Prezzo di copertina € 2,40 - agosto-settmbre 2015 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012
Attualità
Dossier
Fatti
200 anni
Ricordo di Nelson Mandela a due anni dalla morte
Verso la conclusione dell’anno della Vita consacrata
Giovani e Oblati a Milano in visita a EXPO 2015
La comunità è missionaria
MISSIONI
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
OMI
n. 11 NOVEMBRE 2015
CONSACRATI
Quale missione oggi?
SOMMARIO MISSIONI OMI Rivista mensile di attualità fondata nel 1921 Anno 22 n.11 novembre 2015
attualità
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Parlare di Dio con l’arte di Fabio Ciardi OMI
La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250
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Ricordo di un rivoluzionario di Alfonso M. Bruno, Zenit
EDITORE
Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata Via Tuscolana, 1721 00133 Roma
Terra Santa
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Notizie in diretta dal mondo oblato
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testi e foto di Angelica Ciccone
news
REDAZIONE
Via dei Prefetti, 34 00186 Roma tel. 06 6880 3436 fax 06 6880 5031 pax1902@gmail.com
a cura di Elio Filardo OMI
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Mgc news
DIRETTORE RESPONSABILE
Pasquale Castrilli REDAZIONE
fatti
Salvo D’Orto, Elio Filardo, Gianluca Rizzaro, Adriano Titone COLLABORATORI
Claudio Carleo, Giovanni Chimirri, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Mariano Guzzo, Thomas Harris, Luisa Miletta, Sergio Natoli, Michele Palumbo
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Giovani a Expo
di Pasquale Castrilli OMI
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Il bene che tocca il cuore di Gennaro Fava MC
PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE
missioni
Elisabetta Delfini STAMPA
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Lettere al direttore
Tipolitografia Abilgraph - Roma
Lettere dai missionari
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FOTOGRAFIE
Qui Uruguay, Qui Guinea Bissau
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Si ringrazia Olycom www.olycom.it UFFICIO ABBONAMENTI
Via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) tel 06 9408777 - Valentina Valenzi valentina.valenzi@omi.it · annuo digitale: 13 euro · annuo cartaceo: 20 euro · annuo cartaceo+digitale: 30 euro · annuo di amicizia: 50 euro Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a: Missioni OMI Rivista dei Missionari OMI via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) Finito di stampare ottobre 2015 Reg. trib. Roma n° 564/93 Associata USPI e FESMI www.missioniomi.it www.facebook.com/missioniomi
dossier
Vita consacrata risorsa per la missione della chiesa
DOSSIER
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Nell’anno della Vita consacrata, presentiamo una riflessione sul contributo dei religiosi all’opera evangelizzatrice della chiesa di Mimmo Arena OMI arenomi52@gmail.com
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una foto per pensare
foto di Giovanni Chimirri, gio.chimirri@gmail.com testo di Luisa Miletta, luli89@libero.it
Piacer e affanno
UNA FOTO PER PENSARE
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Il bello di una tempesta è la quiete, dopo. La quiete è il silenzio del sereno, l’odore di rugiada sulle foglie degli alberi, le goccioline sul vetro della finestra mentre guardi fuori e ti accorgi che tutto tace, che tutto è pulito e fresco. La tempesta però è un passaggio necessario, per avere il sole a volte bisogna passare dalla pioggia. E ciò non vale solo per la natura, ma anche per noi: abbiamo bisogno del dolore per godere meglio del piacere, del vento forte per apprezzare i momenti di quiete della propria vita, dell’angoscia per vivere meglio le gioie quotidiane. Leopardi diceva “piacer figlio d’affanno”, ed è proprio dall’affanno che passa Dio per ridarci la pace.
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MISSIONI
editoriale di Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com
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Parole nuove
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Fatti
200 anni
Ricordo di Nelson Mandela a due anni dalla morte
Verso la conclusione dell’anno della Vita consacrata
Giovani e Oblati a Milano in visita a EXPO 2015
La comunità è missionaria
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RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
OMI
n. 11 NOVEMBRE 2015
CONSACRATI
Quale missione oggi?
istrutturazione, unificazione, riqualificazione, commissariamento… Sono parole decisamente inusuali per la Vita consacrata, quello stato di vita che ha il suo fondamento nella Sequela Christi con i voti di povertà, castità e obbedienza. Sembrerebbero termini più adatti all’economia o alla sociologia e invece negli ultimi tempi sono stati affiancati alla Vita consacrata che vive un tempo di crisi e certamente di nuove opportunità. L’età media dei membri delle congregazioni e degli istituti si alza, le grandi case diventano un peso e hanno necessità di essere meglio collocate, il numero delle vocazioni, soprattutto nell’emisfero nord del mondo, è in decrescita, le province religiose di alcuni istituti hanno vissuto dei veri e propri tracolli finanziari, in aumento il numero di coloro che lasciano la Vita religiosa … Di tutto questo si sta parlando nell’anno che la chiesa ha voluto dedicare alla Vita consacrata (30 novembre 2014-2 febbraio 2016) e che si avvicina alla sua conclusione. Il suo termine si intreccia con il Giubileo della misericordia indetto da papa Francesco, dandogli idealmente il testimone. Come se la Vita religiosa dicesse a sé stessa e al mondo che ha bisogno di comprensione, perdono, purificazione.
