgono come protagoniste delle donne. Inoltre, le ambientazioni sono simili, perché sono dei locali pubblici e sono degli interni. Un altro elemento in comune sono gli oggetti che vengono ritratti sopra i tavolini: brocche di vetro delle quali si cerca di rappresentare la trasparenza. Le due donne hanno entrambe i capelli raccolti e degli abiti tipici della moda dell’epoca. ELEMENTI GRAFICI: La pennellata è molto simile e anche l’uso della luce ha delle caratteristiche comuni. ELEMENTI VISUALI: L’inquadratura decentrata è presente in entrambe le composizioni DIFFERENZE Il messaggio e l’atteggiamento delle due donne sono completamente differenti. La contessa è ripresa in un momento di felicità, mentre la protagonista dell’opera di Degas è triste e trasmette malinconia. Le tonalità sono differenti e rispondono ai messaggi che le opere vogliono veicolare.


CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Vincent Van Gogh TITOLO: Il caffè tambourin SOGGETTO: Una donna in un caffè DATAZIONE: 1887 TECNICA E MATERIALE: Olio su tela COLLOCAZIONE:

Museo

VAN

Gogh,

Amsterdam

DESCRIZIONE SOGGETTO: Si tratta di una donna, appartenente ad un ceto sociale umile e la sua espressione probabilmente è legata a questa condizione. AMBIENTAZIONE: La donna siede ad un tavolo, all’interno di un caffè. ALTRI ELEMENTI: Davanti alla donna, sopra il tavolino c’è un bicchiere pieno di birra. ANALISI DELL’OPERA ELEMENTI GRAFICI: La pennellata è vigorosa, immediata e ricca di colore. La luce proviene dall’esterno e illumina la protagonista creando delle ombre che rendono il suo viso malinconico e pensieroso. ELEMENTI VISUALI: I colori creano dei forti contrasti, infatti, sono accostati toni chiari a toni scuri. Risaltano soprattutto il rosso delle piume del cappello e del bordo del tavolo, e il nero dei capelli e della gonna. Inoltre, si nota la presenza dei tre colori primari: il rosso nel tavolino e nelle piume, il giallo nelle sedute delle sedie alle spalle della donna e l’azzurro dei bicchieri in alto a destra; i quali, attirando l’attenzione dell’osservatore, fanno si che anche l’ambiente sia protagonista. L’inquadratura scelta rende l’idea di un’istantanea scattata da una persona che si trova vicino ed è perfettamente in linea con le tendenze dell’impressionismo. INTERPRETAZIONE Si ritiene che la protagonista, attraverso il suo sguardo perso nel vuoto, stia pensando alla propria triste esistenza e cerchi consolazione nel bere. Questa sembra essere un’opera di denuncia della condizione di questa povera donna che conduce una vita di privazioni e sofferenze.


CONFRONTO SOMIGLIANZE ELEMENTI COMPOSITIVI: In entrambi i quadri i pittori scelgono come protagoniste delle donne ritratte mentre fumano. Inoltre, le ambientazioni sono simili, perché sono dei locali pubblici e sono degli interni. Un altro elemento in comune sono gli oggetti che vengono ritratti sopra i tavolini: brocche di vetro delle quali si cerca di rappresentare la trasparenza. Le due donne hanno entrambe i capelli raccolti e degli abiti tipici della moda dell’epoca. ELEMENTI GRAFICI: La scelta dei colori è finalizzata a rappresentare gli stati d’animo dei soggetti, così come la luce trasmette l’emozione del pittore e delle protagoniste. ELEMENTI VISUALI: L’inquadratura è simile e sembra un’istantanea che cattura un momento delle esistenze delle donne ritratte. DIFFERENZE Il messaggio e l’atteggiamento delle due donne sono completamente differenti. La contessa è ripresa in un momento di felicità, mentre la protagonista dell’opera di Van Gogh è triste e trasmette malinconia. La pennellata di Apollonio riflette la sua adesione all’impressionismo, infatti è rapida e sfatta; mentre Van Gogh utilizza pennellate più rigide e più cariche di colore. Le tonalità sono differenti e rispondono ai messaggi che le opere vogliono veicolare: nel quadro di Apollonio i toni chiari e luminosi comunicano spensieratezza e leggerezza; mentre le tonalità più scure e contrastanti, ma anche le macchie dei colori primari creano un effetto di tensione e rendono quasi tangibile il malessere della donna.


CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Giulio Ettore Erler TITOLO: Signora che scende dalla carrozza DATAZIONE: 1911 TECNICA E MATERIALE: Olio su tela COLLOCAZIONE: Museo civico Luigi Bailo, Treviso

DESCRIZIONE SOGGETTO: Margherita De Donà Calzavara, una nobildonna elegantemente vestita, ritratta mentre sta per scendere da una carrozza altrettanto lussuosa. AMBIENTAZIONE: All’aperto, sullo sfondo si nota della vegetazione e un muro sulla sinistra. ALTRI ELEMENTI: La carrozza, rispetto alla dama, viene dipinta in ogni minimo dettaglio, dai sedili in pelle, ai riflessi del vetro del fanale, alle ruote bianchissime. ANALISI DELL’OPERA ELEMENTI GRAFICI: La pennellata è precisa nella resa della silhouette della dama, delle sue vesti e della carrozza, mentre si fa più imprecisa e impressionista per quanto riguarda lo sfondo e nel cappello piumato della donna. ELEMENTI VISUALI: La scelta dei colori crea degli effetti di contrasto, per esempio tra l’abito nero della dama e lo scialle rosso con il suo drappeggio adagiato su una spalla. L’inquadratura è fotografica, la dama si trova al centro del quadro, ma la carrozza non è rappresentata nella sua interezza; si tratta quindi, di un’inquadratura tagliata. INTERPRETAZIONE:


In questo quadro sono moltissimi gli elementi che catturano l’attenzione, in particolar modo le vesti e i materiali della carrozza resi nel dettaglio con estrema precisione. Tuttavia anche il volto della dama è molto interessante: il suo sguardo esprime durezza, severità, ma anche perplessità, mentre sulle labbra c’è quasi un sorriso rivolto all’osservatore. Lo sfondo chiaro e naturale fa risaltare la figura centrale. CONFRONTO SOMIGLIANZE ELEMENTI COMPOSITIVI: I quadri hanno come protagoniste due donne appartenenti ad un ceto sociale elevato, probabilmente entrambe sono nobili. ELEMENTI VISUALI: L’inquadratura fotografica che taglia alcuni elementi della scena è un tratto in comune tra le due opere. DIFFERENZE ELEMENTI COMPOSITIVI: Le ambientazioni sono differenti: Apollonio ritrae la contessa in un interno, seduta ad un tavolo dopo aver consumato il pasto, nell’atto di fumare un sigaretta e davanti ad un bicchiere di vino vuoto. Si tratta quindi, di un’ambientazione informale e che non risponde allo status sociale della donna. Erler rappresenta la nobildonna all’esterno mentre scende da una lussuosa carrozza nei pressi di un edificio che presenta uno stemma nobiliare e sullo sfondo c’è un paesaggio naturale indefinito. ELEMENTI GRAFICI: Apollonio sceglie dei colori chiari e luminosi; la sua pennellata è rapida, ricca di colore e sfatta, perfettamente in linea con le caratteristiche tipiche dell’impressionismo. Erler, invece, sceglie i colori che meglio si adattano ad una rappresentazione fedele e realistica della scena. La sua pennellata è precisa, accurata, soprattutto nella resa dei dettagli dell’abito e della carrozza. La sua tecnica pittorica non risente dell’influenza impressionista, ma si inserisce nella tradizione pittorica italiana. Le due opere sono difficilmente paragonabili perché presentano due stili molto differenti, ma anche le occasioni e le finalità comunicative sono diverse. Apollonio vuole fotografare un momento spensierato e anticonformista della vita della contessa Sofia; viceversa l’opera di Erler sembra essere stata commissionata dalla dama che viene ritratta in posa per esaltare tutta la sua bellezza, nonché la sua nobiltà.


CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Luigi Serena TITOLO: Autoritratto SOGGETTO: Ritratti di Luigi Serena DATAZIONE: 1876 TECNICA E MATERIALE: Olio su cartone COLLOCAZIONE: Museo civico Luigi Bailo, Treviso

DESCRIZIONE SOGGETTO: Si tratta di un autoritratto di Luigi Serena all’età di 21 anni. Il pittore sceglie di presentarsi al proprio pubblico con una posa insolita, quasi provocatoria e scherzosa, nell’atto di mandare un bacio. ANALISI DELL’OPERA ELEMENTI GRAFICI: Luigi Serena utilizza una pennellata ricca di colore che viene esaltato dalla luce proveniente in alto a destra, che illumina solo per metà il volto. ELEMENTI VISUALI: Si tratta di un’inquadratura fotografica, in cui Serena, ritratto di tre quarti, propone probabilmente il primo selfy, mentre manda un bacio. Questa sua intuizione estetica innovativa, mette in risalto la fierezza del volto e la sua sicurezza interiore. Lo sfondo chiaro evidenzia il profilo del pittore, assieme al colletto bianco della camicia che sembra incorniciare il volto. INTERPRETAZIONE: Serena sceglie di misurarsi con il genere del ritratto, proponendo una propria interpretazione per certi aspetti molto innovativa. L’artista riprende la tradizione utilizzando l’inquadratura di tre quarti, mentre lo stile pittorico e la posa ironica in cui si ritrae sono aspetti di modernità.


CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Gian Lorenzo Bernini TITOLO: Autoritratto da giovane SOGGETTO: Ritratti di Gian Lorenzo Bernini DATAZIONE: 1623 TECNICA E MATERIALE: Olio su tela COLLOCAZIONE: Galleria Borghese, Roma

DESCRIZIONE SOGGETTO: Si tratta di un autoritratto di Gian Lorenzo Bernini, circa all’età di 25 anni. Il suo incarnato è roseo, le labbra carnose, la capigliatura morbida. Indossa un’elegante camicia e una giacca in velluto blu. ANALISI DELL’OPERA ELEMENTI GRAFICI: traspare un notevole realismo dall’immagine, la luce proviene da sinistra e illumina il volto del protagonista. Si notano le velature tipiche del periodo barocco, che danno vita al viso e trasparenza e leggerezza al collo della camicia. ELEMENTI VISUALI: l’inquadratura scelta ritrae l’artista di tre quarti. Lo sfondo e il colore degli abiti sono cupi, scuri e il punto focale è lo sguardo che sembra trasmettere timore e turbamento. Il colletto bianco della camicia, anche in questo caso, funge da cornice e fa risaltare il volto, quasi illuminandolo. INTERPRETAZIONE: Il protagonista sta fissando con insistenza e grande interesse qualcosa che gli è ignoto, ma che vuole assolutamente conoscere. Forse si tratta di qualcosa che lo turba, vista la serietà del volto o semplicemente vuole scoprire cosa si cela dentro la sua anima. Infatti, Bernini sosteneva che per guardare il proprio viso si dovesse usare lo specchio, mentre per guardare la propria anima bisognasse utilizzare l’opera d’arte. CONFRONTO SOMIGLIANZE


ELEMENTI COMPOSITIVI: In entrambi i quadri, i pittori scelgono di realizzare un autoritratto di tre quarti. Inoltre, comunicano col pubblico attraverso il proprio volto e le loro espressioni dicono qualcosa del loro carattere e forse, del loro modo di concepire l’arte. In entrambi i ritratti, lo sguardo è molto importante e cattura l’attenzione del pubblico, facendogli comprendere i sentimenti che prova l’artista nel momento in cui realizza l’opera. Sia l’autoritratto di Bernini sia quello di Serena sono molto realistici e catturano l’interesse dell’osservatore, soprattutto perché comunicano qualcosa di sé e sembrano delle istantanee. DIFFERENZE Le due opere si differenziano nella scelta dei colori, soprattutto per lo sfondo: Bernini utilizza toni scuri per trasmettere il suo tormento interiore, mentre Serena sceglie dei toni più chiari e luminosi perché vuole comunicare in modo giocoso e ironico con il pubblico. La pennellata è un altro elemento di distinzione, che permette di datare le opere; infatti, Bernini usa una pennellata uniforme, mentre Serena risente dell’influenza impressionista.


VITA DAL VERO CARTA D’IDENTITÀ DELL’ARTISTA : Luigi Serena nacque a Montebelluna (Treviso) il primo Agosto 1855 morì a Treviso il 12 marzo 1911. Serena ritrae l’animazione della vita cittadina e ricostruisce in ambientazioni realistiche scene tra le più quotidiane, stando sempre attendo ai valori pittorici e compositivi .

CARTA D’ IDENTITÀ dell’opera: AUTORE:Luigi Serena TITOLO: la cucitrice DATAZIONE: 1880- 82 TECNICA E MATERIALE: olio su tela DIMENSIONI:51,3 x 34,5 COLLOCAZIONE: Museo Bailo Treviso

ANALISI DELL’OPERA “ Cucitrice alla finestra” o “Effetto di sole” è un’opera dove Serena ha rappresentato una scena umile di vita quotidiana del ceto sociale più povero e semplice che in quest’opera è stato rappresentato mentre lavora, entrando nell’abitazione di una donna che è seduta alla finestra e sta cucendo: l’atmosfera è intimista. Si può capire che la donna non appartiene al ceto sociale ricco perché la stanza è piuttosto spartana . L’acconciatura semplice della donna, i cui capelli sono raccolti in una crocchia, contrasta con la luce che entra dalla finestra. Il vestito leggero e l’ambientazione che scorgiamo dalla finestra aperta ci fa capire che siamo in estate. Il pittore nel rappresentare un soggetto così umile e semplice come una cucitrice intenta nel suo lavoro, usa in maniera magistrale la luce e il colore.


