Estratto dal libro MADONNELLE Volume 5

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MARIA CRISTINA MARTINI MARIA CRISTINA MARTINI

MADONNELLE EDICOLE E IMMAGINI SACRE SUI PALAZZI DI ROMA

MADONNELLE - Vol. 5

VOLUME

5

RIONI:

VI - PARIONE IX - PIGNA Collana A SPASSO CON LA STORIA


FOTO: ANDREA PASCUCCI ELABORAZIONE GRAFICA: STEFANO PASCUCCI

www.madonnelle.it ISBN 978-88-7354-056-4

AVVERTENZE - RINGRAZIAMENTI LE FOTOGRAFIE PUBBLICATE NEL LIBRO SONO DI PROPRIETÀ DELL'AUTRICE, OVE NON DIVERSAMENTE INDICATO. È TACITA LA DISPONIBILITÀ DELLA CASA EDITRICE PER OGNI EVENTUALE CHIARIMENTO IN MERITO. SI RINGRAZIA IL IV DIPARTIMENTO DEL COMUNE DI ROMA E LA SOVRAINTENDENZA AI BENI CULTURALI PER LE AUTORIZZAZIONI RILASCIATE. L'AUTRICE/EDITRICE ESPRIME UN SENTITO RINGRAZIAMENTO A TUTTI COLORO CHE HANNO CONTRIBUITO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO VOLUME E IN PARTICOLARE: - A STEFANO PASCUCCI PER LE SUE COMPETENZE TECNICHE E GRAFICHE SENZA LE QUALI QUESTA SERIE DI LIBRI NON SAREBBE MAI ARRIVATA ALLA STAMPA; - AD ANDREA PASCUCCI PER LA CONSUETA CAPACITÀ NEL COGLIERE DETTAGLI CON LA MACCHINA FOTOGRAFICA E PER IL TEMPO CHE, NONOSTANTE GLI INNUMEREVOLI IMPEGNI E TRASFERTE, È RIUSCITO A DEDICARE AL PROGETTO; - A LAURA BIDOLI PER IL PREZIOSO AIUTO E PER LA GENTILEZZA E LA PAZIENZA DIMOSTRATA; - A FABIO LEONE PER LA COSTANTE DISPONIBILITÀ NEL FORNIRE INFORMAZIONI DI TIPO URBANISTICO.

© 2014 Martini Maria Cristina – Roma PROPRIETÀ ARTISTICA E LETTERARIA. I DIRITTI SONO RISERVATI PER TUTTI I PAESI. È VIETATA LA RIPRODUZIONE, PER QUALSIASI SCOPO E SOTTO QUALSIASI FORMA E TECNICA, DI QUALSIASI PARTE DEL TESTO O DELLE FOTO SENZA LA PREVENTIVA AUTORIZZAZIONE SCRITTA DELL'EDITORE.


