Riders EICMA 2018

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THE GREATEST LIFESTYLE MOTORCYCLE MAGAZINE

RIDERS MAGAZINE

FREE ISSUE

SPECIAL FREE ISSUE EICMA ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE CICLO E MOTOCICLO 2018

THE PAST OF THE FAST LA STORIA DI UNA STARTUP: ALTA MOTORS

OLTRE LA LEGGENDA IL MITO DELLE CORSE VIAGGIA VERSO IL FUTURO

PEDALA SEMPLICE IL PRIMO CAMPIONATO DI E-BIKE

INTERVISTA A JEAN-ÉRIC VERGNE «È GIÀ PIÙ POPOLARE LA FORMULA E DEL WEC, NON C’È PARAGONE»






RIZOMA per HUSQVARNA ® VITPILEN 701 EICMA - MILANO, 8 -11 Novembre 2018 - Hall 15, Stand I46

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RIDERS MAGAZINE

NOVEMBRE 2018

SPECIAL FREE ISSUE

EDITORIALE

LOUD PIPES SAVE LIVES Ogni volta che si parla di mobilità

elettrica, ma su questo tema, spero vogliate

elettrica, mi viene in mente il film The

perdonare il mio approccio un po’ ruvido.

Dilemma, con Vince Vaughn. È una commedia

In fondo sono sempre un motociclista old

leggera (e pure deboluccia con buona pace del

fashion che ha girato il mondo a bordo di

regista Ron Howard) in cui il protagonista

una vecchia Harley-Davidson e continuo a

è roso dal dubbio se dire al proprio amico

considerare la moto non solo come un mezzo

e socio in affari, che sua moglie lo sta

di trasporto ma come un meraviglioso oggetto

tradendo.

di sogno e di immaginazione, che ci completa

E fin qui la mobilità elettrica non

che ci fa sentire noi stessi al centouno per

c’entrerebbe nulla, fino al momento in cui

cento. Un oggetto che tocca le nostre corde

i due riescono a vendere a una importante

più profonde facendole suonare al rumore di

cliente, il loro progetto di una macchina

due cilindri e al calore della testata. Forse

elettrica che ha il rombo super sexy di

ci arriverò anch’io ma per adesso una moto

una vera otto cilindri a V. Il trucco è un

elettrica non riesce ancora a farmi sognare

dispositivo collegato all’acceleratore che

spazi sconfinati e strade di polvere e terra.

simula il ruggito del vero motore termico

Chissà, magari un giorno, ma per ora no.

ormai obsoleto e non più eco-sostenibile; un

Uno dei primi adesivi che avevo attaccato

piccolo dettaglio nell’equilibrio del film

alla mia H-D Road King 1340 è stato Loud

che però evidenzia un aspetto interessante

Pipes Save Lives. Uno sticker provocatorio a

con cui la mobilità elettrica dovrà prima o

favore delle marmitte illegali che ricordava

poi fare i conti (uno dei molti, secondo me).

che il rumore dello scappamento faceva notare

Personalmente non sono un fanatico

la moto in mezzo ai grandi utenti della

dell’elettricità, anche perché quando un

strada spesso distratti.

trend assurge alla santificazione globale,

Non dimentichiamoci del meraviglioso rombo

istintivamente mi viene da pensare che

del motore: chissà questa potrebbe essere una

trascinati dall’entusiasmo generale, si

dritta per le prossime moto elettriche?

rischi di non approfondire correttamente ogni aspetto, ma non è questo il luogo dove sviscerare la questione: la direzione è chiara e questo è uno dei motivi per cui dedichiamo questa edizione speciale alla mobilità alternativa e in particolare

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Roberto Parodi

Direttore Responsabile


DOVE, COSA, QUANDO

RIDERS MAGAZINE

NOVEMBRE 2018

SPECIAL FREE ISSUE

COSA FA RIDERS A MILANO DURANTE L’EICMA Martedì 6 Le Motociclette temporary motobistrot by Riders e Le Biciclette.

L’area di Rizoma, situata nel

Settimana della Moto il primo

Da Martedì 6 a Domenica 11 Interviste e dirette Facebook all’interno della Riders Lounge all’interno dell’area Rizoma.

Riders café.

In occasione della

viaggiatori, protagonisti della

Un progetto di customizzazione

settantaseiesima edizione di

scena motociclistica italiana,

unico che unisce l’universo

EICMA, Rizoma – azienda italiana

ma anche persone che non fanno

Riders al famoso locale

di accessori moto famosa a

parte dell’ambiente – che

milanese Le Biciclette che,

livello internazionale per lo

si racconteranno attraverso

eccezionalmente, durante Eicma

stile dei suoi prodotti – e

interviste brevi e originali

si chiamerà Le Motociclette

Riders Magazine saranno presenti

condotte dal direttore Roberto

temporary motobistrot.

alla Fiera all’interno di un

Parodi, dal motorcycle editor

Dalle 19.30, in un contesto che

unico stand. I due brand,

Alberto Cecotti e dalla project e

unirà motori e lifestyle, il

che condividono da sempre gli

web editor Eleonora Dal Prà.

locale di via Torti 2 ospiterà

stessi valori, hanno fatto

l’aperitivo di Riders e si

dell’attenzione per la sostanza,

Rimanete connessi su Facebook

vestirà a tema esponendo, per

l’estetica e il gusto il loro

e Instagram.

tutta la settimana, una mostra

tratto distintivo, tanto da

fotografica tratta dai servizi

essere considerati leader nei

migliori del magazine milanese.

rispettivi campi.

Nasce in occasione della

padiglione 15 stand I-46, nei suoi 300 metri quadri di grandezza ospiterà la Riders Lounge, uno spazio che accoglierà diversi ospiti – piloti,

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SINCE - 1975 -

STEWART.IT


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L'AUTO

E F D F O E M T I T N O I O

NOVEMBRE 2018

SPECIAL FREE ISSUE

DOVUNQUE TU VOGLIA ANDARE CON LA NUOVA JEEP COMPASS TRAILHAWK, CI VAI! NUOVA TECNOLOGIA, NUOVE MOTORIZZAZIONI, NUOVI INTERNI. LA NUOVA REGINA DEL FUORISTRADA È ARRIVATA PER DOMINARE IL MERCATO

S

e pensiamo all’off-road, al viaggio, all’avventura, al vivere la vita senza limiti, senza confini, senza barriere, pensiamo a Jeep. Ma ogni limite va raggiunto, ogni possibilità esplorata e ogni record battuto, è per questo che Jeep ha realizzato un nuovo SUV per ridefinire gli standard del segmento, la Compass Trailhawk. La nuova versione del modello Compass riesce a unire tecnologie innovative ed intuitive al servizio di capacità fuoristradistiche invidiabili. Caratteristiche che hanno permesso a questo nuovo modello di ottenere il riconoscimento Trail Rated che viene assegnato solo dopo aver superato una serie di test sui percorsi più difficili possibili. La nuova Compass Trailhawk è stata pensata per poter affrontare qualsiasi difficoltà che si possa incontrare sul proprio cammino e le dotazioni di serie sono perfette per le performance in fuoristrada: il Jeep Active Drive Low, il sistema 4x4 full-time, che entra automaticamente in funzione, il Jeep Selec-Terrain, che offre diverse modalità (Auto, Snow, Sand, Mud e l’esclusiva modalità Rock specifica della Trailhawk) per garantire le massime prestazioni 4x4 su qualunque superficie e in qualsiasi condizione climatica,

sono solo alcune delle tecnologie presenti sul nuovo SUV. La Jeep Compass Trailhawk non è soltanto un punto di riferimento tra le vetture che dominano il fuoristrada - grazie all’adozione del dispositivo di disconnessione dell’assale posteriore e di un’unità di trasmissione della potenza (PTU) per ridurre ulteriormente i consumi proprio sui modelli con configurazione 4x4 - ma è anche un SUV configurato per non sentirsi a disagio in città.

Dotato di un motore 2.0 MultiJet II da 170 CV, abbinato al cambio automatico a nove marce, si contraddistingue per i cerchi in lega da 17”, i pneumatici All Season, marmitta cromata, i fari anteriori Bi-Xenon e LED Signature, lo sticker nero sul cofano. Se l’estetica esterna della vettura si caratterizza per un predominante concept offroad, come giusto che sia per una vettura che si pone come regina del fuoristrada, la

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cura degli interni è premium: rivestimenti, dal forte impatto visivo, in pelle e tessuto di colore nero e regolazione lombare per i sedili, dotazione di serie completa, il tutto pensato per creare un ambiente confortevole e ipertecnologico grazie al sistema Uconnect 8.4 NAV con Apple Car Play e Android Auto, quadro strumenti a colori TFT da 7’’ e Function pack (include specchietto retrovisore interno elettrocromatico, specchietti retrovisore esterni ripiegabili

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elettricamente, Smart Key, Start Button, presa ausiliaria 230V, antifurto). La nuova Compass Trailhawk è nata per stupire in qualunque situazione si trovi, che sia sotto il temporale ferma al semaforo o in mezzo alla natura selvaggia tra massi arroccati e fango. Con questa nuova versione della Compass, il marchio Jeep, vuole conquistare tutti, strizzando però l’occhio ai veri amanti del fuoristrada.

