EMOZIONI DA MANGIARE. Imparare a non ammalarsi e vivere felici

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Maurizio De Santis «Non più calorie, non più privazioni ma “emozioni da mangiare” e da gustare fino in fondo. Una visione olistica sul benessere per aiutare il lettore a prendere consapevolezza delle sue enormi potenzialità attraverso la riscoperta delle emozioni e l’utilizzo di tutti i sensi in cucina». Prof. Gioacchino Pagliaro «Un punto di vista illuminato, rivoluzionario sul nutrimento. Una scrittura elegante, scorrevole e intima, capace di toccare le corde delle emozioni più recondite». Dott.ssa Gemma Zampini Pera Un racconto emozionale, avvincente delle esperienze personali e professionali dell’autore che ci conduce con delicatezza a scoprire la strada per vivere meglio, più a lungo ed in pace con se stessi.

€ 10,00

Maurizio De Santis

emozioni

da mangiare Emozioni da mangiare

Maurizio De Santis, laureato in Dietistica Nutrizionista olistico, esperto in alimentazione Ayurvedica. Ha maturato esperienze lavorative in ambito Ospedaliero e Universitario, in aziende alimentari e di ristorazione, in società e scuole di alta formazione occupandosi di nutrizione, educazione alimentare, igiene degli alimenti, consapevolezza e autostima. Attualmente svolge attività libero professionale per strutture pubbliche e private.

Imparare a non ammalarsi e vivere felici

Minerva Edizioni

Quante volte avete cercato conforto nel cibo, qualsiasi cibo, nei momenti di preoccupazione, ansia e noia? Avete mai pensato che il cibo che mangiamo influisce su ciò che pensiamo, diciamo e facciamo? Che cosa è che ci fa perdere il controllo e come possiamo tramutare le nostre emozioni negative in esperienze positive? Possiamo imparare a non ammalarci? A queste e ad altre domande risponde l’autore conducendoci per mano in un viaggio affascinante nel labirinto delle emozioni alla ricerca del «filo di Arianna» del nostro benessere, per uscire, una volta per tutte, fuori dal labirinto dei condizionamenti usando finalmente il cibo e la sua storia emozionale, come un amico fidato di cui non possiamo più fare a meno.


collana BENESSERE DI MINERVA

Maurizio De Santis

emozioni

da mangiare Imparare a non ammalarsi e vivere felici

Direzione editoriale: Roberto Mugavero Editor: Paolo Tassoni

© 2014 Minerva Soluzioni Editoriali srl, Bologna Proprietà artistica e letteraria riservata per tutti i Paesi. Ogni riproduzione, anche parziale, è vietata.

ISBN 978-88-7381-584-6

Minerva Edizioni Via Due Ponti, 2 - 40050 Argelato (BO) Tel. 051.6630557 - Fax 051.897420 www.minervaedizioni.com info@minervaedizioni.com


Maurizio De Santis

emozioni

da mangiare Imparare a non ammalarsi e vivere felici

Minerva Edizioni


Le informazioni contenute in questo libro sono puramente divulgative. Tutti i suggerimenti e i consigli di qualsiasi natura, prima di essere seguiti, devono essere sottoposti a un diretto giudizio di un medico. Niente di ciò che viene descritto in questo libro deve essere utilizzato dal lettore o da chiunque altro a scopo diagnostico o terapeutico per qualsiasi malattia o condizione fisica. L’autore e l’editore non si assumono responsabilità per effetti negativi causati dall’uso o dal cattivo uso delle informazioni qui contenute.


Ogni infelicità del corpo e della mente dipende dall’ignoranza, mentre la felicità è basata esclusivamente sulla pura conoscenza. Caraka Samhità


Ai miei maestri


indice

Prefazione Presentazione Introduzione

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PARTE PRIMA: CONSIDERAZIONI SUL CIBO Capitolo 1: Cibo amico, cibo nemico Capitolo 2: Perché cambiare Capitolo 3: Letteratura, cibo ed azione

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PARTE SECONDA: PSICOLOGIA DELL’AZIONE Capitolo 4: Metodi attivi ed azione Capitolo 5: L’importanza del gruppo Capitolo 6: Il linguaggio del sintomo