pettinatura (1)

mano destra illuminata (2)

provenienza della luce arredamento semplice

TECNICA: I colori insieme alla luce danno vivacità al quadro. La figura è in controluce e il difficile tema coloristico e luminoso è risolto con una spontaneità e tranquillità trasmessa dal soggetto. La pennellata è molto veloce e non precisa. L’inquadratura è fotografica ritrae uno spaccato di vita quotidiana. Evidente è l’influenza dalla pittura realista francese di artisti come Jean François Millet che nel suo celebre quadro “le spigolatrici” dipinge donne al lavoro nei campi. ANALISI DELL’OPERA DI MILLET: Quest’opera è stata dipinta nel 1857 ed è un olio su tela di dimensioni 83,5x111cm. “Le spigolatrici” è un’opera in cui le protagoniste sono tre contadine che lavorano in un campo di grano. Millet dà particolare importanza allo studio della figura umana e del suo legame con il lavoro in campagna, cercando di dare un grande senso di sacralità e grandezza anche ai gesti più umili e semplici.


TECNICA: Il quadro è diviso in due parti dove un terzo è occupato dal cielo e due terzi sono riservati al campo. L'inquadratura è panoramica, rende il senso di vastità della campagna. Il peso visivo del primo piano è ottenuto anche mediante la distribuzione dei colori, più scuri e contrastanti in basso e sempre più chiari, luminosi e trasparenti verso l'alto. L'ombra scura al margine inferiore del quadro aumenta l'effetto di gravità e contrasta con la leggerezza dei celesti e gialli chiarissimi della parte alta. La linea è ben marcata per la delineazione delle tre spigolatrici a differenza degli elementi dello sfondo che appaiono sfumati. 1/3 di cielo

2/3 di campo

ombra

“MERCATO DEI FIORI” -Luigi SerenaCARTA DELL’OPERA:

D’IDENTITÀ

AUTORE:Luigi Serena TITOLO: Il mercato dei fiori DATAZIONE: 1890-96 TECNICA E MATERIALE: olio su tela DIMENSIONI: 74,2 x 93,5 COLLOCAZIONE: museo Bailo Treviso


ANALISI DELL’OPERA: Il mercato dei fiori è un’opera di Luigi Serena, artista trevigiano che ritrae l’animazione della vita cittadina e ricostruisce in ambientazioni realistiche scene tra le più quotidiane, sempre attento ai valori pittorici e compositivi e con particolare abilità nell’uso della luce. In questo quadro Serena rappresenta una scena semplice e quotidiana della Treviso del tempo: il mercato dei fiori. Si nota la diversità tra le varie persone e il loro stato sociale, questo si nota guardando i vari modi di vestire: le donne "povere" come giacca hanno uno scialle invece le donne “più ricche” vestono con un cappotto. Vediamo le venditrici di fiori delle molte quali hanno un cappello di paglia in testa per ripararsi dal sole. In primo piano ci sono anche due colombi sulla strada di ciottoli. I fiori danno molto colore e allegria al quadro, ce ne sono di vario tipo e pochi tocchi essenziali, ma estremamente evocativi, descrivono la varietà di questi fiori. L'inquadratura è fotografica e raffigura l'immediatezza di uno spaccato di vita quotidiana. Il fatto che è stata rappresentata da Serena una scena di vita quotidiana così semplice era una novità per l'epoca. Ma questo tema era molto caro all'autore, per quanto ne sappiamo ha dipinto almeno altri due mercati: "il mercato dei fiori" e "acquisti al mercato di fiori", entrambi conservati in collezioni private.

Scialle Cappelli Cappotto

Colombi

TECNICA Le persone in lontananza rimangono solo abbozzate. Qui la pennellata è veloce e non precisa. Un altro punto dove la pennellata non è precisa è la strada di ciottoli lungo la quale avviene il mercato. Una pennellata particolare invece è quella dei fiori ovvero una pennellata materica. Il soggetto del mercato non era molto diffuso il quel periodo però un’artista ne ha rappresentati tanti e di diverse città: Camille Pissarro e un suo quadro che possiamo confrontare a quello di Serena è “Mercato a Pontoise”