MARIA CRISTINA MARTINI

MADONNELLE EDICOLE E IMMAGINI SACRE SUI PALAZZI DI ROMA

VOLUME 5

RIONE VI - PARIONE RIONE IX - PIGNA

MARTINI MARIA CRISTINA


RIONE VI - PARIONE

1) Piazza di S.Andrea della Valle angolo Corso Vittorio Emanuele II

36) Piazza dei Satiri n.49

2) Via di S.Giuseppe Colasanzio n.1

38) Via dei Chiavari n.41

3) Piazza de' Massimi tra n.1/a e 3

39) Via dei Chiavari n.35-36

4) Piazza de' Massimi n.3-4

40) Campo de' Fiori n.55-56

5) Via della Posta Vecchia n.5

41) Campo de' Fiori n.49

37) Piazza dei Satiri n.54-55

6) Via della Posta Vecchia n.4

42) Via dei Cappellari n.80-81

7) Via della Cuccagna n.16

43) Via del Pellegrino angolo Via Larga

8) Via dei Canestrari angolo Corso del Rinascimento

44) Via dei Banchi Vecchi n.144-145

9) Piazza Madama n.9-10

45) Via dei Banchi Vecchi angolo Vicolo Cellini

10) Piazza Navona n.50

46) Vicolo del Bollo quasi angolo Via del Pellegrino

11) Via di Tor Millina n.22/a-22/b

47) Via del Pellegrino angolo Arco di S.Margherita

12) Via di S.Maria dell'Anima n.30/a

48) Arco degli Acetari – cortile

13) Vicolo dei Granari sotto l'arco

49) Via dei Baullari n.130

14) Vicolo dei Granari n.13

50) Via dei Baullari angolo Piazza del Teatro di Pompeo

15) Via di Parione n.7

51) Piazza del Teatro di Pompeo angolo Piazza Pollarola

16) Via della Fossa di fronte al n.4

52) Vicolo dell'Aquila n.17-18

17) Via della Fossa n.14/a-15

53) Via dei Giubbonari n.76-77

18) Via della Fossa n.14/a-16

54) Largo del Pallaro n.15

19) Piazza del Fico n.26-26/a

55) Largo del Pallaro n.18

20) Via del Governo Vecchio angolo Via della Chiesa Nuova 21) Piazza dell'Orologio angolo Via del Governo Vecchio 22) Piazza dell'Orologio su Torre 23) Arco della Chiesa Nuova 24) Via della Chiesa Nuova n.10 25) Via del Governo Vecchio n.37-38 26) Via del Governo Vecchio n.126 27) Via del Governo Vecchio n.95-96 28) Via de' Leutari n.30 29) Corso Vittorio Emanuele II n.147-147/a 30) Piazza del Paradiso n.64 31) Piazza del Paradiso n.67-68 32) Piazza Pollarola n.30-31 33) Piazza del Biscione n.89-89/a 34) Arco di Grotta Pinta 35) Largo del Pallaro angolo Via di Grotta Pinta

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RIONE VI - PARIONE Piazza del Biscione n.89-89/a

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MADONNA CHE INTERCEDE (anche detta DEL LATTE)

DATAZIONE XVI-XVIII secolo (incerta) AUTORE Anonimo TECNICA Affresco

Imboccando Via del Biscione ci troviamo nella omonima piazza che è caratterizzata da un palazzetto quattrocentesco ricchissimo di graffiti che risalgono a epoche diverse. Fra i tanti disegni presenti sono da evidenziare le teste di cavallo disegnate a mo' di bordura della greca sulla parte superiore del fabbricato e un bassorilievo in marmo incastonato nella facciata (fra le finestre del primo piano) che accenna ad una vecchia rimessa e su cui sono scolpite altre due teste di cavallo. Questa abbondanza di iconografia equina è dovuta al fatto che l'edificio ospitava le scuderie del vicino Palazzo Orsini e fino all'Ottocento nella piazza si teneva il mercato dei cavalli. Più in alto rispetto al bassorilievo, fra le finestre del secondo piano, è presente una edicola in cui è rappresentata in affresco una Madonna a poco più di mezzo busto e con lo sguardo diritto davanti a sé, vestita di rosso e avvolta nel manto azzurro, che tiene la mano destra aperta e diretta verso l'alto, mentre la sinistra è poggiata sul seno. Proprio per quest'ultimo dettaglio l'immagine in passato è stata erroneamente definita “Madonna del Latte” ma, come specificato sulle pubblicazioni del Comune, trattasi di una immagine di ispirazione orientale, di una iconografia che viene “detta della 'Vergine che intercede' o 'Advocata nostra' e deriva dalla 'Deesis' bizantina”. Per l'esattezza, motivo di ispirazione deve essere stata l'immagine della “Vergine che intercede” che era un tempo presente nella vicina Chiesa di S.Maria di Grottapinta, ora sconsacrata. L'affresco ha subìto parecchi restauri, fra i quali quello del 1977 e del 2000, durante i quali è emersa la presenza di un precedente affresco con identico soggetto ma realizzato a finto mosaico. I vari ritocchi dell'immagine non hanno reso possibile una datazione certa del dipinto originale. L'affresco presenta una cornice a quadro in stucco ulteriormente contornata da una cornice multilinea che si

