Missioni OMI 01 02 2015 parz

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Prezzo di copertina € 2,20 - gennaio-febbraio 2015 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012

attualità

dossier

fatti

missioni

IV Convegno missionario nazionale a Sacrofano

Il punto sull’informazione oblata europea

I giovani italiani e l’impegno politico

Verso il 200° anniversario dei Missionari OMI

MISSIONI

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RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA

OMI

n. 1-2 GENNAIO-FEBBRAIO 2015

EUROPA

Le riviste oblate si incontrano 28/12/14 09:15


SOMMARIO MISSIONI OMI Rivista mensile di attualità fondata nel 1921 Anno 22 n.01/02 gennaio-febbraio 2015

attualità

Carta di siena, Chiesa e Istituzioni per una città dell’integrazione Chiesa e Istituzioni

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di Stefano Messina OMI

La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250

Chiesa missionaria, libera e in uscita 6 a cura della redazione

EDITORE

Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata Via Egiziaca a Pizzofalcone, 30 80132 Napoli

L’uomo che parla al grande spirito

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Notizie in diretta dal mondo oblato

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di Gianluca Rizzaro OMI

news

REDAZIONE

Via dei Prefetti, 34 00186 Roma tel. 06 6880 3436 fax 06 6880 5031 pax1902@gmail.com

a cura di Elio Filardo OMI

Mgc news

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Disinteresse o coinvolgimento? Giovani e politica

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Università, spazio di evangelizzazione

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Lettere al direttore

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Tipolitografia Abilgraph - Roma

Lettere dai missionari

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FOTOGRAFIE

Qui Uruguay, Qui Senegal

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DIRETTORE RESPONSABILE

Pasquale Castrilli REDAZIONE

fatti

Salvo D’Orto, Elio Filardo, Gianluca Rizzaro, Adriano Titone COLLABORATORI

Claudio Carleo, Giovanni Chimirri, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Mariano Guzzo, Thomas Harris, Luisa Miletta, Sergio Natoli, Michele Palumbo

di Esmeralda De Maria Volpintesta

di Pasquale Castrilli OMI

PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE

missioni

Elisabetta Delfini STAMPA

Si ringrazia Olycom www.olycom.it UFFICIO ABBONAMENTI

Via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) tel 06 9408777 - Valentina Valenzi rivista.missioni.omi@omi.it Italia (annuale) Estero (via aerea) Di amicizia Sostenitore

17 euro 37 euro 35 euro 65 euro

Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a: Missioni OMI Rivista dei Missionari OMI via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) Finito di stampare dicembre 2014 Reg. trib. Roma n° 564/93 Associata USPI e FESMI www.missioniomi.it www.facebook.com/missioniomi

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dossier

I PARTECIPANTI DICONO...

La stampa oblata in

EUROPA

Marcin Wrzos OMI

Ero in contatto con molti dei partecipanti già prima dell’incontro, ma non era la stessa cosa. Ora conosco meglio le persone e sono davvero contento che l’idea dell’incontro si è potuta realizzare. Sono stato particolarmente felice della possibilità di creare una rete tra noi. Spero possiamo incontraci ancora nel prossimo futuro. Questo incontro mi ha suggerito l’idea di organizzare dei workshop per essere ancora più professionali nel nostro lavoro.

Cyprian Czop OMI

Non conoscevo chi ci fosse concretamente dietro ogni rivista. È stato arricchente conoscere Oblati impegnati nel campo dei mass media. In Ucraina lavoriamo soprattutto con la televisione e la radio.

Pawel Pilarczyk OMI

Siamo probabilmente l’unica rivista oblata realizzata da uno scolasticato. È stato interessante “stringere la mano” alle grandi riviste oblate.

Nel mese di ottobre, a Pozna´n (Polonia), si è tenuto un incontro delle riviste oblate europee

DOSSIER

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testo di Shanil Jayawardena OMI foto di Bła˙zej Mielcarek OMI

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una foto per pensare 014_021.indd 14-15

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foto di Giovanni Chimirri, gio.chimirri@gmail.com testo di Luisa Miletta, luli89@libero.it

UNA FOTO PER PENSARE

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“Da che punto guardi il mondo tutto dipende”, cantava Pau Donés. Niente di più vero. È una questione di punti di vista, di angolazioni, di sfumature e prospettive. Ma non solo: è anche una questione di come ci si sente in quel momento, delle sensazioni che ci abitano quando osserviamo. Può cambiarci la giornata guardare e cose con l’occhio giusto e scorgere in una pozza d’acqua, lasciata dalla pioggia, un riparo per un piccione, che chissà quanti chilometri ha sulle sue ali, oppure uno specchio che riflette il paesaggio circostante, fatto di luci, colori, armonie, anziché vedere tutto per quello che realmente è: il ricordo di un brutto e grigio acquazzone.

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MISSIONI

editoriale Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com

Citarsi

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fatti

missioni

IV Convegno missionario nazionale a Sacrofano

Il punto sull’informazione oblata europea

I giovani italiani e l’impegno politico

Verso il 200° anniversario dei Missionari OMI

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OMI

RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA

OMI

n. 1-2 GENNAIO-FEBBRAIO 2015

EUROPA

Le riviste oblate si incontrano

enzionare gli altri come cifra della comunione. Citare il pensiero e gli scritti di altri come metodo per mostrare interessi ampi, per dare spazio alla verità, per far conoscere e rilanciare il più possibile il bene. Sembrerebbe questo uno svincolo che il mondo missionario contemporaneo vuole imboccare. All’incontro delle riviste oblate europee che si è svoltosi a Pozna´n (Polonia) lo scorso mese di ottobre era evidente la gioia di poter “mettere un volto” dietro un giornale conosciuto e ricevuto da anni. Come anche il desiderio di scambiare le risorse, articoli, fotografie, competenze, per far conoscere popoli, persone, iniziative e progetti. Ci sono voluti 18 anni per organizzare un secondo incontro (almeno in tempi recenti) dell’informazione oblata in Europa. Giornali, molti dei quali con una lunga storia alle spalle, che nel vecchio continente raccontano la missione oblata a tutte le latitudini. L’incontro precedente, nel giugno 1996, si era svolto in Germania, a Mainz, ed era stato occasione di confronto e condivisione. Ne avevamo dato conto sulle pagine di Missioni OMI con un articolo intitolato “L’evangelizzazione di carta”. Anche al IV Convegno missionario nazionale tenutosi a Sacrofano (Roma) lo scorso novembre è stato evidente il desiderio

