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qui comincia l’avventura 5 storie ai confini del mondo
in collaborazione con
progetto grafico di
più libri junior Più libri Junior nasce nel 2009 come gioco letterario di Più libri più liberi dedicato ai più giovani. L’obiettivo del progetto è stato sin dalla sua ideazione quello di proporre alle scuole un’attività che potesse coinvolgere i ragazzi già al di fuori del contesto fieristico, attraverso un’iniziativa di promozione della scrittura. Ai partecipanti si chiede di mettersi in gioco con creatività e immaginazione per dare vita a dei racconti brevi, che sviluppino ogni anno una tematica differente. Alle Storie per attraversare i muri della prima edizione, incentrate sul tema del “muro” inteso nella sua accezione più semplice o come metafora, sono seguite nel 2010 le Storie che fanno eco ovvero racconti che si sviluppano intorno al tema del rispetto dell’ambiente, per arrivare al grande successo delle Cinque storie da mangiare con gli occhi dell’edizione passata. Quest’anno abbiamo intitolato il gioco “Qui comincia l’avventura”. L’invito era più che mai accattivante: “Hai l’occasione di raccontarci un continente nuovo che solo tu, con la tua fantasia, hai visitato. Puoi descrivere i suoi abitanti e le loro abitudini, gli animali e le piante. Parlaci dei colori e i profumi di una terra che ancora non esiste e può nascere solo dalla tua immaginazione”. In tanti hanno risposto e il risultato è ancora una volta un libro sorprendente che traccia gli straordinari confini della fantasia dei nostri ragazzi. La giuria che ha selezionato i racconti di quest’anno è composta da Silvana Gandolfi (scrittrice per bambini e ragazzi), Eraldo Affinati (giornalista e scrittore), Paola Cantarelli e Daniela Ravanetti (Minimondi), Matteo Martignoni (copywriter). Tutti i racconti arrivati sin dalla prima edizione sono pubblicati sul sito www.plpl.it
introduzione C’era una volta un signore coi baffi che abitava a Torino. Questo signore non aveva mai fatto neanche un viaggio. Tutte le mattine si svegliava, prendeva il tram e andava in biblioteca. Tuffava il naso nei romanzi storici, negli atlanti e nelle riviste illustrate: questo era il suo modo di esplorare il mondo. Ed è così che senza muoversi mai dalla sua città ha scritto più di 200 straordinarie storie di avventura, tra romanzi e racconti. Ci ha raccontato di giungle misteriose, di pirati terribili, di guerrieri coraggiosi e di belle principesse. Quel signore si chiamava Emilio Salgari e quest’anno ricorrono i 150 anni dalla sua nascita. In occasione di questa ricorrenza così particolare è venuto automatico chiedere ai ragazzi delle Scuole di Roma di fare come Salgari e, senza muoversi dalla loro città, viaggiare con la fantasia. E i ragazzi hanno risposto senza farsi pregare. Qualcuno ha immaginato di naufragare su un’isola deserta come Robinson Crusoe, qualcun altro è finito per caso in un paese dove tutto fuggiva dalle regole della vita di tutti i giorni un po’ come Gulliver nel paese di Lilliput, non è mancato chi si è inventato da zero una terra lontana con una sua storia, abitudini cibi e animali tutti nuovi, come Tolkien e la sua Terra di Mezzo. È venuto il momento. Levate le ancore, issate le vele, gettate le zavorre, accendete i motori e preparatevi a tutto, perché tutto può accadere. Buona lettura qui comincia l’avventura!