Le parole nuove stanno dando una visibilità al cammino che i consacrati vivono in questa fase storica, aiutandoli ad un sano realismo e a dare un volto a quella “fedeltà creativa” (ritornello frequente di questi ultimi decenni) che è sempre una meta da raggiungere. Anche la missione di portare Cristo alle genti, affidata alle persone consacrate, ha bisogno di essere rinnovata per arrivare con maggiore immediatezza alle periferie esistenziali di cui parla spesso, in questi anni, il successore di Pietro. La Vita religiosa porta nel suo DNA freschezza, profezia, comunione e audacia e ha sempre aiutato la chiesa ad avere un’anima ben sintonizzata su Cristo, primo missionario del Padre. Dal 9 al 13 novembre una rappresentanza della Vita consacrata italiana sarà presente a Firenze al V Convegno nazionale della chiesa italiana dal titolo “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Ci auguriamo che la testimonianza dei religiosi sia umile e incisiva e che la loro voce sia accolta e ascoltata. La chiesa italiana e universale è chiamata a farsi carico delle istanze che abitano oggi questo stato di vita, definito da papa Giovanni Paolo II “tanto rilevante” nella chiesa (Vita consecrata, n.2). C’è bisogno delle parole nuove che la stimolano ad essere più autenticamente e profondamente se stessa.
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lettere al direttore
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“SVEGLIATE IL MONDO!” Il convegno per giovani consacrati Creatività, nuovi percorsi, strade, forme di obbedienza ed autorità, fraternità e collaborazione. Sono alcune delle espressioni nate dal dialogo, dallo scambio in assemblea o nei piccoli laboratori di condivisione, dalle chiacchierate in metropolitana. Tutto questo all’interno del grande convegno “Svegliate il mondo”, l’evento, svoltosi a Roma dal 15 al 19
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settembre, fortemente voluto da papa Francesco per i giovani consacrati del mondo, all’interno dell’anno della Vita consacrata. Non si ha memoria recente di un evento di questa portata, che ha visto la partecipazione di oltre seimila consacrati, appartenenti a circa 500 istituti, provenienti da oltre 130 Paesi del mondo. Uno spaccato di chiesa giovane, colorato e in festa ma, allo stesso tempo, capace di confrontarsi su temi delicati
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e basilari per l’esperienza della vita consacrata oggi. Il convegno ha dato a tutti i partecipanti la possibilità di riflettere sulla situazione presente e futura della vita consacrata, oltre ad essere un’occasione irripetibile di incontro tra amici di vecchia data, compagni di studi o di cammino incrociati per qualche tempo e poi lasciati in nome dell’obbedienza e della missione. Le mattinate trascorse in Aula Nervi hanno registrato la presenza del cardinal Joao Braz de Aviz, prefetto del dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, e del segretario, l’arcivescovo Josè Rodriguez Carballo, entrambi protagonisti di
interventi lucidi e mai banali. Nei pomeriggi, è stata data a tutti la possibilità di condividere la vita e poi le impressioni su quanto ascoltato in mattinata, divisi in piccoli laboratori sparsi per la città di Roma. La condivisione poi proseguiva con la celebrazione dell’Eucarestia, in diverse parrocchie. Uno dei momenti più forti della settimana è stato l’incontro con papa Francesco. La capacità del pontefice di entrare in empatia con la platea ha permesso un incontro franco e libero. E il papa non le ha certo mandate a dire a chi pensa che la vita consacrata sia una vita fatta di comodità, a chi pensa che essa sia il
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luogo delle chiacchiere fatte alle spalle dei confratelli e delle consorelle, a chi vive la propria consacrazione senza il sacro fuoco APPUNTAMENTI PER I GIOVANI A MARINO Anche quest’anno il Centro giovanile di Marino Laziale (Roma) offre ai giovani in contatto con i Missionari OMI la possibilità di incontri di formazione cristiana e missionaria. Ecco i prossimi appuntamenti. 27-30 dicembre: incontro per giovani dai 18 anni in su (maschile e femminile) 2-5 gennaio 2016: incontro per giovanissimi di scuola superiore (maschile) Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere a p. Roberto Bassu OMI, chiamando il numero 069387300 o scrivendo a robertobassu@tiscali.it
dell’amore per Gesù. “C’è una libertà che viene dallo Spirito e una libertà che viene dalla mondanità”, ha detto Francesco, invitando i giovani consacrati a fidarsi dello Spirito Santo, a sognare, ad evitare di essere persone sterili e rigide, a non sentirsi migliori degli altri, in nessuna circostanza. Il lungo intervento di Bergoglio si è concluso con un invito alla preghiera. “Noi adoriamo il Signore? Tu, religioso o religiosa, hai la capacità di adorare il Signore? La preghiera di adorazione silenziosa (…) è il contrario di quel rispecchiarsi proprio del narcisismo. Adorazione, voglio finire con questa parola: siate donne e uomini di adorazione.” Gianluca Rizzaro OMI
Un giorno da ricordare nella storia del nostro mensile. Il 1 ottobre 2015 Missioni OMI è sbarcato sul digitale. È infatti possibile consultare integralmente il fascicolo mensile cliccando http://missioniomi.ita. newsmemory.com. È anche possibile leggere la rivista su tablet e smartphone scaricando la app Missioni OMI. La versione digitale resterà di libero accesso fino al 31 dicembre per far conoscere questa nuova possibilità di lettura e per testare la qualità del prodotto. Dal 1 gennaio 2016 sarà possibile sottoscrivere un abbonamento alla sola versione digitale versando una quota di 13 euro. Invitiamo i visitatori ad inviarci commenti e suggerimenti per migliorare queste nuove funzioni. Nell’ultima pagina di questo numero e sul sito www.missioniomi.it. si possono consultare tutte le nuove proposte di abbonamento. Dal sito è possibile versare la quota di abbonamento anche tramite PayPal. Gli abbonati della rivista che risiedono all’estero riceveranno quasi totalmente la versione digitale che facilita la consultazione, evita ritardi nella consegna e abbatte i costi. P. Giovanni Zevola scrive dalla Cina: “Grazie di cuore per la versione digitale, così riuscirò a dare uno sguardo alla nostra bella rivista e non solo tutto in una volta quando vengo in Italia per vacanza! Complimenti per i notevoli progressi e grazie davvero per il bel servizio”. Ci affidiamo all’attenzione di voi lettori, sia per il rinnovo annuale dell’abbonamento che per la diffusione di queste nuove modalità di accesso alla rivista.
