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Paolo Vincenti
L’una e due *
spagine
spagine - magazzino di poesia 06
Paolo Vincenti L’una e due
Spagine è un periodico di informazione culturale dell’Associazione Culturale Fondo Verri di Lecce
La sperimentazione continua, forse un’ansia sempre insoddisfatta, mi portano a scrivere testi molto diversi fra loro e rendono difficile riunire materiali tanto eterogenei in una raccolta che abbia caratteri di organicità, unità, completezza. Provo a farlo, in questa silloge on line, confidando nella clemenza di chi mi pubblica e di chi mi leggerà. Ancora una satura lanx, dunque, in questa raccolta, costituita da excerpta o brani scelti (in quanto “estratti” da quel poema lungo che è il gran libro della vita, che si va scrivendo in corso d’opera) e che, con mutuata brillante intuizione di Mauro Marino, ho già definito “prosette liriche”. La divisione della raccolta in due tempi, - da cui il titolo, “L’una e due”- , non è casuale (ché il tempo è da sempre tema preferito, leit motiv, filo di Arianna nel labirinto della scrittura creativa): la prima parte è composta da testi più lunghi e intimistici, mentre la seconda, da testi più brevi e compatti ( “nugae” li chiamerei, se posso scomodare Catullo e il suo “lepidus libellus”). È ancora vita, comunque, è sempre letteratura. Grazie Paolo Vincenti
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PRIMO TEMPO
L’una e due
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(L)UNA IN DUE Sei una e sei due sei l’uno nel due sei due e sei una sei il due nell’uno sei una o sei due sei l’una e due sei due o sei una sei due e una sto con te o con lei sto con lei o con te o mentre sto con lei sto pure con te stai bene, stai male sei il male nel bene stai male, stai bene sei il bene nel male ti rapporti a me ti rapporti a te ti confronti con me in rapporto a te disco orario disco noia disco rabbia disco gioia sei l’uno che passa il due che resta sei il due nell’uno sei l’uno nel due sei mithos e logos sei festa e uttisciana sei mithos e logos spagine
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pagina 7
scirocco e tramontana sei l’una o le due sei le due o l’una sei nuova e vecchia sei vecchia e nuova disco orario di ricordanze di fantasmi di speranze stai bene, stai male monologo e dialogo stai male, stai bene dialogo e monologo sei vera, troppo vera o sei immaginata sei falsa, troppo falsa o sei solo inventata ti rapporti a me ti rapporti a te ti confronti con me in rapporto a te disco dance di scordanze di ritorni di partenze sei uguale e diversa sei un’altra o te stessa sei calma e tempesta sei quella che passa sei calma e tempesta sei quella che resta sei monade o diade sei la scelta giusta L’una e due
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sei dolce e perversa sei vinta e persa sei diade o monade sei la scelta sbagliata sei dolce e perversa sei la strada smarrita disco labirinto di scoperte malinconie di albe magiche di nascoste allegrie disco dance di lontananze di malattie di scordanze sei vera, troppo vera o sei immaginata sei falsa, troppo falsa o sei solo inventata ti rapporti a me ti rapporti a te ti confronti con me in rapporto a te sei una o sei due sei l’una e due sei due o sei una sei due e l’una
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NOTTE PRIMA.. Prima che si alzi questo vento prima che il fuoco venga spento prima che il lupo avanzi lento e che la notte cada dentro sorprendimi e baciami amami poiché sappiamo tutto quanto prima che sia rotto il silenzio quando il nemico dà l’assalto e che il terrore cada dentro colpiscimi e uccidimi credimi fallo tu prima che sia la notte a farlo di più prima del lupo prima del woodoo fallo tu prima che sia lo sparo a buttarmi giù prima del lupo prima del dejà vù fallo tu
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COSA MUOVE L’UMANITA’ E’ la storia o è il successo è la fame e la sete o è la temperanza è la musica o la ricerca del bene è l’arte o la guerra è la tecnica o è l’amore è l’afflato o la materia è lo spirito o è il sesso è la patria o la vittoria è il sangue o è la paura della morte è la speranza o il progresso è la salute o la malattia è la solidarietà o il governo è il calcolo o è l’utopia è la vita reale o quella immaginata e l’abbiamo imparata o è già data acquisita ancor prima della nostra caduta? spagine
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DA LONTANO Azzurro lontananza # è il colore del mio tormento in questa sera di latitanza, # una strana sensazione avverto è il bisogno di gustare, fino in fondo, # il brivido dell’assurdo e azzardo # follie, non mi ritiro, ma rilancio e delle tue rose # faccio poesie Azzurro lontananza # è il colore del mio tormento in questa sera di dissolvenza # uno strano brivido avverto Questa smania non mi fa fermare un momento, # se non per dire “riparto” Il tuo profumo sento # ma è al vento il mio grido di lotta selvaggio è il bisogno di gustare, fino in fondo, # il brivido dell’assurdo e azzardo # poesie, non mi ritiro, ma rilancio e sul piatto # il bilancio di tutta una vita non mi ritiro # ma rilancio e delle tue scuse # faccio nostalgie
