FABIO LEONE
LE FACCIATE PARLANTI I MOTTI SUI PALAZZI NEI RIONI DI ROMA XIII - Trastevere XIV - Borgo XXII - Prati
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Collana A SPASSO CON LA STORIA
VOLUME VII Prefazione di ANGELO BUCARELLI
FOTO: FABIO LEONE TRADUZIONE MOTTI LATINI (OVE NON DIVERSAMENTE INDICATO): MARIA LUCE BUI ELABORAZIONE GRAFICA: STEFANO PASCUCCI
www.lefacciateparlanti.it ISBN 978-88-7354-058-8
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FABIO LEONE
LE FACCIATE PARLANTI I MOTTI SUI PALAZZI NEI RIONI DI ROMA
VOLUME VII
Prefazione
ANGELO BUCARELLI
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MARTINI MARIA CRISTINA
RIONE XIII - TRASTEVERE
Rione XIII - TRASTEVERE Facciate 1) Via della Settima Coorte n. 9 2) Via della Luce n. 4 3) Piazza Mastai n. 11 4) Largo Ascianghi n. 5 5) Piazza di Porta Portese n. 1 6) Via Jacopa de’ Settesoli n. 7 7) Piazza di S.Francesco d’Assisi 8) Via di S.Francesco a Ripa n. 22 9) Via Filippo Casini n. 7 10) Via Filippo Casini n. 16 11) Viale Glorioso n. 18 12) Via Dandolo nn. 102-104 13) Via Nicola Fabrizi n. 1 14) Via Garibaldi n. 29 15) Belvedere Niccolò Scatoli 16) Via Garibaldi n. 27 17) Via Garibaldi n. 88 18) Via della Lungara n. 19 19) Via Benedetta n. 26 20) Piazza Trilussa 21) Lungotevere Raffaello Sanzio n. 1 22) Vicolo del Bologna n. 37 23) Vicolo del Bologna nn. 24-25 24) Via della Paglia n. 13 25) Piazza di S.Maria in Trastevere 26) Piazza di S.Maria in Trastevere n. 26 27) Via della Lungaretta n. 124
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Via Filippo Casini n. 16 fabbricato condominiale Questo fabbricato fa parte di un complesso di quattro costruzioni realizzate negli anni 1924/25 dall’architetto Innocenzo Sabbatini, dell’I.C.P. per conto terzi, sotto la guida tecnica dell’ingegnere N. Guarnieri. Lo stile è quello del cosiddetto “barocchetto romano” tipico degli Anni Venti. In particolare, l’accesso di questo fabbricato è costituito da una cancellata sorretta da due coppie di colonne in cemento, ciascuna unita da un architrave su cui sono state incise queste parole:
ROSAM CAPE SPINAM CAVE cogli la rosa, stai attento alla spina Questa è la stessa frase che Gabriele D’Annunzio fece incidere su un architrave di accesso al giardino del Vittoriale: le rose in questo spazio non accessibile, se non esclusivamente dal Vate, dovevano essere colte cosicché si formasse un fitto tappeto di petali di rose da dannunzio.insigno.it
D’Annunzio amava le rose, continuamente citate nelle sue opere con significati reconditi ed allusioni maliziose.
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LE FACCIATE PARLANTI
Viale Glorioso n. 18 fabbricato condominiale
IL MIO MODO DI VEDERE LE COSE TALVOLTA È INGENUO, UN PO’ INFANTILE MA SINCERO COME I BAMBINI DELLA SCALINATA DI VIALE GLORIOSO Ingenuo, infantile, sincero: la definizione che Sergio Leone dà di se stesso è scolpita sulla targa di marmo che il Comune di Roma fece murare nel 1999, a dieci anni dalla sua morte, sopra il portone del fabbricato di Viale Glorioso n. 18, alle falde della collina di Monteverde, dove il regista visse da bambino fino ai vent’anni. In un’intervista riportata da “la Repubblica” il 14 febbraio 2010 il regista raccontava: “Qui ho vissuto come in un’arena: dalla scalinata che chiude la strada venivamo giù a taboga con delle tavole di legno. Ci facevamo sopra la pipì perché scivolassero meglio; facevamo a sassate, ci battevamo contro quelli di Monteverde. Era la nostra Via Pal.” La scalinata a cui Sergio Leone fa riferimento, dove nei primi anni ’50 i bambini del posto guardavano il mondo, è denominata
SCALEA DEL TAMBURINO in onore di Domenico Subiaco, un ragazzo di 16 anni, caduto nei pressi il 3 giugno 1849 durante i combattimenti tra garibaldini e francesi per la difesa della Repubblica Romana.