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MADONNELLE

chiude in alto in un timpano con una parte a forma di arco, dentro al quale è visibile il simbolo Mariano all'interno di una raggiera. Sempre in alto, ai lati della cornice, sono presenti delle volute, mentre in basso possiamo ammirare una mensolina sorretta da due modiglioni al centro dei quali c'è un cartiglio con incisa la scritta “IN MANIBUS TUIS SORTES MEÆ” (che è un versetto estratto dalla Bibbia - Salmo 30:16). Su svariati bordi della cornice e sulla raggiera sono ancora visibili tracce di doratura. Appena sotto al cartiglio fuoriesce dal muro un braccetto in ghisa decorato a foglie che sorregge una lampada a forma di sfera. Proprio ai due lati della base del braccetto sono ancora parzialmente visibili sul muro, fra tanti graffiti floreali che circondano l'edicola, due figure di Angeli ritratti di profilo e che paiono sostenere con le braccia il cartiglio stesso. Nell'insieme l'edicola e la decorazione del fabbricato risultano alquanto rovinati dal tempo e dall'incuria, ma mantengono un indubbio effetto visivo molto suggestivo.

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RIONE iX - PIGNA Via dell'Arco della Ciambella n.9-10

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MADONNA DEL ROSARIO DATAZIONE XVIII-XIX secolo AUTORE Pietro Campofiorito TECNICA Dipinto a olio

Attraversiamo Largo di Torre Argentina e Corso Vittorio Emanuele II fino a imboccare Via di Torre Argentina che segna uno dei confini tra il Rione Pigna (che si sviluppa a destra) e il Rione S.Eustachio (che si sviluppa sulla sinistra e che abbiamo già analizzato - vedi Volume 3). Dopo aver fatto pochi metri imbocchiamo sulla destra Via dell'Arco della Ciambella dove possiamo ammirare una edicola stradale molto particolare poggiata su ciò che rimane di un antico Arco facente parte delle Terme di Agrippa. La posizione di questa immagine e il fatto che vi sia stato costruito intorno un vero e proprio altarino, tuttora protetto dal traffico e dai parcheggi attraverso un'area delimitata da cippi e catene, ci regala una visione che ha ancora il sapore e il fascino della vecchia Roma, quella ritratta da Roesler Franz. L'immagine è una copia realizzata da Pietro Campofiorito del dipinto originale, posta nel 1895 in sostituzione della precedente immagine, che fu tra quelle considerate miracolose per via del movimento degli occhi nel 1796 durato ben tre settimane, e che venne portata via dagli allora proprietari del palazzo (la famiglia di marmorari Capparucci) in occasione del loro trasferimento in altra sede. La vecchia immagine è difatti fra le ventisei delle quali fu dichiarata l'autenticità del prodigio a livello ecclesiastico. Fra i testimoni del fenomeno deposero anche il duca Lante e l'avvocato Celestini, persone di grande rispetto e credibilità all'epoca. Il dipinto ritrae una Madonna vestita di rosso, col manto azzurro e un velo giallastro che le copre il capo, la quale tiene in braccio il Figlio, rappresentato con riccioli biondi e seminudo. Maria tiene appeso con due dita della mano destra un rosario, mentre Gesù con la stessa mano fa il segno della benedizione. Sul capo del Bimbo è apposta una corona argentea e sul collo della Madre è stata affissa una collanina di corallo ma sul fondo del quadro sono presenti molti ex voto di argento lucente. Dopo i restauri del 1975 e del 1999, l'edicola appare ben mantenuta. Il dipinto è incastonato in una prima cornice marmorea quasi rettangolare che ha nella parte superiore la decorazione della testa di un cherubino. Tale cornice è posta all'interno di un tabernacolo classico, anch'esso in marmo, composto da due lesene decorate con fregi a motivo vegetale che ritroviamo anche in alto sull'architrave, sorretto da preziosi capitelli.

