ISSUE #6-MAGGIO 2019
ILLUSTRATED
POSTE ITALIANE Spa – Sped in A. P. – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N.46) art. 1, comma 1, LOM/MI
C IN E MA | MUS I C | T V | D I GI TAL
ERNIA 68 TILL THE END
CLAUDIA PEPA
SALVATORE ESPOSITO
Il rapper che non ti aspetti
L’influencer della danza
Da camorrista a business man
EDITORIALE
PERSONAGGI Ebbene si, con Entertainment Illustrated #6 ho deciso di dare più spazio ai personaggi, di qualsiasi settore loro facciano parte, partendo dall’amatissimo Salvatore Esposito, appena visto nella seguitissima serie Gomorra, per arrivare a nomi quali Alessandro Enriquez, Klaudia Pepa, Alejandro Mazza, Ernia e Albertino, il cui nome evoca una dimensione precisa, quella della dance music. E poi ci sono i progetti Three Passengers e Away, anch’essi riferiti a personalità che decidono di ricrearsi e di credere in una precisa visione del mondo. La LORO.
Perché decidere chi voler essere e imporsi come tale all’interno della società è un duro compito. Richiede coraggio, voglia di mettersi in discussione e amore, per se stessi. Ma una cosa è certa, essere se stessi ha un prezzo da pagare: la libertà di non essere come tutti e per tutti. E allora siate! Non importa chi e in che modo ma abbiate la forza di essere, di crearvi un’identità che vi appartenga per le sfaccettature che rappresentate. Che sia piuttosto ogni giorno differente ma che SIA!
Sono tutti volti, caratteri, storie che sono state selezionate al fine di raccontarvi le differenti sfaccettature dei mondi dell’entertainment ai quali siamo fortemente legati e di far avvicinare i nostri lettori ad ogni singolo personaggio raccontato senza filtri, nei suoi pregi e nei suoi difetti, per il suo ruolo professionale e per la persona che umanamente invece decide di essere.
FRANCESCA ORTU
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CONTENUTI 1.WATCH 10 16 18
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L’UNIVERSO DEI GIOVANI RACCONTATO DALLE SERIE TV
THE PASSENGERS AWAY
C’È PIÙ CINEMA NELLE SERIE TV CHE NELLE SALE?
4. PLAY 38
STAR CITIZEN
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GAMES RELEASES
THE WITCHES ARE COMING BACK!
2.DISCOVER
3.LISTEN
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ALESSANDRO ENRIQUEZ
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ALEJANDRO MAZZA
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CLAUDIA PEPA
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FRESCHI DI… STAMPA
5.HACK
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ERNIA
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ALERT!
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STORIES APP
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ALBERTINO
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FENOMENO PODCAST
IN THE WORLD
silviagnecchi.com | Milano
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L’UNIVERSO DEI GIOVANI
costantemente con il mondo, scontrosa, sfacciata, delusa da una madre che ha preferito la nuova famiglia. Fuggono. Dai problemi, dalle famiglie disastrate, dai traumi che non li lasciano dormire la notte, iniziando un viaggio verso l’ignoto, immagazzinando le emozioni e riuscendo, passo dopo passo, a superare quella rabbia comune a tanti giovani. È in questo momento che si scoprono le loro debolezze, il loro desiderio di vivere con serenità. Sullo sfondo la loro amicizia, che rende questi anni tormentati più leggeri e piacevoli.
TREDICI - 13 REASONS WHY
RACCONTATO NELLE SERIE TV − CHIARA MOCCIA
Si sa, l’adolescenza è un’età difficile. La sensazione è quella di sentirsi in trappola, o meglio, intrappolati in un corpo che spesso non piace e in una personalità che non rappresenta mai la consapevolezza, ancora troppo ingenua, del chi siamo e del chi vorremmo essere. Le prime cotte, i primi baci e le prime esperienze ma anche il timore dell’isolamento, la paura di non essere accettati, i progetti sulla propria vita che sembrano carta straccia. E infine, le contraddizioni. A volte si lascia che le cose facciano il proprio corso non rendendosi conto del fatto che i tempi siano cambiati e come tali anche i ragazzi, immersi in un concetto di realtà in costante cambiamento, veloce e spesso imponente. Oserei dire, per certi versi incontrollabile. E così spesso un sostegno potrebbe essere fondamentale ed è esattamente quello che stanno cercando di spiegare negli ultimi anni alcune delle serie tv più popolari del momento, non solo tra i ragazzi ma anche tra gli adulti, raccontando del come i giovani si rapportino alla società e, viceversa, di come la società li percepisca. Gioventù bruciata! Nel quotidiano è un semplice modo di dire di chi ricorda i propri anni d’oro e giudica quelli degli adolescenti di adesso che, da una parte, si trovano a possedere l’età forse più spensierata e piacevole della vita, d’altra parte, quella la più complessa e ostica. Travolti da nuove emozioni, si inizia a scoprire il mondo e a imporsi come singolo individuo,
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cambiamento che non risparmia ansie, angosce e sofferenze. Ci si sente investiti senza riuscire a controllare se stessi e ciò che sta accadendo. Si percepisce il costante desiderio di essere accettati, con la paura dell’emarginazione e dell’essere se stessi. Insomma, quello dei ragazzi è un mondo ricco di sfaccettature, alti e bassi, giorni felici e altri che sembrano distruggerli e, il mezzo di comunicazione per eccellenza, il piccolo schermo, si sta concentrando proprio su questo tema, mostrandone la parte più angusta e sofferente, al fine forse di educarci.
BABY
È sufficiente una sola scelta sbagliata per rovinarsi la vita? Nel caso di Ludo e Chiara sembra proprio di sì. Due ragazze sole, una emarginata a scuola e l’altra a casa. Due situazioni familiari complicate e che le portano su una strada tanto inaspettata quanto pericolosa, quella della prostituzione. La
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voglia di estraniarsi, di staccare la spina dimenticandosi dei propri problemi, il gusto dolce e piacevole dell’indipendenza e la notte che fa da mantello dell’invisibilità, nascondendole da occhi indiscreti. La serie permette di vivere la paura di un mondo troppo grande per le due sedicenni ma anche il sollievo che le due provano nel distacco da una vita che sembra perfetta ma che in realtà le schiaccia giorno dopo giorno.
ÈLITE
La storia ruota attorno a un omicidio consumatosi nella prestigiosa scuola Las Encinas. Grazie a dei flashback ripercorriamo l’arrivo di tre adolescenti dei bassifondi nella scuola dove viene formata la nuova classe dirigente. Sin dalla prima puntata viene presentato un panorama desolante del mondo dei ragazzi di oggi che però, purtroppo rispecchia la realtà. Un pugno in faccia, crudo
È la serie del teen drama per eccellenza. L’ingenuità della prima cotta adolescenziale, il sorriso stampato per il primo bacio e la voglia di raccontarlo agli amici. Ma poi le tinte si fanno più oscure e drammatiche, portando una ragazza apparentemente serena a togliersi la vita. La serie ha il merito di far capire come una piccola cosa nella vita di un’adolescente con un’identità non ancora formata e precisa possa scatenare un vulcano di emozioni. Gli autori poi, presentano una realtà più complessa, esaminando la situazione di ogni singolo colpevole della morte di Hanna Baker, mostrandone le insicurezze, i mancati rapporti con i genitori, il bullismo a propria volta subito, la depressione. Sono temi che arrivano sullo schermo senza tanti convenevoli, che costringono a riflettere su quelle 13 ragioni e sul microcosmo giovanile in generale.
SEX EDUCATION
Ultima uscita, Sex Education è senza dubbio la più provocatoria e sfrontata. Fa capire quanto sia importante parlare della propria sessualità, coinvolgendo lo spettatore in scene di vita quotidiana che non riguardano, oltretutto, solo gli adolescenti. Nonostante il sesso sia ancora un tabù, in questo caso crolla il muro del silenzio, con storie intrecciate che mostrano la fragilità e la voglia di scoprirsi tra imbarazzo, euforia e passione. La serie da vita a un prodotto fresco, leggero ma allo stesso tempo profondo e d’impatto, facendo riflettere sui temi importanti che la compongono senza rinunciare a una buona dose di ironia. I personaggi, inizialmente stereotipati, crescono e si evolvono nel corso degli episodi mostrando la propria complessità.
e violento, che fa aprire gli occhi su una situazione tragica. Sono giovani allo sbando, persi tra sesso, droga e alcol, senza morale ed etica, abbandonati a sé stessi e con genitori assenti. La loro è una vita costellata da continui errori e rinunce, non adatte alla loro età. Senza punti fermi e senza controllo si gettano in risse, si coprono a vicenda su un omicidio, si lasciano trasportare dalla corrente. Tutti però con il desiderio spropositato di voler chiedere aiuto e nessuno a cui rivolgersi.