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RIONE XIV - BORGO
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Ponte S.Angelo La nascita del ponte si fa risalire al 134-6 d.C. secondo un’incisione ancora esistente nel 1375, andata successivamente perduta, su probabile progetto di Decriano: serviva per collegare il Campo Marzio con il Mausoleo dell’imperatore Elio Adriano, da cui prese il nome di Ponte Elio. Aveva originariamente tre grandi arcate e cinque più piccole; costruito in opera cementizia ha subìto nel tempo numerosi interventi conservativi. Se ne riparla nel 1300 in occasione del primo Anno Santo: fu attraversato in massa dai pellegrini diretti a S.Pietro e questo si ripeté fino al 1450 quando, a causa della ressa di ritorno dalla visita papale, le balaustre cedettero provocando più di trecento morti. Il ponte fu restaurato da papa Paolo II Barbo (1464-1471) negli anni 1465-68 e da papa Sisto IV Della Rovere (14711758) nel 1475. Sul fronte di Piazza di Ponte S.Angelo nel 1535 papa Clemente VII Medici (1523-1534) fece collocare due statue, una per parte, rappresentanti i Ss. Apostoli Pietro e Paolo; il primo recante le chiavi del Paradiso e il secondo la spada della Giustizia. Alludono, in base alle due iscrizioni, alla doppia potestà - e di assolvere e di condannare - propria del Sommo Pontefice, per andare dal quale dovevano inevitabilmente attraversare questo ponte coloro che confluivano a Roma.
Nel 1669, in merito ai parapetti risalenti al primo periodo del barocco, papa Clemente IX Rospigliosi (1667-1669) diede incarico al Bernini di rifarli e di apporvi dieci statue di marmo che rappresentassero altrettanti angeli recanti gli strumenti della Passione, con iscrizioni riferibili a motti latini incisi sui piedistalli delle singole statue, con le traduzioni che seguono, tratte dal Ferraironi. Con i lavori di ristrutturazione intrapresi per la realizzazione dei muraglioni sul Tevere, il ponte ha assunto l’attuale aspetto che si configura con cinque arcate, essendo state eliminate le cinque piccole e aggiunte due nuove grandi uguali a quelle centrali.
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LE FACCIATE PARLANTI
Sulla testata lato Largo di Ponte S.Angelo:
HINC HVMILIBVS VENIA di qui (viene) il perdono agli umili Iscrizione del Cardinale Pietro Bembo Statua di S.Pietro, opera del Lorenzetto
HINC RETRIBVTIO SVPERBIS di qui (viene) il castigo ai superbi Iscrizione del Cardinale Pietro Bembo statua di S.Paolo, opera di Paolo Romano
Lato di destra, andando verso il Castello:
THRONVS MEVS IN COLVMNA (IGNIS) il mio trono (è) nella colonna di fuoco Parole della Bibbia (Ecclesiastico XXIV,7) Opera di Antonio Raggi
RESPICE IN FACIEM CHRISTI TVI guarda l’effigie del tuo Signore versetto della Bibbia (Salmo LXXXIII,10) opera di Cosimo Fancelli (una palla di mortaio sparata durante la presa di Roma del 1870 ha reso quasi illeggibile l’iscrizione)
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RIONE XIV - BORGO
Ponte S.Angelo
ASPICIANT AD ME QVEM CONFIXERVNT osservino in me chi hanno inchiodato Passo della Bibbia (Zach. XII,10) Opera di Girolamo Lucenti
CVIVS PRINCIPATVS SVPER HVMERVM EIVS la cui sovranitĂ (sta) sopra la sua spalla Nella S.Scrittura (Isaia, IX,6) Opera di Ercole Ferrata
VVLNERASTI COR MEVM hai ferito il mio cuore Dalla S.Scrittura (Cantico dei Cantici, IV,9) Opera di Domenico Guidi
Lato di sinistra andando verso il Castello:
IN FLAGELLA PARATVS SVM sono pronto a subire i flagelli Dal Salmo XXXVII (II, 8) Opera di Lazzaro Morelli
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LE FACCIATE PARLANTI
IN AERVMNA MEA DVM CONFIGITVR SPINA nel mio doloroso affanno mentre viene confitta la spina Dal Salmo XXXI, v.4 Opera di Paolo Naldini
SVPER VESTEM MEAM MISERVNT SORTEM la mia veste fu giuocata a sorte Dal Vangelo di S.Matteo (XXVII, 35) Opera di Paolo Naldini
REGNAVIT A LIGNO DEVS Dio regnò dal legno (della croce) Ultimo versetto della 4a quartina dell’inno della Liturgia che si canta il venerdì santo Opera di Giulio Cartari
POTAVERVNT ME ACETO mi abbeverarono con aceto Dal Salmo LXVIII (v. 22) Opera di Antonio Giorgetti
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RIONE XXII - PRATI
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Via Virginio Orsini n. 25 angolo Via dei Gracchi villino Cagiati In Prati, all’incrocio tra Via Orsini e Via dei Gracchi, sorge il Villino Cagiati, uno dei più pregevoli del rione, eretto tra il 1913 ed il 1918 da Garibaldi Burba. Il villino venne realizzato per Giulio Cagiati nel quadro dell’urbanizzazione dell’intero Rione Prati, caratterizzato da una forte presenza di villini per il nuovo ceto borghese romano, scelto tra le nuove aree di espansione previste dal P.R.G. per la tipologia a villino. L’architetto ha inserito lo stile floreale, ispirato al liberty, in una struttura eclettica con spunti dell’arte quattrocentesca; il prospetto è movimentato con l’inserimento di logge e terrazze, di una grande torre angolare e di finestre di vario disegno. Il villino è inoltre un concentrato di famosi artisti dell’epoca: si possono ammirare le decorazioni delle maioliche con motivi vegetali di Galileo Chini, gli affreschi sotto i balconi e sulle lunette delle finestre del pittore Silvio Galimberti e i ferri battuti ornati con foglie di vite di Alessandro Mazzucotelli.
