La Contrada del Poeta fogli volanti di poesia spersa
n째6-7 febbraio-marzo 2014
Parco Lambro, 1976, è lì che hanno abitato Eva ed Adamo, è lì che per poco hanno sentito di poter ritrovare il giardino dell’inizio, per poco, per poco... poi il “traco”, così Ezechiele Leandro chiama il “serpente” ha rinnovato la sua malìa...
Adamo
poi vi darò una compagna donna ci metterò un nome
AE &
Eva
E
va
E
va disse un giorno ad Adamo perchè stai tanto pensoso lasciatemi stare rispose ma cosa avete non vi fate ragionare più ma dimmi cosa ai nulla risponde ma un giorno Eva volle andare anche lei a dietro ad adamo ma Adamo diceva no non venire stai a giocare con l’animali che se vieni farai tanta strada vi stancherai no non mi stanco voglio venire ma si faceva discussioni ma tanto che fece la donna andò dietro quando sono arrivati quasi vicino disse Adamo aspetta acqui mettiti assedere io vato la di la a dove ci sono quelli alberi no vengo a dove vai vengo non te lascio un passo perchè la donna sospettava qualcosa così arrivati vicino a quello albero a dove cera il frutto profumato allora disse lo sconosciuto finalmente e giunta lora di tanto che mi sto a spormonare ma loro non lanno capito quello che voleva dire era suo il secredo che aveva di attirare come la calamita attira il ferro così si attira l’uomo quando c’è un grosso serpente come lo sono io...
L
a donna faceva come una pazza non vedeva lora di andare a posto dove cera il frutto come che portava il fuoco sotto i pieti non si dava pace saltellava spallava diceva presto andiamo presto adamo io non mi reggo più svanio di desiderio non vedo lora di vederlo e sospirava quando lo vedo mi sazierò ma lo vorrei toccare pian piano con una manina senza lasciare impronte ma presto andiamo quello sconosciuto anche ci aspetta ci racconta qualcosa noi stiamo sempre con le bestie stiamo soli io e tu non ceè nessuno altro che ci si può ragionare noi diciamo sempre le stesse cose ma il povero adamo soffriva non parlava diceva noi abbiamo stati sempre tranquilli di chè incontrato quella bestia non si à più pace non so che dire io mi sento male affritto non o voglia di parlare ne di camminare ne di tormire la mia testa sembra un pallone sconfiato senza aria ma la donna poi mi tà tanta noia massimo che mi affissata con quel frutto e quello e riservato ci lo già detto ma ceè quella bestia che insiste...
C
omunque quel giorno si partirono e andarono vicino al trago finalmente disse che siete venuti la donna tanto contenta che sta sotto l’albero del frutto e lo quardava ma si vedeva tanto nervosa che lo voleva per forza il trago tentatore diceva tra se e giunta lora di tanto mi stanno facendo lavorare siamo arrivati finalmente alle parole piÚ pesanti che ormai pesano tonnellate veduta la donna che era tanto svaniosa allora disse il trago donna che aspetti alza il braccio e prendi quello che desideri allora intervenia adamo e disse ò un ordine quel frutto non si deve toccare perche disse la voce dello sconosciuto chi e che la proibito: adamo rispose dio e tu pensi a dio a detto se mangerete il frutto morrete il drago rispondeva e tu a lui pensate dite o tenuta fame e melo mangiato adamo diveva dio risponde cenerano tanti e tanti arberi che voi non li potete contare avete desiderato proprio quello primo avete maicato di rispetto vi siete fatto piÚ superiore di me secondo non avete tenuto gura di nulla terzo te ne sei fregato di me ti ai in su perbito...
A
llora si volse alla dinna che a spetti che ti ammali per desiderio che non ti sei mangiato quel frutto desiderato prendilo vi proteggo io non ti prendere panza lascia che canti lui quando lo porti a mano dì all’uomo tuo compagno questo lo dobbiamo dividere questa e la nostra fedeltà se me lo mangio da sola che me dirai? ai avuto coraggio te lo sei mangiato da sola il drago insisteva donna tebole che aspetti prendi decisione stendi la mano allunga il braccio adamo stava malinconico prendilo e vai vicino e dividilo fate due parti e li lo dai veti che anche lui allunga la mano e prende la sua metà allora vedi che rite sotto i suoi baffi finalmente la donna prende il frutto lo fa in due parti e fecerò una parte a testa quando la vevano mangiado s’intese una voce e la mia parte? non la vete serbata non sapevate che io stavo a fianco a voi o steso la mano e non o preso nulla ... non vene siete preso cura di me ora che devo fare io ditemi io vi caccio fuori vi arraciate fuori di questo luoco se volete mangiare dovete lavorare (...) vi condanno alla morte del corpo e alle sofferenza della vita....
Pagine realizzateMauro da Marino con QuarkXPress 8 per la mostra I libri spezzati La donna nella creazione di Leandro 12›16 marzo 2014 › Lecce Conservatorio Sant Anna cura: Le Ali di Pandora Ad illustrare immagini dal Festival del Proletariato Giovanile organizzato dalla rivista Re Nudo e tenutosi a Milano nel 1974, 1975, 1976 nel Parco Lambro. L immagine a pagina 10 Ł un dono della scrittrice Francesca Caminoli ed Ł estranea al repertorio sopra citato La foto sopra Ł di Tano D Amico. Le immagini delle opere di Ezechiele Leandro sono tratte da La creazione di Ezechiele Leandro edito nel 2002 da Manni editori per il Comune di San Cesario. In copertina una fotografia di un frammento decorativo nel Santuario della Pazienza di Leandro a San Cesario
La Contrada del Poeta
n°6-7 Febbraio - Marzo 2014 Fogli volanti di poesia spersa, graficamente composti da Mauro Marino nella sede del Fondo Verri di Lecce
Direttore: Maurizio Nocera
I fogli sono pubblicati su Spagine (issuu.com/spagine) e stampati in fotocopiatrice a tiratura limitata