attualità
dossier
fatti
missioni
Missionari nell’emergenza ILVA a Taranto
Al via l’anno della Vita consacrata
La famiglia oblata a Messina tra passato e presente
Qui Uruguay Qui Congo
MISSIONI
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
OMI
Prezzo di copertina € 2,20 - novembre 2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012
n. 11 NOVEMBRE 2014
omi_cover_nov.indd 1
Un anno 2015 per i consacrati 19/10/14 14:32
SOMMARIO MISSIONI OMI Rivista mensile di attualità fondata nel 1921 Anno 21 n.11 novembre 2014
attualità
Con i giovani oblati del Madagascar 4 di Fabio Ciardi OMI
L’oro nella città dell’acciaio
La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250
di Nicola Parretta OMI
EDITORE
Provincia d’Italia dei Missionari Oblati di Maria Immacolata Via Egiziaca a Pizzofalcone, 30 80132 Napoli
6
Incontrare la speranza Torino-Temento
10
Notizie in diretta dal mondo oblato
22
di Bruno Favero OMI
news
REDAZIONE
Via dei Prefetti, 34 00186 Roma tel. 06 6880 3436 fax 06 6880 5031 pax1902@gmail.com
a cura di Elio Filardo OMI
Mgc news
25
Una missione condivisa
30
Una personalità poliedrica
34
Lettere al direttore
02
Tipolitografia Abilgraph - Roma
Lettere dai missionari
37
FOTOGRAFIE
Qui Congo, Qui Uruguay
39
DIRETTORE RESPONSABILE
Pasquale Castrilli REDAZIONE
fatti
Salvo D’Orto, Elio Filardo, Gianluca Rizzaro, Adriano Titone COLLABORATORI
Alfonso Bartolotta, Claudio Carleo, Anna Cerro, Fabio Ciardi, Gennaro Cicchese, Angelica Ciccone, Luigi Mariano Guzzo, Thomas Harris, Sergio Natoli, Michele Palumbo
a cura della Famiglia oblata di Messina
di Rosalba Fanelli
PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONE
missioni
Elisabetta Delfini STAMPA
Si ringrazia Olycom www.olycom.it UFFICIO ABBONAMENTI
Via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) tel 06 9408777 - Valentina Valenzi rivista.missioni.omi@omi.it Italia (annuale) Estero (via aerea) Di amicizia Sostenitore
17 euro 37 euro 35 euro 65 euro
dossier
calendario
Vita consacrata Una missione antropologica
Calendario per l’anno della Vita consacrata 2014/2016 APERTURA I Domenica di Avvento, 30 NOVEMBRE 2014 (vigilia di preghiera, 29 novembre 2014) CHIUSURA Giornata mondiale della VC, 2 FEBBRAIO 2016 (vigilia di preghiera, 1 febbraio 2016)
Cosa mi aspetto dalla celebrazione dell’anno dedicato alla Vita consacrata ormai alle porte
di Tiziana Longhitano sfp
Da versare su cc p n. 777003 Home Banking: IBAN IT49D0760103200000000777003 intestato a: Missioni OMI Rivista dei Missionari OMI via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma) Finito di stampare ottobre 2014 Reg. trib. Roma n° 564/93 Associata USPI e FESMI www.missioniomi.it www.facebook.com/missioniomi
0II_cop_11_2014.indd 2
Tempi di riflessione e di condivisione a livello mondiale. Incontro ecumenico di consacrati e consacrate. ROMA, 22-24 GENNAIO 2015 (24 gennaio,veglia di preghiera) Seminario per i formatori e le formatrici alla VC. ROMA, 8 -11 APRILE 2015 (11 aprile, veglia di preghiera) Laboratorio per i giovani e le giovani consacrati ROMA, 23 -26 SETTEMBRE 2015 (25 settembre, veglia di preghiera)
vita consacrata
14 MISSIONI OMI · 11_2014
S
i apre l’anno dedicato alla Vita consacrata (VC) e vorrei cogliere l’occasione per esporre alcune riflessioni condivise con suore di differenti generazioni e culture. Alcune studentesse, provenienti da tutto il mondo, sono state coinvolte nella stesura di queste pagine. Si tratta di una proposta partecipata e plurale.
Le attese La speranza di pienezza che la VC affida alle persone che si donano a Dio chiede che l’attenzione celebrativa non si concentri sui computi, come se la VC fosse questione quantitativa, ma sull’essere lievito nella massa. Occorre allora interrogarsi sulla qualità del lievito e se veramente i fermenti sono vivi. Se si annuncia un Vangelo vivo e vissuto. Se i principi escatologici di cui la VC è costituita siano davvero irradiati. Il documento redatto nel maggio del 2010 dalle superiore generali degli Istituti religiosi femminili, (Dichiarazione sulla profezia, Dich. USG 2010), chiedeva alle congregazioni di «superare i confini dei rispettivi carismi e unirci per offrire al mondo una parola mistica e profetica». Ci auguriamo maggior comunione tra le con-
DOSSIER
14
gregazioni religiose. Ma una domanda emerge spontanea: c’è il desiderio di essere meno isolate?
Testimonianza e vita comunitaria Un altro punto di attesa riguarda la testimonianza. Si tratta di offrire al nostro mondo un modello concreto di ‘comunità’ che, attraverso la condivisione di stili e valori, crei rapporti fraterni. Citerei come esempio la comunità europea e altre tipologie comunitarie le quali, manifestando nella denominazione il termine ‘comunità’, non la rendono nei fatti, perché l’interesse dei soggetti coinvolti è diretto soprattutto alla circolazione di beni economici. Da qui nascono conseguenze relazionali che portano a guardare l’altro non come persona, con la sua dignità, ma come “utile”; un bene che se non soddisfa l’interesse economico può essere considerato esubero, esodato. Le comunità dei consacrate possono offrire l’occasione di una testimonianza, alle società del nostro tempo, di un modo “altro” di essere in relazione e in comunione. Esse, inoltre, fotografano la situazione policroma che costituisce le città. Spesso si
15
MISSIONI OMI · 11_2014
una foto per pensare 014_021_11.indd 14-15
20/10/14 00:10
UNA FOTO PER PENSARE
28
Siamo occidentali, con sguardi da occidentali, pensieri da occidentali, formazione da occidentali. Ma non siamo l’unico mondo, l’unico modo, l’unica via. Bisogna ricordarcelo, dircela spesso questa verità, altrimenti cercheremo sempre di affermare la nostra cultura identificandola come la più riuscita, la più valida. Ricordo che dopo un viaggio in Guinea Bissau, tornando in Italia mi resi conto dell’enorme, ridicola idiozia che pervade i numerosi “consigli per gli acquisti” che transitano veloci e accattivanti sui nostri schermi. Non me ne ero mai accorta. Abbandonata la solita dimensione, avevo acquisito “altri occhi” che mi facevano scorgere quello che prima non vedevo. Un buon esercizio da ripetere, un bel cammino per tutti.
foto di Alfonso Bartolotta OMI, albartem@yahoo.fr testo di Anna Cerro, annacerro@gmail.com
28 MISSIONI OMI · 11_14 028_029_11.indd Tutte le pagine
L’int errogativo 29
MISSIONI OMI · 11_14
20/10/14 00:11
21/10/14 00:02
MISSIONI
editoriale Pasquale Castrilli OMI pax1902@gmail.com
OMI
Uno spazio di amore e libertà P
attualità
dossier
fatti
missioni
Missionari nell’emergenza ILVA a Taranto
Al via l’anno della Vita consacrata
La famiglia oblata a Messina tra passato e presente
Qui Uruguay Qui Congo
MISSIONI
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
OMI
Prezzo di copertina € 2,20 - novembre 2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012
n. 11 NOVEMBRE 2014
omi_cover_nov.indd 1
Un anno 2015 per i consacrati
rendo in prestito il titolo di questo editoriale dalla definizione che Enzo Bianchi, priore di Bose, dà della vita consacrata nel libro Non siamo migliori di altri. La vita religiosa nella Chiesa, tra gli uomini (EDB 2002). Una bella definizione di uno stato di vita, quello dei consacrati, abbracciato liberamente da uomini e donne che si dedicano al Signore e ai fratelli con i voti di povertà, castità e obbedienza. Mi sono tornate alla mente queste parole alla vigilia dell’Anno dedicato proprio alla Vita consacrata Colpisce, nel testo di Bianchi, l’analisi storica della Vita consacrata che da sempre si coniuga con una chiamata alla santità e alla radicalità evangelica. D’altra parte è necessario guardare al periodo attuale attraversato da una crisi numerica, e in parte di identità, con un abbassamento progressivo di ingressi soprattutto dal 1990 in avanti. La maggior parte dei missionari nel mondo sono consacrati: religiosi, religiose o di Istituti secolari. È vero che sono impegnati in missione anche numerosi sacerdoti diocesani e laici, spesso coniugati, ma la gran parte dei missionari sono persone che seguono Dio e servono i poveri, sulla scia di un fondatore, di una fondatrice, di una regola vissuta in comunità. È
per questo che l’Anno della Vita consacrata, che si apre in questo mese di novembre, tocca direttamente la missione, perché tocca la vita e l’identità, di coloro che il Signore ha chiamato ad essere strumento di annuncio del suo Regno tra i popoli. Fa sempre grande impressione, quando ci si reca in paesi di missione, ritrovarsi insieme ad una comunità di religiosi e condividere la preghiera, i progetti, il tempo libero. Ancor più, impressiona trovare conventi di clausura nelle savane africane, nelle foreste equatoriali o tra i grattacieli delle metropoli asiatiche e sudamericane. Si loda insieme il Signore della storia, si servono i poveri, si incontrano le contraddizioni e le miserie della gente, ma con una ‘famiglia’ alle spalle che custodisce, sostiene e alimenta il dono di sé. L’Anno della Vita consacrata ricorda che questo stato di vita è necessario alla natura e alla vita della chiesa. In altre parole che la chiesa non può fare a meno di queste persone e di questa vocazione. Un laico, mesi fa, mi disse: “i religiosi sono la salvezza della chiesa”. Una frase un po’ perentoria, forse idealistica e incompleta, ma che risuona impegnativa, ha una sua verità (anche storica) e carica di responsabilità. ■
19/10/14 14:32
1
MISSIONI OMI · 11_14
001.indd 1
19/10/14 14:39
lettere al direttore
MISSIONI
OMI
Un’esplosione di colori Raccontare un’esperienza è sempre difficile, non si riesce mai ad esprimere quello che si è provato. I colori, gli odori, le sensazioni che abbiamo avvertito in Guinea Bissau non sono quantificabili in parole. Un’esplosione di colori e odori, ecco come ci ha accolti l’Africa, dal tramonto rosso fuoco di Casablanca alla terra rossa delle strade di Farim, alla pesantezza dell’aria alla quale ci siamo subito abituati. E poi la musica! Una spensieratezza da fare invidia al mondo. È come se la gente non avesse mai fatto altro nella vita, e invece ogni giorno lavora i campi, pranza per strada; combatte con le malattie; fa i conti con la mancanza di medicine, con l’inadeguatezza degli ospedali, con la povertà delle risorse. Se mi chiedessero di descrivere con una parola l’Africa che ho visto direi: sorprendente. Gli africani sono sorprendenti, perché
pur non avendo niente non chiedono più di quello che hanno, perché ci salutavano quando ci incontravano per strada, senza conoscerci, perché sono vivi! Sono sorprendenti perché ad
ogni “Bon dia” seguiva un “Kuma?” al quale non pretendevano risposta; perché sembrano sempre più giovani di quanto lo siano in realtà. Sono riusciti a farci sentire a casa, perché sono sempre allegri. Ci hanno regalato i sorrisi più belli che io abbia mai visto. La vita che trasmette l’Africa, la vita che traspare dal sorriso di un bambino africano non ha eguali nel mondo. All’inizio pensavo che prima o poi sarei stata percorsa da un sentimento: la paura per qualcosa di sconosciuto. Non è stato così. Abbiamo affrontato il lavoro, le difficoltà e le novità con determinazione
e coraggio. Siamo andati in Guinea Bissau per lavorare ai dispensari, per migliorare le condizioni di strutture di servizio medico, carente in quelle zone. Manca personale specializzato, mancano medicinali fondamentali, c’è uno spropositato bisogno di risorse umane volontarie, di qualcuno che metta a disposizione talento, forza, intelligenza e creatività per cercare di aiutare gli altri. Probabilmente loro non avvertono nemmeno il disagio in cui vivono, perché ci sono nati, ma per noi che guardiamo da fuori, che veniamo da un altro mondo dove tutto è più facile, non è semplice
2 MISSIONI OMI · 11_14
002_003_11.indd 2
19/10/14 14:41
assistere a questa realtà. Davanti ad essa spesso sono rimasta senza parole. C’è stato un momento in cui ho perso vitalità, mi sembrava di vedere sempre le stesse cose, non c’era un villaggio in condizioni migliori di un altro, era sempre peggio. I bambini con le infradito ai piedi si contavano sulle dita di una mano rispetto alla moltitudine di chi non aveva niente. Camminavano scalzi e giocavano con quanto trovavano in strada. È per loro che bisogna lottare perché sono soprattutto loro il bello dell’Africa, il suo futuro. A Bissau la situazione è un po’ diversa. I ragazzi che abbiamo conosciuto erano vestiti bene, o quanto meno erano puliti. La qualità della vita cambia notevolmente dai villaggi alla città, eppure le emozioni che sono riusciti a trasmettermi gli abitanti di Farim non sono paragonabili alle altre. Ricorderò il viso di ogni persona incontrata in queste tre settimane. L’affetto che tutti intorno a noi hanno saputo dimostrarci mi ha fatto pensare a quanto belle possono essere le persone. A quanto bella e accogliente sa essere l’Africa nonostante le difficoltà. Floriana Lombardi S. Maria a Vico (Ce)
Ricordando Pina Cortese Pina era nata a Maratea (Pz) il 13 maggio 1937. Da ragazza aveva frequentato l’Azione Cattolica a Maratea Porto. Credo abbia conosciuto i Missionari OMI quando questi sono giunti a Maratea con p. Salerno, sacerdote della chiesetta di SS. Maria di Porto Salvo che lei frequentava. Ha insegnato Lettere alla Scuola Media di Maratea per oltre
40 anni e il manifesto funebre fatto dalla scuola ci ha commossi “docente esemplare che ha saputo guidare con competenza e saggezza generazioni di studenti”. Come ha detto il sacerdote a Maratea è stata un’insegnante che ha saputo dare ai suoi alunni non solo insegnamenti didattici, ma anche insegnamenti di vita. Si era sposata il 1 giugno 1963 al Santuario di Pompei con Giuseppe Santoro e ha avuto due figli, Gaetano e me, Maria.
La sua vita l’ha trascorsa interamente a Maratea fino al 2011 quando ha scoperto di essere ammalata. Operata nel febbraio 2011 a Torino, è stata a Roma per la terapia fino ad agosto, con un breve soggiorno a maggio a Maratea per la festa di S. Biagio. Dal gennaio 2013 è tornata di nuovo a Roma per poi proseguire per Torino, dove è stata rioperata e finalmente è potuta tornare a Maratea nel mese di luglio. Ad agosto dello stesso anno è stata ricondotta d’urgenza a Torino per un peggioramento e da lì, a settembre, si è trasferita definitivamente a Roma. A giugno 2013 abbiamo festeggiato il 50° anniversario di matrimonio. Nel periodo di permanenza a Roma dal 2011, è sempre stata seguita da p. Pasquale Albisinni, rogazionista. Pina è salita al cielo il 14 maggio 2014. Maria Santoro
www.firenze2015.it È partita la preparazione al V Convegno ecclesiale nazionale che si terrà a Firenze nel mese di novembre del prossimo anno. Il sito contiene i materiali preparatori.
3
MISSIONI OMI · 11_14
002_003_11.indd 3
19/10/14 14:41
attualità
Con i giovani Oblati del
Madagascar P
Un futuro ricco per la missione, in una terra meravigliosa di Fabio Ciardi OMI ciardif@gmail.com
arto presto da Antananarivo, capitale del Madagascar, diretto a Fianarantsoa, la terza città del Paese. Ho appena terminato un incontro con i missionari Oblati convenuti per l’incontro annuale. La capitale inizia a svegliarsi. Ai crocicchi si squartano i maiali che i piccoli macellai di strada rivenderanno sui marciapiedi. Uomini e donne escono con sulla testa ceste ricolme di baguettes da vendere. Gli ortolani espongono le verdure ai bordi sterrati delle vie, la cittàmercato si rianima velocemente. Anche oggi è ricominciata la lotta per la sopravvivenza, per riuscire a conquistare la propria apoca di riso (l’unità di misura, il barattolino di latte condensato della Nestlè: riso, fagioli o pasta, non si vendono a peso). Imbocchiamo la statale che si snoda senza mai un rettilineo, in un continuo sali e scendi tra le montagne. Impiegheremo tutta la giornata per coprire i 400 chilometri. Il paesaggio compensa i disagi del viaggio. Le risaie a terrazza degradano lentamente nelle ampie vallate, per poi salire ripide su per le montagne. Lungo la strada le persone camminano di villaggio in villaggio con le ceste sulla testa. Vanno o tornano dal lavoro con la falce o la vanga stretta nella mano. Cielo terso, limpidissimo, temperatura ottimale. Monti, rocce, fore-
4 MISSIONI OMI · 11_14
004_005.indd 4
21/10/14 00:07
Antananarivo Fianarantsoa
ste e risaie, villaggi di terra rossa, si amalgamano. Posso seguire simultaneamente tutte le fasi di lavoro del riso: donne che tolgono le erbacce, uomini che arano con gli zebù, che sarchiano con un piccolo aratro tirato a mano, che raccolgono il riso a mannelli tagliandolo col falcetto. Sulle aie si batte il riso su cilindri di pietra, mentre le donne lo sollevano al vento. Altre lavano i panni nell’acqua delle risaie. Gli stradini, a squadre di una decina, puliscono con diligenza i bordi delle strade tagliando l’erba con i falcetti. Guadagnano 1,40 euro al giorno, senza avere alcun tipo di assicurazione. Mi scorre sotto gli occhi un mondo ancestrale complesso, e una natura affascinante e che pure mostra i segni dello scempio perpetrato dagli uomini… Vicino ad ogni villaggio i ragazzi, a gruppetti, tornano a casa da scuola. Centinaia e centinaia, scalzi, con una busta di
plastica per il libro e il quaderno. Non andranno oltre le elementari. Quale futuro li aspetta, così lontani dal mondo, in casupole senza acqua corrente e senza luce? E pensare che il Madagascar è un paese ricco d’oro, minerali, pietre e legnami pregiati… il tutto a beneficio di una piccolissima minoranza. Fianarantsoa mi appare come una città autarchica. Una città con la ferrovia, ma senza treni, con un aeroporto, ma senza aerei. Non ha industrie e vive dell’agricoltura e del piccolo commercio. Il traffico è limitato e costituito da taxi e minibus. Il trasporto avviene su carrette. Gli uomini sono curvi e spingono fin con la testa carichi di mattoni, cemento, lungo strade con forti pendii. Siamo sui 2.000 metri. Gli alberi di mele convivono con i banani e con la vite; i pini con il rivanala, l’albero simbolo del Madagascar. La cattedrale, che domina la città, ricorda che Fiana-
rantsoa è ancora oggi il più importante centro cattolico, con numerosi istituti religiosi. Mi sembra di essere giunto ai confini del mondo. Gli Oblati sono giunti qui nel 1980: il Madagascar diventava il 59° Paese dove annunciano la Buona Novella. Proprio a Fianarantsoa si trova la sede dello Scolasticato. La casa è bella, in un vasto parco di eucalipti. Nell’orto crescono ananas, meli, banani, ortaggi. Un piccolo allevamento con 50 galline e 2 maiali completa la piccola fattoria. I nostri giovani studenti sono 27; alcuni stanno studiando all’estero. Iniziano la preghiera alle 5.30 del mattino, impeccabili nelle loro vesti bianche con fascia nera. Poi via di corsa in bicicletta al centro universitario dove trovano altri seminaristi di 9 diocesi e di 4 altre congregazioni religiose. A sera siamo di nuovo insieme alla luce di pallide lampade elettriche. Uno dei giovani suona per me la valia, lo strumento musicale tipico con le corde tese lungo un grande tronco di bambù, d’un suono molto delicato… proprio come lo sono i malgasci. Con questi giovani Oblati il futuro della missione è assicurato. Vale anche per loro il proverbio malgascio: “Quando si è in tanti ad attraversare il fiume non si è divorati dai caimani”. n
5
MISSIONI OMI · 11_14
004_005.indd 5
19/10/14 14:44
attualità
L’oro
nella città dell’acciaio La delicata situazione dell’Ilva di Taranto ha creato problemi e apprensione. La vicinanza dei Missionari OMI alle famiglie degli operai
di Nicola Parretta OMI nicolaparretta@gmail.com
6 MISSIONI OMI · 11_14
006_009.indd 6
19/10/14 14:50
papa benedetto XXVI
“Seguo con preoccupazione le notizie relative allo stabilimento ILVA di Taranto e desidero manifestare la mia vicinanza agli operai e alle loro famiglie, che vivono con apprensione questi difficili momenti. Mentre assicuro la mia preghiera e il sostegno della Chiesa, esorto tutti al senso di responsabilità e incoraggio le istituzioni nazionali e locali a compiere ogni sforzo per giungere ad una equa soluzione della questione, che tuteli sia il diritto alla salute, sia il diritto al lavoro, soprattutto in questi tempi di crisi economica”. Papa Benedetto XVI, Angelus del 29 luglio 2012
I quattro Oblati cella comunità di Taranto
F
ino ad alcuni mesi fa stampa e televisione hanno parlato molto delle problematiche ambientali e lavorative suscitate dal complesso siderurgico dell’Ilva a Taranto. Ora assistiamo a una fase di silenzio difficile da interpretare. Si può supporre, comunque, che non ci siano grosse novità rispetto a quanto sappiamo. I fatti sono noti a tutti e io non penso di saperne più degli altri. Volendo però scrivere qualcosa sulla situazione tarantina, con riferimento specifico allo stabilimento siderurgico, mi domando quale potrebbe essere il mio apporto. Ed ecco la risposta: l’esperienza diretta. Vivere a Taranto come missionario Oblato di Maria Immacolata, a stretto contatto con le persone che lavorano nello stabilimento e toccare con mano gli effetti nocivi dovuti all’inquinamento ambientale. Sia l’inquinamento che il rischio della chiusura dell’Ilva costituiscono un problema ancora aperto. Un’eventuale chiusura provocherebbe un enorme disagio sul piano dell’occupazione: migliaia di persone si troverebbero in mezzo alla strada con le rispettive famiglie. C’è da pregare affinché l’attività produttiva continui sen-
za sosta. Ciò non significa relativizzare i danni dovuti ai fumi tossici. Tante persone ne pagano le conseguenze con le loro malattie! Certamente non tutto è legato all’effetto Ilva, ma una buona parte sì. Non è tanto esagerato affermare: famiglie che incontri tumori che trovi. E si può restare indifferenti? Comunque, mi sorprende il fatto che soltanto a distanza di anni siano stati denunciati i gravi danni arrecati alla salute dai fumi inquinanti. Mi riferisco soprattutto a patologie tumorali e respiratorie sempre più in aumento. Ovviamente, fin dal tempo in cui l’industria portava il nome di Italsider era noto l’alto tasso di diossina nell’aria.
Le autorità politiche I maggiori responsabili non ignoravano certamente questo dato, ma tutti tacevano. Gli interessi economici e politici erano cosi forti da impedire qualsiasi forma di intervento per la salvaguardia della salute. Lo scorso anno si discuteva su un dilemma che al momento sembra superato: chiudere l’Ilva e salvare l’ambiente o ignorare
7
MISSIONI OMI · 11_14
006_009.indd 7
19/10/14 14:50
l’ambiente e salvare i posti di lavoro? Gli ambientalisti irriducibili continuano a insistere sulla chiusura a qualsiasi costo senza tener conto minimamente del dato occupazionale. Poi è incominciata ad emergere la linea del buon senso: salvare l’ambiente con un’opera progressiva di risanamento e salvaguardare i posti di lavoro. Purtroppo, però, alcune imprese collegate all’industria hanno già chiuso licenziando o mettendo i dipendenti in cassa integrazione. In tutti i casi la crisi occupazionale è evidente, come d’altronde in altre parti d’Italia.“Padre, ho bisogno di lavorare!”; “Cosa occorre fare per iscriversi alla Caritas parrocchiale?”; “Come devo fare per continuare
Un buon esempio di fede, vale più di mille parole Un vescovo “missionario” di fronte ad un’emergenza sociale. Mons. Filippo Santoro è stato nominato vescovo di Taranto nel novembre 2011. Succedeva al cappuccino, mons. Benigno Luigi Papa. Pugliese di Carbonara (Ba) mons. Santoro era stato anche responsabile del movimento Comunione e Liberazione (CL) per la sua regione e direttore dell’Istituto Superiore di Teologia di Bari. Nel 1984 il trasferimento in Brasile come missionario “fidei donum”. A Rio de Janeiro ha coordinato la presenza di CL nell’intera America Latina fino al 1996, anno in cui venne nominato, da Giovanni Paolo II, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Rio. Nel 2004 è passato alla guida della diocesi di Petropolis. A ottobre 2012, mons. Santoro aveva partecipato come Padre Sinodale alla XIII assemblea del Sinodo dei vescovi dedicata al tema della “Nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede”. Tra le indicazioni di quell’assise, la necessità di dar vita ad una evangelizzazione capillare che coinvolga ogni ambito e aspetto della persona umana, raccogliendo le sfide della società di oggi. Proprio di questo si era fatto portavoce il vescovo di Taranto.
8 MISSIONI OMI · 11_14
006_009.indd 8
19/10/14 14:50
attualità
a pagare il mutuo della casa?”. Sono domande abbastanza frequenti che vengono rivolte ai parroci del quartiere Paolo VI, quindi anche a me in quanto parroco di S. Maria del Galeso e agli altri Oblati della comunità con i quali condivido l’esperienza pastorale.
Il lavoro delle associazioni Qualcuno potrebbe chiedermi cosa provo davanti all’impossibilità di poter dare delle risposte adeguate alle domande appena riportate. Devo dire che mi ritrovo pienamente nello stesso sentire e nelle stesse parole del nostro arcivescovo, mons. Filippo Santoro: “Provo una profonda lacerazione del cuore quando non riesco a dare una ri-
sposta di fronte ad un disastro finanziario, ad una famiglia che non riesce ad arrivare a fine mese e di fronte ad un verdetto inesorabile di malattia mortale. E il cuore del vescovo diventa solidarietà”. Nella linea di una fattiva solidarietà si stanno attivando per il bene comune diversi organismi diocesani e associazioni laicali. In questa prospettiva, merita di essere menzionata un’iniziativa molto interessante, promossa dalla comunità locale del Movimento dei Focolari, dal titolo: “Cercando l’oro nella città dell’acciaio”. Un’iniziativa nata dalla constatazione che, oltre alla povertà economica di cui soffre la città di Taranto, vi è una povertà ancor più grande di tipo rela-
Potrebbe spiegare cosa quel Sinodo ha portato nella vita della chiesa? Il Sinodo è stato l’attuazione concreta del cammino di comunione della chiesa: le gioie, le speranze, le questioni e i problemi, sono state presentate in questo consesso straordinario. Noi pastori nelle nostre realtà di riferimento stiamo cercando di diffondere il messaggio del Sinodo. La ‘fortuna’ della chiesa è quella di essere cattolica, universale. Al Sinodo si è respirata la mondialità della famiglia di Gesù. Come è possibile realizzare la Nuova evangelizzazione? In che modo il Sinodo ha contribuito a mutare le pratiche della pastorale ordinaria? C’è un messaggio che rimane immutato, anche se passeranno il cielo e la terra: le parole del Vangelo che non cambieranno mai, perché Cristo è lo stesso ieri oggi e sempre. Il Vangelo ci insegna che bisogna riconoscere i segni dei tempi perché il Vangelo deve essere incarnato nel mondo in cui viene annunciato. Non è una “lettera morta” ma parola viva! La Nuova evangelizzazione nasce sempre da uno sguardo più ampio sul mondo, uno sguardo di bene, non c’è mondo che non meriti la redenzione. La pratica pastorale ordinaria deve sempre ripensarsi a partire da questo. Occorre accogliere ogni sfida e ogni esigenza, farne materia di discernimento, ma senza improvvisazione. Il pensarsi con il sentire comune della chiesa universale è garanzia di verità e di autenticità.
zionale: l’incapacità di ritrovarsi come comunità e la difficoltà di lavorare insieme senza preconcetti o pregiudizi per costruire il tessuto collettivo. Di qui l’idea di condividere per unire. Un gruppo di associazioni, ciascuna con una propria specificità, ha colto l’opportunità di stare insieme per proporre progetti ed iniziative in grado di diffondere un anelito: riscoprire il volto positivo di una Taranto rigenerata, più unita e solidale. Tutte le risorse, a partire dalle persone, messe a disposizione per costruire il bene comune, costituiscono l’oro della città. Oro prezioso e indispensabile se si vuole lavorare per la rinascita di Taranto, per la sua risurrezione. n
Lei è spesso impegnato in un’opera di riappacificazione nel conflitto che vede contrapposto chi vorrebbe chiudere l’Ilva e gli operai che desiderano risanare l’impianto mantenendo e migliorando il lavoro. Qual è il suo pensiero in proposito? Taranto è una città che mi ha fatto sentire accolto dal primo giorno di ministero. Questa accoglienza così calorosa, però, non si sposa con la tendenza a porre il proprio interesse davanti al bene comune. Tutti credono di avere la soluzione in tasca, ma non è così. Non si può favorire un diritto su un altro, perché i danni, nell’uno e nell’altro caso, sarebbero incalcolabili. Il mio compito finora è stato chiamare le parti in causa all’unità e al dialogo. Spero che si possano sempre unire le esigenze di chi teme di perdere il lavoro con chi, giustamente, chiede aria pulita e garanzie per il proprio futuro e quello dei propri figli. Tempo fa alcuni lavoratori dell’Ilva si erano arrampicati per protesta su una torre di caricamento di un altoforno, posizionandosi a decine di metri di altezza e rischiando la vita. Com’è possibile accendere di speranza il cuore di queste persone che apparentemente l’hanno perduta? Non ci sono ricette diverse se non quella dell’accoglienza dell’altro. A quegli operai ho portato l’abbraccio della chiesa e loro ne sono stati rinfrancati. La fede nasce e si alimenta grazie all’esperienza di Dio che facciamo in un incontro reale, quello con il sorriso di un fratello, quello di una parola di conforto.
9
MISSIONI OMI · 11_14
006_009.indd 9
21/10/14 00:10
attualità
Incontrare la speranza
Torino-Temento
Un “prezioso circuito della salute” in alcuni villaggi di una zona meridionale del Senegal
di Bruno Favero OMI brunofavero@gmail.com
10 MISSIONI OMI · 11_14
010_013.indd 10
19/10/14 14:55
senegal
Secondo le statistiche ufficiali, la popolazione senegalese è composta da musulmani sunniti per il 92%, da CRISTIANI PER IL 6% e da animisti per il restante 2%. Molti senegalesi si dichiarano musulmani o cristiani ma sono in realtà legati anche a forme di religione tradizionale. Un profondo processo di sincretismo ha reso possibile la coesistenza delle religioni tradizionali con quelle rivelate.
in pillole
NOME UFFICIALE LINGUA UFFICIALI CAPITALE FORMA DI GOVERNO INDIPENDENZA INGRESSO NELL’ONU SUPERFICIE TOTALE
REPUBBLICA DEL SENEGAL FRANCESE DAKAR REPUBBLICA SEMIPRESIDENZIALE DALLA FEDERAZIONE DEL MALI 20 AGOSTO 1960 28 SETTEMBRE 1960 196 722 KM2
Temento
C
ome spesso accade nella vita, le cose sembrano succedere per caso, ed invece basta che qualcuno ci creda fino in fondo ed ecco che avvengono incontri, scambi, nascono amicizie e si sviluppano relazioni. Così è capitato al manipolo della Croce Giallo-Azzurra di Torino, un incontro fortuito alla stazione di Torino, la testimonianza di Maurizio che l’anno prima aveva visitato la missione di Temento, la volontà decisa e perspicace del gruppo di volontariato ed ecco organizzata una spedizione coi fiocchi. Sono partiti in cinque da Torino subito dopo Pasqua, destinazione Temento, Senegal. Obiettivo: visitare le strutture sanitarie della missione per stabilire un progetto di collaborazione e di sostegno. Temento, chi non conosce Temento dove i Missionari Oblati di Maria Immacolata
sono arrivati nel 1999, nel bel mezzo della guerriglia separatista della Casamance, in una zona ai confini del mondo piena di potenzialità e sfide. In quegli anni il problema salute era veramente spinoso, quasi nessuna struttura pubblica, una guerra abbandonata e totalmente inutile (ce ne fossero di utili!). La missione si era data da fare, con l’aiuto di tanti amici: un dispensario, una maternità che sono diventate tre negli anni, cinque farmacie di villaggio e pronto soccorso in altrettanti villaggi. A distanza di quasi quindici anni ci si trova, ora, con l’urgenza di rilanciare questo prezioso circuito della salute per continuare a dare alle popolazioni della media Casamance delle cure di qualità ed un accompagnamento nello sviluppo integrale di villaggi e famiglie sparpagliati su un raggio di quasi cinquanta chilometri.
11
MISSIONI OMI · 11_14
010_013.indd 11
19/10/14 14:55
I GIOVANI CATTOLICI DELLA CASAMANCE VOGLIONO LA PACE Un rinnovato appello per la pace nella regione secessionista senegalese della Casamance è stato lanciato dagli appartenenti della giovane corale Julien Jouga. Secondo una nota inviata all’agenzia Fides, lo scorso mese di agosto, i giovani hanno chiesto allo Stato senegalese, al Movimento delle Forze democratiche della Casamance (MFDC, che dal 1982 lotta per l’indipendenza della regione) e alla società civile di accelerare il processo di pace. Si chiede al governo di rispettare gli impegni presi nei confronti della popolazione locale, in particolare per quel che riguarda le politiche di sviluppo della regione, lo sminamento del territorio, il ritorno dei rifugiati e degli sfollati e l’assistenza alle vittime delle mine. Si invita l’MFDC a tracciare un percorso per risolvere le divisioni interne e quindi presentare una posizione comune in vista di un dialogo costruttivo con il governo. Alla società civile, i giovani chiedono, infine, di lanciare “un’offensiva di pace” nazionale per accompagnare la trattativa per mettere fine al conflitto.
12 MISSIONI OMI · 11_14
010_013.indd 12
19/10/14 14:55
attualità
Su Ebola la chiesa raccomanda vigilanza
Una strategia di lavoro Eccoli i “nostri” nelle loro caratteristiche divise della Protezione Civile, circolare tra villaggi e risaie per fare il punto della situazione: visita dettagliata delle strutture sanitarie, censimento dei bisogni e delle malattie, interviste con gli addetti ai lavori, incontri con le autorità locali. Tutto per definire una strategia di lavoro in vista di preparare ulteriori missioni di collaborazione e di sostegno. Grande giornata di animazione sanitaria al dispensario du Mangaroungou: Dino, Maurizio, Maurizio, Chiara e Ilario esibiscono tutta la loro preparazione nel trattare le situazioni di crisi ed in particolare le tecniche di rianimazione. A loro volta, sia i bambini della scuola, sia gli agenti sanitari della missione mostrano se la lezione è stata capita. Un incontro che, come tutti gli incontri qui in Africa, si trasforma in una festa; l’accoglienza e la riconoscenza non mancano mai. Nella spedizione non sono mancati i momenti critici, quando la macchina non vuole più andare avanti, quando i programmi evolvono sistematicamente, ma
La chiesa cattolica in Senegal si è mobilitata per contribuire alla prevenzione della diffusione del virus ebola dopo che a fine agosto le autorità avevano annunciato di aver riscontrato il primo caso di infezione nel Paese. In una nota inviata all’agenzia Fides il vicario generale dell’arcidiocesi di Dakar, mons. Alphonse Seck, invitava i fedeli ad “essere vigilanti e a non cedere al panico”. Mons. Seck aveva incontrato i responsabili del Ministero della Sanità senegalese con i quali erano stati concordati i provvedimenti da adottare per evitare il diffondersi dell’infezione. “Invitiamo i nostri confratelli sacerdoti - scriveva mons. Seck - a scegliere un momento dell’assemblea eucaristica per ricordare le raccomandazioni di prevenzione elaborate dal Ministero della Salute e dell’Azione Sociale e di diffonderle con tutti i mezzi”. Le raccomandazioni sono scaricabili dal sito dell’arcidiocesi di Dakar (www. seneglise.sn). Nell’Africa occidentale il virus ebola ha ucciso in Liberia, Sierra Leone, Guinea e Nigeria più di 1.500 persone, delle quali più di 100 tra medici e infermieri.
gli imprevisti di tutti i tipi non sono riesciti a scalfire il buon umore del gruppo. Una settimana di full immersion nella verde Casamance nel desiderio di continuare a dare speranza a popolazioni provate dalla guerra e che faticano ancora a uscire dalla situazione di povertà che caratterizza tutta la zona. Ora il progetto si sta perfezio-
nando cercando solidarietà e aiuto da tante persone di buona volontà che da sempre sono sensibili alla salute degli altri. Un viaggio della speranza e della solidarietà, un viaggio nel quale si scopre che é più quello che si riceve che quello che si da, perché nonostante tutto l’Africa resta il continente dove l’incontro con l’altro è ancora possibile. n
13
MISSIONI OMI · 11_14
010_013.indd 13
21/10/14 00:16
dossier
Vita consacrata Una missione antropologica
14 MISSIONI OMI 路 11_2014
014_021_11.indd 14
19/10/14 15:05
calendario
vita consacrata Calendario per l’anno della Vita consacrata 2014/2016 APERTURA I Domenica di Avvento, 30 NOVEMBRE 2014 (vigilia di preghiera, 29 novembre 2014) CHIUSURA Giornata mondiale della VC, 2 FEBBRAIO 2016 (vigilia di preghiera, 1 febbraio 2016)
Cosa mi aspetto dalla celebrazione dell’anno dedicato alla Vita consacrata ormai alle porte
di Tiziana Longhitano sfp
Tempi di riflessione e di condivisione a livello mondiale. • Incontro ecumenico di consacrati e consacrate - ROMA, 22-24 GENNAIO 2015 (24 gennaio,veglia di preghiera) • Seminario per i formatori e le formatrici alla VC - ROMA, 8 -11 APRILE 2015 (11 aprile, veglia di preghiera) • Laboratorio per i giovani e le giovani consacrati - ROMA, 23 -26 SETTEMBRE 2015 (25 settembre, veglia di preghiera)
S
i apre l’anno dedicato alla Vita consacrata (VC) e vorrei cogliere l’occasione per esporre alcune riflessioni condivise con suore di differenti generazioni e culture. Alcune studentesse, provenienti da tutto il mondo, sono state coinvolte nella stesura di queste pagine. Si tratta di una proposta partecipata e plurale.
Le attese La speranza di pienezza che la VC affida alle persone che si donano a Dio chiede che l’attenzione celebrativa non si concentri sui computi, come se la VC fosse questione quantitativa, ma sull’essere lievito nella massa. Occorre allora interrogarsi sulla qualità del lievito e se veramente i fermenti sono vivi. Se si annuncia un Vangelo vivo e vissuto. Se i principi escatologici di cui la VC è costituita siano davvero irradiati. Il documento redatto nel maggio del 2010 dalle superiore generali degli Istituti religiosi femminili, (Dichiarazione sulla profezia, Dich. USG 2010), chiedeva alle congregazioni di «superare i confini dei rispettivi carismi e unirci per offrire al mondo una parola mistica e profetica». Ci auguriamo maggior comunione tra le con-
gregazioni religiose. Ma una domanda emerge spontanea: c’è il desiderio di essere meno isolate?
