12 spagine magazzino di poesia d'abissi e rinascite di eliana forcignanò

Page 1

magazzino di poesia

Eliana Forcignanò

D’abissi

e rinascite

*

spagine


spagine - magazzino di poesia 12

Eliana Forcignanò D’abissi e rinascite

Spagine è un periodico di informazione culturale dell’Associazione Culturale Fondo Verri di Lecce


Eliana Forcignanò

D’abissi e rinascite


D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 5

Nemesi della vestale T’imploro accanito idolo della prostrazione che d’ulteriore amore non cada tu vittima per le disgrazie che mi appartengono Per queste voci dilaganti nel cervello squassato rotto alla stanchezza non lasciarti prendere da fascinazione Il tuo ciglio possente già mi donasti tu stesso scegliendo il cieco fuoco che dovevo custodirmi nell’arido grembo Il sangue del mestruo mi rendesti infertile e di non provare mai la dirompente dolcezza del fuggito amplesso A una dea crudele mi consacrasti per attendere morte o insonne insania e io per i tuoi ginocchi intreccio ghirlande d’ossa spagine

magazzino di poesia 12


pagina 6

Cosa mi chiedi ancora? D’infero colore spegnerò la terra sotto ai miei piedi ma sulla soglia del tempio all’accattone dormiente la vita clausa baratterò con l’illusione di tradirti

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 7

Laocoonte Smerigliate salmastre conchiglie bagnate da un sole di primo sfuggente mattino ristagnano Sabbia di fresco incerta ancora s’apre di tumide orme al greve crepitio del passo Mare vuoto sapido di solitudine immagine specchio riflesso del mio cuore in abbandono Questo m’offre il ricordo dei Danai crudeli io morto e libero finalmente dal morso della turgida serpe

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 8

Mai su treni sono salita senza saldare bagnato biglietto di laida pioggia. Era pianto senza motivo senza nascoste pretese mentre il mio cuore distratto passava sulla bianca barella Mai ho cumulato in pegno tanto dolore come nel tempo in cui mi strapparono le mani che dovevano scrivere la gioia di esserci Mai ci sono stata Sempre col fucile piantato nel petto e la gola squarciata di fiele mi supplico ora d’esser pronta a morire

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 9

Di nuovo volgeremo gli occhi ancora tenderemo le braccia su un tempo sguarnito d’amore che non ci è concesso madre mia Ricordi le nostre estati al mare con i costumini leziosi che mi rosicavano la pelle? Ricordi la prima comunione i pianti per quel vestito plissé? Sono sempre stata un maschiaccio – dicevi. Ricordi quanto ho odiato i tuoi dubbi sul mio essere donna? Ho imballato covoni di lacrime Hai mietuto ondate di rabbia Non sono come mi volevi Non so amare altri che te È vuoto il mio corpo Ha bisogno di riempirsi della tua vicinanza

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 10

Condanna tu non hai pellegrina della morte peggiore di quest’anelito al franto mare che scivola da spasmodiche mani Vedessi i tuoi piedi nudi sanguinare sugli scogli all’acqua correresti più forte più forte il dolore sdegnando inneggiando al lavacro Picchiassi il cranio sui saturi fondali di stordire saresti felice il rumore ronzante del vuoto e l’apnea chiameresti perdono Riemergessi senza più parole da impetrare mentre ti rigiri nel tuo febbricitante giaciglio macerarti soltanto potresti per non essere annegata

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 11

Un bagno nella tempesta l’acqua era fredda freddi i contorni fredda la boa che ha sorretto me disordinata semovente. Non dovresti muoverti altrimenti vai a fondo più in fretta di un sasso Ma io non ascolto i consigli delle voci perché non distinguo le buone dalle assassine Non dovresti agitarti nell’acqua altrimenti tradisci la tua nascita Ma io sono nata ieri impastata nella terra dalla costola di creta dalla scapola dell’idolo per penuria forgiata di donne da possedere Non dovresti lamentare la tua origine o il vento ti travolgerà prima che venga la piatta notte Ma la notte non sarà piatta per me spagine

magazzino di poesia 12


pagina 12

rimarrà freddo il mare e se non morirò sarà soltanto per sentire che qualcuno ha ancora diritto di parola

