magazzino di poesia
Ballate Renato Grilli
del balbuziente e altri giochi poetici
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spagine
Renato Grilli
Ballate del balbuziente e altri giochi poetici
spagine - magazzino di poesia 28
Spagine è un periodico di informazione culturale dell’Associazione Culturale Fondo Verri di Lecce
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Prefazione
C’è la voce nella poesia, necessaria ai poeti, soprattutto per chi è memore dei dialoghi con Mnemosine. La musa, col suo soffiare versi all’orecchio dei “sensibili” trovava nell’oralità, nella voce, la declinazione, poi nell’orecchio dell’altro, la casa delle parole… In queste pagine è la voce nel tentativo di farsi voce che fa dimora. Il balbettio di chi inciampa, di chi nell’incantamento della lingua trova la traccia del proprio dire. La poesia come atto necessario che toglie dal qualunque sentire ed immerge nel sono: nell’Io solo, nel musicale dialogo in ascolto della vita, del suo divenire! Rinnovarsi se vogliamo, mutarci se vogliamo, oltre ogni inesausto mormorare, oltre ogni ingombro di passioni irrisolte, magnifiche e crudeli. Se ci disponiamo al cambiamento disilluso e cosciente la poesia ci porta nello scavalco del limite, nel poter guardare sempre più oltre l’angusto del “nostro”, in sintonie che potranno farsi interpreti del mondo, del suo pulsare vivo, del suo sacro destino di mondo. Questo - credo sia - il compito di chi poeta vuol essere, stare nel balbettio, nel miracolo che osa per scavalcare il limite dell’io, per dare a quell’io la forza di farsi mondo, di farsi voce. Solo voce. Mauro Marino Renato Grilli
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Ballate del balbuziente
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" ‌ Certo meglio che nulla siamo noi fermi alla balbuzie. E guai se un giorno le voci si sciogliessero. Il linguaggio sia il nulla o non lo sia ha le sue astuzie" (E. Montale - LA LINGUA DI DIO)
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Ballate del balbuziente
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I Ballata del Balbuziente (Introibo) Potendo poetare con poco Pretendo pretesti precoci
Vedendo i miei versi invecchiati Livori rivivo devoti. Ripiango rimpianti, risate Mi sorgono a sorsi nel naso. Scemate le oscene scenate Lasciate alla larga i lamenti Cercate cerniere celesti Che sono soltanto sonore
Le chiavi le lecchino i lemuri I testi attecchiscono il tempo. I testi atterriscono il tempo I testi atterriscono il Te.
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II Sesso
Io non so se so. Io non so se sono solo senz’essenza o senza sale.
Loro comunque, sciapiti in sciatti sciami, sursuggono le suole, o le abbronzano, abbracciati, bricco a bricco, rabbrividendo. Io non so se sono solo senza madre o senz'essenza. Io non so se sono solo senza padre o senza senso. Io non so se so.
Ballate del balbuziente
III Baci
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Ba baciami, ba babbo, ma mangiami, mamma.
E tu, ba bambina, mordimi il morbido, mondami il mondo.
Ma magari a ma maggio, m’am m’ammalierai d’ammore, mi rammenterai le more, ma malinco-nica-mente.
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IV A tento
Disattentamente attento all’attenzione del tutto. Attento tu! Tranelli ti tendono e trappole ti tengono.
Trema! O tenta, tanto ‌
Ma tu taci, intanto, intento, tutto il tempo!
Ballate del balbuziente
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V Fato
Finisci infine il folto fateor!
Finchè fa folla, funziona,
S’affila invece Favolosi fantasmi O s’offre falle, Sfavilla e fulmina Il fu!
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VI Belle vasaie
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Bella fortuna le vasaie Con le loro belle bocche, Bramose a brividi. Che raccolti odorosi!
Oddio, Chi se li ricorda più quei Brancolii delle braccia, Quei brevi abbracci, E quelle risa soffo-cate, sotto-cute, Sudore. I pori poi, imploranti D’un altro volo, Il bacio rosa-carne.
Dolce vasaia, L’acqua che m’hai donato M’ha salvato e m’ha affogato Tante volte rivivo L’ambra gelida del tuo sguardo Senz’albe e i gemiti, Soffusa_mente.
Ritorna, Ricordo d’ombra, Melodioso e musico, Accartoccia le palme, premimi Sul sudario abbagliante. Toccami le ciglia, accecami. Poi cingimi l’addome, indomito, All’aure. Ballate del balbuziente
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VII Inno alla Democrazia
(A Boris, malato a Mosca, per una pronta guarigione) (febbraio 1992)
Toccami il tutancamen! Tienilo turgido, Tundra! Tubami il tubo! Ohhh, Ohhh, Oh... Toh! C’è Boris! Libberttà! Demok – Crazzia!