di conoscersi, di convergere, di citarsi senza paura. Il bene è bene da qualunque parte esso provenga e da chiunque sia promosso. E al laboratorio “comunicazione e missione” una trentina di partecipanti hanno reso più esplicita la possibilità di citarsi sui propri giornali, siti Internet, tv o radio, di raccontare ciò che di bello e di buono fanno gli altri. La missione, che è sempre unica, l’annuncio di Cristo Salvatore, cambia nelle modalità e nei linguaggi. Sul versante delle riviste oblate tanto è cambiato in 18 anni. Alcuni giornali non esistono più, il numero delle copie stampate è diminuito, ci sono nuove possibilità di interazione con Internet, in particolare con i social network, si progettano versioni digitali delle riviste oblate da poter leggere su tablet, nelle redazioni ci sono più laici… Anche molti Centri missionari diocesani in Italia si sono attrezzati con giornali, pagine online, redazioni, profili su Facebook o Twitter. Al di là di una possibile frammentazione appare evidente il desiderio di comunicare una Persona, una Fede. La novità è rappresentata forse proprio dalla necessità, avvertita dalla base, di una migliore conoscenza reciproca per farsi da sponda l’uno con l’altro, perché ciò che conta è incontrare l’uomo di oggi e annunciargli la Salvezza. ■

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lettere al direttore

MISSIONI

OMI

Un grande papà Pubblichiamo una parte dell’omelia tenuta da p. Nicola Parretta OMI ai funerali di Peppino Covella di Taranto, sabato 18 ottobre 2014. Negli ultimi due anni p. Nicola è stato vicino alla famiglia Covella, seguendo Peppino fino alla vigilia della morte. Lo stesso hanno fatto p. Saverio Zampa OMI e tanti fratelli e sorelle del Quartiere Paolo VI a cominciare dagli associati dell’Associazione Missionaria Maria Immacolata (AMMI). I familiari di Peppino hanno offerto una testimonianza non comune di affetto, amore costante e assistenza nei confronti di questo “grande papà”. Attendiamo sulle pagine di Missioni OMI un articolo su Peppino, dando spazio alle numerose testimonianze che si stanno raccogliendo. Un viaggio comunitario verso il cielo. Cerchiamo insieme di far tesoro, almeno di qualcosa, dell’eredità spirituale che Peppino Covella ci consegna all’indomani della sua partenza per il

Cielo. Inizio prendendo spunto da tre realtà simboliche presenti nel suo giardino: le rose, pienamente sbocciate nel mese di ottobre, mese dedicato particolarmente alla missione (felice coincidenza); S. Eugenio de Mazenod, fondatore dei Missionari Oblati di Maria Immacolata; l’Immacolata. Pensando alle rose sbocciate, mi sono venute

in mente le parole di un canto che vanno attribuite a quelle persone che, come Peppino, hanno compiuto il disegno di Dio: “Sono fiori sbocciati per sempre, perché come fiori han saputo morire. Sono anime che sanno dire per chi sa ascoltare parole più vere. È facile scorgere in queste parole un riferimento alla similitudine del chicco di frumento che muore

per portare frutto così come ce ne parla Gesù nel Vangelo: “In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12,24). Il primo frutto è certamente la comunione con Cristo, altri frutti sono legati all’edificazione della comunità AMMI, della parrocchia, della

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PAROLE E SILENZIO L’ultimo lavoro di p. Gennaro Cicchese OMI è sul tema del silenzio (Dalla parola al silenzio. Antropologia e spiritualità, Chirico 2014, pp. 102, 10 euro). Un libro scritto con Giovanni Chimirri, consigliere nazionale dell’Associazione docenti italiani di filosofia e membro dell’Associazione teologica italiana per lo studio della morale. Il libro si compone di tre parti. Nella prima si sofferma sulle “parole non dette” (Chimirri), mentre la seconda approfondisce il tema della “parole taciute” (Cicchese). Completa il libro un’antologia di testi di autori classici e contemporanei. P. Cicchese è da anni docente alla Pontificia Università Lateranense di Roma e all’Istituto St. Augustin di Dakar (Senegal). chiesa. Sappiamo che la parrocchia di S. Maria del Galeso ha una storia decennale. Peppino e altri sono stati tra i primi protagonisti di questa storia fatta di fede vissuta, di mattoni, di ministero oblato, di testimonianza nell’Ilva, di iniziative varie. Ci sarebbe molto da dire anche dell’impegno concreto profuso nel sociale. Molti avrebbero tante cose da raccontare in proposito. La seconda realtà è S. Eugenio. Bastava pronunciare questo nome e il volto di Peppino si illuminava, anche nei momenti più dolorosi. Quando nel 2011 abbiamo celebrato a Roma il 150° della morte del Fondatore, Peppino nonostante il suo stato critico di salute ha fatto i possibile per esserci.

Ha goduto particolarmente di tale ricorrenza. In tutti i casi ha saputo far proprio il carisma di S. Eugenio e ha cercato di incarnarlo, soprattutto attraverso l’appartenenza all’associazione AMMI. È stato tra i primi associati nel Quartiere Paolo VI. Non possiamo tacere il suo slancio missionario, la passione per Cristo, per la Chiesa, l’amore per la Parola di Dio, per l’Eucaristia. “Mi hai portato l’Eucaristia?”. Mi chiedeva ogni volta che andavo a trovarlo a casa durante la malattia. L’Eucaristia era davvero il suo cibo spirituale come possono testimoniare tanti, a cominciare dai familiari, suoi angeli custodi. La terza realtà è Maria, l’Immacolata, definita da S. Eugenio “Un passaporto

per il cielo”. Come a dire: garanzia di salvezza per coloro che la amano. Qui entriamo nella parte più segreta di un’anima. Nessuno di noi potrà spiegare il rapporto che ha vissuto Peppino con l’Immacolata, specialmente nei momenti più critici della sua vita, pensiamo soprattutto all’ultimo periodo. Stare acanto a lui, nella sua stanza, era come essere in chiesa davanti al tabernacolo. Si rimaneva in contemplazione di Dio nel cielo dell’Immacolata. Mentre continuiamo a pregare per Peppino affinché possa sperimentare la pienezza del gaudio celeste, prendiamo con noi l’Immacolata in modo da avere a portata di mano il nostro passaporto per il Paradiso.