THE END OF THE F**ING WORLD
Quante volte durante l’adolescenza ci siamo chiesti quanto sarebbe durata? È un periodo difficile per molti, soprattutto per James e Alyssa che vivono con il peso del mondo sulle spalle, schiacciati da traumi che tolgono il fiato. Lui, orfano di madre, introverso, sfoga la sua rabbia sugli animali che ha in casa e lei, arrabbiata
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− MIRIAM GUALARDI
SALVATORE ESPOSITO 12
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AGENCY: LOOK MI - TALENT: SALVATORE ESPOSITO - PRODUCER: FRANCESCO RECALCATI - PHOTOGRAPHER: NICCOLO CACACE - VIDEO-MAKER: SIMONE SANTUS - FASHION EDITOR: FRANCESCO VAVALLO - STYLIST: GIORGIA BOVE - MUA: NAIKE BILARDO
Da camorrista a businessman. Genny Savastano è stato l’indiscusso protagonista dei nuovi episodi di Gomorra
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Attesissimi fino a poche settimane fa, anche i nuovi episodi di Gomorra, la serie originale Sky prodotta con Cattleya, sono andati in onda su Sky Atlantic lasciando i fan increduli dinanzi a un clamoroso colpo di scena finale, a cui la serie ha abituato i suoi telespettatori, e alle scelte di Genny Savastano (Salvatore Esposito), indiscusso protagonista della quarta stagione. Tante le novità delle nuove puntate, tutte già disponibili su Sky Box Sets e in streaming su NOW TV. Genny ha provato a cambiare vita per lasciare al figlio un’eredità diversa da quella lasciata a lui da Don Pietro. Ma il richiamo delle vecchie abitudini è stato più forte di qualsiasi tentativo di abbandonare la vecchia vita e i vecchi metodi. Ma cosa è rimasto del “bamboccione” amante delle auto e delle donne che abbiamo conosciuto nella prima stagione? Come sono cresciuti nel frattempo il personaggio Gennaro e l’attore Salvatore? Come è stato tornare a vestire i panni di Genny Savastano? Puoi dire di essere affezionato al tuo personaggio? Ogni personaggio a cui do vita per me rappresenta un’opera d’arte. E’ una statua, che come uno scultore creo e interpreto in ogni film o serie. Però, a differenza di tutti gli altri, Genny è una “statua” diversa in ogni stagione, così come anche in questa quarta, dandomi la possibilità di crescere e sperimentare. Come attore ma anche come uomo.
Anche se è un personaggio del tutto negativo? Certo, è un mostro ma in quanto personaggio non posso star lì a giudicarlo, altrimenti finirei per giudicare tutte le cose negative che fa rendendolo poco credibile e poco interessante. Per me è un personaggio che deve raccontare il male, o meglio, che è a tutti gli effetti il male. Per questo motivo cerco di farlo sempre nel miglior/ peggior modo possibile.
capito anche quanto determinate cose avessero importanza ed altre meno.
C’è possibilità di redenzione per Genny? Penso che, nonostante le sfaccettature del personaggio Genny, la redenzione sia semplicemente un’utopia, perché commettono cose così orribili che qualsiasi forma di espiazione non sarebbe sicuramente abbastanza, non li salverebbe da quello che è il loro destino.
Essendo un napoletano DOC, ti rispecchi nell’immagine che la serie ha dato della città? In realtà la serie mostra i lati oscuri che le periferie possono avere in ogni città d’Italia e del mondo. Diciamo che Gomorra è una grande metafora. Le stesse ambientazioni hanno fatto sì che tante produzioni scoprissero la bellezza di Napoli, tant’è che molte sono venute a girare sul territorio, cosa che prima accadeva raramente. Napoli è conosciuta per la sua bellezza, per l’arte. Quella che raccontiamo noi è invece una zona d’ombra che può esistere ovunque. Gomorra non racconta Napoli ma racconta una famiglia criminale e quello che gli succede, racconta la criminalità organizzata.
Più o meno nello stesso periodo hai interpretato due ruoli molto differenti: il giornalista Giorgio, protagonista de L’eroe, con cui sei al cinema dal 21 marzo e Genny, il boss di camorra. Come sei riuscito a fare andare d’accordo due persone così diverse? Per fortuna non li ho fatti mai incontrare! Di solito quando lavoro su una parte cerco di prendermi un mese prima e un mese dopo la fine del progetto, all’inizio per lavorare sul personaggio e dopo per buttare via le scorie che ha lasciato in me, altrimenti finirebbe per influenzare tutti gli altri
personaggi che vado a costruire. Genny e Giorgio sono totalmente diversi, il primo lo conosco da un po’ e in questa quarta stagione ha cercato di fare qualcosa di veramente interessante: un camorrista che decide di entrare in un altro mondo, quello della finanza, dove scoprirà un mondo di colletti bianchi che in realtà così bianchi non sono. In L’eroe interpreto questo giornalista che a causa di incomprensioni con il direttore di testata viene spedito in un paesino della Basilicata, dove viene rapito il nipote di una famosa imprenditrice.
Il personaggio di Genny ti ha regalato senza dubbio il successo, ma hai interpretato molti altri ruoli come per esempio Paolo in Puoi baciare lo sposo e il giornalista eroe di cui parlavamo prima. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Andando avanti cerco di interpretare e ricercare personaggi che possano darmi diverse opportunità. Di volta in volta valuterò i progetti a seconda dell’interesse che questi susciteranno in me ma soprattutto voglio arrivare allo step successivo e cioè incontrare attori, registi e produzioni internazionali per crescere come attore. Ripeto, non ho un personaggio che mi piace interpretare, io amo spaziare, amo raccontare storie positive e negative. Mi affascinano molto i progetti, valutando il personaggio, la storia e l’interesse che può suscitare in me.
Caratterialmente ti senti più simile a Genny o sei più L’eroe? Credo di non essere nessuno dei due. Sono un ragazzo normalissimo, almeno spero, che è cresciuto per fortuna in una famiglia ottima che mi ha insegnato dei valori. Sì, penso di essere un buono, cerco di non fare agli altri quello che non
Dalla prima stagione di Gomorra ad oggi Genny Savastano è molto cresciuto, ha vissuto molte vite. Qual è stata per te la più ardua a livello recitativo? Beh, nel corso delle precedenti stagioni Genny ha vissuto un evoluzione/involuzione criminale. E’ passato da ragazzotto di diciotto anni a imprenditore che cerca di fare qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto fino a quel momento a Napoli. Di stagione in stagione è stata una sfida sempre maggiore. Il momento più difficile a livello recitativo secondo me è stato il primo Genny, il “bamboccione” a cui non interessava nulla dell’aspetto criminale e con un’ambizione che però non riusciva a confermare nei fatti. Sugli altri poi è stato più facile, forse perché sono cresciuto come attore e come uomo e man mano che le nostre età si avvicinavano ho
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vorrei fosse fatto a me. Però come tutti, certo, non devono farmi incazzare: sennò so problemi!
Come vivi la notorietà? Ti manca la privacy o riesci a dividere lavoro e vita privata? Beh, certo, il prezzo da pagare per la notorietà è perdere la possibilità di passare inosservato, poter vivere in assoluta libertà una storia d’amore, poter andare a cena con la famiglia senza essere continuamente bloccato a ogni passo. Tento di tenere ben distanti vita privata e notorietà ma allo stesso tempo condivido molto la mia vita sui social cercando di tenere tutti aggiornati sul lavoro, sui progetti e sulla vita privata. Nei limiti dell’educazione e del rispetto. Ho sempre cercato di dare rispetto a chi avevo intorno e pretendo che facciano lo stesso con me.
Lo dicevamo prima, sei nato a Napoli, attualmente vivi a Roma. Preferisci Roma o Napoli? Non le dividerei proprio così, è normale che per me non esiste città più bella di Napoli. Detto questo sto a Roma per lavoro, la trovo davvero bellissima anche se potrebbe essere tenuta meglio considerando che è la Capitale italiana. Napoli ha fatto molti passi in avanti e non vedo perché non possa farlo anche Roma considerando gli enormi introiti che ha, derivati anche dalla mole di turisti che ospita ogni anno.
In futuro pensi di restare a Roma, di tornare a Napoli o andare altrove? Magari addirittura trasferendoti all’estero? Del futuro non c’è certezza! Non nego la possibilità di andare all’estero, se in un futuro dovessi scegliere di restare in Italia tornerei di sicuro a Napoli. Però… boh! Io dico sempre, fino a sette anni fa lavoravo al McDonald, oggi eccomi qua. Chissà cosa succederà nei prossimi anni!
Personalmente, quali sono le tue serie preferite? Su tutte Il Trono di Spade di gran lunga. Anche Stranger Things mi piace tantissimo. Ho guardato fino alla quinta stagione House of Cards ma dopo la dipartita di Kevin Spacey la sesta ho preferito rimuoverla, come se non l’avessi vista…
Hai nominato soprattutto serie straniere, ti piacerebbe lavorare su uno di quei set? Ma magari! Sono una persona ambiziosa, mi piace sempre confrontarmi con altre realtà, sono un curioso. Mi piacerebbe capire il metodo di lavoro di queste grandi produzioni e se, lavorativamente parlando, siamo davvero così lontani da loro.
