Shadow of the mark capitolo 2 tradotto

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Capitolo 2 Amore e altre cose… Dopo la scuola, mi diressi dai DeRíses. Avevo bisogno di lavorare sul controllo del mio elemento e affinare le mie abilità per riuscire a superare l’allineamento, una fusione di tutti i nostri poteri in un’unica forza. Poteva funzionare solo se tutti i Segnati fossero stati allo stesso livello di potenza, e sfortunatamente, i DeRíses avevano diciassette anni di vantaggio. E inoltre, non avevamo nemmeno tanto tempo. L’allineamento doveva avvenire il giorno del solstizio d’estate e quindi saremmo dovuti essere pronti per giugno. Avevamo lavorato ogni giorno dopo la scuola e i fine settimana per contrastare il mio svantaggio. Fionn ci accolse non appena entrammo in cucina. «Come è andata oggi?» «Magnificamente,» mormorò Áine, coccolando Randel, che si era appoggiato sulla sua spalla. Provai a suonare un po’ più entusiasta. «A scuola è andato tutto bene. I professori fanno sul serio questo semestre.» «Bene, bene.» Disse Fionn, ma sembrava distratto. «Che succede Fionn?» Chiese Adam, facendo sentire la tensione che trapelava dalla sua solita voce rilassata. Fionn sospirò e si sedette in una delle lunghe panche del tavolo della cucina. «Sembra che Lyonis Fleet avesse avuto altri nemici oltre a noi.» «Lyonis!» Rantolai. Improvvisamente ebbi l’urgenza di sedermi e mi lascia cadere accanto a Fionn. Odiavo pensare al malvagio membro dei Knox che mi aveva rapito. Non volevo ricordare la sua faccia beffarda, il suo fetido acido pungente, i colpi che mi aveva sferrato. E il fatto che aveva quasi ucciso Adam. «Come lo sai?» Disse Áine, sedendosi accanto a me dall’altra parte rispetto a Fionn. Randel saltellò dalla sua spalla atterrando al centro del tavolo. «È morto.» «Com’è possibile?» Chiese Adam. Un profonda ruga segnò la sua fronte mentre passava il tè ad Áine e a me. «Era sotto la custodia della polizia. È stato un suicidio?» Fionn scosse la testa. «È stato assassinato.» «Da un altro detenuto?» Sussurrai. «No. È successo mentre veniva trasferito in un’altra struttura. Sembra che sia stato un lavoro professionale.»


«Ma chi altro lo avrebbe voluto morto oltre a noi?» Adam fissò Fionn confuso. «Pensi che siano stati i Knox spaventati che lui potesse fare la spia sull’organizzazione?» I Knox erano spietati e certamente erano capaci di uccidere uno di loro se avessero temuto che avrebbe messo loro i bastoni tra le ruote. Anche se queste circostanze sembravano sospette, a dir poco, non potevo smettere di sentirmi sollevata. Lyonis non avrebbe più potuto farmi del male. I Knox sarebbero tornati, ma quella sarebbe stata una battaglia per un altro giorno. Fionn scrollò le spalle. «Non sono sicuro che lo sapremo mai. Oh, un’altra cosa. Rían tornerà a casa alla fine della settimana.» «Grandioso!» Gridò Áine. Rían aveva trascorso le ultime due settimane con l’Ordine di Dublino e non pensavo che l’avremmo rivisto già così presto. Nonostante il nostro inizio difficile, eravamo diventati buoni amici e mi mancavano la sua irritabilità e i suoi commentini esasperanti. «L’Ordine di Dublino arriverà prima di lui,» continuò Fionn, «quindi dovete tutti stare qui domani. Compresa tu Megan.» «Perché Rían non viaggia con loro?» Chiese Adam. «A quanto pare l’Ordine ha delle novità che vuole condividere il prima possibile e Rían ha del lavoro che deve finire.» Il mio cuore saltò un battito. Sapevo che Hugh aveva lavorato duramente sugli Scritti. Forse era finalmente riuscito a dare un senso a quegli scarabocchi confusi. Forse aveva trovato una soluzione per Adam e me. Mi sembrava una cosa troppo grande per sperarci, ma intercettai lo sguardo di Adam e sapevo che stava pensando la stessa cosa. Era possibile che avremmo trovato una scappatoia per stare veramente insieme? Eravamo tutti di ottimo umore durante la sessione d’allenamento. Fionn ci controllava attentamente mentre, a turno, rilasciavamo i nostri elementi, tenendoli poi saldamente sotto controllo. Non appena Adam terminò, io ero già in piedi. «Vacci piano Megan.» Disse Fionn. «Lascialo uscire e poi lavora sulla potenza.» Non aveva niente di cui preoccuparsi. Non avevo problemi sulla potenza. Il mio unico problema era sul controllo. Sentivo il potere dentro di me, era allo stesso tempo terrificante ed esaltante. Chiusi gli occhi e con il più lento movimento della mano il mio elemento scaturì da me, rivelandosi nella sua spontaneità. Sembrava che sfiorasse Áine e volteggiasse su Adam. «Bene,» disse Fionn. «Adesso attiralo verso di te e trattienilo.» L’aria attorno noi rabbrividì e scintillò come la superficie di una bolla. Lentamente si raggruppò, crescendo di densità, fino a che avvertii che ogni minima molecola aspettava un mio ordine. «Sì! Così! È perfetto.» Fionn batté le mani e poi si rivolse ad Adam e Áine. «Entrambi potreste imparare molto da questa dimostrazione. Vi suggerisco di esercitarvi ancora un po’.» Poggiò le sue