BEI FRUTTI

Circa 10mila persone vivono in questo villaggio nella periferia di Pechino. Sono migranti cinesi in cerca di un futuro migliore lavorando nei cantieri e nella piccola impresa. La casa che abbiamo affittato fornisce un programma di dopo scuola per bambini e adulti. Una bella casa tradizionale cinese con un piccolo giardino interno. Frutti del nostro giardino sono le madri che si prendono cura dei bambini, mentre preparano qualcosa da mangiare o da bere. Oppure i diversi volontari (cinesi e stranieri) che arrivano: studenti, il proprietario del nostro appartamento, la ricca signora che abita di fronte, l’insegnante di musica… Giovanni Zevola OMI Pechino

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attualità

Chiesa missionaria libera e in uscita Le conclusioni del IV Convegno missionario nazionale che si è tenuto a Sacrofano in novembre

a cura della redazione

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n convegno per ravvivare il fuoco della missione ad gentes, un convegno che ha chiamato a raccolta gli stati generali del’universo missionario italiano: centri missionari diocesani, istituti missionari, movimenti e associazioni. Dal 20 al 23 novembre a Sacrofano (Roma) si sono svolti i lavori del IV Convegno missionario nazionale “Alzati, va’ a Ninive la grande città - dove il Vangelo si fa incontro”. Organizzatori del convegno l’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le chiese, la Fondazione Missio e la Fondazione Cum. Hanno partecipato 800 delegati in sala e molte altre persone collegate via Internet. Tra gli scopi del Congresso “valorizzare la ricchezza delle esperienze missionarie della chiesa che è in Italia e rilanciare l’impegno di singoli, gruppi e comunità, per la missione ad gentes, a partire dai poveri, dagli ultimi che vivono nelle pe-

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attualità

intensificare lo spirito

missionario

Chiesa missionaria libera e in uscita Le conclusioni del IV Convegno missionario nazionale che si è tenuto a Sacrofano in novembre

a cura della redazione

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U

n convegno per ravvivare il fuoco della missione ad gentes, un convegno che ha chiamato a raccolta gli stati generali del’universo missionario italiano: centri missionari diocesani, istituti missionari, movimenti e associazioni. Dal 20 al 23 novembre a Sacrofano (Roma) si sono svolti i lavori del IV Convegno missionario nazionale “Alzati, va’ a Ninive la grande città - dove il Vangelo si fa incontro”. Organizzatori del convegno l’Ufficio nazionale per la cooperazione missionaria tra le chiese, la Fondazione Missio e la Fondazione Cum. Hanno partecipato 800 delegati in sala e molte altre persone collegate via Internet. Tra gli scopi del Congresso “valorizzare la ricchezza delle esperienze missionarie della chiesa che è in Italia e rilanciare l’impegno di singoli, gruppi e comunità, per la missione ad gentes, a partire dai poveri, dagli ultimi che vivono nelle pe-

“Vi incoraggio a intensificare lo spirito missionario e l’entusiasmo della missione e a tenere alto nel vostro impegno nelle diocesi, negli istituti missionari, nelle comunità, nei movimenti e nelle associazioni lo spirito della Evangelii gaudium, senza scoraggiarsi nelle difficoltà, che non mancano mai e - sottolineo una cosa - cominciando dai bambini”. Questa l’esortazione che il Santo Padre Francesco ha rivolto ai partecipanti al IV Convegno missionario nazionale ricevuti in udienza il 22 novembre. Nel suo discorso papa Francesco ha ricordato che “ogni generazione è chiamata a essere missionaria” e che “una chiesa missionaria non può che essere ‘in uscita’”. Quindi ha proseguito: “Le diverse realtà che voi rappresentate nella chiesa italiana indicano che lo spirito della missio ad gentes deve diventare lo spirito della missione della chiesa nel mondo: uscire, ascoltare il grido dei poveri e

dei lontani, incontrare tutti e annunciare la gioia del Vangelo. Le chiese particolari in Italia hanno fatto tanto… tanti preti, tante suore, tanti laici fidei donum. Voi avete questo nel sangue! È una grazia di Dio. Dovete conservarlo, farlo crescere e darlo in eredità alle nuove generazioni di cristiani”. Il papa ha ribadito che “la missione è compito di tutti i cristiani, non solo di alcuni” ed ha sottolineato: “È compito anche dei bambini! Nelle opere missionarie pontificie, i piccoli gesti dei bambini educano alla missione”. Papa Francesco ha esortato a “non lasciarsi rubare la speranza e il sogno di cambiare il mondo con il Vangelo, con il lievito del Vangelo, cominciando dalle periferie umane ed esistenziali. Uscire significa superare la tentazione di parlarci tra noi dimenticando i tanti che aspettano da noi una parola di misericordia, di consolazione, di speranza”. Dopo aver ribadito che “nella catechesi i bambini devono ricevere una catechesi missionaria”, il papa ha invitato a non cedere al pessimismo, presente anche nella chiesa. Papa Francesco

riferie del mondo”. L’evento si poneva “a dieci anni dal precedente convegno nazionale di Montesilvano”, sentendo la necessità “di riunire tutte le forze in campo della missionarietà italiana per fare il punto della situazione su tre pilastri dell’azione pastorale: l’animazione, la cooperazione e la formazione, per guardare avanti e rivitalizzare quel fuoco della missione che oggi dà l’impressione di essere spento”.