RIDERS PER

L'AUTO

La Jeep Compass

e posteriori che

tutte le versioni,

Trailhawk presenta

garantiscono un

sono presenti

un’altezza da terra

angolo di attacco

di serie i più

aumentata di circa

di 30 gradi, un

avanzati sistemi

2,5 cm (dunque

angolo di dosso

di infotainment

è pari a 21,6

di 24,4 gradi e

a partire

cm), con piastre

di uscita di 33,6

dall'allestimento

di protezione

gradi. Debutta una

Longitude è proposta

sottoscocca,

nuova livrea Sting

la nuova Radio 7"

gancio di traino

Grey, così come i

con Apple Car Play/

posteriore,

nuovi motori diesel

Android Auto.

pneumatici 225/60

e benzina omologati

R17 All Season,

E6D-Temp. Per quanto

ruota di scorta Full

riguarda il lato

Size ed esclusivi

più strettamente

fascioni anteriori

tecnologico, su


L'EVENTO

I

l rombo del motore, il profumo della leggenda, il tasso adrenalinico, caratteristiche con cui lo

Scorpione di Abarth ha sempre entusiasmato il pubblico appassionato di competizione che ha contribuito alla leggenda sportiva dell’azienda, arrivata quest’anno a festeggiare il 110° anniversario dalla nascita del fondatore, oltre ad essere valori che si legano con la storia del brand e i suoi tipici valori di sportività.

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DOPPIA ANIMA

pali mercati europei: l’incremento in Spagna è stato pari al 40 per cento e si attesta intorno al 30 in Francia e nel Regno Unito. Numeri che simboleggiano l’espansione della Scorpionship, una community che mira ad ampliarsi e ad evolversi nei prossimi anni. Lo Scorpione è un animale piccolo, scaltro, che esiste da sempre, che sembra innocuo e invece nasconde tenacia e aggressività, un paralle-

Migliaia di appassionati sono arri-

lismo perfetto con il brand Abar-

vati da Austria, Francia, Portogallo,

th, un marchio capace di suscitare

Regno Unito e Germania per par-

riuscita a migliorare in velocità, agi-

sionati in tutto il mondo che condivi-

entusiasmo, soprattutto nella sua

tecipare al raduno ufficiale Abarth

lità, sicurezza e affidabilità, ha vinto

dono le proprie emozioni, preferenze

versione legata alla competizione:

che si è tenuto a Roma, al circuito

il campionato del mondo di catego-

ed esperienze all’interno della com-

«La Targa Florio è stata l’occasio-

Vallelunga, ultima tappa degli Abar-

ria R-GT con oltre quaranta succes-

munity The Scorpionship, un grup-

ne per rinnovare la gamma di 595

th Day 2018. Protagoniste assolute

si: «Un risultato che dimostra che

po di amanti del sound aggressivo,

in particolare con le versioni Turi-

dell’evento l’Abarth 124 spider e la

il lavoro ci ha dato ragione, siamo

delle derapate e soprattutto amanti

smo e Competizione. Ci sono nuo-

nuova gamma dell’iconica Abarth

arrivati più preparati alla stagione

di un’identità, chiara e seducente.

vi interni, nuovi colori, sono tanti

595, sviluppata all’insegna della

e inoltre siamo riusciti con trazio-

Questo giro per l’europa, fatto di

i particolari. Per gli amanti della

sua doppia anima che racchiude

ne posteriore, freno a mano e gui-

sette appuntamenti conclusi in Ita-

Competizione c’è una grande no-

performance e stile.

da di traverso a dare grande diver-

lia, hanno accompagnato il succes-

vità, molto interessante, lo scarico

E quando si parla di competizione

timento a tutti gli appassionati» ha

so degli Abarth Day 2018 e hanno

Record Monza attivo» - continua

non si può non nominare la 124 che

sottolineato Luca Napolitano, Head

consacrato la crescita del brand che

Luca Napolitano. Due anime, quella

ha debuttato due anni fa nel mondo

of EMEA Fiat and Abarth Brand.

ha conquistato il 15 per cento in più

più corsaiola e quella di stile e desi-

rally e quest’anno, dopo qualche sta-

Una passione, quella per Abarth,

rispetto al 2017 nel solo mercato ita-

gn, metafora perfetta per un unico

gione di assestamento nella quale è

che coinvolge più di 100mila appas-

liano, un exploit condiviso dai princi-

simbolo, lo Scoprione di Abarth.

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RIDERS PER

SI CHIUDONO A ROMA, AL CIRCUITO VALLELUNGA, GLI ABARTH DAY 2018. VELOCITÀ, SGOMMATE E APPASSIONATI SONO STATI PROTAGONISTI DELL’EVENTO, RESO ANCOR PIÙ INTERESSANTE DALLA PRESENTAZIONE DELLA NUOVA 124 SPIDER E DELLE NUOVE ABARTH 595

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L'EVENTO


LA NOVITÀ

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EVOCARE LA TRADIZIONE

GUARDARE AL FUTURO OMAGGIANDO IL PASSATO. MOTO GUZZI PRESENTA LA V85 TT, UN MODELLO CHE COMBINA STILE, TECNOLOGIA E AVVENTURA

C

i sono dei momenti in cui ti trovi davanti a delle scelte. Guardare avanti, rinnovare o rimanere impiantati sulle proprie convinzioni, sui propri successi. Perché a volte cercare di migliorarsi, di cambiare, di evolversi è sintomo di lucidità e di coraggio, qualità che ha dimostrato Moto Guzzi con il lancio di un nuovo modello dedicato ai viaggi, all’avventura, alla passione per il fuoristrada. La V85 TT è l’innovazione che omaggia la tradizione, la storia e la cultura del marchio che dal 1921 realizza le sue moto a Mandello del Lario, combinando le migliori tecnologie e la più preziosa manifattura italiana. La V85 TT combina con equilibrio uno stile di impronta classica e fortemente evocativo e una dotazione tecnica modernissima. La nuova Moto Guzzi riflette una filosofia costruttiva nella quale essenzialità, praticità e leggerezza determi-

nano un rapporto senza filtri tra la motocicletta e l’uomo. Un rapporto che richiama l’immagine delle competizioni nei deserti, la classica sfida, eterna e affascinante, tra l’uomo e la natura. L’obiettivo non era soltanto la competizione, ma anche la scoperta di luoghi unici, un valore che V85 TT vuole riscoprire attraverso la quotidianità. Lo stile a cui i progettisti di Mandello del Lario si sono ispirati sono ovviamente le navi del deserto degli anni Ottanta, quelle bicilindriche che ancora oggi ci fanno venire il brividino lungo la schiena dall’emozione. Moto Guzzi con la nuova V85 TT raggiunge l’ambizioso obiettivo di abbinare uno stile fondato sul recupero di tali valori, con le esigenze di una moderna enduro da viaggio. Per questo motivo si merita il titolo di prima classic enduro dedicata al turismo realizzata dal brand italiano. Ricerca dell’essenzialità, linee

sicure e decise, bicilindrico a V di 90° raffreddato ad aria, con distribuzione ad aste e bilancieri a due valvole per cilindro, orgoglio e tradizione unite per costruire un prodotto innovativo ma che omaggia la tradizione. La cilindrata è di 853 cc, grazie ad un rapporto di alesaggio per corsa di 84 x 77 mm e la potenza che può esprimere è di 80 CV di potenza massima, a fronte di un eccellente valore di coppia massima di 80 Nm espressi a 5.000 giri/min, con il 90 per cento della coppia disponibile già a 3.750 giri/min. La gestione elettronica è affidata a un comando del gas Ride-by-Wire multimappa, soluzione che permette un controllo fine e scrupoloso, a garanzia di un’erogazione pulita e corposa, perfetta per viaggiare. Su questa V85 TT non sono solo il design e il motore a fare la differenza ma anche, e soprattutto, la tecnologia grazie alla presenza di MIA, la nuova piattaforma multimediale di Moto

Guzzi che permette di collegare lo smartphone al veicolo (tramite una centralina disponibile tra gli accessori del ricco catalogo Moto Guzzi), estendendo le funzioni della strumentazione. Con MIA è possibile riprodurre musica e inviare/ricevere telefonate tramite l’eventuale interfono nel casco. Inoltre introduce per la prima volta la funzione di navigazione, con la quale è possibile ricercare e impostare la destinazione del proprio viaggio, visualizzando le indicazioni sulla strumentazione attraverso intuitivi pittogrammi. Moto Guzzi V85 TT è disponibile in quattro varianti cromatiche: Blu Atlante, Grigio Atacama, Giallo Sahara e Rosso Kalahari. Colori che rimandano a un immaginario off-road, alla cultura del viaggio, alle competizioni dei grandi raid. Una tradizione fuoristradistica che Moto Guzzi vuole riproporre con uno sguardo dritto verso il futuro.

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RIDERS PER

LA NOVITĂ€

La Moto Guzzi V85 TT ha un peso a secco di 208 chili e un'altezza sella di 830 mm, una distanza perfetta per comfort e controllo della moto. Sono disponibili tre differenti mappe: Strada, Pioggia e Off-road. A disposizione del motociclista una vasta gamma di accessori tra cui la coppia di valigie laterali, lo scarico Moto Guzzi by Arrow, Borsa porta attrezzi, protezione serbatoio, cavalletto centrale e molti altri plus.

