MISTICANZA # 13
MISTICANZA #13 Luglio 2020
MISTICANZA.ONLINE laposta@misticanza.online Il logo di misticanza è stato creato da Diego Roncarati tutti i materiali sono sotto licenza creative commons 3.0, nella versione attribuzione, non commerciale, non opere derivate. Copertina: Diego Roncarati 2 e 3 di copertina: Elena Nana Revisione: Michelle Reviglio, NanaCaverna, Marco Cagnoli Illustrazione Editoriale: Diego Roncarati e NanaCaverna Illustrazioni Intermezzo: NanaCaverna Ill. Indice: Diego Roncarati
#13
Misticanza
coltivati estivi hanno un fascino Igrano campi e x t r a t e r r e s t r e , le balle di fieno nel campo di evocano un paesaggio surreale, qualcosa di mistico e assurdo, anche se in realtà non c’è nulla di magico, ma è bello ricercarlo. Le persone sono alieni, sono mondi diversi che entrano in contatto l’uno con l’altro, a volte si sfiorano, a volte collidono, certe volte vengono distrutti. Non c’è bisogno di guardare in alto per trovare qualcosa di assolutamente misterioso, ma è bello, comunque, alzare il naso verso il cielo, e vedere se accade qualcosa di interessante. Infondo speriamo anche che accada qualcosa, quando forse sarebbe meglio mantenere la tranquillità, pedalando di notte, in una stradina circondata dai campi di mais che lentamente avanzano verso la maturità. Questo numero invece è maturato rapidamente, per la fretta di nascere tra impegni e vicessitudini che hanno tagliato le gambe a molti contenuti. Forse in un universo parallelo siamo tutti più tranquilli e annoiati, e quindi sarebbe stato un numero più florido, ma qui ed ora è piccolo, ma di certo non acerbo. Buona lettura.
Il collettivo di Misticanza
MISTICANZA # 13 EDITORIALE
3
Il mostro di Flatwoods Mattia Tagliazucchi
6
Finder Diego Roncarati
15
Seconda Vita Leo Bellei
25
GALLERIA Manuel Turchi Rebecca Gallerani Angela Magagnoli Diego Roncarati
34
CREDITS
36
CHIUSA
38
CON AMORE
IL MISTERO SVELATO
Innumerevoli sono gli avvistamenti di U.F.O. a partire dagli anni ’50 negli Stati Uniti, complice, sicuramente, la fantascienza, che all’epoca ebbe un boom davvero notevole. Il mostro di Flatwoods venne avvistato per la prima ed unica volta quel giorno nella contea di Braxton. Nella storia furono ben sette le persone che assistettero all’evento. Quel giorno un meteorite sorvolò effettivamente la cittadina di Flatwoods e venne visto anche in altri stati oltre al West Virginia. I ragazzi ebbero l’impressione che si fosse schiantato dietro la collina ma si trattò solo di un’illusione.
Il “globo di fuoco lampeggiante altro non era che un faro di segnalazione. La nebbia è molto comune da quelle parti e come la puzza derivante da l’erba che abbonda sul quel terreno. Infine il mostro non era altro che un barbagianni appollaiato su un ramo (come spero di avervi fatto intendere sulle mie tavole), la vegetazione e l’effetto controluce diedero l’impressione che si trattasse di un mostro umanoide alto più di 2 metri con la testa a forma di diamante. La strana serie di eventi e la suggestione dei presenti diede vita a questa “leggenda” che ogni anno viene celebrata del parcheggio del centro commerciale di Flatwoods.
Diego Roncarati
15
...usi spesso questo tipo di app?
non sono proprio di queste parti...
diciamo che le uso per conoscere persone del circondario
ah! capisco... senti, a quest’ora ormai è tutto chiuso... abito giusto quÏ vicino, ti va di salire da me?
certo!
wow, vedo che non ami perdere tempo!
non sò, saranno i tuoi feromoni...
eh...?
dai vieni qui...
mmm...
sto uno schifo...
dov’è finita quella tizia?
non mi ricordo nulla...
bleeearghh
uhm...
ma cosa!?
cosa diavolo ?!
23
SECONDA VITA 25
C’era una volta un giovane uomo che abitava con il suo piccolo amico a quattro zampe in una citta dove il verde e l’aria pulita erano solo un ricordo lontano, dove il contatto umano era diventato superfluo e non necessario. Il solo amico del giovane uomo era Baba, il sio cane, l’unico co cui parlasse e condividess i suoi pensieri. Il giovane uomo si sentiva molto triste e solo, passava le sue notti osservando il cielo e immaginando che un giorno qualcosa o qualcuno sarebbe arrivato e lo avrebbe portato lontano da tutto questo. Trascorsero così anni. Poi una notte dal buio, una luce si mosse puntando diritto verso il giovane uomo, sino ad illuminarlo completamente.
