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MODA Oceani di vita
OCEANI DI VITA
DoDo e l’impresa sociale Te¯naka stanno realizzando insieme un ambizioso progetto. Per proteggere e far rinascere una foresta di mangrovie in Malaysia
di ANTONELLA BIGOTTO
DALL’ALTO: LA FORESTA DI MANGROVIE IN MALAYSIA; ANNE-SOPHIE ROUX, FONDATRICE DI T NAKA, LA COLTIVAZIONE DELLE PIANTE. QUI SOPRA, A DESTRA, IL BRACCIALETTO GRANELLI DODO FOR T NAKA. «Con DoDo condividiamo molti valori: l’impegno nella difesa dell’ambiente, l’approccio concreto nella ricerca di soluzioni, la volontà di mettere in comune idee e risorse», spiega Anne-Sophie Roux, 25 anni, ricercatrice francese sui cambiamenti climatici e fondatrice di Tēnaka, impresa sociale che crea sinergie tra aziende, scienziati, organizzazioni e comunità locali per ripristinare gli ambienti marini. DoDo Blue Forest è il nome del progetto in corso, che si propone di ripiantare 3000 alberi di mangrovie su due ettari della costa malese nello stato di Sabah, in Malaysia, come spiega a Grazia Anne-Sophie Roux.
Qual è l’importanza di questo progetto?
«Le mangrovie segnano il confine tra terra e oceano. Con le loro radici profonde assorbono grandi quantità di carbonio, difendono dalle tempeste e prevengono l’erosione del terreno. L’obiettivo è quello di mettere a dimora le piccole piante che abbiamo cresciuto in vivaio prima della stagione dei monsoni in luglio».
Qual è il contributo di DoDo?
«DoDo è un esempio virtuoso di come le aziende possono attivarsi in maniera pratica nell’interesse di tutta la comunità. Oltre a impegnarsi per diminuire l’attuale impatto ambientale delle loro attività, fanno un passo avanti e investono energie e risorse per riparare ai danni già fatti in precedenza».
Che cosa pensa del braccialetto Granelli DoDo for Tēnaka dedicato al progetto?
«L’impatto estetico è molto suggestivo, i colori ricordano quelli dell’oceano, che, insieme con le foreste, rappresenta il polmone della Terra. La sua difesa è fondamentale per affrontare i problemi della sostenibilità. Inoltre porta un messaggio forte: essendo realizzato con la plastica raccolta nel Mediterraneo, rappresenta l’impegno che tutti dobbiamo assumerci, e l’idea di rigenerazione».
Che sogno ha?
«A causa dell’emergenza sanitaria mi trovo a Parigi, anziché sul campo. Il mio desiderio più grande è quello di raggiungere scienziati e volontari che stanno procedendo al trapianto delle mangrovie». ■