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III.10. Leggenda »
internazionale con l’editore francese P.O.L., presso cui escono le Oeuvres Complètes prefate e tradotte da Jean Paul Manganaro13 . hanno accompagnato l’attività artistica di Bene, come ad esempio 1995 lo nomina Chevalier de l’Ordre des Arts e des Lettres o il Premio Schlesinger, istituito da Eugenio Montale e consegnatogli da Riccardo Muti l’11 luglio del 2000 per il poema 14 , proprio non si riesce a comprendere come a Carmelo Bene autore
Certo il rapporto fra la critica e Bene non è mai stato idilliaco, e l’autore stesso non le manda a dire quando si tratta di deni-
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ne, la revocabilità di ogni formazione conoscitiva […]. Quando Romeo e Giulietta è in scena a Parigi, molti ‘maestri’ sono in sala. Carmelo Bene incontra Klossowski “eternoritornante e come me infantile, deciso a non morire prima d’avermi visto recitare il suo Bafometto” e poi Dalì, Lacan, Manganaro e Deleuze». Giancarlo Dotto riporta inoltre un giudizio lusinghiero dell’Enciclopedia Francese: «Carmelo Bene, una delle presenze Orson Welles»: Si veda C. BENE, G. DOTTO, Vita di Carmelo Bene, Milano, Bompiani, 1998, p. 416. 13 Cfr. C. BENE, Notre-Dame-des-turcs. Oeuvres complètes I, Parigi, P.O.L., 2003; ID., Thèâtre. Oeuvres complètes II, Parigi, P.O.L., 2004; ID., Polémiques et inédits. Oeuvres complètes III, Parigi, P. O. L., 2012. 14 2000. A proposito dei premi conferiti a Carmelo Bene, rimandiamo anche al divertente articolo di C. MALTESE pubblicato su «La Repubblica» del 20 novembre 2000: «Appena sommerso da una slavina di premi per il poema , “opera di altissima macelleria” dove il maestro, tumulato da tempo e senza rimpianti il cadavere del teatro, si dedica suoi sopravvalutati Montale e Quasimodo, per tornare all’ottima pagina portante opera poetica del secolo».
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grare il lavoro dell’esegeta. Egli, infatti, riprendendo una celebre letto in un domicilio altrui»15, esplicitando il concetto non proprio con pacatezza:
Sicché questo loro sguazzare in “fatti” altrui non nasce come vocazione. Vocazione non è. (Disavventure editoriali, frustrazione, Roma mediazione, piccoli esercenti, non sarete mai donne rispettabili e nemmeno puttane. Voi siete dei travesti di provincia. Via il rossetto e al catasto, alla catasta di legna da ardere. Voi siete i travestiti. Per voi non c’è salvezza, perché avete della capra e del cavolo (cazzo). Protoidioti dell’assenza, un bel niente si vuole da voi! Cantautori del mai visto, spastici, convitati di pietra, notai della lingua italiana, alpini da pianura, pescatori di perle da bancarella, stronzi vespasiani degli dei! Cristomani, fare! […]. Mitomani del c’era una volta l’opera d’un altro […] mi piangerebbe il cuore se mi risparmiassi dall’inviare anche voi specialmente a fare in culo!16
schina presunzione di chi si arroga un diritto che non gli compete, dal momento che il critico non partecipa in alcun modo del logo in senso squisitamente wildeano, ossia non esiste per lui un grande critico che non sia innanzi tutto un grande artista (The Critic as artist come dialogo fra pari. Si noti, a proposito, come Bene consideri i propri lavori teatrali su Shakespeare delle vere e proprie letture
15 C. BENE, Il teatro senza spettacolo, Venezia, Marsilio, 1990, p. 24. 16 ID., L’orecchio mancante, Milano, Feltrinelli, 1970, pp. 17 e sgg.
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nomi del calibro di Flaiano17, Arbasino18 o Moravia19, tutti scrittori-critici impegnati in prima persona in una originale produzione letteraria. Bene non tollera tuttologi e mestieranti:
Se qui ci occupassimo del nucleare non interverrebbe nessuno: invece sarebbe paradossalmente un argomento più semplice e trattabile anche se richiederebbe uno studio serio ed approfondito di matematica e poesia che dovrebbe essere proibita ed interdetta […]. La grande poesia si rivolge solo ai poeti. Se ne offendano pure i “lettori comuni”20 .
In arte, dunque, non si scende a compromessi con nessuno l’arte di Carmelo Bene è, paradossalmente, «ricerca interdetta al pubblico […], necessità preclusa a ogni cultura della mediazione», come recita in epigrafe Il teatro senza spettacolo. Su questo «Per concludere, se il mio Discorso ti piacerà, ne caverai diletto; e, se no, poco m’importa, perché io, di te, non so che farmene.
17 Cfr. E. FLAIANO, Salomè di Carmelo Bene (da Oscar Wilde), in ID., Lo spettatore addormentato, ora in C. BENE, Opere, cit., pp. 1383-1387. Flaiano fu uno dei primissimi estimatori di Carmelo Bene: «Come po ; «Io credo nella necessità di una certa follia, e sempre per dirla con Wilde, credo che ci siano due modi di non amare l’arte: il primo consiste nel non amarla, il secondo nell’amarla razional Gioconda, ma non ho niente da dire a chi la prende a pugnalate» (1387). 18 Cfr. A. ARBASINO, , Milano, Feltrinelli, 1965, ora in C. BENE, Opere, cit., pp. 1399-1404. 19 Cfr. A. MORAVIA, intervento su Nostra Signora dei Turchi, in ID., Al cinema 20 C. BENE, Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile), in
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Vale»21. Esasperando una celebre formula manzoniana, è lo stesso Bene a segnalare che i suoi destinatari, i suoi ‘lettori ideali’, 22. Egli sa che i libri non sono fatti per ‘divertire’, qui inteso in senso etimologico, i consumatori occasionali di letteratura; non cerca proseliti e non se ne fa né un problema né un vanto: «Anch’io ho scritto tre libri, inutili, perché non c’è fruizione, non c’è neanche 23 . L’autore che si vuole presentare, come si vedrà diffusamente nel corso del primo capitolo, lavora proprio sui buchi neri del processo ermeneutico, sui ‘guasti’ del circuito della comunicazione letteraria: siamo di fronte a uno scrittore anomalo che indirizza paradossalmente la propria ricerca «contro la rappresentazione»24 . qualsivoglia scienza o politica: esprime il disagio del vivere, e dell’essere artista allo stato puro, insofferente di mediazioni, spiegazioni, sistemazioni»25