Alcuni punti fermi Una chiesa missionaria in cammino e in ascolto che - a partire dalla base aiuta se stessa a non sentirsi sotto assedio. Una chiesa decentrata che vive la periferia. Giovane, ma soprattutto missionaria, fatta di persone che hanno voglia di rimettere al centro Gesù e il vangelo. Una comunità che fa proprio l’invito alla liberazione, rivolto al convegno dal teologo peruviano Gustavo Gutiérrez. Questi sono stati alcuni dei messaggi principali emersi al termine di questa grande kermes-

Da sinistra, Pasquale Castrilli OMI, Anna e Remo Lioi, Ryszard Szmydki OMI, Stefano Messina OMI, Adriano Titone OMI

se missionaria. Come ha auspicato in fase conclusiva don Alberto Brignoli, tra gli organizzatori dell’evento, è auspicabile che il convegno abbia delle ripercussioni nella vita ecclesiale e venga “tenuto in caldo” per portare altri frutti. Si desidera una chiesa in

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dossier

La stampa oblata in

EUROPA Nel mese di ottobre, a Pozna´n (Polonia), si è tenuto un incontro delle riviste oblate europee testo di Shanil Jayawardena OMI foto di Bła˙zej Mielcarek OMI

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Marcin Wrzos OMI

Ero in contatto con molti dei partecipanti già prima dell’incontro, ma non era la stessa cosa. Ora conosco meglio le persone e sono davvero contento che l’idea dell’incontro si è potuta realizzare. Sono stato particolarmente felice della possibilità di creare una rete tra noi. Spero possiamo incontraci ancora nel prossimo futuro. Questo incontro mi ha suggerito l’idea di organizzare dei workshop per essere ancora più professionali nel nostro lavoro.

Cyprian Czop OMI

Non conoscevo chi ci fosse concretamente dietro ogni rivista. È stato arricchente conoscere Oblati impegnati nel campo dei mass media. In Ucraina lavoriamo soprattutto con la televisione e la radio.

Pawel Pilarczyk OMI

Siamo probabilmente l’unica rivista oblata realizzata da uno scolasticato. È stato interessante “stringere la mano” alle grandi riviste oblate.

Nel mese di ottobre, a Pozna´n (Polonia), si è tenuto un incontro delle riviste oblate europee testo di Shanil Jayawardena OMI foto di Bła˙zej Mielcarek OMI

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news

Notizie in diretta dal mondo oblato

messaggi Sri Lanka e notizie Visita di papa Francesco dalle missioni apa Francesco dal 13 al 15 gennaio 2015 visita lo Sri Lanka, un a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net

P

Paese che negli ultimi 30 anni è stato attraversato da profonde lacerazioni prodotte dalla guerra civile fomentata dall’organizzazione terroristica Tigri Tamil. Ad invitare il papa è stato il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaksa, ormai alla vigilia della scadenza del suo secondo mandato. L’attuale presidente è un figura controversa, infatti, come riporta il sito lastampa.it, “sprezzante delle richieste del Consiglio Onu per i diritti umani, ha negato ogni inchiesta internazionale per accertare i crimini di guerra, invocando il principio di non-interferenza. Si è fatto portavoce di un nazionalismo su cui ha costruito il suo consenso politico. Ha solleticato “la pancia” dell’elettorato singalese e buddista (maggioranza sull’isola), facendo leva sull’elemento identitario, etnico e religioso” L’Osservatore Romano nel mese di novembre ha pubblicato un articolo di Cristian Martini Grimaldi in cui p. Rohan

Paraguay

P. Steckling OMI, nominato vescovo

I

l 15 novembre 2014 papa Francesco ha nominato p. Wilhelm Steckling vescovo della diocesi di Ciudad del Este. Il nuovo vescovo avrà la difficile missione di portare pace e armonia in una diocesi oggetto di una Nota della Santa Sede pubblicata il 25 settembre 2014: “Dopo l’accurato esame delle conclusioni delle visite apostoliche compiute al vescovo, alla diocesi e ai seminari di Ciudad del Este, da parte della Congregazione per i vescovi e della Congregazione per il clero, il Santo Padre ha provveduto all’avvicendamento del vescovo Rogelio Ricardo Livieres Plano (...). La gravosa decisione della Santa Sede è ispirata al bene maggiore dell’unità della chiesa di Ciudad del Este e alla comunione episcopale in Paraguay. Il Santo Padre, nell’esercizio del suo ministero di perpetuo e visibile fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli (LG 23), chiede al clero e a tutto il Popolo di Dio di Ciudad del Este di voler accogliere i provvedimenti della Santa Sede con spirito di obbedienza, docilità e animo disarmato, guidato dalla fede. Inoltre,

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messaggi Sri Lanka e notizie Visita di papa Francesco dalle missioni apa Francesco dal 13 al 15 gennaio 2015 visita lo Sri Lanka, un a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net

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Paese che negli ultimi 30 anni è stato attraversato da profonde lacerazioni prodotte dalla guerra civile fomentata dall’organizzazione terroristica Tigri Tamil. Ad invitare il papa è stato il presidente dello Sri Lanka, Mahinda Rajapaksa, ormai alla vigilia della scadenza del suo secondo mandato. L’attuale presidente è un figura controversa, infatti, come riporta il sito lastampa.it, “sprezzante delle richieste del Consiglio Onu per i diritti umani, ha negato ogni inchiesta internazionale per accertare i crimini di guerra, invocando il principio di non-interferenza. Si è fatto portavoce di un nazionalismo su cui ha costruito il suo consenso politico. Ha solleticato “la pancia” dell’elettorato singalese e buddista (maggioranza sull’isola), facendo leva sull’elemento identitario, etnico e religioso” L’Osservatore Romano nel mese di novembre ha pubblicato un articolo di Cristian Martini Grimaldi in cui p. Rohan

Silva, provinciale degli Oblati di Maria Immacolata, si è soffermato sugli sviluppi del processo di pace nel paese. Un tema caro alla congregazione perché da anni i missionari OMI lavorano a fianco della gente per la difesa dei diritti umani della minoranza tamil e per la riconciliazione. «Sono stato in Corea recentemente - afferma p. Rohan - e posso dire che il messaggio di pace che il papa ha lanciato si applica benissimo allo Sri Lanka. Se la maggior parte del singalesi è di religione buddista e i tamil sono per lo più indù, i cristiani si dividono tra queste due etnie, fungono perciò da anello di unione. Per questo durante le celebrazioni - prosegue - tamil e singalesi possono cantare nella propria lingua liberamente. Le due etnie convivono oggi, all’interno della comunità religiosa, in un clima di dialogo».

