Storia SCOPRIRE IL PASSATO, CAPIRE IL PRESENTE
n°169
MENSILE –Austria � 9,20 - Belgio, Francia, Lussemburgo, Portogallo, Spagna � 8 - MC, Côte d’Azur € 8,10 - Germania � 12,00 - Svizzera CHF 10,80 - Svizzera Canton Ticino CHF 10,40 - USA $ 11,50
novembre
COME RESE GRANDE FIRENZE TRA MECENATISMO, DIPLOMAZIA, INTRIGHI E ASTUZIE
Lorenzo de’ Medici
IL MAGNIFICO ENIGMA
16 OTTOBRE 2019 - MENSILE � 4,90 IN ITALIA
Sped. in A.P. - D.L. 353/03 art.1, comma 1, DCB Verona
CACCIATI
POPULONIA
BIELORUSSIA
GLI ITALIANI CHE, COME SI VIVEVA E NEL PAESE IN FERMENTO NEL 1970, DOVETTERO LAVORAVA NELL’ANTICA CONTRO L’ULTIMA LASCIARE LA LIBIA CITTÀ MINERARIA ETRUSCA DITTATURA D’EUROPA
Novembre 2020
focusstoria.it
Storia
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orenzo de’ Medici fu tante cose: l’ago della bilancia della politica italiana in un Quattrocento ostaggio di mire espansionistiche e alleanze internazionali; il principe senza corona di Firenze; il protettore dell’arte come mai prima e mai dopo. L’appellativo il Magnifico, insomma, gli calzava a pennello. E Magnifico lo è ancora, anche alla luce di nuove interpretazioni storiche che gli tolgono un po’ di smalto solo per restituircelo più vero. Lorenzo era astuto, ambizioso, cattivo amministratore del tesoro di famiglia. Ma le sue manovre fecero risparmiare all’Italia guerre fratricide e le sue spese per l’arte resero Firenze l’epicentro del Rinascimento. A Lorenzo devono la fama Botticelli, Michelangelo, il Verrocchio, il Ghirlandaio... stelle di prima grandezza che il mecenate non esitava a prestare alle altre corti per rafforzare il prestigio della sua. Conscio che “Di doman non c’è certezza” fece del suo meglio per ritagliarsi una fetta di eternità. Emanuela Cruciano caporedattore
RUBRICHE 4 LA PAGINA DEI LETTORI 6 NOVITÀ & SCOPERTE 8 TRAPASSATI ALLA STORIA 9 TECNOVINTAGE 10 MICROSTORIA 12 CHI L’HA INVENTATO 14 UNA GIORNATA DA... 61 GANGSTER STORY 64 DOMANDE & RISPOSTE 97 AGENDA
AZOOR PHOTO COLLECTION / ALAMY STOCK PHOTO
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CI TROVI ANCHE SU:
In copertina: Lorenzo de’ Medici dipinto dal Vasari.
IN PIÙ... SOCIETÀ 16 Cartoline
dal passato
Biglietti, inserzioni pubblicitarie, inviti... gli ephemera raccontano.
ANNIVERSARI 20 Quando la
Libia ci cacciò
Il rimpatrio forzato degli italiani voluto 50 anni fa da Gheddafi.
24 IANTICHITÀ signori del ferro Lorenzo de’ Medici in una scultura ottocentesca.
A FIRENZE CON LORENZO DE’ MEDICI 32 Il Magnifico Lorenzo
Signore de facto di Firenze, gestì il suo potere con grande abilità diplomatica e uno spessore culturale senza eguali.
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Il palcoscenico dei Medici
Ecco come la Firenze del Quattrocento divenne la culla del Rinascimento italiano e un modello per l’Europa.
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Storia di una dinastia
Prima e dopo il Magnifico, l’epopea di una famiglia di banchieri che diede all’Europa papi e regine.
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Insolito mecenate
Lorenzo investì il suo denaro per sostenere pittori, scultori, poeti. E li trasformò in ambasciatori dello stile fiorentino nelle altre corti italiane.
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Visse d’arte
L’eredità del Magnifico? Dipinti, sculture, ville, statuette antiche, vasellame, pietre preziose...
Populonia, la capitale metallurgica degli Etruschi.
ANTICHITÀ 68 Nerone e Seneca Cronaca di una morte annunciata: così Nerone si liberò del suo maestro.
OTTOCENTO 74 Inferno inglese
Gli effetti della Rivoluzione industriale sulle città inglesi e i loro abitanti.
GRANDE TEMA 82 L’Onu di tutti
I primi 75 anni delle Nazioni Unite: obbiettivi, successi e fallimenti.