Il fascio di luce proveniva da un’astronave aliena che ora stava proprio ferma sopra di loro. Una mano a sei dita, di color viola, gli si avvicinò e lo invitò a seguirlo. Il piccolo uomo e il suo amico a quattro zampre si lasciarono trasportare dalla luce all’interno dell’astronave, che in pochi secondi scomparve, lasciando dietro di sè solo il buio. Caddero entrambi in un profondo sonno, senza percepire nulla di quello che gli stava accadendo,
Si risvegliarono solo quando i loro corpi e i loro sensi percepirono calore, aria pulita e suoni provenienti dalla natura...un senso di pace assoluto li stava avvolgendo. Quello che aveva immaginato e aspettato per tutti quegli anni era lÏ e ora ne faceva finalmente parte. L’umano e il suo amico Baba erano felici e sereni in questo nuovo pianeta, dove ogni cosa seguiva il corso della natura e niente e nessuno lo aveva contaminato e potevano veramente vivere rispettando solamente i loro ritmi.
Ma un giorno il piccolo uomo guardando il suo corpo e quello di Baba, si rese conto che qualcosa era cambiato in loro, stavano mutando, stavano invecchiando a vista d’occhio. Non possedeva nulla che potesse aiutarlo a scandire il trascorrere del tempo, non aveva con se nessun orologio e nemmeno la costruzione di una rudimentale meridiana potè aiutarlo, perchè il sorgere e il tramontare della luce sembravano rispettare apparentemente lo trascorrere di una classica giornata di 24 ore, quindi doveva essere altro che provocava questo invecchiamento così veloce.
Pensò per molti giorni a quale potesse essere l’effettiva causa, forse l’acqua o il cibo, ma non aveva nessun mezzo a sua disposizione per aiutarlo a provare queste sue supposizioni. Passò molto tempo a riflettere, ma alla fine l’unica spiegazione logica che riuscì a darsi fù che era un insieme di cose a provocare tutto questo, l’aria, il cibo, l’acqua, insomma il pianeta stesso. Sembrava identico alla terra in tutto, ma evidentemente non adatto fino alla fine alla vita umana e quindi realizzò che presto sarebbero morti. Questa dura verità lo gettò in uno stato di profondo sconforto e ciò portò alla luce quei sentimenti che tanto aveva disprezzato del genere umano: egoismo e avidità. Passò tutto il suo tempo solo piangendo e disperandosi, non curandosi più di se stesso e nemmeno del suo amico Baba, che gli rimase comunque sempre accanto.
Un giorno però, al suo risveglio, si rese conto che il suo fedele compagno di vita, si era addormentato, lasciandolo per sempre. Il suo dolore fù così forte e profondo che il vuoto creatosi alla sua scomparsa gli sembrò essere incolmabile. Egli sentì l’anima e il cuore spezzarsi in mille pezzi senza trovare pace.
il suo infinito dolore non era causato solo dalla perdita del suo amico, ma anche dalla consapevolezza di aver sprecato i loro ultimi giorni insieme, facendosi sopraffare da sentimenti che lo avevano reso sordo e cieco di fronte al trscorrere della loro vita. CosÏ una volta seppellito Baba, si sedette al suo fianco e attese l’arrivo della sua fine lasciandosi cullare dalle braccia di quel nuovo mondo, che si aveva fatto arrivare cosÏ velocemente la loro morte, ma che gli aveva donato una seconda vita breve ma vera.
Angela Magagnoli
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Diego Roncarati
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Elena Nana
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Michelle Reviglio
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Enrico Vezzani instagram.com/rix_ink
38
Credits Manuel Turchi
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Rebecca Gallerani instagram.com/somegirlbecky
Mattia Tagliazucchi
instagram.com/mattiatagliazucchi tagla92.tumblr.com
Leo Bellei
flickr.com/photos/leobellei
39
#13
CHIUSA
Ci auguriamo che il numero vi sia piaciuto, scaricatevi randonautica, comprate una torcia led, e avventuratevi nelle campagne dopo le 00.00, mal che vada vi beccate qualche stella cadente, qualche lepre, o un bel niente, forse è meglio cosÏ? forse si, un abbraccio Il collettivo di misticanza
ill. di Enrico Vezzani