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STORIA

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STORIA

THE PAST OF THE FAST NON SAPPIAMO COSA STIA SUCCEDENDO IN CALIFORNIA MA SAPPIAMO QUELLO CHE LA STARTUP AMERICANA È STATA FINO AD OGGI. ALTA MOTORS HA AVUTO LA CAPARBIETÀ DI INFILARSI IN UN SETTORE FORTEMENTE CONSERVATORE COME QUELLO DELL’OFF-ROAD NELLA CONVINZIONE DI POTER RAGGIUNGERE L’OBIETTIVO: RENDERE IL PROPRIO PRODOTTO PERFORMANTE QUANTO UNA MOTO TRADIZIONALE MA ACCESSIBILE E GODIBILE PER CHIUNQUE

Testo di Raffaele Paolucci

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M

entre attendiamo dalla California il materiale per mettere mano all’articolo, Alta Motors posta su Instagram un laconico messaggio: «Our sincere gratitude goes out to all those who have believed in Alta over the years. Thank you for your support and being a part of the #FutureOfFast». A tutt’oggi, sulla chiusura di Alta Motors non sembrano esserci grandi novità. Dalla ridda di ipotesi e discussioni scatenatasi sui social, spicca però il commento di Marc Fenigstein, uno dei fondatori della startup californiana, in risposta ad un articolo apparso su

cleantechnica.com: «A volte, puoi avere il meglio come tecnologia, come prodotto, come team e come piano aziendale e rimanere lo stesso incastrato in posizioni legali e finanziarie irrisolvibili. Questa è stata una dura lezione». Non è un mistero che Alta Motors avesse avviato una partnership con Harley-Davidson durata una manciata di mesi. Harley, quasi contemporaneamente all’uscita da Alta Motors, ha annunciato di aver inaugurato un nuovo centro di ricerca e sviluppo sul tema dell’elettrico proprio nella Silicon Valley. È opinione diffusa che la maggior parte dei problemi legati alla chiusura di Alta Motors derivi da questa vicenda. Allo stato attuale, quello che tutti si augurano è che ci sia una soluzione che a breve possa sbloccare la situazione. Rimane il fatto che la vicenda di Alta Motors potrebbe essere significativa sotto molti aspetti e le analisi che vengono fatte dai media americani animano la curiosità degli appassionati di


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Nate Adams è il freestyler che usa la Redshift da MX. In apertura e qui di lato lo vedete impegnato sulle rampe di Fitzland a Temecula, California, il parco allenamenti di un altro famoso freestyler americano, Jimmy Fitzpatrick. Nell'altra immagine la Redshift da enduro.

tecnologia, di finanza, di new economy, insomma di nerd di varia e diversa estrazione ma soprattutto dei motociclisti che hanno capito quanto rivoluzionaria sia stata la visione di un’azienda che ha lanciato la sfida ad un mondo, quello del fuoristrada, solitamente scettico verso le novità e ancorato alla tradizione. Alta si è infilata nel settore dell’off road al motto di The Future of the Fast pienamente convinta di perseguire un obiettivo: rendere il proprio prodotto performante quanto una moto tradizionale ma, a differenza di questa, solitamente spinta verso prestazioni e caratteristiche sfruttabili a fondo solo da un pilota esperto, accessibile e godibile per chiunque. La presenza di Alta Motors nelle competizioni è stata necessaria per rimanere a contatto diretto con gli appassionati di enduro,

di cross, di flat track. E in Alta Motors questo è un background culturale che arriva da lontano. Derek Dorrensteyn, uno dei tecnici che hanno sviluppato fin dall’inizio il progetto, viene da una famiglia di piloti (lo zio Dick è nella Hall of Fame del flat track) e sa molto bene quello che un pilota chiede alla propria moto da cross o da enduro. Abbiamo visto Alta Motors guadagnarsi la semifinale della Red Bull Straight Rhythm nel 2016 con Josh Hill ma quest’anno sono saliti sul podio con Ty Tremaine nell’enduro cross di Reno. Hanno corso nel Supermotard dell’AMA com Micky Diamond e Jeff Ward e si sono arresi alle estreme difficoltà dell’Erzberg solo dopo che Ty Tremaine ha raggiunto e superato lungo il percorso un certo Graham Jarvis.

ALTA MOTORS SI È GUADAGNATA IL RISPETTO NEL MONDO DELLE COMPETIZIONI OFF ROAD, GUADAGNANDOSI LA SEMIFINALE DELLA RED BULL STRAIGHT RHYTHM NEL 2016 CON JOSH HILL E QUEST'ANNO È SALITA SUL PODIO CON TY TREMAINE NELL'ENDURO CROSS DI RENO

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STORIA


STORIA

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RIMANE LA SOLIDARIETÀ DI UNA PICCOLA PARTE, LA PIÙ EVOLUTA, DEGLI APPASSIONATI DI FUORISTRADA AMERICANI, CHE NEI LORO COMMENTI SUI SOCIAL RAFFORZANO IL VALORE ESPRESSO DALLA FILOSOFIA AZIENDALE E LA BONTÀ DEL PROGETTO DI ALTA MOTORS

La Redshift da enduro: 123 chilogrammi, 4 ore di autonomia e un'ora e mezza per la ricarica, sospensioni WP, freni Brembo. E la manutenzione è programmata dopo mille ore di utilizzo!

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segue da pagina 20

Di tutto questo impegno, legato soprattutto allo sviluppo dei modelli venduti al pubblico, oggi rimane la solidarietà di una piccola parte, la più evoluta probabilmente, degli appassionati di fuoristrada americani, che nei loro commenti sui social rafforzano il valore espresso dalla filosofia aziendale e la bontà del progetto. «Ragazzi, avete infranto una barriera. Non importa cosa succederà ora, siate comunque orgogliosi. Avete dimostrato che l’elettricità è un’opzione praticabile e aperto la strada per il futuro». Qualcuno sottolinea la distanza culturale che sembrerebbe esserci stata tra due brand come Alta Motors e Harley-Davidson la cui collaborazione aveva suscitato grande entusiasmo: «Da una parte c’è una startup di San Francisco che produce moto da corsa silenziose nell’attesa

che il futuro sia completamente elettrico e dall’altra un’azienda per la quale il rumore del motore è importante a tal punto da essere protetto da un brevetto». Rimane il fatto che se il fuoristrada può immaginare un futuro, beh questa dell’elettrico è già adesso l’unica soluzione possibile e la miopia culturale che pervade il motociclista medio, soprattutto qui da noi, si ridurrà presto ad un luogo in cui relegare nostalgie e chiacchiere da osteria, ricordando magari anche le parole di Jimmy Hill, uno dei tester di Alta Motors: «Dire che questa moto non sia divertente significa che o non ti piace andare in moto o che stai mentendo». Viva Alta Motors!

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LA MOTO

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LA MOTO

OLTRE LA LEGGENDA

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SAROLÉA PROIETTA IL MITO DELLE CORSE SU STRADA VERSO IL FUTURO. E SE LE MOTO A BENZINA SPARIRANNO, IL TOURIST TROPHY CONTINUERÀ PER SEMPRE. CON LA MANX7

Testo di Raffaele Paolucci

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LA MOTO

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E

ccesso di immagini e suoni. Nell’overdose di stimoli sensoriali che governa la nostra routine, l’eliminazione di uno dei rumori dominanti, quello dei motori, poteva sembrare fino a qualche tempo fa una frontiera inarrivabile. Oggi la realtà è ben diversa e talvolta, paradossalmente, prende corpo proprio lì dove meno te lo aspetti. Chi mai potrebbe pensare infatti ad una superbike elettrica, rivolta quindi ad una fascia di mercato sofferente, e oltretutto carica anche di un ingombrante bagaglio di tradizione e gloria sportiva come quello che arriva dalla storia della più prestigiosa corsa su strada? Risposta facile: il marchio belga Saroléa, resuscitato da Torsten e Bjorn Robbens una decina di anni fa e del cui progetto, sulle nostre pagine, avete già potuto seguire una parte della sua evoluzione. Saroléa non ha raccolto solo esperienza sulle strade del Tourist Trophy. Certo, la Manx7 è un gioiello per pochi, la versione più evoluta sfiora i 50.000 euro. Ormai arriva a garantire un’autonomia

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importante, 330 chilometri e promette divertimento assoluto con una potenza di 163 cavalli e una velocità massima di 240 chilometri all’ora. È costruita interamente in carbonio, ricca di dettagli raffinati e tecnologicamente avanzati, monta la miglior componentistica che si possa trovare sul mercato, dalle sospensioni Ohlins ai freni Beringer, cerchi OZ Racing, gomme Dunlop. Per non parlare del design. Se amate le sportive di ispirazione modernista e dalle citazioni retrò, la Manx7 è il massimo. Uno spettacolo. Però, dicevamo, Saroléa non è solo esperienza racing declinata all’elettrico road-legal. Saroléa, con la Manx7, supera lo stetereotipo classico del TT, riprodotto in tutte le salse come un passato che si ripropone sempre uguale a se stesso, e proietta il mito delle corse su strada verso il futuro. Perché, alla fine della fiera, abbiamo bisogno di questo: di sperare, di porre fiducia in qualcosa, di poter credere che questo qualcosa possa durare per sempre. Perché, se non fosse ancora chiaro, le moto a benzina prima o poi spariranno. La Manx7 traduce questo pensiero con lo stile del design più elegante, lì dove la versione racing, la SP7, lasciava trapelare forme e dettagli che rappresentano meglio l’essenza della moto da corsa. Sono due linguaggi diversi, due sistemi di comunicazione destinati

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STIAMO VIVENDO UNA FASE PIONIERISTICA, IN CUI LE NUOVE TECNOLOGIE PORTANO A REALIZZARE OGGETTI COSTOSI, APPREZZATI QUASI COME FOSSERO OPERE D’ARTE. E L’ARTE È INDISPENSABILE PERCHÉ È IN GRADO DI OFFRIRE NUOVI PUNTI DI VISTA

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LA MOTO

La cura del dettaglio e della lavorazione è evidente in ogni singolo componente della Manx7. Sul forcellone, per esempio, realizzato in fibra di carbonio, è stata creata una finestra dalla quale sbucano le pedane registrabili di Rizoma, fissate su un supporto motore.

