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Lecce, domenica 9 marzo 2014 - anno II

Periodico culturale dell’Associazione Fondo Verri

Un omaggio alla scrittura infinita di F.S. Dòdaro e A.Verri

Castello Carlo V° Parte del circuito interno esposta a tramontana

L’arte di costruire la città - Il Castello Carlo V°

Parole al muro di Fabio A. Grasso


Spagine n°0 - L’arte di costruire la città

L’arte di costruire la città - Il Castello Carlo V°

Una questione da trecento ducati

L

di Fabio A. Grasso

a storia edilizia del castello “Carlo V” di Lecce è ricca, articolata e soprattutto difficile da riassumere in poche battu-

te. Nel brano che segue continueremo il racconto delle vicende edilizie di questo importante edificio leccese soffermandoci su alcuni dettagli che nel frattempo, rispetto ai resoconti precedentemente presentati, la ricerca ci ha consentito di approfondire. *** Il primo aspetto è legato a un atto notarile (AS Lecce, Protocolli Notarili, Pandolfo C., Not. in Lecce, 46 / 4, atto del 26 settembre 1568 - corso di Lecce -, cc. 18v – 22 - nuova numerazione -). Per maggiore comodità degli studiosi si è preferito trascrivere il documento (Appendice documentaria 1 pubblicata di seguito) nella sua interezza conservando la geometria dell'originale. L'atto fu rogato il 26 settembre 1568, secondo il corso di Lecce, ovvero il 1567 secondo l'uso corrente.

Escluse alcune sue parti, costituite dalle formule notarili di rito, il documento racconta in sostanza di un problema murario occorso a un'ala del castello (l’immagine è riportata nella copertina dell’articolo) e cioè quella parte del circuito interno esposta a tramontana - che dalla torre magistra si estende giù fino all'angolo a ridosso del lato del castello verso la città antica, includendo però forse anche quella parte di quest'ultimo lato che si estende verso l'attuale cappella di santa Barbara. Furono chiamati alcuni tecnici ovvero: Paduano Schiero, Mariano Barci, Nicola Sagitta. Dopo attenta valutazione i tre periti prospettano la seguente situazione: se si “restaurasse” subito la parte del castello oggetto della perizia si spenderebbero “solo” trecento ducati, se invece si lasciasse trascorrere del tempo i danni alla struttura peggiorerebbero e si dovrebbe ricorrere alla ricostruzione ex novo del corpo edilizio danneggiato con una spesa complessiva di seimila ducati. Cosa accadde dopo? Quale fu la soluzione adottata?

Una risposta a tale quesito giunge dall'analisi muraria. Sulle parti probabilmente interessate dal crollo (il riferimento è sempre all’immagine riportatat in copertina) si rileva una significativa compresenza di tessiture murarie diverse tale da lasciare propendere per l'ipotesi che dopo la perizia dei detti mastri le autorità preposte provvidero al “restauro” delle parti danneggiate (con una spesa prevista di 300 ducati evidentemente). *** Cambiamo argomento e spostiamoci in altra parte della fortezza. Il secondo approfondimento è relativo infatti alla torre mozza o meglio alla cappella in essa presente dove si vede una raffigurazione della Pietà. Escluso il dipinto centrale (l’immagine è riportata nella pagina a seguire), quello con la Pietà appunto, tutto il resto (santi, angeli, partitura architettonica solo in parte sopravvissuta) sarebbe riferibile al pittore copertinese Bernardino Greco attivo soprattutto nella seconda metà del Seicento. Le figure, quella della Madonna e,

sulle ginocchia di quest'ultima, quella del Cristo, ad una più approfondita analisi sembrano estranee alla produzione del detto pittore copertinese. Ci sono un paio di dettagli del dipinto che varrebbe la pena sottolineare: l'aureola della Madonna tagliata superiormente dalla partitura architettonica, la non centralità del soggetto sacro tutto dove addirittura le gambe del Cristo sono tagliate verticalmente o meglio nascoste dagli elementi che inquadrano la scena principale. Tutta questa serie di dettagli lascerebbe ipotizzare che la detta parte centrale con la rappresentazione della Pietà potrebbe essere precedente l'intervento pittorico di inquadramento realizzato probabilmente, come detto, dal pittore copertinese. Indagini e studi sono stati possibili grazie alla collaborazione dell'arch. Ninì Elia, dirigente del settore cultura del Comune di Lecce.