Paraguay

P. Steckling OMI, nominato vescovo

I

l 15 novembre 2014 papa Francesco ha nominato p. Wilhelm Steckling vescovo della diocesi di Ciudad del Este. Il nuovo vescovo avrà la difficile missione di portare pace e armonia in una diocesi oggetto di una Nota della Santa Sede pubblicata il 25 settembre 2014: “Dopo l’accurato esame delle conclusioni delle visite apostoliche compiute al vescovo, alla diocesi e ai seminari di Ciudad del Este, da parte della Congregazione per i vescovi e della Congregazione per il clero, il Santo Padre ha provveduto all’avvicendamento del vescovo Rogelio Ricardo Livieres Plano (...). La gravosa decisione della Santa Sede è ispirata al bene maggiore dell’unità della chiesa di Ciudad del Este e alla comunione episcopale in Paraguay. Il Santo Padre, nell’esercizio del suo ministero di perpetuo e visibile fondamento dell’unità sia dei vescovi sia della moltitudine dei fedeli (LG 23), chiede al clero e a tutto il Popolo di Dio di Ciudad del Este di voler accogliere i provvedimenti della Santa Sede con spirito di obbedienza, docilità e animo disarmato, guidato dalla fede. Inoltre,

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invita l’intera chiesa paraguaiana a un serio processo di riconciliazione e superamento di qualsiasi faziosità e discordia”. Questo “serio processo di riconciliazione” ora sarà nelle mani di una persona che è stata amata e rispettata dagli Oblati nei 12 anni di servizio come superiore generale. P. Heinz Wilhelm è nato il 23 aprile 1947, a Werl (Germania). È stato ordinato sacerdote il 20 luglio 1974. Nello stesso anno ha ricevuto la prima obbedienza per il Pilcomayo, in Paraguay, ed ha svolto il suo primo ministero tra i guaranì della parrocchia di San Vicente de Paul a Colonia Independencia, diocesi di Villarrica del Espíritu Santo. Ha lavorato come formatore ad Asunción iniziando dal prenoviziato, poi, dal 1986

al 1992, è stato superiore provinciale di Pilcomayo e Nord Argentina. Dal 1992 al 1998 è stato membro del Consiglio generale e assistente generale per la formazione. Dal 1998 fino al 2010 è stato superiore generale, nel 1999 è stato membro nella seconda assemblea speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi e nel 2008 è stato uno dei rappresentanti dell’Unione dei superiori generali al Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio. È consultore della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. In questi ultimi anni p. p. Steckling è stato responsabile dello Scolasticato ad Asuncion. (fonti: news.va; omiword.org)

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Avere un progetto di vita abbastanza preciso, pensare che sarà certo quello il disegno in cui sarai felice, ma rimanere delusa ogni volta che la realtà si allontana dal tuo disegno, da quello che tu hai da sempre immaginato per te. Così inizi a fare la vittima: Perché gli altri sì ed io no? Quando sarà il mio turno per vedere realizzato il mio progetto? Come si fa a stare dietro ai tempi di Dio? Perché non accontenti ogni tanto anche me? E queste domande fanno smarrire il tuo centro, ti fanno ripiegare su te stessa. E’ così che sono arrivata a Loreto. La prima parola risuonata nella mia testa è “svuotati”. Un imperativo dal quale non si può prescindere se si vuol trovare la propria strada, la vocazione, quello che è già dentro di te! Fare spazio a questo progetto non è facile e spaventa un po’. È difficile lasciare posto a quello che non hai pensato. La seconda parola è “fidati”. Sapere che Qualcuno ha già pensato qualcosa per te, rassicura, ma allo stesso tempo destabilizza. La terza parola è “sì”. Le mezze risposte non funzionano. Bisogna imparare da quella sedicenne che senza fare troppe domande non si è fatta inghiottire dal suo turbamento e ha creduto all’annuncio più incredibile della storia. E con la stessa fiducia abbandonarsi, uscire da sé stessi e decentrarsi. Dire quel “si”, che fa iniziare la vita, consapevole che nella tua vocazione, qualunque essa sia, è lì che sarai pienamente felice! Questi giorni sono stati molto intensi, a tratti

devo dire anche un po’ confusi, ma sono tornata a casa con l’eco di queste parole e di molte altre, ma soprattutto con una pace dentro al cuore. Cristina, Firenze Loreto non faceva parte dei miei progetti per quest’anno. Ma quando mi è stata proposta la possibilità di vivere un’esperienza così, ho sentito che non potevo tirarmi indietro. Da subito è stata bella l’atmosfera creatasi tra noi giovani, un’atmosfera di tranquillità, gioia e pienezza. E’ stato bello l’incontro di comunione del venerdì sera. Il sabato mattina la meditazione di p. Saverio sul “sì” di Maria ci ha aiutati ad entrare ancor di più nel clima. Ci ha parlato di Maria sottolineando che lei per prima ha creduto all’angelo che le annunciava la maternità, si è fidata di Dio senza sapere cosa avrebbe vissuto e quali sarebbero state le conseguenze, e poi ha capito. Da qui il passo che siamo portati a compiere: credere che la nostra vita è nelle

mani di Dio, svuotandoci dai pensieri, dalle preoccupazioni e dai progetti. Dio arriva là dove trova spazio, dove trova il vuoto e va lì per riempirlo, arricchirlo di sé. Il cammino a piedi dal Centro Giovani di Montorso, recitando il Rosario, è stata un’esperienza davvero bella: mi sono sentito come quei pastori che la notte di Natale, avvisati dall’angelo si misero in cammino verso la grotta di Betlemme. Ognuno dentro di sé portava qualcosa da donare, qualche domanda

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mgc news

Avere un progetto di vita abbastanza preciso, pensare che sarà certo quello il disegno in cui sarai felice, ma rimanere delusa ogni volta che la realtà si allontana dal tuo disegno, da quello che tu hai da sempre immaginato per te. Così inizi a fare la vittima: Perché gli altri sì ed io no? Quando sarà il mio turno per vedere realizzato il mio progetto? Come si fa a stare dietro ai tempi di Dio? Perché non accontenti ogni tanto anche me? E queste domande fanno smarrire il tuo centro, ti fanno ripiegare su te stessa. E’ così che sono arrivata a Loreto. La prima parola risuonata nella mia testa è “svuotati”. Un imperativo dal quale non si può prescindere se si vuol trovare la propria strada, la vocazione, quello che è già dentro di te! Fare spazio a questo progetto non è facile e spaventa un po’. È difficile lasciare posto a quello che non hai pensato. La seconda parola è “fidati”. Sapere che Qualcuno ha già pensato qualcosa per te, rassicura, ma allo stesso tempo destabilizza. La terza parola è “sì”. Le mezze risposte non funzionano. Bisogna imparare da quella sedicenne che senza fare troppe domande non si è fatta inghiottire dal suo turbamento e ha creduto all’annuncio più incredibile della storia. E con la stessa fiducia abbandonarsi, uscire da sé stessi e decentrarsi. Dire quel “si”, che fa iniziare la vita, consapevole che nella tua vocazione, qualunque essa sia, è lì che sarai pienamente felice! Questi giorni sono stati molto intensi, a tratti