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LA MOTO

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SE AMATE LE SPORTIVE DI ISPIRAZIONE MODERNISTA E DALLE CITAZIONI RETRÒ, LA MANX7 È IL MASSIMO. UN ELEGANTE SPETTACOLO

Ogni singolo componente è praticamente perfetto, le finiture sono di livello superiore. Ok, la Manx7 è un gioiello. Però, sappiate che stiamo sempre parlando di un gioiello che in tre secondi vi fionda a cento chilometri all’ora. Se ve la sentite...

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a due mondi differenti. Da una parte l’appassionato di tecnologia e di prestazioni, dall’altro l’esteta. Due mondi che nemmeno lo stile di vita dei millenial garantisce possano sovrapporsi facilmente. Siamo in una fase pionieristica, e come tale una fase nella quale le nuove tecnologie creano spesso oggetti costosi, preziosi, apprezzati da chi ama soprattutto la bellezza, il design, l’arte. E l’arte, come sosteneva Chatwin, è un linguaggio che permette di scavalcare le barriere culturali. L’arte, spesso, è accessibile a pochi ma è indispensabile perché offre punti di vista nuovi, diversi, ignoti. L’arte indica la strada da prendere. La Manx7, che in questa versione di venti motociclette numerate si chiama Founders Series, ha già trovato i propri acquirenti ma per il 2019 Saroléa ha annunciato un nuovo progetto di quarantanove moto in tiratura limitata che si chiamerà Manx7 Pioneers Edition. E il fatto che in Saroléa siano consapevoli che stiamo attraversando davvero una fase pionieristica non viene sancito solo attraverso il nome di una motocicletta. Saroléa, negli

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ultimi tre anni, ha gestito un progetto speciale dietro le quinte della sua attività racing. E dietro le quinte dell’industria cinematografica. Insieme a Kieran Clarke, un ex pilota inglese del mondiale Supersport che lavora come stunt-man nel team di Tom Cruise, l’azienda belga ha sviluppato una moto elettrica per le riprese cinematografiche. Lo stesso Clarke spiega come «con l’uso di una moto dotata di un motore a benzina convenzionale, le vibrazioni del motore e il rumore restringono le possibilità di azione, inoltre cambiare la posizione della telecamera è sempre tremendamente complicato e porta via un sacco di tempo». Con la nuova moto progettata da Saroléa si riesce a girare le scene muovendosi ad una velocità che può arrivare anche ai duecento chilometri all’ora. A noi, se non si è capito, Saroléa piace molto. E fintanto ci proverà, ve la racconteremo. A patto che continui a fare le moto da corsa. Perché è vero, i pionieri li amiamo, e soprattutto quando giocano a fare gli eroi.

LA MOTO


BIKE

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PEDALA SEMPLICE Testo di Fabio Fagnani

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SPECIAL FREE ISSUE

NASCE LA WES, LA COMPETIZIONE PER MOUNTAIN BIKE ELETTRICHE, CHE SI SVOLGERÀ NEL 2019 E SI SVILUPPERÀ SU QUATTRO TAPPE: MONTECARLO, ASCONA LOCARNO, LAGO MAGGIORE E BARCELLONA. IL MONDO DELLE E-BIKE STA CRESCENDO VELOCEMENTE E QUESTO CAMPIONATO SERVIRÀ A TESTARE LE EVOLUZIONI TECNOLOGICHE E LA SENSIBILITÀ DA PARTE DEL MERCATO, DEGLI ATLETI E SOPRATTUTTO DEL PUBBLICO

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BIKE


BIKE

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elettrico sta cambiando la percezione della mobilità. Nel mondo dei motori è subito chiara la differenza: motori silenziosi, nessun carburante, durata limitata e limitante, con una evoluzione lenta anche se costante. È diverso invece il percorso che sta affrontando il mondo delle e-Bike, le bici elettriche che stanno avendo un ottimo rendimento sul mercato: «La bicicletta elettrica è oggi un’opzione reale per la mobilità sostenibile e un nuovo mezzo per fare sport e divertirsi, due applicazioni differenti ma entrambe con effetti importanti» Dal prossimo anno, dopo la Formula E e in contemporanea con la Moto E, prenderà parte alla rivoluzione elettrica. La

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prima tappa del WES, così si chiama il primo campionato per mountain bike elettriche, si svolgerà a Montecarlo il 13 e il 14 aprile. Abbiamo parlato di questo nuovo campionato e del mondo dell’elettrico con Francesco Di Biase, Founder e CEO di WES Management. Com’è nata l’idea di creare un campionato di mountain bike elettriche? E perché? Si sentiva l’esigenza di chiudere il cerchio dopo la Formula E e la Moto E? «Certamente la Formula E ha aperto la strada, creando una piattaforma sportiva cento per cento elettrica e facendo emergere maggiormente l’aspetto tecnologico, di grande appeal per il pubblico. Anche nella visione di WES lo sport elettrico può svilupparsi autonomamente, perché rappresenta un fenomeno di vasta portata. Il mercato delle e-Bike, rispetto a quello di auto e moto, è piu maturo, facendo registrare da diversi anni una crescita importante. Così abbiamo colto l’esigenza di Atleti e Industria di avere una piattaforma internazionale in cui possano competere i migliori atleti al mondo in sella ad una e-Bike e dove testare le evoluzioni tecnologiche di un settore che è solo all’inizio della sua storia». Qual è la tua storia legata al mondo dell’elettrico? «Ho conosciuto il mondo dell’elettrico circa cinque anni fa al Maggiora Park dell’amico Stefano Avandero, prima provando le moto elettriche di KTM e di seguito le E-MTB: è stato un colpo di fulmine. Da appassionato ne ho colto il lato emozionale che portava alle persone, ad ogni livello. Un mezzo in grado di divertire e allo stesso tempo che permette di esplorare vasti percorsi nel pieno rispetto della natura. Un qualcosa che mancava. Da addetto ai lavori ne ho intuito il potenziale sul lato sportivo, nato dalla volontà di testare performance e capacità dei professionisti di misurarsi con questo nuovo e potente mezzo. Da qui nasce WES, una piattaforma che propone lo sport e-Bike ai massimi livelli, ponendo nuo-

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ve sfide tecnologiche e atletiche. A questo affianchiamo, con Ride WES, la possibilità per persone di tutti i livelli di scoprire con le e-Bike i magnifici luoghi che ospitano gli eventi». Quante tappe avrà il campionato e quali sono le caratteristiche dei vari percorsi? «Il Calendario 2019 prevede già quattro tappe in altrettanti Paesi: Monte Carlo, Ascona Locarno, Lago Maggiore e Barcellona. Monaco è un luogo epico per lo sport e con una vocazione indiscussa per le tematiche ambientali e della mobilità sostenibile: il luogo ideale per la prima tappa di WES. Sulle alture del Principato, nel comune francese di Peille, esiste un grande territorio tra mare e montagne splendido quanto inatteso. Le altre tappe toccano territori come l’area di Ascona Locarno, in Svizzera o il lago Maggiore per finire con una tappa in Spagna, nella stimolante Barcellona che nasconde percorsi favolosi a pochi chilometri dalle Ramblas». Come si affronta una gara con una bike elettrica? Quali sono le principali differenze con le biciclette tradizionali? «WES, vedrà i migliori atleti, uomini e donne, sfidarsi nell’Enduro e nel XC Cross-Country in percorsi studiati per esaltare le caratteristiche elle e-Bike e spingere gli atleti al limite. Certamente, oltre alla preparazione atletica e la tecnica del pilota si aggiungono componenti tecnologiche come il motore, il cambio e la struttura ma anche strategiche e tattiche, come ad esempio la necessità di dosare l’energia nel corso della gara. Infatti, durante le competizioni l’atleta non può cambiare o ricaricare la batteria. C’è una classifica piloti, team e costruttori e uomini e donne sono equiparati in tutto, contribuendo in misura uguale alle classifiche». Il mondo elettrico è una tendenza, una moda, una bol-

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Il Campionato WES inizierà nel 2019 e sarà composto da quattro tappe: Monte Carlo (13/14 aprile), Ascona Locarno (3/4 maggio), Lago Maggiore (14-15 settembre) e Barcellona (5-6 ottobre).

la o c’è la volontà o l’ispirazione di cambiare davvero il mondo della mobilità? «La bicicletta elettrica è oggi un’opzione reale per la mobilità sostenibile e un nuovo mezzo per fare sport e divertirsi, due applicazioni differenti ma entrambe con effetti importanti. Molte città si stanno rendendo conto che una e-Bike permette a tutti di coprire distanze anche importanti in modo agile e veloce, superando i limiti che in alcuni casi mostrano le bici tradizionali. Questo sta facendo bene al mondo della bici in generale, anche favorendo l’implementazione di piani di viabilità pensati per favorirne l’utilizzo. Non meno importante, la bici elettrica sta avendo un impatto molto forte sui territori, sia quelli già turistici sia in località con luoghi magnifici e spesso non utilizzati o difficilmente accessibili. Senza la necessità di particolari infrastrutture».