Lecce, domenica 9 marzo 2014 - anno II

Particolare del dipinto centrale nella Torre Mozza del Castello Carlo V째


Spagine n°0 - L’arte di costruire la città

[18v]

interesse ac preiuditium Regie Curie pro cuius / indinitate vocare fecit predictum Paduanum Scherum / uti protomagistrum Regie Curiae super fabricis / in provinciis Terrarum Hydrunti et Bari, Marianum / Barci protomagistrum magnifice universitatis huius civitatis Litii / similiter super fabricis ipsius civitatis, et Nicolaum / Sagittam magistrum dicti exercitii fabricare / uti expertos pratticos et idoneos in //

Relatio facta per subscriptos expertos

[19v]

Die XXVI mensis septembris XIe Inditione 1568 Litii / secundum cursum. Nos Horatius Petrosinus de Litio / annalis iudex Caesar Pandolfus de eodem / Litio publicus notarius et testes infrascripti videlicet nobilis / Ioannes Petrus Falconerius, nobilis Scipio Staybanus / Guerra Vivilacqua de Litio magnificus Antonius / Villanova de Brundusio magnificus Franciscus Antonius / Petrarolus de Hostunio Brundusii commorans / viri quidem literati. Fatemur quod eodem predicto die eiusdem ibidem / ad instantiam requisitiones ac preces nobis //

recognoscendum dictum edificium veterem / ut supra et referendum quicquid pro servitio / benefitio et utilitate dicte Regie Curie eis vide_ retur, qui predicti Paduanus, Marianus et Nicolaus / ad hoc electi et deputati per predictum magnificum Bartolomeum / coram nobis et dicto magnifico Bartolomeo in / vulgari eloquio et sermone unanimiter / de concordia et pari voto asseruerunt / come hoggi in questo presente giorno essendo / stati chiamati loro come esperti e prattichi / à riconoscere una parte di detto castello da la / banda de lo appartamento vecchio per parte di lo / predicto magnifico Bartolomeo vice castellano ut supra, si sono conferiti / dentro esso Regio castello et hanno riconosciuto / la parte predicta de lo appartamento vecchio dentro / detto Regio castello da la banda de la tramontana / hanno ritrovato la sala sopra la cavallarizza / vecchia quale hogge serve per cantina a basso / che se si conserva la monitione dil vino di //

Appendice documentaria AS Lecce, Protocolli Notarili, PANDOLFO C., Not. in Lecce, 46 / 4, atto del 26 settembre 1568 (corso di Lecce), cc. 18v. – 22 (nuova numerazione).

[19] iudici notario et testibus factas pro parte / magnifici Bartolomei de Ruccehas hyspani ad presens / vice castellani Regii castri huius civitatis Litii / nos personaliter contulimus intus dictum Regium / castrum, et qudem ibidem essemus dictus magnificus / Bartolomeus asseruit coram nobis et nobili Paduano / Schero, Mariano Barci et Nicolao Sagitta / de Litio ibidem presentibus et audientibus qualiter / intus dictum regium castrum est quodam appar_ / tamentum ubi dicitur la banda vecchia verso / la tramontane quod ob vetustatem lapsum / minatur nimiam ruinam in grave damnum et /

[20] esso Regio castello essere discoperta con molta / ruina e danno de la legname tavolati et /