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riscattare la figura delle donne con il film Le streghe son tornate ma quello descritto è risultato un universo a tratti misogino perché fatto di donne pericolose e manipolatrici, isteriche e lunatiche, desiderose solo di soggiogare gli uomini e rubargli il potere. Intanto in tv, quando non erano ancora divertenti i poppanti alle prese con i primi incantesimi o le donne che si rifugiavano nella magia per sentirsi speciali, le streghe erano spesso relegate al ruolo di comprimarie, soprattutto nei serial a tema soprannaturale quali The Vampire Diaries, Game of Thrones e True Blood. E poi? Succede che per qualche anno l’universo misterioso della stregoneria non ha più tanto appeal su cinema e tv. Ma come ogni quiete prima della tempesta, questo silenzio preannuncia l’apocalisse, tant’è che nell’ultimo anno un corto circuito di scandali sessuali nello star system hollywoodiano e non solo danno una sferzata al nuovo femminismo provocando la nascita del movimento Me Too.
THE WITCHES ARE COMING BACK!
In men che si dica autori e registi si trovano ad avere molta carne al fuoco e nuovi terreni fertili per rimettere mani a copioni archiviati. E così le streghe vecchie e gloriose tornano in scena per vestire nuovi abiti e vivere la loro seconda opportunità. Torna Suspiria di Guadagnino che confina gli uomini al triste ruolo di superflue presenze ancillari, arriva American Horror Story: Apocalypse che architetta un’apocalisse in cui donne-streghe smettono di essere la spalla del Demonio e finalmente affrontano
− CHIARA TEMPERATO
Cresciuti negli anni 90 a suon di anime giapponesi, film fiabeschi e sitcom, noi, instancabili spettatori, ci siamo imbattuti chissà quante volte in bizzarre flotte di streghe a cavallo di scope volanti. Tra eserciti di fattucchiere, femme fatale e rugose befane non c’era che l’imbarazzo della scelta. Non si contano le forme e le espressioni che la figura della strega ha assunto nel nostro immaginario televisivo e cinematografico, mostrando agli spettatori infinite versioni di streghe, ognuna aderente al proprio periodo storico e interprete dello spirito del tempo. Lo scorso, è stato un anno cruciale per il restyling del “dipartimento stregoneria & co”, un anno che ha sfornato stravaganti reboot e remake del piccolo e grande schermo con il chiaro intento di rivitalizzarli, approfittando della nuova era femminista che stiamo vivendo. Mentre Luca Guadagnino riporta in auge il geniale Suspiria di
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Dario Argento, in tv si affollano ripescaggi di vecchi cult a cui è stato rifatto il make up per dargli un look contemporaneo. Stiamo parlando di serie tv come Le terrificanti avventure di Sabrina (remake di Sabrina Vita da Strega), Charmed (reboot di Streghe) e American Horror Story che, con l’ultima stagione dal titolo Apocalypse, diventa spin-off di due sue stagioni precedenti (Murder House e Coven). L’archetipo di strega a cui ci aveva abituato il cinema degli anni 90 era un gruppo di megere, spesso un trio di sorelle o amiche, dalle magiche abilità, malvagie o vittime di maledizioni, unite dalla sete di vendetta, dalla voglia di riscattarsi o di nutrirsi delle vite altrui. È il caso di film come Le streghe di Eastwick con un favoloso trio di streghe-amiche che facevano combutta per sbarazzarsi dell’uomo diavolo che le aveva sedotte, di Hocus Pocus, di Stardust e di Le tre madri di Dario Argento, tutti accomunati
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da stuoli di fattucchiere malvagie. Anche Giovani streghe fa parte di questo genere, in cui, ragazze un po’ strambe e dark rinascono, grazie alla stregoneria che le aiuta, a sentirsi accettate. E come dimenticare Amori e Incantesimi con Nicole Kidman e Sandra Bullock in versione femme fatale, vittime impenitenti di un atavico sortilegio che conduceva alla morte qualunque uomo incrociasse le loro vite. E poi The Blair Witch Project, con la Strega di Blair accusata di stregoneria e bandita dal villaggio e il film Una vita da strega in cui vediamo la Kidman ancora una volta nei panni di una fattucchiera che vorrebbe sbarazzarsi del peso della sua diversità e vivere una vita normale come tutti gli altri. Streghe all’apparenza forti ma sotto sotto spaventate, afflitte dalla perenne sensazione di sentirsi fuori posto, condannate a una vita infelice.
la sua potenza distruttrice e, infine, torna Charmed che ricostruisce la storia delle tre sorelle Halliwell in un universo alternativo e smaccatamente femminista. E che dire della nuova Sabrina Spellman, in onda su Netflix, donna forte e indipendente, libera di esporsi ora come corpo sexy, ora come donna che ambisce a scalare i piani alti della società, con i suoi tempi e modi, senza la paura di essere giudicata. Donne che si svestono di ogni pregiudizio e paura, si liberano degli ingombri sociali, che le vogliono comprimarie degli uomini e che iniziano a sentirsi libere. In un’epoca in cui, a seguito degli scandali sessuali, si spendono fin troppe parole sulla disparità di genere e sui diritti delle donne, queste ultime vivono la loro chance di essere ascoltate ma soprattutto sentono l’onere di doversi giustificare per non aver denunciato prima e il peso di doversi difendere da chi le taccia di mistificare la realtà. Chissà dove ci porterà questo nuovo flusso e se le streghe continueranno a sussurrarci nuovi sentimenti e atteggiamenti. Nel frattempo prendiamo confidenza con loro, rispettiamole e speriamo possano fungere da spunto per future occasioni di entertainment e di riflessione.
Le maghe dell’occulto son tornate per dire la loro e sembrano più in forma che mai! Militanti femministe e libertine adolescenti vengono allo scoperto, cavalcando la lotta al sessismo scatenata dai recenti fatti di cronaca.
Nel 2013 c’è stato un tentativo di
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nel rispetto della sua immagine tradizionale ma con un twist fashion. Il mood della nuova collezione è l’amore in chiave sensuale/giocoso.
Parli tanto di sex appeal, tant’è che hai ideato le Enriquez PILLS. Mi spieghi? Fa parte del mood della collezione e la fantasia mi ha portato a immaginare un disegno con delle pillole, antidoti d’amore o stimolanti, per conquistare ed essere conquistati. Chiaramente il
Traggo ispirazione da tutto, ma soprattutto dai miei viaggi, dalle visite ai marche au puces parigini, dalle librerie storiche, dalle edicole e dalle medine nordafricane che mi fanno impazzire. Ma la Sicilia in primis e la sua visione esterna ed estera rimangono la mia prima ispirazione. Cultura, costume, cucina, amore.
A chi ti rivolgi?
definito ma a uomini e donne che amano il colore e che nell’abbigliamento trovano un linguaggio per esprimere sé stessi e la propria passione. I miei clienti hanno tra i 25 anni e i 50 anni e un’anima comune, leggera.
− FRANCESCA ORTU
CI SIAMO CONOSCIUTI QUALCHE ANNO FA, QUANDO LO INTERVISTAI PER URBAN MAGAZINE E DA ALLORA ALESSANDRO ENRIQUEZ OSEREI DIRE CHE È CAMBIATO POCO E NIENTE, O FORSE ADDIRITTURA NIENTE. E ALLORA, VE LO RACCONTO IN UN MODO PIÙ FRESCO, VELOCE, CON DELLE DOMANDE PIÙ MIRATE MA CHE FANNO INTENDERE COMUNQUE LA SUA PERSONALITÀ E IL SUO LAVORO, FATTO DI TANTA CULTURA, DI BELLEZZA, DI IRONIA
Sei ancora Peter Pan? Lo sarò sempre. Non bisogna mai smettere di cercare l’isola che non c’è!
Non mi rivolgo a un target ben
CARTOON & SEX APPEAL Caratterialmente? A volte mi sento un po’ un cabarettista ma in realtà sono solo me stesso, nel bene e nel male. Mi piace sempre scherzare, vivere, ridere tanto e far ridere chi ho intorno.
E nei momenti di down? Mi spengo e proprio per questo preferisco dedicarmi al riposo e a me stesso, isolandomi e aspettare di tornare frizzante.
Pensi di aver maturato qualche considerazione professionale man mano che sei andato avanti con le collezioni? Assolutamente, sono cambiato tantissimo professionalmente. Il DNA colorato, illustrato e cartoonizzato delle collezioni si è evoluto e puntualmente si modifica di stagione in stagione senza perdere di vista l’italianità e l’attrazione per i forti accostamenti cromatici.
Amore e ironismo da sempre rappresentano le tue due parole chiave. Amore e ironia sono sempre le linee guida del mio lavoro, delle mie collezioni, delle mie consulenze, della mia vita. L’amore mi guida e l’ironia mi fa guardare lo sviluppo del lavoro attraverso una lente diversa e personalizzata, in chiave divertente.
E’ la stagione della Pink Panther? Da diverse stagioni le mie collezioni attraggono diverse aziende cinematografiche e in occasione della fall winter 19/20 volevano dare anche alla Pink Panther della Metro Goldwyn Meyer un’impronta moda,
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ALESSANDRO ENRIQUEZ
messaggio è pop e allegro, così come i colori utilizzati.