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«IL MERCATO DELLE E-BIKE, RISPETTO A QUELLO DI AUTO E MOTO, È PIU MATURO, FACENDO REGISTRARE DA DIVERSI ANNI UNA CRESCITA IMPORTANTE. COSÌ ABBIAMO COLTO L’ESIGENZA DI ATLETI E INDUSTRIA DI AVERE UNA PIATTAFORMA INTERNAZIONALE IN CUI POSSANO COMPETERE I MIGLIORI ATLETI AL MONDO IN SELLA AD UNA E-BIKE E DOVE TESTARE LE EVOLUZIONI TECNOLOGICHE DI UN SETTORE CHE È SOLO ALL’INIZIO DELLA SUA STORIA»

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Quanto è ampio il mercato delle bici elettriche e quanto il mondo delle competizioni può aiutare ad ampliare questo segmento? «Il mercato delle e-Bike è in costante crescita e solo in Europa ormai raggiunge diversi milioni di unità. Il mondo delle competizioni, oltre ad alimentare la sfida degli atleti, può aiutare l’industria a spingere la ricerca tecnologica per rendere questi mezzi sempre più performanti e competitivi e ad ottenere una visibilità crescente». Entro quanto tempo secondo te la mobilità diventerà, se lo diventerà, totalmente elettrica? «Il mercato dell’automobile è sicuramente il più complesso da convertire. Ogni anno viene cambiato circa il dieci per cento del parco esistente al mondo, quindi per una conversione totale all’elettrico parliamo di decine di anni. Diverso è il tema delle bici elettriche, che stanno facendo la loro parte, crescono rapidamente anche perché non è un mezzo che richiede particolari infrastrutture per essere adottato. Il cambio culturale e di esigenze delle persone è evidente, le nuove generazioni vogliono avere a che fare con mezzi performanti, intelligenti e che rispettino l’ambiente. Per una mobilità completamente elettrica servirà tempo, ma certamente questa nuova generazione di mezzi può rendere più vivibili le nostre città e aiutarci a goderci di più gli spazi naturali che ci circondano». C’è chi è contro l’elettrico, cosa diresti per convincerlo che invece può essere una soluzione interessante per il futuro della mobilità? «Non credo si possa semplificare il discorso a tal punto da risultare a favore o contro l’elettrico in senso lato. Certamente in alcuni casi ci sono considerazioni da fare e temi da affrontare così come per tutte le grandi innovazioni tecnologiche, che siano internet o la guida autonoma. Queste tematiche vanno affrontate e risolte se il beneficio complessivo lo giustifica».

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Marco Aurelio Fontana, biker e ciclocrossista, medaglia di bronzo ai giochi olimpici di Londra 2012 (a sinistra) e Filippo Pozzato (a destra), ciclista su strada e pistard italiano, ha vinto la Milano-Sanremo 2006 e due tappe al Tour de France.

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Testo di Alberto Cecotti

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IL NOME KALK FOR CAKE DERIVA DA KALKSTEN O CALCARE, CHE È IL FONDAMENTO DELL'ISOLA DI GOTLAND. IL SUBSTRATO ROCCIOSO DI GOTLAND ERA IN GRAN PARTE COSTITUITO DA BARRIERE CORALLINE, CREATE NEL MARE TROPICALE QUATTROCENTO MILIONI DI ANNI FA. QUEL CALCARE BIANCO CONFERISCE A GOTLAND UNA LUCE SPECIALE, UNICA

PROVATA SOLO DA NOI Più leggera di una moto e più pesante di una bici. Avete presente una enduro elettrica, come la KTM Freeride? E siete mai saliti su una e-bike? Ecco, Cake Kalk è esattamente una via di mezzo fra questi due tipi di veicoli. Bella e tagliente, sembra arrivare in diretta del futuro, è magrissima e ha la sella alta 91 cm. A cavallo la percezione è più da bicicletta, anche perché di fatto non si accende.

Quindi è come se fosse una Down Hill molto massiccia, diciamo da 70 chili pronta all'uso comopresa di batteria. Quindi si accelera come su una moto e schizza come un razzo. Controllabile, eh, perché se la perdi in curva la recuperi con una zampata. Come tutti i motori elettrici ha una accelerazione fulminea ma l’effetto on-off del gas è sorprendentemente contenuto, perciò la motoleggera si

lascia gestire senza troppo scalciare. Ha tre modalità di guida. Esplore: velocità limitata a 45 km/h e due ore autonomia. Excite: per enduro o sentieri aperti, consente 1-2 ore di guida Excel: modalità pista e gara con coppia massima e velocità di 80 km/h. Autonomia un'ora. La ricarica all’80 per cento è in 1,5 ore, mentre per il 100 per cento in 2,5 ore. Motore da 15 kW di picco e 9 kW continuo, con 42 Nm di

coppia massima a 3000 giri. Batteria 18650 con celle al litio, 51,8 Volt , 50 Ah, 2,6 kW. Freni a fisco da 220 mm con pinze a quattro pistoncini e sospensioni Ohlins professionali: forcella da 38 mm, mono TTX22. Telaio in alluminio e corpo in carbonio. Luce a terra di 300 mm. Curiosate sul sito: ridecake.com: solo a vedere le immagini video vi verrà voglia...

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La missione di Cake è accelerare il viaggio verso una società a emissioni zero, combinando l'eccitazione e la responsabilità.

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Fredrik Moberg, il primo proprietario di Kalk Limited Edition dice: "Come volare in un infinito percorso di DH senza bisogno di una collina".

DAL 1 GENNAIO 2019 VERRANNO CONSEGNATE LE PRIME KALK. POTRANNO CIRCOLARE SOLO FUORISTRADA IN CIRCUITI PRIVATI MA IL COSTRUTTORE NON ESCLUDE LA PROSSIMA PRODUZIONE DI UN KIT DI OMOLOGAZIONE

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IL PILOTA

GUIDA PULITA

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RACING E AUTO ELETTRICHE: CHI MEGLIO DI JEAN-ERIC VERGNE, CAMPIONE DEL MONDO IN CARICA DI FORMULA E, PER FARE DUE CHIACCHIERE SULLE NOVITÀ DELLA QUINTA STAGIONE DEL CAMPIONATO, CHE PARTIRÀ IL PROSSIMO 15 DICEMBRE IN ARABIA SAUDITA, E SUL FUTURO GREEN-ORIENTED DEL MOTORSPORT

Testo di Stefano Russo

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a un certo effetto parlare di auto elettriche circondati da rumori tutt’altro che eco-friendly. Incontro JeanEric Vergne, Campione del Mondo in carica di Formula E, nel motorhome di G-Drive Racing, team russo con cui il pilota francese ha appena vinto il Campionato endurance European Le Mans Series classe LMP2, assieme al connazionale Andrea Pizzitola e Roman Rusinov. Siamo a Portimao, Portogallo, in piena Algarve. Qui, tra le curve e i saliscendi dell’Autódromo Internacional do Algarve, JEV è impegnato nell’ultimo appuntamento stagionale alla guida della Oreca 07 Gibson numero 26, ma dopo il primo shakedown della nuova Gen2 a Valencia la sua stagione è tutt’altro che finita. Quali sono le tue prime impressioni sulla nuova monoposto? «Prima di tutto il look è completamente differente. Penso sia veramente bella, rompe un po’ le regole del Motorsport e trovo il suo aspetto davvero appropriato per la Formula E. La gente prima faceva troppi paragoni con Formula 1 ma ora è una macchina completamente diversa. L’efficienza è raddoppiata, per cui possiamo coprire un’intera gara con una sola monoposto, e abbiamo il 25 per cento di potenza in più, per cui il salto in avanti dal punto di vista tecnologico è davvero enorme. Anche la frenata è migliorata ma devo dire che la guida non è cambiata molto. Per noi piloti la potenza non è mai troppa ma di certo i cavalli in più renderanno il nostro lavoro ancora più difficile sui circuiti cittadini». Pensi che questa quinta stagione possa essere quella in cui la Formula E raggiungerà definitivamente la popolarità di Formula 1 e WEC?