Ritoccami, Tundra, il tutancamen secondo, ritienilo turgido, Ritundra, chiama un’amica, se vuoi… C’è Boris? Ma va! Anche se Boris ti vede, tu toccagli il tacco, tastalo tutto, e lui, tosto al tatto, vedrai, tartaglia sotto le tette, (Le tue! Le tue!) / Vedrai, tartaglia.
E tu tartassalo, togligli i tigli dai capelli bianchi, fallo godere, democratica mente. Toccalo, taccalo, così! Staccalo il tacco, se vuoi, / tutto intero, internazional mente / ti sostengo l’attacco.
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Ohhh! Ohhh! Oh … / Oh Oh! Adesso basta, Tundra, basta, ti prego, io non ti pre- tendo tutta! Che c’entra Boris? Lui viene dopo, (che senso i sensi!) in ogni senso. Tienilo al palo, al parlamento. Me ne pelo le pale! / Eppoi, c’ero prima io, no? Libbertà, libbertà, Democ- Croazzia?
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VIII Oh, vita! (primo)
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Oh vita! Vita non vissuta, Vita vuota, vana Non voluta.
Oh vita! Vita Che non torni Che non nasci Eppure ti nascondi Fai capolino sempre.
Oh vita! Vita Che non sta in piedi Vita seduta. Vita a parole, Vita odorata, remota, Ma con voce sottile, pure, Lieve vita. Oh vita! Vita Avvilita e falsa Vita d’acqua Tremula, di palude, E a gocce intinta Di luce.
Oh vita! Vita Che vai Alla deriva. Vita lacrimata, vasta Renato Grilli
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Ai larghi miracoli. Vita in vita Mano a mano Viva.
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IX Oh vita! (secondo)
Che vita, oh la vita! T’avvita e ti stanca, s’avviva e si lagna. D’un sorriso lasciato fa un rimorso al costato. Che vita, oh la vita! In quest’Orco silente non regala mai niente, solo estorce guardate d’altre vite imballate.
Che vita, oh la vita! Che trascorre assai lenta, non la fai mai contenta, d’una pena mai piena che ti piega la schiena.
Che vita, oh la vita, Che ti scorre d’intorno. Io ti giuro ritorno ac cadaver perinde dentro il sacro mio cor.
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(A Ignacio)
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X Farfalle e fiori (Filastrocca farfugliata) Fate finta di fare, voi, farfalle e fiori. Vi vantate a vanvera.
Fiori e farfalle, fantastici fantasmi, fluttuate, fluttuate, fino alla fonte che fredda, all’acqua aperta. Farfalle in fiore, volate, volate e in volo v’affannate mai?
Fior di farfalla, che verso il vento vai, che fischia fresco al fondo: ti s-fogli mai? Farfalle e fiori, viventi vividi, vidi il vostro viso e fulminato fui: m’avevate visto! M’avevate inteso!
“Vivi a viso a viso. Vivi aperto. Come farfalla e fiore, come fuscello e fuoco.”
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XI Qui
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Qui Noi Tutti si vive Ai confini Di un mare Di guai. Ed è subito Resa.
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XII O no
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Siamo sulla terra Poco più che voci, Urlanti, O no … Sfreccianti spiriti d’uccelli Per il resto, Azzurri.
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XIII Italian colors Bianchi o Neri, Bianconeri. Gialli o Rossi, Giallorossi.
Colori di Valori. Onori di Battaglia. Ecco, cosÏ raglia L’italico Bardotto.
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XI Disperazione uno
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Ti chiedi / In piedi « In fondo / Che c’è?» Se non ci / Ripensi Problema / Non c’è! Avvia la matita, Contorci le dita: «Se pensi che l’ami, Lei tornerà qui!» In fondo, Ci pensi, Non hai Che da aprir!
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XV Non la morte
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Non la morte, Il fumo Uccide! Parola di Philip Morris. Dissero: il fumo uccide! Affrettatevi a fermarvi! Risposero quelli: noi fretta Non ne abbiamo!
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XVI One way
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There is / One way Your own / Dirty way.
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XVII Anonimo
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Va se / Rena Vase / Lina, Ungi / Tutta La Re / Gina! Alla fin / Non unger pi첫, Linguacciuta / Giovent첫!