21 C. BENE, L’orecchio mancante, cit., p. 11. 22 E. CHALUJA, J. FILLION, G. MINGRONE, S. SCHADHAUSER, Conversazione con Carmelo Bene, intervista inedita registrata al magnetofono, Roma, 5 dicembre 1969, ora in AA.VV, Carmelo Bene contro il cinema, a c. di E. Morreale, Roma, Minimum Fax, 2011, p. 38. 23 A. APRÀ, G. MENON, Conversazione con Carmelo Bene, registrata al magnetofono a Roma nel maggio 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., p. 87. 24 P. GIACCHÉ, G. FOFI, Introduzione, in AA.VV., Per Carmelo Bene, Milano, Linea d’ombra, p. 5: «Bene, forse il solo che abbia saputo attraversare i linguaggi più diversi e combinarli in una stessa riuscitissima musica, sono i materiali e i territori di numerosissime scritture, letterarie 25 G. FOFI, Tutto il Bene possibile, in AA.VV., Per Carmelo Bene, Mila-
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critica, a inquadrarlo in scuole, generi o correnti. E d’altronde «come si fa a incasellare il soggetto che nello specchio ci entra, che si confronta oltre i simulacri del mondo con il vuoto, con il 26 . certa cautela da parte dei critici a inoltrarsi in un territorio così insidioso. Uno dei principali interventi sulla poesia di Bene, l’introduzione scritta da Sergio Fava a , si affretta ad ammonire gli eventuali temerari: «Un affettuoso invito ad ogni solerte esegeta a non occuparsene in quanto si esporrebbe al suo si ritroverebbe poi occupato, lui sì, dal Poema»27. Questa prudenza ha anche altre motivazioni. Innanzitutto l’intelligente lettura che Bene fa del proprio lavoro limita, di fatto, la libertà d’azione del critico, obbligandolo a percorsi guidati da cui non è consentito scartare: «Non è quasi possibile dire sull’opera di Bene cose più intelligenti di quelle che Bene stesso sparge nei suoi scritti e nelle sue dichiarazioni. E il rischio maggiore è semmai quello di essere attirati sul suo terreno, di scimmiottarne lo stile, di “beneggiare”, con esiti ovviamente miserabili»28; ma c’è, soprattutto, una ragione di fondo più sottile che è costituita dalla premessa di tutta l’opera beniana, e cioè, come si diceva, quel corto circuito della comunicazione letteraria, quell’impossibilità interpretativa generale che di fatto relega il critico in una sorta di vicolo cieco e che Gianni Turchetta ha brillantemente illustrato in un suo studio:
no, Linea d’ombra, 1995, p. 11. 26 Ivi, p. 13. 27 S. FAVA, Presentazione, in C. BENE, , Milano, Bompiani, 2000, p. VIII. 28 E. MORREALE, Prefazione, in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., p. 6.
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Occuparsi di Carmelo Bene dalla posizione del “critico lettera si” […]. Un’ammissione che per il critico letterario è particolarmente sgradevole: l’impossibilità cioè dell’interpretazione. Il discorso “letterario” (chiamiamolo per comodità così) di Carmelo Bene ci segnala, la propria irriducibilità all’interpretazione. Esso non si limita infatti ad come una vera e propria interruzione del normale circuito ermeneutico, ostentando la propria costitutiva in-interpretabilità, il proprio essere un gesto comunicativo “che nel suo compiersi si disapprova”[…]. Verrebbe da dire che tutto il lavoro di Bene […] possa essere interpretato come un’intenzionale, sistematica sospensione della possibilità stessa dell’interpretazione […], l’impossibilità strutturale, costitutiva, di considerare compiuta […]. Una qualsiasi sintesi interpretativa, l’inevitabile perplessità del lettore-spettatore, la cui interpretazione resta per così dire impone a chi la compie un invincibile sentimento di inadeguatezza. In altre parole: sentirsi stupido, per chi ha a che vedere con un gesto comunicativo di Carmelo Bene, è un fatto necessario, non accessorio […]. In essere consapevoli di non sapere, di ammettere che leggere Bene bene 29 .
Per superare questo paradosso epistemologico costitutivo, non resta dunque altro da fare, ammonisce Turchetta, che dismettere gli abiti della critica tradizionale, poiché un approccio esegetico di tipo strutturalista, simbolico, psicoanalitico, sociologico o storicistico potrebbe rivelarsi inadeguato; il metodo da lui proposto consiste, invece, nel «lavorare all’intersezione fra discorsi
29 G. TURCHETTA, Cambiarsi d’abito: la scrittura senza spettacolo. Carmelo Bene scrittore, in AA.VV., Per Carmelo Bene, cit., p. 86.
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di tipo diverso, cercando di ritagliare un nostro genere discorsivo attraverso lo sfruttamento di altre forme meglio delineate»30 .
Per le opere letterarie di Carmelo Bene non è possibile ricorrere alle tradizionali distinzioni di genere, dal momento che le caratteristiche delle sue pubblicazioni fanno pensare, piuttosto, ad una contaminazione di generi letterari differenti, al limite fra Nel presente studio abbiamo scelto di limitare l’analisi alla produzione poetica e alle opere dichiaratamente narrative, quelle, cioè, esplicitamente licenziate dall’autore come «romanzo» o «rac attenzione dedicata all’intero corpus dell’opera beniana, è stato circoscritto alle sole Nostra Signora dei Turchi31 , Credito Italiano V.E.R.D.I.32 e Lorenzaccio33 per quanto riguarda la produzione narrativa, di cui si darà conto diffusamente nel secondo capitolo; e a Pentesilea. Ovvero della Vulnerabile invulnerabilità e necro 34 , 35 e il poema inedito Leggenda per quanto riguarda la produzione poetica di cui si parlerà nel terzo e ultimo capitolo. Questa delimitazione servirà da bussola per navigare nel mare magnum dell’opera letteraria beniana, un’opera che ci obbliga a fare i conti con una sistematica infrazione dei generi e dei codici tradizionali: «Una cosa possiamo scriverla, metterla in musica, parlarla, berla, ci possiamo fare tutto»36 ,
30 Ivi, p. 87. 31 C. BENE, Nostra Signora dei Turchi, Milano, Sugar, 1966. 32 ID., Credito italiano V.E.R.D.I., Milano, Sugar, 1967. 33 ID., Lorenzaccio, Roma, Nostra Signora Editrice, 1986. 34 ID., in Achille, Roma, Nostra Signora Editrice, 1994. 35 ID., , Milano, Bompiani, 2000. 36 N. SIMSOLO, Carmelo Bene: Capricci, in «Cahiers du cinema», n. 213, 1969, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., p. 31.
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Io non scrivo, canto»37. Una prassi, questa, che non è semplice della neoavanguardia, ma il risultato di una complessa e sofferta meditazione teoretica ed estetica che sta alla base dell’intero edi simo Juan de La Cruz, si auto-impone di «eccedere le forme»: «È to ogni imbellettamento critico dell’esistenza», afferma Carmelo Bene nel suo video-testamento 4 momenti su tutto il nulla38 .