Testimonianza e vita comunitaria Un altro punto di attesa riguarda la testimonianza. Si tratta di offrire al nostro mondo un modello concreto di ‘comunità’ che, attraverso la condivisione di stili e valori, crei rapporti fraterni. Citerei come esempio la comunità europea e altre tipologie comunitarie le quali, manifestando nella denominazione il termine ‘comunità’, non la rendono nei fatti, perché l’interesse dei soggetti coinvolti è diretto soprattutto alla circolazione di beni economici. Da qui nascono conseguenze relazionali che portano a guardare l’altro non come persona, con la sua dignità, ma come “utile”; un bene che se non soddisfa l’interesse economico può essere considerato esubero, esodato. Le comunità dei consacrate possono offrire l’occasione di una testimonianza, alle società del nostro tempo, di un modo “altro” di essere in relazione e in comunione. Esse, inoltre, fotografano la situazione policroma che costituisce le città. Spesso si
15
MISSIONI OMI · 11_2014
014_021_11.indd 15
21/10/14 00:23
Sopra, due immagini delle Missionarie della Divina Rivelazione. “Pensano come pensa la Chiesa di sempre, amano come ama la Chiesa di sempre, vogliono ciò che vuole la Chiesa di sempre” (dalla Regola di Vita)
ritrovano a convivere insieme sorelle o fratelli di vari continenti con culture diverse. Sarebbe interessante offrire alla gente vie percorribili che consentano l’incontro sereno fra tutti. E, data
l’esperienza comunitaria interna, si potrebbe proporre ai contesti sociali in cui la comunità è radicata, itinerari di prevenzione dei meccanismi di conflitto per trasformarli in vie per l’integrazione. Un altro aspetto coinvolge le congregazioni il cui il ceppo culturale di origine ha incontrato un’altra cultura. Spesso si percepisce la trasmissione di modalità gestuali e un sistema di usi umani, di regolamenti… morali. Raramente succede di vedere persone consacrate-straniere (in Italia - a Roma) narrare la felicità di ave-
re incontrato il Signore; persone vive, contente. Ci si chiede perché il volto di molte religiose sembra velato dalla fatica del lavoro continuo. Consapevoli che si va a Dio con l’umanità, non dovremmo restare confinate entro gli spazi di una curia, un seminario, una casa di riposo. Mi auguro, perciò, di non incontrare suore straniere il cui essere è consumato in attività interne che servono a tenere aperte delle strutture. Perché non uscire dai confini e tentare di lavorare in rete a livello locale e globale per l’umanità povera, dalla quale
«VI CONOSCO E VI STIMO» FRANCESCO
PICCOLA UDIENZA DI PAPA FRANCESCO ALLA COMUNITÀ DEI MISSIONARI OMI DI MADDALONI (CE) di Giovanni Soddu OMI
Abbiamo incontrato il papa nella Cappella palatina della Reggia di Caserta il giorno 26 luglio, alle 16. Prima dell’incontro con tutti i sacerdoti è stato possibile salutarlo personalmente lungo il suo percorso nelle sale adiacenti. La comunità oblata di Maddaloni era schierata in fila, l’uno accanto all’altro. Per primo ha salutato il papa, p. Antonio Ciccone che, mentre lo abbracciava, gli ha detto: «Sono un missionario Oblato di Maria Immacolata». E Il papa: «Vi conosco e vi stimo». Di fianco c’era p. Claudio Bertuccio. Stringendo la
16 MISSIONI OMI · 11_2014
014_021_11.indd 16
19/10/14 15:05
dossier
calendario
vita consacrata
ROMA, 28 -31 GENNAIO 2016 Per la Vita monastica. ROMA, 29-31 GENNAIO 2016 Per gli Istituti di Vita secolare. ROMA, 29 - 31 GENNAIO 2016 Per l’Ordo Virginum.
EVENTI DEDICATI ROMA, 27 -30 GENNAIO 2016 Per gli Istituti di VC e le Società di Vita Apostolica. Simposio internazionale:“La sequela evangelica forma permanente di vita nella chiesa, verso il futuro. Processi in atto”.
EVENTI CONCLUSIVI 30 GENNAIO 2016. Veglia di preghiera in S. Pietro: “Profezia, santità e martirio nella città umana” 1 FEBBRAIO 2016. Udienza del Santo Padre 2 FEBBRAIO 2016. Eucaristia di chiusura dell’anno della VC
Dio è spesso assente? Mi auguro la realizzazione di progetti, concordati fra congregazioni diverse e con i laici, per la trasformazione delle strutture ingiuste (Dich. 2010) e accordarci per offrire un’immagine gioiosa della VC.
Nuova evangelizzazione Si parla molto di Nuova evangelizzazione, sia nei Paesi di antica tradizione cristiana sia nei Paesi in cui si impiantano le giovani chiese. In queste ultime la VC fiorisce con vocazioni e congregazioni nuove. Questo anno, dedicato alla VC potrebbe offrire l’occasione di scambi culturali e spirituali… che abbiano il gusto della reciprocità. Il com-
pito che la chiesa affida alla VC non è semplice, ma non è neanche generico e riguarda ciascun membro di ciascuna comunità religiosa. Proprio per questo durante quest’anno si potrebbe cogliere l’occasione per «reinventare un’arte del vivere insieme, pregna di relazioni umanizzanti, di ascolto, di empatia, di non-violenza, per essere testimoni dei valori evangelici» (Dich. USG 2010). Spesso la gente vede le suore estranee alla vita reale. Vorrebbe capire il senso di quella scelta in un contesto più ampio: umano ed ecclesiale. Durante quest’anno sarebbe interessante aprire vie visibili affinché la gente trovi e incontri il Dio vivo, che è tra noi.
In questo senso la nostra, più che una missione geografica è una missione antropologica; nostro mandato è suscitare nell’umanità, in qualunque luogo si trovi, il desiderio dell’incontro con il Signore e mostrarne la via. Nelle donne consacrate la spinta a seguire lo Spirito c’è, e in tutte è vivo il desiderio di offrire alla chiesa e all’umanità un ministero qualificato di compassione e di guarigione (Dich. USG 2010). Durante l’anno dedicato alla VC sarebbe opportuno rivisitare il proprio carisma alla luce delle nuove povertà. Altro punto da non tralasciare è la formazione integrale della persona. Conoscere ed educarsi alla relazione
mano al papa dice: «Sono p. Claudio e anch’io sono Oblato di Maria Immacolata». Il papa ha però notato che indossava la veste bianca e non nera come p. Antonio. Allora p. Claudio ha spiegato che era missionario in Thailandia da 21 anni, di passaggio nella comunità di Maddaloni. Il papa, allora, ha chiesto dove stesse in Thailandia. P. Claudio ha risposto che viveva alla periferia di Bangkok e che insegnava nel seminario maggiore da molti anni. E il papa: «Io ho una cugina missionaria in Thailandia, ma non a Bangkok». P. Claudio risponde: «Sì, la conosco, è una suora salesiana». Sorpreso che la
17
MISSIONI OMI · 11_2014
014_021_11.indd 17
19/10/14 15:05
Le Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli. “Dobbiamo amare Dio e i poveri, ma a spese delle nostre braccia e col sudore della nostra fronte“
tra consacrazione, salute e creazione è segno di cura verso se stessi ed è una delle realtà formative più trascurate. Eppure molte religiose si ammalano di tumori dovuti ad ambienti inquinati o poco salubri. Viviamo in un mondo talmente distrutto che occorrerà risanare la persona umana integralmente senza tralasciare l’ambiente in cui vive. Vivere in armonia con tutto il cosmo e abitare con rispetto la nostra Terra (Dich. 2010) potrebbe essere un segno dell’anticipare già la novità del paradiso (Ap 21, 1-5).
Sette proposte Nella formazione dei Pastori e negli studi teologici dei seminaristi, sarebbe opportuno inserire corsi di teologia della VC accompagnati da momenti di formazione comune fra seminaristi e religiose/i. Alcuni vescovi non conoscono e di conseguenza non capiscono la VC. Altri vescovi (soprattutto nelle giovani chiese) creano congregazioni senza la chiarezza di un carisma che le sostenga e senza prospettive per le donne che, con molta generosità, si donano al Signore.
conoscesse ha aggiunto che è in Thailandia da più di 40 anni, ma adesso vive in un’altra città, Udonthani. P. Claudio risponde che le Salesiane hanno una grossa scuola a Udonthani. Poi ha cambiato discorso, dicendo che conosce bene gli Oblati. «In Argentina, a Buenos Aires, la diocesi dove ero vescovo, avevate una parrocchia, una bella parrocchia, ma poi per il calo del numero delle vocazioni avete dovuto lasciarla e l’abbiamo assunta noi. Ma tutto è stato fatto bene, di pieno accordo». Ha aggiunto che gli OMI fanno un bel lavoro con i poveri in Argentina. P. Claudio
1. Pensare una formazione teologica seria per le consacrate (5/7 anni di teologia) prima della consacrazione finale o perpetua. 2. Rivisitare i piani formativi, per eliminare atteggiamenti ambigui e irrispettosi di fronte alla diversità. Stili di vita aperti all’accoglienza per formare menti educate alla differenza e capaci di riconoscere la ricchezza delle diverse culture e religioni (Dich. 2010). 3. Scoprire nelle altre religioni i «semi del Verbo» (cf Ad Gentes 11) che non raramente riflettono un barlume di Verità (cf Nostra Aetate, 2). Conoscere più da vicino le forme di consacrazione presenti nelle altre confessioni cristiane e nelle altre religioni. 4. Formare alla consapevolezza che per portare Gesù all’umanità di oggi
risponde che spera sia cosi anche altrove per la gloria di Dio e il servizio della chiesa. Quindi il papa lo ha guardato con un sorriso e poi lo ha salutato. Dice p. Claudio che è stato colpito dalla semplicità, dalla pace e dalla mancanza di fretta di quest’uomo di Dio. Sembrava quasi che non avesse niente da fare oltre che incontrare noi. Quindi il papa ha salutato e abbracciato p. Giovanni Soddu che, durante il colloquio con p. Claudio, gli teneva stretta la mano e il braccio. P. Giovanni si è rivolto al papa più o meno con queste parole: “Santità, grazie per quello
18 MISSIONI OMI · 11_2014
014_021_11.indd 18
19/10/14 15:05
dossier
sette itinerari
vita consacrata 1. Laboratori di ricerca e condivisione organizzati da Università Pontificie rette da Ordini religiosi su tematiche e questioni di VC. 2. Memoria sanctorum della vita consacrata. Stazioni in luoghi di particolare significatività apostolica nel mondo. 3. Memoria martyrum. Consacrati e consacrate martiri nel XX e XXI secolo. Stazioni in luoghi di particolare testimonianza nel mondo. 4. Catena mondiale di preghiera fra i monasteri. Stazioni in monasteri di particolare significatività monastica nel mondo.
non è possibile rimanere in conventi e strutture che assorbono forze, ostacolano la testimonianza e impediscono l’annuncio. 5. Formulare le linee comuni di una visione e una spiritualità che alimentino i consacrati. 6. Implementare le raccomandazioni contenute nei documenti sulla VC . Il rischio è che alcuni Istituti siano avanti, altri invece non si rendono
5. Sezione monastica on-line dello “Studium” per le monache. 6. Cammini di significatività evangelica decisi e messi in opera in interazione tra Istituti apostolici, Società di vita apostolica, Vita monastica, Istituti secolari, Ordo virginum, Nuovi Istituti. 7. Via pulchritudinis. I linguaggi artistici nella VC per la contemplazione e l’annuncio della verità e della bellezza della fede. (da ‘Vidimus Dominum’, http://vd.pcn.net/it)
conto delle conseguenze del rimanere su posizioni precedenti. 7. Fondare le iniziative dell’anno della VC su questo intenso passo di papa Francesco: «Prima di tutto, vivere il Vangelo è il principale contributo che possiamo dare. La Chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben organizzata. Noi non siamo una ONG, e quando la Chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha
sapore, è soltanto una vuota organizzazione. Siate furbi, perché il diavolo ci inganna, perché c’è il pericolo dell’efficientismo. Una cosa è predicare Gesù, un’altra cosa è l’efficacia, essere efficienti. (...) Il valore della Chiesa, fondamentalmente, è vivere il Vangelo e dare testimonianza della nostra fede. La Chiesa è sale della terra, è luce del mondo, è chiamata a rendere presente nella socie-
che è e che fa per noi! Sono unitissimo a lei e le rinnovo la comunione e la preghiera per il suo ministero”. Il papa esprimeva l’accoglienza con un bellissimo sorriso. Quindi è passato a salutare p. Renato Ciccone, che teneva in mano il bastone e la corona del rosario. Il papa gli stringe la mano e p. Renato gli dice: «Santità, ogni giorno dico un rosario per lei!» Mentre il papa notava il bastone, p. Giovanni gli dice: «Santità, lui è il patriarca della comunità». E il papa: «E quanti anni ha?» «Novantadue», risponde p. Renato. E il papa lo benedice imponendogli per qualche istante la mano
19
MISSIONI OMI · 11_2014
014_021_11.indd 19
19/10/14 15:05
tà il lievito del Regno di Dio e lo fa prima di tutto con la sua testimonianza, la testimonianza dell’amore fraterno, della solidarietà, della condivisione. (…) In questo momento di crisi non possiamo preoccuparci soltanto di noi stessi, chiuderci nella solitudine, nello scoraggiamento, nel senso di impotenza di fronte ai problemi. Non chiudersi, per favore! Questo è un pericolo: ci chiudiamo nella parrocchia, con gli amici, nel movimento, con coloro con i quali pensiamo le stesse cose… ma sapete che cosa succede? Quando la Chiesa
diventa chiusa, si ammala, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno; quando tu vai, c’è odore di umidità, ci sono tante cose che non vanno. Una Chiesa chiusa è la stessa cosa: è una Chiesa ammalata. La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano, ma uscire. Gesù ci dice: “Andate per tutto il mondo! Andate! Predicate! Date testimonianza del Vangelo!” (cfr Mc 16,15). Ma che cosa succede se uno esce da se stesso? Può succedere quello che può capitare a tutti quelli che escono
in testa. Quindi p. Renato chiede al papa di benedire la corona del rosario che tiene in mano, benedizione che il papa accorda volentieri. Ed ecco p. Tonino Camelo, che saluta il papa con queste parole: «Santo Padre, sono cappellano in ospedale e le porto i saluti degli ammalati». E gli consegna delle lettere scritte da alcuni malati. Il papa lo ha guardato, dicendo: «Gli ammalati … porti loro i miei saluti e la mia benedizione!» Quindi lo ha abbracciato, senza mostrare alcun segno di fretta. Di fianco c’era p. Aniello Rivetti, aggregato
di casa e vanno per la strada: un incidente. Ma io vi dico: preferisco mille volte una Chiesa incidentata, che una Chiesa ammalata per chiusura! Uscite fuori, uscite! (…) In questa “uscita” è importante andare all’incontro; questa parola per me è molto importante: l’incontro con gli altri. Perché? Perché la fede è un incontro con Gesù, e noi dobbiamo fare la stessa cosa che fa Gesù: incontrare gli altri. Noi viviamo una cultura dello scontro, una cultura della frammentazione, una cultura in cui quello che non mi serve lo getto via, la cultura dello scarto. Ma su questo punto, vi invito a pensare - ed è parte della crisi - agli anziani, che sono la saggezza di un popolo, ai bambini… la cultura dello scarto! Ma noi dobbiamo andare all’incontro e dobbiamo creare con la nostra fede una “cultura dell’incontro”, una cultura dell’amicizia». (Veglia di Pentecoste con i movimenti, le nuove comunità, le associazioni e le aggregazioni laicali, Piazza San Pietro, 18 maggio 2013)
Conclusione Per concludere suggerirei che ogni
per l’occasione alla nostra comunità, che così descrive il suo incontro con il papa: “Mi sono sentito come le persone che al tempo di Gesù aspettavano lungo le vie per poter almeno toccare il suo mantello. Papa Francesco si è intrattenuto col nostro gruppo dicendo di conoscere gli Oblati: «Da noi li chiamiamo gli OMI», ha esclamato. La cosa più bella è stata quando il papa salutava ciascuno di noi: sembrava che in quel momento non esistevano gli altri, era tutto per ciascuno di noi. Stringere e baciare la mano del papa ha avuto in me un effetto indescrivibile e una pace e gioia
20 MISSIONI OMI · 11_2014
014_021_11.indd 20
19/10/14 15:05
dossier
Sopra, un momento di una celebrazione alla parrocchia dell’Immacolata di Aosta, affidata ai Missionari Oblati di Maria Immacolata
incontro o convegno termini con una risoluzione condivisa o una linea da portare avanti con coraggio, o ancora una dichiarazione di intenti pubblica
che metta in gioco le e i consacrati con la collettività locale, la Chiesa, l’umanità. Questa lettura spero possa aprire la via ad altre indagini. Mi auguro che si trasformino in altrettante vie di progresso umano, spirituale, religioso. Spero davvero che tutto ciò possa aprire la VC femminile e maschile a coltivare una cultura nuova: quella della resurrezione, per annunciare il Vangelo della gioia, della felicità e della vita.