EX URSS 88 L’ultima dittatura
d’Europa
Repressione, elezioni farsa, e un passato più europeo che russo: le ragioni delle proteste in Bielorussia.
MEDICINA 92 Dannata calvizie
La perdita dei capelli è un annoso problema che la scienza non è mai riuscita a risolvere.
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AGENDA A cura di Irene Merli
POSTER SALUZZO
Cina. RivoluzioneEvoluzione Da una delle più grandi collezioni del mondo, uno spaccato della propaganda maoista: manifesti e dipinti originali realizzati tra il 1949 e il 1983, il periodo della presidenza di Mao Tse-tung e della sua rivoluzione culturale. Fino all’1/11. La Castiglia. Info e prenotazioni: http://startsaluzzo.it/ EVENTO ROMA
I marmi Torlonia. Collezionare capolavori ARCHEOLOGIA CASTELLAMMARE DI STABIA (NA)
IN VILLEGGIATURA CON I ROMANI Un nuovo museo racconta la vita nelle lussuose ville dove i vip dell’Urbe praticavano l’otium.
In mostra per la prima volta 90 tra i 620 marmi della collezione Torlonia – la più prestigiosa raccolta privata di sculture antiche – nella nuova sede espositiva dei Musei Capitolini: Palazzo Caffarelli. Fino al 29/6/2021. Palazzo Caffarelli. Info e prenotazioni: www.torloniamarbles.it LIBRO
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inalmente i preziosi reperti del territorio stabiano, costellato di ricche ville romane, hanno trovato una “casa” tutta per loro. E non una casa qualunque: la Reggia di Quisisana, il più antico sito reale borbonico. La Reggia è una dimora (anch’essa di villeggiatura) costruita dai sovrani angioini nel XIII secolo e ingrandita da Carlo III di Borbone; si trova nella zona collinare di Castellammare di Stabia. Dalla fine di settembre le sue sale sono sede del Museo Archeologico di Stabiae, intitolato a Libero D’Orsi, preside e ispettore onorario alle antichità che negli Anni ’50 avviò gli scavi delle ville stabiane, solo in parte indagate dai Borbone. Negli splendidi ambienti della Reggia, che riaprono dopo 11 anni dal restauro che li aveva salvati dalle rovine di un lungo abbandono, si possono ammirare affreschi, stucchi, pavimenti, sculture, terrecotte, vasellame da tavola, oggetti in bronzo e in ferro. Dolce vita. Questi reperti illustrano la vita quotidiana nelle lussuose ville d’otium e nelle ville rustiche (simili alle fattorie) che i Romani avevano costruito in questa zona panoramica, scelta per le In alto, affresco loro “vacanze”, davanti al Golfo di Napoli. parietale L’obbiettivo del percorso museale è con maschera offrire un quadro dell’antica Stabiae e maschile. del suo ampio territorio, dall’età arcaica Stabia, Secondo sino all’eruzione del 79 d.C., che anche Complesso, qui seppellì tutto, vite e dimore, come a I secolo d.C. Pompei e a Ercolano. A destra, cratere in marmo alabastrino. Stabia, Villa San Marco, I secolo a.C.-I d.C.
Museo Archeologico di Stabiae Libero D’Orsi. Reggia di Quisisana. Info e prenotazioni: www.pompeiisites.org.
Prima del Covid Medici eroici, isolamento preventivo, crisi economica. La descrizione calza ai nostri giorni, ma la pandemia di questo libro era di colera. Anche il bacillo d’allora veniva dall’Est, attraverso le navi commerciali. L’autore racconta la guerra dei Borbone al colera, quando nel 1836 arrivò a Napoli. Gigi Di Fiore, Pandemia 1836, Utet, 17 euro. 97
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ANNIVERSARI
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di Arianna Pescini
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QUANDO LA LIBIA CI CACCIÃ’
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ochi bagagli, nessun documento né soldi, ore di traversata in mare. Verso un futuro ignoto e con la tristezza nel cuore. Sembra la storia di tanti disperati di oggi, ma è quella degli oltre 13mila italiani che abitavano in Libia cinquant’anni fa, costretti a lasciare da un giorno all’altro i propri beni e la terra dov’erano nati o cresciuti. Il colonnello Muhammar Gheddafi (1942-2011), al potere dopo il colpo di Stato che nel 1969 rovesciò la monarchia, decise infatti di nazionalizzare terre e imprese e di liberarsi degli “imperialisti”, arrivati quando il Paese africano era una colonia italiana (vedi riquadro nelle pagine seguenti). Il 21 luglio 1970 il colonnello
emanò un primo decreto che confiscava case e proprietà a chi non era “libicomusulmano”, e un altro che negava i permessi per lavorare. Gli italiani (i residenti ufficiali erano circa 20mila) dovettero abbandonare il Paese entro ottobre, con un visto di sola uscita. Senza potervi fare ritorno fino al 2009, nemmeno come turisti.