Buco Nero
esta degli Alberi G i g a n ti For
Villaggio delle Gemme
Naufragio nella Terra delle Nevi Chiara Flagiello e Martina Santacroce Scuola Media Statale “V. Cardarelli”, classe 2ª C
10/09/1510 Ore 11.30. Mi hanno appena scarcerato. Mi hanno riferito che dovrò far parte dell’equipaggio della Stanislao, alla ricerca di nuove terre da conquistare. Ore 17.25. Poco fa ho ricevuto una visita da Eduardo, un mio vecchio amico, ed ho scoperto che anche lui compirà il mio stesso viaggio. Ore 18.00. Eccoci qui, appena saliti sulla nave. Io ed Eduardo siamo molto ansiosi perché il capitano ci ha riferito che dovremo attraversare tutto l’Oceano Pacifico e poi costeggiare l’Antartide. Visitando la nostra caravella ho notato le seguenti caratteristiche: al centro presentava una grande velatura quadrata, mentre ai lati se ne trovava una triangolare. Inoltre a poppa si poteva osservare un gran bel cassero dove si trovava la cabina del capitano Pablo. Poi sono sceso nella stiva dove erano presenti sessanta o settanta botti contenenti i viveri. Ho dato un’occhiata dentro per vedere cosa mi riservava il futuro sulla nave, ed erano presenti gallette di riso, vino, olio, pesce salato, carne essiccata, fave e legumi secchi e tanti barili d’acqua da bere. Pablo ha appena comandato di issare le vele per partire. 11/09/1510 Ore 6.00. Finalmente è mattina. La notte è stata un inferno. La vicinanza con lo scolo delle acque sporche ha fatto si che la mia cabina assumesse un odore pestilenziale. 07/10/1510 Maledizione. Siamo nel bel mezzo di una tempesta. Sfortunatamente ha già distrutto l’intera poppa facendo sì che entri acqua da tutte le parti. Ora che ne sarà di noi? Molte persone sono annegate e perfino il capitano Pablo si è ritrovato immerso dalle acque e il secondo ufficiale si è gettato in mare per una crisi di panico, quindi ora il comando passa ai sopravvissuti. 12
04/11/1510 Non riusciamo più a riprendere il comando della nave, siamo perduti. La nave va da sola e non si sa con quale rotta. Una rassicurazione: la poppa è stata ricostruita da tutti i sopravvissuti utilizzando il legno del cassero. Il freddo si è fatto più intenso, ha raggiunto il livello massimo che avremmo dovuto sopportare in questo viaggio. Eduardo non ha più viveri mangiabili né bevande bevibili da distribuire, se non riusciremo a trovare al più presto altre fonti di cibo e acqua moriremo tutti. 08/11/1510 Il vento continuava a spingere la nave sempre più al largo, non sapevamo dove dirigerci. Quando tutto sembrava perduto, riuscimmo a vedere una striscia di terra. Cercammo di raggiungerla il più velocemente possibile, ma ad un certo punto la nave si scontrò contro un iceberg, il quale la troncò facendola bloccare in mare. L’unica alternativa per la salvezza era quella di raggiungere la costa a nuoto. All’inizio pensavamo che fosse un’idea non troppo efficace, in quanto il mare era gelido, ma poi ci riflettemmo brevemente sopra: era meglio provare piani poco fattibili che avere la certezza di morire sulla nave. In buone condizioni fisiche avrei potuto percorrere 2 km a nuoto in meno di un’ora, ma non sapevo per quanto avrei potuto resistere dopo molti giorni di digiuno. Con molte difficoltà siamo riusciti miracolosamente ad arrivare a riva mezzi congelati, ma per fortuna non ad un livello mortale. Arrivati, abbiamo acceso un fuoco per scaldarci e per asciugare le nostre vesti bagnate. 13
La mattina seguente siamo andati ad esplorare l’isola e abbiamo notato la presenza di strane creature a noi sconosciute, le quali avevano un corpo da orso, ricoperto da una folta pelliccia bianca, delle grosse ali d’aquila e delle lunghe orecchie da coniglio. Riguardo alla vegetazione erano presenti conifere, pini, abeti, betulle, pioppi e aceri ricoperti da un candido manto di neve. Più andavamo avanti e più scoprivamo specie di animali diverse come renne, orsi bianchi, trichechi e volpi cenerine. La temperatura si stava abbassando sempre di più e non riuscivamo a trovare riparo. All’improvviso ci siamo accorti che un grosso fumo si dilatava nel cielo. Contenti siamo andati a vedere se proveniva da qualche tribù, infatti era proprio così: un grande numero di uomini stava festeggiando una speciale ricorrenza. Questi abitavano in grosse capanne e si cibavano di foglie, fiori e frutti di un maestoso albero che si trovava al centro del villaggio: l’Albero della Vita. 10/11/1510 Finalmente ci siamo integrati con gli abitanti, i quali ci hanno accolto con un tradizionale rito di iniziazione. Inoltre abbiamo scoperto che parlano una lingua molto simile alla nostra. 27/11/1510 Siamo riusciti ad essere accettati da tutti. Wang, Hicht e Maggnas, coloro che ci stanno ospitando, ci hanno fatto conoscere le loro feste e i loro costumi e sapori. Ora non ci resta altro che fissare la data per ripartire. 28/11/1510 Sono sconvolto. Stavamo fissando la data della partenza quando un abitante ha pronunciato queste parole: ”voi... via... continente...”. Ci si è illuminata la mente perché ho capito che abbiamo scoperto finalmente un nuovo mondo.