La maggior parte dei critici ha interpretato l’intera produzione letteraria di Bene, pur non privandola dello status di prodotto letterario autonomo, come propedeutica e funzionale alla produzione teatrale. Elisa Ragni, ad esempio, nel saggio intitolato, appunto, Il libro di teatro di Carmelo Bene, giudica i lavori letterari come «tappe dell’incessante ricerca artistica di Bene e collegati alla sua idea di teatro»39, asserendo inoltre che
la pagina diventa un momento di creazione dello spettacolo, momento che istituendo un legame indissolubile con la scena […], perché ogni scritto, indipendentemente dalla forma in cui si presenta, è materiale per l’esecuzione attoriale o, comunque, concorre alla progettazione dello spettacolo40 .
Anche Piergiorgio Giacché insiste più volte sulla presunta preminenza del teatro nella ricerca artistica di Bene:
37 A. APRÀ, G. MENON, Conversazione con Carmelo Bene, cit., p. 72. 38 C. BENE, 4 momenti su tutto il nulla, 2002, quattro puntate televisive registrate da Carmelo Bene per Rai Due Palcoscenico nel 2001. 39 E. RAGNI, Il libro di teatro di Carmelo Bene, cit., p. 2 40 Ibidem.
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Da subito, in modo consapevole anche se non esplicito, Bene deve aver avvertito che soltanto nel teatro era rimasta un’ombra di vitalità ovvero una possibilità di schopenhaueriana “volontà”; che dunque solo nel teatro e con il teatro si dava ancora modo di disdire l’arte come consolazione e disfare l’arte come rappresentazione, e accelerare o accendere più ovvia che è quella di essere – essenzialmente, se non esclusivamente – un attore41 .
Tali assunti possono sembrare, a prima vista, lapalissiani: Carmelo Bene è, di fatto, universalmente riconosciuto come uno dei principali attori del Novecento, salutato prima come l’enfant prodige, sue opere letterarie non possono che essere inquadrate, al limite, nell’ottica di una letteratura teatrale42. Dal nostro punto di vista,
41 P. GIACCHÉ, Carmelo Bene. Antropologia di una macchina attoriale, Milano, Bompiani, 2007 (I ed. 1997), p. XI. A tal proposito si veda anche ID., A Carmelo Bene. Introduzione (e panegirico), in AA.VV., Lorenzaccio e il teatro di Bene e la pittura di Bacon, Milano, Linea d’ombra, di chi ascolta un suo disco: né la tecnologia né la confezione sfuggono all’etichetta ‘teatrale’ che si riconosce ovunque, non come un’aggiunta ma come un’evocazione. Un ‘teatrale’ che non vale come aggettivo, ma Anzi, contro ogni evidenza». 42 F. VAZZOLER, Il “funerale dell’orale”, cit.: «Credo si debba oggi, ormai, dare acquisita – non più solo nella consapevolezza teorica della critica za) del pubblico (almeno di quello più avveduto) – la piena autorialità del lavoro dell’attore (a partire dall’Ottocento, con Modena, la Ristori, Salvini). A maggior ragione, questo ruolo autoriale va riconosciuto se si tratta, come nel caso di Bene, di una autorialità davvero creatrice sulla scena e inventrice di un linguaggio teatrale non solo originale e personale, ma totalmente innovativo (e a proposito di Carmelo Bene credo sia
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invece, le cose non stanno solo così. Carmelo Bene è stato un artista completo: pochi come lui sono riusciti a raggiungere esiti così elevati in discipline diverse come il teatro, il cinema, la specula cercheremo di sviluppare nel corso del nostro studio, Carmelo essere così ribaltata: nella ricerca artistica di Carmelo Bene è la poesia che precede il teatro: «La rigorosa indisciplina del poieinprattein di Carmelo Bene» – afferma Fava – «è ormai universalmente consacrata, nella sua accezione interdisciplinare (teatro, cinema, letteratura, musica), Poesia»43. La presenza della poesia, ora come voce perentoria, ora come eco, avrà un ruolo determinante, come vedremo, persino nella sua produzione narrativa che, per alcune soluzioni retorico-stilistiche adottate, rimanda alle caratteristiche peculiari del prosimetro.
Gli scritti di Bene non rientrano nel campo della letteratura teatrale ma in quello della letteratura tout court: «CB è stato un poeta (l’essere integrale di poesia di cui parlava Artaud) non solo ‘teatrale’» – sottolinea Antonio Attisani – «e la sua scomparsa ci lascia un insieme di opere di tutto rispetto, anzi fondamentali per alcune generazioni a venire, soprattutto ma non solo in Italia»44 . La sua ricerca ci conduce in un territorio ancora poco esplorato, oltre le colonne d’Ercole della tradizione poetica del Novecento. Carmelo Bene si propone di applicare alla poesia italiana quello che Gadda aveva applicato alla prosa, ossia un imponente lavoro linguaggio. Gadda, Pizzuto, Brancati sono stati in questo senso dei geni in prosa, ma in poesia non c’è un analogo. Non c’è un
canonico, per non dire scontato, rifarsi all’idea di scrittura scenica)». 43 S. FAVA, Presentazione in C. BENE, , cit., p. XIV. 44 A. ATTISANI, Meno opinioni e opere di Bene, in G. Costa (a c. di), A CB. A Carmelo Bene, Roma, Editoria e Spettacolo, 2003, p. 20.
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Gadda della poesia»45. Semmai è da rimarcare come Bene sia uno scrittore particolarmente attento ai tratti soprasegmentali della comunicazione poetica, all’esecuzione orale, e di conseguenza agli aspetti fonetici, ritmici, e soprattutto musicali del verso, richiamandosi (ma non solo per queste ragioni), a una ricca tradizione si vuole, ‘scrittura vocale’: «Unendo la Grecia di Nietzsche con co, si coglie l’essenza del cantore, dell’autore Carmelo Bene […]. Quindi cantore, poeta, non attore»46 .
Poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e, soprattutto – ribadisce Bene – urgenza, vita, sofferenza È scontento, anche nei casi più “felici”. È risuonar del dire oltre il concetto. È intervallo musicale d’altezza, lirico, in che si dice detta la delusione di quell’altro intervallo (distanza) tra il “pensato” e il suo riporto sulla pagina. È l’abisso che scinde orale e scritto47 .
A proposito della maniacale attenzione riservata da Bene alla prosodia, una sua attrice ricorda: «Un giorno mi fece sedere a un tavolo con carta e penna dettandomi le regole e i compiti che mi avrebbero preparata al lavoro con lui. Proibizione assoluta un consistente numero di ore al giorno; solo la metrica era concessa come “materia teatrale”»48. Per Carmelo Bene – come, appunto,
45 C. BENE, Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile), in 46 S. COLOMBA, intervento, in C. BENE, La voce di Narciso, Milano, Il Saggiatore, 1982, p. 110. 47 C. BENE, Sono apparso alla Madonna, cit., p. 111. 48 S. PASELLO, Intervento, in G. Costa (a c. d), A CB. A Carmelo Bene, cit., p. 37.