mani sulle mie spalle mentre mi passò accanto dirigendosi verso la casa. «Veramente ottimo lavoro Megan.» Invece di allenarci, Áine e Adam usarono l’ora successiva per dimostrare che potevano fare di meglio l’uno dell’altra. Mi sedetti e osservai la maestosa esibizione sul controllo degli elementi mischiata a rivalità tra fratelli. È stato solo quando Adam ha ricoperto Randel di una perfetta sfera di acqua luccicante e Áine ha richiamato un stormo di gabbiani che hanno puntato Adam e l’hanno alzato dal terreno, che entrambi hanno ceduto. Più tardi Adam era disteso sul suo letto al mio fianco appoggiato su un gomito, mentre l’altra sua mano mi accarezzava il braccio. Mi girò per trovarci faccia a faccia e per un breve momento, il tempo si fermò. Insieme alla mia attrazione per Adam, il mio elemento sobbalzò nel mio petto e mi trasmise un calore calmo nel mio arto, facendomi sentire come se fossi avvolta in una bolla di cotone caldo e soffice. Amavo la sensazione di riconoscimento dei nostri elementi e si stava facendo sempre più forte. Cedendo alla passione, ci sdraiammo più vicini finché le nostre labbra si incontrarono. Poco dopo ci stavamo stringendo l’un l’altra con l’intensità di un bacio che lottava per soddisfare il desiderio dei nostri elementi e dei nostri cuori. L’aria reagì, frustando i miei capelli e una manciata di pagine di compiti dal letto al pavimento. La condensa delle finestre si lanciò verso di noi e cominciò a girare in una spirale che ci spinse ancora più vicini. Riluttanti ci allontanammo, ansimando. Ebbi una fitta al cuore. Adam aveva ancora gli occhi chiusi. Era pallido. «Diventa sempre più difficile fermarsi.» Sospirò. «Lo so.» Dissi, accarezzando gentilmente le sue palpebre. «Guardami.» «Non ancora.» «Adam, fammi vedere.» Le sue pesanti ciglia scure resistettero per qualche altro secondo, prima di aprirsi lentamente. Le sue pupille erano allargate al massimo e circondate dal blu più vivido che si potesse immaginare. «Non mi piace che mi vedi in questo stato.» Brontolò lui. Tenni la sua testa con entrambe le mani. «Non essere sciocco. Amo i tuoi occhi, di qualsiasi colore essi siano.» «Non è il colore che mi preoccupa.» Rispose, rotolando via. Io sospirai. «Adam, dobbiamo parlare della profe…» «No! Sono stufo di ascoltare cose su profezie che predicono il nostro tragico destino.» Camminò fino alla finestra, facendo scivolare il suo sguardo sul terreno che si estendeva per chilometri fino all’orizzonte. «Se l’Ordine anche solo sospetta di quello che sta accadendo tra noi, confermerebbe tutte le loro paure. Saremmo trasferiti in continenti diversi per…» sollevò le dita, facendo dei gesti nell’aria «…evitare la fine del mondo.»


Camminai con passo felpato sul pavimento di legno scricchiolante e lo circondai con le braccia, premendo un lato del mio viso contro la sua schiena rigida. Sapevo nel profondo, che questo nuovo fenomeno aveva del potenziale per portare guai, ma non volevo nemmeno stare lontana da Adam. La crescita del potere era qualcosa che avevamo imparato a controllare. Era una convinzione dell’Ordine che un’unione tra Segnati avrebbe significato distruzione, ma io mi aggrappavo lo stesso alla speranza che derivava dalla coppia senza nome menzionata negli Scritti dei Druidi. Erano Segnati come Adam e me, eppure c’erano pochissime informazioni su di loro, portandoci alla conclusione che le loro vite insieme fossero state tranquille. Speravo poi anche che la visita di Hugh portasse buone notizie. «Glielo diremo,» sussurrò Adam, «Ma non ancora, ok?» «Ok.» Girai attorno alle sue spalle e guardai gli ultimi raggi di sole scendere lentamente sul suo viso fino a diventare sfumature di oscurità.


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