Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri
della domenica 07 - 8 dicembre 2013 - anno I n. 0
spagine
Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri
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Lecce, 8 dicembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 07
L’arte di costruire la città In rete un blog a sostegno dell’attività del Ministro Massimo Bray
Bray non mollare! di Fabio A. Grasso
Un frammento da un mosaico pompeiano illustra un post su nonmollarebray.blogspot.com
F
ra tutti i ministri di questo governo quello che maggiormente sembra lasciare un segno, quantomeno a partire dalla sua capacità di comunicazione, è Massimo Bray che, ricordiamolo per chi abbia staccato i fili di comunicazione con la politica e con gli amministratori, è il Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT). Sia chiara subito una cosa, qui non si tessono le lodi di questo o quel politico, si cerca solo di mettere in evidenza fatti e produrre qualche riflessione. E poi, sarebbe da chiedersi, ha ancora senso parlare di un giudizio politico? Sotto le pressioni di un Paese intero che vuole una realtà diversa, fare politica, essere ministro non è più come una volta. Al ministro Bray si muovono molte accuse, molti dubbi, molti sospetti. Dietro i suoi reportage foto-
grafici, il suo zaino, la sua bicicletta per qualcuno potrebbe non esserci nulla, per qualcun altro dovrebbe esserci qualcos'altro, per altri ancora dovrebbero esserci loro al posto del ministro. In sostanza il solito scenario all'italiana. Una cosa è chiara e una altrettanto vera. Probabilmente molti dei critici del ministro hanno dimenticato l'operato dei più recenti predecessori di Bray. Vogliamo ricordare il ministro Bondi? Oppure quel ministro che pare non sia passato nel suo ufficio per mesi e mesi. Vogliamo ricordare il ministro Galan? O quello il cui nome si lega (senza colpe dirette ovviamente) alla vicenda tristissima di quel soprintendente che ha svaligiato e venduto la napoletana biblioteca dei Girolamini? Vogliamo ricordare le felicissime parole di un ex ministro delle Finanze come Giulio Tremonti secondo cui con la cultura non si vive? Quanto pensate che il Ministero
per i Beni Culturali potesse valere in un clima del genere? Bray non riuscirà a fare tutto quello che serve al Paese ma qui la domanda è un'altra: cosa il Paese riuscirà a fare per Bray? Passi un paragone: Lecce è candidata a capitale europea della cultura per il 2019, Airan Berg sta applicando un percorso di formazione della città e dei suoi cittadini nel tentativo di dare avvio a un circolo virtuoso. La domanda è, anche in questo caso: cosa faranno i cittadini, le aziende, i giornali per Berg e prima ancora per la candidatura di Lecce? E' una chiamata non alle armi ma alla responsabilità di ogni singolo. A Lecce basterebbe leggere i giornali e cercare le pagine culturali, ridotte al lumicino, per capire quanta considerazione e peso abbia la cultura in questa città. Perché, è bene dirlo, c'è ancora chi taglia le pagine culturali per far posto alla pubblicità e ai suoi maggiori introi-
ti, perché a Lecce (o Bari a seconda delle redazioni dei singoli giornali) si pensa ancora che alla “gente” certi argomenti culturali non interessino e che trenta gatti (senza nulla togliere ai felini) abbandonati facciano più notizia di una mostra sul tempio di Iside. D'altro canto questa è la logica che ha preso piede in questi ultimi venti anni, la stessa che ci ha fatto sorbire trasmissioni televisive come “Il grande fratello” cercando di convincerci, per giunta, che era cultura, di quella che arricchisce. *** Bray in questi giorni sarebbe impegnato nella scelta di un nuovo direttore degli scavi di Pompei. Il ministro non può nominare, può solo suggerire al Presidente del Consiglio. Quest'ultimo, però, avrebbe in testa altro personaggio, un così detto tecnico, l'economista Giuseppe Scognamiglio (fonte: “Il Sole 24 Ore”, 5 dicembre 2013). In questa situazione, in questo scontro
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La scelta di un nuovo direttore del sito degli scavi di Pompei apre una riflessione sulle competenze... Meglio un manager o meglio un archeologo? E se si scegliesse un archeologo-manager?