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scritta ma nell’atto performativo, nell’esecuzione orale: la poesia è «gioco sovrano del suono (l’abbandono) in quanto testo del dire che la voce scrive in pieno mercato di scena»49 possiamo affermare che «capita di sentire o di sapere (una volta di più) che, nella volgarità del presente, nessuno è più poeta e più vate di lui, che sa che anche la tragedia è insensata, che la sua eco, 50 .
Carmelo Bene scrittore, dunque, e, più precisamente, Carmelo Bene poeta: è la chiave di lettura che proponiamo col presente lavoro, consapevoli del fatto che si tratterà di argomentare con scrupolo tale tesi per cercare di forzare non poche sacche di resistenza da parte della critica contemporanea, restia a storicizzare gli autori ritenuti più eccentrici, gli eslege o, come li chiama Bene, «i diversi»:
Quanto alla storia della letteratura italiana del Novecento (vi sono escluso o mal tollerato, deo gratias), “è meglio non parlare”. […]. I Lan […] In questa nostra disimperata decadenza provincial-cinecittadinesca, “righe”. […]. Sicché l’ostilità tra “detto” e “scritto” è soppiantata dallo scriver di massa, destinato non certo a quei rarissimi scrittori “nati” che s’astengono così dal leggere contemporaneo come dallo scrivere. Tutto come profetizzato in Giacomo Leopardi, anno 1820; chè oggidì l’apice d’uno scrittore è inerpicarsi sulle plumbee colonne d’un giornale e – come in qualunque sagra patronale –, scalate queste, assidersi e redigere salgariane storie mondiali di guerre e bagatelles consimili51 .
Tra l’«orrevol gente» che abita le vallette della letteratura Bene, l’ultimo trovatore.
49 C. BENE, Sono apparso alla Madonna, cit., p. 113. 50 G. FOFI, Tutto il Bene possibile, in Aa.Vv., Per Carmelo Bene, cit., p. 14. 51 C. BENE, Sono apparso alla Madonna, cit., p. 47.
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1) OPERE DI CARMELO BENE
Volumi:
Pinocchio e Proposte per il teatro, Milano, Lerici, 1964. Nostra Signora dei Turchi, Milano, Sugar, 1966 (Riedizione con prefazione di U. Volli, Milano, Sugarco, 1978; riedizione con introduzione di M. Grande, Milano, Bompiani, 2005). Credito italiano V.E.R.D.I., Milano, Sugar, 1967. L’orecchio mancante, Milano, Feltrinelli, 1970. A boccaperta, Torino, Einaudi, 1976. (Contiene: Giuseppe Desa da Copertino. A boccaperta; S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina. Spettacolo in due aberrazioni; Ritratto di signora del cavalier Masoch per intercessione della beata Maria Goretti. Spettacolo in due incubi); riedizione del solo A boccaperta, Milano, Linea d’ombra, 1993. Il rosa e il nero, in F. QUADRI, L’avanguardia teatrale in Italia, Torino, Einaudi, 1977, pp. 71-128. (Riedizione Il rosa e il nero. Invenzione da Il Monaco di M. G. Lewis, Firenze, Giusti, 1979). Carmelo Bene. Dramaturgie, Paris, Garnier, 1977. (Contiene la traduzione in francese di S.A.D.E. a cura di J. P. Manganaro e D. Dubroca oltre a scritti di J. Guinot e F. Quadri). C. BENE, G. DELEUZE, Sovrapposizioni. Riccardo III di Carmelo Bene. Un manifesto di meno di Gilles Deleuze, Milano, Feltrinelli, 1978. (Nuova edizione Macerata, Quodlibet, 2002; poi ristampato nel 2006). Pinocchio, Firenze, Giusti, 1978. Manfred, Firenze, Giusti, 1980.
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Pinocchio, seguito da Pinocchio o lo spettacolo della Provvidenza (distrazioni a due voci tra scena e quinta) di G. Dotto, Firenze, La casa Usher, 1981. , Milano, Feltrinelli, 1981. La voce di Narciso, Milano, Il Saggiatore, 1982. Sono apparso alla Madonna.Vie d’(H)eros(es), Milano, Longanesi, 1983 (Riedizione con postfazione di P. Giacché, Milano, Bompiani, 2005). C. BENE, G. DI LEVA, L’Adelchi o della volgarità del politico, Milano, Longanesi, 1984. Lorenzaccio, seguito da La grandiosità del vano di M. Grande, Roma, Nostra Signora Editrice, 1986. La ricerca teatrale nella rappresentazione di Stato, in AA. VV., La ricerca impossibile. Biennale teatro 89, a cura di C. Bene, Venezia, Marsilio, 1990. Lorenzaccio, in AA. VV., Il teatro senza spettacolo, a cura di C. Bene, Venezia, Marsilio, 1990. Lorenzaccio, in P. GIACCHÉ, G. FOFI, Lorenzaccio e il teatro di Bene e la pittura di Bacon, Milano, Linea d’ombra, 1993. to incidentato. Versioni da Stazio Omero Kleist, Roma, Nostra Signora Editrice, 1994. , Milano, Bompiani, 1995. C. BENE, E. GHEZZI, Discorso su due piedi (il calcio), Milano, Bompiani, 1998; III edizione 2007. C. BENE, G. DOTTO, Vita di Carmelo Bene, Milano, Bompiani, 1998. , Milano, Bompiani, 2000. Notre Dame des turcs. Œuvres complètes I, suivi de Autographie d’un portrait, traduit de l’italien et préfacé par Jean-Paul Manganaro, Paris, P.O.L., 2003. Théâtre, Œuvres complètes II, Traduit de l’italien et préfacé par JeanPaul Manganaro, Paris, P.O.L., 2004.
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Polémiques et inédits, Œuvres complètes III, Traduit de l’italien et préfacé par Jean-Paul Manganaro, Paris, P.O.L., 2012.
Opere inedite:
Leggenda, dattiloscritto inedito gentilmente messo a disposizione da “La Casa dei Teatri”-“Fondo Bene” di Roma.