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La ragazza sperduta Clarissa Vicoli Istituto Comprensivo “G. Pallavicini”, classe 5ª A
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n un’isola lontana viveva Giuliet, una bambina che non aveva amici umani, ma animali. Un giorno atterrai su quell’isola, vidi Giuliet che giocava a pallavolo con un elefante, mi ci avvicinai e le chiesi come si chiamava, lei mi rispose dicendomi che si chiamava Giuliet, dopo capì che ero naufraga e mi ospitò nella sua capanna. Lì di persone non ce ne erano però vidi che era felice lo stesso. Mangiammo molti frutti tropicali come: fichi, mango, banana, ananas e bevemmo anche latte di cocco. Appena finito mi presentò i suoi amici animali tra cui c’era: un elefante di nome Cocorita, una scimmia di nome Pippi, un tucano di nome Pennina e un’iguana di nome Rex.
L’elefante era grigio e aveva una coperta sulla schiena perché Giuliet lo cavalcava molto spesso. La piccola scimmia invece sognava di essere una ballerina e Giuliet le aveva regalato un tutù di alghe. La tucana invece aveva una collana di fiori e l’iguana, che sognava di essere un vero e proprio ballerino di breakdance, aveva una collana d’oro con l’iniziale del suo nome. Verso il tramonto andammo a caccia nel mare per prendere molti pesci per cena. Appena finito avevamo preso molti pesci, accendemmo il fuoco e cucinammo tutti i pesci che offrimmo a tutti. Giuliet mi preparò il mio letto con delle foglie morbide e pelose, mi addormentai e ringraziai Giuliet per tutto. Il mattino dopo, purtroppo, dovetti andare via, ancora oggi mi ricordo quel profumo di vegetazione e tutti gli animali che ho conosciuto.
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Il paese di Multilandia I bambini della classe 3ª B Istituto Comprensivo “Martin Luther King”
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n giorno un navigatore decise di partire con la sua nave, per cercare un paese nuovo. Partì, navigò tanti giorni e ad un tratto vide un puntino multicolore, si avvicinò e scoprì un continente di nome Multilandia. A Multilandia ogni città era diversa. Nella città di Bitorsolo gli abitanti erano tutti blu e le case fatte di pane. A Bolletta c’erano persone giganti, i palazzi erano fatti di enormi bolle di sapone, le scuole di cioccolato e le auto erano biscotti con macchiette di cioccolato. In alcune case a forma di H, dove ci sono gli gnomi enormi, ci sono i draghi al posto dei cani e le tigri al posto dei gatti. A Funghetta le case sono dei funghetti con il tetto rosso e dei pallini bianchi. Quando suona la campana, tutti gli gnomi che ci abitano vanno a scuola o al lavoro, alla seconda campana vanno a mangiare e alla terza vanno a dormire. Il paese di Batuffolo è formato da tanti batuffoli di cotone, era morbido e bianco. In questo paese le persone lavorano per colorare i batuffoli: il tetto delle case era fatto con batuffoli marroncini, i cespugli con batuffoli verdi e le nuvole di tanti batuffoli bianchi. Qui tutte le persone lavorano, giocano e sono felici.
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Gli abitanti di Lattughina hanno la pelle verde smeraldo, gli occhi azzurri e i capelli biondi. Nella città Sottosopra gli abitanti facevano cose all’incontrario: le persone mangiavano il cibo degli animali e gli animali il cibo delle persone. A Favolosa gli abitanti erano capaci di fare magie e tenevano la loro città molto ordinata. Pizzaspiazza era una città di tappeti, gli abitanti sapevano fare solo tappeti e tutto era fatto di quelli. A Dolciosa gli abitanti erano alti tre mele, le case erano fatte di cioccolato e le scuole di pan di spagna, le macchine somigliavano alle nuvole bianche e i bambini erano uguali alle caramelle perchè erano molto dolci. Nella città di Saltellona tutti gli abitanti saltavano come conigli, ma anche le case, gli autobus, le macchine, i taxi e poi gli abitanti quando parlavano dicevano “boing boing”. Nella città di Millecolori un magico diario custodiva il suo segreto, chi voleva aprirlo doveva ripetere le parole magiche “giallo-rosso rosso-giallo”. Legnosa era una città completamente fatta di legno, tutto era di legno ed era abitata da folletti che lavoravano giorno e notte, si riposavano solo il giovedì e con il legno facevano tutto. A Tossetta ogni cittadino aveva la tosse ed era una città molto rumorosa.
