verso Pasqua con san Francesco guidati dalla parabola del padre misericordioso e dal crocifisso di san Damiano
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introduzione Dio perdona sempre, sentiamo spesso dire da Papa Francesco, con ancor più forza in questo anno giubilare della Misericordia. Del resto Papa Francesco non fa che ripetere le parole del Vangelo che, ad ogni pagina, ci trasmette questa Buona Notizia: Dio perdona sempre. Ma perchè perdono non sia una parola astratta o resti confusa con dimenticare, è bene entrare in profondità nel messaggio del vangelo. Tra i tanti racconti proposti da Gesù, per farci comprendere la forza del perdono, conosciamo quello del “padre misericordioso” o del “figlio prodigo”, narrata in Luca 15. Ci accompagnerà in questo cammino un giovane che, nato ricco, vivrà da povero per far ricchi tutti: San Francesco d’Assisi. L’immagine del crocifisso di San Damiano, che incantò il giovane Francesco parlando al suo cuore, ci guiderà durante questa Quaresima fin sotto la croce del Golgota.
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Seguiremo que sto schema settimanale:
DOMENICA ascolto i Vangeli e ricevo il segno che mi guiderà durante la settimana
LUNEDÌ
MARTEDÌ
Scendo nella parabola del padre misericordioso
Incontro l’esperienza viva di san Francesco
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
Ascolto e contemplo con gli occhi di Giotto
Mi immedesimo in un personaggio della parabola
VENERDÌ
SABATO
Ascolto la parabola per cambiare vita
Risalgo dalla parabola rinnovato
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prima settimana DOMENICA 14 FEBBRAIO
La mano ViViamo la prima settimana di Quaresima sotto il segno della mano del crocifisso. La mano aperta di GesÚ, inchiodata nel gesto del dare e del chiedere. Una mano che offre il suo sangue, la sua vita. Una mano che chiede amicizia, sostegno. Una mano che ha invitato molti a seguirlo e che ha guarito molti. GesÚ stesso è la mano che il Padre misericordioso tende a noi ogni volta che rimaniamo soli, nel vuoto dei nostri sbagli. 4
Dai Vangeli di oggi Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo».
Lc 4,3-4 rito romano Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana!».
Mt 4, 8-10 rito ambrosiano
La mano del male mostra le cose e le persone e sollecita: possiedi, afferra, accumula, controlla! Anche Gesù viene tentato di fondare la propria tranquillità sul possesso delle cose e sul controllo delle persone.
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prima settimana LUNEDÌ 15 febbraio
Scendo nella parabola del padre misericordioso
Luca 15, 11-12 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze.
‘Dammi!’, dice il figlio tendendo la mano al padre. Dammi la parte che avrò quando sarai morto. Anticipiamo quel giorno e dammi ora. Una mano che pretende, che chiede, che è pronta a chiudersi appena riceve. ‘Dammi!’, dice chi prega Dio, qualunque dio. Dammi!’, dice chi vede nell’altro un’occasione per prender qualcosa. “Dammi!”, dice ogni gesto di chi crede che la vita sia un catering, dove si passa, si prende, si consuma e si esce. “Dammi!” dice anche il povero, esasperato dal suo bisogno, e mette a dura prova il nostro cuore. 6
prima settimana MARTEDÌ 16 febbraio
Francesco restituì al padre ogni cosa e, deposte le vesti, rinunciò ai beni paterni e temporali, dicendo al genitore: “Da qui in avanti posso dire con certezza: Padre nostro che sei nei cieli, perché Pietro di Bernardone mi ha ripudiato”. francesco è circondato da poveri che tendono le mani verso di lui in cerca d’aiuto. come il padre della parabola, francesco divide tra loro le sue sostanze. il padre di francesco, pietro di Bernardone, per bloccare lo sperpero dei beni, dis ereda il figlio, appellandosi all’autorità del vescovo. francesco non si difende e restituisce a suo padre ogni cos a, persino i vestiti che indos s a.
Incontro l’esperienza viva di san Francesco
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prima settimana MERCOLEDĂŒ 17 febbraio
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Ascolto e contemplo con gli occhi di Giotto
Il Padre dei cieli benedice Francesco: venite figli, ascoltatemi, nulla manca a chi confida in Dio!