ANALISI DELL’OPERA: Il mercato a Pontoise è un opera di Camille Pissarro (datata 1895) , pittore francese impressionista ed è conservata al museo d’arte Nelson-Atkins negli Stati Uniti. Pissarro era soprattutto un pittore di paesaggi ma ha prodotto un importante serie di scene di mercato che ritraggono in primo piano i contadini. In questo dipinto, due donne rivolgono la schiena all’osservatore, mentre sono alla ricerca dei loro prossimi clienti. A destra del quadro inoltre c’è un’altra donna seduta e si pensa che sia anch’essa una venditrice. Quest’opera rappresenta un mercato di una cittadina francese, Pontoise. Nello sfondo si riesce a vedere molta gente che cammina e acquista merce al mercato locale. Il soggetto è il medesimo del mercato dei fiori di Seren, anche qui più ci si allontana maggiore è la imprecisione della pennellata come la tecnica del trevigiano. TECNICA: Pissarro usa le ombre per dare più realisticità al quadro. Quest’opera è dipinta con i colori vivaci e con le pennellate dello stile tardo impressionista e il quadro di Pissarro vuol essere fortemente contemporaneo, insistendo sulla modernità delle persone che rappresenta: mentre i pittori precedenti avevano rappresentato i contadini francesi come figure al di fuori del tempo, uniti con la terra, Pissarro li dipinge come i suoi vicini di casa, al lavoro per sfamare le loro famiglie.


‘CUCITRICE ALLA FINESTRA’ LUIGI SERENA ‘Cucitrice alla finestra’ is a work where Serena describes a humble scene of daily life of the poorest and simplest social class that has been represented in this work while working, entering the home of a woman who is sitting at the window, and is sewing: the atmosphere is intimate. You may realize that the woman does not belong to the rich social class because the room is rather spartan. The simple hairstyle of the woman, whose hair is in a bun, contrasts with the light coming through the window. The light dress and the setting that we see through the open window makes us understand that we are in summer. The painter, in representing a subject so humble and simple as a stapler intent in her work, uses in a masterly manner the light and color.

‘IL MERCATO DEI FIORI’ "Il Mercato dei fiori” is a work of Luigi Serena, Artist from Treviso who portrays the animation of city life and rebuilds in realistic scenes of the everyday settings, always attentive to the pictorial and compositional values and with particular skills in the use of light. In this painting Serena represents a simple, everyday scene of Treviso of that time: the flower market. We note the differences between the various people and their welfare state: women "poor" have a shawl instead of a jacket while the richest women wear a coat. The flowers give a lot of color and fun to the picture and there are varied and few essential touches but extremely evocative, describing the variety of these flowers, all different from one another. The framing is photographic and depicts the immediacy of a slice of daily life.


LUCE MACCHIA E IMPRESSIONI

“LUIGI SERENA “CAVALLI ALL’ABBEVERATOIO” CARTA D’ IDENTITA’ DELL’ AUTORE:

CARTA D’ IDENTITA’ QUADRO:

NOME: Luigi Serena

NOME AUTORE: Luigi Serena

DATA/LUOGO DI NASCITA: 1855Montebelluna

TITOLO: Cavalli all’abbeveratoio

DATA/LUOGO DI MORTE: 1911-Treviso CORRENTI ARTISTICHE: Verismo TECNICHE ARTISTICHE: Olio su tela

DATAZIONE: 1900 TECNICA E MATERIALE: Olio su tela COLLOCAZIONE: Museo Bailo, Treviso

DESCRIZIONE Il soggetto rappresenta la ricerca tematica di stampo veristico, da parte dell’autore, svolta nell’ambito della sua terra: il Veneto. Si nota la tecnica a “macchia” e il “colore puro” usate per rendere l’immediatezza e la vivacità realistica della percezione visiva.


“Cavalli all’abbeveratoio” di Luigi Serena si può confrontare con “Moulin de la Gallette” , opera del famoso impressionista francese Pierre Auguste Renoir. I soggetti sono differenti anche se gli artisti rappresentano un momento della quotidianità tipico del loro ambiente. Lo sfondo è diverso: quello di Serena è poco profondo e va dalle galline in primo piano al muro della fattoria; invece con Renoir il punto di vista, focalizzato sulle due donne in primo piano, viene poi sfuocato, man mano che si guarda in lontananza, secondo le leggi dell’ottica e dell’”impressione” ritmica. Entrambi utilizzano la luce come elemento che filtra tra il fogliame degli alberi creando un evidente effetto ombra-luce.

PIERRE AUGUSTE RENOIR “MOULIN DE LA GALLETTE”

CARTA D’ IDENTITA’ DELL’ AUTORE:

CARTA D’ IDENTITA’ DEL QUADRO:

NOME: Pierre-Auguste Renoir

NOME AUTORE: Pierre-Auguste Renoir

DATA/LUOGO DI NASCITA: 1841-Limoges

TITOLO: Moulin de la Gallette

DATA/LUOGO DI MORTE: 1919-Cagnes Sur Mer

SOGGETTO: Locale popolare

CORRENTI ARTISTICHE: impressionista

DATAZIONE: 1876

TECNICHE ARTISTICHE: olio su tela

TECNICA E MATERIALE: olio su tela COLLOCAZIONE: Museo d’Orsay, Parigi


DESCRIZIONE Il dipinto inquadra il Moulin de la Gallette, un locale popolare, nella collina di Montmartre, a Parigi, chiamato così perché era vicino ad un vero e proprio mulino. I colori utilizzati sono un intreccio di blu scuri, blu purpurei e violetta insieme ai colori più chiari e luminosi. La sua pennellata, in questo quadro, non è il solito tocco virgolettato ma è allungata.