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PARTE TERZA: NUTRIMENTO Capitolo 7: Il potenziale nutritivo della musica Capitolo 8: Protagonisti del nostro benessere Capitolo 9: La cucina creativa

pag. 80 pag. 91 pag. 105

BEN ESSERE: ISTRUZIONI PER L’USO Capitolo 10: Dal fast food allo slow food Capitolo 11: Imparare a non ammalarsi e vivere felici

pag. 114 pag. 121

Ringraziamenti Note Bibliografia

pag. 123 pag. 124 pag. 125



Prefazione

Il tema dell’alimentazione continua ancora oggi ad essere affrontato in modo frammentato, rincorrendo di volta in volta l’allarme di turno che ad essa è collegato. Per uscire da questa frammentarietà diviene necessario collocare l’alimentazione entro il suo significato naturale, che è andato perso, ed entro un quadro di informazioni, valori e comportamenti relativi a stili di vita, protesi verso lo sviluppo del benessere collettivo. Nel vasto panorama dei libri che si occupano di alimentazione, nutrizione e disturbi del comportamento alimentare il libro di Maurizio De Santis si presenta pacatamente come una guida completa per creare un nuovo e corretto rapporto tra l’uomo e il cibo. Dagli anni del post-boom economico il rapporto con il cibo si è trasformato diventando sempre più un rapporto controverso, che si è complicato attraverso il collegamento a forme di disagio psicologico o di tipo esistenziale. Questa manifestazione di sofferenza si è purtroppo amplificata e trasformata in veri e propri disturbi psicopatologici, anche a seguito di un clima generale di disattenzione verso il reale significato della nutrizione, ma soprattutto a causa di modelli corporei imposti, che hanno contribuito a fare in modo che un numero sempre più elevato di pre-adolescenti e di adolescenti ricorressero a forme estreme di rifiuto o di abuso alimentare. In una società convulsa, caratterizzata dalla velocità e non dalla consapevolezza, tutta protesa al profitto, allo sfruttamento delle risorse, dominata dall’egoismo, dal consumo acritico e indotto, il cibo ed il nutrimento hanno smarrito il loro significato originario ed il loro valore per diventare merce e surrogato gratificante di soddisfazioni e mete non realizzabili.

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A tutto ciò hanno contribuito le politiche pro-consumismo alimentare, l’esasperata attenzione data alla dieta, l’uso sconsiderato di conservanti, dolcificanti e coloranti che unitamente al profumo e al gusto creati artificialmente, presentano certi cibi come più appetibili, sani e nutrienti associabili a corpi giovani, agli ideali di successo ed ai modelli corporei non sostenibili. Ma il problema non è limitato solo a questi aspetti di fatto già molto gravi. I preoccupanti dati relativi alla crescita e alla diffusione dell’inquinamento, ormai non più circoscrivibili alle zone industriali e del degrado, pongono in modo allarmante la questione della coltivazione degli alimenti. Le politiche comunitarie sulla coltivazione, produzione, lavorazione degli alimenti, troppo spesso legate agli interessi economici di alcune grandi multinazionali alimentari, la contrazione delle aree coltivabili e lo sfruttamento intensivo dei terreni con l’incremento di sostanze chimiche, fertilizzanti e antiparassitari, contribuiscono alla inconcepibile produzione di prodotti pubblicizzati come naturali e nutritivi, ma nella sostanza molto meno sani e genuini di come vengono presentati. Se a tutto questo si aggiunge la quantità di sostanze tossiche presenti nell’aria e nell’acqua, che comunque raggiungono il terreno e le coltivazioni, non ci vuol molto a rendersi conto che parlare di corretta e sana alimentazione, adeguato abbinamento dei cibi, attenzione verso un’alimentazione meno ricca di grassi, proteine animali, zuccheri semplici e farine raffinate, rischia di essere una strada a dir poco surreale che non porta ad una migliore qualità alimentare, ma consolida una fittizia idea di promozione della salute. Non si tratta quindi solo di introdurre una corretta quantità di cibo, non si tratta solo di modificare le abitudini alimentari indotte da alcuni potentati dell’industria negli ultimi quarant’anni (a favore di altri cibi presentati dalla pubblicità come meno inquinati e dannosi), ma si tratta di sostenere tutti quei produttori, aziende ed indu-