Massimo Bray in una fotografia tratta dal suo sito: http://www.massimobray.it/
non aperto e non dichiarato, c'è tutta l'Italia di questi ultimi anni e parte dell'Italia dei prossimi anni. Se è vero che i conti economici di una realtà come gli scavi di Pompei devono quadrare è anche vero che la sola economia non risolve tutti i mali. Adesso servono figure professionali diverse, dalle competenze variegate ma che sappiano prima di tutto che differenza c'è fra un vaso del primo secolo dopo Cristo ed uno di tre secoli dopo. La realtà, però, non è così manichea come vorrebbero farcela credere alcuni: o si sceglie l'economista oppure è il disastro. In Italia si sono istituiti master, corsi di formazione, specializzazioni di ogni genere. Ed allora, in tutta questa allegra (si fa per dire) ridda di titolati volete che non si trovi un archeologo che abbia anche serie e reali competenze manageriali? Nel ricordare questa vicenda dei master non si può, però, nascondere una certa amarezza. In questi ultimi anni, infatti, una categoria è stata
particolarmente tartassata, rovinata, persa come avrebbe detto l'ex presidente del consiglio Mario Monti (che cinico quanto sia, non mentiva), ed è quella parcheggiata nei master (o altre cose simili) che in molti casi sembrano realizzati più per giustificare spese e “far girare l'economia” (con le quote di iscrizione, spesso esose, richieste ai partecipanti) che non per dare una reale formazione di livello superiore. Un altro dei problemi che al ministro Bray non dovrebbe sfuggire è quello dei molti posti dirigenziali frequentemente occupati da persone incompetenti anche se in possesso di titoli (un titolo, spesso, non è indicativo di competenza purtroppo). Prima che questa massa di soggetti dalla dubbia, reale preparazione e moralità lasci il posto a persone che facciano lo stesso loro lavoro con maggiore competenza e passione passeranno almeno altri 20 anni. E quindi, spiace dirlo, e il presidente Monti aveva ragione, c'è una
generazione che è persa e che passerà dallo stato di stand-by perenne direttamente alla “rottamazione” perché, seppur preparata non riuscirà a entrare in questo sistema. Volete esempi paradossali? Non capiterà mai che un architetto funzionario di una soprintendenza faccia un intervento di restauro su un edificio storico senza avere fatto gli opportuni e dovuti rilievi architettonici e ricerche storiche ovvero le stesse cose che lo stesso funzionario richiederebbe ai singoli cittadini che presentassero, pena la bocciatura, un progetto alla stessa soprintendenza. Non accadrà mai che prima si facciano i restauri, ad esempio, di un castello rinascimentale e poi solo dopo (paradossalmente) si faccia fare la ricerca storica sullo stesso edificio, magari anche organizzando una mostra, magari anche invitando lo stesso ministro all'inaugurazione. Non accadrà mai, non è mai accaduto oppure è accaduto e non lo si è ancora scopero.
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Vogliamo allora parlare di come si costruiscano certe carriere all'interno dello stesso ministero? Non lo facciamo, è bene non farlo, perché è tutta polvere nascosta sotto il tappeto per anni. Vogliamo ricordare il recente e clamoroso caso del soprintendente al Polo Museale di Napoli, Fabrizio Vona (solo fino a qualche anno fa soprintendente a Bari e Lecce), che si è costruito una serra abusiva sul tetto di un monumento nazionale come la Certosa di san Martino a Napoli? Meglio di no, è una ferita aperta. *** A proposito degli argomenti qui trattati si segnala un blog, apparso in questi ultimi giorni in rete, dal titolo “Non molare Bray” (http://nonmollarebray.blogspot.it/ 2013/12/non-mollare-bray.html). Andrebbe ribadito ulteriormente questo messaggio, con forza e non per questioni politiche (perché se la buttiamo in politica finisce “in casciara” e nulla si continuerà a fare), i nemici del ministro sono i nemici di un'Italia diversa, quella che non si arrocca dietro i favoritismi ne dietro l'impreparazione mascherata e tutelata dall'autorità dell'essere funzionario ministeriale. Altro aspetto che sarebbe tutto da sottolineare è quello della ricerca, del fare ricerca in un Paese come il nostro che ne ha bisogno quanto e più degli altri. La ricerca dovrebbe essere un diritto costituzionale e non dovrebbero esserci soprintendenze e suoi bigotti funzionari che bloccano, ostacolano questi che sono, giova dirlo, processi di crescita culturale ed economica. Non si può dire se i principali nemici di Bray siano dentro o fuori del suo stesso ministero. Sono costoro, in ogni caso, quelli che non vogliono cambiare, quelli che resistono con la stessa tenacia della mafia perché il livello, se vogliamo, è lo stesso. Indubbia è, infine, una cosa: se il ministro è solo, gli altri oramai sono tutti nudi. Ed è quanto basta. fabiograssofg@libero.it
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Diario Politico È possibile essere seri oggi in Italia?