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«La Formula E è già più popolare del WEC, non c’è paragone. Quello è un campionato che nessuno segue realmente e team e piloti partecipano solo per prendere parte alla 24 Ore di Le Mans, che è la corsa più importante del Mondo e ovviamente viene seguita da tutti. Amo questo tipo di competizioni, soprattutto la categoria GT, ma chi guarda davvero una corsa per sei ore? Anche i Gran Premi di Formula 1 sono spesso troppo lunghi, se non succede nulla ti addormenti, e i piloti sono costretti a guidare più piano per conservare le gomme e non consumare troppa benzina. Diventa complicato per chi guarda, se un campionato vuole avere successo deve essere facile da seguire per il pubblico, le persone devono capire quello che succede in gara senza troppi sforzi. In Formula E è più semplice, gli e-Prix durano 45 minuti, chi usa più energia nei primi giri va più piano alla fine e questi due fattori rendono la gara non solo più facile da capire ma anche più movimentata e incerta fino alla fine. Un altro motivo per cui la Formula E è già più importante del WEC nel panorama del Motorsport sono le case automobilistiche coinvolte: quest’anno ne abbiamo nove, che diventeranno undici l’anno prossimo con l’ingresso di Mercedes e Porsche, nessun altro Campionato ne ha così tante». Cosa mi dici invece del confronto con la Formula 1? «La cosa buona della Formula E è che tutto si svolge in un solo giorno. Rende tutto più interessante, hai piloti e team sempre diversi nelle prime posizioni ed è molto importante partire col piede giusto. Se la tua giornata inizia male, è molto probabile che la tua gara finirà con l’essere una merda. È un aspetto che rende il campionato molto difficile per noi piloti ma il pubblico ama tutto questo. È un po’ quello che è successo nello scorso Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin: il fatto di aver disputato solo le qualifiche su pista asciutta ha messo i team in difficoltà nel trovare un buon assetto e questo ha reso la gara molto interessante, arrivare agli ultimi giri con i primi tre piloti vicini e impegnati a darsi battaglia è un qualcosa che non si vede così spesso in


IL PILOTA

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Jean-Eric Vergne, Campione del Mondo in carica di Formula E, in pista con la nuova Spark SRT 05e del team DS Techeetah. In apertura, JEV mentre osserva il rettilineo del circuito Ricardo Tormo di Valencia.

Formula 1. Ovviamente non possono abolire le prove libere del venerdì per motivi economici, ma è probabile che un cambio del genere al format del weekend migliorerebbe lo spettacolo». Liberty Media sta incontrando non poche difficoltà nel riavvicinare i giovani alla Formula 1, credi che la Formula E possa avere più successo nel catturare l’attenzione delle nuove generazioni? «Penso e spero che sia così, per un campionato così giovane attrarre i ragazzini è la cosa più importante, perché sono quelli che prenderanno le decisioni importanti nei prossimi 15 anni. Quelli che dicono

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«LA FORMULA E È GIÀ PIÙ POPOLARE DEL WEC, NON C’È PARAGONE. QUELLO È UN CAMPIONATO CHE NESSUNO SEGUE REALMENTE E TEAM E PILOTI PARTECIPANO SOLO PER PRENDERE PARTE ALLA 24 ORE DI LE MANS, CHE È LA CORSA PIÙ IMPORTANTE DEL MONDO E OVVIAMENTE VIENE SEGUITA DA TUTTI»

di non volerne sapere dell’elettrico, perché vogliono sentire l’odore di benzina e cose del genere, vivono su un altro pianeta, perché il mondo in cui viviamo oggi è questo. Come per gli smartphone: mio padre dieci anni fa non voleva saperne e diceva che un telefono serviva solamente per telefonate e messaggi, oggi passa più tempo di me incollato sullo schermo controllando Instagram e tutto il resto». Vedi un futuro totalmente elettrico per il Motorsport quindi? «Non necessariamente elettrico, ma di sicuro molto incentrato sulle tecnologie più green. Un

campionato per esistere ha bisogno dei soldi delle case automobilistiche e per loro in questo momento, con le vendite di auto elettriche di serie sempre più in crescita, la Formula E è meglio della Formula 1 in termini di immagine e marketing». Sei il Campione del Mondo in carica, riuscirai a ripeterti nella prossima stagione? «Non saprei, spero che potremo essere ancora tra i primi anche se sarà molto dura. Abbiamo un team ancora più forte, anche grazie al supporto di DS, ma anche le altre squadre hanno dimostrato di aver fatto dei passi avanti. Non so se vinceremo ma so che stiamo facendo il massimo per riuscirci».

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È un trademark ed è un segno distintivo del disegno del battistrada dei pneumatici Pirelli Diablo RossoTM Corsa II.


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Testo di Roberto Parodi

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ono le ore 9.30 del 10 aprile 1926 quando il dirigibile Norge, comandato da Umberto Nobile generale dell’aviazione italiana e responsabile della missione, inizia il suo volo da Ciampino facendo tappa in Inghilterra poi a Oslo, Leningrado e giungendo alle Isole Svalbard. Da qui, preso a bordo anche il famoso esploratore norvegese Roald Amundsen, il Norge riprende il volo puntando verso il Polo Nord, che raggiunge il 12 maggio alle 1.30 (GMT). Una spedizione di successo, con oltre 5.300 chilometri di volo ininterrotto e un notevole riscontro internazionale, ma Nobile due anni dopo ci riprova. Il nuovo dirigibile si chiama Italia, è progettato interamente da lui e giunge alle isole Svalbard il 23 maggio del 1928 per sorvolare il Polo Nord alle 24.00 del giorno successivo. Sulla verticale del punto sono

lanciate una croce benedetta da Pio XI e una bandiera dell’Italia. Il dirigibile non riesce ad effettuare un atterraggio a causa di problemi meteo e dopo un paio d’ore, fa rotta verso le Svalbard per rientrare. Ma da qui in poi, le cose iniziano ad andare male. Mentre già l’arcipelago compare all’orizzonte, il dirigibile Italia si schianta sui ghiacci per una improvvisa tempesta. La cabina si stacca e rimane sui ghiacci mentre il resto dell’aeromobile, alleggerita dal peso, si rialza in volo portando con se sei membri dell’equipaggio e scomparendo per sempre. Sul pack ghiacciato restano dieci uomini tra cui Nobile, ferito a un braccio e a una gamba, e Adalberto Mariano, capitano di corvetta e comandante in seconda (con cui tra l’altro vanto una lontana parentela). Raccolto fra i ghiacci quanto poteva essere utile, incluse tra

l’altro circa 90 chili di provviste lanciate dallo sfortunato equipaggio rimasto nel dirigibile, i superstiti si sistemano alla meglio, indossando la giacca Svalbard Islands, nella «tenda rossa» (quest’ultima destinata a passare alla storia benché fosse in realtà argento e colorata di rosso dai superstiti per aumentarne la visibilità). Dopo alcuni giorni di inutile attesa, Mariano con il collega Zappi e lo scienziato svedese F. Malmgren decidono di agire. In accordo con Nobile, lasciano la tenda rossa per tentare di raggiungere l’isola di Foyn e allertare i soccorsi. Peccato che l’isola si rivela molto più lontano di quanto si pensava. Il piccolo drappello, inizia ad avere problemi; Malmgren muore per le ferite riportate in un infortunio e lo stesso Mariano è colpito dalla cecità artica a causa dell’eccessivo riverbero del sole sui ghiacci. Verranno recuperati dal rompighiaccio

sovietico Krassin, tanto come gli altri sopravvissuti rimasti alla tenda rossa. Una grande, drammatica storia della quale resta ammantato nel mistero il destino del dirigibile e dei sei uomini volati via con esso. La ricerca del relitto dell’aeronave e dei resti della spedizione, fu interrotta qualche anno dopo ma oggi grazie alle tecnologie di ricerca e al ritiro dei ghiacci a causa del cambiamento climatico, è stato possibile riprenderla. Nell’estate 2018 per il 90° anniversario dei voli del dirigibile Italia, infatti, è partita la spedizione di ricerca e comunicazione scientifica PolarQuest 2018 che ha visitato i luoghi della caduta del dirigibile utilizzando la barca elettrica ed ecosostenibile NANUQ sotto la direzione di Paola Catapano (project leader) e da Peter Gallinelli (skipper) con un equipaggio di ricercatori ed esperti di comunicazione.

PolarQuest 2018 ha, in particolare, condotto la prima ricognizione sonar mirata di una delle possibili aree di presenza del relitto del dirigibile. I dati sono attualmente in fase di elaborazione. Lo sponsor tecnico di PolarQuest 2018 è Svalbard Islands, un giovane brand italiano molto focalizzato sull’avventura. Durante la missione, l’equipaggio è stato attrezzato con giacche Nobile N1 con le quali ha affrontato sia il mare che il pack artico. Oltre alla ricerca del dirigibile, PolarQuest 2018 aveva altri quattro obiettivi principali: studiare i raggi cosmici, raccogliere dati sull’inquinamento atmosferico e sulle microplastiche disperse in mare e fare telerilevamenti geografici per modellizzazione 3D e raccolta dati su flora e fauna. Per ora il destino dei resti del dirigibile Italia e dei suoi sfortunati aviatori, è ancora ignoto.

Foto di repertorio che testimoniano l'avventura del dirigibile Italia, comandato e progettato da Umberto Nobile che due anni prima era riuscito nell'impresa con il Norge, oltre 5.300 chilometri di volo ininterrotto.

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Potenza 71 cv (52 kW)

Z E R O M O T O R C YC L E S D S R BL AC K F O R E ST E D I T I O N

Potenza verde. A due o quattro ruote che siano, non si è ancora capito bene se, prima o poi, arriverà il giorno in cui i veicoli che fanno il pieno con la presa di corrente sostituiranno gli endotermici sulle strade e non solo. Le variabili sono molteplici, difficili da prevedere, ma nel frattempo gustiamoci quello che offre il mercato. Sempre più performanti e godibili, sempre più... vere moto.