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SINESTESIE Nel suono psicoattivo dei timballi King Beatle disegna su un foglio bianco paesaggi popolati da civette e cavalli un mondo parallelo di luci e colori a metà fra l’elettrico ed il bucolico un mondo astrale fatto di segni vari la mania estetica lo fa performare posseduto dallo spirito dello scarafaggio ed è ormai entrato nell’altrove ed io alla porta delle Muse continuo a picchiare ma quelle fanno finta di non sentire e non mi degnano di nessuna considerazione e Prince Poet all’altro lato della sala traccia ghirigori su uno scartafaccio mentre siamo assorti nell’estasi collettiva poi, del tutto pervaso da mistico rapimento con un accendino dà fuoco ai suoi fogli nell’allucinazione di questo momento e nel caleidoscopio di luci, il deejay accompagna la performance dei due artisti con il ritmo loopato che crea per noi ed io, come Mamurra, che stronzo, cerco di montare sul Pimpleo, da dove le Muse, non c’è niente da fare, spagine
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pagina 13
a colpi di forcone nel culo mi fanno precipitare ed ora balliamo, in questa notte sinestetica mentre i due creativi escono dalla trance e volge al termine la performance artistica io alla porta delle Muse smetto di picchiare: a quest’ora della notte vuoi che mi possano aprire se non per mandarmi qualche stramaledizione? (con Catullo)
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CAMBIAMENTI Non c’è nel cielo di oggi nessun segno di riscatto pago sempre quel che rompo e son qui a giocare col mio gatto non ci sono nel cuore della gente né coraggio, né pietà sedo la mia ribellione muti, i clamori dell’età in altri tempi ero sicuro che sarei finito male ora timbro il cartellino e compro regali per Natale Oh... vita imprevedibile vita.. dannatissima vita.. non c’è nel mondo di oggi quella spinta a migliorare pago tutto senza sconti cambia tutto per cambiare non ci sono nel mio cuore né sussulti, né speranze sedata, la mia ribellione placate son le turbolenze in altri tempi ero sicuro che sarei finito male spagine
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ora siedo tranquillo sul divano a dirmi che sto tanto bene Oh.. vita imprevedibile vita.. dannatissima vita..
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RIMANI TU Come fare a liberarsi da questa arsura/ dovrebbe piovere per una settimana intera/ e come fare a liberarsi da questo nodo alla gola/ dovrei piangere da mattina a sera/ una speranza muta/ e questo cielo certo non aiuta/ stanchezza…/ ci vuole molta prudenza/ in certi delicati affari personali/ complicati malesseri stagionali/ come fare a camminare credendo tutto normale/ come se tutto fosse regolare/ fingere? no.. scacciare la malinconia non si può ridere? no… fingere non si può rimani tu mon amour per allontanare i miei guai/ ci vorrebbe un’altra vita ormai/ spossatezza…/ ci vuole molta prudenza/ spagine
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fingere? no‌ scacciare la malinconia non si può rimani tu non andar via rimani tu anima mia
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THE RITHM OF THE NIGHT Guarda questo ritmo come sale senti questa musica da amare guarda questo ritmo che ti prende il suono che nell’aria poi si espande vestiti da donna, inizia il baccanale sciogli le trecce, lasciati andare bevi e suda, se ti vuoi divertire godi di questa notte ancestrale e come una donna, se ti vuoi offrire ad altri uomini, non è la morale non è il sesso, nel furioso carnevale non è il quieto vivere, né il rancore che nell’oltre ci potranno guidare ma solo la voglia di osare scaccia l’odio e la disillusione e salva la nostra voglia di amare guarda le compagne che ci aspettano e intanto, i letti di altri maschi onorano in questo folle ritrovo, ti potrai divertire il fragore della festa ti farà dimenticare giorni di noia consacrati al dolore confonditi nei colori, annega il dispiacere con la libertà di essere quel che si vuole ridi e bevi, nel furioso carnevale senti come questa vibrazione gira come il suono che poi ti attira senti il riff che nella notte viene scaccia l’odio e la disillusione con questo sound che ci farà ballare via, la noia e la disperazione segui questo corso di progresso spagine