Tu credi di possedere il sex appeal?
Ha un passato che lascia a bocca aperta e una felicità e positività che emoziona. Lui è Alejandro Mazza, global ambassador di Ramazzotti che, dopo aver studiato come perito aeronautico e aver intrapreso la carriera da pilota, di affaccia al mondo del beverage sviluppando la sua parte creativa e...responsabile.
Credo che ognuno di noi possegga un proprio sex appeal unico nel suo genere. Conquistiamo il partner con tante armi. Io personalmente ad esempio punto sul mio carattere, sorridente, divertente e coinvolgente.
E pensi che a livello sociale sia una qualità di cui ci sia bisogno ad oggi? Credo che non sia più una qualità riservata ad una sfera solo personale ma anche sociale. Sempre più è importante avere sex appeal in un mondo dominato dall’immagine ma io non lo intendo come una semplice dote estetica, attenzione! Sex appeal per me è avere potere di attrattiva, riuscire a comunicare un’immagine di sé sicura e con personalità, riconoscibile e apprezzabile come unica. Sex appeal per me è catalizzare su di se lo sguardo, la stima e l’affetto di chi ti conosce.
RACCONTAMI DI TE, DEL TUO VISSUTO. Sono argentino, nasco l’11 luglio del 1985 in Urlingam, a 20 minuti di treno da Buenos Aires, una zona inglese. Sono, geneticamente, un mix di culture, di pensieri, di energia e di vissuti.Inizialmente in Argentina la mia famiglia era benestante. Mio padre aveva una fabbrica e mia madre le attività di mio nonno. Ma con l’89 arriva anche la prima grande crisi argentina e successivamente alla chiusura delle banche tutte le aziende furono costrette a fallire. L’Italia dell’88 era l’Italia del benessere e i miei genitori pensarono di trasferirsi qui.
L’italianità? Sono nato e cresciuto in Italia da mamma italiana e papà di origini franco-tunisine-spagnole. Ho vissuto durante i miei studi in Spagna e in UK e spesso mi reco in Francia e Tunisia oltre che in Asia e America. Girando diverse città, con diverse tradizioni e modi, la mia italianità è sempre stata riconosciuta e apprezzata, soprattutto nei miei modi di fare e nei miei racconti. Per tale motivo decisi anni fa che le collezioni dovessero parlare italiano.
CHE RICORDO HAI DI QUEL VIAGGIO? Che dal bar tutte le sere rubavo le cannucce. Mi affascinavano già da quando avevo 3 anni e mezzo.
AD OGGI COSA PENSI DELLA TUA VITA?
Le tue ispirazioni?
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Che sia stata una formazione continua. In Italia abbiamo veramente vissuto momenti difficili durante i quali non avevamo riscaldamento o acqua calda. Sono cresciuto con l’idea che essendo un immigrato mi sarei dovuto rimboccare le maniche più degli altri.
QUANDO ARRIVA POI IL LAVORO ALLA PERNOD RICARD? 2 anni e mezzo fa. Fino a ottobre ero advocacy influencer per tutti i brand del mercato Italia, da Absolute a Avana Club, gestivo la parte consumer, gli eventi e gli influencer marketing. Come arrivi poi a Ramazzotti? Il primo novembre, all’interno della stessa Pernod, mi è stato chiesto di diventare global ambassador Ramazzotti nonché suo digital specialist e di dedicarmi solo a questo grande marchio.
COSA PENSI DI COMUNICARE TRAMITE IL TUO INSTAGRAM? PERCHÉ TI SEGUONO? Hola bellezze è nata in modo semplice. L’ho creata con un mio amico israeliano. Penso di trasmettere positività. Racconto ciò che faccio in maniera spesso molto easy e immediata e mi piace anche spronare i miei follower a
ottenere risultati.
HAI ANCHE DELLE BELLE RESPONSABILITÀ CON RAMAZZOTTI. Assolutamente e nella mia bio ho infatti anche scritto BEVI RESPONSABILMENTE non solo per l’azienda ma perché ci credo veramente. Mi piace far capire ai giovani che non è necessario sfondarsi per divertirsi. L’alcol lo si può bere anche in maniera controllata.
CHE COSA RICERCHI NEI VIAGGI? La vera essenza di un posto. Bisogna lasciar fluire quello che il posto è realmente e la nostra essenza quando ci troviamo li.
FILM PREFERITO Notting Hill. Amo le storie d’amore, mi piacciono Che uomo pensi di essere Sono un uomo vero, con una sua struttura ma pur sempre vero nelle cose che dico. Sono un uomo che si preoccupa sempre degli altri. Mi capita spesso di essere la spalla di tante persone, mi piace parlare ma so anche ascoltare. Sono un uomo in continua crescita e mi piace vedermi non ancora al massimo, voglio sempre progredire e creare.
ALEJANDRO MAZZA
− FRANCESCA ORTU
E…D’AMORE.
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IN THE WORLD
L’INGHILTERRA PER LA MUSICA: TORNA IL GLASTONBURY FESTIVAL Dal rock al pop, dal minimal house alla techno, passando per il drum ‘n’ bass. Somerset anche quest’anno dimostra avere un ruolo importante nel settore music con il Glastonbury Festival, il più grande evento musicale dell’anno. Dal 26 al 30 giugno sarà possibile scatenarsi e lasciarsi andare al ritmo dei generi più disparati, con un evento che darà il via ad un’estate indimenticabile.
− CHIARA MOCCIA
VASCO ROSSI TORNA IN TOUR A GIUGNO Il Komandante torna in tour e questa volta in grande stile. Sei i concerti pazzeschi annunciati per giugno che salperanno da Genova tramite una Rhapsody di GNV - Grandi Navi Veloci, con la livrea personalizzata per l’occasione con l’immagine di Vasco.
PITTI UOMO ANNUNCIA L’EDIZIONE DI GIUGNO Pitti Immagine Uomo torna a giugno con una festa virtuale a tutto colore, dove il bianco e nero sarà bandito. Con una POP Arena, il debutto di I Go Out e le nuove proposte di abbigliamento, l’evento sarà unico e irripetibile, con un incontro tra uomo e natura nel segno della sostenibilità.
AL METROPOLITAN MUSEUM OF ART ARRIVA LA MOSTRA SUL CAMP L’ultima volta che abbiamo visto Ed Sheeran in Italia è stato a Torino nel 2017 ed ora il cantautore britannico sta tornando nel Bel paese. Un evento da non perdere, con i fan della star già pronti ad accogliere il proprio idolo e a condividere l’amore per le sue canzoni.
CANNES: A MAGGIO TORNA IL FAMOSISSIMO FESTIVAL
NYCXDESIGN: LA CELEBRAZIONE ANNUALE DEL DESIGN TORNA NELLA GRANDE MELA
Dal 14 al 25 maggio si terrà il Festival di Cannes, che celebra il cinema da 70 anni. La passione per il cinema e i nuovi talenti, nonché l’euforia degli appassionati verranno celebrati nella città francese, centro di cultura, spettacolo ed effervescenza.
NYCxDESIGN anche quest’anno è pronta a celebrare la bellezza dell’arte del design nella Grande Mela, con la partecipazione di migliaia di esperti del settore da tutto il mondo. Come ogni maggio, l’attenzione sarà rivolta al design e allo showcase, occupando più di cinque quartieri della città e creando un’atmosfera dinamica e affascinante.
SI TORNA BAMBINI CON TOY STORY 4 Dopo 8 anni arriva il quarto capitolo di una delle storie più amate e seguite sia dai bambini che dagli adulti. I giocattoli animati di Toy Story sono pronti a tornare nelle case delle persone per rendere la serata speciale e divertente. Josh Cooley è alla guida di una nuova avventura con Buzz Lightyear, Woody e tutti gli altri, ora in mano a una bambina di nome Bonnie.
L’HORROR TORNA NELLE SALE: IT 2 È PRONTO AD USCIRE L’attesa per l’adattamento cinematografico della seconda parte del successo di Stephen King è destinata a durare ancora poco. IT 2 infatti è pronto ad uscire nelle sale dei grandi schermi di tutto il mondo, con una nuova terrificante storia che lascerà di stucco tutti gli appassionati. Previsto al cinema dal 5 settembre 2019.
ABLOH AL GRIFFIN GALLERY DI CHICAGO
CHRISTIAN DIOR AL VICTORIA & ALBERT MUSUEM
Da giugno alla Griffin Gallery of Interiors sarà possibile visitare la Figures of Speech, una mostra dedicata all’artista americano Virgil Abloh, direttore creativo di Louis Vuitton e ideatore di Off White. È Michael Darling a curare l’esposizione, ricreando il mondo dell’eccentrico stilista americano, entrando in contatto con la sua creatività e la sua capacità di unire moda, architettura, musica e grafica
Fino al 14 luglio sarà possibile visitare Christian Dior: Designer of Dreams al Victoria & Albert Museum di Londra. La mostra ripercorrerà la storia del famoso couturier e della sua fashion house, ricreando l’evoluzione di uno dei più importanti marchi di moda al mondo.