Peso 210 Kg

Zero Motorcycles è una solida realtà produttiva specializzata americana della California affermata sia come distribuzione, sia come assistenza in tutto il mondo, Italia compresa. Abbiamo provato l’edizione speciale della già nota naked DSR dedicata alla Foresta Nera tedesca: si presenta come viaggiatrice all road con un equipaggiamento di prim’ordine. L’allestimento prevede il set valigie laterali, più il bauletto in alluminio nero di produzione italiana GIVI; il parabrezza, la sella touring, i


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RIDERS MAGAZINE

NOVEMBRE 2018

SPECIAL FREE ISSUE

CON LA SPECIAL SU BASE EVA ESSEESSE9, ENERGICA HA MISCELATO CON CLASSE LE LINEE MODERNE E DI TENDENZA CON ALCUNI COMPONENTI CLASSICI. PRESTAZIONI SPORTIVE VERE SUL MISTO E BELLA FIGURA ALL'APERITIVO

Prezzo 28.902 euro

fari ausiliari a LED e il kit di protezione, composto dalla gabbia metallica per il faro anteriore e le barre laterali dual sport. Il motore è lo Z-Force 75-7R brushless raffreddato ad aria con magnete permanente interno e controllore brushless trifase da 775 A a decelerazione rigenerativa. Le sospensioni Showa sono regolabili: forcella rovesciata da 41 mm e singolo ammortizzatore dietro. La trasmissione è diretta senza frizione, con la finale a cinghia. Come gomme ci sono le tuttofare Pirelli MT-60 sulla coppia ruote 19” - 17”. Come base c’è dunque la DSR, ma in questo caso cambiano in parte la fisionomia e la filosofia, senza snaturare i cardini su cui è nata. Il peso cresce di circa sette chili e nell’utilizzo non se ne risente, se non per gli ingombri nelle manovre a bassa velocità e in caso di grande traffico. Il sellone è comodo, la posizione invitante e per niente stancante. Il carattere dello Z-Force 14,4 con l’opzione Power Tank cresce di 3,6 kW e ha un potenziale piuttosto aggressivo, ma con le tre mappe e la possibilità di personalizzazione via smartphone si può variare il tipo di erogazione. 71 cavalli e 146 Nm di coppia sono numeri capaci di fare contenti tutti: con la gestione elettronica questo motore sa essere gestibile (e divertente) anche su fondo sterrato. Frenata non potentissima ma di qualità; sospensioni capaci di assecondare bene la guida anche sullo sconnesso a passo turistico, come pure le belle gomme semi tassellate, che non tradiscono mai neppure su asfalto. La BF offre una buona protezione aerodinamica, preziosa in caso di tratti rettilinei prolungati, ma utile anche per gli agenti atmosferici, come freddo e acqua, e ci

Potenza 109 cv (80 kW)

sono i paramani di serie. L’autonomia dichiarata è di 262 chilometri in città (126 nell’extraurbano) che, con l’ausilio del Power Tank, diventano rispettivamente 328 e 156. L’accessorio Charge Tank aumenta la velocità di ricarica di sei volte; tramite il connettore J1772 EV permette di collegarsi alle stazioni di ricarica di secondo livello (220 V) domestiche e pubbliche. DSR Black Forest c’è in grafica Graphene Black Metallic: la base costa 22.535 euro, mentre con il Charge Tank sale a 26.105.

E

ENERGICA ESSEESSE9 SPECIAL

All’inizio erano solo moto da corsa. Elettriche, sì, ma ad altissimo livello, praticamente Superbike, tanto che fecero faville, quando fra il 2009 e il 2010 debuttarono nelle competizioni dei campionati dedicati. Dal 2012, l’esordio delle eCRP a Eicma e dal 2014 il reparto moto diventa Energica. La super sportiva targata Ego viene svestita e nasce la naked moderna Eva da cui deriva la versione EsseEsse9, che ha aggiunto un tocco estetico neo classic, più modaiolo e raffinato. Per poi estrarne quest’ultima,

Peso 258 kg

attraente, versione Special, un ulteriore step verso le ultime tendenze moto, senza perdere la verve prestazionale. Che bellezza, il look neo classic che sposa l’high tech: la qualità costruttiva è elevata, con parecchi particolari realizzati dal pieno. Sotto, spinge non proprio in silenzio, ma con un arrogante sibilo, il propulsore trifase sincrona a magneti permanenti in versione da 80 kW, ovvero 109 cavalli e 180 Nm di coppia massima. Eva però è disponibile anche in versione full power da 145 cavalli e 200 Nm: in pratica, una belva. Il raffreddamento è a olio, il blocco batterie è a polimeri di litio, con la centralina VCU a comandare il tutto. Il telaio a traliccio in acciaio è abbinato al forcellone in alluminio. C’è una forcella Marzocchi da 43 mm totalmente regolabile, come il mono firmato da Bitubo senza cinematismi, mentre sono opzionali gli impianti Öhlins. La zona freni è firmata Brembo: doppio disco anteriore da 330 mm con pinze monoblocco e posteriore da 240 mm. L’ABS è Bosch, disinseribile. Scenografico il pannello TFT a colori, dotato di Bluetooth per collegare lo smartphone. Due versioni: Shocking Blue e Lunar White, mentre la Special è solo in Metal Black. La moto è compatta come una media naked, ma pesa come una tourer (280 chili pronta all’uso): c’è però il Park Assistant, per gestire le manovre a 2,8 km/h in entrambi i sensi di marcia. Ci sono quattro mappe motore: Eco, Rain, Urban e Sport, con altrettante selezioni del freno motore, che variano la funzione rigenerativa della batteria. Ospitale per tutte le taglie, la EsseEsse9 ha posizione di guida più comoda rispetto alla Eva, con dislivelli meno estremi. Risulta così più intuitiva

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I VEICOLI ELETTRICI OFFRONO PARECCHI VANTAGGI: ACCEDONO QUASI OVUNQUE IN CITTÀ, NON DISTURBANO IN MEZZO ALLA NATURA, SONO FACILI DA GUIDARE E DA GESTIRE PER TUTTI, NON AFFATICANO CHI GUIDA E, IN ESTATE... NON USTIONANO LE GAMBE!

Prezzo 11.746 euro

Potenza 24,5 cv (18 kW)

Peso 110 kg

Quello che si può fare nel fuoristrada con una elettrica come la Freeride è incredibile. Scendendo da una enduro tradizionale non è immediato l'impatto della guida senza frizione e cambio, e l'erogazione del motore richiede assuefazione. Ma prese le misure con gas e trasmissione automatica si arriva quasi ovunque e ci si diverte come se... ci fosse un domani green power.

ad andatura turistica, ma è meglio partire con le mappe più tranquille, per abituarsi all’erogazione da dragster. Il top si prova in modalità Sport: la spinta è davvero forte ed è utile ricordarsi che non c’è controllo di trazione, altrimenti sono guai. Freni potenti ed efficaci, che non soffrono il peso della moto. La ciclistica è globalmente precisa ed efficace. EsseEsse9 è, fra i modelli Energica, la più gestibile, grazie alla nuova distribuzione dei pesi e alla ricollocazione del baricentro. Sono dichiarati circa 200 chilometri con una ricarica, in versione Eco, ma spalancando in full power l’autonomia diminuisce sensibilmente. La velocità massima è autolimitata: 200 km/h, ma la sensazione della velocità è atipica e affascinante: è impressionante come oltre una certa soglia di velocità si senta solo il suono del vento.

K

KT M F R E E R I D E E - XC

KTM crede molto nel fuoristrada green. L’enduro elettrica austriaca, già nota come Freeride, si è rinnovata quest’anno e si presenta per il 2019 con un nuovo gruppo ottico anteriore, strumentazione inedita, più completa,

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nuovi colori, e il sistema di rigenerazione in frenata ma, soprattutto, migliora il dato di autonomia, nel crescere delle prestazioni, nello specifico il valore di potenza massima. Tutto ciò grazie alla nuova batteria Sony da 3,9 kWh (installabile anche sulle precedenti versioni di Freeride elettriche), che aumenta la durata addirittura del 50 per cento: un’ora e mezza anzichè un’ora. Il tempo di ricarica totale è di 110 minuti mentre in 75 minuti si raggiunge l’80 per cento del “pieno” di energia. Tornando al motore è confermato il brushless raffreddato a liquido che ora ha 24,5 cavalli, quindi 2,5 in più di prima, mentre la coppia di 42 Nm è a disposizione sin dall’apertura dell’acceleratore. Ci sono tre le modalità di guida: Economy (velocità massima 50 km/h), Enduro e Cross, che sostanzialmente

differiscono per la risposta del motore. Quando il livello di carica è molto basso la centralina inserisce automaticamente, una specie di riserva, che si chiama Limp Home ed eroga la minima potenza per aumentare l’autonomia. Ciclistica: il noto telaio perimetrale in tubi di acciaio con piastre di alluminio, è rinforzato al cannotto di sterzo. Il manubrio è più largo, le piastre di sterzo più rigide, l’impianto frenante potenziato. Entrambi i reparti sospensioni hanno tecnologia Xplor (compressione ed estensione separate) come sulle pro. Peso da libellula, per essere una elettrica: solo 111 chili batterie comprese. (7.860 euro + 50 euro mensili per il noleggio batteria. Potremo vederla dal vivo a EICMA, insieme alle altre novità della casa austriaca.