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Lo spazio tra la cornice e il tabernacolo è dipinto a marmorino mentre sopra l'architrave si sviluppano varie modanature con decorazioni a ovuli e perline. Sopra alle modanature poggiano due paffuti Angioletti che, con diversa postura, sorreggono una corona di fiori. Le due lesene poggiano invece su una grande mensola marmorea sorretta ai lati da due modiglioni e al centro da una ennesima testina di cherubino sorridente da cui pende un mazzo di fiori e frutta. Ma l'edicola non finisce qui e si compone in tutte le direzioni di molti altri elementi apartenenti a epoche diverse. Ai lati delle lesene, sono incernierati a muro due bracci metallici con volute che sostengono due vecchi lampioni sormontati da una coroncina e da una croce. Sopra agli Angeli che sorreggono la corona di fiori, nello spazio rimanente fino a raggiungere l'inizio del rudere dell'antica arcata, è posizionato un ampio baldacchino ligneo con mantovana decorata a rilievo con motivi floreali e nappe. Nella zona inferiore, all'interno dell'area delimitata dai cippi, vi sono degli scalini in travertino che fungono da altare e, volendo, da inginocchiatoio e panca, ma che attualmente sono stati interamente occupati da una moltitudine di vasi e piante in segno di devozione. E per finire, tra le piante nei vasi e la testina di cherubino a cui è appeso un mazzo di fiori e frutta, è inserita a parete una lapide marmorea con al centro un ovale che racchiude un'altra immagine della Madonna del Rosario a bassorilievo. L'ovale è decorato sulla parte alta da un fiocco da cui discendono rami di fiori. Dietro al fiocco, ancora più in alto, campeggia il monogramma Mariano sovrammesso alla scritta IHS e a una croce sopra a una raggiera immersa in nuvole a bassorilievo. Sul resto della lapide è incisa la seguente preghiera: “T'INNALZA O VERGINE / CASTI PENSIERI / CHI PENSA E MEDITA / NE' TUOI MISTERI / E TU NELL'ANIMA / GLI ACCENDI AMORE / ALLOR CHE INGENUO / EI T'OFFRE IL CORE”. Un'ultima curiosità. La vecchia immagine è irrimediabilmente sparita. Da una ricerca eseguita dal Parsi risulta che la famiglia Capparucci si trasferì in Piazza di Pietra ma dalla stessa fonte apprendiamo che “si è estinta da quasi venti anni, senza lasciare alcuna traccia dell'effige miracolosa”.

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RIONE iX - PIGNA Via del Plebiscito angolo Via della Gatta

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MADONNA COL BAMBINO DATAZIONE XIX secolo AUTORE Anonimo TECNICA Mosaico policromo

Continuando ad avanzare su Via del Plebiscito, a poca distanza, giunti all'incrocio con Via della Gatta, sull'angolo bugnato di un altro fabbricato importante, Palazzo Grazioli, ci imbattiamo in una edicola raffigurante la Madonna seduta in trono col Figlio sulle ginocchia, il quale fa il segno della benedizione con la mano destra. La tecnica utilizzata stavolta è il mosaico policromo su un fondo con tessere dorate. Il mosaico è in ottime condizioni, non mancano pietre e i colori delle due figure sono molto accesi. Maria indossa come sempre un abito rosso con mantello azzurro, mentre Gesù ha una tunica bianca che gli copre parte del corpo. È ritratto con una folta capigliatura bionda e con un'aureola più complessa di quella della Madre. Il trono è grigio e ben delineato oltre le figure dietro alle quali si intravede anche un cuscino rosso. Il mosaico ha una cornice modanata ovale molto scura, dello stesso colore degli anelli e dei tiranti con ganci a cui risulta appesa al muro dall'alto. Non si capisce se sia di legno o di stucco colorato, come quelle incontrate finora, o se si tratti di una cornice metallica e per questo coordinata al resto della ferramenta visibile, anche se ritengo la cosa improbabile in quanto risulterebbe troppo pesante per stare appesa. Da segnalare anche un elegante lampione che viene sostenuto da un lungo braccio in ferro battuto decorato con foglie d'acanto e volute, fissato a muro più in basso sempre sull'angolo. Molto particolare anche la lanterna in vetro che, sulla parte superiore ha una sorta di corona, con una merlettatura metallica e, ancora più in alto, una specie di bacile lavorato che contiene una croce.