Francesco alza le mani vuote al Padre del cielo: Tu sei mio Padre, a te affido il mio spirito, nelle tue mani è la mia vita.
Il vescovo copre Francesco col suo manto liturgico. La Chiesa lo capisce: nessuno disprezzi la tua giovane età perché Dio parla attraverso la bocca dei bimbi.
Il padre, pieno di rabbia, stringe i pugni e i propri vestiti: ma io vi dico: date e vi sarà dato!
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prima settimana MERCOLEDI 17 febbraio
fra ncesco rinuncia ai Beni paterni
Pietro di Bernardone ha tra le braccia gli abiti del figlio. Un personaggio altolocato impedisce al genitore di tirare un pugno. In primo piano vediamo anche alcuni bambini che nella piega del vestito nascondono dei sassi con cui vorrebbero colpire il futuro santo sentendosi in diritto di sbeffeggiarlo, come si usava fare con i folli o i ritardati mentali. Un gran vuoto separa fisicamente e spiritualmente il padre dal figlio. Francesco, completamente nudo, è soccorso e coperto dal mantello del vescovo Guido I. Lo sguardo del santo è rivolto alla mano di Dio, che dall’alto approva. Da questo momento padre di Francesco sarà soltanto il Padre dei cieli.
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Mi immedesimo in un personaggio della parabola
prima settimana GIOVEDÌ 18 febbraio
Immagino per un momento di essere il padre, con davanti questo ragazzo che pretende, che chiede, che mi valuta solo per quello che ho. Una faccia da schiaffi, piena di presunzione e sicurezza: ‘dammi!’. Non sa dire altro. Mai un ‘grazie’, mai un ‘per favore’. E io a dare, a dare… Forse avrei dovuto dirgli qualche no in più, farlo crescere con meno cose. Eppure oggi mi sta chiedendo ben più dei miei beni. Mi sta chiedendo il permesso di uscire di casa, di vivere libero, di provare una volta cosa c’è oltre i confini. Questo ragazzo mi sta chiedendo la possibilità di provare a farcela da solo. E io gli dirò di sì. Credo che ha in sé la forza di capire e avrà in sé la forza di tornare. Ma se lo trattengo, non saprò mai se tornerà. Io lo aspetterò.
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prima settimana VENERDÌ 19 febbraio
Ascolto la parabola per cambiare vita
Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi».
Il figlio torna. Torna sulle sue scelte, torna in se stesso, torna dal padre senza più nulla. Lui stesso rinuncia al titolo di figlio. Come Francesco, si spoglia di tutto davanti a suo padre e si presenta così com’è: un colpevole. “Padre, ho peccato”. Ma il padre lo riveste di nuovo e gli ridona potere sui suoi beni, rimettendogli il sigillo al dito. Il padre va oltre il perdono. Forse anche lui, nella sofferenza, ha riconosciuto degli errori verso il giovane. Oltre, il padre va oltre! È un padre che dà. Dà gioia, dà perdono, dà i suoi beni e il suo Bene. Sempre. Quel giovane ha sbagliato, ma è suo figlio! 12
prima settimana SABATO 20 febbraio
O Signore, fonte di ogni vita. Abbiamo incontrato il volto arrogante del giovane figlio che crede di conquistare il mondo con i soldi di papà. Abbiamo raccolto i pensieri del padre, che lo lascia libero di sperimentare, persino di sbagliare. Donaci la fede di questo padre! Fede nella forza dell’amore che non giudica mai. Egli ha fiducia in suo figlio e crede fermamente che Tu non lascerai che si perda per sempre. Donaci l’umiltà di questo ragazzo che ammette i propri sbagli e torna sui suoi passi. Soprattutto rendici capaci di correre incontro a chi ha sbagliato, aiutaci a non rimproverare chi è già umiliato dagli errori e dalle ferite dei fallimenti. Nei nostri occhi ci sia solo la luce dell’amore che accoglie e una voce che dice: “Bentornato, figlio mio! Aspettavo solo questo momento! Lode a Dio perché sei qui! Riposati, dopo parleremo di te. Se vorrai”. Risalgo dalla parabola rinnovato
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seconda settimana DOMENICA 21 FEBBRAIO
i piedi ViViamo la seconda settimana di Quaresima sotto il segno dei piedi del crocifisso. Piedi inchiodati, perchè non possano più percorrere le strade del mondo incontro ai bisognosi. Piedi fermati dalla violenza, perchè non possano più insegnare a camminare liberi sulle acque. Piedi che hanno camminato e percorso chilometri, lasciando ovunque una traccia d’amore. Gesù stesso è il cammino, è la Via, che Dio vuole percorrere al nostro fianco.