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SILENT 2WHEELS SUV C'È SOLO QUESTO COME MAXI SCOOTER ELETTRICO: C EVOLUTION SCATTA E COSTA COME E PIÙ DI UNA MOTO, L'ULTIMA VERSIONE SFOGGIA RAFFINATEZZE E TECNOLOGIA IN COMUNE AL MONDO AUTO. ALLA GUIDA SCONVOLGE ANCHE I MOTOCICLISTI DOC

A

rrivato come un’astronave in prima edizione nel 2014, ha già subìto una rivisitazione (2017): solo una rinfrescata esteriore ma con un aggiornamento tecnico di sostanza. Proprio dove serviva di più, che era il limite principale di questo gioiello silenzioso: il problema dell’autonomia delle batterie è stato migliorato sensibilmente: il nuovo pacco ha capacità delle celle di 94 Ah e ha fatto un bello step rispetto a quello precedente da 60 Ah, considerando che ora ha tecnologia in comune con la cugina a quattro ruote BMW i3. Mutuati dalla i3 e dalla i8 sono anche alcune parti del sistema di controllo elettronico. Il modello top è il Long Range, che costa 16.200 euro, monta il propulsore da 48 cavalli (35 kW), con coppia massima di 72 Nm e ha raggiunto un’autonomia WMTC di 160 chilometri. Il micidiale scatto 0-50 km/h è di soli 2,8 secondi e intimorisce qualsiasi moto. La velocità è autolimitata a 120 km/h: questa consente di arginare gli eccessi di consumo ed è ritenuta adeguata per la maggior parte dell’impiego di queto scooter, anche per le brevi gite fuori città. Le ultime versioni contano anche su un cavo di ricarica a sezione ridotta e un sacco di nuovi optional, fra i quali il supporto per smartphone, sempre più richiesto dall’utente urbano sempre connesso. Meglio però ricordarsi di non distrarsi nella guida, eh. Poi, le luci diurne e gli indicatori di direzione sono a Led, fa una bella scena il pannello strumentazione TFT che richiama il mondo auto. Ci sono inoltre finiture come le cuciture colorate per la sella e il parabrezza fumé. Visto la mole del C Evolution (280 chili) è presente la retromarcia con sistema di gestione assistita, onde evitare bruschi e pericolosi scatti. Decisamente impegnativa la mole di 275 kg, nel traffico intenso soffre un poco rispetto agli snelli urban scooter, mentre per il resto è davvero il re della città e dell’hinterland e non solo. Solo provandolo si può capire.

Prezzo 16.200 euro

Potenza 48 cv (35 kW)

Peso 275 kg

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BEAUTY OF RIDERS UN OROLOGIO DI LIVELLO, UN PROFUMO SOLO PER GLI IMPAVIDI, UNA SCARPA SPORTIVA, UN PRODOTTO PER LA BELLEZZA, UNA GIACCA INVERNALE E UN BOMBER URBAN DA MOTO: ECCO I NOSTRI CONSIGLI

S VA L B A R D I S L A N D S N O B I L E N 1

TUCANO URBANO

Protegge da condizioni climatiche avverse – scherma da dentro contro l'elettrosmog. Allo stesso tempo, offre soluzioni intelligenti per potersi muovere senza compromessi, nella natura e in città. La giacca Nobile N1 di Svalbard Islands, nella sua versione Orange Persimmon, richiama la storica avventura del Dirigibile Italia (pag.50), una scelta ideale per attraversare ambienti freddi e umidi.

Per la collezione Autunno-Inverno, Tucano Urbano è pronta a vestire tutti i motociclisti con una linea di abbigliamento e accessori. Tra le novità più interessanti il nuovo bomber, sempre più innovativo e adatto a tutte le esigenze, ICEMAN. Il nuovo prodotto firmato Tucano Urbano è realizzato in vera pelle ovina vintage washed, certificato CE Classe A, con protezione dall’abrasione e dall’impatto, senza limitare il movimento al motocilcista. Un mix perfetto perfetto per l'inverno. ICEMAN is coming.

HOUSE 99 Uno degli uomini più influenti nel panorama sportivo, reso celebre grazie al suo talento come giocatore di calcio e per la sua immagine, sempre curata, sempre attenta allo stile. David Beckham crea la sua nuova linea dedicata alla bellezza dell'uomo. House 99 fonde la cultura e lo stile, creando un mix perfetto per gli uomini moderni. Oggi non ci sono più look che definisca un uomo, non esistono più i confini. Ogni nuovo taglio, ogni nuovo stile ridefiniscono il culto dell'hipster, del portamento, della qualità della bellezza. House 99 è la nuova linea di grooming per l'uomo di oggi, di domani e di sempre.

LOTTO

ISLE OF MAN

T U D O R B L A C K D AY F I F T Y - E I G H T

Se pensiamo a Lotto, pensiamo a un marchio che ha da sempre fatto la storia dello sport. Dal tennis al calcio, dalle scarpe alle magliette. Quest'anno l'azienda di Montebelluna compie 45 anni e per questo importante traguardo ha deciso di raccontare questa storia lunga quasi mezzo secolo attraverso 45 cimeli. Tra gli oggetti più significativi c'è la Newk, la scarpa indossata da John Newcombe, vincitore di 31 tornei singoli a metà degli anni Settanta. Sempre nella stessa fascia temporale, tra i cimeli troviamo la Black Star, la scarpa da calcio indossata da Dino Zoff, uno dei portieri più forti della storia del calcio.

La celebrazione degli impavidi e degli intrepidi per coloro che ridono di fronte alla possibilità di sfidare la morte. Fragranza per gli spiriti liberi, per chi ha una dipendenza da adrenalina e per chi sa cosa significa vivere andando oltre i propri limiti. Quando la vita è in bilico ci si sente vivi, ci si sente veri. Isle of Man non è solo un profumo ispirato alle corse, ma è ispirato alla filosofia del vivere intensamente, ogni secondo come se fosse l'ultimo. La vita dovrebbe tutto tranne noiosa. La direzione artistica di David Frossard sviluppa per la Maison Frapin profumi eccezionali che traggono ispirazione dal suo universo, dal territorio, dal cognac e dallo stile di vita francese. Il fascino del racing, del rischio, della velocità, legato agli autentici profumi, sapori ed emozioni dell'azienda francese donano a chi se li porta addosso la libertà di esprimere il proprio stile e la propria unicità.

Ma quanto conta essere eleganti, alla moda e cool? A volte niente, a volte conta davvero. Ma quando hai sul polso un Tudor, del resto non te ne frega niente. Ci sei tu, lui, e il resto del mondo che gira intorno. Questo Black Bay Fifty-Eight ha una cassa da 39 mm in acciaio, movimento a carica automatica di manifattura con autonomia di circa 70 ore, bracciale in acciaio.

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SOMMARIO & STAFF

RIDERS MAGAZINE

NOVEMBRE 2018

SPECIAL FREE ISSUE

18 THE PAST OF THE FAST

Roberto Parodi Direttore Responsabile Fabio Fagnani Coordinatore Editoriale Elisa Anastasino Direttore Moda Max Schenetti Photo Editor Alberto Cecotti Responsabile Moto Stefania Freri Grafica Eleonora Dal Prà Web Editor

26 OLTRE LA LEGGENDA

Laura Mandelli Redazione

TESTI Raffaele Paolucci, Alberto Cecotti, Roberto Parodi, Fabio Fagnani, Stefano Russo

32 PEDALA SEMPLICE Riders Italian Magazine è edito da Milano Fashion Library Srl Chairman Diego Valisi dvalisi@milanofashionlibrary.it Headquarter Corso Colombo 9 20144 Milano Tel. +39 02 83311200 info@milanofashionlibrary.it www.bibliotecadellamoda.it

46 GUIDA PULITA

Pubblicità Advertising Milano Fashion Library Srl Via Alessandria 8 20144 Milano Tel. +39 02 58153206 www.milanofashionlibrary.it Responsabile testata Paola Cordone pcordone@milanofashionlibrary.it

Distribuzione Italia m-Dis Distribuzione Media S.p.A. Via Cazzaniga, 1 -20132 Milano T-02-25821 F-0225825306 E info-service@m-dis.it

SOMMARIO

Stampa Rotopress International srl Via Brecce – 60025 Loreto (AN) Tel. 071 9747511 Via E. Mattei, 106 – 40138 Bologna – Tel. 051 4592111

ISSN 1972-4136 © 2014 Milano Fashion Library Registrazione al trib. di Milano n. 96 del 20/02/2007 Per le immagini senza crediti l’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. L’editore è a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorre nei loro confronti.

W ridersmagazine.it | T 02 83311211

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Lo sconto è computato sul prezzo di copertina al lordo di offerte promozionali edicola. La presente offerta, in conformità con l’art.45 e ss. del codice del consumo, è formulata da Milano Fashion Library Srl. Puoi recedere entro 14 giorni dalla ricezione del primo numero. Per maggiori informazioni visita www.abbonamenti.it/cga

Poste Italiane Spa-Sped. in A.P. - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/ 2004 n.46) Art.1 comma 1, LOM/MI

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