Roba da bowling Il peggio è il “decadutismo”, ossia la tendenza a far decadere mentre si è a propria volta decaduti. Non si capisce davvero chi oggi in Italia sia nella legittimità di decidere qualcosa
di Gigi Montonato
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hi gliel’ha fatta fare a Napolitano a farsi rieleggere! Il di più – è notorio – è sempre del Maligno. Che qui non è il diavolo, è semplicemente il peggio. E il peggio è il “decadutismo”, ossia la tendenza a far decadere mentre si è a propria volta decaduti. Il fenomeno che oggi in Italia sta devastando il tessuto istituzionale e rischia di gettare il paese nel caos. Una sorta di febbre del bowling, dove tutti sono allo stesso tempo palle e birilli. Chi non è decaduto, scagli la prima palla! Diamo uno sguardo. La Corte costituzionale, eletta dal Parlamento, ha sentenziato che la legge detta Porcellum, che ha espresso ben tre parlamenti dal 2006 al 2013, è incostituzionale. Ergo, il Parlamento è illegittimo e illegittimi sono i suoi atti compiuti, compresa la nomina dei giudici della Corte costituzionale, compresa l’elezione bissata del Presidente della Repubblica, compresa la decadenza di Berlusconi, tanto per citare i casi più eclatanti. Decaduto a chi? – ha ragione di dire il Cavaliere – siete tutti decaduti e figli di decaduti. E, tanto per incominciare, io dichiaro decaduti i Senatori a vita, che non avrebbero i requisiti. Ma stavano così bene in casa loro, quelle eccellenze! Napolitano, che era già nei guai, li ha voluti compagni al duol. Altro che sesso degli angeli! Qui non si capisce davvero chi oggi in Italia sia nella legittimità di decidere qualcosa. Potessimo almeno affidarci al Papa, come nel Medioevo! Chi è senza incostituzionalità scagli il primo voto! Le maddalene possono stare tranquille, non ci sono più voti. E per fortuna! Se no il paese si trasformerebbe in una di quelle battaglie dove tutti scagliano arance o pomodori sugli altri, in un’orgia indescrivibile di feriti veri e apparenti. Il costituzionalista Michele Ainis, brillante pubblicista, anticipando il Presidente Napolitano, ha detto che il Parlamento è legittimato a svolgere il suo compito e che i compiti già svolti sono altrettanto legittimi. Che si fa – ha detto Ainis con un po’ di macabro umorismo – si uccide il bambino nato per una legge sulla gravidanza assistita poi giudicata incostituzionale? Via, siamo seri. Già, ma proprio questo è il punto: è possibile essere seri oggi in Italia? Il Porcellum lo si sta ingrassando da
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ben otto anni. Dove stavano i giudici della Corte costituzionale, che pare siano tra i più pagati al mondo e che a vederli sembrano i criticoni dei Muppet-show? Dormivano, erano fuori stanza, erano in ferie, erano in licenza per malattia? Non potevano intervenire subito a dichiarare incostituzionale una legge che ha fatto scialacquare destra e sinistra e perfino i grillini, che addirittura volevano perpetuarlo? No! Se no che paese straordinario saremmo? Ora non si sa che cosa possa accadere. I costituzionalisti, che in Italia quanto a numero se la patteggiano coi commissari unici di calcio, ne sparano a iosa. Stanno venendo fuori le cose più strane, più bizzarre e allegre e,
come nelle telenovelas, si rimanda il seguito alla puntata successiva, che sarà la pubblicazione della sentenza sulla “Gazzetta Ufficiale”. Tra le ipotesi più esilaranti perfino la decadenza degli eletti col premio di maggioranza per procedere alla sostituzione col criterio dell’assegnazione dei seggi col metodo proporzionale. Verosimilmente non accadrà nulla. C’è un vecchio principio, cui si appellava Curzio Malaparte, cosa fatta capo ha. Chi c’è c’è, e chi non c’è, se ne faccia una ragione. Questo Parlamento, pur delegittimato dalla sentenza sul Porcellum, continuerà, parttime, però. E’ finito il posto fisso anche per loro, cioè fino a quando non farà una nuova legge elettorale per
andare subito dopo al voto. Sembra una cosa da niente, detta così; invece è una questione maledettamente complicata. In Italia non si pensa mai a trovare soluzioni per il paese e nella prospettiva dell’efficacia di un provvedimento erga omnes, ma si cerca il modo come fottere il prossimo, nella fattispecie, come dicono gli avvocati, escogitare un sistema per vincere le elezioni. Il resto si vedrà. Ma è pensabile che questi signori – si fa per dire – siano talmente fessi da affrettarsi a decadere? Saranno capaci di rimandare tutto alle calende greche! Bisogna convenire che la situazione benché tragica non è seria. Perfino Prodi è tornato in partita. Aveva detto che non avrebbe votato alle primarie del Pd; è di ieri la sua dichiarazione: andrò a votare. Sai, che notizia rassicurante! Ma la notizia non è senza senso: a Prodi devono aver promesso l’elezione a Presidente della Repubblica, dopo che Napolitano lascerà ingloriosamente la carica. Prodi vota? Se poi sarà veramente votato è da vedersi, ma intanto si può pensare che Napolitano ha