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LE FACCIATE PARLANTI
Sotto la copertura della torretta leggiamo:
IN VITIUM DUCIT (CULPAE FUGA *
SI CARET ARTE)
(se manca l’arte, per evitare errori) si cade in altri difetti *
Orazio (III ep.Ars Poetica, v.31, ad Pisones)
La terza epistola “Ad Pisones” è indirizzata da Orazio a un giovane che vuol dedicarsi alla poesia, con l’intento di fornirgli alcuni principii dottrinali. È conosciuta anche col titolo di Ars Poetica. Interessante è l’interpretazione che Pietro Metastasio in una sua opera (tomo XIV) dà al verso n.31: “I precetti anche ottimi di ogni arte, se non sono giudiziosamente applicati, inducono in gravissimi errori; onde non basta per evitar gli error il ricorrere all’arte se non siam provveduti dalla natura del gratuito dono del buon giudizio, senza il quale non può essere l’arte utilmente adoprata” Sulla sommità della torre leggiamo:
IN ARTE LIBERTAS nell’arte la condizione di uomo libero È un motto molto famoso, utilizzato da numerosissime associazioni artistico-culturali, delle quali la più nota è quella fondata col suddetto nome “In Arte Libertas” nel 1886 da Giovanni (Nino) Costa (18261903), pittore romano: si tratta di un monito a lasciare libera l’ispirazione artistica che abbiamo già incontrato in Via Poli n.25 (vedi Vol. III, Rione Trevi, pag.71).
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“Le facciate parlanti” vuole essere il traguardo di una lunga ricerca, svolta in giro per Roma, di iscrizioni e motti che caratterizzano numerosi edifici pubblici e privati. Il cospicuo materiale raccolto, composto da informazioni storiche e fotografie a colori originali ordinate in singole schede per ciascun edificio, è stato suddiviso in più parti. In questo settimo volume vengono analizzati gli ultimi tre rioni, tutti posti sulla riva destra del Tevere, con i quali si conclude la nostra lunga ricerca e si completa questa serie di libri: TRASTEVERE, BORGO e PRATI. Per ciascun rione è presente una planimetria indicativa con l'ubicazione dei luoghi citati, un elenco degli stessi, una breve storia del singolo rione e le schede relative agli edifici con le facciate parlanti. STORIA, CURIOSITÀ E UBICAZIONE DEI MOTTI PRESENTI SULLE FACCIATE DEI PALAZZI DI ROMA, ALLA SCOPERTA DI UNA SAGGEZZA POPOLARE E ALLO STESSO TEMPO LETTERARIA CHE SI È PERPETUATA LUNGO I SECOLI.
Fabio Leone è nato a Roma nel 1942. Laureato in ingegneria, ha lavorato dapprima come tecnico nel campo dell'edilizia civile, successivamente nel mondo bancario come perito nel ramo finanziamenti all'edilizia; quindi dal punto di vista professionale si è sempre interessato di immobili, valutandone anche l'aspetto esteriore. A titolo personale ha sempre osservato con interesse le facciate dei palazzi, e quelle parlanti sono state a suo modo censite in vista di una successiva elaborazione documentale che è durata molti anni. Con questa serie di libri intitolata “Le facciate parlanti” ha voluto coronare un sogno perseguito sin dalla gioventù.
ISBN 978-88-7354-058-8
PREZZO
WWW.LEFACCIATEPARLANTI.IT
EURO 29,00
WWW.MMCEDIZIONI.IT 9 788873 540588