‘CAVALLI ALL’ABBEVATORIO’ LUIGI SERENA In this painting the artist represents a typical day in Veneto, following the Italian movement of the Verismo. He uses oil colors and the dappled effect of the light that passes through the trees.


IL PAESAGGIO DEI CIARDI

CARTA D’IDENTITA QUADRO AUTORE: Guglielmo Ciardi TITOLO: Vele in Laguna SOGGETTO: Paesaggio sulla laguna veneta. DATAZIONE: 1890-91 TECNICA E MATERIALE: olio su tavoletta COLLOCAZIONE: museo Bailo, Treviso

CARTA D’IDENTITA DELL’ AUTORE NOME: Guglielmo Ciardi DATA/LUOGO DI NASCITA: 1842-Venezia DATA/LUOGO DI MORTE: 1917-Venezia CORRENTI ARTISTICHE: paesaggista TECNICHE ARTISTICHE: olio su tavoletta (legno)

DESCRIZIONE Il soggetto di questo quadro è una barca a vela ma non è solo quello! È l’amore per la pittura ‘en plein air’. L’elemento principale di quest’opera d’arte è il riflesso della barca sull’acqua e la resa della luce in questo paesaggio veneziano di fine ‘800. Si può notare un gioco di luci e riflessi e osservare un orizzonte indefinito senza una linea che delimita il cielo e la laguna veneziana. Al livello della barca si possono notare delle pennellate più fluide invece il cielo, da lontano presenta pennellate più materiche.


CONFRONTO ‘Vele in laguna’ di Guglielmo Ciardi si può confrontare con ‘Vela sulla Senna ad Argenteuil’ che è un quadro del famoso pittore impressionista francese Claude Monet. Il soggetto è lo stesso, la luce anche, soprattutto hanno in comune il dipingere “en plein air” però hanno qualche differenza. Le pennellate per esempio sono diverse, nel quadro di Monet sono più veloci e materiche caratteristico del periodo impressionista che è focalizzato sul catturare la luce e le ombre del momento, invece nelle ‘Vele in Laguna’ sono più precise e definiscono meglio le forme.


CARTA D’IDENTITA DELL’ AUTORE NOME: Emma Ciardi DATA/LUOGO DI NASCITA: 1879Venezia DATA/LUOGO DI MORTE: 1933-Venezia CORRENTI ARTISTICHE: impressionismo veneziano TECNICHE ARTISTICHE: olio su tavola CARTA D’IDENTITA QUADRO (legno) AUTORE: Emma Ciardi TITOLO: Villa d’Este SOGGETTO: Villa d’Este DATAZIONE: 1920 circa DESCRIZIONE Il soggetto di quest’ opera d’arte è la di mora storica Villa d’Este. Si vedono sia elementi settecenteschi per il soggetto sia tocchi impressionisti per le pennellate veloci e materiche. Colpiscono i tocchi di luce che filtrano dagli alberi. L’inquadratura di tipo fotografico e la prospettiva ci ricordano un quadro di Claude Monet: ‘Rue Montorgeuil’.

TECNICA E MATERIALE: olio su tavola COLLOCAZIONE: museo Bailo, Treviso


‘VELE IN LAGUNA’ GUGLIELMO CIARDI The subject of the painting is not only a sailboat but also the love of painting outside. The principal characteristic of this painting is the reflection of the boat in the water and the venetian landscape of the end of the 1800s. Another main characteristic is that there is no line that marks a border between the sea and the sky so the horizon looks infinite.

‘VILLA D’ESTE’ EMMA CIARDI In this artwork you can see the historical Villa d’Este. You can see elements from the 1700s for the subject and impressionist touches for the rapid brushstrokes. The dappled effect of the light through the trees really captures your attention. There is a photographic framing that is really typical of the impressionist movement.