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strie che effettivamente stanno abbracciando scelte di allevamento, coltivazione, lavorazione e produzione degli alimenti rispettando la protezione dell’ambiente. Si tratta, come traspare in questo libro, di creare una nuova sensibilità e cultura nell’uomo protesa al rispetto dell’ambiente e della salute collettiva. Si tratta di un risveglio della coscienza teso a difendere la Terra, a tutelare il pianeta ed il suo equilibrio, in grado di riprogettare il consumo in modo effettivamente commisurato alle esigenze dei popoli, sottraendolo, per quanto possibile, alle leggi del mercato legate soltanto al profitto. Attraverso questa nuova sensibilità si può contribuire a generare una controtendenza tesa veramente alla promozione della salute. Ed in questo senso il libro ci introduce, attraverso l’esperienza del suo Autore, verso alcuni principi della più antica delle medicine dell’uomo: l’Ayurveda. L’Autore ci ricorda l’importanza dell’alimentazione, la sua azione preventiva e di cura nei confronti delle malattie, ed il suo ruolo nello sviluppo delle funzioni mentali e nell’equilibrio della mente. Da qui, tante informazioni utili per iniziare un cammino verso la ricerca del proprio regime alimentare, svincolato dalle logiche della dieta, delle mode e della metodologia ossessiva della giovinezza a tutti i costi. Il cibo quindi è all’interno di una cornice più vasta che riguarda l’intero stile di vita. All’interno di questa cornice l’Autore mette in gioco se stesso, racconta la sua esperienza personale, l’incontro con lo psicodramma e il suo training terapeutico che lo porteranno non solo al cambiamento delle abitudini alimentari e alla pratica sportiva ma anche alla scoperta della Spiritualità. L’enfasi posta sull’azione ed il movimento non arriva casualmente ma emerge come una naturale evoluzione verso una maggiore attenzione e rispetto per se stessi. Altrettanto stimolante, per altre riflessioni/azioni e suggestioni, è il collegamento con le emozioni che l’Autore fa dalla sua angolatura teorica, prendendo in considerazione

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il significato profondo del cibo nel rapporto madre bambino. Qui il lettore troverà alcuni acuti collegamenti con la possibilità di attivare, attraverso l’avvicinamento alla cultura e alla preparazione dei cibi, una importante occasione/azione di cambiamento. Sicuramente gustoso, non solo dal punto di vista della lettura, ma anche soprattutto dal punto di vista gastronomico, è il capitolo dedicato alla cucina creativa. Siamo sempre più assordati dai messaggi invadenti e strillati sul salutismo, siamo continuamente assediati da manuali che promettono nei titoli successo, salute e felicità. Con questo libro l’Autore invita a fare una pausa, ad ascoltare, a diventare più consapevoli, a pacificarsi con se stessi e con questo invito, in modo garbato, si congeda dal lettore indicando alcune buone regole per vivere meglio. Prof. Gioacchino Pagliaro Direttore UOC Psicologia Ospedaliera Ospedale Bellaria-AUSL di Bologna Già Professore a Contratto Università di Padova

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presentazione

Una lettura avvincente, ci fornisce informazioni scientifiche, psicologiche, dietetiche, nutrizionali, come base di uno stile di vita improntato alla salute ed al benessere psicofisico. Emozioni da mangiare nasce da un percorso professionale e personale che si evolve attraverso le passioni dell’autore: “azione-interessi-spiritualità”. Dopo Ciboterapia (edito nel 2006) ecco una nuova, interessante opera. La stesura, in forma elegante e scorrevole, ci offre una panoramica esaustiva delle pulsioni emozionali, delle esperienze terapeutiche, mentali ed esistenziali di Maurizio De Santis. Un testo chiaro, brillante, non cattedratico che si porge ai lettori con modalità accattivante spesso autobiografica. Cogliamo nozioni importantissime sul piano nutrizionale e dietologico, sull’ottimo lavoro psicoterapeutico di gruppo, sui disagi legati al cibo (anoressia e bulimia) nelle varie fasi evolutive, somatizzazioni, vinte dal cambiamento del modello di vita. Particolare il raffronto con medicine alternative, ad esempio Ayurveda e Bagavad Gita (antiche scritture indiane), medicina cinese. Vividamente focalizzato il potenziale emotivo e spirituale della musica. Interessanti le pagine aneddotiche tratte da libri famosi. Rimarchevole fino all’ultimo capitolo Emozioni da mangiare, affascina e coinvolge. Un filo conduttore… che permea con semplicità, competenza e profondo senso di umanità ogni passaggio del libro, illuminando il percorso vitale ed interiore del giovane e dinamico autore, dalla non comune formazione etica e professionale.

Dott.ssa Gemma Zampini Pera Psicologa-Psicoterapeuta Ipnologa-Sofrologa 13



introduzione

È da molto tempo che pensavo a questo libro. Avevo già in testa un’idea di ciò che dovevo scrivere, ma non mi convinceva la struttura e la mancanza di un filo conduttore che potesse richiamare l’attenzione dei lettori. Poi ebbi la prima intuizione: trattare gli aspetti emozionali legati al cibo che interagiscono con l’azione (intesa non solo come attività fisica). Man mano che procedevo nella prima stesura trovavo abbastanza sorprendente il capire che noi ci nutriamo quotidianamente di tantissime emozioni e che la qualità di queste emozioni, al pari della qualità del cibo, determinano sul nostro organismo, oltre al nostro stato di salute, anche una modifica del nostro comportamento e quindi del nostro benessere. Il libro si divide in tre parti: riflessioni, emozioni, nutrimento. Nella prima parte del libro si parla di quali sono gli alimenti che ci aiutano ad avere un comportamento equilibrato e quali sono gli alimenti che ci portano ad avere comportamenti estremi. Si analizza poi come la letteratura ha trattato alcune problematiche emozionali legate al cibo attraverso tre situazioni che descrivono, in modo esemplare, altrettanti disagi legati al cibo: nei bambini, negli adolescenti e negli adulti. Nella parte centrale si mette a fuoco l’importanza dei lavori di gruppo che utilizzano i metodi attivi e che rappresentano un valido aiuto per far emergere i conflitti individuali e trovare un reale e sicuro nutrimento ad esempio nel trattamento dei disturbi del comportamento alimentare. Nella terza parte si prosegue col raccontare alcuni nutrimenti che concorrono a migliorare il benessere individuale come il potenziale

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nutritivo e terapeutico della musica, capace di generare forti emozioni che nutrono. Si passa poi ad analizzare il rapporto con la nostra parte più elevata, più spirituale che tanto incide sulla nostra visione del mondo e sulla nostra salute, ma che non richiede pratiche e dipendenze particolari ma soltanto amore e distacco. Il libro si conclude con un capitolo sulla cucina creativa che analizza, in primis, il rapporto del bambino con il cibo legato alla madre e tutte le dinamiche che ne derivano nel corso della vita, per arrivare poi a comprendere come la consapevolezza, la passione e l’amore per la cucina unitamente alla riscoperta della sensorialità sia estremamente importante e centrale nella vita di ognuno di noi e che serva anche dal punto di vista terapeutico a trattare i disturbi del comportamento alimentare attraverso l’alchimia della preparazione, della trasformazione e della realizzazione di piatti capaci di stupire e di generare emozioni. Un cibo quindi più amico e gratificante che nemico e conflittuale che contribuisce al nostro benessere in modo assolutamente fondamentale. Alla fine della prima stesura non ero ancora del tutto convinto perché, fino a quel momento, avevo raccontato il tutto in modo, per così dire, asettico. Ma ecco in arrivo la seconda intuizione: perché non raccontare in prima persona le mie esperienze professionali e personali legate alle emozioni? A quel punto decisi di raccontare la mia storia alimentare di mangiatore quasi esclusivamente carnivoro e pastivoro, rigido, chiuso e la mia trasformazione con il variare dell’alimentazione. Il mio incontro con l’ayurveda (la più antica medicina ad oggi conosciuta) e la collaborazione con i suoi medici per approfondire gli aspetti nutrizionali, mentali e spirituali che sono in relazione con tutto ciò che ci circonda (microcosmo–macrocosmo). La mia passione per la lettura, il cinema, il teatro, e soprattutto per la musica autentici distillati di emozioni.