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A Multilandia regnava una principessa molto bella che viveva in un castello bianco con un cagnolino, un gatto e un coniglietto. Ogni mese organizzava una grande festa a cui partecipavano gli abitanti di tutte le città. Un brutto giorno arrivò un grosso buco nero che cominciò a risucchiare le città. Tutti erano terrorizzati ma gli abitanti della città favolosa si misero insieme e crearono una grande magia che fece chiudere il buco nero che risputò le città che aveva inghiottito e scomparve per sempre. E tutti gli abitanti di Multilandia fecero una grandissima festa.
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Alla ricerca di Vinland Matteo Maggetti Scuola Media Statale “V. Cardarelli”, classe 2ª C
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on sono uno di quei grandi e famosi cacciatori di tesori che hanno scoperto El Dorado o i tesori dell’imperatore leggendario bla bla bla. Io sono uno di quelli che aspirano ad eccellere, non a diventare un super esploratore di terre sconosciute che poi diventano ricchi e famosi.
Oggi però, voglio raccontarvi di quando ho scoperto Vinland: la terra promessa dei vichinghi. Avete mai sentito parlare di Eric il Rosso? Era stato esiliato perché aveva ucciso più di cento persone. Bene, quando Eric emigrò verso l’Antartide, trovò questa terra meravigliosa dove i testi antichi ci rivelano si trovasse una terra ricca di alberi enormi, foreste lussureggianti e vigne mai viste prima ma soprattutto un‘enorme ricchezza del sottosuolo. C’era di tutto: pepite d’oro, argento in quantità, lastre di platino e statue di cristallo. Voi vi domanderete: “Come fai a descriverla così? Sembra quasi che tu ci sia stato”. La risposta che vi stupirà è che io ci sono stato veramente e, se la prospettiva vi intriga, vi racconterò tutta la storia.
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Cominciò tutto un paio di mesi fa quando, rovistando tra gli archivi del mio defunto zio Roy, trovai una strana agenda, dove era in bella vista una piccola mappa. Cerchiata in rosso e con le coordinate bene in vista c’era riportata una piccola terra vicino all’Islanda. All’inizio pensai fosse solo qualche strano appunto che mio zio aveva trascritto per le sue ricerche, poi lo sguardo mi cadde su un planisfero appeso alla parete. Una cosa mi sorprese: quella piccola espressione geografica non era riportata sul planisfero. Mi venne un dubbio, così controllai tutte le cartine della casa e la piccola isola non era riportata da nessuna parte. Possibile che lo zio avesse sbagliato? La logica mi convinceva del contrario. Lo zio era un grandissimo esploratore e nessuna delle sue carte riportava mai il minimo errore. Chiamai mio cugino Nathan, dopotutto il famoso pirata Dragut era un suo antenato. Buon sangue non mente. Nathan da abile cacciatore di tesori quale egli era, avrebbe potuto facilmente individuare lo sbaglio. Lo chiamai: ”Nathan ho bisogno del tuo aiuto, devi aiutarmi a capire se lo zio può aver sbagliato una cartina. Puoi raggiungermi?”.
