5 minute read

Elisabetta Tufarelli

Antonio Tajani ministro degli Esteri Adolfo Urso ministro delle Imprese e del Made in Italy

Advertisement

Una filiera nazionale forte e integrata in un piano commerciale europeo. Urso, Tajani, Salvini e Lollobrigida tracciano la strategia comune

per l’agroindustria

di Elisabetta Tufarelli

L’ assemblea generale di quest’anno è stata anche l’occasione per un confronto tra il settore primario e la politica di governo, grazie alla presenza dei titolari dei dicasteri più vicini alle imprese che lo compongono. Esteri, Agricoltura, Infrastrutture, Imprese e Made in Italy, ognuno per sua area di competenza, sono i ministeri che possono fare molto per affiancare Confagricoltura nel creazione di un nuovo modello che tenga insieme produttività e sostenibilità. Per Antonio Tajani, responsabile della politica estera del governo, è necessario fare di più per l’economia reale in Italia e in Ue. “Il governo vuole che l’Italia torni ad essere protagonista. Dobbiamo riappropriarci di quel grande mercato che oggi è nelle mani dell’italian sounding. Il made in Italy può essere strumento fondamentale per la crescita e la valorizzazione del sistema imprenditoriale italiano, che conta quattro milioni di Pmi”. A proposito della manovra “Quello che conta - ha proseguito Tajani - è ciò che si potrà fare in cinque anni e stiamo lavorando in Parlamento per migliorarla”. Il ministro ha annunciato poi importanti modifiche allo schema dei decreti flussi, che avranno durata biennale “per i Paesi che sottoscriveranno accordi con l’Italia per il rimpatrio degli immigrati irregolari”. Il risultato da raggiungere è quello di personale che arrivi in Italia già qualificato e in quantità sufficienti per rispondere alle necessità delle imprese. Tajani ha poi toccato il tema dell’ampliamento dell’Unione Europea. Proprio di recente è arrivata, dall’area dei Balcani, la richiesta di adesione della Bosnia-Erzegovina che “verrà sostenuta da questo governo”. La crescita italiana nel mondo è possibile attraverso l’internazionalizzazione delle imprese, “ma non

I ministri

con la loro delocalizzazione”, ha chiosato. “Il made in Italy non è solo il luogo della produzione ma anche la percezione che l’estero ha della qualità italiana”, ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, durante la tavola rotonda con Giansanti e il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. Un made in Italy che “è simbolo delle nostre eccellenze, anche enogastronomiche, di uno stile di vita e di una intera cultura”. Proprio per questo è necessario “rivedere la strategia per poter lottare ad armi pari con Oriente e Stati Uniti”. Urso chiede anche nuovi strumenti per costruire una politica economica comune. “La riforma sugli aiuti di Stato annunciata da von der Leyen non basta. Serve una politica industriale europea da sostenere anche con un fondo sovrano dedicato”. In sala anche il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, intervenuto sulla necessità di Gian Marco Centinaio un piano strategico vicepresidente per l’agroalimentare del Senato italiano. “In un mo-

Matteo Salvini ministro delle Infrastrutture Francesco Lollobrigida ministro Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste

I ministri

mento di crisi occorre soprattutto guardare al futuro. La politica non può schiacciarsi sull’emergenza. Pensiamo alla Spagna - ha aggiunto -, che con una strategia a medio-lungo termine sulle filiere ha rilanciato la competitività del suo settore primario. Anche noi dobbiamo farlo. Ce lo chiedono i giovani, che si approcciano all’agricoltura”. “È una sfida affascinante quella su infrastrutture e logistica, legata alla competitività”. Così Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile, che ha difeso la modifica del Codice degli Appalti, realizzata con centinaia di contributi e la collaborazione di settantatré associazioni del mondo produttivo. “È snello e veloce - ha osservato -, l’unico modo per vincere la corruzione. Vengono ridotti i tempi e alzate le soglie che permettono ai comuni di mettere a bando direttamente. Abbiamo dimezzato le garanzie chieste alle imprese, aiutato i piccoli e medi comuni, permettendo alle società private di fare progettazione ed esecuzione”. Salvini ha anche ricordato l’impegno “per sbloccare piccoli e grandi cantieri. Il problema del mio ministero non è la carenza di soldi, ma il fatto che questi soldi non diventano opere pubbliche”. Si è incentrato soprattutto sul ruolo del nostro Paese in Europa l’intervento del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che affronta molte altre questioni nell’intervista rilasciata a Mondo Agricolo (pagg. 14-16). “Il nostro approccio è diverso rispetto a quello degli ultimi anni, quando emergevano posizioni continuamente modificate in Europa. Vogliamo un Italia autorevole - ha continuato Lollobrigida - che porti sul tavolo dell’Unione proposte e criticità, come quelle che riguardano oggi i temi dell’energia e dei fertilizzanti. La guerra ci ha costretto a prendere coscienza di alcune scelte sbagliate fatte in passato, come quella di approvvigionarci da altri Paesi di alcune produzioni sensibili, come quella energetica, ma anche quella dei fertilizzanti o di materie prime agricole, come i cereali, in base ai minori costi. Nessuno è favorevole in linea di principio alla chimica in agricoltura - ha proseguito -, ma dobbiamo fare i conti con la realtà, se vogliamo mantenere la produttività della nostra agricoltura. Per questo abbiamo sostenuto che il principio di riduzione radicale dei fitofarmaci è sbagliato, perché a parità di consumo ci porterebbe ad acquistare fuori Europa, magari in Paesi che non rispettano i nostri standard”. Il ministro è intenzionato a difendere in Europa la qualità delle nostre produzioni agroalimentari contro standardizzazioni, fuorvianti sistemi di etichettatura, tentativi di imporre cambiamenti pericolosissimi, come quello contro la promozione del vino e della carne. nnn

g GUALTIERI: A ROMA, CITTÀ E CAMPAGNA CONVIVONO. PNRR OCCASIONE ANCHE PER NOI

Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (in foto insieme a Giansanti) ha portato i suoi saluti all’assemblea ospitata da Villa Aurelia. “L’agricoltura è fondamentale per il Paese e per Roma, caso quasi unico di una città con dentro la campagna. Siamo un grande comune agricolo, partecipe di una strategia di rilancio del settore, come polo urbano del cibo di qualità e come parte di uno sforzo di produzione e competitività dei comparti produttivi del Paese”. Il primo cittadino ha anche ricordato che le risorse del PNRR rappresentano una grande occasione anche per i comuni. E nel caso di Roma, l’occasione di valorizzare il suo lato agricolo. ”Roma può diventare un modello territoriale integrato per la produzione, distribuzione e logistica. Pensiamo a un grande polo europeo e internazionale dell’agricoltura e del suo commercio”, ha concluso Gualtieri.

This article is from: