MISTICANZA#14

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MISTICANZA # 14



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MISTICANZA #14 Ottobre 2020

MISTICANZA.ONLINE laposta@misticanza.online Copertina: Michelle Reviglio 2 e 3 di copertina: Diego Roncarati Revisione: Michelle Reviglio, NanaCaverna, Marco Cagnoli Illustrazione Editoriale: Diego Roncarati Ill. Indice: NanaCaverna Diego Roncarati


#14

è un mese bellissimo, non ci stanchiamo di Ottobre dirlo da un anno a questa parte, anche se c’è da dire che, non per tutti le cose sono andate benissimo

quest’anno, chi più chi meno ha ricevuto la sua dose di disagio, sono cambiati i piani, gli eventi han mischiato le carte in tavola, molti rapporti si son raffreddati e ci è dispiaciuto sabotare gran parte dei piani estivi, ma dopotutto si tratta dell’ennesimo trial di sopravvivenza. ora nuovamente potrebbe capitare che la solitudine bussi alla nostra porta, forse toccherà restare imprigionati in uno spazio relativamente piccolo, coi nostri pensieri, ma vediamo il lato positivo non è detto che sarà così male, dopotutto si dovrebbe diventare più ricchi dentro, mentre la vita di tutti i giorni ci si impoverisce, drenando linfa vitale, beni materiali e sociali, ma bando alle ciance. Questo numero è dedicato a chi se ne sta solo, o meglio chi sa vivere la propria solitudine, i propri spazi in maniera costruttiva e per nulla sconfortante. L’estate è finita, è stato bello sgambettare un po’ qui e là ma adesso, si ricomincia da capo una nuova stagione insieme e Misticanza, arricchita di nuovi e produttivi passeggeri, vi terrà compagnia, una breve compagnia, ma alla fine le cose migliori sono quelle che non ci portano via il tempo e il tempo è prezioso anche quando serve per navigare nelle nostre solitudini.

E

Con affetto, Il collettivo di Misticanza

solitudine

/so·li·tù·di·ne/ sostantivo femminile 1. Esclusione da ogni rapporto di presenza o vicinanza altrui ( vivere in s. ) desiderato o ricercato come motivo di pace o di raccolta intimità ( cercare la s. ), oppure sofferto in conseguenza di una totale mancanza d’affetti, di sostegno e di conforto ( sentire il peso della s. ). 2. concr. Ambiente o spazio inabitato e deserto, con un senso di inospitale o sconfinata vastità. “le s. oceaniche”


MISTICANZA # 14 EDITORIALE

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Ulula Mattia Tagliazucchi Gabriele Bitossi

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Selezione Nana Caverna

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La Ragazza Sola Elena Elaborati

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ILLUSTRAZIONI: SOLITUDINI Leo Bellei Angela Magagnoli Enrico Vezzani

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CREDITS

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CHIUSA

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CON AMORE









Continua...










La Ragazza Sola di Elena Elaborati

Ill. Diego Roncarati


E

ra freddo. Troppo freddo per essere una notte di ottobre. Il vento penetrava nella pelle conficcandosi nelle ossa come spilli pungenti e acuminati. Il cielo era terso eppure non una stella ad illuminare quella notte tetra e gelida. Eryn si strinse attorno alle spalle il cardigan di lana e si avvolse l’esile collo nella sciarpa rossa. Ormai era ferma davanti alla lapide da ore, la fissava senza sosta, forse nella speranza che il lucente marmo potesse esserle di qualche conforto. Su di esso, scritto in caratteri di ottone usurati dal tempo, il nome: Damian Ward. Morto a 19 anni. Era accaduto in un lampo, senza dare modo ad Eryn di prepararsi alla perdita di quello che era forse più un fratello che un amico. Un incidente. La morte, silenziosa e rapida era giunta a reclamare una nuova e troppo giovane anima. Eryn non aveva mai davvero superato la perdita seppure fossero trascorsi anni: non solo provava un vuoto incolmabile, ma il dolore che provava ogni giorno era qualcosa di indescrivibile, come un mostro viscido e nero attorcigliato attorno al cuore e che ogni giorno stringeva di più la sua morsa, senza lasciarle scampo. Per Eryn era come un cancro, solo che invece che alla morte l’avrebbe portata lentamente alla follia. Si accovacciò accanto alla tomba e raccolse da terra 23


uno dei piccoli fiori finti a forma di rosa, i preferiti di Damian. Avrebbe voluto piangere ma le lacrime erano finite da tempo. <<Sai ti odio Dam, ti odio con tutto quello che resta del mio cuore. Mi hai lasciata sola>>. Ed era vero. Da quando Dam era morto gli amici erano diventati come una fitta nebbia attorno alla vita di Eryn. Era vero, lei non aveva permesso a nessuno di starle accanto perchè aveva bisogno di superare da sola quel lutto, ma quando aveva deciso di ritornare a vivere nessuno l’aveva voluta. Forse era perchè vedere Eryn per tutti era come rivedere Dam, due amici inseparabili tanto simili quanto diversi, o forse semplicemente perchè la loro vita aveva continuato senza di lei. Questo Eryn non lo sapeva, aveva provato a capire ma nessuno le aveva dato spiegazioni. Erano semplicemente spariti dalla sua vita, proprio come Dam. L’unico posto in cui si sentiva meno sola era là, dentro a quel piccolo e tetro cimitero, accanto alla tomba di Damian. Parlava con lui, rideva da sola immaginando le sue risposte e, a volte, riusciva a piangere. <<E’ meglio che torni a casa ora, è tardi. Non che qualcuno noti la mia assenza, ma domani ho lezione>>. Si alzò e come solito diede un piccolo bacio 24


alla tomba. Quello era il momento più brutto di ogni giornata, quando doveva lasciare il cimitero per tornare ad una vita fatta di solitudine, una vita in cui la sua presenza era come quella di un silenzioso fantasma: inosservato e ignorato. Eppure la vita, per quanto a volte possa essere dura continua e così doveva fare Eryn, andare avanti anche se da sola. <<Mi sento sola Dam, a volte vorrei solo qualcuno con cui parlare, qualcuno che mi capisca e che possa strapparmi un sorriso. Non mi serve una grossa compagnia di amici per essere felice, me ne basterebbe solo uno, almeno non sarei sola. Si lo so, diresti che non si è mai davvero da soli, ma credimi, ti sbagliavi>>. Fece per andarsene ma un rumore catturò la sua attenzione. Si voltò ma non vide nulla. Il vento le scompigliò i capelli ricci e rossi. <<C’è qualcuno?>>. Nessuna risposta. Credendo di averlo immaginato la giovane fece qualche passo verso l’uscita ma questa volta, invece del rumore, sentì chiaramente una presenza alle sue spalle. Sul momento il terrore le prese lo stomaco facendole correre un brivido gelido lungo la pelle della schiena, ma fù solo un secondo. Subito dopo, al posto del terrore percepì un senso di pace e familiarità, qualcosa che non sentiva da tanto tempo. Si voltò e davanti 25


a lei si ergeva una sagoma dai contorni indefiniti, quasi eterei, eppure Eryn capì che quella sagoma era ciò che restava di una persona: un fantasma. Il fantasma aveva i lunghi capelli fluttuanti e sulla veste candida era presente un grosso buco nero all’altezza dell’addome. Eryn lo fissò a lungo. Qui è il punto in cui mio marito mi ha causato la ferita che mi è stata mortale. La donna fantasma si indicò il buco nero. Aveva parlato senza muovere le labbra. Eryn si avvicinò e urlò. Da lontano, mimetizzati con il buio della notte non li aveva notati: due crateri neri senza fine cerchiati da un rosso sangue rappreso erano al posto degli occhi, la bocca cucita. La ragazza, senza pensarci, si voltò e scappò ma dopo pochi metri il fantasma era di fronte a lei, sbarrandole la strada. E non era solo. Attorno ad Eryn erano apparsi decine di altri fantasmi. La fissavano tutti con quei crateri neri sanguinanti. La ragazza cadde in ginocchio, urlando e chiamando il nome di Dam tra un singhiozzo e l’altro. Non devi piangere, non hai di che temere poichè sei tu che ci hai chiamati. Era l’insieme delle voci dei fantasmi che le riecheggiavano nella mente come un coro. Abbiamo risposto alla tua richiesta. Noi siamo i Per26