Dai Vangeli di oggi Circa otto giorni dopo questi discorsi, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè 14
ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme. Venne una nube e dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!». Appena la voce cessò, restò Gesù solo.
Lc 9, 28-36 rito romano Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. arrivò una donna e Gesù le dice: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore - gli dice la donna - dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua».
Gv 4, 5-42 rito ambrosiano Gesù è solo dopo il dialogo con l’Aldilà. È solo al pozzo, stanco per il cammino. Gesù cammina da solo, perchè chi cammina davanti è sempre solo. È dentro di sé che mantiene un dialogo costante con il Cielo, con il Padre, con chi ha camminato sulla terra prima di lui. È dalla profondità del pozzo del suo cuore che attinge forza come da una sorgente eterna. È nella profondità del suo animo che incontra la luce di Dio, la voce dello Spirito che gli ripete le parole del Padre e lo conferma: “Tu sei mio Figlio, l’eletto!”. 15
seconda settimana LUNEDÌ 22 febbraio
Scendo nella parabola del padre misericordioso
Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano. partì e fors e nemmeno s apeva bene per dove. partì per andare lontano, il più lontano pos sibile dal padre, dalle abitudini di cas a, dalle tradizioni. come ogni uomo che cresce, s entiva il bisogno di uscire e conoscere la vita. fors e il paes e lontano che rag giuns e era lì, dietro l’angolo, alla prima svolta della strada. ma era lontano lo stes so. era la vita che iniziò a condurre ad es s ere lontana da q uella del padre. la distanza era nel cuore, che voleva sperimentare una cas a divers a. partì da solo ma non si fidava di s e stesso. confidava nelle sue cos e, le raccols e tutte e poi partì, carico di tutto. con tutte q uelle cos e avrebbe potuto andare dappertutto. così credeva… 16
seconda settimana MARTEDÌ 23 febbraio
Disse Francesco: “Non dovete pensare che Dio abbia inviato i frati soltanto per il bene di queste regioni, ma per il vantaggio spirituale e la salvezza degli uomini del mondo intero”. nemmeno il giovane francesco riesce a restare fermo. dopo aver anch’egli lasciato la cas a di suo padre, lascia anche q uella “cas a” s enza mura che era la giovane comunità dei primi frati. lascia e parte, va lontano, sospinto dal desiderio di annunciare la pace di cristo a tutti, soprattutto a chi non lo conosce ancora. nel 1219, all’epoca della q uinta crociata, si reca in egitto a damietta e, rischiando la vita, si spinge nei territori del sultano malik-al-Kamil. Questi lo accoglie e lo ascolta parlare di gesù e del regno di dio. lasciare per incontrare, andare verso gente nuova, rischiare di non essere capiti né accolti, ma andare. lasciare il certo per l’incerto, con nel cuore l’unica certez za: chi ama non teme.
Incontro l’esperienza viva di san Francesco
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sabato santo 26 marzo
IL SILENZIO Il corpo ha detto ciò che doveva dire eppure parla ancora. Quei segni, quelle ferite che l’hanno segnato per sempre, parlano di un amore che non si estinguerà. La bocca è muta, il corpo immobile. Quelle ferite continueranno ad esserci anche dopo la resurrezione. Sono l’ultima parola di chi crede all’amore.
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Pasqua di Risurrezione DOMENICA 27 marzo
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» - che significa: «Maestro!».
Gv 20,1-18
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In questo Anno Giubilare la Chiesa si faccia eco della Parola di Dio che risuona forte e convincente come una parola e un gesto di perdono, di sostegno, di aiuto, di amore. Non si stanchi mai di offrire misericordia e sia sempre paziente nel confortare e perdonare. La Chiesa si faccia voce di ogni uomo e ogni donna e ripeta con fiducia e senza sosta: Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore, che è da sempre (Sal 25,6) Papa Francesco, Misericordiae Vultus
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