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XVIII Se lo sa (salmo calmo)
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Ciascuno / In ogni tempo / E in ogni luogo, Si sa, È / Solo / Davanti / Alla notte oscura. Se il poeta lo sa, / Lo sa. Se non lo sa, / O lo sa, / Ma non ne vuole dire, Chi lo sa / Se è / Un poeta / Che sa. E se non sa, / Il poeta, / E lo stesso dice, Chi lo sa / Se ci sarà / Chi lo a-scolterà? Ma se il poeta lo sa,/ Che siamo soli, E mentre sa / Dice quello che "non" Sa, / Mentre se ne sta / Tutto sazio Di sapere / Séssentimento, Se non fa / Che sa / Ch'è solo, / Come tutti, E questo solo lo fa / Fratello, / La fa sorella, A ciascuno vivente, Allora / Non ti sa / A te Di qualcosa / Che strana? Che vorresti / Non sentire? Che ti fa / Sussultare / Il sugo? A questo dire / Di tutto, Tranne il che / Tutti abbevera Sola, / La Poesia …
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XIX Inconsolabilmente L’Inconsolabile, si vede, si sa, solo da sé si sa consolare! Lui sì che sa placare quel che non si sa, l’Inconsolabile vita.
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XX Last graduate
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Fiducia, pazienza, con intatta scienza, realizzano cose, imperano il mondo.
Che resta rotondo, mentre altero si finge, per tutt’in tutto sfinge nel bel nulla accalorato.
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XXI Tempo al tempo
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(a Biagio. Marin)
Tempo del tempo, cuore del cuore, no, non esiste dolore che non sia stato chiamato.
Onda sull’onda, cuore sul cuore, no, non esiste un amore che non sia stato insegnato. Vita e poi vita, morte e poi morte, no, non esiste una sorte che non sia stata cercata. Voce di voce, gola di gola, no, non esiste parola che non sia stata donata.
Muto poeta, che gridi alle stelle, prendi le cose piĂš belle e nutri quel suono infinito.
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XXII Chiosa (in canto)
Se oso so Se osi sai Se osa sa Chi osa sa
Se osiamo siamo Se osate ‌ fate Se osan san Chi osa sa (ad libitum)
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XXIII Agli Zuppi di Poesia (Congedo) Volendo votare votivi Le vostre volgari vaghezze, Sostate da soli su soglie Straziando stramazzi di strame. Deserto vi detta dementi Malate amarezze di zezzo-
Non dentro quei denti dolenti Non verso quei vecchi vegliardi Potete provare poesia. Prendete, vi prego, congedo!
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Ballate del balbuziente
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" Incespicare, incepparsi è necessario per destare la lingua dal suo torpore. Ma la balbuzie non basta e se anche fa meno rumore è guasta lei pure. Così bisogna rassegnarsi a un mezzo parlare. Una volta qualcuno parlò per intero e fu incomprensibile. Certo credeva di essere l'ultimo parlante. Invece è accaduto che tutti ancora parlano e il mondo da allora è muto". (Eugenio Montale - INCESPICARE)
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STAMPA_RASSEGNA Ultimo gioco alle parole (Falsi Studi e Recensioni)
Recensioni
Che dire? Hai l'impressione di non capire niente, eppure questo parlare senza senso vuole dire qualcosa. Ma non direttamente, lo vuole fare per allusioni, come in un gioco enigmistico. Ti invita a collaborare al lavoro di dare un senso a semplici associazioni sonore (…) Un approccio ludico o furbastro alla poesia? Marco Marchino, poeta e critico
Una poesia che nasce dalle associazioni sonore e quindi si può cogliere appieno solo nella lettura ad alta voce, con la difficoltà che non sempre è facilmente comprensibile dove l'Autore voglia andare a parare.
Luciano Foggiano, critico teatrale, Gazzetta del Popolino
Finalmente qualcuno che non dimentica, pur con esiti tra il goliardico e la parodia, tra le mille altre avanguardie, l'esperienza della poesia fonetica, parecchi decenni fa, quando era ancora l'arte a sorprendere gli scienziati per l'acutezza delle visioni …
Jean Gillo, gallerista e studiosa di arte Ballate del balbuziente
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Nella sala qualcuno ridacchia, ma il gelo prevale. A nessuno piace essere preso in giro da uno che lo fa apposta a non farsi capire, a non darti appigli per un senso compiuto, una direzione qualunque. Alla fine qualche applauso compiacente toglie molti dall'imbarazzo: quello che non ti aspetti è che qualcuna di quelle sciocchezze ti rimanga nella testa per tutta la sera! Ada Maliarda, poetessa e scrittrice, in TRACCIE MARCIE, 1 / V, gennaio 2010
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Studi
Da un punto di vista semiotico, è soprattutto l'affollarsi delle voci, dei registri, delle scritture diverse che lascia perplessi. Un autore dalle molte, troppe voci, per credere davvero che ci si trovi di fronte ad una Voce Vera. Non ho trovato in tutta la raccolta un solo riferimento biografico, segno di una totale disinteresse a "comunicare" attraverso l'emozione: tutta la vita sta nella lingua, sembra dire, ogni emozione trae origine da lì. Un autore drammaticamente pan-semiotico!
