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Se non fosse che... Vito Antonio Conte

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Spagine è un periodico di informazione culturale dell’Associazione Culturale Fondo Verri di Lecce


Vito Antonio Conte

Se non fosse che...


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M


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Se non fosse che lo conosco, anche fosse non lo conoscessi, sarebbe lo stesso. Se non fosse che Vito Antonio Conte ogni volta che scrive lascia indelebile la sua traccia, no, no, non quella impronta lasciata sulla sabbia, ma quella in calce rossa, la quale neanche il tempo riesce a scalfire... Se non fosse che, leggendolo, scriverei pagine e pagine, per il solo gusto di leggere qualcosa che ti affonda come lama e trapassa, ma non passa. Se non fosse che... non ci sarebbe stima e cura verso i suoi scritti, la sua persona. Se non fosse che... ma è. Leggo allora, casualmente, o forse no, un suo scritto del 9 settembre 2014. Ho pregato di averlo; l'ho chiesto in una mattinata d'ottobre, voluta la necessità di un suo sentire, un amico, un confidente, una persona cara, un uomo, un poeta, uno scrittore. Uno che non ha peli sulla lingua, che dice ciò che pensa e spesso, si rinchiude nei suoi silenzi, quando avverte marcio tutto il resto. Ecco, dunque, ho avvertito la necessità di condividere con voi un testo - superfluo ogni aggettivo - che ha creato Vito Antonio in ricordo del padre, di questa figura forte, salda, generosa, esempio d'onestà, un padre del Sud, del quale abbiamo bisogno. Se non fosse che è il padre di Antonio, è anche il nostro padre. Alessandra Peluso spagine

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Vito Antonio Conte

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A GIGI

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Vito Antonio Conte

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se non fosse che… di questa Terra scriverei ancora se non fosse che… scriverei delle sue infinite pietre di quelle sacre e di quelle caduche delle inclite e delle naturali delle inviolabili e delle mortali di tutte le celesti e di tutte le pietre che conosco scriverei se non fosse che… se non fosse che… di Saturnino continuerei a scrivere delle sue parole messe in croce a Primavera e dei suoi legni benedetti del suo teatrare sotto i filari delle sue vigne coi grappoli cotti dal sole dei suoi pensieri marcati dalla luna e delle sue lacrime amare di sale ancora scriverei se non fosse che… oltre il tempo ho già scritto di lui di te e d’altri e d’altre scritture d’altro dire d’altro vedere e d’altro fare zolle dure e rosse e argillose vento d’argento scarabeo d’oro passaggio utile nei giorni inutili kephera che sorride toccando Eubea prima dell’abluzione d’un’altra abluzione nelle acque del Nilo d’Egitto scriverei spagine

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se non fosse che… m’hai visto dici eri seduto al bar col tuo caffè e mi vedi passare dici quando vado su lì dove mi dici vai a correre lì dove c’è pace mi dici lì dove c’è tutto quel che non c’è più ti dico mentre in fine ti guardo e di nuovo resto solo con le parole le mie quelle che ho speso quelle che non trovo più se non fosse che… se non fosse che… la Francia è vicina così vicina ma di dune così non ne ho più viste violenze d’uomo la Natura le fotte e la Patagonia è così lontana finis terrae (quanti confini ultimi ci sono!) rimane un sogno da cullare fuor di mente nel fare resta sempre un sogno oltre ogni disegno se non fosse che… scrivere adesso ha senso soltanto per dire di te delle tue tasche bucate come la tua fame bambina Vito Antonio Conte

Se non fosse che...


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fichi secchi rubati dalla capasa (ché dire vaso panciuto eccetera non è la stessa cosa) come il vino nella bottiglietta calata col filo di spago nella ozza (ché dire giara eccetera non è la stessa cosa) e i pulcini cui tiravi il collo e gettavi nel pozzo per quel comune sadismo infantile che non è segno d’un pazzo e Angiolina lo sapeva cazzo se lo sapeva dei calci sui cozzi inseguendo scalzo un pallone o meglio una sfera che gli somigliava fatta di stracci e d’altro dura la guerra duro il contrabbando duro entrare a Galatina con gli americani a Torre Pinta a Giggiola e a Tramacere se non fosse che… delle spedizioni lungo la strada alberata e polverosa senza bitume e senza luce nelle notti in cui c’era da lavare un affronto caddhinese (ché dire giovinastri di Cavallino non è la stessa cosa) spagine

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del carcere a Campi per quel carabiniere steso sul selciato della chiesa madre dietro san Bernardino Realino con quel tuo destro al mento ah il pugilato Ali smodatamente amato e poi i racconti di quelle toghe (Salvi e Aymone: principi del Foro) ricordavi ancora le ultime parole delle arringhe difensive mentre delle preghiere a san Giovanni e santa Margherita quando arrivava il temporale le parole le sapevi tutte se non fosse che… tutti i luoghi col guzzino dalle masserie sperse nel Sud al sapone di Triggiano clandestino sulla vittorina violando l’alt a Spinazzola il sacco giù dal treno in corsa e poi giù anche tu e ancora tu se non fosse che… sono mesi che scrivere vorrei del passaggio a Ventimiglia della signora della pensione in quel paesino di frontiera di Antonio e dell’altro Antonio di Briançon occitana: triciclo paglia e vaso di rosso geranio il ciclismo mai nominato Vito Antonio Conte

Se non fosse che...


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le corse di bicicletta dicevi e di quel corridore (non lo chiamavi ciclista) mi dicevi che t’aveva fatto sentir fiero d’essere italiano oltralpe Jean Pierre nel bosco: le trappole le lumache le lepri e le farfalle raccoglievo rane appena nate allora e le facevo saltare e cantare durante la funzione domenicale del vangelo in francese non so altro se non fosse che… se non fosse che… Catania e Palermo le ho viste coi tuoi occhi come il primo mare il primo libro i primi frutti e tutto quel che senza parlare m’hai insegnato a amare se non fosse che… di te soltanto dire vorrei più di quel che ho detto più di quel che ho scritto più di quel che mai ho detto né scritto più di quel che tanti a ogn’incontro oggi mi dicono di te di quel che eri di quello che facevi della tua curiosità delle domande


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del tuo sapere del tuo ignorare delle tue battute e delle formidabili risate se non fosse che‌ non abbiamo mai avuto bisogno di molte parole cosÏ ho scritto in fine per pensare un nuovo inizio chÊ tutto quel che tu sei stato padre mio io adesso sono

9 settembre 2014


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Ottobre 2014

Il Fondo Verri è in via Santa Maria del Paradiso 8.a a Lecce (cap 73100) telefono 0832-304522 fondoverri@tiscali.it Spagine è su issuu.com/mmmotus https://www.facebook.com/perspagine


Vito Antonio Conte è nato a San Pietro in Lama il 26 giugno 1961 vive a Lecce

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