In mezzo all’umanità, ferita dall’ingiustizia, dalla violenza, spesso presa nella morsa della disperazione, ma pur sempre anelante al bene e alla pace, il Signore Risorto doni di narrare con persuasione e gioia, alle donne e agli uomini che oggi abbracciano con coraggio la VC, che il vangelo della vita e l’amore che irradia, possano essere parola creatrice, soffio dello Spirito in ogni periferia. n
interiore mai provate. L’incontro col suo sguardo mi ha fatto pensare a Gesù quando guardò il giovane e lo amò; mi è venuto spontaneo abbracciarlo. Ho pensato che per noi Oblati sia stata una carezza della Mamma celeste”. Anche p. Vincenzo Sgambato, buon ultimo della nostra serie, così racconta: “Ho compiuto 75 anni. Non avevo mai visto un papa così da vicino. Ho provato una sensazione fortissima. Baciandogli la mano ho detto: «Grazie, Santo Padre! Sono anch’io un OMI». «Auguri!» ha detto lui e, sorridendo, è andato oltre.
21
MISSIONI OMI · 11_2014
014_021_11.indd 21
19/10/14 15:06
news
In diretta dal mondo oblato
messaggi Lesotho e notizie Il papa e i vescovi invocano il dialogo dalle missioni n tensione il Lesotho dopo il fallito golpe militare del 30 agosto a cura di Elio Filardo OMI eliofilardo@omimissio.net
I
guidato dal generale ribelle Tlali Kamoli. Domenica 7 settembre, dopo l’Angelus, papa Francesco ha fatto suo l’appello dei vescovi del paese africano: “Unisco inoltre la mia voce a quella dei vescovi del Lesotho, che hanno rivolto un appello per la pace in quel Paese. Condanno ogni atto di violenza e prego il Signore perché nel Regno del Lesotho si ristabilisca la pace nella giustizia e nella fraternità”. Nel loro appello, i vescovi del Lesotho si erano detti “sgomenti e scioccati nell’apprendere nelle prime ore del mattino del 30 agosto di un’operazione militare che ha portato all’occupazione di diversi posti di polizia a Maseru (la capitale, ndr.), nel corso della quale un poliziotto è stato assassinato e diversi altri sono stati feriti”. Nel loro appello i vescovi ricordano che “la pace durevole è possibile solo se se si
Spagna
Nuovo centro di pastorale giovanile e vocazionale
I
l 21 settembre è stato inaugurato un centro per giovanissimi e giovani a Pozuelo, periferia di Madrid. Dopo l’accoglienza degli ospiti, circa 130 persone tra le quali anche p. Luca Mancini e Ivan Garro della comunità di Marino, sono stati presentati i nuovi membri della comunità ed il progetto per i giovani. In tarda mattinata, è stata celebrata l’Eucarestia presieduta dal vicario provinciale, p. Ismael García. Durante l’omelia p. Ismael ha commentato la parabola dei lavoratori dicendo che “tutti siamo chiamati a vivere nella vigna del Signore, non conta chi arriva prima, dopo o all’ultima ora, l’importante é vivere insieme
22 MISSIONI OMI · 11_2014
22_024_011.indd 22
19/10/14 15:11
VATICANO
affrontano con giustizia i legittimi interessi e preoccupazioni di tutte le parti coinvolte. Per questo il dialogo è così importante nel processo di pacificazione”. Il Lesotho è un piccolo Paese di circa 2 milioni di abitanti che costituisce un’enclave all’interno del Sudafrica, anche se è formalmente indipendente dal punto di vista politico dal potente vicino. I cattolici sono 1.280.000 suddivisi in quattro diocesi, tre delle quali sono affidate a Oblati di Maria Immacolata (fonte: fides.org)
come famiglia oblata il comandamento nuovo dell’amore reciproco”. Per approfittare della coincidenza con il giorno 21 che rimanda al 21 maggio, festa di S. Eugenio, è stata fatta anche la preghiera per le vocazioni oblate e dopo l’Eucarestia la festa è continuata con una grigliata per tutti. Il Centro di Pastorale Giovanile e Vocazionale aperto presso la comunità di Pozuelo, già Casa dei martiri oblati spagnoli, è un luogo al servizio dei giovani che avvertono l’esigenza di un discernimento vocazionale. Direttamente implicati in questo progetto sono i padri David Muñoz, responsabile del nuovo centro, e p. Tino Migliaccio, già da due anni impegnati nella promozione di una pastorale giovanile e vocazionale unitaria nel territorio spagnolo.
NOMINA PER P. LOUGEN Papa Francesco ha nominato il superiore generale degli Oblati, p. Louis Lougen, membro della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. La Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, fondata nel 1622 da papa Gregorio XV, è attualmente composta da 49 membri: 27 cardinali, 16 vescovi e arcivescovi, due Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, e da 4 superiori generali. Alla guida della Congregazione c’è il prefetto, il cardinale Fernando Filoni ed il suo segretario, l’arcivescovo Savio Hon Tai-Fai di Hong Kong. Precedentemente questo incarico era stato occupato da un Oblato, l’arcivescovo Marcello Zago. già superiore generale, Come membro di questa congregazione, p. Louis parteciperà alla 19ª assemblea plenaria prevista per l’autunno del prossimo anno. (fonte: omiworld.org)
23
MISSIONI OMI · 11_2014
22_024_011.indd 23
19/10/14 15:11
news
Bangladesh
Migranti divisi tra problemi coniugali e perdita delle radici
P
roblemi in famiglia, soprattutto nei rapporti tra marito e moglie, e perdita delle proprie “radici”: sono queste le sfide principali che devono affrontare i fedeli della chiesa De Mazenod a Dhaka. I membri della comunità - circa 10mila persone - provengono da diverse zone. La chiesa è retta dai Missionari Oblati di Maria Immacolata e si trova nell’area dove vivono i più ricchi del Paese. Le diocesi di provenienza dei migranti sono soprattutto Rajshahi e Mymensingh. Sono impiegati nel settore terziario: cuochi, domestici, giardinieri, estetiste e custodi. «All’inizio - racconta ad AsiaNews p. Ajit V. Costa OMI, il parroco - molte persone venivano in chiesa regolarmente. Collaboravano con la varie iniziative che proponevamo. Con il tempo, le visite si sono diradate». Momota Gomes, una parrocchiana, spiega: «Facendo la casalinga posso andare in chiesa quando voglio, ma molti non possono venire neanche alla messa domenicale per via del lavoro». Un altro problema notato da p. Costa riguarda “i rapporti tra moglie e marito. Molti hanno iniziato ad allentarsi e tanti, sono venuti da me per parlare delle loro difficoltà
coniugali”. Secondo il sacerdote, sono sorte “per mancanza di tempo di qualità passato insieme dalla coppia”. Molti migranti poi, soprattutto uomini, non riescono a rispettare la sacralità del vincolo matrimoniale. Diversi di loro lasciano la moglie al villaggio, perché non possono permettersi di mantenere l’intera famiglia per via del costo della vita in città. Ma poi finiscono con avere relazioni extraconiugali a Dhaka. «Per molti di loro i rapporti con i villaggi di origine si sono sfilacciati. Questo ha fatto sì che molte famiglie non si prendano più cura dei propri anziani genitori rimasti lontani». (fonte: asianews.it)
SRI LANKA - Mazenod Youth, formazione e missione L’equipe Mazenod Youth nel mese di agosto si è incontrata a Maggona per vivere un periodo di formazione sulla fede e per affinare le competenze nell’ambito dell’animazione dei giovani. Il relatore principale, Mahinda Namal, insegnante, padre, osservatore e analista della società, artista e scrittore ha cercato di provocare l’equipe mediante un lavoro con i giovani senza distinzioni di razza, sesso, religione e provenienza. P. Dilan Perera, consigliere provinciale incaricato della pastorale giovanile nella Provincia oblata di Colombo ha ringraziato l’équipe di Mazenod Youth per il servizio che svolge invitando ad assumere il rischio di avvicinarsi a coloro che sono ignorati dalla società, basandosi sullo spirito di gruppo, sui talenti e le risorse di ciascuno. L’equipe realizza la sua missione diffondendo lo spirito di S. Eugenio. Il “gruppo media” scrive articoli per la stampa locale e religiosa riportando esperienze missionarie dei giovani, temi di giustizia sociale e questioni di attualità. Il “gruppo meditazione” valuta l’impegno missionario ed organizza ritiri per l’équipe ed altri giovani. Infine il “gruppo mercato” informa la società sulle diverse questioni come ambiente, politica, salute e altri temi. (fonte: omiworld.org)
24 MISSIONI OMI · 11_2014
22_024_011.indd 24
19/10/14 15:11
mgc news
CREDENTI
PERSEGUITATI Sono trascorsi due millenni dalla venuta di Cristo, eppure la lista dei martiri continua ad allungarsi inesorabilmente. Le violenze contro i cristiani nel mondo non si sono mai arrestate. Eccidi cruenti e violenze efferate continuano a scandalizzare l’opinione pubblica. Le guerre danno vita ad un fenomeno persecutorio intenso, sistematico e ideologizzato. Come giovani del Movimento Costruire e come cristiani diamo voce alle storie di chi, nonostante il martirio, è rimasto saldo, radicato e fedele a Gesù Salvatore. Giovani come noi, credenti, seguaci di Gesù di Nazareth. Ma perseguitati, cioè impossibilitati a professare liberamente il proprio credo religioso. Da papa Francesco arrivano messaggi di solidarietà e vicinanza verso questi fratelli perseguitati: “La chiesa soffre con voi ed è fiera di voi, fiera di avere dei figli come voi, siete la sua forza e la testimonianza concreta e autentica del suo messaggio di salvezza, di perdono e di amore”. Tra le tante persone che soffrono aggressioni che limitano la libertà, tra i tanti profughi a causa della fede, ci sono, dunque, anche nostri coetanei, ragazzi e ragazze che, nell’epoca più bella della vita, sono costretti alla paura e alla fuga. In queste pagine vogliamo conoscere le storie di alcuni di loro.