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 13

I soliti volti sciocchi si compiacciono della vanità del poeta capace di chiosare nomi importanti con triti versi Non celebra la poesia schiava non è del dono dei facili sorrisi elargiti a chi imbelletta parole sfiatate

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 14

Questa x che io sono ha il setto della coscia vivisezionato per scovare le tarme dell’immobilità Il petto le auscultano i dotti per interrogare il numero non ancora trascorso di giorni da passare inerme Nessun camice può prevedere il suo balzo dalla sedia a rotelle di felino o ghepardo si gloria cercando sciolte nell’acido le ultime note di una volgare dichiarazione d’amore. Potesse avere ancora le spalle piene torniti i seni tumido il sesso a fluttuare non rimarrebbe d’abissi e rinascite Sui cornicioni ladra di gatti in amore che pisciano sui fregi dei palazzi Sulle finestre ladra di estivi gechi divoratori di zanzare Sulle cave in equilibrio lungo gli orli per non colorarsi di rossa bauxite che tu amante d’opale potresti non riconoscere la cute troppo accesa graffiata di pietre come i calcoli duri che abitano incontinente vescica. D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 15

Io convinta d’impazzire? Solo se permesso riceverò dal tempo macchiato di boria Tu ombra d’amante sei già morto per la mia smania di sole per il mio bisogno di domenica per quell’odore di devozione che sa d’urina in dormitorio

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 16

Ho giocato al gioco del giocatore notturno che solo nelle tenebre rivela il poker d’assi ma ora che mi manca la libertà di parlare io chiedo perdono di essermi celata ai tuoi occhi Dio dell’abbandono Io che non ho più terra sulla quale posare i piedi mi domando dove sia finita la mia tempra di cacciatrice e rimango inerte incespico nel dolore di sempre più incerti domani

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 17

Sulla sterpaglia sdrucita dal sole cuore non ho di denudarmi il mio lattiginoso grembo in mostra per l’omertà serafica degli dèi Io madre di me stessa vorrei inginocchiarmi sulla fredda cenere di carboni insultata dal vento lasciar scorrere il sale di lacrime piene sulle ciglia ammalate Mi risvegli la morte quando verrà coperta di doni rapiti alle pietre Mi risvegli la morte quando estate sarà trascorsa con le braccia vuote di biacca Non ho più tuoni che fuoriescano dal candido dolore del mio petto solo stanche parole di perdono da impetrare al carnefice mio amore svettante sulle torri arroccate a levante di guardia

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 18

Il silenzio mi copre pesa lana stanca sul tisico petto che il sole volle accanto al piatto d’oro del suo volto. Pesa coltre di spine sul piede incapace di muovere un passo sotto la pioggia scrosciante in senso inverso. Pesa macigno di brace su stomaco corroso dall’acido cloridrico di reiterati digiuni. Pesa tutto il mio corpo offeso dal passaggio della notte che cade a peso morto sul crepuscolo. Eppure rido di me della mia sorte e mi canto una nenia di congedo dal dolore fisico che lascia annichilita questa mia autunnale anima

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 19

S’è arrestato sulla soglia il tempo di una parola non detta abbarbicata alla punta della croce maestosa presaga del tuffo nel vuoto. Pende ancora dalla lana il triciclo dell’uomo scafato nell’aria è arca è legno è vita fioca coperta di pece che prenderà fuoco sotto le smanie del maledetto funambolo. Nessuno ha vinto in questo volare doloso di cellule forzatamente tese mai percorse dalla quiete con la frusta domate di martoriati sguardi sui doni offerti agli dèi nella salamoia del dolore.