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Nathan si precipitò, ma prima che potesse confrontare i documenti alcuni uomini vestiti di nero fecero irruzione nella stanza ed inziarono a sparare alla cieca. Io e Nathan non avevamo armi per difenderci e scappammo al parcheggio dove raggiungemmo l’Aston Martin che il buon zio Roy ci aveva lasciato in eredità. Partimmo a tutto gas e dopo circa mezz’ora riuscimmo a seminare quegli uomini. Nathan mi disse che quella piccola espressione geografica con ogni probabilità era Vinland: una terra leggendaria che lo zio era riuscito ad individuare. Nathan propose di andare da un suo caro amico in Scozia il quale aveva una barca che ci avrebbe prestato per raggiungere l’Islanda. Non finì la frase che un grande blocco stradale di agenti russi ci sbarrò il passaggio. Per la grande frenata la macchina fece un testacoda, ma grazie al cielo rimase intatta e continuammo la corsa inseguiti dagli agenti. Raggiungemmo Nairn da York in un ora e mezza grazie alle grandi prestazioni della Aston. Scesi dalla macchina, incrociammo un vecchio con i capelli completamente imbiancati. Nathan rivolgendosi all’uomo disse ”Allora Joe ci devi dare la barca come promesso. Sai bene cosa dobbiamo andare ad esplorare”. Il vecchio rispose in modo immediato ”Certo. Ma ad una sola condizione. Io verrò con voi. Sapete, sono anni che faccio ricerche su Vinland e credo di averla individuata”. A quel punto gli mostrai la mappa dello zio, corrispondeva esattamente alle ricerche di Joe. Quel pezzo di carta era la soluzione del più grande mistero della storia d’Inghilterra. Rivolgendomi ai due dissi loro che venivo dall’Italia e non ne sapevo niente di miti e leggende inglesi. Conoscevo a malapena quella di Lancillotto e re Artù. Mio cugino mi disse ”Coraggio, fai il serio. Joe, sbrigati! Gli agenti russi potrebbero raggiungerci da un momento all’altro”. 22
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Ci imbarcammo subito e dopo un paio di giorni di navigazione arrivammo in Islanda dove cominciammo subito le ricerche. La prima tappa fu un’enorme biblioteca dove trovammo diverse carte geografiche e libri interessanti per la nostra esplorazione. Dopo averli studiati a fondo tornammo alla barca e giungemmo ad una conclusione: avevamo individuato Vinland. Ci avvicinammo all’Antartide e... TERRA! Vinland era il paradiso terrestre. Camminammo per ore ed ore e ad un certo punto uno spettacolo meraviglioso si presentò davanti a noi. Un villaggio fatto interamente di pietre preziose. Indovinate chi era a capo del villaggio? Ebbene sì, il discendente diretto di Eric il Rosso, che ci ospitò nella sua reggia . Dopo due giorni di permanenza nel villaggio ci disse che non avremmo dovuto raccontare a nessuno dell’esistenza di Vinland perché se l’avessimo fatto quel paradiso sarebbe stato distrutto dalla cupidigia umana. Ne parlammo ed effettivamente ci rendemmo conto che tante terre erano già state violentate dall’uomo e che Vinland ed i suoi abitanti non si meritavano lo stesso destino. Risalimmo in barca per tornare a casa e Joe, preso un sigaro, accartocciò la mappa per accenderlo. Raccontata così sembra la fine di un sogno invece era l’inizio…
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Il mondo delle lasagne Beatrice Chechi Istituto Comprensivo “G. Pallavicini”, classe 5ª A
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n giorno mi addormentai improvvisamente e sognai un mondo inesistente: il mondo delle lasagne.
All’inizio ero spaventata, ma poi un abitante a forma di lasagna mi disse: “Signorina! Che sta facendo lì impalata? Ci sono i preparativi dei festeggiamenti per la nascita del principe delle lasagne! Venga, sù, si sbrighi!”. Così, lo strano abitante, mi trascinò dal re e gli disse che ero nuova ed ero pronta a lavorare. Il re disse che i lavori erano tutti occupati ma se volevo c’era un posto da badante, cioè mi sarei dovuta occupare del piccolo principe. Io accettai felicemente così, siccome il bambino doveva stare all’aria aperta, io potevo approfittarne per visitare il posto. La mamma del piccolo principe mi diede un foglietto su cui c’era scritto dove portarlo, cosa fargli fare e mangiare. All’inizio lo dovevo portare alle Cascate del Sugo e Mozzarella. Chiesi informazioni agli abitanti che mi dissero di andare sempre e solo dritto. Alla fine ci arrivai stanca morta e poiché ero tutta sudata, mi buttai nella cascata non pensando che al posto dell’acqua c’erano il sugo e la mozzarella.