Interventi:
Con Pinocchio sullo schermo (e fuori) e Cinque brani della sceneggiatura, con premessa di C. Augias, in “Sipario”, n. 244-245, agosto-settembre 1966, pp. 92-96. (Contiene tre blocchi di scene di Pinocchio dappertutto, sceneggiatura di C. Bene in collaborazione con N. Risi). Arden of Federsham riproposto così da C. Bene e S. Siniscalchi, in “Sipario”, n. 259, novembre 1967, pp. 36-39. Gli attori e la categoria, in “Sipario”, n. 264, aprile 1968, p. 18. A proposito di Kenneth Tynan, in “Teatro”, n. 3-4, estate-autunno 1968, pp. 72-74. Comunicativa e corruzione, in “Teatro”, n. 1, NS, 1969, pp. 64-67. S.A.D.E. (Extrait), in “Travail Théâtral”, n. 27, Lausanne, avril-juin 1977, pp. 85-89. Fragments pour un auto-portrait, in “Les Nouvelles Littéraires”, Paris, 22 settembre 1977. Non fate il mio nome invano, in “Paese Sera”, 28 maggio 1978. Discorso sull’attore (1), in “Paese Sera”, 10 luglio 1978. Discorso sull’attore. L’avvento della donna (2), in “Paese Sera”, 17 luglio 1978. Piccola storia dell’attore. Tra cerimonia e verità (3), in “Paese Sera”, 20 luglio 1978.
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Il pubblico, in “Notiziario degli spettacoli”, n. 3, 1978. Caro critico, ma tu credi il mio teatro educativo?, in “La Stampa”, 16 febbraio 1979. Niente scuole (a cura di S. Colomba), in “Sipario degli Attori”, anno XXXV, n. 405, II trimestre 1980, pp. 54-55. Prefazione in F. CUOMO, Nerone, Spirali, 1981. Amore e phonè - tragicommedia in due atti (trascrizione di una lezione-conferenza di Carmelo Bene tenuta al Teatro Argentina di Roma il 18 gennaio 1984, in “Il Patalogo”, 7, 1984. Brutti matti, in “Dove sta Zazà. Rivista di cultura meridionale”, nn. 3-4, Pironti ed., 1994. Carmelo Bene (frammenti dal “Maurizio Costanzo Show” del 27/6/1994, selezionati e rielaborati da S. Fava), in “Panta – Conversazioni”, n. 15, 1997, pp. 57-63. Nulla patria inprofeta, poesia di Carmelo Bene, in AA. VV., Prolegomeni a l’immemoriale, Lecce, Argo-Orionestudi, 1995. Tiratura limitata a 500 esemplari numerati. Carmelo Bene. Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile). Note a margine di 2000. Autointervista (o la solitudine di un poema impossibile), in www.poe t. Lezione sull’arte, in “Lo Straniero”, anno VI, n. 22, aprile 2002. Conversazione su Dio, in “Lo Straniero”, anno VI, n. 23, maggio 2002. Bene crudele. Cattivario di Carmelo Bene (a cura di A. Attisani e M. Dotti), Viterbo, Stampa alternativa, 2004. Carmelo Bene e il cinema “Q/02. Centro Documentazione”, Palazzo delle Arti di Napoli, 2005. C. BENE, U. ARTIOLI, Un dio assente. Monologo a due voci sul teatro, Milano, Medusa, 2006.
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Profezia triste, Tormento di mezza stagione, Settembre: fuochi e salvia, poesie giovanili inedite, in “L’incantiere”, anno XVI, nuova serie, n. 60, gennaio 2009, pp. 1-3.
Interviste:
Una ricca antologia delle interviste si trova nei seguenti volumi: AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, a cura di E. Morreale, Roma, Minimum Fax, 2011; AA. VV., Panta. Carmelo Bene, a cura di L. Buoncristiano, Anno 2012, Numero 30, Milano, Bompiani, 2012. § I. MOSCATI, Carmelo Bene e Arden, in “Sipario”, n. 263, marzo 1968, p. 3. Interviste rilasciate da C. Bene in “Il Giorno”, 4 e 9 settembre 1968. J. NARBONI, Carmelo Bene: Nostra Signora dei Turchi, in “Cahiers du cinéma”, n. 206, novembre 1968, pp. 25-26, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 21-28. E. FADINI, La crisi di chi guarda, intervista con C. Bene e L. de Bernardinis sul Don Chisciotte, in “Sipario”, n. 271, novembre 1968, pp. 12-13. N. SIMSOLO, Carmelo Bene: Capricci, in “Cahiers du cinéma”, n. 213, giugno 1969, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 29-35. E. CHALUJA, J. FILLION, G. MINGRONE, S. SHADHAUSER, Conversazione con Carmelo Bene, intervista registrata al magnetofono, Roma, 5 dicembre 1969, in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 36-55. N. SIMSOLO, Incontro con Carmelo Bene, in “Image et son”, n. 235, gennaio 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 56-63.
349
O. DEL BUONO, I registi? Perché, esiste il cinema?, in “L’Europeo”, n. 31, 30 luglio 1970, poi in ID., Il comune spettatore, Garzanti, 1979, ora in AA. VV.,), Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 94-101; anche in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 229-236. Carmelo Bene: “Dovrei stare al Louvre”, in “Rivista del cinematografo”, agosto-settembre 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 102-106. A. APRÀ, G. MENON, Conversazione con Carmelo Bene, in “Cinema & Film”, nn. 11-12, estate-autunno 1970, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 64-93. J. F. LANE, Nessuno mi vuole come attore, in “L’Europeo”, 14 settembre 1972, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 237- 248. N. SIMSOLO, Carmelo Bene o della responsabilità di un’arte critica, in “Zoom”, n. 19, settembre 1973, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 107-126. C. COSTANTINI, Il teatro sono io, in “Il Messaggero”, 9 ottobre 1973. C. GODARD, Carmelo Bene: l’avant-garde est un leurre, in “Le Monde”, 9 novembre 1973. M. SORTENI, Carmelo Bene: io sono un genio, in “La domenica del Corriere”, 19 maggio 1974, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 23-29. G. TAROZZI, Niente di niente di niente (1975), in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 29-36. A. M. PAPI, Se il teatro è erotismo non si può dire che Bene, in “Il Nuovo”, 8 luglio 1975, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 37-48. P. FOGLIANI, Credo in un teatro che uccide, in “Oggi illustrato”, 1976, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 49-60. R. BIANCHI, G. LIVIO, Incontro con Carmelo Bene, in “Quarta Parete. Quaderni di ricerca teatrale”, Teatro politico 2, Stampatori ed., 1976, pp. 103-140.
