INDIMENTICABILI di Giuseppe Turani

Page 1


GIUSEPPE TURANI

Indimenticabili Storie di donne fuori dall’ordinario

MINERVA



Indice Introduzione

9

Stefania Ariosto 13 Pamela Churchill 17 Tina Modotti 21 Margherita Sarfatti 25 Sylvia Beach 29 Gisèle Freund 32 Anaïs Nin 35 Edie Sedgwick 38 Tamara de Lempicka 41 Loulou 44 Marisa Berenson 47 Joan Clarke 50 Lina Poletti 53 Ada Byron 56 Zelda Fitzgerald 59 Marie Curie 62 Hedy Lamarr 65 Ivy Nicholson 68 Liane de Pougy 71 Ellen Page 74 Francesca Agusta 77


Dorothy Parker 80 Tina Pizzardo 83 Emma Hamilton 86 Marie-Thérèse Walter 89 Lee Krasner 92 Shannen Doherty 95 Veruschka 98 Lee Miller 101 Nusch Eluard 104 Adrienne Fidelin 107 Fiorenza de Bernardi 110 Kiki de Montparnasse 113 Dorothy Dandridge 116 Alma Mahler 119 Nora Barnacle 123 Gabriella degli Esposti 126 Lisa Fittko 129 Frida Kahlo 133 Lise Meitner 137 Françoise Gilot 141 Maria José di Savoia 145 Fernanda Pivano 149 Marisa Bellisario 153 Angelica Balabanoff 157 Carrie Fisher 161 Simone Segouin 164 Le ragazze Fermi 168


Irmgard Keun Katherine Mansfield Erika Ertl Margaret Hamilton Marina Raskova Ottoline Morrell Laura Archera Dawn Powell Eve Curie Paola del Pin Misia Sert Jacqueline de Ribes Alice Hickok Margareth Bourke-White Louise Brooks Sacheen Littlefeather Noor Inayat Khan Donyale Luna Jean Seberg Giannina Facio La Duchessa di Argyll Wendi Deng Sophie Scholl Phyllis Latour Ruby Bridges Diane von FĂźrstenberg Ondina Peteani

171 174 178 182 186 190 194 197 201 204 208 212 216 220 224 228 232 236 239 243 247 251 254 258 261 265 267



9

Introduzione Mary Jayne Gold era una miliardaria americana, che negli anni Trenta e Quaranta girava per l’Europa con il suo aereo personale, trascinata dalla Storia a Marsiglia, negli anni bui del nazismo, mette soldi e se stessa nell’impresa di far fuggire quelli che sono rimasti intrappolati in Francia. Il suo riferimento negli Stati Uniti è Ingrid Warburg, erede della grande famiglia di banchieri, che poi sposerà il fratello di Altiero Spinelli, Veniero, pilota nella guerra di Spagna nella squadriglia anti-franchista organizzata da André Malraux, ed esule a New York. Ellen Page è una bravissima attrice americana di origine canadese, “tiny canadian” la chiamano, e il giorno di San Valentino di tre anni fa, si presenta a sorpresa a Las Vegas sul palco della più importante organizzazione gay americana e dichiara: «Sono gay e sono stanca di nasconderlo. Continuate il vostro lavoro, vi amo». Teresa Mattei è partigiana già da studentessa. Giovanissima diventa comandante di compagnia, è eletta alla Costituente e è la “ragazzina di Montecitorio”, la più giovane della madri costituenti. Quando si tratta di scegliere un fiore per la festa delle donne, è netta, non può che essere la mimosa: «È un fiore povero, si trova ovunque nei campi. È il fiore che i partigiani regalavano alle loro staffette: non c’era altro». Adorata da Togliatti, entra poi in conflitto e gli tiene testa. Quando il Pci vota a favore dei patti lateranensi, ubbidisce, ma poi se ne va («Volevamo altro») e infine viene espulsa dal partito. Noor Inayat Khan è una bellissima principessa indiana, non sopporta le prepotenze, entra nei servizi segreti inglesi e