25
MISSIONI OMI · 11_14
025_027_11.indd 25
19/10/14 15:14
IRAQ In Iraq i cristiani resistono con coraggio alle violenze subite. Testimone di questa forza è Khiria, cristiana irachena di Qaraqosh, fuggita dallo stato islamico in Kurdistan, che agli islamisti che l’hanno imprigionata e minacciata imponendole di convertirsi all’islam, ha risposto «Sono cristiana e se per questo dovrò morire; preferisco morire da cristiana». Ci piace raccontare un volto nascosto dell’islamismo, fatto di quel perdono e amore di cui il pontefice parla. È il caso di un giovane musulmano di Mosul, nemico dello stato islamico, che ha aiutato 12 cristiani siri a fuggire dalla prigionia dei jihadisti. Ha suggerito ai cristiani una storia da ripetere ai checkpoint degli islamisti che avrebbero incontrato per strada: “Siamo originari di Mosul e stiamo andando a un funerale di famiglia a Kirkuk, dal quale torneremo indietro immediatamente”. La storia ha funzionato e dopo l’ultimo checkpoint gli uomini sono stati accolti dai Peshmerga curdi e da padre Qais. Luisa Miletta
COREA DEL NORD La Corea del Nord è uno dei paesi con più persecuzione religiosa. Tra le fonti delle persecuzioni vi è l’attuale governo del dittatore Kim Jong-un. La deificazione dei leader, in Corea del Nord, non lascia spazio a nessun’altra religione. Qualunque venerazione che non venga rivolta alla dinastia Kim è vista come un pericolo per lo stato. I cristiani, subiscono pressioni che li fanno restare “nell’ombra”. In molti casi non osano parlare della propria fede in famiglia, specialmente con i bambini, per timore che essi possano rivelarlo agli insegnanti o ai vicini di casa. La ragione per cui la Corea del Nord rifiuta la libertà religiosa deriva dalla convinzione che le religioni sono veicolo di invasione straniera e, di conseguenza, che possano minare la stabilità delle discipline sociali. Pertanto chiunque professi un “credo” diverso viene ritenuto nemico dello Stato, a maggior ragione se cristiano. E chiunque venga scoperto mentre partecipa ad attività religiose clandestine può subire arresto, rapimento, tortura o addirittura un’esecuzione pubblica. Andrea Chioppa
SUDAN Il Sudan è una nazione per il 98% musulmana, flagellata per oltre quarant’anni da una guerra civile. Tale conflitto ha portato all’indipendenza del Sud Sudan il 9 luglio 2011. In un discorso nella cattedrale cattolica della capitale del nuovo Stato, il presidente sudanese Kiir, cattolico con un figlio musulmano, ha affermato che il nuovo stato è “una nazione che rispetta la libertà religiosa”. Ma questa conquista sembra apparente poiché le persecuzioni sono aumentate a dismisura. Recentemente ha suscitato attenzione la storia di Meriam Yehya Ibrahim, una giovane donna di 27 anni, imprigionata e condannata a morte perché ha professato la fede cristiana trasmessale dalla madre, nonostante il padre fosse musulmano, e per aver sposato un cristiano. Oltre alla condanna a morte Meriam rischia la flagellazione. La donna, all’ottavo mese di gravidanza al momento dell’arresto, ha partorito in carcere una bambina. La sua scarcerazione dipende dall’esito del ricorso in Corte d’Appello. Adriana Sabato
26 MISSIONI OMI · 11_14
025_027_11.indd 26
19/10/14 15:14
mgc news
SIRIA Da mesi ormai tiene banco la vicenda siriana, nazione oppressa da un regime autoritario e costretta a fronteggiare le minacce provenienti da terre confinanti. Quelle che fanno tremare di più la popolazione siriana, in parte musulmana e in parte cristiana, provengono dagli estremisti islamici che diffondono video, preparano attentati, rapiscono e uccidono gli “infedeli”. In quella terra, gli infedeli sono proprio i cristiani. Vivere nel terrore di subire ritorsioni o di vedere un proprio caro rapito è diventato quotidianità per i cristiani. Padri strappati alle proprie famiglie, bambini sequestrati e uccisi, donne violentate e uccise rappresentano la quotidianità. A ciò si aggiungono tombe di sacerdoti profanate, chiese sventrate e distrutte, sacerdoti e suore sequestrati. Si pensi alle tredici suore di Maalula, rapite dai jihadisti nel monastero di Santa Tecla lo scorso 2 dicembre e liberate soltanto il 9 marzo 2014. In cambio della liberazione, i terroristi hanno preteso la scarcerazione di 169 prigionieri dalle carceri siriane. Domenico Pellegrino
NIGERIA Negli ultimi 18 mesi sono stati oltre 2.000 i cristiani nigeriani morti “in odio alla fede”. La situazione più critica si concentra nella parte settentrionale, dove è il gruppo di matrice islamica, Boko Haram, a perpetrare atti di violenza contro i cristiani, tanto che recarsi a messa sta diventando un rischio che può costare la vita. Chioma Dike ha perso il marito e i tre figli il giorno di Natale mentre si recavano a messa. Con dignità, fede e speranza Chioma dice: «Ho il cuore spezzato, e solo Dio può guarirlo». La violenza e l’odio non riescono tuttavia a cancellare la fede, quasi a confermare le parole di Gesù quando ammonisce che il chicco deve morire per portare frutto. La gente che sceglie di farsi battezzare non cala di numero, e anche quest’anno i battesimi hanno toccato quota 500mila. Anche le vocazioni religiose sono alte: più di 4.600 sono le suore, 4.200 i religiosi, numero che cresce ogni anno alla luce dei 6mila giovani che vivono nei seminari . Luca Vallarino
CINA Ateismo, materialismo, persecuzioni dei tanti sacerdoti, vescovi e cardinali della chiesa cattolica rappresentano la politica anti-religiosa che la Cina conduce sin dal 1949, quando il Partito Comunista pose lo Stato, e il partito, al vertice dei valori da perseguire. Ma negli ultimi tempi la crescita dei credenti nel grande Paese asiatico sta mettendo alla prova il governo centrale. Nonostante la visita in Asia di papa Francesco, ad agosto 2014, non ci sono concreti passi avanti per un miglioramento della vita dei cristiani. Sono evidenti episodi di intolleranza verso i cristiani praticanti. L’obiettivo del governo è distruggere i simboli cristiani. Nel mirino, oltre alle chiese, ci sono anche i templi protestanti. Il governo ha vietato a preti e giovani cinesi di recarsi in Corea in occasione della visita papale, ma qualcuno ha affermato:“abbiamo la speranza che un giorno Cina e Vaticano possano stabilire rapporti diplomatici e che il papa sarà in grado di visitare la Cina”. Luigi Ferrara
27
MISSIONI OMI · 11_14
025_027_11.indd 27
19/10/14 15:14
una foto per pensare
foto di Alfonso Bartolotta OMI, albartem@yahoo.fr testo di Anna Cerro, annacerro@gmail.com
L’int e
28 MISSIONI OMI · 11_14 028_029_11.indd 28
19/10/14 15:15
Siamo occidentali, con sguardi da occidentali, pensieri da occidentali, formazione da occidentali. Ma non siamo l’unico mondo, l’unico modo, l’unica via. Bisogna ricordarcelo, dircela spesso questa verità, altrimenti cercheremo sempre di affermare la nostra cultura identificandola come la più riuscita, la più valida. Ricordo che dopo un viaggio in Guinea Bissau, tornando in Italia mi resi conto dell’enorme, ridicola idiozia che pervade i numerosi “consigli per gli acquisti” che transitano veloci e accattivanti sui nostri schermi. Non me ne ero mai accorta. Abbandonata la solita dimensione, avevo acquisito “altri occhi” che mi facevano scorgere quello che prima non vedevo. Un buon esercizio da ripetere, un bel cammino per tutti.
t errogativo 29
MISSIONI OMI · 11_14
028_029_11.indd 29
19/10/14 15:15
fatti
Una missione
condivisa
La storia e il presente di adulti e giovani che, a Messina, si ispirano al carisma demazenodiano
a cura della Famiglia oblata di Messina
U
n articolo scritto a più mani con lo stile della Famiglia oblata: gente che ha un debole per la missione e per Gesù. La nostra storia con i Missionari Oblati di Maia Immacolata è così: qualcuno ha seminato, altri hanno fatto crescere, altri hanno mietuto. C’è chi ha pianto, chi ha gioito, ma tutto è avvenuto nel campo del Signore, il campo della missione, il nostro campo. Se venite a trovarci a Messina, presso la comunità degli Oblati. non potrete non notare una serie di quadri, dipinti da Liliana, raffiguranti delle barche che trasportano gli Oblati passati, a partire dal 1978 dalla nostra comunità messinese. Sono davvero tanti, alcuni anche tornati più volte in riva
30 MISSIONI OMI · 11_14
030_033.indd 30
19/10/14 15:21
Una foto della storica visita di p. Fernand Jetté, allora superore generale dei Missionari OMI nel 1985. A sinistra, l’esperienza missonaria di Liliana dell’AMMI. A destra, la costruzione della casa di Gesso nel 1984
allo Stretto. Ciascuno, con il proprio carattere, carisma, personalità, ha contributo a costruire la storia della Famiglia oblata di Messina.
In principio: la missione L’esperienza della Famiglia oblata di Messina ha avuto inizio intorno all’anno 1978, quando alcuni Missionari OMI hanno cominciato a prendere contatti con la diocesi, rendendosi disponibili per le missioni
popolari. Molte parrocchie cittadine furono coinvolte e molti di noi venimmo a contatto con gli Oblati: un incontro che cambiò la vita di tanti. Sempre più persone chiesero alla comunità oblata, che aveva stabilito la propria residenza nella parrocchia di S. Caterina, di approfondire il proprio rapporto con Dio e con il carisma di S. Eugenio de Mazenod. Negli anni 1980 e seguenti ha avuto così inizio l’esperienza della “comunità della missione”. Nella seconda metà degli anni novanta, però, a Messina si è vissuto un momento di “passaggio”. Dopo un tempo di fervore in cui nacque l’Associazione Missionaria di Maria Immacolata (AMMI), e il Movimento Giovanile Costruire (MGC), iniziò un momento di stasi. Da tempo era stato inaugurato, a Gesso, il Centro Agape,
Gente che ha un debole per la missione e per Gesù sede della comunità OMI, ma in quel periodo il cammino è sembrato farsi difficile. Anche fisicamente, si faceva fatica ad incontrarsi. Inoltre l’esperienza della parrocchia di S. Caterina, punto di incontro e di riferimento per molti, era andata trasformandosi, fino a tramontare. Può sembrare un quadro fosco, ma, come un fiume sotterraneo, la vita della comunità ha continuato a scorrere fino a tornare in superficie in modo nuovo. Il nuovo millennio ci ha visti nuovamente in pista: si sono riorganizzate le attività apostoliche, si è ripreso a collaborare con i missionari nelle loro attività. Siamo ripartiti da Dio, rimettendoci nella disponibilità a seguirlo.
31
MISSIONI OMI · 11_14
030_033.indd 31
19/10/14 15:21
Dio è amore
Maria Ci piace raccontare la nostra storia guardandola anche con gli occhi di Maria di Nazareth, quasi ritrovando, negli avvenimenti della sua vita, le tonalità della nostra esperienza. Molte persone non sono più nelle nostre aggregazioni, nella comunità degli associati AMMI o più in generale, della Famiglia oblata, perché hanno fanno scelte diverse che li hanno portati ad impegnarsi altrove nella chiesa e nella società. Di alcuni abbiamo perso i contatti, altri hanno fatto scelte religiose ed esistenziali diverse. Per tutti abbiamo una certezza: non è possibile che una vera esperienza di Dio come la nostra possa cancellarsi e non lasci un segno per la vita. Questa certezza ci fa comprendere che spesso dobbiamo ridisegnare il recinto dell’ovile della chiesa, allargandolo fino ai confini pensati da sant’Eugenio: i confini del mondo.
Molti di noi hanno incontrato gli Oblati durante una missione, altri, ancora giovani, li hanno avuti come professori a scuola, parroci o direttori spirituali. A tutti è stato fatto un annuncio: «Dio è Amore e tutti siamo suoi figli». È stato un cammino semplice e profondo che delicatamente ci ha portati dalla Parola all’Eucarestia, dal canto alla preghiera, dalla gioia alla profondità. Ci incontravamo tutti i giorni a messa e poi ciascuno andava a scuola. Spesso, in estate, dopo l’Eucarestia… tutti al mare! Abbiamo capito che si può seguire Gesù ovunque, su un banco di scuola, visitando un ammalato, dipingendo la casa di un povero, lavando i capelli ad una barbona, raccogliendo il cartone per un’operazione missionaria. Tutto ha segnato la nostra vita per sempre e con la nostra vita anche quella delle nostre famiglie e dei nostri figli. Abbiamo cominciato a partecipare alle missioni con gli Oblati, ad animare gruppi, a scrivere le nostre esperienze sul giornalino «Costruire», pubblicato dal Centro giovanile di Marino (Rm). Momento importante e fondamentale per tutti, oggi come allora, è stato comunicarci le esperienze della Parola. Mettendo in comune i no-
Con i poveri alla stazione di Messina. A sinistra, una giornata adulti e giovani nella casa oblata di Gesso
stri beni, i talenti, le esperienze siamo cresciuti anche quando le tentazioni e le prove si sono affacciate nella nostra vita.
Uniti in comunità Da sempre gli Oblati ci hanno parlato e testimoniato l’unità. Ci hanno insegnato a vivere nell’amore reciproco. Essere famiglia, essere in unità è diventato il clima che ci ha fatto vivere e ci fa vivere anche oggi. Sempre torniamo nella comunità degli Oblati perché lì troviamo Dio, indipendentemente da chi c’è, non importa quali siano i missionari che vivono a Messina. Abbiamo capito, dunque, che ritrovarsi in comunità è qualcosa di più del semplice “è bello stare insieme”. È bello perché Gesù è tra noi per l’amore reciproco che si prende cura dell’altro, che lo accoglie così com’è, con quel tanto o poco che può dare. L’appello all’unità è stato sempre presente, anche quando
32 MISSIONI OMI · 11_14
030_033.indd 32
19/10/14 15:21
fatti
una birra per
ripartire
Messina era una città che offriva molti posti di lavoro. Tant’è che per vari decenni c’è stata una cospicua immigrazione dalla vicina Calabria. Negli ultimi anni la realtà occupazionale ha avuto cali vertiginosi facendo aumentare l’emigrazione e aumentando il numero delle famiglie in difficoltà. LA CARITAS DIOCESANA È FORTEMENTE SOLLECITATA DA
abbiamo fallito e oggi continua a spingerci e a farci tornare alla sorgente, l’Eucarestia, che di molti fa uno. L’amicizia è importante perché è un dono di Dio, ma la comunità è di più: è costruire il Regno di Dio tra noi, in noi e con gli altri. Liliana dice: «la comunità si vive e si costruisce con chi c’è, con chi ne condivide la missione fattivamente. Per questo credo nel cammino comunitario fatto insieme a bambini, giovani, adulti, anziani. Il cammino intergenerazionale è fondamentale e, forse, è la chiave della continuità: noi seguiamo Gesù insieme e dobbiamo continuare a seguirlo insieme anche se qualcuno va via».