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attualità
Ricordo di un
RIVOLUZIONARIO
A due anni dalla morte un ricordo di Nelson Mandela, testimone, statista e politico. La sua comprensione del rapporto tra forze antagoniste di Alfonso M. Bruno, Zenit
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l’arcivescovo
La morte di Nelson Mandela, il 5 dicembre 2013, ci ha ricordato che ci sono voluti tre grandi leader per abolire l’apartheid in Sudafrica: Mandela, Hurley e l’arcivescovo anglicano Desmond Tutu. Ricordiamo quanto Paddy Kearney scrisse nel 2009, nella biografia di mons. Hurley, Guardiano della Luce, sulla collaborazione tra Hurley e Mandela. Quando Hurley fu trascinato davanti a un tribunale, nel febbraio 1985, e minacciato con il carcere, perché aveva pubblicato “fatti non rispondenti al vero”, riferendosi all’azione della polizia, Mandela scrisse dalla prigione: “Mons. Hurley è spesso nei miei pensieri, soprattutto ora. Voglio che lo sappia”. Quando, nel 1994, Mandela iniziò il mandato di primo presidente del Sud Africa, eletto democraticamente, Hurley era lì, ospite speciale. Kearney ha scritto: “Lo considerava il secondo grande momento della sua vita, dopo il Vaticano II”. In una lettera al suo amico Petalo O’Hara, ha descritto questa circostanza: “L’inaugurazione è andata meravigliosamente bene, ognuno ha giocato il proprio ruolo alla perfezione... La folla si è sciolta in una febbre gioiosa. L’atto finale è stato salutato da ventun colpi di cannone, e dal volo di aerei con sei aeromobili, che lasciavano dietro a sé scie con i colori della bandiera del Sudafrica. La folla era sbalordita. La nostra forza aerea gridavano i cittadini africani… Alle 15 ci siamo diretti verso l’aeroporto, felici per aver partecipato a questo evento, forse il più grande nella storia del Sudafrica”. Quando p. Jude Pieterse incontrò mons. Hurley dopo l’inaugurazione, notò “un entusiasmo che non aveva mai conosciuto in lui prima: straripante! In tempi normali, si controllava, ma quel giorno, esprimeva una gioia straordinaria”. Nel 1999, il presidente Mandela conferì a Hurley l’Ordine di Merito e Servizio (I Classe). Quando mons. Hurley morì, il 13 febbraio 2005, suor Marie-Henry Keane, che da giovane suora domenicana aveva seguito le sue lezioni sul Vaticano II, l’ha definito “il Nelson Mandela della chiesa”. Ora insieme si rallegrano per il crescente sviluppo della giustizia, della verità e delle opportunità del Sudafrica. Harry Winter OMI
Denis Hurley OMI
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lla morte di Nelson Mandela, il 5 dicembre 2013, tutti i commenti e gli editoriali si sono soffermati su tre aspetti della sua personalità. L’ex presidente è stato in primo luogo un martire, inteso nel senso originario della parola, e cioè un TESTIMONE. Questa è sicuramente un’eredità positiva, perché va dato atto a Mandela di avere proclamato e cercato tenacemente di attuare l’idea dell’eguaglianza tra gli esseri umani, quando tutto il mondo la affermava,
Ho imparato che il coraggio non è l’assenza di paura, ma il trionfo su di essa. L’uomo coraggioso non è colui che non si sente impaurito, ma colui che vince la paura ma si preferiva mettere tra parentesi per quieto vivere - essendo il Sudafrica il Paese dell’oro, dei diamanti e di tante altre risorse del sottosuolo - il fatto che un principio ormai così scontato vi veniva addirittura negato in linea di principio. È giusto dunque riconoscere che Mandela ha pagato un prezzo enorme perché la teoria divenisse realtà.