10

Giuseppe Turani

si fa paracadutare nella Francia occupata dai tedeschi, manda informazioni via radio. Catturata, viene classificata come prigioniera “notte e nebbia”, che deve sparire senza lasciare traccia. Uccisa con un colpo alla testa nel campo di concentramento di Dachau, il suo corpo bruciato e le ceneri disperse. Di fronte alla sua abitazione londinese, gli inglesi hanno posto un suo busto: è l’unica mussulmana ad avere un monumento in Inghilterra. Shannen Doherty è una bella e giovane attrice americana, è la Brenda di Beverly Hills 90210. Bravissima, ma dal carattere terribile. Lei stessa si definisce badass, espressione quasi intraducibile (tosta, cazzuta?), una vita strampalata e, adesso, una lotta contro il cancro, quasi senza speranze. Tante donne, quasi tutte ignote al grande pubblico. Non sono state scelte con un criterio unificante o per meriti particolari. O, meglio, un criterio c’è stato e c’è: ritrarre donne straordinarie di cui la cronaca si è poi dimenticata. Ne è uscito un ritratto del mondo femminile che ha sorpreso prima di tutti me. Queste donne sono ovunque e hanno fatto cose meravigliose, Sylvia Beach, un’americana che fa la libraia a Parigi, edita l’Ulisse di Joyce (che nessuno voleva stampare) e va in rovina, ma viene poi salvata da Hemingway e Fitzgerald. La principessa José di casa Savoia rientra di notte dalla Svizzera sugli sci, dove era fuggita, e dopo il confine è scortata dai partigiani piemontesi che le offrono il comando del Corpo volontari della libertà. Donne di rara intelligenza e coraggio. Lady Ada Lovelace (figlia del poeta Byron) già nell’Ottocento scrive le istruzioni su come programmare un computer (allora inesistente). Il Pentagono darà il suo nome al proprio sistema operativo. Molti anni più tardi Margaret Hamilton, genio informatico, salva la prima missione americana sulla Luna. E, ironia della


Indimenticabili

11

storia, le verrà assegnato il premio “Ada Lovelace”, istituito per le donne informatiche. Joan Clarke, genio matematico che non può laurearsi perché allora non si usa, viene arruolata dai servizi segreti inglesi per fare la code breaker, lavora con Alan Turing e insieme riescono a penetrare l’impenetrabile codice tedesco Enigma, salvando probabilmente milioni di persone. Insignita dell’ordine dell’impero britannico. Donne belle. Babe Paley: il grande scrittore Truman Capote, gay dichiarato, si è innamorato di lei, tanto era affascinante. Certo, ha spiegato, non c’era sesso, ma tutto il resto, l’amore, sì. Babe non ha scritto poesie o libri: è solo stata, per alcuni decenni, la donna più bella ed elegante del mondo. Anche Giannina Facio non ha scritto o dipinto nulla. Ha solo regalato ai contemporanei una bellezza e una vitalità incredibili, ha sedotto cantanti e distrutto matrimoni principeschi. Poi ha sposato uno dei registi più geniali di Hollywood, cioè Ridley Scott. Oppure la signorina Sacheen Littlefeather, una giovane attrice che non ha mai raggiunto alcuna fama. Ma che ha avuto il coraggio di presentarsi alla cerimonia degli Oscar nel suo splendido costume Apache e annunciare: «Il signor Marlon Brando è molto irritato per come trattate noi nativi americani e quindi non ritirerà il vostro premio». E se n’è andata, orgogliosa, lasciando la statuetta nelle mani di uno stupito Roger Moore Nello scrivere questi brevi ritratti mi sono fatto un’idea. Le polemiche fra femministe e non-femministe non hanno senso. Basta leggere dieci di questi ritratti per capire che le donne, quelle vere, che hanno agito nella storia e nella vita, sono oltre: hanno fatto qualsiasi cosa e l’hanno fatta bene. «Non posso dirvi niente di quello che ha fatto. Se i cittadini israeliani sapessero, andrebbero a deporre fiori sulla


12

Giuseppe Turani

sua tomba due volte alla settimana», ha detto un ex direttore del Mossad al funerale di Sylvia Raphael, che è stata una delle sue spie. Può sembrare curioso chiudere con l’elogio di una spia fatto da un’altra spia. Ma quel capo del Mossad ha ragione. Belle, coraggiose, intelligenti, forti. Meritano fiori non due volte la settimana, ma tutti i giorni. Giuseppe Turani


13

Stefania Ariosto «Quello? Ha tradito me e Berlusconi insieme». Stefania Ariosto, che nel 1995 è stata il “teste Omega”, la grande accusatrice dell’avvocato Cesare Previti e di Berlusconi, e che ha innescato uno dei casi giudiziari più seguiti della storia italiana, liquida così, con una semplice battuta, nemmeno una dozzina di parole, il libro scritto dal suo fidanzato di allora, l’avvocato Vittorio Dotti (Vittorio Dotti, Andrea Sceresini, L’Avvocato del diavolo, Chiarelettere editore, Milano, 2014). Era allora ed è ancora una bella signora bionda, spesso vestita solo di jeans e di una maglietta. Rispetto a quei tempi lontani c’è che ha preso due lauree (Sociologia e Diritto, è avvocato) e che ha cambiato vita. Fino a allora era stata la fidanzata (prossima alla convivenza) di Vittorio Dotti, potente avvocato milanese di Silvio Berlusconi e suo protetto anche in politica, fino a un certo punto. Ricordo un Natale in cui i due, invece di andare in montagna, rimasero a Milano perché c’era un rimpasto di governo e Dotti sperava in un incarico ministeriale. Ogni tre minuti consultava il telefono, ma la chiamata non arrivò mai. Come fidanzata di uno degli uomini più potenti della città faceva una vita mondana molto intensa. La si incontrava sempre alla Scala ed era sempre di grande eleganza. Gestiva un elegante negozio di antiquariato all’angolo fra via Montenapoleone e via Gesù. Quando non era in giro in città, era perché partecipava a uno dei tanti riti mondani del clan Berlusconi. È stata qualche volta anche alle famose feste natalizie ad Arcore. Le signore dei dirigenti e degli amici del Cavaliere (allora


