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Dario Giardi

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Giulia Milani

Giulia Milani

Ecco le principali novità con l’entrata in vigore, dal primo gennaio, del nuovo sistema

di etichettatura

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di Dario Giardi (Sostenibilità ed economia circolare - area sviluppo sostenibile e innovazione)

Fortunatamente, almeno per quest’anno, anche Babbo Natale ha potuto continuare a etichettare i regali secondo le tradizionali metodologie. Fino al 31 dicembre, infatti, rimarranno valide le vecchie etichettature che le aziende hanno utilizzato e smaltito fino ad oggi. Ma dal primo gennaio, le cose cambieranno con l’entrata in vigore di una nuova etichettatura per tutti gli imballaggi immessi nel nostro Paese, siano essi primari, secondari o terziari. L’imballaggio è un aspetto fondamentale del commercio moderno, specie con l’ormai pervasiva presenza dell’e-commerce, dove ha assunto un’importanza sempre maggiore per preservare le caratteristiche del prodotto spedito e permetterne l’arrivo in condizioni perfette, onde evitare scomodi ed antipatici resi. Sebbene ne sia la naturale traduzione, il termine inglese “packaging” non è esattamente sovrapponibile, dato che ha un’accezione più ampia. Le nuove regole in arrivo Tutti gli imballaggi dovranno essere etichettati nella forma e nei modi che l’azienda riterrà più idonei ed efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo che la norma si pone. A tal riguardo potranno essere di supporto le norme UNI. Le informazioni da riportare si differenzieranno in obbligatorie, altamente consigliate e consigliate. Una suddivisione basata sul loro grado di importanza, ma anche in base al canale in cui gli imballaggi saranno impiegati. Alcune informazioni, infatti, diventeranno obbligatorie solo per il canale B2B mentre rimarranno

Etichettatura ambientale come cambia

Il Conai (in foto, il presidente Luca Fernando Ruini) ha pubblicato per le aziende una guida all’uso dei canali digitali su cui comunicare caratteristiche, materiali e modalità di smaltimento

Etichettatura ambientale

consigliate per quello B2C. B2B e B2C fanno riferimento a due differenti tipologie di business in base al target di riferimento di un’azione commerciale. Il B2B è l’acronimo di Business to Business. È un tipo di rapporto d’affari in cui le imprese forniscono beni o servizi ad altre imprese. Il B2C è l’acronimo di Business to Consumer. È un tipo di rapporto d’affari in cui le aziende forniscono beni o servizi a individui/consumatori. Le informazioni obbligatorie principali riguarderanno la classificazione dell’imballaggio e la natura dei materiali di cui è composto; una natura che andrà indicata seguendo la codifica alfa-numerica prevista dalla Decisione 97/129/ CE (in sostanza andranno riportate le sigle che tutti conosciamo e abbiamo visto almeno una volta come: Pet, Pvc, Pap etc…). Le informazioni consigliate faranno, invece, riferimento principalmente alle diciture utili per supportare il consumatore nella raccolta differenziata. Per il corretto adempimento degli obblighi di etichettatura degli imballaggi da parte dei soggetti responsabili, il 21 novembre, è stato pubblicato il Decreto Ministeriale n. 360 del 28 settembre 2022 che adotta delle linee guida dettagliate. Tra gli aspetti più interessanti c’è quello relativo alla possibilità di utilizzare i canali digitali (siti web, QR code) per adempiere all’obbligo e comunicare le informazioni necessarie anche per quegli imballaggi su cui per dimensione o per natura (vedi imballaggi neutri) sarebbe impossibile applicare tutte le informazioni richieste. Con l’obiettivo di supportare le aziende nell’utilizzo di tali canali e per rispondere ai requisiti normativi, il Consorzio nazionale Imballaggi (Conai) ha pubblicato un vademecum specifico. Il documento intende chiarire soprattutto i requisiti per l’etichettatura ambientale digitale, e raccogliere una serie di esempi pratici e casi virtuosi che potranno essere di ispirazione per altre aziende. Sempre sul sito del Conai dedicato all’etichettatura (etichettaconai.com), sono presenti diversi strumenti a disposizione delle imprese per configurare la propria etichetta, trovare risposta ai molti quesiti già approfonditi o inviarne altri. È stato aperto anche uno spazio social, la prima community in Italia sui temi del packaging sostenibile e dell’economia circolare. Lo scopo è quello di creare un ambiente digitale dove informarsi, dialogare e trovare risposte sul mondo Conai, sull’etichettatura ambientale degli imballaggi, sugli strumenti per l’ecodesign, sulle novità normative, sull’economia circolare e su molto altro. nnn

g LA DIFFERENZA TRA IMBALLAGGI PRIMARI, SECONDARI E TERZIARI

Per imballaggio primario si intende quello direttamente a contatto con il prodotto, come ad esempio la bottiglia che contiene il vino. L’imballaggio secondario viene, invece, anche chiamato “imballaggio di vendita” ed è facile capirne il perché: è quella parte che più spesso vedono i potenziali acquirenti all’interno di centri commerciali al momento dell’acquisto. La plastica che avvolge una cassa di bottiglie d’acqua ne è il perfetto esempio. Per finire, l’imballaggio terziario è quello che raramente viene visto dal consumatore finale ed è invece molto importante per gli operatori del settore. È utilizzato per rendere più facile la manipolazione e il trasporto delle merci o di un certo numero di unità di vendita. In estrema sintesi, un esempio che racchiude queste tre fattispecie di imballaggio può essere un pallet (terziario) che contiene scatole (secondario), che a loro volta contengono sacchetti (primario) con il prodotto al loro interno.

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