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lascia stare il mood che è fuori corso ti senti argento vivo addosso e il mondo non sarà più lo stesso togli il dovere, moltiplica il piacere è gioia, in questo strabiliante baccanale e come una donna, se ti vuoi sfogare insieme ad altre donne, non è la morale non è l’eroismo, non è la tradizione che ci guiderà nel meraviglioso carnevale senti il riff che nella notte viene e tutta la festa è un bruciore un formicolare di diavoli che ballano ed infoiate diavolesse che li vogliono uniamoci a loro, se ti vuoi divertire in un amplesso magico, davvero godere è una canzone nuova che adesso gira e si svela il mistero che la notte vola abbraccia il ritmo, nella notte universale gira in tondo, mentre impazza il carnevale e come un uomo, se ti vuoi sfogare non è la logica, né tutto il bigottume che ci guideranno verso la gioia finale ma la più sfrenata voglia di osare la libertà di essere quel che si vuole
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LA RAGAZZA CON LA VALIGIA Telefonami piano dal fondovalle dei pensieri ti sento con il cuore chiamami con la voce dalla tua incontaminata nostalgia dai tuoi stupori fanciulli telefonami stasera in questo cielo opalescente quando si affaccia la luna e raccontami di sorrisi di belle cose buone nella cesta dei sogni sempreverdi dei tuoi immutati entusiasmi conservati per chi ci crede telefonami di speranze del walzer di un giorno sfinito quando il rumore si placa raccontami sussurrando quando si alza il canto di scienza e di poesia ti vedo con gli occhi telefonami stasera perchÊ mi sia piÚ lieve la fuga del tempo‌
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SECONDO TEMPO
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Catalepton perché, mi chiedi, scarabocchiare questi fogli, con i miei cribri che serviranno, al massimo, ad accartocciar gli sgombri? forse serve, per le mie cacate carte, abbattere cembri per scrivere, in poche sciocchezzuole, versi così scabri? certo, queste mie mal levigate poesiole, avranno ben poca sorte in confronto ai tuoi ben torniti manuali, che batteranno la morte (con Virgilio e Catullo) Nomina nuda tenemus restano solo i nomi nello svolto, scorso spiegato, finito speso, consumato riavvolto, dipanato e, a volte, neanche quelli Piove e piove di sole di giorno di neve l’acqua che lava non torna non resta è come in un film di seconda visione e piove di sera di tutto di niente spagine
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la gente al riparo si ferma e sente come di aver perduto l’ultima occasione Uomo macchina un difetto di fabbrica e sei fuori dal mercato un codice barre sbagliato e sei sulla lista dei resi come un microchip mal funzionante come un tic-tac che nessuno sente Guerra sporco abbietto criminale sangue croce devastazione vieto corrotto violento peste intossicato sgomento partenza attacchi esplosione morte ritorno commemorazione Lucciole ai bordi della linea nelle sere di vento la vita ringhia e abbaia all’ombra dei lampioni nelle macchine parcheggiate la vita morde e scappa
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Del tempo zavorrato o del tempo immacolato o del tempo insozzato o del tempo dimenticato o del tempo ricordato o del tempo vissuto o del tempo immaginato Walzer notte nella sabbia del vento fra il muretto e l’auto danza la vita nel sale di un sorriso in un walzer fra le tue gambe schiuma la notte Pulvis et umbra sumus non sai che quando Ade ti chiamerà ombra fra le ombre, sarai allora solo polvere post mortem nulla voluptas, insegna Asclepiade e allora è inutile, ancor vivo, stare fra la cenere, così breve è il giorno, godiamo i frutti di Venere e beviamo il succo di Bacco, a completar la diade (con Orazio)
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Del tempo aggraziato o del tempo complicato o del tempo semplificato o del tempo ritrovato o del tempo perduto o del tempo conosciuto o del tempo mai saputo Mordace “vivete ghiottoni, mangioni che siete, vivete ventri!”; ma come per voi ci sarà sempre un palco, una tribuna, saltimbanchi ad allietar la mensa, frizzi, lazzi e cortigiane per il piacere, così per noi, il gusto di mandarvi a cagare! (con Lucilio) Nuvole presaghe, si avvicinano meste, si addensano nere, minacciano indesiderate, rabbuiano cupe, si gonfiano e tolgono il sorriso al giorno Strega come in un corteo colorato e bislacco L’una e due
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caldo il favonio che ci bagna la pelle mentre bevo da un ryton il succo di Bacco le tue mani mi fanno vedere le stelle con i tuoi incantamenti mi lasci di stucco e dopo di te, le cose non sono più quelle Auledda in un cortile metafisico si incontrano gli opposti nel suono dei tamburi il bene dialoga con il male nel grande spazio griko si armonizzano i diversi Curculio parassita che, feccia del mondo per scroccare pranzi e cene da quadrato ti facesti tondo Pantagruel che, per non saper del futuro ti davi alla crapula, senza più misura “t’ hanno ucciso le salse di saperda e di siluro” (con Plauto e Lucilio) Ri-alfabetizzazione e se chiamo cielo il soffitto sarà più stellata questa lontananza spagine