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Terra Santa
Alla scoperta della vocazione missionaria Testi e foto di Angelica Ciccone angelica.ciccone@gmail.com
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Il Tabor L’incontro con Dio Il monte Tabor è il luogo in cui avviene l’episodio della trasfigurazione di Gesù raccontato nei tre Vangeli sinottici. All’inizio del 1900 l’architetto italiano Antonio Barluzzi vi costruì un santuario la cui struttura ricorda le famose “tre tende”. All’origine di tutto c’è il nostro incontro con Dio. Come i discepoli sul Tabor abbiamo fatto l’esperienza entusiasmante e sconvolgente della presenza di Dio nella nostra vita. È una scoperta così grande che vorremmo rimanere in questo stato di felicità per sempre. Ma siamo chiamati a scendere dal monte e portare quell’esperienza nel quotidiano della vita.
La Geenna Dio che ci cambia la vita Era una valle dove nell’antichità venivano gettati e bruciati da un fuoco continuo immondizia e cadaveri a cui non era concessa la sepoltura. Gesù si riferisce a questa valle come luogo di perdizione eterna a causa dei propri peccati. Oggi è in gran parte edificata e appare come una zona verdeggiante accanto a Gerusalemme. Come questa valle, un tempo luogo tormentato e oggi piccolo paradiso per gli occhi, anche noi grazie all’incontro misericordioso con Dio rinasciamo a vita nuova. Non è il nostro peccato a definire ciò che siamo, ma è l’amore di Dio che ci trasforma in persone nuove.
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Vita consacrata risorsa per la missione della chiesa
Nell’anno della Vita consacrata, presentiamo una riflessione sul contributo dei religiosi all’opera evangelizzatrice della chiesa di Mimmo Arena OMI arenomi52@gmail.com
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Notizie in diretta dal mondo oblato
messaggi Lesotho e notizie Centenario della morte di Joseph Gérard OMI dalle missioni a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net
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I
Missionari Oblati di Maria Immacolata del Lesotho hanno appena concluso le celebrazioni per il centenario della morte del beato Joseph Gérard OMI. In questa occasione mons. Gerard Lerotholi, arcivescovo di Maseru, ha scritto che l’apostolo di Basuto “lascia un’eredità di santità e la semplicità della vita. Egli incarna i valori religiosi oblati e il carisma del Fondatore. È il miglior esempio di ciò che significa essere Oblato. Egli, infatti, è stato una brava persona, un uomo di preghiera. Ha vissuto radicalmente i suoi voti. È stato un missionario interamente dedicato al suo compito, un apostolo in quanto ‘mandato’. È stato inviato in Lesotho e non è più tornato al suo paese natale, la Francia. È morto nel suo paese d’adozione nel 1914” ed è stato beatificato da Giovanni Paolo II il 15 settembre 1988. (fonte: omiworld.org)
Indonesia L’incontro della Gioventù oblata
L’
edizione 2015 dell’Incontro della Gioventù oblata indonesiana (TERAMO), tenutosi dal 25 al 30 giugno nel nord del Borneo, ha riunito 472 partecipanti provenienti da 10 parrocchie oblate. Altre due parrocchie vicine, Mensalong e Sebuku, fondate dagli Oblati e poi consegnate alla diocesi, hanno aderito all’iniziativa. Ad aprire TERAMO (teramoindonesia.org) secondo la tradizione della cultura tribù locale Tidung, c’era mons. Yustinus Harjo Susanto, MSF, arcivescovo di Samarinda, insieme all’amministratore apostolico della diocesi di Tanjung Selor e a p. Antonius Rajabana, provinciale degli Oblati d’Indonesia. Alla prima celebrazione eucaristica hanno partecipato anche altri sacerdoti diocesani, segno del sostegno da parte della chiesa locale nei confronti della manifestazione giovanile. Il programma è stato improntato sul tema “Uno spirito nuovo che si esprime nella compassione per i poveri”. I seminari e gli incontri di gruppo per la condivisione della fede sono stati guidati dai laici, mentre p. Antonius Rajabana ha aiutato i partecipanti a riflettere sullo spirito e i valori Oblati. L’incontro si è concluso con la celebrazione eucaristica presieduta da p. Rajabana il quale, nell’omelia, ha cantato una canzone indonesiana dal titolo “Sampai Akhir” (Fino alla fine) per dire che gli Oblati si impegnano a camminare sempre con i giovani, ad accompagnarli e a sostenerli. Dopo la messa, la fiaccola di TERAMO è stata consegnata al distretto OMI di Balikpapan (Borneo orientale) che organizzerà il prossimo incontro della Gioventù oblata nel 2019. (fonte: omiworld.org)
L’ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI “Invitare a prendere in seria considerazione, con coraggio e, in pari tempo, con prudenza evangelica, l’appello del papa, perché “ogni parrocchia, ogni comunità religiosa, ogni monastero, ogni santuario d’Europa ospiti una famiglia (di profughi, ndr)”. Lo scrive p. Alberto Gnemmi in una lettera circolare dello
scorso 7 settembre indirizzata alla famiglia oblata. Facendosi eco dell’appello di papa Francesco per l’accoglienza dei profughi il superiore provinciale suggerisce che “ogni nostra comunità, così come ogni parrocchia dove siamo presenti, debba ascoltare in profondità quest’appello e compiere un sincero discernimento. Per questo, invito i parroci a consultare i confratelli di comunità, i consigli parrocchiali, gli uffici delle curie diocesane preposti per i migranti, le parrocchie della medesima vicaria o settore, per giungere ad una decisione concreta e condivisa”. P. Gnemmi facendo riferimento all’anno del triennio oblato in preparazione al bicentenario della congregazione che tocca il tema della povertà evangelica afferma che esso “offre l’opportunità - non facile, ne sono profondamente consapevole - di essere interpellati su come dare forma nelle opere di carità alle tante parole evangeliche che ci rivolgiamo per la nostra conversione interiore”. Nella circolare il provinciale invita ad interagire “con gli altri Istituti religiosi presenti sul territorio (magari l’iniziativa può concretizzarsi in collaborazione con altri Istituti che operano nella stessa diocesi o nel territorio limitrofe, condividendo anche i costi economici), e con le chiese particolari nelle quali siamo inseriti, recependo direttive o iniziative messe in atto”.