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Mi accorsi che era sugo solo nel momento in cui c’ero dentro. All’improvviso mi ricordai del piccolo principe, ma quando uscii per cercarlo mi accorsi che ero diventata come tutti gli abitanti, cioè avevo le mani con quattro dita e i piedi con tre dita. Presi il bambino e andai dal re che mi disse felicemente che ora ero al cento per cento una lasagna. Io protestai perchè non volevo diventare una lasagna, allora il re mi disse che il rimedio c’era, dovevo trovare una pianta parlante a forma di lasagna e mangiarla. La pianta poteva essere dappertutto ma io non mi scoraggiai. Cercai dappertutto ma non nella fabbrica della mozzarella, che era la mia ultima speranza. Ci speravo così tanto che non mi accorsi che qualcuno mi stava chiamando: era una pianta parlante a forma di lasagna! Corsi verso di lei ne presi un pezzo e lo mangiai subito, e come per incanto, ritornai come prima. Però improvvisamente sentii un pizzicotto e caddi a terra. Pensai tra me e me: “No, non è possibile! Mi sto per svegliare!”. Mi svegliai e andai subito in cucina e trovai mia madre che mi disse: “Tesoro vuoi un po’ di lasagne?”. Io risposi arrabbiata: “No, per carità basta lasagne!”.
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CREDITS
Progetto a cura di più libri più liberi ( www.piulibripiuliberi.it ) Delle circa 50 mila novità editoriali prodotte ogni anno in Italia solo 3 mila sono facilmente reperibili nelle librerie. Per lo più si tratta dei best seller editi da Case editrici che possono giovarsi di politiche commerciali aggressive e di campagne di promozione molto incisive. è da questa considerazione che nasce l’idea di Più libri più liberi, la Fiera Nazionale della piccola e media editoria che, grazie all’intuizione dell’Associazione Italiana Editori, al sostegno delle Istituzioni locali e nazionali, da 11 anni, si svolge a Roma presso il Palazzo dei Congressi dell’EUR, coinvolgendo marchi di aziende editoriali provenienti da tutta Italia. Lo stesso nome Più libri più liberi riflette i principi ispiratori e gli obiettivi della manifestazione: dare visibilità ad un tesoro solitamente nascosto agli occhi dei più, fornendo contemporaneamente agli operatori del settore italiani e stranieri occasioni di dibattito per discutere le problematiche del settore e per individuare le opportune strategie.
minimondi ( www.minimondi.com ) Nasce nel 2001 a Parma come Festival di letteratura e illustrazione per ragazzi e in pochi anni diventa una delle più importanti realtà culturali in Italia. La sfida di Minimondi è quella di avvicinare i bambini al mondo dei libri, dell’editoria di qualità, dell’arte e dell’illustrazione attraverso strumenti nuovi e creativi: mostre, laboratori, incontri con gli autori e spettacoli. Il Festival Minimondi in questi anni è stato premiato dal Ministero dei Beni Culturali “per il miglior progetto di promozione alla lettura per ragazzi e adolescenti” e, nel 2010, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano con una targa di merito per i dieci anni di attività conferita. Inoltre grazie al successo del Festival sono nati importanti progetti paralleli come il festival L’Aquila Fenice e il festival Officina Minimondi a Palermo. Oggi l’Associazione Minimondi è un vero e proprio marchio di qualità per tutto ciò che ruota attorno al mondo dei libri, dei ragazzi e dell’illustrazione.
Si ringraziano Eraldo Affinati Nato a Roma il 21.2.1956. Collabora al Corriere della sera e a Famiglia Cristiana. E’ docente di lettere alla Città dei Ragazzi di Roma. Insieme alla moglie, Anna Luce Lenzi, ha fondato la scuola Penny Wirton per l’insegnamento della lingua italiana agli stranieri. Fra le sue opere, ricordiamo: Un teologo contro Hitler. Sulle tracce di Dietrich Bonhoeffer (Mondadori, 2002), La Città dei Ragazzi (Mondadori, 2008), Berlin (Rizzoli, 2009), Peregrin d’amore. Sotto il cielo degli scrittori d’Italia (Mondadori, 2010), Italiani anche noi. Corso di italiano per stranieri (Il Margine, 2011), L’11 settembre di Eddy il ribelle (Gallucci, 2011). Ha curato l’edizione completa delle opere di Mario Rigoni Stern, Storie dall’Altipiano (I Meridiani, Mondadori, 2003).
Silvana Gandolfi è nata a Roma dove vive. Scrive libri per bambini e ragazzi per la Salani, romanzi dove in genere nella realtà irrompe qualcosa di fantastico. Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti in molti paesi esteri, come Giappone, Brasile, Messico, Russia, USA, Corea, Germania, Ungheria, Francia, Spagna ecc. Dichiara che scrivere e viaggiare per lei sono l’unico modo di combattere la noia del quotidiano.
Stampato nel mese di dicembre 2012 da tipografia monteserra Vicopisano (PI)
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