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e sarà più azzurra la notte e se il lavoro chiamo piacere il vuoto sarà meno ottundente mentre la mattina faccio colazione Kalispera sfuoca il giorno, oggi come ieri faccio quattro conti con la sera e non sono mai in pari si suicida il giorno e muore nel punto del non ritorno la speranza si perde e scompare Miles gloriosus sembra che non sia rimasto, smargiasso generale al mondo, per te, più niente da conquistare e dopo che città e fortezze ai tuoi piedi hai visto cadere dici che hai ancora con me dei conti da regolare e allora, Capitan Fracassa dei miei stivali baciami il culo e così io e te saremo pari... (con Plauto)
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Pedala e bevi ciclo amici corrono in un raggio di sole il mattino è in festa e il paesaggio è sonoro dalla scisa della Serra ciclo amici volano Salento ieri e oggi contemporaneo al culto della Grande Madre ed al Cristo Pantocratore contemporaneo ai vasi messapici e alla rivoluzione 2.0 Del tempo incarcerato o del tempo rinnegato o del tempo rivalutato o del tempo rapinato o del tempo restituito o del tempo che ho avuto o del tempo che ho dato
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Absentem laedit cum ebrio qui litigat ti scaldi, gridi, fai a cazzotti ma non sai che con un ubriaco chi litiga, è come se baruffasse con uno che non c’è? ma tu continui a scalmanarti per un’offesa ricevuta che, sul tuo onore, giuri, sarà punita.. (con Publilio Siro) Mi piace è che mi piace così scassata, confusa, stravolta, stressata mi piace così ingolfata, stralunata, imbrogliata, smarrita è che mi piace ancora maledetta maledetta maledetta vita… Beneficium accipere libertatem est vendere che fai? ti metti sotto un potente e il suo favore accetti? (demente!) così otterrai più ingaggi, i teatri pieni tanti premi e ottime recensioni? così, credi, afferrerai successo e celebrità? ma non sai che avrai venduto la libertà? (con Publilio Siro)
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Parigi o cara e quando in Elisio arriveremo e il biondo Radamanto ci accoglierà allora tutti insieme liberemo provando una mai avuta libertà. …e tu, vuoi venire con me a fare un giro sugli Champs elysées? Tripudium mi concedi questo ballo, mon chéri? tr..tr..tr.. è un tripudio di festa e colori questo giorno è per noi, madame reverie tam..tam..tum.. suonano i cembali e i tamburi fr... fr... fr... è una danza in tre tempi cr... cr... cr... nasci vivi e muori Parole di tutti questi vivere e morire secernere, sfogliare, battere e levare raschiare il fondo, riemergere smerciare, rompere, indennizzare non restano che, anelanti ansanti, palpitanti, dimenticate parole
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Primavera greca ballano i coribanti nel mattino sui monti volano ninfe nell’aria bevono alla fonte Castalia splende la primavera negli ori e negli argenti dei suoi colori Del tempo liberato o del tempo passato o del tempo ritornato o del tempo comprato o del tempo venduto o del tempo che hai avuto o del tempo che hai dato Catullo a banchetto triglie, ottime focacce, carne che trincio capponi, vino Falerno, la salsa di Apicio e magari mi darà gran beneficio questo miracoloso lasarpicio ma nessuna, mai, consolazione avrò quando il tuo amore, Lesbia, perderò
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Leggendo poesie d’amore ..ma al suono del telefonino lasciai quella amabile compagnia per impaludarmi nuovamente nella frenesia quotidiana dove goffi tentativi di volo umiliano il cielo dei poeti Dico non dico per violenza né per vigliaccheria non per pigrizia né per ribalderia non dico per vendetta né per ipocrisia non per dolore né per malinconia non dico per ostentazione né per errore ma per amore, solo per amore Diversalità poetiche diversali i giorni e le trame di senso diversali le parole e le pagine stese i caratteri mobili, le analogie le metafore, i rimandi, le anomalie diversali i giochi visivi e le onomatopee e i poeti che vr... vr... vr... inventano la vita (con Francesco Pasca)
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Titoli di coda ora è tardi, è finita la festa piatti rotti, cumuli di immondizia vuoti a perdere, è tutto ciò che resta già il dionisiaco all’apollineo cede il passo ed è un’altra notte che finisce, e inizia un altro giorno, di cui saltare il fosso Pa-pa-pause pappa-rapappa-pà- complesso di colpa stomp!stump! – verità negate misfatti, latrocinio e violenze eh eh..slam!bum! funambolo di giorno su fili di ipocrisia e di sospetto fiu... fiu... – rassegnato ad un’eterna pausa Di tanto tempo di così tanto vivere c’è solo questo morire solo questo restare di tante partenze e ritorni di tanto tempo questi sono i giorni
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spagine - magazzino di poesia 06 Dicembre 2013
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Paolo Vincenti giornalista e scrittore è nato l’11 giugno 1971 a Ruffano città dove vive
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