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Famiglia aperta
Ero già nell’MGC da qualche anno quando ho incontrato Roberto, ed era chiara in me la volontà di trasmettere ad altre persone il dono della scoperta dell’Amore di Dio. Uno dei progetti per mettermi in gioco era la famiglia. Ma non avevo previsto che i miei stessi desideri erano condivisi anche da lui: due mondi e due progetti si sono incontrati e si sono fusi per diventare una cosa sola. Sin da subito è stato chiaro che la nostra famiglia avrebbe respirato lo spirito dell’MGC e che sempre sarebbe stata aperta al prossimo. È stato naturale per noi passare dall’MGC all’AMMI, un po` come il figlio che diventa padre, che ha responsabilità e bisogno di formazione diverse, ma sempre conservando il suo spirito. È proprio questo che non mi ha abbandonato e che ha alimentato in me il desiderio di far vivere ai ragazzi di oggi la stessa gioia che avevo vissuto io. Quest’anno io e Roberto abbiamo festeggiato 20 anni di matrimonio. Attualmente Roberto è a Roma per lavoro, e la sera quando ci sentiamo per telefono gli racconto dei nostri figli e di tutti i ragazzi dell’MGC che sono impegnati nelle diverse attività, perché sento che lo spirito del movimento ci tiene saldi nell’amore e allarga il nostro progetto all’altro. Olga e Roberto, Taranto
Accompagnati spiritualmente
Con Antonio ci siamo conosciuti ed abbiamo vissuto il nostro fidanzamento nella comunità MGC di Messina. È stato importante per noi scoprire e vivere la dinamica
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dell’unità e della comunione che ci hanno mostrato come sia possibile una condivisione profonda della vita e delle scelte che facciamo. Adesso che siamo sposati da dieci anni, più che allora, il rischio è di dare per scontate queste cose tra noi, e la dis-unità è dietro l’angolo: basta parlarci un po’ di meno, ascoltarci di meno, pregare di meno e… litigare di più! In questi anni io ed Antonio ci siamo detti spesso che una cosa fondamentale per il nostro cammino come persone e come coppia è stata, ed è tuttora, l’accompagnamento spirituale, cioè avere delle persone che si sono messe con noi davanti a Dio per capire quale sia la Sua volontà per noi. In genere si è sempre trattato di missionari oblati, ma
anche di laici dell’AMMI e delle Cooperatrici Oblate Missionarie dell’Immacolata (COMI). Una volta cominciato il discernimento, ha iniziato a coinvolgere tutti gli ambiti della nostra vita: il lavoro e il matrimonio, l’educazione delle nostre figlie e la scelta di vivere il carisma oblato in comunità anche in età adulta come laici associati all’AMMI. Domenica e Antonio, Roma
mgc news
e nella chiesa. Dunque il movimento ci ha accompagnato nei due passaggi fondamentali della nostra vita: la scelta del fidanzamento e quella del matrimonio, scelte vissute nel confronto con gli assistenti di zona e alla luce della volontà di Dio. Grazie al cammino che abbiamo fatto, abbiamo vissuto
il fidanzamento come un tempo di crescita e di approfondimento della conoscenza reciproca. Nel periodo del fidanzamento il movimento ci ha aiutato a non chiuderci come coppia ma ad avere uno sguardo aperto al prossimo, a non appoggiarci l’uno a l’altra, ma a fondare le radici del nostro rapporto in Dio. Così abbiamo cercato di costruire le fondamenta della casa sulla roccia di cui parla Gesù nel Vangelo, ed oggi, sebbene il nostro cammino nel movimento è terminato, siamo comunque consapevoli di fare parte di una famiglia, la famiglia oblata, che continuerà ad accompagnarci nella crescita come famiglia cristiana. Chiara e Luigi, Santa Maria a Vico (Ce)
disposizione di entrambi a camminare secondo il progetto di Dio. La cosa bella di farlo insieme, nella condivisione di una vita matrimoniale, è che quando prevale la fatica, l’altro ti dà una spinta per continuare a camminare. Questa è l’altra grande eredità che ci portiamo dall’MGC: da solo non ce la fai, hai bisogno degli altri, della comunità. Anche il cammino nell’AMMI, come
l’MGC, è una chiamata personale. Per noi significa dire sì al nostro posto nella chiesa, perché Dio ci ha donato un carisma specifico. Abbiamo la grazia di vivere insieme questa appartenenza, che ci permette di continuare a crescere nella nostra identità cristiana. Allo stesso tempo, il cammino nell’AMMI ci dà gli strumenti per vivere il carisma come famiglia, con uno stile missionario, di apertura, servizio, testimonianza e di condividere questo percorso con altre famiglie che cercano di essere fedeli al Vangelo nella loro vita quotidiana. Angelica e Giovanni, Roma
Fidanzamento “missionario”