350
A. ARBASINO, Sesso e svergognatezza la vera avanguardia, in “La Repubblica”, 6 febbraio 1976. C. BRUSATI, Sono la Callas del teatro, in “Corriere d’Informazione”, 15 ottobre 1976, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 61-64. G. LIOTTA, L’impossibilità di essere normale, in “Sipario”, n. 369, febbraio 1977. E. DE ANGELI, Non si può morire, da “Scena”, aprile 1977, pp. 19-20, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 65-70. C. GALIMBERTI, Sono il più grande del mondo, in “Corriere della Sera”, 15 novembre 1977. S. COLOMBA, , in “Scena”, marzo 1978, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 71-84. M. GRANDE, Amleto nel regno dell’ampex, in “Paese Sera”, 22 aprile 1978, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 249-254. T. LOUNAS, Che i vivi mi perdonino…, in “Cahiers du Cinéma”, aprile 1978, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 299-311. I. MOSCATI, Dopo il teatro e il cinema, la TV secondo Carmelo, in “Cineforum”, n. 178, ottobre 1978, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 127-135; anche in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 255-260. M. GRANDE, L’estetica del dispiacere: conversazione con Carmelo Bene, in “Cinema e cinema”, nn. 16-17, luglio-dicembre 1978, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp.136-160. F. QUADRI, I poeti cantano, non recitano. Abbasso il teatro. Coversazione con Carmelo Bene, in “Il Manifesto”, 17 febbraio 1979. P. ACQUAFREDDA, Carmelo Bene: dopo la parola, la musica, in “Paese Sera”, 3 maggio 1979, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 85-90. F. CUOMO, Giocare sul terreno dell’irrappresentabile, in “Spirali”, dicembre 1979, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 261-268.
351
M. G. GREGORI, Carmelo Bene, in ID., Il signore della scena, Feltrinelli, 1979, pp. 202-207. F. CUOMO, Il teatro è un plebiscito contro il buongusto, in “Spirali”, gennaio 1980, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 91-98. V. SERMONTI, Il manifesto di Carmelo Bene, in “l’Unità”, 1 maggio 1980, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 269-274. M. SCIALOJA, “La Merda”, poema di Carmelo Alighieri, in “L’Espresso”, 2 agosto 1981, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 99-102. N. REPACI, Pinocchio, qua uccidono i bambini, in “l’Unità”, 6 dicembre 1981, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 103-106. F. QUADRI, Colloquio con Carmelo Bene, in ID., Il teatro degli anni settanta. Tradizione e ricerca, Torino, Einaudi, 1982, pp. 329354. G. ZAZZERI, Volete la verità? Milano non mi piace, i milanesi li odio, in “La Repubblica”, 22 gennaio 1982, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 107-112. P. RELATI, L’ex “enfant terrible” senza casa, in “Gente Viaggi”, agosto 1982, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 313-318. P. CERVONE, Ora vi insegno Macbeth, in “Corriere della sera”, 17 novembre 1982. P. VAGHEGGI, Firenze? Mi è costata cara, in “La Nazione”, 6 dicembre 1982. A. BANDETTINI, La mia voce e la parola contro il teatro dell’io, in “La Repubblica”, 6 gennaio 1983. M. PASI, Carmelo Bene: io sono l’unico, in “Corriere della sera”, 6 gennaio 1983. G. GRIECO, Io la musica del nulla, in “Spirali”, ottobre 1983, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 113-120. F. QUADRI, L’Adelchi desnudo, in “Panorama”, 12 dicembre 1983, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 121-128.
352
R. SALA, Non toglieteci anche questa repressione, in “Il Messaggero”, 4 gennaio 1984, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 275-278. M. GRANDE, La senti questa voce, in “Rinascita”, 13 gennaio 1984, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 129-134 A. P. PAGANINI, Irritante, sfrontato, spaccone, “blasfemo”? Forse soltanto dannatamente solo, in “La Notte”, 14 marzo 1984, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 135-144. M. BARSOLI, Quanto ciarpame nell’altrui teatro!, in “Il Tempo”, 9 gennaio 1985. M. MOLENDINI, Non c’è nulla da criticare, in “Il Messaggero”, 13 gennaio 1987, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 145150. R. BONACINA, Il Santo del Carmelo, in “Il Sabato”, 25 febbraio 1989, pp. 56-58. U. ARTIOLI, La cena delle beffe, in “La Corte di Mantova”, 2 marzo 1989, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 151-158. E. PIRARI, Apocalittico Bene, in “Paese Sera”, 4 dicembre 1993, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 319-324. S. CHINZARI, Carmelo. L’incomprensibile, in “l’Unità”, 8 febbraio 1994, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 325-330. D. FASOLI, Parole di Bene, in “Duel”, giugno 1994, ora in E. MORREALE, Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 161-165. U. VOLLI, I vescovi entusiasti di Carmelo, in “La Repubblica”, 30 giugno 1994, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 331-334. F. ARRIVA, Io, la voce-orchestra, in “La Sicilia”, 3 agosto 1994, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 335-340. G. GIACOBBE, Il cinema arte? Ma se è un aborto, in “Il Giornale di Sicilia”, 7 agosto 1994, ora in AA. VV. Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 279-284. S. VERONESI, CB versus CINEMA, intervista inedita del 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 285-298.
353
G. FOFI, E adesso vi getterò nel panico. Intervista a Carmelo Bene, in “Sette”, supplemento al “Corriere della Sera”, 9 febbraio 1995, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 166-171, anche in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 159-164. A. MAGLIO, Io barbaro, unico vivo tra i morti, in “Quotidiano di Lecce”, 30 settembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 341-348. E. FIORE, E San Carmelo volò in convento, in “Il Mattino”, 2 ottobre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 349-354. N. SIGNORILE, , in “La Gazzetta del Mezzogiorno”, 9 novembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 355-358. A. GNOLI, Carmelo Bene, l’ultimo pornografo, in “La Repubblica”, 19 novembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 165-170. P. GIACCHÉ, San Giuseppe da Copertino, in “L’Immaginazione”, novembre 1995, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 171-176. U. VOLLI, Bene: “Esploderò in scena”, in “La Repubblica”, 28 settembre 1996, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 177182. T. LOUNAS, “Che i vivi mi perdonino…” Intervista a Carmelo Bene, in “Cahiers du cinèma”, numero fuori serie “Cinema 68”, 1998, ora in AA. VV., Carmelo Bene contro il cinema, cit., pp. 172188. A. GNOLI, Nel gran teatro dell’infamia, in “La Repubblica”, 10 novembre 1998, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 183190. A. ELKANN, Che peso essere un genio, in “La Stampa”, 22 novembre 1998, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 359-364. D. FASOLI, , in “Il Manifesto”, 12 dicembre 1998, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 191-196.