deciso di lasciare. Intanto avanza il nuovo: Renzi, Cuperlo e Civati a sinistra si contendono una carica che ha portato sfiga a chi l’ha ricoperta finora. Epifani a parte, a cui è andata bene proiprio perché non aveva grilli per la testa. Fossi in uno dei tre mi attrezzerei di corni e di gobbi. C’è poco da scherzare! Dall’altra parte il signor Quid, ovvero Alfano, ha presentato il simbolo del suo partito: un quadrato blu con dentro le lettere NC e fuori quadrato la lettera D, Nuovo Centro Destra. Gli sarebbe bastato posporre la D con la C e avrebbe ottenuto Nuova Democrazia Cristiana. Qui, davvero è il colmo! Forza Italia e il Nuovo Centrodestra si sono divisi, intanto dicono di essere alleati e perfino i più alti rappresentanti del Nuovo Centrodestra dicono che il loro leader è Berlusconi: In questo grandissimo casino il popolo italiano versa in sempre più gravi condizioni economiche. Letta a parte, che dice di sentirsi sempre più forte del giorno prima, ma rimanda il miglioramento al giorno dopo, non c’è chi effettivamente non si nasconde il peggio. Siamo sempre più vicini alla Grecia, con la differenza che noi, men che averla, non la scorgiamo neppure con la fantasia un’alba dorata. Per noi è notte fonda!
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Lecce Catitale della Cultura Europea 2019 Riflessioni dopo la festa di Accesso Libero alle Manifatture Knos
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risciu Lu te lu mare
olis Eutopia, dopo la festa di Accesso Libero dedicata alle disabilità, alle Manifatture Knos della città di Lecce in Via Vecchia Frigole, lunedì 2 dicembre, grazie a talentopia - con gli artisti: Vincenzo Deluci, Raffaele Casarano, Emanuele Coluccia, Emanuela Gabrieli, Vincenzo Gagliani, Redi Hasa, Gianluca Milanese, Francesco Pellizzari, Carla Petrachi e Claudio Prima - scrive una pagina del progetto culturale nella musica. Nella scuola sognata da Sofia della Polis Eutopia di Lecce 2019 c’è la richiesta di sostituire il suono della campanella dell’intervallo delle lezioni con una canzone rock o pop. *** La musica è la cultura più vissuta dai ragazzi. Le canzoni spesso sono i desideri dedicati, cantati, affidati vissuti come esperienza di gruppo nello studio, nel tempo libero, nel tempo d’amore. La scuola che sa ascoltare e non ha paura di sognare ha bisogno di più musica e di tanta poesia. Il tempo della preadolescenza è quello in cui i ragazzi sono poeti dei propri sogni cantanti dei propri desideri nelle canzoni d’amore. Tutti i ragazzi, come Sofia, vivono di musica e di poesia e amano sognare una scuola aperta, attenta, sensibile al loro futuro. La festa dedicata alle disabilità è stata un racconto delle diverse abilità della vita quotidiana. La musica, la sola grande arte che nella cultura non ha avuto frontiere ha messo in relazione desideri ed esperienze di essere liberi poeti attori di un nuovo destino. Il concerto nelle note delle melodie mediterranee ha fatto sentire le radici di un territorio che oggi si libera dai condizionamenti di musica popolare e si proclama cultura europea e rivendica il ruolo di essere capitale. Nella Polis Eutopia “Lu rusciu de lu mare” diventa canto del Mediterraneo delle acque che tanti poeti hanno cantato e rimangono ancora segrete nel fascino della luna. La musica della terra del sole
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Lecce, 8 dicembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 07
di Luigi Mangia
Il tempo della preadolescenza è quello in cui i ragazzi sono poeti dei propri sogni. La scuola che sa ascoltare e non ha paura di sognare ha bisogno di più musica e di tanta poesia
Lecce poesia sulle saracinesche di un vecchio negozio nel centro storico
umido si fa forza del corpo e la mente si apre si fa atmosfera si manifesta uno specchio d’acqua dove ogni desiderio si fa percepire sentire nel canto della melodia dove mente e corpo sono finalmente uniti: sono desiderio, musica dolce melodia. Nell’esperienza la musica prima la ami e poi la scopri. La musica canta la vita, vince il silenzio e supera la solitudine spesso percepita come male del nulla smarrito della vita. La musica ha la forza di racconta-
re e rinnovare la scuola nel tempo della globalizzazione della cultura; ha la capacità di unire i percorsi culturali dei giovani delle scuole di Europa dove si studiano e si imparano almeno 22 lingue. Più musica nella scuola vuol dire favorire, agevolare la crescita culturale delle nuove generazioni. I ragazzi amano la musica perché è la cultura che conoscono meglio e sentono più vicina alla loro vita. La scuola di Sofia nella Polis Eutopia deve essere la
scuola della musica e avere il compito di educare i giovani al fascino del meraviglioso ascoltare. Con la guida dell’artista jazz, Raffaele Casarano, il gruppo di musicisti che con impegno hanno esaltato nelle note la festa delle disabilità possono comporre musica per realizzare il progetto di Sofia cioè sostituire il suono della campana con meravigliose canzoni.