La nostra storia, a partire da quella personale, passando per quella di coppia, per giungere infine a quella di famiglia, è strettamente legata al Movimento Giovanile Costruire e quindi ai Missionari Oblati di Maria Immacolata. Negli anni di formazione abbiamo capito l’importanza del discernimento, di trovare la nostra vocazione, di uomo e di donna, nel mondo
Seguire il progetto di Dio Il cammino MGC è prima di tutto un cammino individuale, una risposta personale a seguire Gesù secondo un determinato stile di vita: quello del carisma oblato. L’MGC è stato per noi il luogo nel quale crescere come persone e allo stesso tempo scoprire la vocazione che Dio aveva pensato per ciascuno di noi. Alla base della nostra famiglia c’è questa
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fatti
Giovani a
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EXPO
A Milano con giovani e Oblati alla scoperta dell’esposizione universale 2015 di Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com
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apelli lungi, sorriso sul volto, tenuta estiva, Susanna ci attende alla stazione. Sarà la nostra compagna di viaggio in questi tre giorni milanesi alla scoperta di Expo 2015 e della città di Milano. Siamo un gruppo di 14 persone: 10 giovani di Messina e una dalla Romania, 3 missionari Oblati di Maria Immacolata. Il nostro gruppo ha risposto all’invito del Servizio di pastorale giovanile della diocesi di Milano che lo scorso anno aveva spedito in tutt’Italia un invito ai gruppi parrocchiali e dei movimenti mettendo a disposizione le strutture della diocesi - oratori, parrocchie e centri giovanili - per accogliere persone che volessero visitare Expo 2015. Nelle intenzioni dell’Ufficio per i giovani della diocesi ambrosiana c’era anche l’intento di favorire una conoscenza reciproca, una sorta di gemellaggio. «Come giovani del Movimento giovanile Costruire di Messina abbiamo deciso di accogliere quest’opportunità con entusiasmo», dice Agata Sparacino.
I partecipanti I giovani che hanno risposto all’invito sono stati 11 di età compresa tra i 19 e i 26 anni. La maggior parte proveniva dalla parrocchia Maria Regina degli Apostoli di Messina, affidata da 6 anni alla cura pastorale dei Missionari Oblati di Maria Immacolata.. «Abbiamo deciso di vivere questa esperienza quando, a marzo, siamo venuti a conoscenza della conveniente iniziativa, proposta dalla diocesi di Milano, di ospitare a prezzi più che accessibili, i gruppi parrocchiali che avrebbero visitato Expo», racconta entusiasta Pierluigi Dell’Acqua. Una ragazza del gruppo proveniva dalla Romania insieme a p. Damian Cimpoesu della comunità di Mărăcineni. Ha completato il gruppo Petr Dombek, scolastico della Repubblica Ceca attualmente allo scolasticato oblato di Vernicino. Un gruppo internazionale, dunque, che ha avuto modo di conoscersi e condividere: i pasti, le code per visitare i padiglioni di EXPO, alcuni momenti di preghiera…
ripercorrendo
Il primo padiglione che abbiamo visitato a Expo è stato il PADIGLIONE ZERO all’interno del quale viene descritta l’evoluzione dell’alimentazione nella storia dell’uomo e il suo rapporto con il pianeta, dalle prime tecniche di agricoltura, all’allevamento e la pesca, fino a giungere all’industrializzazione. Terminata la visita del Padiglione Zero, ci siamo incamminati lungo il decumano ed abbiamo iniziato la visita dei padiglioni. Siamo riusciti a visitarne poco più di una dozzina, un numero esiguo rispetto alla proposta. Questo è stato dovuto sia alla grandezza di alcuni di essi sia alla grande affluenza delle persone ai padiglioni più rappresentativi. Abbiamo alternato quelli maggiori (ARGENTINA, REGNO UNITO, AUSTRIA, MAROCCO, RUSSIA) a quelli minori che consentivano un accesso immediato ed una visita rapida (COSTA D’AVORIO, VIETNAM). Il padiglione che ha colpito maggiormente la nostra attenzione è stato sicuramente quello dell’AUSTRIA la cui esposizione consisteva in una fresco viale alberato il cui tema principale era la dicotomia fra aria e vita. Anche il padiglione della RUSSIA ci ha affascinato molto, non tanto per l’esposizione in sé, quanto piuttosto per la sua maestosità e per la terrazza posta nel punto più alto di tutta la struttura e, quindi, per il panorama offerto. Naturalmente non è mancata una rapida, ma dovuta visita al padiglione della SANTA SEDE e all’ “ALBERO DELLA VITA”. Nei giorni successivi abbiamo visitato Milano, dal CASTELLO SFORZESCO alla basilica di SANT’AMBROGIO, patrono della città, per finire con il maestoso DUOMO, dedicato santa Maria Nascente, simbolo assoluto della città. Di esso abbiamo goduto di una visita completa, dal suo interno alle terrazze passando per le cripte. Lasciata la Lombardia ci siamo diretti verso ROMA. Abbiamo pernottato nella casa oblata a Marino Laziale e ammirato i più grandi capolavori che la storia ha edificato nella città. La basilica di SAN PIETRO, PIAZZA NAVONA, l’ALTARE DELLA PATRIA, PIAZZA DI SPAGNA e il COLOSSEO. Abbiamo anche potuto godere di una meravigliosa vista panoramica del cuore della città dalla casa generalizia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Pierluigi Dell’Acqua
