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Prefazione di Roberto Mancini

Parlare di Gianluca Pagliuca significa prendere la chiave, girarla lentamente nella serratura e riaprire il cassetto dei ricordi per riviverli, anche con un po’ di nostalgia. Di ricordi ce ne sono tanti e sono tutti significativi, indelebili. Gianluca è sempre stato un bravo ragazzo, un classico bolognese: aperto, simpatico, divertente. Gli dovevi volere bene per forza, era facile stringere un rapporto d’amicizia con lui e così è stato. Quando è arrivato a Genova ha preso un po’ il carattere dei genovesi: siamo stati tanti anni lì e inconsciamente siamo stati influenzati. Gianluca, sin dall’esperienza alla Sampdoria, è sempre stato un ragazzo educato e il nostro rapporto è stato forte. Lo conoscevo già da tempo dato che avevamo amici in comune a Bologna, e sin da giovane sapevo che sarebbe diventato il portiere titolare della Sampdoria e uno tra i più forti al mondo: aveva qualità differenti dagli altri, spiccava sin da piccolo. Sempre un passo avanti ai suoi coetanei. Arrivò a Genova a diciotto anni e la scalata è stata lunga, ma era solo questione di tempo. Ero sempre sicuro con lui, in campo sapevo che in ogni partita ci avrebbe salvato: nonostante la

giovane età è sempre stato un portiere sicuro, e questo pregio è stato fondamentale per lui. Siamo sempre stati molto uniti, ci sono state delle litigate ma era normale, abbiamo vissuto insieme la quotidianità per diversi anni; tutto rientrava nella maniera più normale come in una vera e propria famiglia. Siamo stati grandi amici e lo siamo tuttora, sono passati tanti, forse troppi anni, ma il nostro legame resta unico e forte, sfida lo spazio e il tempo. Il nostro era un gruppo di veri amici, unito nelle gioie e nei dolori. Dividere lo spogliatoio con Gianluca è stato qualcosa di unico e speciale: ci univa un legame forte, c’era un rispetto reciproco impossibile da dimenticare. È stato un grande portiere, è un grande amico e per me ha rappresentato davvero tanto. Non solo per me: per chi ha avuto modo di apprezzarlo, per chi ha avuto la fortuna di conoscerlo.

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Non ho mai avuto un’alternativa, io. E non lo dico per ipocrisia o per qualsiasi altro, futile motivo: lo affermo perché è la pura verità. O il calcio, o il calcio.

Gianluca Pagliuca

Gianluca Pagliuca con la maglia della Ceretolese, in una delle sue prime esperienze calcistiche.

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