Prof. Fosco Da Daìni, Università di Cattolica, autore del saggio "Il Sei Semiotico" - Edizioni Panta Gruel
Il primo riferimento che ci riesce di cogliere nel leggere "Ballate del Balbuziente" è quello alle glossolalie di Antonin Artaud, il folle autore di “Le Momo”. Quell'aspetto trascurato delle matrici affettive delle fonie "in cerca di significato" va senz'altro ascritto all'ambito del lacaniano "inconscio del linguaggio". Tra nevrosi e fobie, tic linguistici e approssimazioni alla lingua poetica costituita, si annuncia talvolta, come in un rebus, qualche evidenza taciuta …
Prof. Manlio Scamanlio, Ordinario di Psicopatologia del Linguaggio, Università della Quarta Età, Rapallo Non abbiamo noi notizia di stati modificati di coscienza quanto a soggetto in esame, né di particolari predisposizioni genetiche. Si conferma diagnosi già rilasciata di stati frustranti, ma benigni, probabilmente Ballate del balbuziente
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indotti da masochistica applicazione alla cosiddetta “sperimentazioneâ€? letteraria, notoriamente fonte di malesseri e depressioni. Per altro il soggetto, interrogato a proposito, ridacchia, anche quando gli si annuncia che per la scienza il suo caso è non contemplato e incurabile. Dott. Angelo Kurtz, dal referto redatto per conto della Pubblica Assistenza Popolare Per l'Aiuto ai Poeti (PAPPAP)
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Ballate del balbuziente
Renato Grilli è nato a Nereto (TE) il 31 dicembre 19**. A Pescara, mentre frequenta il liceo, incontra il teatro e debutta con Alienus, regia di Gianfranco Varetto e Ida Bassignano. Al DAMS di Bologna studia storia e critica dello spettacolo, regia e drammaturgia, con Squarzina, Gozzi, Scabia, Celati e altri. Si laurea con lode con la tesi Ricerche di idolatria moderna – Flipper the beautiful, relatore Paolo Fabbri, presidente Umberto Eco. Attore e aiuto – regista, lavora con varie compagnie tra cui il Teatro Stabile dell’Aquila, il Regionale Toscano, l’ATER-ERT, il Teatro Poesia di Bologna, il Doppio Teatro di Roma. Al cinema è il sosia di Kafka in “Ginger e Fred” di Federico Fellini. Ha scritto testi originali e adattamenti, ha portato in scena spettacoli e recital. Ha partecipato a incontri di poeti e “slam poetry” con testi originali; ha “messo in musica” versi e poesie di Leopardi, Petrarca, Carducci, Marin, S. Toma. Insegna tecnica teatrale e lettura poetica in incontri, corsi, laboratori e stage. Ha diretto corsi e laboratori teatrali in Scuole primarie e secondarie, in Biblioteche e Musei, seminari e stage con giovani attori e adulti. Collabora con quotidiani e riviste. Progetti recenti “Canzoniere Italiano”, poesia italiana in musica, e “Viva la poesia viva!”, laboratori didattici di poesia “giocosa”. Nel 2014 ha pubblicato in rete 3 brevi racconti – monologo sulla rivista online SAMGHA e una raccolta di poesie con Spagine 15 magazzino. Cura la pagina Facebook “poesia_è_azione” Vive nel Salento, nei pressi di Otranto, dal 2003. h t t p s : / / w w w. l i n ke d i n . c o m / p u b / r e n at o grilli/65/142/154
https://www.facebook.com/pages/Poesia%C3%A8 azione/664212073593150?ref=bookmarks
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Giugno 2015
Il Fondo Verri è in via Santa Maria del Paradiso 8.a a Lecce (cap 73100) telefono 0832-304522 fondoverri@tiscali.it Spagine è su issuu.com/mmmotus https://www.facebook.com/perspagine
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Renato Grilli è nato a Nereto (TE) il 31 dicembre 19**. Attore e aiuto – regista. Ha scritto testi originali e adattamenti, ha portato in scena spettacoli e recital. Ha partecipato a incontri di poeti e “slam poetry” con testi originali; ha “messo in musica” versi e poesie di Leopardi, Petrarca, Carducci, Marin, S. Toma. Insegna tecnica teatrale e lettura poetica in incontri, corsi, laboratori e stage. Collabora con quotidiani e riviste. Vive nel Salento, nei pressi di Otranto, dal 2003.
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