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MISSIONI OMI · 11_15
fatti
Il bene che tocca il
cuore
Alla ricerca dei più poveri a Bucarest, capitale della Romania
di Gennaro Fava MC
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N
ell’apostolato di strada il primo passo è fare conoscenza con i senza domicilio fisso, i barboni, i giovani che vivono nei canali sotterranei della città, cominciando a costruire una relazione di amicizia e fiducia. Si tratta di persone che hanno problemi di dipendenza dall’alcool, dalla droga, patologie di tipo psichico o fisico. La maggior parte delle persone che sono in strada hanno perso la fiducia non solo nella società e nelle istituzioni pubbliche, non solo nelle relazioni familiari e in quelle con gli altri, spesso hanno smarrito la fiducia anche in Dio e in sé stessi. Hanno perso la fiducia in un futuro migliore e nel fatto che la vita è un dono bello, che va apprezzata e vissuta bene. Molti hanno un’immagine brutta e negativa di loro stessi. Sono stati disprezzati ed inconsciamente si disprezzano. L’alcool e la droga servono da anestetizzante, attenuano il dolore interiore. Di fatto
la comunità di
La comunità di Bucarest dei FRATELLI DELLA CARITÀ è stata aperta nel settembre 2004. I primi due fratelli alloggiavano in un appartamento di due camere. Una di esse era divisa a metà da una tenda, al di là della quale c’erano qualche tappeto per inginocchiarsi ed il tabernacolo. Quando Madre Teresa parlava dell’avvio di una nuova comunità diceva che era stato aperto “un nuovo tabernacolo”. Col tempo i fratelli hanno imparato la lingua, è stata costruita una casa, ed oggi sono una comunità di cinque consacrati. Oltre alle faccende di casa come cucinare, fare le pulizie, la spesa, il loro apostolato comprende tre aspetti: andare in strada, il Centro diurno e il Centro residenziale.
bucarest
le ferite interne, quelle del cuore, sono molto più profonde e dolorose di quelle esterne e degli acciacchi dell’età. Molti sono segnati da storie tristi come l’abbandono da parte dei genitori, la vita in orfanotrofio e poi la strada. Purtroppo, rifugiarsi nell’alcool o nella droga non fa che creare un problema in più. Noi invitiamo quelli che incontriamo per strada a venire al Centro diurno della nostra comunità. Il Centro diurno apre alle 8.30 e lì ognuno può fare la prima colazione, la doccia, cambiarsi, lavare i vestiti sporchi, intrattenersi chiacchierando e giocando a scacchi. Alle 12 celebriamo la messa con tutti i presenti e poi ci mettiamo a tavola per il pranzo, tutti insieme, così come Gesù si sedeva a mensa con quelli che venivano a lui. Quelli che erano, così com’erano. Invece di dire “cambia, sii migliore e poi ti accolgo”, il nostro principio è: “ti accolgo e ti accetto così come sei.
Poi, sentendoti accolto e accettato, sarai stimolato a cambiare e ad essere migliore”. Le persone che vengono da noi sono invitate ad avere un comportamento ed un linguaggio rispettoso, gentile, amabile. Quando si sentono rispettate e amate, più facilmente rispettano e ritrovano la propria dignità di persone e di figli di Dio. Col tempo abbiamo accolto alcune persone in modo stabile. Alcuni ci chiedono di restare, altri li invitiamo noi a fermarsi. Uno perché malato, un altro anziano, un altro diversamente abile. Così si è creato il Centro residenziale. Viviamo insieme alle persone residenti in un clima di famiglia chiedendo a ciascuno di collaborare secondo le proprie capacità. Si tratterà di pelare le patate o le carote, di fare le pulizie o di uscire per la spesa. Loro lavorano con noi e noi con loro. Stare insieme e aiutarsi a vicenda, in un clima rispettoso, è un vero toccasana per
le ferite interiori ed il disprezzo di cui parlavamo. La sera, prima di andare a letto, concludiamo la giornata con la preghiera, perché la nostra missione non mira soltanto a dare cibo, vestiti, un tetto, un letto, medicine, e altro. Fare questo è bene, ma non è sufficiente se non tocchiamo il cuore, se non permettiamo a Gesù di farlo a modo suo. “Non di solo pane vive l’uomo”, per questo si tratta di aiutare ciascuno a ritrovare la dignità e la bellezza di essere figlio di Dio, amato da Dio, di cominciare a vivere una vita nuova e di percorrere un’altra strada.