ARTURO MARTINI FANCIULLA PIENA D’AMORE

CARTA IDENTITÀ AUTORE

CARTA D’IDENTITÀ

NOME: Arturo Martini DATA/LUOGO 1889

NASCITA:

AUTORE: Arturo Martini Treviso,

DATA/LUOGO MORTE: Milano, 1947 CORRENTI ARTISTICHE: Futurismo e naturalismo ottocentesco TECNICHE UTILIZZATE: patinato e modellazione diretta

Gesso

TITOLO: Fanciulla piena d’amore SOGGETTO: di donna

Rappresentazione

DATAZIONE: 1913 TECNICA E MATERIALE: Gesso patinato COLLOCAZIONE: Bailo, Treviso

Museo

Luigi


“Fanciulla piena d’amore” è un’opera di Arturo Martini in gesso patinato, risalente al 1913. Dopo un viaggio a Monaco di Baviera, l’artista sembrò porsi il problema di trovare un linguaggio che riprendesse anche la statuaria antica; si rifece quindi all’arte classica rielaborandola. Poiché durante quel periodo venne a contatto con la corrente artistica liberty, decise di inserire nella sua scultura elementi che la caratterizzarono. Il volto della statua compare in diverse produzioni di Martini, sia incisioni che sculture. Per quanto venga rappresentata molto spesso, l’artista non ha mai rivelato chi essa sia. CONFRONTO “Fanciulla piena d’amore” è una scultura paragonabile alle maschere primitive africane.

Come si può notare sono molto simili alla scultura di Martini. Nei primi del Novecento, vi fu una mostra di arte africana a Parigi, che influenzò moltissime correnti artistiche tra queste anche il cubismo.


ADAMO ED EVA CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Arturo Martini TITOLO: Adamo ed Eva SOGGETTO: Rappresentazione

di

Adamo ed Eva DATAZIONE: 1931 TECNICA E MATERIALE: Marmo di Finale Ligure COLLOCAZIONE: Museo Luigi Bailo, Treviso

DESCRIZIONE Nel 1931, Arturo Martini viene contattato da Herta e Arturo Ottolenghi, per scolpire una “vera” da pozzo per la loro villa. L’opera frutto di una grande collaborazione con Herta, rappresenta Adamo ed Eva nudi, che si tengono per mano nel paradiso diventato terrestre, a causa del peccato originale. Alta più di tre metri, la statua è stata realizzata con il marmo di Finale Ligure. Oggi si trova nel centro del chiostro del Museo Bailo, questo solo grazie alla sua ultima proprietaria, che ha deciso di donarla, dopo averla posseduta per ben 58 anni. CONFRONTO L’opera può essere paragonata ad una scultura del celebre Canova, un artista neoclassico. La statua in questione è “Venere e Adone”; Essa si può confrontare con “Adamo ed Eva” per le differenze, e non le similitudini.


Sinistra: “Venere e Adone”

In alto: “Adamo ed Eva”

Le differenze: La superfice della statua di Canova è liscia, luminosa, dovuta alla levigazione e alla cera che l’artista pone a conclusione del suo lavoro; invece a causa delle caratteristiche del marmo di Finale Ligure scelto per la sua opera, Martini non ha potuto lisciare “Adamo ed Eva”. La posizione dei due personaggi di Canova è più “morbida” e serena; invece i due soggetti della statua di Martini sono più rigidi.


VENERE DEI PORTI CARTA D’IDENTITÀ AUTORE: Arturo Martini TITOLO: Venere dei porti SOGGETTO: Rappresentazione della Venere dei porti DATAZIONE: 1932 TECNICA E MATERIALE: Terracotta modellata direttamente COLLOCAZIONE: Museo Luigi Bailo, Treviso

DESCRIZIONE Durante la prima metà degli anni Trenta del Novecento, Arturo Martini lavorò molto nell’ambito della ceramica. La terracotta modellata direttamente ritrae il corpo nudo di una donna seduta di traverso su una poltrona, solo abbozzata. Vi è un chiaro richiamo all’attesa. La donna aspetta, annoiata, come dimostra la scelta di far ciondolare le gambe, così come fanno i bambini. Martini fu spesso soggetto a critiche, poiché le sue realizzazioni artistiche non rispettavano i valori dell’Accademia. Lo scultore lasciava volutamente le imperfezioni nelle sue creazioni, cosa che gli artisti del suo tempo non facevano. Ma questo non gli ha impedito di diventare famoso a livello nazionale. Grazie a lui, oggi Treviso ha un ricco patrimonio culturale del Novecento. ANALISI Il volto della Venere è reso vivo dalla tecnica a modellazione diretta, mantiene imperfezioni e increspature. I particolari rivelano uno studio approfondito dell’anatomia e delle posizioni del corpo. La donna seduta al porto è appoggiata su una roccia. Le braccia sollevano il seno, che prende una posizione all’apparenza molto innaturale, gli occhi annoiati guardano con inerzia davanti a loro. Il corpo sembra abbandonato, specie osservando la rilassatezza della schiena abbondantemente inclinata sul sedile.


La scelta della terracotta crea una giusta cromia, calda rassicurante. L’uso della modellazione diretta lascia la superficie imperfetta, materica, corposa. La luce si appoggia e le ombre formano la monumentalità . Il corpo si muove non appena la luce lo sfiora.