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Promozione della lettura e del libro Approvata e finanziata con 200mila euro l’anno la proposta di legge regionale promossa da Sergio Blasi
Stare, nel tempo lungo del libro Saper essere “lettori” in senso pieno e non semplici “leggenti”
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opo un lungo iter, il Consiglio Regionale ha approvato la proposta di Legge regionale sulla Lettura e sul Libro promossa dal consigliere Sergio Blasi. Lo stanziamento economico iniziale è di 200mila euro, all’anno; non moltima un buon avviao che speriamo sia destinato anche a quelle associazioni indipendenti che nel territorio, da sempre, lavorano per il libro, la promozione della lettura e dell’esperienza autoriale. Ripromettendoci di tornare presto sull’argomento, vi proponiamo la relazione che apre la proposta di Legge. * * * “La proposta di legge regionale sulla lettura e sul libro proposta dal Gruppo consiliare del PD si fonda sul principio della centralità del lettore e della lettrice (art. 1, comma 1). La lettura è fattore di crescita culturale e democratica dell’individuo e della società. La Regione Puglia, attraverso “politiche pubbliche trasversali e integrate” (art. 1, comma 2), promuove pertanto la lettura intesa come forma di welfare della conoscenza, come manifestazione di partecipazione democratica, come espressione di “bibliodiversità”, cioè di “diversificazione culturale dell’offerta editoriale e commerciale” (art. 1, comma 3). Tale finalità è perseguita attraverso interventi e azioni rivolte in primo luogo a contrastare nuove forme di analfabetismo. Questo oggi non consiste, come ad esempio negli anni del dopoguerra e della ricostruzione, nel non sapere letteralmente leggere e scrivere, ma, in modo specifico nella nostra epoca,
“Lettore forte”
consiste nell’incapacità, da parte di soggetti anche scolarizzati, di soffermarsi per più di un tempo limitato su un testo, di comprendere le connessioni tra le varie parti di un discorso scritto, di saper essere insomma “lettori” in senso pieno e non semplici “leggenti” di testi brevi come sms o frasi sui display digitali. Il libro, sia quello cartaceo, sia quello in formato digitale, rappresenta l’oggetto più completo e democraticamente disponibile sul quale si realizza la lettura intesa nel senso pieno sopra descritto. In questo senso si pongono interventi diretti della Regione rivolti a “non lettori, a lettori deboli e a lettori che hanno perso familiarità con la lettura” (art. 3 comma 1a); alla
“formazione di una nuova e più solida generazione di lettori consapevoli” (art. 3 comma 1b) di bambini e adolescenti; alla lettura come forma “di integrazione o reinserimento sociale” (art. 3 comma 1c) in situazioni per esempio di marginalità, di disintegrazione sociale, di abbandono scolastico, di detenzione, ecc.; all’innovazione informatica e digitale quale elemento oggi determinante nel sistema e nel processo sociale della lettura (art. 3 comma 1d). La legge intende far sì che la Regione Puglia promuova progetti e azioni, elaborati nello spirito e nelle finalità suddette, e proposti: 1. dalle istituzioni culturali del libro e della lettura; 2. dalle imprese edito-
riali; 3. dalle librerie indipendenti; 4. dagli operatori della filiera del libro. Questi soggetti vengono definiti nell’art. 2, nel quale si nota come il punto 1 comprende “organismi pubblici e privati”, senza scopo di lucro (scuole, università, biblioteche, archivi, associazioni e fondazioni culturali), mentre gli altri punti includono imprese private (librerie indipendenti, case editrici, operatori della filiera quali i distributori e i promotori del libro). Assumono particolare rilevanza interventi volti alla rivitalizzazione di istituzioni già presenti sul territorio (per esempio biblioteche); azioni finalizzate alla digitalizzazione, alla internazionalizzazione (traduzioni) e alla formazione del personale; iniziative indirizzate a creare reti tra istituzioni culturali e operatori produttivi della filiera (per esempio tra biblioteche e librerie indipendenti); iniziative di mutua collaborazione tra i soggetti che operano per la promozione del libro (per esempio manifestazioni e festival culturali) (art. 4, commi 1, 2 e 3). L’attuazione del programma viene predisposto dalla Giunta regionale attraverso un piano annuale (art. 5), e in coordinamento con con il Centro per il Libro e la Lettura, con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con le province e i comuni pugliesi. La Consulta del libro e della lettura è l’organismo consultivo che ha il compito di fornire pareri sul Piano annuale (art. 6 commi 1 e 2); nella Consulta sono presenti, oltre al Presidente della Regione e/o all’assessore competente, rappresentanti delle istituzioni e della filiera della lettura e del libro”. M.M.