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L’esperienza non è certo servita a farmi capire quale è la mia vocazione, ma mi ha fatto capire che la mia vita è nelle mani di Dio e che posso solo affidarmi e fidarmi di Lui passo dopo passo, scelta dopo scelta, perché Dio non sbaglia mai. Martina, Roma

devo dire anche un po’ confusi, ma sono tornata a casa con l’eco di queste parole e di molte altre, ma soprattutto con una pace dentro al cuore. Cristina, Firenze Loreto non faceva parte dei miei progetti per quest’anno. Ma quando mi è stata proposta la possibilità di vivere un’esperienza così, ho sentito che non potevo tirarmi indietro. Da subito è stata bella l’atmosfera creatasi tra noi giovani, un’atmosfera di tranquillità, gioia e pienezza. E’ stato bello l’incontro di comunione del venerdì sera. Il sabato mattina la meditazione di p. Saverio sul “sì” di Maria ci ha aiutati ad entrare ancor di più nel clima. Ci ha parlato di Maria sottolineando che lei per prima ha creduto all’angelo che le annunciava la maternità, si è fidata di Dio senza sapere cosa avrebbe vissuto e quali sarebbero state le conseguenze, e poi ha capito. Da qui il passo che siamo portati a compiere: credere che la nostra vita è nelle

mani di Dio, svuotandoci dai pensieri, dalle preoccupazioni e dai progetti. Dio arriva là dove trova spazio, dove trova il vuoto e va lì per riempirlo, arricchirlo di sé. Il cammino a piedi dal Centro Giovani di Montorso, recitando il Rosario, è stata un’esperienza davvero bella: mi sono sentito come quei pastori che la notte di Natale, avvisati dall’angelo si misero in cammino verso la grotta di Betlemme. Ognuno dentro di sé portava qualcosa da donare, qualche domanda

o semplicemente la voglia di volersi affidare a Dio. La perla di questo incontro è stata la veglia di preghiera nella Santa Casa. Appena entrato ho provato quasi la stessa emozione che ho sentito passando sotto la Grotta di Massabielle a Lourdes. Quelle pietre mi ricordavano proprio lo stesso calore, la stessa sicurezza e la stessa pace che si prova stando a casa. Qui ho visto il legame tra l’esperienza vissuta ad agosto con il Centro giovanile di Marino e quel momento che

stavo vivendo a Loreto. Mi sono reso conto di essere realmente nella casa di Maria: non era casuale il fatto di essere lì, ma ho sentito di essere stato chiamato. Domenica mattina c’è stata la messa del mandato, celebrata dal padre provinciale, che ci ha consegnato dei piccoli rosari legati ad una chiave di cartoncino colorato con delle frasi, proprio a ricordarci che il nostro “sì” a Dio non è scontato, ma va rinnovato ogni giorno e quella chiave, legata al rosario quindi alla preghiera, ci ricorda che rivolgerci a Maria è uno mezzo che ci dà forza, per vivere affidàti a Dio e alla sua volontà. Andrea, Taranto Usando una parola per descrivere l’esperienza di Loreto direi “la vocazione a piccoli passi”. Dopo questi tre giorni vedo la vocazione da un altro punto di vista. Se prima mi sembrava una scelta che colpiva all’improvviso, ora ho capito che è qualcosa che viene piano piano costruendo la propria vita insieme a Dio.

Quando, appena giunti a Loreto, ci è stato chiesto di spiegare quale fosse il motivo che ci avesse spinto ad essere lì, ho risposto che da traino avevano fatto la curiosità e l’occasione inattesa. Più volte, infatti, avevo sentito parlare di Loreto e quando mi è stato proposto, ho accettato con entusiasmo. Il Signore ha voluto che questo viaggio capitasse in un momento delicato della mia storia di fede. Tre settimane prima di Loreto ho, infatti, iniziato a riprendermi da quella che è stata, per tutta l’estate, una profonda crisi. In quel periodo la mia fede era diventata un contenitore vuoto e senza alcun vigore, questo a causa di una serie di interrogativi che mi ponevo e a cui non trovavo risposta, facendomi allontanare da Dio. La parola che mi ha salvato è stata “affidamento”. Credo che Loreto abbia impresso soprattutto questa parola nella mia mente. Se dovessi dire in breve cosa è stata questa esperienza, direi una spinta poderosa a tornare alla fede, a riabbracciare Maria e a riscoprire nel luogo del “sì”, nel tempio della Volontà di Dio, la bellezza infinita di affidarmi a Gesù. Bruno, Vercelli

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fatti

Disinteresse o coinvolgimento?

Giovani e p

L’impegno in politica delle giovani generazioni. Intervista al professor Alberto Lo Presti di Esmeralda De Maria Volpintesta esm.dem@virgilio.it

S

pesso i giovani non trovano attraente la politica. Forse è perché non sono guidati o perché non riescono a trovare prospettive per il futuro e per la propria vita. L’impegno politico può essere sollecitato da queste e molte altre domande di senso e di partecipazione e, lungi da essere una “cosa sporca” e lontana dalla vita dei cittadini, può diventare luogo di speranza e coinvolgimento. In questa direzione, come Associazione Wind of Change e come Famiglia oblata di Messina, abbiamo pensato di presentare il libro L’ingenuità e la politica di Alberto Lo Presti, docente di Storia delle dottrine politiche alla Pontificia Universi-

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fatti

qello che dicono

i giovani

DUE DOMANDE A DUE RAGAZZI DELLE SCUOLE DI MESSINA PRESENTI ALL’INCONTRO

Disinteresse o coinvolgimento?