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L’incontro con lo psicodramma: l’esperienza di training personale, l’esperienza terapeutica, ma soprattutto la modalità psicodrammatica che rimane scolpita come un tatuaggio indelebile, che diventa una modalità comportamentale attraverso l’acquisizione della pratica del non giudizio cercando di mettersi nei panni dell’altro, degli altri. La mia esperienza con lo sport: snodo fondamentale nella mia crescita personale, che mi ha insegnato a stare in gruppo ed a lavorare per il gruppo, ma anche a conoscere i miei limiti ed a cercare di superarli. Il mio primo incontro con la spiritualità in un quadro privo di ogni contorno ed il viaggio in Nepal dove iniziai a pormi delle domande sull’esistenza, sul senso della vita, sulla fratellanza e sulla spiritualità. La mia passione per la cucina: la preparazione e la cottura dei cibi fatta con amore ed offerta con sacralità a noi stessi ed ai nostri ospiti. Ed infine alcune regole pratiche per vivere meglio, più a lungo ed in pace con se stessi. Ecco il filo conduttore! Cibo ed emozioni attraverso le mie passioni: l’azione, gli interessi e la spiritualità. Questo è il mio lavoro, questa è la mia vita. Buona lettura e buona salute a tutti. Maurizio De Santis

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PARTE PRIMA

CONSIDERAZIONI SUL CIBO



CAPITOLO 1

CIBO AMICO, CIBO NEMICO Se penso alla mia storia nutrizionale rabbrividisco. Da bambino, passando per l’adolescenza fino all’iscrizione all’Università, con relativo trasferimento in un’altra città distante circa 1000 Km dalla città di origine, la mia alimentazione era costituita prevalentemente, se non esclusivamente, da abbondante pasta di semola, carne, poca verdura e poca frutta. Ero praticamente un carnivoro a tutti gli effetti, mi nutrivo di carne almeno una volta al giorno e non disdegnavo i carboidrati raffinati come pasta e pane. Se penso al mio comportamento devo ammettere che non brillavo in quanto ad elasticità, serenità e disponibilità. Ero in lotta continua con il mondo, rinchiuso su me stesso come un riccio, assolutamente rigido sulle mie posizioni. Pensavo che i problemi fossero al di fuori di me e non mi rendevo conto di essere inquinato dentro. Di fatto contribuivo quotidianamente, attraverso quello che mangiavo, ad incrementare questo circolo vizioso. Non avevo mai pensato, allora, che il cibo potesse essere un nemico così subdolo. L’inizio della mia formazione universitaria (presso la Scuola Diretta a Fini Speciali di Economia e Merceologia degli Alimenti dell’Università di Bologna che mi avvicinò da un lato agli aspetti merceologici e tecnologici degli alimenti e dall’altro agli aspetti legati alla fisiologia, l’igiene, la biochimica, la nutrizione e la dietetica) coincise con un mio profondo cambiamento. Da un lato cercavo di mettere in pratica le nozioni che acquisivo durante le lezioni all’Università e contemporaneamente vedevo modificare in positivo il mio comportamento. Cominciai ad essere meno chiuso, più disponibile con gli altri e questo cambiamento mi dava un senso di benessere che sen-