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Corrispondenze Da Luzzara, gli Appuntazzi di Gianluca Costantini
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Racconto
Le Attese del Natale
di Antonella Caputo
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miei inverni non sono attesa della neve. Al sud non nevica. I miei inverni hanno l’odore del vapore umido che mi bruciava i polmoni quando, da bambina, prima di cena, salivo sul terrazzo a spiare il cielo. Sì, il cielo! L’inverno era attesa del mese di dicembre: il cielo, in quel periodo, prendeva vita. Lei cominciava il Grande Viaggio. Partiva chissà da dove, ma senza ombra di dubbio passava sulla mia testa, dovevo solo stare attenta a non lasciarmi sfuggire il momento, e chissà se non passava e ripassava più di una volta. Di sicuro volava solo all’imbrunire, era timida. E così salivo sul terrazzo a spiare il suo passaggio. Quando ero piccola, io non pensavo a Babbo Natale. La nostra casa non aveva l'onore di ricevere in dono le sue attenzioni, da noi passava la Befana, ché i due si dividevano le strade, così ci era stato detto. Non mi spiegavo perché in alcune case si affacciassero tutti e due, i vecchiardi, ma evitavo di far troppe domande e di indagare altrove, nonostante fossi una bambina piena di curiosità, come se intuissi che la risposta avrebbe potuto non farmi piacere. E insomma, l'attesa della Befana era un evento che mi metteva un'adrenalina addosso che cominciava settimane prima. E più si avvicinava il momento del suo arrivo più mi prendeva la smania d'incontrarla di persona. Il colore del cielo sul terrazzo conserva ancora intatto il suo fascino antico. Quel pervinca scuro venato di nero. Ci stavo decine di minuti a scrutare le
nubi, i cirri, gli svolazzi, la scia lasciata da un aereo, per scorgerne la sua attraversata. Guarda e guarda finiva che lo vedevo davvero un alitare di capelli sfuggiti al fazzoletto, una virata di coda della scopa, un piede penzoloni. Sì, li vedevo. E mi prendeva una gioia, un'euforia che mi mettevo a saltellare voleggiare gridare per chiamarla e ci credevo!, potesse sentirmi. E non avevo neanche freddo. Ma dopo me ne scendevo dal terrazzo dubbiosa, percorrevo le scale lentamente, mi prendeva la tristezza, salvo poi ripetere esattamente lo stesso copione la sera successiva e ancora e an-
cora, fino al cinque di gennaio. Ecco, non erano tanto i regali a far speciali quei giorni, ché non c’era una volta fossero quelli richiesti - la Befana dell’Aeronautica era povera, anche questo si diceva - quanto quell'attesa, quel catturare un’istantanea come un ladro che spia la sua preda. Lo confesso: ancora adesso in certe sere di dicembre con quel cielo così rivolgo lo sguardo verso l’alto e lo lascio vagare tra le nuvole. Un rossore soffuso mi sale sulle guance ma lo so solo io che non sono gli aghi della tramontana.
Ad illustrare Notte stellata di Vincent Van Gogh, l’opera è del 1889
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Natale Salentino Non v’è leccese che non conosca o, quanto meno, non abbia sentito parlare delle specialità preparate fra le mura del convento
La pasta di mandorla
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Lecce, 8 dicembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 07
delle monache
Rispetto al Natale 2012 e alla Pasqua 2013, il prezzo dei “sacri” dolci è aumentato del dieci per cento, passando da venti a ventidue euro al chilogrammo
di Rocco Boccadamo
N
el piccolo esercizio con l’insegna “Alimentari e altro”, al paesello, l'amico Orlando, classe 1927, agricoltore in servizio attivo e, a tal fine, quotidianamente in sella al suo vecchio scooter oppure al volante del suo motocarro Ape, ha stamani ordinato un misto di mortadella, prosciutto e provola, per complessivi duecento grammi di peso. Non c'è che dire, nella semplicità e in economia, buongusto a tavola. *** Nella capitale del Barocco, esiste da secoli un monastero di suore, già rigorosamente di clausura, adesso un po' meno. Dette religiose, oltre ad attendere alle pie pratiche di riflessione, meditazione e servizio liturgico, si interessano, per antica usanza, della produzione artigianale di dolci in pasta di mandorla, in gergo dialettale definiti “duci te li signori”. Invero, non v’è leccese o salentino che non conosca o, quanto meno, non abbia sentito parlare delle specialità preparate fra le mura del convento, leccornie che, negli ultimi decenni, sono arrivate a farsi apprezzare anche fuori regione, in particolar modo nel nord Italia, e pure all'estero. Piccola nota al riguardo, le suore, su richiesta, si occupano finanche della spedizione, per posta o via corriere, dei loro dolci.
