Francesco. Un Papa… dalla fine del mondo

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I primi passi‌

Jorge Mario Bergoglio è nato nella capitale argentina il 17 dicembre 1936, da una famiglia di origine astigiana emigrata in Argentina: suo padre Mario faceva il ragioniere, impiegato delle ferrovie, mentre sua madre Regina Sivori, si occupava dell’educazione di cinque figli: Oscar, Marta, Alberto, Maria Elena. Il piccolo Jorge viene battezzato nel Natale del 1936 da Padre Enrico Pizzoli nella basilica di San Carlos Borromeo y Maria Auxiliadora, nel barrio Almagro, parrocchia officiata dai salesiani. Vicino casa, nel collegio Nuestra Senora de la Misericordia, nella cappella di Santa Francesca 11


Cabrini, farà la prima comunione. Cresce a Buenos Aires e inizia le scuole elementari alla Escuela n.8. Le suore ricordano ancora la sua maestra suor Dolores Tatolo che seguiva da vicino il suo piccolo grande allievo, del quale diceva: “Salirà molto in alto…”. Entra in collegio “Don Bosco” dopo gli anni della scuola elementare a causa della saluto precaria di mamma Regina e qui frequenta gli anni della scuola media. Cosi Bergoglio descrive quegli anni in una lettera del 1980 a Padre Cayetano Bruno, storico della Congregazione Salesiana in Argentina, pubblicata il 30 gennaio 2014 sull’”Osservatore Romano”…

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“La vita in collegio era un tutto. Ci si immergeva in una trama di vita, preparata in modo che non ci fosse tempo ozioso. Il giorno passava come un lampo, senza che uno avesse tempo di annoiarsi. Mi sentivo immerso in un mondo che non aveva nulla di artificiale… La cosa più naturale era andare a Messa la mattina, come fare colazione, andare a lezione, giocare. Il collegio creava una cultura cattolica che non era bigottismo. Iniziavo a dare un senso alle cose. Nel collegio imparai a studiare. Le ore dello studio, il silenzio creavano un senso di concentrazione, di dominio della dispersione. Lo sport era un aspetto fondamentale della nostra vita. Si giocava bene e molto. Aveva una certa importanza la dimensione della competizione; ci insegnavano a competere bene e a competere da cristiani. Un’altra dimensione chiave era la preghiera. Una pietà virile, adeguata all’età. La devozione alla santissima Vergine la impressero in me con il fuoco. Era la consapevolezza di avere una Madre che si prende cura di me sempre. La vocazione sacerdotale l’avevo sentita per la prima volta a Ramos Mejìa …ma iniziava la scuola secondaria...”. Jorge frequentava la scuola secondaria industriale Hipolito Yrogoyu. Si diplomava come perito chimico nel 1955 al termine dei corsi, durante i quali aveva lavorato come addetto alle pulizie negli uffici dell’impresa di cui il padre era dipendente. Gli anni dell’adolescenza passavano nella casa di Membrillar. Il sabato ascoltava alla radio le opere liriche, e la domenica la famiglia al completo andava a vedere le partite della squadra locale San Lorenzo 13


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