354
U. ARTIOLI, Conversazione intorno alla cena delle beffe, in “Il Castello di Elsinore”, n. 3, 1998, pp. 146-154, ora in C. BENE, U. ARTIOLI, Un dio assente, Medusa, 2006, pp. 121-136. E. MUZZI, Coscienze di legno, va in scena Pinocchio, in “Avvenimenti”, 12 settembre 1999, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 197-202. G. FOFI, Io non sono un teatrante, in “La porta aperta”, novembre-dicembre 1999, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 203-210. R. DI GIAMMARCO, Bene: “Ho riscritto ”, in “La Repubblica”, 24 novembre 1999, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 211-214. G. DOTTO, Fatemi il funerale da vivo, in “L’Espresso”, 13 gennaio 2000, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 365-370. ID., , in “Il Messaggero”, 7 giugno 2000, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 215-220. ID., In morte del fratello Vittorio, in “L’Espresso”, 13 luglio 2000, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 371-376. C. MALTESE, Il mio testamento dalla tomba al teatro, in “La Repubblica”, 20 novembre 2000, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 221-227. P. GIACCHÉ, Entelechia del Bene. Incontro con Carmelo Bene, “La porta aperta. Bimestrale del Teatro di Roma”, n. 8, novembre-dicembre 2000, pp. 48-59. E. MANSUETO, Le Puglie, terre erranti…, in “Corriere del Mezzogiorno”, 12 Settembre 2001. G. FOFI, Conversazione su Dio, in “Lo Straniero”, maggio 2002, ora in AA. VV., Panta. Carmelo Bene, cit., pp. 377-383.
355
Teatro:
Caligola di A. Camus (I edizione), regia: A. Ruggiero, Roma, Teatro delle Arti, ottobre 1959. Spettacolo-concerto Majakovskij (I edizione), Bologna, Teatro alla Ribalta, 1960. Caligola di A. Camus (II edizione), regista e protagonista C.Bene, Genova, Teatro Politeama, maggio 1961. Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde da R. L. Stevenson, Genova, Teatro la Borsa d’Arlecchino, 1961. Tre atti unici, di M. Barlocco, Genova, Teatro E. Duse, maggio 1961. Gregorio: cabaret dell’800, Roma, Teatro Ridotto dell’Eliseo, 1961. Pinocchio, da C. Collodi (I edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1961. Amleto da W. Shakespeare (I edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1961. Spettacolo-concerto Majakovskij (II edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1962. Spettacolo-concerto Majakovskij (III edizione), Roma, Teatro Laboratorio, 1962. Addio porco, (II edizione rivisitata di Gregorio: cabaret dell’800), Roma, Teatro Laboratorio, 1963. Cristo ‘63, Roma, Teatro Laboratorio, 1963. Edoardo II da C. Marlowe, Roma, Teatro Arlecchino, 1963. I polacchi (Ubu Roi) Salomè da O. Wilde, Roma, Teatro dei Satiri, 1963. La storia di Sawney Bean di R. Lenici, Roma, Teatro delle Arti, 1964. Manon, dal romanzo dell’Abate Prévost, Roma, Teatro Arlecchino, 1964. Faust o Margherita, di C. Bene. e F. Cuomo, Roma, Teatro dei Satiri, 4 gennaio 1966.
356
Pinocchio 66 da C. Collodi (II edizione), Roma, Teatro Centrale, 1966. Pinocchio 18 febbraio 1966. Il rosa e il nero, invenzione da Il monaco di M. G. Lewis, Roma, Teatro delle Muse, 12 ottobre 1966. Nostra Signora dei Turchi (I edizione), Roma, Teatro Beat 72, 1° dicembre 1966. Salomè di O. Wilde (II edizione), Roma, Teatro Beat 72, marzo 1967. da W. Shakespeare e J. Laforgue (II edizione), Roma, Teatro Beat 72, aprile 1967. Salvatore Giuliano, vita di una rosa rossa, di N. Massari, Roma, Teatro Beat 72, aprile 1967. Arden of Feversham, di anonimo elisabettiano, Roma, Teatro Carmelo Bene, 15 gennaio 1968. Spettacolo-concerto Majakovskij (IV edizione), Roma, Teatro Carmelo Bene, febbraio 1968. Don Chisciotte di M. de Cervantes, a cura di C.B. e Leo de Berardinis, Roma, Teatro delle Arti, ottobre 1968. Nostra Signora dei Turchi (II edizione), Roma, Teatro delle Arti, 10 ottobre 1973. La cena delle beffe da S. Benelli (I edizione), Firenze, Teatro La Pergola, 11 gennaio 1974. S.A.D.E. ovvero libertinaggio e decadenza del complesso bandistico della gendarmeria salentina, Milano, Teatro Manzoni, 3 ottobre 1974. Amleto da W. Shakespeare e J. Laforgue (III edizione), Prato, Teatro Metastasio, settembre 1975. Faust-Marlowe-Burlesque di A. Trionfo e L. Salveti, regista A. Trionfo, Prato, Teatro Metastasio, 22 marzo 1976. Romeo & Giulietta (storia di Shakespeare) secondo Carmelo Bene, Prato, Teatro Metastasio, 17 dicembre 1976.
357
Riccardo III (da W. Shakespeare) secondo Carmelo Bene, Cesena, Teatro Bonci, 22 dicembre 1977. Otello (da Shakespeare) secondo Carmelo Bene, Roma, Teatro Quirino, 18 gennaio 1979. Manfred della Conciliazione, 6 maggio 1979. Spettacolo-concerto Majakovskij (Majakovskij-Blok-Esenin-Pasternak) (V edizione), XXXV Sagra musicale umbra, Perugia, Teatro Morlacchi, 21 settembre, 1980. Hyperion, di B. Maderna, Roma, Auditorium, di Via della Conciliazione, 23 novembre 1980. Divina Commedia “Lectura Dantis” per voce solista, Bologna, Torre degli Asinelli, 31 luglio 1981. Lectura Dantis e Eduardo recita Eduardo di C.Bene e E. De Filippo, Roma, Palaeur, novembre 1981. Pinocchio (Storia di un burattino), da C. Collodi (III edizione), Pisa, Teatro Verdi, 5 dicembre 1981. , poesia e musica (per D. Campana), Milano, Palazzo dello Sport, 13 marzo 1982. Macbeth da W. Shakespeare, (I edizione) Milano, Teatro Lirico, 4 gennaio 1983. Egmont (un ritratto di Goethe), Roma, Accademia di S. Cecilia, Piazza del Campidoglio, 30 giugno 1983. … Mi presero gli occhi…, Colosseo, 3 novembre 1983. Otello, di W. Shakespeare secondo Carmelo Bene (II edizione), Pisa, Teatro Verdi, 1985. Lorenzaccio, al di là di de Musset e Benedetto Varchi, Firenze, Ridotto del Teatro Comunale 4 novembre 1986. Canti, di G. Leopardi, Recanati, Piazza Leopardi, 12 gennaio 1987.