L’INIZIO DI UN’ODISSEA. Nonostante gli anni trascorsi, il lavoro e i sacrifici, migliaia di famiglie pagarono il prezzo di essere discendenti dei coloni fascisti: «Gheddafi aveva bisogno di un atto che lo legittimasse», spiega lo storico Arturo Varvelli, «e questa espulsione gli permise di creare un
MONDADORI PORTFOLIO
Cinquant’anni fa, Gheddafi rimpatriò forzatamente migliaia di italiani, confiscando prima tutti i loro beni.
Andata e ritorno
A sinistra, arrivo in massa di contadini italiani in Libia negli Anni ’20. In alto, la motonave Sicilia, carica di italiani, entra nel porto di Napoli, nel 1970, dopo il decreto di espulsione voluto da Gheddafi (a lato). 21
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PRIMO PIANO
LA VITA MAGNIFICA DI
LORENZO Successi e debolezze del politico più scaltro del Rinascimento. di Maria Leonarda Leone
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AKG-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
Re senza corona
In un quadro dell’800, Lorenzo de’ Medici (14491492), signore di fatto di Firenze (in piedi), mostra i suoi tesori d’arte al duca di Milano, Galeazzo Maria Sforza (1444-1476). Seduta di profilo Clarice Orsini, moglie di Lorenzo; sullo sfondo, tra gli altri, il poeta Angelo Poliziano e il filosofo Marsilio Ficino.
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a Cavalcata de’ Magi era diventata ormai una consuetudine a Firenze e anche quel 6 gennaio 1449, come ogni Epifania, il sontuoso corteo guidato dai membri più illustri della casata dei Medici percorse la via Larga, per raggiungere il convento di San Marco. Era l’occasione perfetta per ostentare ricchezza e potere, oltre che per celebrare la tradizione cristiana. Per questo infatti avevano deciso di aspettare un paio di giorni in più del solito per battezzare l’ultimo arrivato: Lorenzo, figlio di Piero de’ Medici,
il primo nipote maschio del vecchio Cosimo, il “gran mercante” fondatore delle fortune familiari. Per quel frugoletto di cinque giorni appena, babbo Piero radunò una combriccola di padrini di tutto rispetto, tra cui il rappresentante del superbo signore d’Urbino, Federico da Montefeltro. Uno dei tanti che, poco meno di una trentina di anni dopo, avrebbe provato a far fuori il proprio figlioccio. Questo significava vivere durante il Rinascimento, ma Lorenzo non poteva ancora saperlo. Viste le premesse, però, non c’è da stupirsi
se il piccolo Gesù fiorentino crebbe orgoglioso, ambizioso e prepotente.
TANTI VOLTI. Capace di destreggiarsi con la stessa nonchalance fra le gonne delle belle dame, i brindisi all’osteria e i pugnali nascosti dietro la schiena nelle corti italiche, Lorenzo diede vita a un mito che è durato secoli, prima che gli studiosi moderni riuscissero a scalfirlo. Scaltro diplomatico o crudele antilibertario? Generoso mecenate o genio della propaganda? Precoce talento letterario o rimatore dilettante? Abile banchiere
NERONE
PROTAGONISTI
MONDADORI PORTFOLIO
L’imperatore aveva avuto come guida uno dei più grandi filosofi latini. Ma le sue ossessioni e le sue follie lo spinsero a ordinare al maestro di uccidersi. E quello obbedì. di Giulio Talini
INGLESE P
ochi periodi storici sono stati cruciali come quello della prima Rivoluzione industriale (1760-1840 circa). A partire dalla seconda metà del Settecento, infatti, l’Inghilterra guidò una trasformazione economica e sociale che cambiò per sempre il volto delle città e la vita dei loro abitanti, diffondendosi poi al resto dell’Europa e agli Stati Uniti. Ma quale fu l’impatto di moltissimi inglesi con questo rinnovamento epocale? I britannici avevano appena vissuto una rivoluzione agraria e uno sviluppo demografico;
disponevano di tantissimo carbone e cotone (quest’ultimo in arrivo dalle colonie). Con le decisive innovazioni, tra le altre, della macchina a vapore di Watt e del telaio meccanico per la tessitura, il Paese diventò presto la prima potenza industriale del mondo. Basti pensare che sin dal 1780 la produzione industriale cresceva ogni anno del 4-5 per cento, e che i telai a vapore passarono da 2.400 nel 1813 a 224mila nel 1850. Lo straordinario sviluppo dell’industria tessile e di quella estrattiva e siderurgica spinse decine di migliaia di persone
Punto di partenza
Una veduta del 1801 di Coalbrookdale, villaggio inglese nello Shropshire che fu la culla dell’industria mineraria e metallurgica della prima Rivoluzione industriale: qui infatti è stato messo a punto il procedimento per ottenere ghisa usando il carbon fossile.