L’accusa che oggi si rivolge alla gioventù è di esibire una allergia alla politica. Ci si lamenta che i giovani non si occupino della cosa pubblica, siano disinteressati alle scelte politiche, vivano al di fuori dei problemi reali. Tu che ne pensi? Secondo me non sono i giovani ad essere disinteressati alle scelte politiche, ma è la classe politica che li ignora. Non tutti sono uguali, non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Certo, ci sono tanti giovani disinteressati, ma io ritengo che ancora una parte di essi pensi ai problemi reali. Io, ad esempio, nel mio percorso, ho avuto l’opportunità di praticare del volontariato aiutando chi certamente sta peggio di me e con la consapevolezza di aiutare non solo loro ma anche me stessa ed in parte anche la società piena di pregiudizi. Sono convinta che giovani come me, con questi interessi, ancora ci siano. Devono soltanto avere il coraggio di esprimere ciò che sentono di più profondo poiché viviamo in una società in cui non mancano i pregiudizi e dove spesso nemmeno la classe politica cerca di aiutare le persone. Credo ancora che la società, pian piano, possa cambiare. “Nel giovane - si pensa - alberghi la passione, non il raziocinio; l’eroismo, non la ponderatezza”. In conseguenza, il giovane appare come una variabile politicamente ardua da gestire, imprevedibile e spesso si

conclude pensando che sia troppo ingenuo per riuscire a fare bene una cosa ritenuta complicata come la politica. Sei d’accordo? Mi ritrovo nelle parole del libro di Alberto Lo Presti in cui si dice che ingenuo viene da ingenus che non significa frescone, ebete, tonto, babbeo, bensì libero, cioè, “onesto schietto, leale”. Queste parole mi hanno fatto sentire quasi l’orgoglio di essere parte della schiera degli “ingenui”, cioè di coloro che sono in grado di dare tanto alla propria società proprio perché liberi. Liberi, come leggo nel libro, perché disponibili e capaci di dire e fare ciò che più si considera giusto per il futuro, e farlo in maniera “schietta”, diciamo pure “ingenua”, battendosi per diritti e valori che molto spesso vengono calpestati. Mi pare che questo sia in contrapposizione con ciò che la maggior parte della gente pensa oggi. Non credo che quel che dico sia semplice ideologia: ho deciso di far parte attiva della mia città attraverso il volontariato nella Croce rossa italiana che, attraverso i principi che regolano l’associazione, permette di dare aiuto alle persone bisognose, a chi è più debole e ha necessità di un aiuto.

Giovani e politica

L’impegno in politica delle giovani generazioni. Intervista al professor Alberto Lo Presti di Esmeralda De Maria Volpintesta esm.dem@virgilio.it

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S

pesso i giovani non trovano attraente la politica. Forse è perché non sono guidati o perché non riescono a trovare prospettive per il futuro e per la propria vita. L’impegno politico può essere sollecitato da queste e molte altre domande di senso e di partecipazione e, lungi da essere una “cosa sporca” e lontana dalla vita dei cittadini, può diventare luogo di speranza e coinvolgimento. In questa direzione, come Associazione Wind of Change e come Famiglia oblata di Messina, abbiamo pensato di presentare il libro L’ingenuità e la politica di Alberto Lo Presti, docente di Storia delle dottrine politiche alla Pontificia Universi-

tà S, Tommaso D’Aquino-Angelicum di Roma, e di organizzare, presso il salone delle Bandiere del Palazzo comunale Zanca, un convegno dal titolo I giovani e il presente (perché nel futuro saranno vecchi!). Parlare di politica con Lo Presti e con Lucy Fenech, consigliere comunale a Messina, è stato un’occasione per condividere esperienze giovanili nella promozione alla

pace, diritti umani, intercultura, economia sostenibile e, più in generale, all’impegno politico, inteso “come la forma più alta di carità” (Paolo VI). Ci siamo fermati a parlarne con il prof. Lo Presti Prendendo spunto dal titolo del suo libro, che relazione vede tra ingenuità e politica?

Trovo stimolante la domanda perché, purtroppo, devo rispondere che non ne esiste nessuna. La crisi e il clima di decadenza che oggi avvolge la politica dipendono dal fatto che quest’ultima ha perso “l’ingenuità”, l’ingenuità di credere in un ideale alto, di arrivare a morire per esso, di perseguirlo fino alle estreme conseguenze. E’ proprio questo quello che manca oggi. Quando

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fatti

Università spazio di evangelizzazione La pastorale universitaria nella piccola università di Isernia si rivela luogo di incontro e annuncio

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ine 2011. Mons. Salvatore Visco, allora vescovo di Isernia-Venafro, chiede con insistenza che la comunità oblata di Pozzilli si occupi della pastorale universitaria a Isernia. Ritiene, infatti, che una presenza all’interno dell’università possa essere opportuna, dal momento che la popolazione in città conta un buon numero di giovani. Il vescovo dialoga con l’allora rettore dell’università del Molise (Unimol), Giovanni Cannata, mentre gli Oblati fanno discernimento e accettano questa proposta.

Chi è costui? Cosa vorrà?

di Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com

Si comincia in punta di piedi e con una presenza di alcune ore a settimana nelle due sedi di Pesche d’Isernia, alle porte della città e di Isernia centro. In città l’università è alloggiata nell’ex seminario minore, a poche decine di

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fatti

papa francesco all’

unimol

L’università del Molise è dislocata sulle sedi di Campobasso, Termoli e Isernia. Ha un’ampia offerta formativa. Nel corso della sua visita in Molise, lo scorso mese di luglio, papa Francesco ha incontrato il mondo universitario nell’Aula magna della sede di Campobasso. In quell’incontro il pontefice ha avuto modo di ascoltare due testimonianze di giovani lavoratori. Ha poi indirizzato ai presenti un messaggio che varie volte ha interrotto proseguendo a braccio. Nelle sue parole si è soffermato, tra l’altro, sul “patto per il lavoro” e sul rapporto lavorodignità dell’essere umano.

Università spazio di evangelizzazione La pastorale universitaria nella piccola università di Isernia si rivela luogo di incontro e annuncio

F

ine 2011. Mons. Salvatore Visco, allora vescovo di Isernia-Venafro, chiede con insistenza che la comunità oblata di Pozzilli si occupi della pastorale universitaria a Isernia. Ritiene, infatti, che una presenza all’interno dell’università possa essere opportuna, dal momento che la popolazione in città conta un buon numero di giovani. Il vescovo dialoga con l’allora rettore dell’università del Molise (Unimol), Giovanni Cannata, mentre gli Oblati fanno discernimento e accettano questa proposta.