bito e che si distingue nettamente rispetto alle specialità similari che si trovano nei bar e nelle pasticcerie. Si dice che ciò dipenda da una ricetta di lavorazione segretissima, mai uscita fuori dalle mura del monastero e quindi, a Un segmento preponderante tutt’oggi, detenuta e adoperata dell’attività in questione è rap- dalle suore in assoluta esclusiva. presentato dai generi preparati Chi scrive è un acquirente assinelle cucine del monastero in prossimità del Natale e della Pa- duo e puntuale di pesci e agnellisqua, rispettivamente sotto forma ni in pasta di mandorle - che è sodi pesci e di agnellini, con confe- lito far pervenire, in occasione zioni che vanno dai cinquecento delle feste, a una serie di familiagrammi ai due chili e mezzo: su ri, parenti e amici – e, insieme, ciascun involucro, l’indicazione un estimatore delle monache che chiara degli ingredienti, ossia li fabbricano. Altro piccolo e afzucchero, mandorle, acqua e fascinante particolare, il ritiro delle confezioni acquistate avviemarmellata di pera. ne esclusivamente tramite una Questo delle monache, è fuor ruota, sì, proprio una bussola di dubbio un prodotto molto am- ruotante, così da non intaccare il
Mandorle
regime di clausura dei soggetti che vendono, con l’immancabile dell’invito accompagnamento della suora, di volta in volta addetta, a mettere i soldi corrispondenti al conto all’interno della medesima ruota. Sennonché, quest'anno, nel corrente periodo prenatalizio, in seno al tradizionale e consolidato quadro, si è registrata una novità, che, di primo acchito, sembrerebbe non trascendentale, mentre, oggettivamente, è assai indicativa. In sostanza, in confronto ai listini del Natale 2012 e della Pasqua 2013, il prezzo dei “sacri” dolci in pasta di mandorle è aumentato del dieci per cento, passando da venti a ventidue euro al chilogrammo; una bella botta, anche tenendo conto dell’infla-
zione. Accanto alla lievitazione oltre misura del corrispettivo da pagare, è emersa la novità costituita dall’emissione, per la prima volta, dello scontrino fiscale. E, però, la concomitanza fra l’intervento sul listino e lo stacco del dovuto scontrino con lampante diretta ricaduta sull’acquirente, la dice lunga. Chissà che cosa osserverebbe al riguardo Papa Francesco, il quale, a quanto letto sulla stampa, conversando con il proprio Monsignore Elemosiniere, ha con candore affermato che, personalmente, nelle tasche non ha mai neppure cinque euro. Forse, nella fattispecie, il Pontefice non sarebbe portato a complimentarsi con le suore di clausura leccesi.