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ONU DI TUTTI
I GRANDI TEMI NAZIONI UNITE
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Le Nazioni Unite hanno 75 anni: nacquero nell’ottobre 1945 per garantire pace e sicurezza dopo i disastri delle due guerre mondiali. di Francesca Ghirardelli
Voto e azione
Caschi Blu in Medio Oriente, 1955 circa. A destra, delegati della Conferenza Onu sull’ambiente umano, a Stoccolma, il 16 giugno 1972.
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inquantuno Paesi alla fondazione, 193 oggi, riuniti nel segno della cooperazione e del mantenimento della pace, 80 trattati e dichiarazioni per la tutela dei diritti umani, numerose agenzie e oltre 70 operazioni di peacekeeping in tutto il mondo: è il bilancio delle Nazioni Unite, che a ottobre compiono 75 anni. Una lunga storia di confronti e scontri tra Stati membri, di scelte condivise, controverse o mancate, di missioni di successo e fasi di stallo. “Noi, popoli
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GETTY IMAGES (2)
delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all’umanità, […] abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi”: così è scritto nel preambolo dello Statuto fondativo redatto nell’aprile del 1945. Allora il mondo era in ginocchio, sotto le macerie lasciate dal conflitto mondiale che andava concludendosi.
ALLINEAMENTI BELLICI. Quando il nome di “Nazioni Unite”, formulato
dal presidente americano Franklin D. Roosevelt, comparve per la prima volta in un documento ufficiale era il 1942 e non indicava l’organismo internazionale che conosciamo oggi. Nel mezzo del conflitto mondiale, 26 nazioni, guidate dagli Alleati Usa, Urss e Gran Bretagna, si erano “unite” contro altre nazioni, quelle dell’Asse di Adolf Hitler. Tre anni dopo, durante i preparativi per la Conferenza di San Francisco in cui venne redatto lo Statuto della futura organizzazione, a prendere parte ai lavori furono invitati solo gli Stati che
avevano dichiarato guerra a Germania e a Giappone e che avevano sottoscritto quel primo documento ufficiale del ’42. Così, il 24 ottobre del 1945, alla nascita ufficiale delle Nazioni Unite, Italia, Germania, Giappone, Spagna e Svizzera furono escluse dal processo di fondazione. L’Italia aspettò fino al 1955 per diventare uno Stato membro.
DIFFIDENZE E VETI. Fra i ranghi di questa alleanza post-bellica, però, esistevano già significative divisioni. Il fatto che all’interno dell’organismo più 83
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EX URSS
AP/LAPRESSE
La Bielorussia è in fermento e le proteste, duramente represse dal governo, continuano. Ma in quale passato affondano le radici?
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di Riccardo Michelucci
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el 2017, durante i lavori di rinforzo della collina di Gediminas, nella città lituana di Vilnius, sono spuntati all’improvviso degli scheletri umani. Erano ciò che restava dei cadaveri di una ventina di ribelli della fallita “insurrezione di gennaio” del 1863 contro l’impero zarista. Tra gli insorti, che furono impiccati e sepolti in luoghi segreti, c’era anche Konstanty Kalinowski, il rivoluzionario bielorusso che aveva guidato quell’ultimo tentativo di ricostituire l’antico regno polacco-lituano (vedi riquadro pagine seguenti).
L’ULTIMA DITTA
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NIKOLAI PETROV/BELTA/TASS/SIPA U/MONDADORI PORTFOLIO
Nel novembre dello scorso anno, a oltre un secolo e mezzo di distanza, i resti di Kalinowski sono stati inumati di nuovo con una cerimonia solenne: una miccia che ha riacceso il sentimento nazionale bielorusso e ha spianato la strada ai fatti degli ultimi mesi. A far esplodere l’insofferenza dei bielorussi – innescando una situazione che ricorda da vicino quella di Budapest nel 1956 e di Praga nel 1968 – hanno contribuito la grave crisi economica e le ennesime elezioni-farsa (le ultime del 9 agosto sono state contestate anche dall’Unione Europea) che hanno riconfermato
Il presidente Lukašenko
In piazza
Una donna sventola una vecchia bandiera nazionale bielorussa mentre Piazza dell’Indipendenza (a Minsk, la capitale) si riempie di manifestanti: è il 23 agosto 2020 e la folla protesta contro Aleksandr Lukašenko (sopra), rieletto con elezioni farsa.
TURA D’EUROPA
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