Chi è costui? Cosa vorrà?

di Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com

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Si comincia in punta di piedi e con una presenza di alcune ore a settimana nelle due sedi di Pesche d’Isernia, alle porte della città e di Isernia centro. In città l’università è alloggiata nell’ex seminario minore, a poche decine di

metri dalla chiesa cattedrale. La curia ha conservato per suo uso un ampio salone a piano terra che diventa subito il punto di riferimento “fisico” anche per la pastorale universitaria. A Pesche, l’università mette gentilmente a disposizione una saletta a piano terra e una bacheca per affiggere informazioni ed avvisi. È chiaro che nei primi mesi il cappellano è sotto benevola osservazione. Si studiamo le sue mosse, il suo modo di porsi, gli argomenti che tratta. Presto si crea un clima di fiducia e sintonia Il bar della sede di Pesche, dislocato in posizione centrale nell’atrio della struttura, diventa un punto di incontro con tutti. Sin dall’inizio ho inteso questa presenza tra le mura universitarie, come un occasione di dialogo, amicizia e solidarietà.

Le tre “classi” universitarie Nel corso delle visite settimanali c’è l’opportunità di incontrare anzitutto i numerosi studenti, che frequentano le facoltà di Scienze politiche e Beni culturali a Isernia, Biologia ed altre facoltà scientifiche nel polo di Pesche di Isernia. Sono giovani provenienti da vari centri del Molise, regione che

Ho inteso la presenza tra le mura universitarie, come occasione di dialogo, amicizia e solidarietà

conta appena trecentomila abitanti e costituita perlopiù da piccoli paesi tra i 1.000 e i 2.000 abitanti. Molti studenti arrivano anche da regioni limitrofe, in particolare dalle provincie di Frosinone, Caserta, Salerno e Chieti. Alloggiano in appartamenti a Isernia e alcuni nelle stanze assegnate agli studenti nell’attico dell’edificio di Pesche. In città è presente anche, da tanti anni, un collegio femminile gestito da religiose. Con gli studenti si parla di tutto e in particolare dei disagi e dei sacrifici tipici di questa “classe”. La sede di Pesche dista 3 chilometri dal centro città e spesso, a dire degli studenti, non è ben collegata con il trasporto pubblico. Un secondo gruppo di persone incontrate sono i docenti. Qualcuno mostra una certa verve polemica, ma in generale c’è accoglienza e dialogo. Un terzo gruppo è costituito dal personale amministrativo e tecnico. Gli addetti, per intenderci, alla portineria, alla segreteria, all’amministrazione, all’organizzazione generale e ad altri ambiti. Persone che vivono, forse più di altri, le contraddizioni economiche e sociali di questa epoca che caratterizza la nostra Penisola.

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missioni

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In cammino verso i 200 anni dalla nascita dei

Missionari OMI I

Missionari Oblati di Maria Immacolata (OMI) si apprestano a celebrare i 200 anni della loro nascita essendo stati fondati a Aix en Provence (Francia) il 25 gennaio 1816 da S. Eugenio de Mazenod. Questo anniversario riguarda, non solamente i membri consacrati della congregazione oblata, ma anche quanti si ispirano al carisma demazenodiano.

• riservare tempo alla riflessione e alla preghiera, evitare la fretta • preparare il materiale utile (la Bibbia, una lampada, una croce, ecc.) • tenere un quaderno per le note personali • esprimere la conversione con un gesto concreto

I Missionari OMI stanno vivendo un “triennio oblato”, che è iniziato l’8 dicembre 2013 e si concluderà il 25 gennaio 2017, con lo scopo di “accendere la fiamma della vita e della missione oblata in cammino verso il 36° Capitolo generale e il 200° anniversario della Congregazione”. Il primo anno ha come titolo: Un cuore nuovo: la vita in comunità apostolica, il secondo anno: Uno spirito nuovo: la formazione permanente, il terzo: Una missione nuova: lo zelo di non lasciare nulla di intentato. In questa pagina sarà possibile trovare alcuni testi che possono essere utilizzati per la riflessione e la preghiera personale, ma anche per animare incontri di adulti o giovani sui temi che stanno accompagnando l’intera congregazione oblata nelle sessanta e più nazioni dove essa è presente.

ATTEGGIAMENTI

E poi

• ascolto • apertura, disponibilità • conversione • fiducia

In ogni numero ci saranno riferimenti alla Parola di Dio, a testi oblati e suggerimenti per la condivisione e l’impegno. ■

SUGGERIMENTI

200 ANNI Missionari Oblati

di Maria Immacolata

1816-2016

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Damosso, P.

Romanzo D’Amore. Mario Borzaga San Paolo 2014, 15 euro

«Chi è Mario Borzaga? È la domanda che mi sono posto prima di scrivere questo libro. Come spiegare una profondità d’animo di cui non riesco a percepire il fondo, che cammina in parallelo alla leggerezza di un giovane bello, intelligente, pieno di vita, martire prima di compiere 28 anni, in un angolo sperduto di foresta in Laos, e mai più ritrovato? Una vita - quella di Mario Borzaga - sceneggiata come un romanzo, che lui stesso definisce Romanzo d’Amore». Paolo Damosso

DOVE Nelle librerie Paoline e in tutte le librerie.

Ritiro Associazione Missionaria Maria Immacolata laici e missionari OMI Frascati (Rm) 26-30 agosto 2015

FOR<- ->MISSION

Tema FOR<-->MISSION: Formazione e Missione “…perché stessero con Lui per mandarli ad evangelizzare” Animatore: p. Fabio Ciardi OMI Partecipanti: laici dell’AMMI, laici della famiglia oblata ed altri, missionari OMI Luogo Vermicino, Casa Provincializia OMI, Via Tuscolana 73, 00044 Frascati (Rm) Date arrivi 26 agosto pomeriggio, partenze 30 agosto dopo pranzo.

Informazioni su costi e prenotazioni (entro il 30 aprile): Stefano Dominici, stefanodominici2012@libero.it

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LE NOSTRE COMUNITÀ,

SPAGNA MADRID

CASA DEI MARTIRI OBLATI AVENIDA JUAN PABLO II 45.C.P. 28224 POZUELO DE ALARCÓN TEL. +34 913 5234 16 FAX +34 917 1586 39 omipozuelo@infonegocio.com

missioniomi www.missioniomi.it www.omi.it 0IV_cop_01_02_2015.indd 3

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