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KLAUDIA PEPA L’inf luencer della danza
L’ABBIAMO CONOSCIUTA ALL’INTERNO DEL PROGRAMMA TELEVISIVO AMICI E DA ALLORA LA BALLERINA ALBANESE KLAUDIA PEPA NON SI È FERMATA UN ATTIMO, PASSANDO DALLA DANZA ALLA RECITAZIONE.
− MARIO MACCHITELLA
Un flash sul tuo percorso professionale.
ruolo di Dio.
Studio danza da quando avevo 5 anni.
Stai portando avanti un progetto video.
Ho frequentato la scuola di danza
Sto realizzando una serie di video di danza
nazionale in Albania e successivamente
su musica inedita in cui, in ogni puntata,
sono approdata in TV come prima
cambia il coreografo. Il primo è stato girato
ballerina. Sono cresciuta con l’idea di
a Los Angeles con un artista che ha lavorato
diventare una showgirl, come Raffaella
anche con Jennifer Lopez. Ognuno dei
Carrà o Lorella Cuccarini, miei miti
video è l’anello di una catena che compone
da sempre. Negli ultimi due anni mi
il mio nome lettera per lettera, ora sono al
sto sperimentando nello studio della
quarto, alla “U”. Credo che sia un progetto
recitazione e della presentazione per
coraggioso perché la musica inedita è
completare il mio percorso artistico.
sempre difficile da far passare.
Quali difficoltà hai incontrato all’inizio del tuo percorso?
Un difetto che caratterialmente possiedi? Sono una testa calda, impulsiva.
Non è stato facile, come tanti altri
La classica domanda marzulliana. Cosa chiede Klaudia a se stessa e cosa si risponde?
ho dovuto fare sacrifici. Ho dovuto impegnarmi moltissimo già durante l’infanzia, con ore e ore passate in sala danza.
Mi chiederei se sono felice e mi risponderei
Quali difficoltà hai incontrato all’inizio del tuo percorso?
di sì. Ma non mi basta. Vorrei essere felice in tutto ciò che faccio.
Un film che consiglieresti?
Non è stato facile, come tanti altri ho dovuto fare sacrifici. Ho dovuto impegnarmi moltissimo già durante l’infanzia, con ore e ore passate in sala danza.
Chi ti ha spinto a intraprendere questa strada? La mia famiglia mi portava spesso a vedere spettacoli di danza. E io pensavo che volevo essere su quel palco, comunicare qualcosa, esplodere. E’ così che ho iniziato.
Tu conosci bene sia l’Italia sia l’Albania. Che similitudini e differenze trovi tra i due Paesi? L’Albania è piccola ed offre poche possibilità
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per gli artisti. Poche TV, un solo grande teatro per la danza. In Italia è diverso, ci sono tanti eventi pubblici, teatri, scuole di danza, TV e si guadagna meglio. Il modo di fare televisione è però simile. In Albania siamo cresciuti con TV e radio italiane e abbiamo accolto artisti italiani come scenografi e direttori della fotografia per sviluppare il nostro mondo dello spettacolo sull’esempio italiano.
Animali Notturni di Tom Ford. Mi ha colpita molto, anche se è un po’ forte psicologicamente.
Un sogno nel cassetto? Presentare il Festival di Sanremo, come ho già fatto con la sua versione albanese, danzando anche in ciascuna delle serate.
Chi è il tuo mito della danza? È Sylvie Guillem, la grande ballerina francese.
Oltre alla danza? Avrò un piccolo ruolo in una commedia italiana 3+1 giorni per innamorarsi, con la regia di Benedetta Pontellini e con Marco Bonini e Myriam Catania. Ci sarà anche Maria Grazia Cucinotta e Maurizio Costanzo nel
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PER INAUGURARE LA PRIMAVERA VI RACCONTIAMO DI CINQUE LIBRI CHE VI LASCERANNO CON IL FIATO SOSPESO FINO ALL’ULTIMA PAGINA.
L E N A E LA T E MPE ST A ALESSIA GAZZOLA
VENTO I N SCATOLA
MARCO MAVALDI
O LT RE LA T E MPE ST A
Dopo anni lontana dall’isola di Levura, Lena torna nel luogo della sua infanzia. Dopo che il padre le regala una casa di famiglia sull’isola è costretta a rivivere la sua adolescenza e, tornare ai vecchi lidi, le riporterà alla mente non pochi ricordi. Alcuni allegri e spensierati ma uno anche inconfessabile. Quello che però non sa è ciò a cui sta andando incontro. La conoscenza con Tommaso la aiuterà a capire chi è davvero, affrontando ciò che la vita le sta ponendo davan-
Salim Mohammed Salah ha 29 anni, una laurea in economia e centomila euro ottenuti grazie a una truffa. Rifugiato in Italia dalla Tunisia, viene arrestato per detenzione di stupefacenti ma prima di finire in carcere riesce a nascondere i soldi in un posto sicuro. Durante la detenzione conosce Cattaneo, con il quale dividerà il bottino per creare una nuova attività con l’aiuto di Quarello, un boss che decide di reclutare Mohammed nella sua squadra. Quello che il protagonista non sa però è che uno dei suoi compagni di cella è un agente sotto copertura, che proporrà al ragazzo un accordo: la libertà in cambio del suo aiuto. E questo sarà il dilemma di fronte al quale si troverà Salim, una scelta che potrebbe to-
Un uomo corretto e onesto, con una famiglia apparentemente perfetta deve fare i conti con una delle esperienze più terrificanti per qualsiasi persona: la morte. Una malattia fulminante infatti porta via il figlio Dylan e così inizia la discesa dell’uomo verso gli inferi. Liam perde il lavoro, il suo matrimonio va in frantumi e l’unica cosa che può fare è fuggire dalla città, comprando un ranch per vivere in solitudine il suo dolore. Ma è proprio lì che incontrerà una donna che gli cambierà la vita.
ti. GENERE: ROMANZO PAGINE: 186 EDITORE: GARZANTI
talmente cambiare la sua vita.
RETH KINGER
GENERE: ROMANZO PAGINE: 236
consentire una facile mobilità in ogni direzione e zip YKK di primissima qualità. Quale è stato secondo te, il punto più forte del progetto che ha spinto gli investitori a crederci e a investire? Penso che loro non abbiano investito in un prodotto ma in una nuova visione. Attraverso il processo di raccolta fondi, io e Steph ci siamo impegnate a proporre un’idea di Away che andasse ben oltre ai semplici bagagli.
EDITORE: KINGER EDITORE
GENERE: ROMANZO PAGINE: 212 EDITORE: SELLERIO EDITORE PALERMO
VICOLO CI ECO BLAKE PIERCE
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LE P OS IZ IO N I D E LL’ AMO RE VALENTINA RICCI
Vecchi compagni delle superiori tornano nello stesso sobborgo di periferia dove sono cresciuti, ricreando le stesse dinamiche che li univano e al tempo stesso li dividevano 20 anni prima, riportando alla mente vecchi ricordi, tradimenti e rancori. Ad una rimpatriata l’ex reginetta del ballo viene assassinata e così la cittadina cade nel panico e tutti gli abitanti, nessuno escluso, sono sospettati. Sarà Chloe Fine a dover capire chi è il vero assassino mentre combatte con i fantasmi del suo passato che la tormentano da quando è
Quarant’anni, un lavoro creativo e una madre che aspetta solo il suo matrimonio. Vale vive una vita comune, con la battuta sempre pronta e uno Spritz in mano come compagno di avventure. Ma c’è una passione alla quale non può rinunciare, la più importante di tutte: gli uomini. Una mattina però, dopo essersi svegliata nel letto di uno sconosciuto, capisce che qualcosa è cambiato e dopo sbronze domenicali, serate con gli amici e nottate insonni, ammetterà a se stessa cosa vuole e farà di tutto per andarselo a
tornata nella sua città natale.
prendere.
GENERE: GIALLO
GENERE: NARRATIVA
PAGINE: 250
PAGINE: 160
EDITORE: BLAKE PIERCE
EDITORE: VALLARDI A.
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LA CO-FOUNDER JEN RUBIO RACCONTA IL PROGETTO AWAY Se ti dico Away? Rispondo trasformazione. L’obiettivo è esattamente quello di trasformare l’esperienza di viaggio creando prodotti ed esperienze che rendano i viaggi più facili e che aiutino le persone a essere più aperte verso il mondo che le circonda. Lavoriamo per aiutare a ottenere il più possibile da ogni avventura, risolvendo alcuni dei problemi più comuni. Il tuo bagaglio si rompe…
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− FRANCESCA ORTU
− CHIARA MOCCIA
Three passengers è innanzitutto un progetto o meglio, una NON cartolina, una narrazione, o, ancora, un documentario pensato per Instagram, la cui protagonista è l’Islanda. Ma un’Islanda vera, reale, fatta di persone, di abitudini di vita, di preoccupazioni, di identità e di luoghi che volgono più della funzione stessa della fotografia del lasciar spazio all’immaginazione. Online, le loro esperienze parlano, raccontano una storia, comunicano la LORO storia, non più fatta di filtri e gradazioni tonali. Un nuovo punto di vista sul mondo insomma, ideato da Carlo e Daniela, già conosciuti sui social come mr_takki e la Baronessa, che nel nuovissimo profilo Three passengers spiegano, tramite un trailer, che cosa è successo durante il viaggio e i post, che man mano verranno aggiunti e che completeranno il percorso. Ma oltre a questa descrizione generica, di cosa parla questo format? Parla di tradizioni, di persone, di momenti, di cultura, di luoghi che prima degli occhi riempono il cuore e spezzano il respiro. Racconta di chi ha qualcosa da dire e che, banalmente, viene ascoltato. Ma perché Three passengers? Perché il terzo passeggero è rappresentato da chiunque decida di seguirli non solo cliccando sul famoso bottone ma diventando il loro terzo compagno d’avventura.