Una “nuova” missione Gli anni passano e noi cresciamo, ci rinnoviamo, ci fortifichiamo. Certamente siamo passati da una visione di missione in cui noi laici seguivamo gli Oblati ad una missione ‘nuova’. «L’esperienza mi dice che è necessario che gli Oblati non ci aiutino solo nella formazione - dice Esmeralda - ma “entrino” con noi nei contesti di lavoro e sociali. La missione si fa insieme. Gli Oblati hanno ‘inventato’ un tavolo di comunione attorno al quale sedevamo quanti eravamo impegnati nella
QUESTA EMERGENZA LAVORO. Di recente ha dato il suo appoggio ad un progetto che prevede la rinascita di un famoso marchio di birra locale, apprezzato in tutto il meridione d’Italia. Una quindicina di ex operai del birrificio ha deciso di investire il proprio TFR per costituire una cooperativa che prevede la ripresa della produzione. Anche la Regione Sicilia sostiene questo progetto con l’assegnazione alla nuova impresa di due capannoni industriali.
pastorale giovanile; sono entrati nelle scuole non solo come “ospiti”, ma nella costruzione dei progetti con i docenti; se da un lato si sono impegnati ad essere uno con noi, a lavorare con noi, dall’altro hanno aperto fronti ecclesiali e diocesani che hanno condiviso e così anche noi abbiamo tessuto relazioni nuove e siamo riconosciuti». E Nino aggiunge: «Penso che la fraterna collaborazione, il senso profondo di corresponsabilità e di comunione nel portare avanti la missione che sta sempre più crescendo tra laici e Missionari OMI, sia una miscela esplosiva, una novità che evangelizza, che può dire e soprattutto testimoniare oggi, che tutti siamo chiamati alla missione, in virtù del nostro battesimo e che Dio si serve di ciascuno per portare avanti il suo annuncio. Sicuramente non viviamo lo stesso status sociale, ma sentiamo che insieme possiamo aprire spazi e frontiere che da soli ci sarebbero preclusi».
Dio al centro Ci piace concludere con una sintesi: siamo come un sistema solare al centro del quale c’è solo Dio. Non siamo noi il centro e neanche le nostre attività, seppur belle, ma Dio. E così a Lui fanno capo i nostri impegni e le nostre inizia-
tive. Molti di noi sono impegnati presso il “Centro di solidarietà F.A.R.O.”, una cooperativa di solidarietà sociale che ha come scopo il recupero di soggetti tossicodipendenti, operante dal 1983. C’è chi lavora nelle parrocchie e chi con le famiglie, chi si dedica ai giovani, chi ha fatto volontariato nelle carceri, chi cura i rapporti ufficiali con la diocesi. Alcuni di noi hanno sentito la necessità di tracciare una rotta, che consenta di recuperare i valori di una “società educante” attraverso azioni che possano raccogliere l’impegno di tutti e fare “cultura” in modo duraturo. Abbiamo così fondato un’associazione di promozione sociale, denominata Wind of change, composta da soci giovani e adulti, che operano nel campo dell’educazione e dell’arte ed impegnati in ambiti come la scuola, la comunità per tossicodipendenti e attività di prevenzione del disagio giovanile. L’Associazione mira a proporsi come alternativa alle varie offerte aggregative che vengono oggi presentate ai giovani, creando uno “spazio altro” dove favorire la crescita della persona attraverso l’incontro ed il confronto, dove contrapporre alla cultura dell’avere ed apparire quella dell’essere e del mutuo aiuto. n
33
MISSIONI OMI · 11_14
030_033.indd 33
19/10/14 15:21
fatti
Una personalità
POLIEDRICA
Ricordo di p. Luciano Cupia OMI
di Rosalba Fanelli cofondatrice del “Centro La Famiglia” e della “Scuola per consulenti familiari”
C
hi era p. Cupia? Risposta quasi impossibile data la poliedricità del personaggio. Prima di tutto era un prete convinto, di larghe vedute, in anticipo sui tempi. Una persona spiritualmente ed umanamente ricca, che ha creduto fermamente nella Provvidenza ed anche in se stesso. Riusciva a calamitare persone di ogni età e condizione sociale. Chi ha avuto il piacere e la fortuna di incontrarlo ha potuto cogliere i vari aspetti della sua persona, il tratto gentile e signorile. Il bel tono della voce, l’immediata simpatia, il sorriso, la sottile ironia, la battuta, facevano parte della sua personalità, come anche l’amore per la bellezza, per la montagna, per i viaggi. Una delle sue prerogativa era certamente la sintesi, che si esprimeva soprattutto nella brevità “corposa” delle sue prediche e dei suoi discorsi. Anche nelle comuni relazioni non c’era verbosità,
34 MISSIONI OMI · 11_14
034_036.indd 34
21/10/14 00:24
Qualche
cammeo
Fondatore nel 1968 del “Centro La Famiglia”, consultorio familiare a Roma, insieme a Rosalba Fanelli, iniziatore della “Scuola per consulenti familiari” nel 1976, parroco a Bologna, assistente scout, docente alla Pontificia Università Gregoriana di Roma. Sono solo alcune degli ambiti pastorali nei quali ha lavorato p. Luciano Cupia, morto a Roma lo scorso 26 febbraio. Era nato a Suno (No) nel 1927 ed era sacerdote dal 1950. Una veglia di preghiera si è svolta a Roma, nella chiesa di S. Nicola a via dei Prefetti, il 27 febbraio, mentre le esequie sono state celebrate il 28 febbraio nella basilica di S. Lorenzo in Lucina. Tra i suoi libri ricordiamo COME UNA CAREZZA. ALLA SCOPERTA DI UN DIO TENERO E MISERICORDIOSO (Paoline, 1999)
ma parole essenziali e chiare. L’essere chiaro e diretto poteva forse talvolta dispiacere, ma la trasparenza, come lui insegnava, paga sempre. Sia dalle persone che sono venute a trovarlo durante la malattia, che dalle decine di email, sms, lettere e telegrammi che sono giunti, emergono tante definizioni di p. Luciano: maestro di vita, padre, amico sincero, spirito libero, originale, intelligente, geniale, capace di cogliere al volo l’essenza dei problemi e ancora: tenero, fermo, vivace, esuberante,
intraprendente, trascinatore, accattivante-seduttivo, schietto, disarmato, comunicativo, volitivo, positivo, profondo, accogliente, generoso, gioviale, rassicurante, trasparente, accogliente ed anche, talvolta, insofferente. Tentare di mettere una cornice alla figura di p. Luciano, è estremamente difficile. Ognuno ha visto e trovato in lui aspetti che lo hanno colpito: “mi ha cambiato la vita”; “mi ha fatto da padre”. Resterà in tanti un ricordo ed un’immagine indelebile,
La missione, il fondatore Il binomio che ha caratterizzato la vita e l’opera di p. Luciano è stato il suo carisma e la sconfinata fiducia nella Provvidenza, fiducia che poteva sembrare una sorta di scommessa, se si considera l’incipit di tutto quanto è stato realizzato partendo da zero e riuscendo a raggiungere, nell’arco di 45 anni, risultati rilevanti. Ciò ha comportato un diuturno faticoso impegno. Affrontava ogni difficoltà e fatica con entusiasmo, che sapeva trasfondere in
35
MISSIONI OMI · 11_14
034_036.indd 35
19/10/14 15:27
fatti
seppure con sacrificio: l’insegnamento alla Pontificia Università Gregoriana¸ gli amati scouts, l’assistenza spirituale alle alunne ed ex alunne dell’Istituto S. Cuore a Trinità de’ Monti, i gruppi Maria Cristina.
Gli ultimi tempi
Sopra, la celebrazione del 50° di sacerdozio di p. Luciano e la copertina del libretto della celebrazione
chi gli stava vicino. Il suo non è mai stato un lavoro dietro la scrivania, ma quello di “operaio della vigna”, di seminatore. La fatica, con il continuo aiuto del Signore, è stata coronata da successi tuttora ben tangibili. P. Luciano non si è mai risparmiato, portando per le diocesi, per le parrocchie e per i gruppi la nostra proposta e metodologia. In tal modo si sono aperti Consultori ed i corsi si sono moltiplicati fino a raggiungere il numero di 40 in tutt’Italia. Piena è stata la sua dedizione, anteponendo il “Centro La Famiglia” e la “Scuola per consulenti familiari” ad ogni altra cosa. È stato sempre supportato dalla fede in Colui che era presente nel suo andare di luogo in luogo. Precedentemente era passato attraverso esperienze di carattere pastorale, in varie città. Fondò e resse, per quasi un decennio, la parrocchia Madonna della Fiducia a Bologna fino a quando, a metà degli anni ’60, accettando l’invito e la sollecitazione dei padri Colombo e Dalla Libera OMI, si trasferì a Roma per occuparsi di un nuova “missione”: la preparazione al matrimonio, che
ebbe un inaspettato successo. Nel 1966 vide la luce il primo Consultorio di Roma “Centro La Famiglia”, trovando riscontro e collaborazione di tanti validi professionisti volontari desiderosi di andare incontro ai problemi e ai bisogni della persona, della coppia e della famiglia. P. Luciano, oltre a continuare a tenere corsi per fidanzati un po’ dovunque, con l’avvio del Consultorio si occupò a 360° della famiglia e di tutto ciò che le ruota intorno: la consulenza, alle coppie, alle famiglie in difficoltà; ai gruppi di coppie e di giovani coppie; ai gruppi di genitori, ai gruppi di adolescenti problematici, collaborando anche con il CEIS (Centro Italiano di Solidarietà). Nel 1976 una sua geniale intuizione portò a fondare, dopo un anno di lavoro programmatico, la “Scuola di formazione per Consulenti familiari (Ascof)”, per preparare professionalmente, coloro che volevano mettersi al servizio delle persone. Non gli sono mancate le preoccupazioni, le incomprensioni, le difficoltà, ma nulla l’ha mai scoraggiato: la sua parte ottimista e “leggera” ha sempre prevalso con riscontri positivi. La vicinanza, la collaborazione e la condivisione da parte mia sono state piene fin dal primo momento: è stato un vero sodalizio, abbiamo costruito insieme. Lui trovava il tempo per tutti e per tutto,
Nei lunghi mesi della malattia, tanti sono stati i visitatori provenienti anche da molto lontano, i suoi scout, ormai affermati professionisti, i collaboratori del Consultorio, gli amici. Accogliendoli diceva subito: «lo sai? Ho un cancro, ma sto bene, sono sereno». La malattia lo ha reso docile, si è fidato ed affidato alle persone di cura senza lamentarsi, rimanendo vigile riguardo a tutto ciò che avveniva intorno al suo letto e sulla sua persona. La mia presenza la sentiva tranquillizzante, pregavamo insieme i Vespri ed altre letture. Mi chiedeva di stargli vicino. L’ho fatto tutti i giorni da quando, a metà di agosto, scoprii la malattia, accompagnandolo prima nei vari ambulatori, successivamente in ospedale ed infine a casa. La nostra è stata una grande amicizia che negli ultimi mesi, vedendolo così fragile e sofferente, è diventata una vera fratellanza. Me ne andavo commossa e preoccupata per ciò che gli poteva capitare da un momento all’altro. Rringrazio Dio di avermelo fatto incontrare, permettendoci di lavorare insieme in piena armonia, per tanto tempo per la realizzazione del “Centro La Famiglia”. Ritengo che il nostro successo più grande sia stato l’aver potuto incontrare ed aiutare, attraverso questa “missione” migliaia di persone nella pratica consultoriale e aver potuto formare centinaia di consulenti familiari. n
36 MISSIONI OMI · 11_14
034_036.indd 36
19/10/14 15:27
lettere dai missionari
MISSIONI
OMI
Migrazione libera o forzata? Sono a Madrid e vedo le medesime scene già viste a Parigi, Milano, Roma, Palermo ed in altre città: uomini africani che velocemente raccolgono le loro mercanzie esposte in una stoffa su un marciapiede. Scappano perché arriva la polizia. Si spostano in una via secondaria e non appena la polizia va via, ritornano ad esporre le loro cose nella speranza che, tra un’incursione e l’altra,
riescano a vendere qualche occhiale o qualche borsa. Diverse volte e in città diverse, mi sono fermato a parlare con qualcuno di loro per capire meglio la loro situazione migratoria. Essendo stato in Senegal, e conoscendo un po’ la situazione di quel Paese, ogni volta mi pongo molte domande: perché sono costretti a vivere da clandestini subendo questa forma di “schiavitù commerciale”, costretti a
scappare in continuazione? Immagino che vivano in una situazione di frustrazione continua! Mi chiedo ancora: chi li fa venire in Italia, Spagna, Germania, Francia? Chi paga per loro il biglietto e procura loro l’alloggio? Chi garantisce per loro? Chi procura loro gli occhiali, le borse e tanti altri oggetti che sembra essere merce contraffatta? Chi c’è dietro? Il guadagno della vendita a chi va? Come vivono in Europa e cosa resta loro
per vivere? Parlando con diversi di loro mi rendo conto che quasi tutti fanno parte di una “confraternita religiosa islamica“ collegata ad una grande moschea senegalese. Mi viene detto che al Paese, è consuetudine coltivare un campo di arachidi o tenere del bestiame per il loro marabù, per il suo ruolo di capo religioso investito anche di un ruolo di mediazione verso Allah. «Ma allora ti manda, il marabù?», chiedo al
37
MISSIONI OMI · 11_14
037_038_11.indd 37
19/10/14 15:30
MISSIONI mio interlocutore. «No, non è proprio così», mi risponde. Dal dialogo comprendo che la sua presenza in Europa, oltre ad essere un’opportunità per mandare un aiuto alla famiglia, è anche un atto di benevolenza verso il marabù. È lui che gli offre la disponibilità e la possibilità di lasciare il Senegal per inserirsi in un circuito di venditori ambulanti che sostengono la moschea, la confraternita ed il prestigio del loro capo religioso, godendo così dei benefici di Allah per sé e la sua famiglia.
