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Storia
Per i poveri monaci di Lindisfarne che l’8 giugno 793 sperimentarono la furia dei Vichinghi fu terrore allo stato puro. A quella incursione (la prima di grande portata) ne seguirono altre, e altre ancora. Quei guerrieri grossi e urlanti piombavano all’’improvviso sulle coste, rubavano, rapivano, uccidevano e riprendevano il largo. Tennero in scacco buona parte dell’Europa in un’epoca (VIII-X secolo) in cui la vita era già piuttosto complicata. Per questo ancora oggi associamo ai Vichinghi un profilo di rozza ferocia che in realtà la storiografia ha in buona parte rivisto. Senza negare incursioni e razzie (attività, va detto, cui indulgevano comunque tutti i soldati del passato) i documenti ci dicono che questi popoli del Nord sotto alcuni aspetti erano più “civili” di molti loro contemporanei. Intanto si lavavano e si cambiavano con regolarità, poi rispettavano le donne (le loro, beninteso), vivevano il sesso con allegria, prendevano le decisioni in modo democratico. E immaginarli nei loro villaggi intenti a farsi la barba o il bucato, li rende quasi simpatici.
Emanuela Cruciano caporedattrice