− FRANCESCA ORTU
FRESCHI DI STAMPA
THREE PASSENGERS
(Not) a postcard from Iceland IG documentary
...e io e la mia co-founder Steph nel 2015 decidiamo di creare qualcosa di diverso e migliore rispetto alle valigie che già esistevano sul mercato svolgendo ricerche sul settore e parlando con centinaia di veri viaggiatori. Quanto c’è voluto prima di avere fisicamente il primo carry-on? Abbiamo lanciato il nostro primo prodotto The Carry-On nel febbraio 2016, in meno di un anno. Cosa significa per voi “seamless travels”?
Rappresenta uno stato mentale, l’essere in grado di concentrarsi totalmente sulla vacanza e sulle esperienze da affrontare senza preoccuparsi del proprio bagaglio. Come avete trovato i materiali perfetti? Abbiamo passato tantissimo tempo nelle nostre fabbriche a rivedere e controllare tutti i materiali e ogni prototipo. Per il nostro primissimo prodotto, il Carry-On, abbiamo scelto un policarbonato ultra-resistente, antigraffio e super leggero che si piega senza rompersi, ruote che girano a 360 gradi per
La vostra strategia di comunicazione attraverso i social è stata fondamentale per il successo di Away. I social sono un ottimo modo per entrare in connessione con la nostra community. Ci piace ascoltare storie personali e condividere dei contenuti che possano ispirare. Oggi abbiamo un team incredibile che gestisce tutta quella parte di business. L’obiettivo futuro? Trovare sempre più modi per trasformare i viaggi, facendo si che i viaggi trasformino noi.
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LISTEN Client - McAG Outlet - Barberino
Type Area - N/G Bleed - N/G
Initials - MD Scale - 100
MI PARLI DEL GRUPPO TROUPE D'ELITE?
− FRANCESCA ORTU
L’Italia non era pronta a questo progetto. Questo tipo di musicalità qui è arrivata due/tre anni dopo e noi eravamo anche tanto giovani, sia umanamente che artisticamente e non siamo riusciti a portare avanti il team di lavoro.
INIZIALMENTE ERI FAN DI CAPAREZZA, 50 CENT, FABRI FIBRA, MONDO MARCIO, MARRACASH, CLUB DOGO. OGGI QUALI SONO I TUOI RIFERIMENTI MUSICALI? I Club Dogo ancora oggi rappresentano per me un importante punto di riferimento. Mi ispiro tantissimo a loro per quanto riguarda la scrittura dei testi e condividiamo lo stesso immaginario.
DALLA PERIFERIA AL CENTRO SULLA 68 ERNIA IL RAPPER CHE TI NON TI ASPETTI 30
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SE FOSSE ANDATA MALE CHE COSA AVRESTI SCELTO DI FARE? Avrei portato a termine gli studi e mi sarei laureato in Lingue e letterature straniere e sarei andato a vivere all’estero.
PARLI DI COSTANZA QUANDO TI RIFERISCI AL TUO PERCORSO. IN CHE MODO L’HAI ATTUATA? Continuando a produrre.
IL TUO ALBUM È STATO TRA I PIÙ VENDUTI. Finalmente!
MI RACCONTI DEL TUO DISCO 68 TILL THE END? Con esso si conclude il percorso di questi ultimi due anni di lavoro. 68 è stato l’album della
HAI UN’IMMAGINE MOLTO “FASHIONISTA”, SOPRATTUTTO ULTIMAMENTE, COSA MI DICI A RIGUARDO? Vedo quelli che pensano di fare moda ultimamente è sono un accozzaglia di brand con le etichette ben in vista. Niente di fashion, o almeno, forse lo sono, ma sicuramente non sono classy. Non hanno uno stile proprio. I ragazzi non mi notano per il marchio stampato in fronte ma perché mi vesto diverso.
CARATTERIALMENTE COSA PENSI E VORRESTI TRASMETTERE CON I TUOI BRANI? Non voglio trasmettere nulla di particolare. Forse non è la risposta
VI AVRÀ SICURAMENTE COLPITO PER LA PARTICOLARITÀ DEI SUOI TESTI, DELLA SUA MUSICA E… DEI SUOI OUTFITS. ERNIA ESCE CON UN DISCO CHE LO CONSACRA RAPPER GRAZIE ALLA VERIDICITÀ DELLE SUE CANZONI E ALLA CULTURA CHE SI PORTA DIETRO FIN DA BAMBINO, RENDENDOLO UN ARTISTA ANOMALO E ANCHE UN PO’ POETA.
NON PENSI CHE LA TUA CULTURA VADA IN CONTRAPPOSIZIONE AL
troppo nella politica, io nemmeno e personalmente non credo neanche troppo alla democrazia dove uno vale uno.
sold out a Milano. Ora stiamo preparando il tour estivo che porteremo in giro con 68 Till the end con i brani nuovi della riedizione dell’album. Ancora non posso svelare le date.
TUO RUOLO? I rapper devono essere ignoranti, i veri rapper lo sono. Ogni rapper è diverso e anche se ci sono delle tematiche che possono essere comuni ognuno cerca di attenersi alla propria storia. In italia però a differenza degli altri paesi sull’hip-hop il pensiero della gente comune è un attimo indietro e ci sono degli stereotipi che sono difficili da abbattere.
PIÙ BANALMENTE CHE COS’È LA CULTURA PER TE? La cultura per me è stata un distrarmi dal fare cavolate da ragazzino. Mi ha dato una chance e la possibilità di capire le situazioni e il come era bene comportarmi.
E LA POLITICA? La mia generazione non crede
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consacrazione. Dall’essere un rapper emergente sono diventato uno tra i giovani meglio considerati in Italia. Mi sembrava giusto rendergli omaggio per celebrare proprio questo cambiamento molto importante della mia vita e per la mia carriera. E’ un regalo per me stesso e per tutti i miei fan.
UNA CANZONE CHE TI RAPPRESENTA DI PIÙ? 68 sicuramente é la mia. E’ allegra ma possiede anche un tono malinconico come si nota dalla frase “è la fine della festa in qualche modo e in più parla della mia vita”.
DEL TUO TOUR INVECE COSA MI DICI?
giusta da dare ma è la verità. Io lo faccio perché mi piace, mi diverte, da un senso alle mie giornate. Se qualcuno poi è felice di ascoltarmi allora ne sono felice e mi fa piacere se coglie dei significati di traccia in traccia differenti.
IL CINEMA? Non sono un grande cinefilo. Il massimo per me è sempre stato il Signore degli anelli, una saga incredibile.
SEMBRI TANTO PERFETTO DALL’ESTERNO MA QUALI SONO LE TUE IMPERFEZIONI E DEBOLEZZE? Faccio fatica a inserirmi in gruppi nuovi, in ambienti diversi dal mio. E’ l’eredità di quando ero un bambino timido.
Il tour è andato molto bene e si è concluso con una grande festa
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DANIELE SILVESTRI: UN DISCO INTENSO
MADONNA, IL DISCO CHE FA RIFLETTERE
Uno degli artisti italiani più prolifici di quest’ultimo periodo è Daniele Silvestri che, dopo essersi fatto accompagnare al festival di Sanremo dal rapper emergente Rancore, è uscito con un disco veramente intenso, La Terra Sotto I Piedi. Mentre impazza alla radio la struggente Prima Che è uscito il video di un’altra traccia, Scusate Se Non Piango, una sorta di cortometraggio diretto da Valerio Mastandrea.
Grande curiosità intorno all’uscita del nuovo disco di Madonna, Madame X fatto di brani inediti con importanti featuring con gente del calibro di Anitta (star della musica brasiliana), dei rapper e produttori Swae Lee e Quavo. In particolare colpisce la traccia I Rise che contiene un campionamento del discorso di Emma Gonzalez, studentessa sopravvissuta alla sparatoria della Stoneman Douglas High School nel 2018.
MAX PEZZALI SI È SPOSATO...
...a fine aprile e in gran segreto. Per l’esattezza a Gombolò, in provincia di Pavia, con Debora Pelamatti, sua compagna da diverso tempo. Il cantante, giunto alle sue seconde nozze, ha accompagnato Fabio Fazio nel suo show Che Fuori Tempo Che Fa per tutta la stagione il lunedì sera.
ALERT!