duti, le anime di coloro che sono state dimenticate da tempo... Siamo qui affinchè tu non sia più sola, anche se non lo sei mai stata perchè noi eravamo sempre con te, ma non potevi vederci. Rispondiamo solo ai vivi che, come noi, sono stati dimenticati e lasciati nella più totale solitudine. <<Sono pazza, alla fine è successo>>. No Eryn, non sei pazza, e anche ammesso che tu lo sia, che male ci sarebbe? Almeno non saresti più sola. La giovane si alzò, pulendosi i jeans dal terriccio. Fissò i suoi occhi verdi nei crateri neri del fantasma della donna davanti a lei che intanto le porgeva una mano intangibile. Accettaci, dacci modo di alleviare il tuo dolore. E’ una promessa, non sarai mai più sola, non dovrai più essere un morto tra i vivi, ignorata e invisibile agli occhi degli altri perchè noi ti vedremo sempre, ti parleremo e saremo coloro che colmeranno il vuoto dentro di te. Eryn sorrise. <<Accidenti, sono davvero pazza>>. Si avvicinò al fantasma e le porse la propria mano. Anche se non potevano toccarsi, anche se la donna non poteva sorridere, la giovane seppe che lo stava facendo. I fantasmi si strinsero attorno a lei in un abbraccio etereo e intangibile eppure, anche se non 27


poteva toccarli, anche se non poteva sentire il calore dei loro corpi inesistenti, la solitudine nel cuore di Eryn per la prima volta da anni, si attenuò. “Molti direbbero che di certo in questo caso è meglio soli che male accompagnati”, pensò. “Ma nel mio caso non mi dispiace affatto, probabilmente sono impazzita ma almeno ora non sono più sola e la cosa mi piace”. Circondata dagli spiriti del passato e col cuore leggero Eryn uscì dal cimitero senza accorgersi del fantasma del ragazzo che la guardava da lontano. I suoi occhi non erano dei crateri e le sue labbra non erano cucite. Non era un Perduto. Oh Eryn, tu non sei mai stata sola. La solitudine siamo noi a crearla, e sempre noi ci creiamo i momenti in cui sorridere. Ti sei lasciata andare al dolore senza accorgerti di ciò che avevi attorno, ho dovuto smuovere tutte le anime del cimitero per te, era il massimo che potessi fare. Sorridi amica mia e creati tu i tuoi sorrisi. Noi non siamo mai soli, la solitudine è solo nella nostra stupida testa. Damian guardò la sua amica uscire dal cimitero accompagnata dai più improbabili degli amici, ma almeno, finalmente, non era più sola e lui poteva riposare in pace.

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Ill. Diego Roncarati








Angela Magagnoli

instagram.com/angela_magagnoli

Diego Roncarati

instagram.com/multidramma

Elena Nana

instagram.com/ananpopotsi

Michelle Reviglio instagram.com/mi.revi

Gabriele Bitossi instagram.com/_gabrielebitossi

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Cre


edits Alice Fortini

fairey_art su Instagram

Mattia Tagliazucchi

instagram.com/mattiatagliazucchi tagla92.tumblr.com

Leo Bellei

flickr.com/photos/leobellei

Enrico Vezzani instagram.com/rix_ink

Elena Elaborati

instagram.com/ helena.zart

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#14

CHIUSA

Altro Numero chiuso in maniera soddisfacente, fare riviste autoprodotte è come fare i salti mortali, ma ci si tiene in allenamento. Tutto questo ha un suo perchè in quanto, ad ogni numero che finiamo di impaginare, pensiamo di aver fatto un’indecenza mentre invece, invecchiando, il numero sembra a nostro avviso sempre più interessante, cosi come speriamo lo sia per voi. Ottobre in realtà è quasi finito ma se staremo chiusi in casa, risparmieremo per poter fare dei bei regali a Natale. solo belle cose Il collettivo di Misticanza

ill. di Alice Fortini




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