14

Giuseppe Turani

si chiamava così). Le signore si presentavano senza gioielli. Il padrone di casa, a un certo punto, arriva con un grande vassoio, pieno non di pasticcini, ma di gioielli, e cominciava la distribuzione. Se non era alle feste di Arcore, era sulla barca “Barbarossa” di Cesare Previti, dove il clan si riuniva con tanto di magliette da marinaio a righe orizzontali e cappellino con il logo della barca. Una vita da “signora bene” della Milano di quegli anni, ancora da bere (ma non per molto), bella e corteggiata, ma legatissima al suo Dotti. Tutto cambia quando una mattina vanno da lei quelli della Finanza. Hanno in mano un assegno da 200 milioni che risultava provenire da fondi neri della Mondadori. Vogliono spiegazioni, sospettano traffici poco chiari. Allora lei racconta che quell’assegno glielo ha dato appunto Dotti come pagamento di alcuni mobili («Gli ho fatto anche lo sconto, visto che dovevamo andare a vivere insieme»). Quando viene portata davanti a un colonnello della Guardia di Finanza e accusata di prendere mazzette, perde la pazienza e sbotta: «Le mazzette è Previti che le paga ai giudici di Roma per vincere i processi». Della faccenda, naturalmente, è subito informata Ilda Boccassini e comincia una lunghissima serie di interrogatori. Non solo, la Boccassini non si fida di quell’ambiente e quindi mette subito la Ariosto sotto tutela e il suo nome non verrà rivelato per molti mesi. Nelle carte sarà conosciuta solo con il nome di “teste Omega”. La sua vita, a parte la clamorosa rottura verticale con il fidanzato Dotti e con il mondo che girava intorno a Berlusconi, è grosso modo quella stessa di prima. Ma ormai gira con la scorta di quattro baschi verdi, l’unità antiterrorismo della Guardia di Finanza.


Indimenticabili

15

È una sorveglianza molto stretta. Non può più andare in giro in macchina da sola (la portano loro). Cambia casa e per mesi il suo indirizzo è tenuto segreto (come la sua identità). Quando è nella sua abitazione, l’auto dei baschi verdi staziona davanti al portone, con due militari dentro, un altro sta sul ballatoio davanti alla porta di casa e l’ultimo dentro, qualche volta con il mitragliatore appoggiato sul tavolino del soggiorno. In quel periodo sta studiando sociologia a Urbino. Una volta la macchina di servizio si rompe in autostrada e lei viene “piantonata” in una piazzola dai quattro militari in attesa che arrivi un’auto a prenderli. Quando è in aula all’università, a fare esami o a seguire le lezioni, i baschi verdi l’aspettano fuori. Appena finito, via in macchina di corsa. A distanza di anni tutte queste precauzioni possono sembrare eccessive, ma nemmeno tanto, visto che si stava decidendo il destino di un presidente del Consiglio e di un ministro (Previti). Una sera nella nuova casa “segreta” dell’Ariosto vengono trovate una dozzina di cimici, anche nel bagno. Non si è mai saputo chi le mise: i nemici o gli stessi inquirenti per assicurarsi che non ci fossero doppi giochi da parte di quella testimone, apparentemente vaga. Invece la teste Omega era di una memoria di ferro e, soprattutto, una collezionista seriale di ogni cosa che riguardava la sua vita. Una volta cita un matrimonio a cui lei e altre persone avevano assistito. Arrivano subito le smentite: mai vista. Lei va in cantina, tira fuori i suoi scatoloni e esibisce l’invito e anche la lettera di ringraziamento. Ma la cosa che tutti scoprono, con sorpresa, è che la signora non molla mai. Decine di interrogatori e lei continua ad accusare Previti, Berlusconi e decine di magistrati. In fondo erano tutti molto ricchi e molto potenti, i mezzi per corromperla li avevano.


16

Giuseppe Turani

Ma la biondina di via Montenapoleone, quella che stava sempre sulla porta del suo negozio e che scherzava con i clienti, anche se poi ha avuto la vita mezza distrutta e nessuna ricompensa, non ha mai fatto un passo indietro. Previti alla fine ha dovuto dimettersi, qualche giudice ha perso il posto e Berlusconi si è infilato nella vicenda Mondadori, che gli è costata un patrimonio.


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.