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Copertina Un progetto dell’associazione Positivo Diretto
Il photocrossing
di Bitume
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a qualche mese in giro si sente spesso parlare di Bitume, ma ad oggi ancora nessuno sa di cosa si tratti. Con quest'intervista cercheremo di carpire qualche informazione direttamente da POSITIVO DIRETTO, l'associazione culturale da cui nasce questo progetto, che anima una bella pagina facebook e ha all'attivo il progetto “Bitume Photocrossing”. Ma che nome è Bitume? “Ahaha! BITUME è un gioco di parole, il primo riferimento è alla storia della fotografia, alla genesi dell’immagine, all’elemento che consentì a Nicéphore Niepce di proseguire sulla strada giusta, la stessa strada che conduce ai passi che oggi vogliamo percorrere, il nostro BITUME: un’esperienza di condivisione urbana , perchè Bitume è anche Asfalto, Strada, Città, e le storie ad esse legate. Tutto qui per ora! Abbiate ancora un po' di pazienza e verremo allo scoperto. Ci sono ancora un po' di sorprese da tirar fuori dal cilindro”. Possiamo però scoprire qualcosa in più di voi. Chi siete? “Siamo l'associazione culturale “Positivo Diretto”, composta da sei professionisti che operano in vari ambiti della cultura e della creatività: Beatrice Bambi (grafica e designer), Andrea Laudisa (fotografo e storico della fotografia), Gioia Perrone (fotografa, artista e scrittrice), Valerio Nicoletti (grafico e designer), Cecilia Leucci (critico d'arte e curatore) e Valentina Trisolino (storica dell'arte e curatrice). Ognuno di noi si occupa da anni di arte, fotografia e design ed insieme abbiamo deciso di dare vita ad un progetto innovativo che abbraccia molti aspetti della fotografia contemporanea, ma non solo...” Siete partiti sin da subito con il Photocrossing che ha destato molta curiosità in città. Siamo stati abituati a sentire parlare di Bookcrossing, ma questa volta in gioco ci sono le fotografie. “Si, infatti. Il Photocrossing è un progetto di comunicazione creativa dedicata alla storia della fotografia, un'azione collaterale di “Bitume” che nasce per far circolare in modo
spagine
Lecce, 8 dicembre 2013 - spagine n° 0 - della domenica 07
me, sia tramite Instagram, con l’hashtag #bitumepf”. Nonostante “Bitume” sia ancora in fase di definizione, state costruendo una interessante rete intorno al vostro progetto. “Abbiamo iniziato una concreta e fattiva collaborazione con l'attiva e vivace associazione “La Camera dello Sguardo” di Francavilla Fontana, che lavora con noi al progetto Photocrossing, invadendo a loro volta con le cartoline Bitume la loro realtà urbana. Ma molte altre grosse realtà italiane ci hanno dato il loro supporto, che tende principalmente a sviluppare una rete di contatti per la diffusione degli artisti e delle idee e di questo siamo estremamente felici. Tra i nostri partner abbiamo Auronda Scalera con VISIVA (entrambe realtà romane), Carlo Gallerati con la sua galleria, Andrea Bartoli e Florinda Saieva con Farm Cultural Park di Favara (AG) , Andrea Botto e l'esperienza di Rapallo Fotografia Contemporanea, Daniele Coricciati e il suo studio “Besafe”appena fuori città (una nuovissima e interessante realtà che ha aperto i battenti con Flavio&Frank, Gabriele Surdo e Totò De Lorenzis ) e molti altri, ma al momento non possiamo svelare di più”.
alternativo pillole di cultura visuale e far conoscere le nostre passioni in modo divertente. E proprio lo sguardo fotografico sul mondo a viaggiare da mano a mano, da sguardo a sguardo, proponendo un gioco che, dell'originale conserva la leggerezza, ma mette in circolo un apparato visuale proveniente dalla storia del mezzo fotografico. In pratica stiamo “abbandonando” delle cartoline d'autore nel tessuto urbano delle città di Lecce (ad oggi abbiamo “invaso” Lecce, Roma, Torino, Palermo, Taranto e Bari), permettendo a chi le trova di entrare in contatto con noi, ricevendo in dono un'immagine che può conservare o abbandonare nuovamente all'interno della città, permettendo a
qualcun altro di ritrovarla. Il Photocrossing è partito il 16 ottobre con i primi “abbandoni” di immagini nella zona di Porta Napoli. Non esistono delle date e dei luoghi specifici per l’abbandono: l’idea è quella di organizzare delle azioni urbane ,una sorta di guerrilla, durante la quale le fotografie vengono abbandonate e subito dopo viene comunicata la zona in cui si trovano, sia sulla fan page di Bitume, che sull’evento BITUME PHOTO CROSSING. Ad oggi abbiamo già avuto numerosi riscontri ed il ritrovamento delle foto è stato “documentato” da diverse persone..sia tramite messaggio privato sul profilo di Positivo Diretto o sulla fan page di Bitu-
Cosa avete in pentola per i mesi prossimi? “A brevissimo lanceremo una campagna video relativa a “Bitume”,proseguiamo con in Photocrossing invadendo ci auguriamo le più svariate geografie, a gennaio partirà anche una campagna di crowdfunding che ci auguriamo sia costruttiva e daremo vita ad altre attività collaterali che punteranno a coinvolgere la città e tutti gli appassionati di fotografia iin attesa di “Bitume”. Chiunque voglia seguire i nostri progetti può trovarci sulla fanpage di Facebook “Bitume”, sull'evento Facebook “BITUME PHOTO CROSSING” e sul nostro profilo “Positivo Diretto”. Siamo inoltre su Instagram con l'ID #bitumepf e su Vimeo con l'ID “Bitume”. A brevissimo anche il nostro tumblr e dai primi del 2014 il sito di Bitume (ancora top secret!). G.P.