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 20

Un pallone areostatico gonfiato con la forza dei miei polmoni un sole abbacinante sfogliato raggio per raggio come margherita Un serpente a sonagli attorcigliato al mio collo come sciarpa Un predellino di due metri scavalcato dalle mie gambe Un tatuaggio al sapore di menta impresso sulla mia lingua D’eccesso mi travesto per gioco perché l’eroina dei fumetti mi protegga dall’abisso della sfera di cristallo

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 21

Sognate case di calce bianca pettirossi in picchiata secca sui comignoli vuoti di fumo Pallide vesti stese ad asciugare così agonizza sfilacciata primavera che si svuota di senso in un calice di lacrime versato sulla cute orlata del mattino quaresimale M’inibisce la croce miracoli non ho da supplicare all’agnello che Abramo imbandirà sulle mense

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 22

Oggi ho riso di quel riso che ti allarga la bocca poco avvezza di quel riso che ti scopre il cuore e lo senti rinascere di quel riso che ti scatena il tremore lungo la schiena di quel riso che ti ballano le gambe e non restano da signora composte di quel riso che ti provoca lacrime e non sai se rimane più dolce o salato di quel riso che ti duole lo stomaco e senti la fame di quel riso che ti guardano gli altri ma non te ne importa di quel riso che ti perseguita e devi obbedirgli di quel riso che ti dividi come il pane raffermo con il tuo compagno mendico di quel riso che ti scordi perché hai cominciato ma io lo so senza dubbio Oggi ho riso poiché tu dolce amica mi hai tenuto le spalle

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 23

Orrore bianco mi assale di aver dimenticato come senza si vive paura Ho cercato di madre amore rannicchiata in un grembo che di menzogna era freddo Ho cercato di uomo riparo mai dischiudendo il pieno corpo ammalato di sogni Ho cercato di me le tracce in una poesia vuota di seme che i miei poeti giĂ morti mi hanno tolto da labbra sitienti ancora Ho cercato la morte io stessa ed ero di fiele di voci di cori di grida di buio impastata Ho cercato cerco non trovo solo dei miei anni la croce e questa paura come se finisse il mondo

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 24

Se precipitando incontrassi speranza l’accartoccerei con i piedi vecchia carta di pane ancora imbevuta di briciole dure Vecchia foglia di tabacco pronta da offrire per fumo al giovane indiano pieno di ammennicoli colorati O la mangerei dolce fico dalla buccia porosa che mi si sfrega sulle labbra e mi lega i denti O la berrei boccale di birra fino all’ultimo sorso schiumante Della speranza farei areoplani di carta macerata da regalare al mio amore che non vuole più starmi lontano per tema che io muoia di dolore O farei zucchero filato da attorcigliare intorno a un listello infreddolito di braccio bambino Della speranza mi farei un bell’abito da sera una mongolfiera una flebo endovena perché nessuna goccia andasse sprecata

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


pagina 25

È forse quel passo sottile di donna da grevi gangli sgravata che secca s’alza sulle scabre punte dell’alba È forse il sussurro della sua voce impastata di dolore ancora e di odiosa vergogna per quel fondo d’occhi che le spiavano l’anima È forse il fruscìo d’ancestrali ferite che fidando offerse a labbra impietose di sale È forse la preghiera mozza di pianto sfregata fra i denti per ringraziare un dio minuscolo che sta dentro la sua liberazione È forse lei che dismesso il destino sento germogliare ebbra di sole

spagine

magazzino di poesia 12


pagina 26

D’abissi e rinascite

Eliana Forcignanò


spagine - magazzino di poesia 12 Febbraio 2014

Il Fondo Verri è in via Santa Maria del Paradiso 8.a a Lecce (cap 73100) telefono 0832-304522 fondoverri@tiscali.it Spagine è su issuu.com/mmmotus https://www.facebook.com/perspagine


Eliana Forcignanò è nata nel 1983 a Lecce città dove vive e lavora.

*

spagine


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.