Spagine n°0 - L’arte di costruire la città

imbrici sopra che ci sono che hoggi per essere / ammarciti de l'acqua non servono ad cosa / alcuna, e pero per remediare che l'acqua / non trapani la cantina da basso e guasti le / muraglie le quali hanno cominciato da una / banda à far danno et minacciano ruina, essi / predetti essperti sono di comune parere et giuditio / che si debbia provedere et remediare di / coprirse la detta sala con canne et imbreci / et legname necessaria perche con ripararsi / à questo modo sarà utile de la Regia Curte perche / la detta sala quando sara coperta servira / per conservarsi grano et altre vittovaglie / de la monitione di esso Regio castello, et se / ci avanza anchora che si levara la humidita / da supra la lamia de la cantina da basso dove / al presente se conservano li vini et aceti de la // [20v] munitione di esso Regio castello, et sara causa / che le botte non piglino humidita, le quali / pigliandola si potriano guastare tanto le / botte come lo vino, et fare la sopradetta copertura / in essa sala giudicano et sono di parere / comune che ci correria de disspesa circa / cento ducati. Poi continuando hanno / ritrovato una camera grande discoperta / congionta a detta sala con dui altre camere / grandi ruinate da molto tempo in dicto / verso lo ponente, le quale supradette tre camere / hanno lamie da la parte da basso nelle / quali lamie se ci tiene puro la munitione / del vino et aceto di esso Regio castello, et le / acque quando piove trapanano talmente / sotto dette lamie che pare che piovesse / in la campagna e stanno con pericolo di / casscare non reparandonose secondo /

il bisogno. Però sono di comune parere et giuditio // [21] che medesmamente le dette tre camere si habbino / da coprire ad una acqua ò a due con legname / et imbreci come meglio si potra in modo tale / che le acque non habbino a penetrare à basso / e guastare le dette lamie, perche tengono per / firmo che si non se ripara presto che in questo / inverno prossime che viene potria correre / et succedere uno grande pericolo et ruina / atteso che ci è uno pezzo de muraglia cas_ scato da la faccia de la tramontana dentro / lo fosso vecchio che è in la spalla de la / cantina et camere da sopra, et si non se / ripara con prestezza con le acque che seguiranno / appresso facilmente se ruinara di modo che / quando si volesse non si potria reparare, la / quale reparatione secondo lor giuditio e per / lo meno disspendio de la Regia Corte ha da / essere una scarpa gagliarda per riforzamento // [21v] de la predetta cantina et lamie da basso et anco per le sudette camere da supra et havendo ben discorso / et considerato la disspesa che ci correria in lo / reparare di dette tre camere et scarpa predetta giudi_ cano che ci vorra de dispesa da circa trecento / ducati computato la legname coperta / maestranza et tutto lo appresto necessario / con farsi però la detta scarpa di rustico / et non di opra netta, et si per caso non si / facesse la detta reparatione al modo come / di sopra hanno detto tartandosi ci correria / una ruina grande che ogni cosa andaria / à terra, et faria bisogno che si facesse /


Lecce, domenica 9 marzo 2014 - anno II

di novo à lo disegno e modo che corre / la altra fabrica di detto castello, et se ci / spenderia per fare ditta nova fabrica / da ducati sei millia, e questo è quanto essi / Paduano, Mariano, e Nicolo essperti et / deputati ut supra havendo visto et conosciuto // [22] et considerato bene et distintamente giudicano / affirmano declaro unanimiter pari voto et / de concordia et testificano essere loro parere / iuditio et intentione per lo reparare et accommodare / detto appartamento e stantie ut supra esspresse / et declarate, che altramente andarebbero / à ruina come di supra e detto. De quibus / omnibus sic declarantibus predictus magnificus Bartolomeus / statim requisivit nos unde nos.

Di Fabio Grasso su Spagine Il castello di Lecce (gennaio 2014) http://issuu.com/mmmotus/docs/spagine_-_il_castello_carlo_v_-_di_ Se una madonna diventa Maria d’Enghien (gennaio 2014) http://issuu.com/mmmotus/docs/spagine_-_la__mostra_sul_castello_c

Castello Carlo V°, finestra


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