4 I LIVE DI GHALI AI PIÙ IMPORTANTI FESTIVAL EUROPEI
UN’ACCOPPIATA IMPENSABILE
E’ quella formata dal rapper Gué Pequeno e Gigi D’Alessio, i quali hanno unito le forze, complice l’esperienza in qualità di giudice al talent show The Voice Of Italy. I due hanno realizzato Quanto Amore Si Dà, una canzone che segue il solco delle operazioni realizzate da Takegi & Ketra o dei Boomdabash, nelle scorse estati, in cui si assemblano artisti le cui radici musicali sono molto diverse.
MUSIC AWARDS
Il 5 Luglio alla serata di inaugurazione del Wireless Festival all’Alter Rebstockpark di Fraconoforte, in Germania; 20 Luglio al Lollapalooza Hippodrome ParisLongchamp a Parigi, in Francia. Il 23 Luglio al POW WOW nell’isola di Pag, in Croazia e il 27 Luglio al Tomorrowland Festival di Boom, in Belgio.
Oltre 50 artisti caratterizzano la 13esima edizione dei Music Awards sul prestigioso palco dell’Arena di Verona il 4 e 5 giugno. Spiccano nomi come Levante, Elisa, Ligabue,
− MAURO DE MARCO
Venditti, Ermal Meta, Mamhood, Boomdabash, Laura Pausini e Biagio Antonacci, Achille Lauro, Salmo e molti altri.
DA AMICI AL SUCCESSO! Tra i personaggi da tenere d’occhio c’è Giordana Angi, artista franco-italiana presente all’ultima edizione di Amici, la quale è stata scelta da Tiziano Ferro come co-autrice della canzone Accetto Miracoli che dà il titolo al suo prossimo album in uscita a novembre con la produzione dell’americano Timbaland.
NUOVO ALBUM PER CLEMENTINO Rapper napoletano innamorato del teatro e del mainstream, Clementino, dichiaratosi fieramente old school per smarcarsi dagli esponenti della trap e del rap di ultima generazione, lancia il suo nuovo disco. Tale, vede la presenza di Fabri Fibra (presente nel singolo Chi Vuol Essere Milionario in rotazione nelle radio), Caparezza, Gemitaiz e il promettente Nayt. Il titolo rivendica le sue radici: Tarantelle.
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MAMACITA FESTIVAL
ACCETTIAMO SCOMMESSE
L’estate del 2019 verrà ricordata come quella di Miss Keta, la misteriosa artista milanese si sta facendo notare con l’uscita del suo ultimo disco PAPRIKA sulla cui copertina cavalca una gigantesca mortadella, fasciata da un abito rosso e con indosso maschera e occhiali scuri. Identità misteriosa, slogan contemporanei di forte presa e sonorità elettroniche e afrobeat fanno parte della sua cifra stilistica. Ne riparliamo a fine estate, si accettano scommesse.
A Milano, nell’area dell’ippodromo San Siro Snai, arriva, il 14 giugno, il Mamacita Festival con il meglio della musica reggaeton internazionale e italiano, che include alcuni esponenti del mondo del rap e della trap. J. Balvin in testa. A seguire Sfera Ebbasta, Elettra Lamborghini e Gué Pequeno infiammeranno le già calienti sonorità caraibiche.
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Abbiamo anticipato i tempi creando il concetto di “community” in cui tutti parlavano come me e io parlavo come loro. Ma il mio era un codice senza significati, funzionale a incastrarsi con la musica.
A proposito di linguaggio sostanzialmente ti sei inventato i cartoni animati alla radio utilizzando una tecnica fumettistica. Esatto, a proposito sono stato avvicinato da un bravissimo disegnatore, Giorgio Carpinteri, il quale fece la stessa osservazione: il tuo programma è un cartoon, facciamone un libro a fumetti. E insieme abbiamo scritto un libro per Einaudi. Mi ispirò molto anche il film GoodMorning Vietnam e Robin Williams fare le vocine, le imitazioni e parlare da solo con un tubo. La radio è così, immaginazione, vocine registrate e qualche effetto. Puoi far sognare la gente.
Da quando hai cominciato a occupartene c’è stata un’evoluzione nel mondo della dance. Quando ho iniziato la house music era un genere fatto inizialmente con ritagli di altri dischi. Successivamente nasce l’elettronica, che utilizzando gli strumenti di riferimento da un valore nobile allo stesso genere. Quel periodo coincideva anche con un altro momento meraviglioso dell’hip-hop rap old– school, di fine anni ottanta. C’erano anche i successi popdance ma allora siamo diventati famosi perché mettevamo lo “zanzarismo” di James Brown Is Dead (corrente musicale che utilizzava ronzii molto forti a tempo di musica), oggi
ALBERTINO
improponibile per la potenza espressa. Ma a 16-17 anni si è pronti a recepire suoni forti e alternativi e si è ribelli, allora come adesso.
Ha ancora un peso la figura del dj alla radio allo scopo di proporre un determinato tipo di musica, magari anche discutibile? Vedi, io sono cresciuto con voci che mi emozionavano alla radio. Quindi la capacità di mettere una canzone non brutta ma magari stupida e farla sembrare divertente è la vera forza di un conduttore radiofonico.
Il ruolo da Direttore Artistico? Ma adesso che sono diventato grande pare sia arrivato il mio vero momento.
Sei il nuovo direttore artistico di M2O, una radio con una precisa connotazione improntata alla musica dance. Il passaggio effettivo è avvenuto ad aprile, un mesetto fa, ed è stato abbastanza naturale perché M2O fa parte della nostra famiglia. M2O ha fatto il suo corso e negli ultimi anni si sentiva l’esigenza di un rilancio e di un riposizionamento. Quando mi si è presentata questa opportunità ho accettato perché questo mi avrebbe
permesso di restare a Radio Deejay, anche se mi sentirò meno, e perché mi è sempre piaciuta l’idea di avere una radio nella quale sperimentare.
Una vera e propria sfida. E’ stata una missione. Una persona che, come me, ha avuto tanto successo in un determinato settore è giusto che metta la propria esperienza a disposizione delle nuove generazioni.
L’orario? Vado in onda tutti i giorni dalle 17 alle 19 nel drive-time. Ho abbandonato il mio classico orario quotidiano delle 2 del pomeriggio.
Che tipo di radio è con te M2O? E’ sempre una radio di genere, di flusso. Ho da subito dichiarato ufficialmente che è e rimarrà l’emittente sorella di Radio Deejay. E’ fondamentalmente una radio che mette la musica al centro e a discapito delle voci, e infatti sono presenti solo un paio di programmi nel mattino e nel drive-time serale. M2O è una proposta alternativa per chi non vuole sentire troppe chiacchiere, sebbene siano piacevoli e di alto livello. A tale proposito Radio Deejay è la radio con i conduttori migliori.
C’è un elemento nelle radio di oggi che hai riportato nella tua? In macchina faccio fatica a trovare una radio che mi convinca a livello musicale, per la velocità, per il sound design e per come poi me la immagino io. Diciamo che a riguardo ci sto lavorando parecchio. Poi sta a chi l’ascolta decidere se ho fatto un buon lavoro o meno.
E LA SUA RADIO. PASSATO, PRESENTE E… FUTURO − MAURO DE MARCO
IL SUO NOME EVOCA UNA DIMENSIONE PRECISA, QUELLA DELLA DANCE MUSIC. LUI È ALBERTINO, IL DISC JOCKEY CHE DURANTE I SUOI PROGRAMMI IN RADIO MIXA IDENTITÀ, IRONIA E CREATIVITÀ. ABBIAMO FATTO DUE CHIACCHIERE CON LUI PER SAPERE I RETROSCENA DEL SUO NUOVO INCARICO.
Partiamo dalle origini. Cosa ti ha portato a far diventare la dance music identificativa per un programma alla radio? Ho cominciato ad ascoltare la radio da adolescente, intorno al 75. Le prime emittenti possedevano grande energia e grandi talenti. Quando ho iniziato a fare radio, all’inizio degli anni 80, questo entusiasmo già si era gradualmente spento a favore della comunità, del fermento che stava nascendo dai club e della musica dance. E’ da questo momento che ho pensato di portare l’energia dei locali all’interno delle stesse emittenti. Così facendo sarei diventato immediatamente riconoscibile e identificativo.
Mi ha sempre colpito l’utilizzo dell’ironia nei tuoi programmi, quasi che fosse un espediente per far digerire un suono nuovo per l’epoca. O il tuo atteggiamento al microfono è stato casuale? Ho pensato fosse arrivato il momento di inventare qualcosa. Il tipo di musica proposta non prevedeva tantissimi contenuti e questo permetteva di poter giocare con la stessa. A differenza di oggi c’erano poche informazioni da reperire, quindi l’unico modo plausibile era prendersi in giro e inventare un linguaggio.
A un certo punto ti ha cercato l’Accademia della Crusca. Erano incuriositi dal nostro linguaggio.