Il discepolato con Cristo
OMI
Leggere questo particolare fenomeno migratorio dal versante del contesto storico, socio-culturale e religioso delle confraternite senegalesi, è una cosa normale, com’era normale al tempo del latifondismo che il contadino lavorasse per il padrone terriero e tenesse per sé il necessario per il suo sostentamento e quello della sua famiglia, con un atteggiamento di sottomissione e spesso di venerazione. Leggere questo fenomeno dal versante dell’europeo potrebbe portarci a pensare ad una forma di “schiavitù
religiosa” con finalità finanziarie. Di certo la vita di questi venditori ambulanti, come quella di tanti altri che percorrono in lungo ed in largo le nostre spiagge, è certamente un’esistenza difficile e grama. La loro presenza tra noi è una continua sfida all’accoglienza delle diversità, alla conoscenza delle loro storie, delle culture e tradizioni, nonché alla loro integrazione. Dinanzi alle singole persone non possiamo fare “di tutta l’erba un fascio”, tantomeno leggere con un atteggiamento assimilatorio, ghettistico o escludente, la loro presenza nel nostro territorio. Credo che sia necessario avere un atteggiamento accogliente, ma anche critico capace di valutare il più oggettivamente possibile, le diverse situazioni e le storie dei migranti, alla luce della “Dichiarazione universale dei diritti umani”, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, e che ci permetta di comprendere se dietro alcune migrazioni “culturali e religiose” si nascondano condizioni di limitazione o addirittura di privazione della libertà individuale. Sergio Natoli OMI Palermo
I libri di p. Gianni Santopietro OMI aiutano sempre il lettore ad allargare mente e orizzonti. E’ il caso anche di quest’ultimo lavoro intitolato Che cosa cercate? Il discepolato con Cristo come proposta di senso (EDB 2014, pp. 168, 16 euro). Partendo dalla domanda di Gesù (che dà il titolo al testo) rivolta a Giovanni e Andrea, due dei suoi primi discepoli, il libro sviluppa l’idea che seguire Cristo come discepoli “suscita la felicità di vivere il senso della vita nella comunione” in tutte le epoche. Tre capitoli, il primo sulla comunione dei discepoli con Cristo, il secondo dalla crisi all’incontro con il Risorto, il terzo sulla comunione fraterna, per una lettura interessante e formativa per quanti vogliono seguire Cristo anche nella nostra epoca.
38 MISSIONI OMI · 11_14
037_038_11.indd 38
19/10/14 15:31
qui Congo qui Uruguay
MISSIONI
OMI
Qui Uruguay
Qui Congo di Mimmo Arena OMI arenomi52@gmail.com
Rinunciare all’avidità Un mese nella regione del Kasai mi ha fatto vivere alti momenti di vita cristiana in una zona di savana forestale dove aree sabbiose e macchie di alberi tropicali si alternano coprendo terre ricche di minerali preziosi. La gente del posto vive situazioni
di estrema povertà pur avendo a disposizione ogni ben di Dio. La domanda che mi ponevo spesso era: Come si potrebbe fare perché queste popolazioni possano beneficiare delle ricchezze della loro terra per i loro bisogni e vivere in condizioni migliori? Una cosa del genere si deve fare insieme, con uno sforzo di grande solidarietà reciproca, rinunziando all’avidità che ci ha guidato e ci guida nelle scelte e nelle relazioni. I paesi poveri non possono fare da soli, ma questo non deve essere un pretesto perché i paesi ricchi vengano loro in aiuto a condizione di depredare ogni bene lasciando solo le briciole. In questo momento della vita mondiale diventa sempre più urgente un cambiamento di rotta verso la solidarietà. Tutti pagheremo il conto del nostro agire per il nostro esclusivo interesse.
di Antonio Messeri OMI antoniomesseri@omimissio.net
Una settimana speciale Nella congregazione oblata un periodo ‘forte’ é la novena di preghiera per le vocazioni oblate. Anche in Uruguay é un appuntamento importante e cerchiamo di condividerlo. La pastorale giovanile e vocazionale prepara un libretto che aiuta nella preghiera, con riflessioni ed esperienze. È un appuntamento anche per la nostra scuola, il Colegio San José OMI, nella quale, con i bambini, le maestre ed il personale, viviamo
una settimana particolare. In ogni classe si parla del carisma e si conoscono meglio gli Oblati. Il segno più forte, che condividiamo con il quartiere, é la ‘camminata oblata’. Non solo canti e preghiere, ma l’ansia missionaria di testimoniare la fede. I ‘vicini’ del quartiere ci salutano dalle loro case, molti parenti dei bambini accompagnano il cammino. Ogni classe si impegna in un gesto missionario: chi anima i più piccoli, chi raccoglie alimenti o vestiti, chi condivide giochi o materiale didattico con i più piccoli, chi si impegna a mantenere l’ordine e la pulizia. Piccoli impegni che dicono tanto. I bambini sono contenti, hanno vissuto qualcosa fuori dal normale, testimoniare l’allegria per le strade, in un contesto non proprio favorevole.
39
MISSIONI OMI · 11_14
039_11_14.indd 39
19/10/14 20:53
missioni
,
Missione è… Una ragnatela di relazioni sapientemente intessute
di Adriano Titone OMI titonomi@gmail.com
I
l viaggio missionario Guinea Bissau 2014 è in pieno corso a Farim. Nell’andirivieni il mio sguardo è attirato da una ragnatela intessuta tra una siepe e il tetto della casa della missione. Mi affascina! Prendo la macchina fotografica e tento di fissare le immagini di quell’opera meravi-
gliosa sulla quale il ragno scorrazza da una parte all’altra carpendo le prede catturate per poi tornare a fermarsi al centro. Faccio fatica a mettere a fuoco quella rete di fili sottili e resistenti: l’apparecchio si fisserebbe automaticamente sulle colorate foglie della siepe o più ancora sulle forti strutture della casa o le travi del tetto. D’improvviso un’intuizione: succede la stessa cosa quando incontri la missione, questa di Farim ad esempio! A prima vista sei colpito dalle tante, ammirevoli opere poste in essere in questi anni al servizio dell’evangelizzazione dei poveri di questo angolo di mondo: il centro nutrizionale pediatrico a Farim o i tredici dispensari sparsi sull’intero territorio, o le tante scuole, le cappelle, la falegnameria. Ma poi, se ti soffermi e guardi con attenzione cosa succede al di là e al di dentro, scopri l’intreccio di una fitta rete di relazioni
intessute pazientemente in ogni direzione. Un filo d’oro che si fissa solidamente solo quando raggiunge il cuore delle persone e dei gruppi, un filo speciale, come quello che il ragno produce dentro di sé per poi lanciarlo fuori per costruire un ponte dopo l’altro, un nodo dopo l’altro. Questo è la missione: rete di relazioni tra le persone che l’amore di Dio intreccia e mette in sinfonia, non senza ostacoli o cedimenti, soprattutto quando i punti fermi e fondamentali tali non sono. I missionari dunque, mai perdano di vista la priorità delle priorità della missione e, lungi dall’essere costruttori di strutture o animatori di opere belle o efficienti, siano cesellatori di relazioni, animatori di comunione, esperti di quella Parola che raggiunge i cuori e li apre alla relazione con gli altri riconosciuti ed accolti come parte di una rete di fraternità viva ed autentica. ■
40 MISSIONI OMI · 11_14
040_11_14.indd 40
19/10/14 21:22
GIORNO SENZA TRAMONTO Messa per piccoli e grandi Giorno senza tramonto è il lavoro più recente della Compagnia Aquero (nota in particolare per “Verbum Panis” e lo spettacolo “Aquero”). Una raccolta di canti liturgici nata in collaborazione con la scuola “La Salle” di Roma, i cui alunni hanno realizzato i disegni di copertina e cantato con impegno ed entusiasmo i brani dell’album. Gli arrangiamenti di Emanuele Chirco amplificano il carattere festoso che emerge nei canti composti da Mite Balduzzi: ogni domenica è una nuova Pasqua, è un “giorno senza tramonto” che raccoglie e accomuna nella gioia il popolo di Dio. Cosa c’è di più bello di assaporare questa gioia ed esprimerla nel canto? All’interno del CD si possono trovare le basi strumentali per una riproduzione integrale dei brani, ma anche gli spartiti in formato pdf per pianoforte/organo per una esecuzione semplificata.
PER ACQUISTARE IL CD telefonare al numero 06 9408 777 (in ore ufficio) oppure scrivere a: editrice.missionari.omi@omi.it costo del CD 15 euro (spese di spedizione comprese)
VILLA LA STELLA
La Casa per Ferie Villa la Stella si trova sulla collina di Fiesole, nella zona di Camerata, a pochi minuti dal centro di Firenze. L’edificio, costruito alla fine del ‘200, nel corso degli anni è stato modificato e ampliato dai vari proprietari, fino a raggiungere l’attuale configurazione. È circondato da un parco privato ricco di piante secolari. Luogo di storia, arte e preghiera, Villa la Stella oggi è proprietà dei Missionari Oblati di Maria Immacolata. Il 3% delle quote versate per il soggiorno viene destinato alle missioni nei paesi del terzo mondo. La posizione, la tranquillità, la comodità della vicinanza al centro di Firenze e a Fiesole, rendono Villa la Stella il luogo ideale per vacanze, soggiorni di gruppi, incontri di lavoro o per organizzare ricevimenti. Casa per ferie Villa la Stella Via Jacopone da Todi, 12 50133 Firenze tel. 39 055 5088018; +39 055 5535015 fax 39 055 5522756 email: info@villalastella.it web: www.villalastella.it
MISSIONI
OMI
0III_cop_11_2014.indd 3
19/10/14 14:35
NON RINUNCIARE
012 comma 1, C/RM/68/2 4 n.46) art. 1, in L. 27/02/200 353/2003 (conv. postale – D.L.
Uruguay.
Missioni al popolo. Annunciare Cristo in Italia
Le biblioteche popolari a dorso d’asino
Qui Uruguay Qui Congo
e scoprire
1
MISSIONI
OMI
002_cop.indd
1
10/02/14 22:50
dossier
Missionari nell’emergenza ILVA a Taranto
Al via l’anno della Vita consacrata
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
OMI
fatti
missioni
La famiglia oblata a Messina tra passato e presente
Qui Uruguay Qui Congo
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
n. 11 NOVEMBRE 2014
Laici obla
Tra presente e fu ti turo
14/09/14 09:39
omi_cover_ott.indd 1
O REGALA
13/04/14 14:28
20:55
Periferia, MISSIONIOMI
cuore della missione
OTTOBRE MISSIONARIO 2014
SOTTOSCRIVI, RINNOVA
2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012
l’elezione Un anno faFr sco di papa ance
attualità
missioni Missione è… Farsi prossimo di chiunque
n. 8/9 AGOSTO -SETTEM BRE 2014
Prezzo di copertina € 2,20 - agosyo/sett mbre
Rivoluzioneo Bergogli
fatti Omaggio a Giovanni Paolo II, papa missionario
MISSIONI 10/03/14
Prezzo di copertina € 2,20 - novembre 2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012
10/12/13 22:43
dossier
Il Centro accade mico Convegno nazion Saint Augustin ale 1 omi_cover_05_maggio.indd dei a Dakar laici AMMI
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012 Prezzo di copertina € 2,20 - ottobre 2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento
in abbonamento S.p.A. – Spedizione 2014 - Poste Italiane € 2,20 - marzo Prezzo di copertina
La rif lessione ind ispensabile per l’annuncio
capolavoro di Dio
ita la fede
attualità
n. 10 OTTOBRE 2014
Studiare la missione
.indd 1
missioni
_aprile.indd
n. 5 MAGGIO 2014
Maria
In camm per orienta ino re la v
fatti
omi_cover_04
OMI
n. 4 APRI LE 2014
dossier
nel secolarismo
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
OMI
attualità
2014 speranza 3 MARZO n. Una
Missione è… L’unità non è un optional
n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012 Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 Prezzo di copertina € 2,20 - maggio 2014 - Poste Italiane S.p.A. –
MISSIONI Ottobre missionario 2014 “Periferie cuore della missione”
missioni
Missioni OMI oggi. Parliamo un po’ di noi
DI ATTUALIT MISSIONA À RIA
n.46) art. 1, comma 1, C/RM/6 8/2012
Qui Uruguay Qui Thailandia
fatti
Un rosario missionario per trovare Gesù
Qui Urugua Qui Thailany dia
postale – D.L. 353/20 03
missioni
nel 1916 Le celebrazioni ario per il primo centen a Vico OMI a S. Maria
dossier
I tamil di Palermo in pellegrinaggio a S. Rosalia
mission i
Conosciamo scolasticato lo Cochabamb oblato di a in Bolivia
in abbona mento
fatti
attualità
MISSION MISSIONI I
€ 2,20 - aprile 2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spediz ione
Francesco. Il papa che delle periferie rinnova la chiesa
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
omi_cover_gen_feb_2
13/04/14 14:28
OMI
dossier
naria. Animazione missio nario Ottobre missio in Romania
IO 2014
a
RIVISTA MENSILE DI ATTUALITÀ MISSIONARIA
n. 1/2 GENNAIO-FEBBR AIO 2014
TÀ IA
Dio
missioni Missione è… Esserci e testimoniare . Il resto lo fa Dio!
attualità
fatti
(conv. in L. 27/02/ 2004
fatti Anno della fede. Un tempo di grazia vissuto con intensi tà
MISSIONI
Prezzo di copertina € 2,20 - gennaio-feb bario
2014 - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, C/RM/68/2012
dossier Missione. La necessità dello studio sistematico
dossier I pellegri naggi a piedi a San de Compost tiago ela
RIVISTA MENSILE
Prezzo di copertina
attualità La presenza oblata in Thailandia Parla p. Bertuccio OMI
attualità Tre intellett “leggono” uali la mission e in Italia
MISSIONI OMI
omi_cover_nov.indd 1
omi_cover_ago_settind
d.indd 1
14/07/14 20:26
Un anno 2015 per i consacrati 19/10/14 14:32
Per i nostri lettori abbiamo solo BUONE NOTIZIE! Abbonamento annuale (9 numeri)
Italia € 17
estero € 37
da versare su: ccp n. 777003 IBAN IT49D0760103200000000777003
www.facebook.com/missioniomi www.missioniomi.it www.omi.it 0IV_cop_11.indd 3
intestato a: Missioni OMI - Rivista dei Missionari OMI Via Tuscolana, 73 00044 Frascati (Roma)
MISSIONI
OMI 20/10/14 00:26