I RINNOVATI E I CAPESARINI TREVIGIANI AUTORE: Aldo Voltolin (18921918) TITOLO: I covoni al sole DATAZIONE: 1912 TECNICA: olio su tela COLLOCAZIONE: Museo civico “Luigi Bailo” IL QUADRO RAPPRESENTA: dei covoni al sole DIMENSIONI: 62x85 INTRODUZIONE Nel decennio che precede la prima guerra mondiale alcuni artisti trevigiani sfidano coraggiosamente la pur alta tradizione locale, rinnovando su istanze europee la propria produzione, in alcuni casi in conseguenza di soggiorni all’estero (Parigi e Monaco). Si configura un vero e proprio gruppo, in cui entra a far parte anche Aldo Voltolin. ANALISI DELL’OPERA: Il pittore veneto Aldo Voltolin, in questo quadro dei primi del novecento, utilizza la tecnica ad olio su tela con piccoli tocchi di colore puro (predominano i colori caldi come il giallo e il rosso che richiamano il caldo dell’estate e la raccolta del grano in covoni). In primo piano per la zona in ombra, vengono utilizzati colori più scuri come il blu che accostato al rosso e un po’ di giallo dà un colore che si avvicina molto al marrone scuro. Al centro del quadro spicca il colore giallo del covone illuminato dal sole che a sua volta dà diverse tonalità per rendere i volumi. Piccoli animali da cortile (galline) beccano i piccoli semi di grano che trovano in terra. A destra del quadro un’asta di legno è appoggiata sul mucchio di paglia, la sua ombra ci dimostra che la luce proviene da destra. Sullo sfondo a sinistra si intravede un paese e dei campi. Il colore del cielo è formato da piccoli tocchi di blu, bianco, rosso e giallo. TECNICA: L’autore del quadro non delimita le forme con linee nette e ciò fa pensare che si sia ispirato al movimento post-impressionista. Nell’opera il pittore applica i colori in piccole quantità tenendoli “ben divisi”convinto che nell’occhio dell’osservatore la loro luminosità sia più intensa rispetto a quella dei colori mescolati sula tavolozza


DETTAGLI DELL’OPERA: Osserviamo che il pittore ha voluto evidenziare il contrasto tra luce e ombra.

Paesaggio nello sfondo a sinistra

Asta in legno

Direzione della luce. Linea d’ombra

Come notiamo la pennellata è carica di colore e vengono utilizzati vari colori per dare il senso della luce.


Aldo Voltolin con i suoi viaggi all’estero incontra altri artisti e si avvicina molto a quello post-impressionista, per questo ho voluto confrontare la sua opera con quella di Vincent Van Gogh. AUTORE: Vincent Van Gogh (1853-1890) TITOLO: Provenza

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pagliai

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DATAZIONE: 1888 TECNICA: olio su tela COLLOCAZIONE: Rijksmuseum Kroller-Muller, Otterlo Netherlands DIMENSIONI: 92,5x73 STILE:post-impressionismo TECNICA: Van Gogh è giunto ad elaborare una pittura originalissima. Le sue tele conservano traccia della forza e della velocità di esecuzione come vediamo anche nell’opera di Voltolin che utilizza tratti brevi e veloci. Van Gogh si trasferisce in Provenza, nel sud della Francia dove apprezzava la semplicità e immediatezza. Nell’opera vediamo che al centro ci sono due covoni di paglia su cui sono appoggiate due scale che possono essere confrontate come l’asse di legno nell’opera di Voltolin. A sinistra del quadro si riesce a vedere un paesello. Anche Van Gogh utilizza la tecnica dei puntini ma in maniera diversa da Voltolin CONFRONTI: Nelle opere che ho analizzato ho trovato diversi similitudini: il paesello nello sfondo che si nota in tutti e due i quadri. Un altro confronto che ho fatto è l’asta di legno nel quadro di Voltolin che può assomigliare alla scala appoggiata sul covone di Van Gogh.


‘COVONI AL SOLE’ ALDO VOLTOLIN This Venetian painter, Aldo Voltolin, used the oil on canvas technique with little touches of pure color. The title of this painting is ‘Covoni al sole’. The borders of the forms are not delimited with straight lines and this makes you think that the post-impressionist movement inspired him. In his artistic work he applies color in little quantities keeping them separated, convinced that in the eye of the viewer the luminosity is more intense than the colors mixed on the palette. In the foreground, for the shadow, he uses darker colors like dark blue and red. In the center of the painting the yellow color appears in the rick that is illuminated by the sun. The yellow color appears in different shades to illuminate and show every rick.


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