La storia di Gianni Sposato, con due figli e un lavoro, Gianni viveva una vita normale. La figlia maggiore va a vivere all’estero e là si sposa. In seguito anche la moglie si trasferisce all’estero. Una separazione fatta senza litigi, con un semplice arrivederci. Intanto anche l’altra figlia
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200 anni
In cammino verso i 200 anni dalla nascita dei
Missionari OMI
La comunità e missionaria “Il missionario, se non vorrà predicare invano, pregherà e farà pregare il divin Maestro dei cuori, perché si degni di accompagnare le parole del suo ministero con quella potente grazia che tocca e converte le anime”. (Eugenio de Mazenod)
Missionari Oblati
Costituzioni e regole oblate La Congregazione è tutta missionaria. Il suo primo servizio nella Chiesa è quello di far conoscere Cristo e il suo Regno ai più abbandonati. Essa porta la Buona Novella ai popoli che non l’hanno ancora ricevuta e li aiuta a scoprire i propri valori alla luce del Vangelo. Dove la chiesa è già impiantata, gli Oblati si dedicano ai gruppi che essa raggiunge di meno. Infatti, la nostra missione è quella di andare prima di tutto verso coloro la cui condizione richiede a gran voce la speranza e la salvezza che solo Cristo può dare pienamente. Sono i poveri dai molteplici volti: noi diamo loro la preferenza. (Costituzione 5)
CONDIVISIONE Come comunità, siamo come san Paolo? Io sono come san Paolo? Prego e faccio pregare, perché l’annuncio della Parola sia efficace? Come capire questi testi oblati per la nostra azione missionaria oggi? Quali sono le implicanze per noi come famiglia oblata?
IMPEGNO Prendo coscienza della presenza missionaria nel mondo di oggi, sviluppando l’amore per la chiesa e per la congregazione oblata.
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200 ANNI di Maria Immacolata
LA PAROLA DI DIO
1816-2016
“Guai a me se non annuncio il Vangelo!”. 1Cor. 9, 16-23
Il missionario, uomo di frontiera L’Oblato è missionario e il suo servizio è a favore dei poveri, dei più abbandonati.... «La Congregazione è tutta missionaria». L’affermazione è chiara, semplice, esprime bene la volontà di Eugenio de Mazenod. «Essere missionario», essere cioè mandato in missione di evangelizzazione. Il missionario è uomo di frontiera, colui che cerca di avanzare sempre, di andare più lontano. Lo zelo, l’audacia, la mobilità, la disponibilità sono le sue caratteristiche. (F. Jette, Homme Apostolique)
Missionari, le labbra di Gesù Cristo Come il divin Salvatore dobbiamo dire: «.È necessario che io annunci la buona notizia del regno di Dio, per questo sono stato mandato» (Lc 4, 43). Ed anche noi, Oblati di Maria, siamo inviati dalla chiesa a predicare; questo è il nostro obiettivo, la nostra missione e il nostro
dovere. L’Oblato deve ripetere la parola di san Paolo: «è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo!». Siamo missionari di nome e di fatto. Il nostro primo obiettivo è evangelizzare soprattutto i poveri. Qual è il mezzo? È soprattutto la predicazione della parola di Dio, ci dicono le nostre Sante Regole. (L. Soullier)
Castrilli, P.
Raccontare il Vangelo o la terra di Missione? Riviste missionarie nell’era di internet Ed. Progetto 2000, ed. Missionari OMI, 2014, 10 euro Un’inchiesta sull’informazione missionaria in Italia. Interviste a giornalisti che lavorano nelle carta stampata, sul web e in televisione, per fare il punto su come viene messa in pagina la missione in Italia oggi. Le interviste sono state in parte pubblicate su Missioni OMI tra il 2012 e il 2014.
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Tour demazenodia nella prima città della Sicilia
Paolo Damosso e il suo libro su OMI Mario Borzaga
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San Salvador in festa per la beatificazione del ‘suo’ martire
Campi estivi in Repubblica ceca con i Missionari OMI
La gioia della vita in comunità
MISSIONI
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
n. 1-2 GENNAIO-FEBB RAIO 2015
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obla si incontrante o
11/02/15 21:08
200 anni
P. Mimmo Di Meo racconta 20 anni in Uruguay
Maria Immacolata, madre della comunità apostolica
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n. 5 MAGGIO 2015
Gli OMI in Indonesia, Thaila ndia, Corea del Sud e Cina
15/03/15
Fatti
P. Andy Sensenig oblato in Alaska e maratoneta
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200 anni La comunità apostolica e la missione
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RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
attualità
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missioni I discepoli e l’Eucaristia
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200 anni
S. Eugenio i primi comraduna a Aix en pagni Provence
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
Dalla parte dei poveri 18 ottobre: Giorna missionaria mondita ale
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Dossier Laos, A 40 anni dai tragici eventi dell’agosto 1975
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Conto alla rovesc ia per la GMG 2016 in Polonia
Bicentenario dei Missionari OMI nel mondo e in Italia
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