358
Hommelette for Hamlet (IV edizione), Bari, Teatro Piccinni, 10 novembre 1987. La cena delle beffe da S. Benelli (II edizione), Milano, Teatro Carcano, 12 gennaio 1989. Pentesilea la macchina attoriale - attorialità della macchina, momento n. 1 del progetto-ricerca Achilleide, da Stazio, Kleist, Omero e post-omerica, Milano, Castello Sforzesco, 26 luglio 1989. Pentesilea la macchina attoriale - attorialità della macchina, momento n. 2 del progetto-ricerca Achilleide, da Stazio, Kleist, Omero e post-omerica, Roma, Teatro Olimpico, 19 maggio 1990. Hamlet Suite, spettacolo-concerto da J. Laforgue (V edizione), Verona, XXXXVI Festival Shakespeariano, Teatro Romano, 21 Iuglio 1994. Macbeth-Horror Suite (II edizione), Roma, Teatro Argentina, 30 settembre 1996. L’Adelchi di A. Manzoni (spettacolo in forma di concerto), (II edizione), Roma, Teatro Quirino, 8 ottobre 1997. Voce dei Canti. Giacomo Leopardi (spettacolo in forma di concerto), Roma, Teatro Olimpico, 5 giugno 1997. Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza (IV edizione), Roma, Teatro dell’Angelo, 10 novembre 1998. rio), Roma, Teatro dell’Angelo, 26 Ottobre 1999. In-vulnerabilità d’achille. Impossibile suite tra Ilio e Sciro, Roma, Teatro argentina, 24 novembre 2000. Lectura Dantis, Otranto, fossato del castello, 5 settembre 2001.
359
Cinema:
Regie:
Ventriloquio, mediometraggio, disperso, 1967, disperso. Barocco Leccese, cortometraggio, 1967. A proposito di “Arden of Federsham”, mediometraggio, 1968, irreperibile. Hermitage, mediometraggio, 1968. Nostra Signora dei Turchi, lungometraggio, 1968 (home video edito da Minerva Video, 2006). Capricci, lungometraggio, 1969. Don Giovanni, lungometraggio, 1971 (home video edito da Minerva Video, 2010). Salomè tertainment, 2008). Un Amleto di meno, lungometraggio, 1973.
Interpretazioni:
P. BRUNATTO, Un’ora prima di Amleto, più Pinocchio, cortometraggio, 1965. P. BRUNATTO, Bis, cortometraggio, 1965. F. INDOVINA, Lo scatenato, 1967. P. P. PASOLINI, Edipo re, 1967. M. SCHIFANO, Umano non umano, 1969. P. ZUFFI, Colpo rovente, 1969. F. BROCANI, Necropolis, 1970. F. INDOVINA, Storia dell’anno mille, 1973. G. ROCHA, Claro, 1975.
360
Il teatro laboratorio Majakovskij e Garcia Lorca, RCA Edizioni Letterarie, 1962. Una nottata di Carmelo Bene con Romeo Giulietta e compagni (registrazioni durante le prove di Romeo e Giulietta), audiolibri Mondadori, 1976; riedizione a cura della “Fondazione L’Immemoriale di Carmelo Bene”, 2005. Manfred-Byron-Schumann zione live effettuata al Teatro alla Scala di Milano il 1 ottobre 1980, Fonit Cetra, 1980; nuova edizione Luca Sossella editore, 2006. Majakovskij, Registrazione live effettuata al teatro dell’Opera di Roma il 10 ottobre 1980, Fonit Cetra, 1980. Lectura Dantis, registrazione live effettuata a Bologna, Torre degli Asinelli, 31 luglio 1981; nuova edizione Bologna, Luca Sossella editore, 2004. Pinocchio, storia di un burattino, CGD, 1981; nuova edizione Bologna, Luca Sossella editore, 2005. L’Adelchi di Alessandro Manzoni, Fonit Cetra, 1984. Hamlet Suite, registrazione effettuata al teatro Morlacchi di Perugia il 25 novembre 1994, Nostra Signora s.r.l., 1994. , Milano, Bompiani, 1999.
Televisione:
Bene! quattro diversi modi di morire in versi. Majakovskij- Blok- Esenin- Pasternak, RAI, 1977, trasmesso da Rai Due il 27 e 28 ottobre 1977. Amleto, RAI, 1974, trasmesso da Rai Due il 22 aprile 1978. Riccardo III, RAI, 1977, trasmesso da Rai Due il 7 dicembre 1981 (home
361
Manfred, RAI, 1979, trasmesso da Rai Due il 12 settembre 1983. L’Adelchi, trasmesso da Rai Due il 9 settembre 1985. Carmelo Bene e i Canti di Giacomo Leopardi, trasmesso da Rai Tre il 12 settembre 1985. Homelette for Hamlet, coproduzione RAI-Nostra Signora s.r.l., 1987, trasmesso da Rai Tre il 25 novembre 1990. Macbeth Horror suite, coproduzione RAI-Nostra Signora s.r.l., 1996, trasmesso da Rai Due il 5 aprile 1997. Lectura Dantis, coproduzione RAI-Nostra Signora s.r.l., 1996. , coproduzione RAI-Nostra Signora s.r.l., 1996. In-vulnerabilità d’Achille (tra Sciro e Ilio), coproduzione RAI-Nostra Signora s.r.l., 1997 (home video distribuito da Cecchi Gori Carmelo Bene e la Voce dei Canti, coproduzione RAI-Nostra Signora s.r.l., 1998, trasmesso da Rai Due in sette puntate nel giugnoluglio 1998. Pinocchio, ovvero lo spettacolo della Provvidenza, coproduzione RAINostra Signora s.r.l., 1999, trasmesso da Rai Due il 29 maggio 1999. Carmelo Bene in Carmelo Bene. Quattro momenti su tutto il nulla, Nostra Signora s.r.l.- RAI Trade, 2001. , RAI, 2002. Lorenzaccio, al di là di de Musset e Benedetto Varchi, Fondazione L’Immemoriale di Carmelo Bene, in collaborazione con Rai International e Comune di Roma, 2003.
362
Radiofonia:
Interviste impossibili, RAI, 1973:
G. Manganelli incontra De Amicis G. Manganelli incontra Tutankamon G. Manganelli incontra Casanova G. Manganelli incontra Dickens G. Manganelli incontra Il Califfo di Bagdad G. Ceronetti incontra Jack lo Squartatore G. Ceronetti incontra Attila O. Del Buono incontra Leopold von Sacher Masoch O. Del Buono incontra Dostoevskij V. Sermonti incontra Marco Aurelio A. Arbasino incontra Ludwig II di Baviera A. Arbasino incontra Oscar Wilde N. Risi incontra G. Murat I. Calvino incontra Montezuma
Cassio governa Cipro, di G. Manganelli, RAI, 1973. Nostra Signora dei turchi, RAI, 1973. In un luogo imprecisato, di G. Manganelli, RAI, 1974. Amleto, da W. Shakespeare e J. Laforgue, RAI, 1974. Pinocchio, da C. Collodi, RAI, 1974. Salomè, da O. Wilde, RAI, 1975. Tamerlano il Grande, di C. Marlowe, RAI, 1975. Romeo e Giulietta, da W. Shakespeare, RAI, 1976.
363
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2) CRITICA
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