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P L A Y Showrooms, sale riunioni & spazi di lavoro
STAR CITIZEN − THOMAS CAROLLO
COLOSSALE PROGET TO INIZIATO NEL 2012 DALLA CLOUD IMPERIUM GAMES CORPORATION E NATO PER VOLONTÀ DEL SUO FONDATORE CHRIS ROBERTS, FAMOSO PROGRAMMATORE DI VIDEOGIOCHI, STAR CITIZEN (SC), È, IN BREVE,, UN GIOCO CHE NON È ANCORA COMPLETO IN QUANTO È ANCORA IN UNA FASE DI ALPHA, OVVERO DI SPERIMENTAZIONE TECNICA.
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mbientato nel XXX secolo e riguardante eventi relativi all’Impe ro UEE (United Empire of Earth), analogo a un tardo Impero Romano prossimo alla caduta, il gioco nasce come un simulatore spaziale MMO con elementi sandbox e, fin dagli albori, attira l’attenzione degli appassionati della tipologia considerato il fatto che potrebbe diventare a tutti gli effetti un investimento. Per l’appunto, questo gioco si è auto-finanziato grazie ai follower e agli appassionati che hanno avuto la possibilità di sperimentare le prime fasi della progettazione pagando anticipatamente le navi che saranno il mezzo di locomozione principale su cui si basa il gioco. E fino a qui tutto sembra normale ma la cosa che lascerà tutti a bocca aperta è che alcune navi possono arrivare a costare anche migliaia di euro. Ed è da qui che probabilmente nasce il successo di questo gioco. Nessun finanziatore, totale libertà di scelta e, soprattutto, la pos-
sibilità di ascoltare la community e di coinvolgerla nello sviluppo. A dare manforte a tutto ciò, arriva anche la possibilità di vendere le navi. È da qui che molti sono passati dall’essere dei semplici giocatori a diventare dei veri e propri rivenditori, creandosi, a loro volta, delle piccole o grandi flotte, investendo in termini di acquisto e approfittando di alcuni periodi di sconti e di alcune vendite limitate o riservate a chi possiede un determinato livello all’interno della stessa community. L’insieme di questi fattori ha fatto sì che Star Citizen diventasse un gioco che punta molto in alto. La grafica possiede infatti un insieme di dettagli che incantano immediatamente il giocatore. Ogni nave è un’opera d’arte curata nei minimi dettagli alla quale ci si affeziona dandogli anche dei soprannomi che poi ci si porterà nel proprio percorso. Ci sono dei marchi veri e propri di navi spaziali con tanto di reali brochure e anche la meccanica di gioco in continuo sviluppo lascia tutti quelli che lo provano a bocca aperta. Ovviamente i bug per un’idea così ampia e complessa non mancano. Un’altro fattore affascinante è il rischio di perdere le proprie navi. Ideate, in questi casi, l’assicurazione di tre, sei mesi o a vita, per i fortu-
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nati che hanno creduto in questo progetto fin dall’inizio. Passato questo periodo sarà poi importante assicurare le proprie navi con soldi virtuali, guadagnabili in gioco. Altrimenti potreste perderle per sempre! In definitiva, Star Citizen potrebbe essere la nuova frontiera dell’intrattenimento videoludico per tale tipologia di titoli. Grazie a una forte community alle spalle che crede in un progetto ambizioso e grande, gli sviluppatori possono mantenere una politica che piace al giocatore e un confronto continuo che si spera possa portare il progetto al successo.
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GAMES REALESES − THOMAS CAROLLO
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Molto atteso il nuovo episodio della serie Bethesda, che mischia le caratteristiche dello sparatutto in soggettiva a quelle dell’action game a mondo aperto con struttura sandbox, il tutto all’interno di un’ambientazione post-apocalittica. Entrate in un mondo distopico in cui società, legge e ordine non esistono.
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Salento COSTA SMERALDA
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Stories App
Fenomeno Podcast
− Francesca Ortu
− Mauro De Marco
UNFOLD
Nata da Alfonso Cobo (CEO) e Andy McCune (COO) è senza ombra di dubbio l’app più scaricata e amata. Dall’estetica elegante e minimal, Unfold è il giusto compromesso per chi non ama stories troppo pasticciate ma allo stesso tempo non vuole passare inosservato. Il suo utilizzo è oltretutto facile, si sceglie un template, la giusta fotografia, il carattere del testo e…si esporta la stories perfetta.
ADOBE SPARK POST
Abitudine sempre più diffusa, complice la semplice fruibilità delle nuove tecnologie con le quali è possibile ascoltarli, i podcast, che negli Stati Uniti rappresentano oramai un vero e proprio fenomeno di massa, sono giunti anche nel nostro Paese, cominciando a coinvolgere un numero sempre crescente di persone tramite il caro vecchio passaparola. Eppure si tratta di una realtà relativamente nuova e che affonda le sue radici nella dinamica della radio a cui è imparentata in qualche misura.
••• Ei6
RIPL
Adobe Spark Post
Hype Type
Ripl
Unfold
Over
Consente di gestire qualsiasi aspetto di immagini, video, musiche e testi. Ripl è l’app per la creazione e la condivisione di stories accattivanti che si distinguono sui social media. E non sono necessarie competenze di progettazione o editing! Cos’altro? Tiene traccia del coinvolgimento dei social media in modo che tu possa scoprire quali video funzionano meglio per te.
HYPE TYPE
È la tipografia di movimento automaticamente disegnata e progettata. L’obiettivo degli sviluppatori è quello di far risaltare la tua storia attraverso spunti casuali e significativi che consentano di scegliere font, colori ed effetti animati per far spiccare la tua frase preferita o semplicemente per farsi ispirare dall’anteprima dei preset già caricati per trovare il filtro animato perfetto per il tuo Instagram.
È l’app che ti permette di creare delle stories grafiche a tutti gli effetti. Adobe Spark Post offre layout, tavolozza dei colori, stili tipografici e filtri che non richiedono nessuna esperienza di progettazione. Scegli semplicemente le tue foto, aggiungi il testo e applica i filtri di design per creare istantaneamente una grafica accattivante.
Sgomberiamo il campo da ogni dubbio e spieghiamo di cosa stiamo dettagliatamente parlando. Il podcast è una traccia audio, comunemente detta file, che si trova ovviamente in rete. Il suo contenuto è un tema. Racconta un argomento, un universo narrativo oppure approfondisce un fatto di differente natura, storico, scientifico, giornalistico o semplicemente facente parte del mondo musicale e di quello cinematografico. In buona sostanza somiglia a un programma tematico come tanti se ne trovano in radio con la differenza che la cadenza periodica non è legata a un palinsesto regolare ma avviene attraverso il Feed RSS, ovvero l’aggiornamento del podcast che ci indica l’arrivo di una nuova puntata da ascoltare come e quando si vuole. Per ricevere gli aggiornamenti ci si deve iscrivere gratuitamente ad appositi server o siti nei quali si trova un database (un archivio) di tutte le puntate del podcast, sebbene, già da un po’ di tempo in tutti gli smartphone o tablet sia presente un’app preinstallata che consente di entrare in tale mondo senza ulteriori sforzi. Basta entrarci dentro, scaricare una puntata relativa a un argomento di interesse e scoprire un nuovo mondo. Molti sembrerebbe ci abbia-
OVER
È l’app delle citazioni. Non solo puoi creare le tue frasi e inserire la tua fotografia, con Over puoi accedere a un database di frasi pre-confezionate e strutturate che puoi facilmente acchiappare e inserire su un’immagine scelta precedentemente dalla gallery personale. Cos’altro? Seleziona i templates che preferisci e organizza i tuoi post secondo categorie definite.
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HACK
HACK
mo preso gusto! Negli USA il fenomeno è esploso grazie a Serial, una storia noir con una giornalista che segue un vero caso di omicidio in cui si evidenziano lacune nell’operato della polizia, degli avvocati e dei giudici, ottenendo un seguito che gravita intorno ai 250 milioni di ascolti reali e che ha aperto una strada a questa modalità espressiva. In Italia ha fatto invece scuola il caso Veleno, un’inchiesta del giornalista e autore televisivo Pablo Trincia in cui si ricostruisce la vicenda dei Diavoli della bassa modenese di sedici anni prima, un caso in cui 16 bambini vennero tolti ai rispettivi genitori, accusati di presunti riti satanici. Ma esistono podcast decisamente più leggeri e con i quali invece potrete ridere, apprendere ricette, imparare le lingue oppure ascoltare programmi radiofonici come quelli del giallista Carlo Lucarelli su Deejay.it o le biografie de Il Falco e Il Gabbiano curate da Enrico Ruggeri sul sito di Radio 24. Negli USA, inoltre, ogni testata giornalistica rilevante ha i suoi podcast curati da giornalisti che eseguono approfondimenti sulla politica, lo sport, l’economia e anche in Italia ci si sta attrezzando sotto questo aspetto poiché, entro qualche anno, la pratica dei podcast occuperà una posizione di rilievo nell’ambito della comunicazione e dell’intrattenimento.
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ART DIRECTOR Sara Scandola
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SEGRETERIA Laura Mandelli l.mandelli@belviveremedia.com
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COLLABORATORI Chiara Moccia, Miriam Gualardi, Chiara Temperato, Mario Macchitella, Mauro De Marco, Thomas Carollo
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