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MADONNELLE Via del Plebiscito angolo Via degli Astalli

MADONNA COL BAMBINO DATAZIONE XVII-XIX secolo (incerta) AUTORE Anonimo TECNICA Scultura

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Proseguendo ancora su Via del Plebiscito incontriamo nel giro di pochi metri una terza edicola. Si trova su Palazzo Altieri, ad angolo con Via degli Astalli, proprio sotto la balconata del primo piano. All'interno di un guscio ovale marmoreo, una sorta di conchiglia aperta dal bordo ondulato, si trova un mezzo busto della Madonna col Bambino. Gesù è quasi sdraiato ed è posizionato su una parte del mantello della Madre di cui tiene con la mano destra un altro lembo. Le due figure, interamente bianche, appaiono finemente scolpite. Sotto a Maria e Gesù ci sono delle nuvole da cui fuoriescono due paffute testine di cherubini. Il fondo del guscio è colorato di un tenue azzurro su cui a rilievo sono presenti una raggiera e delle stelle dorate. Il bordo interno del guscio è rifinito da una fila di perline. Nella parte superiore l'edicola è protetta dalla sporgenza del balcone che, oltre ai classici sostegni, presenta una decorazione con altre valve di conchiglie sotto alle quali pende un tralcio di vite con l'uva. Nella parte inferiore vi è invece un lungo braccio in ferro battuto ondulato attaccato all'angolo, decorato con qualche foglia d'acanto, che sorregge un lampione sfaccettato di tipo classico che si erge proprio di fronte alla nicchia.

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Da secoli le edicole e le immagini sacre ci osservano dall'alto mentre passeggiamo o sfrecciamo con le automobili lungo le strade della Città Eterna. Con questa serie di libri abbiamo modo di fare l'esatto contrario, ovvero soffermarci a guardare in maniera accurata questi dipinti, mosaici e sculture che hanno una loro dignità artistica e, a volte, una storia da raccontare. Considerate, a seconda del pensiero personale, espressioni di un'arte secondaria, simboli devozionali e protettivi, decori architettonici o elementi di arredo urbano, le edicole e le immagini sacre fanno comunque parte di un patrimonio storico-artistico-religioso che va assolutamente preservato dall'oblio e dalla distruzione materiale a cui spesso sono soggette. In questa ottica di rivalutazione e sensibilizzazione è stata effettuata una ricerca minuziosa a livello bibliografico ma soprattutto attraverso una ricognizione diretta per le vie di Roma con l'intenzione di creare un censimento, o meglio, un catalogo aggiornato al terzo millennio dopo quelli celeberrimi del 1853 di Alessandro Rufini e del 1939 di Publio Parsi. Un nuovo censimento completo e alla portata di tutti, che si differenzia dai precedenti per la ricchezza di fotografie a colori esclusive e molto dettagliate. In questo quinto volume la ricognizione prosegue nei Rioni VI-Parione e IX-Pigna.

UNA RICERCA ALLA RISCOPERTA DELLE EDICOLE E IMMAGINI SACRE DI ROMA, UN'ARTE POPOLARE DEFINITA MINORE MA DI INCREDIBILE FASCINO E SUGGESTIONE, ATTRAVERSO UN SERVIZIO FOTOGRAFICO CHE VI FARÀ OSSERVARE DETTAGLI MAI NOTATI PRIMA

Maria Cristina Martini è nata a Roma nel 1961. Laureata in Lingue, giornalista, scrittrice (con il libro “Urlo muto” ha vinto nel 2003 il Premio Internazionale Navarro), direttrice responsabile nel decennio 1994-2004 del primo periodico telematico in Italia (“ChiDoveQuando…”), proprietaria e anima della “MMC Edizioni”, ma anche pittrice e appassionata di Arte, torna con questa nuova serie di libri nella duplice veste di scrittrice e editrice. E non poteva farlo se non dedicando la sua attenzione e le sue energie alla città che ama di più al mondo, la sua Roma.

ISBN 978-88-7354-056-4

PREZZO

WWW.MADONNELLE.IT

EURO 29,00

WWW.MMCEDIZIONI.IT 9 788873 540564


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