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tivo crescere dentro di me giorno dopo giorno. Ritornando indietro con la memoria a quel periodo, mi rendevo conto dell’importanza di una corretta alimentazione, ma mai avrei pensato che il cibo potesse influenzare il mio comportamento e quindi diventare un amico fidato. Appena conclusi gli studi universitari iniziai la mia formazione presso il Centro per lo Studio e la Lotta alle Malattie Dismetaboliche e all’Aterosclerosi dell’Ospedale S. Orsola di Bologna diretto dal prof. Giancarlo Descovich. Da lui imparai, oltre all’amore per la Ricerca, che con poche modificazioni dell’alimentazione e dello stile di vita si potevano ottenere grandi vantaggi sul piano della salute in generale e del cuore in particolare. Imparai anche che bisognava orientarsi verso un ritorno alla alimentazione mediterranea (quella vera) e soprattutto che l’educazione nutrizionale (quella fatta sul campo con i cittadini) era di fondamentale importanza per indirizzare le preferenze alimentari della popolazione in generale e dei giovani in particolare. Tutto ciò era molto interessante, ma la mia fame di conoscenza e la mia curiosità mi spinsero a ricercare altri ambiti legati all’alimentazione che in seguito mi avrebbero chiarito il quadro generale nel quale collocare una nuova visione dell’alimentazione, un quadro, per così dire, olistico. Il cibo che mangiamo influisce su ciò che pensiamo, diciamo e facciamo. Questo concetto dovrebbe suggerirci un modo di mangiare finalizzato all’accrescimento del nostro senso di benessere. Attraverso quello che ingeriamo mediante l’atto della nutrizione possiamo raggiungere il massimo delle capacità, prestazioni, piaceri, oppure porre un limite all’intelligenza e alla soddisfazione. Costituzione, condizionamento ed ambiente influiscono sulla nostra biochimica e per essa e per il nostro comportamento la cosa più importante è ciò che mangiamo. Anche perché il cibo è quello che possiamo riuscire maggiormente a controllare rispetto alla costituzione, al condizionamento ed all’ambiente esterno in cui viviamo

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o siamo costretti a vivere. Attraverso il cibo noi nutriamo anche le cellule del nostro cervello. Una alimentazione sana e centrata produce un funzionamento del cervello sano, integrato ed appagato, mentre un’alimentazione sbagliata crea un disturbo biochimico che si ripercuote negativamente, sia sul funzionamento del sistema nervoso che sul comportamento. Quando ciò che mangiamo non è in equilibrio, il funzionamento delle nostre cellule neuronali è fortemente disturbato. Questa situazione genera caos mentale e fisico che può esprimersi, ad esempio, nell’agire in un modo e pensare in un altro, nell’avere uno scarso autocontrollo, ecc.. Di fatto l’individuo è portato ad introiettare un senso di inadeguatezza che si può manifestare con: diminuzione del piacere e delle prestazioni, sentimenti di depressione, ansia, paura (nevrosi) e qualche volta, un senso di disorientamento e di smarrimento (psicosi). Secondo alcuni studi fatti tra cibo e comportamento tutto il cibo si può dividere in tre gruppi: - i cibi animali e minerali in eccesso (carne, pesce, uova, latticini, sale) sono contrattivi e dal punto di vista del comportamento umano determinano tensione, rigidità, chiusura, aggressività, eccessivo controllo su sé stessi e sugli altri; - i derivati dei vegetali in eccesso (zucchero tal quale o sotto forma di dolci e bibite, sciroppi, vino, superalcolici, caffè, droghe) sono espansivi. Sull’uomo producono ansia, comportamenti di eccessiva apertura, scarso senso pratico e della realtà, eccessiva permissività ed espressività; - i cibi vegetali (cereali interi, frutta e verdura di stagione, legumi, semi, frutta secca) sono più equilibrati. CIBI ANIMALI E MINERALI: I cibi animali e minerali sono contrattivi per il fatto che la maggior parte degli animali che noi mangiamo sono energia vegetale concentrata. Occorrono circa dieci chili di proteine vegetali per produrre un chilo di proteine animali. La carne rossa è più contrattiva del pollame, delle uova, del pesce e dei

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latticini. Formaggi stagionati e burro contraggono più dei formaggi freschi e del latte. Allo stesso modo il sale è contrattivo perché per realizzare il prodotto finale bisogna estrarne l’acqua. DERIVATI DELLE PIANTE: I derivati delle piante sono espansivi, per il fatto che sono ottenuti dalla parte più espansiva della pianta, come il frutto, il succo, i germogli, le foglie. Inoltre tali sostanze influiscono in modo rilevante sul sistema nervoso centrale producendo un effetto di espansione sul comportamento. CIBI VEGETALI: I cibi vegetali non sono né espansivi, né contrattivi, di conseguenza sono alimenti maggiormente centrati ed equilibrati, costituiscono il carburante più importante dell’alimentazione umana, sono indispensabili al buon funzionamento del nostro organismo e di conseguenza danno maggior equilibrio dal punto di vista del comportamento.

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