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ALBERTO e la Campagna di Russia una storia nella storia


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Nel 1941 Hitler ha sconfitto la Francia e occupato mezza Europa.

22 Giugno 1941: parte l’operazione BARBAROSSA. I tedeschi entrano in territorio sovietico con l’obiettivo di distruggere l’armata rossa e annientare Stalin Mussolini , lusingato dalla spettacolari vittorie iniziali tedesche, chiede di partecipare alla campagna con una presenza militare italiana.

Divisioni di Fanteria Torino e Pasubio

C.S.I.R. Corpo di spedizione italiano in Russia 62.000 uomini

Divisione Celere

Legione Camicie Nere Tagliamento


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Alla fine di Luglio del 1941 il C.S.I.R., al comando del generale Messe, parte e raggiunge la Romania e, tra molte difficoltà derivanti dalla insufficienza e inidonea dotazione di mezzi, segue a fatica l’armata corazzata tedesca. In quel periodo ALBERTO, un giovane ragazzo di Forlì di poco più di 20 anni, lascia l’Università che frequenta con entusiasmo, lascia la famiglia e gli amici perché si deve preparare per la guerra. Parte per Novara per frequentare il corso Allievi Ufficiali.


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

In questi mesi le nostre armate in Russia, dopo aver superato i fiumi Bug e Dnieper, stanno avanzando verso il bacino minerario del Donetzk. Combattono valorosamente, nonostante le antiquate artiglierie e la mancanza di mezzi corazzati e, a metà novembre del 1941, conquistano importanti centri fino a Rikovo. Alberto (che è il mio prozio) in Italia ascolta la propaganda martellante di Mussolini che, tacendo sulla nostra povertà di mezzi, ingigantirà i nostri successi facendo credere che la campagna di Russia sarà facile e breve. • Alberto vede Mussolini nei manifesti • Alberto ascolta Mussolini per radio • Albero assiste alle riunioni fasciste nelle piazze dove il Duce veniva esaltato e ammirato. • Nelle sue lettere scrive che, insieme agli altri allievi ufficiali, prepara gli esami di addestramento, di nozioni pratiche e di “armi, tiro e regolamento”


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Nel 1941 Mussolini, contro il parere del generale Messe, vuole aumentare l’impegno militare italiano sul fronte russo mentre i sovietici sferrano contro le nostre posizioni una forte offensiva che viene respinta con enormi perdite.

GIUGNO 1942

ARMIR (Armata Italiana in Russia) 229.000 uomini Generale Italo Gariboldi

946 cannoni 420 mortai 16.700 automezzi 2500 quadrupedi 66 aerei

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Divisione di Fanteria Cosseria Divisione Ravenna Divisione Sforzesca Divisione Vicenza Divisioni alpine Cuneense, Julia e Tridentina


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Anche il giovane sottotenente ALBERTO parte con la divisione Sforzesca

« in tutti ci sono enormi statue di Lenin e chiese spogliate e nude con i muri ove prima vegliavano i sacri defunti scrostati»

Lettera di fine Agosto 1942: Alberto parla dei paesi che sta attraversando per raggiungere la sua Divisione Sforzesca che si trova sul fiume Don

La partenza per il fronte: ”… gli autocarri giunsero improvvisamente il 18 Agosto 1942 nel pomeriggio. Ormai nessuno li aspettava né li desiderava più. I soldati si trovavano bene a XX, dove potevano trovare uova , latte, polli, miele, patate per niente o in cambio di qualche limone. Giunsero gli autocarri e portarono le prime notizie della nostra Divisione: la Sforzesca tranquilla è ferma sulla riva del Don. Sull’altra riva ci sono i Russi che, dopo un mese di fuga, si sono finalmente fermati, attestandosi. Al reggimento poche novità: tutti sani e tutti vivi. Il mattino seguente siamo partiti e qualche ragazza del posto si asciugava, con il rovescio della mano, gli occhi umidi salutando con un piccolo gesto. Si andava al fronte.”


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

L’ansa settentrionale del Don è un settore particolarmente difficile da difendere e costerà molte vite umane. Lo schieramento imposto dai comandi tedeschi alle nostre truppe sul fronte del Don, è insensatamente diluito: • a ciascuna delle nostre divisioni, è assegnata la difesa di circa 30 km di fronte • Le più elementari strategie ne prevedono al massimo 6 km Fine Agosto ‘42: • I sovietici attaccano la Sforzesca che, dopo alcuni giorni di accanita resistenza, cede ai Russi. • PRIMA BATTAGLIA DIFENSIVA DEL DON: l’intervento della Celere, del Battaglione Cervino, dei Reggimenti Savona e Novara, ferma l’attacco dei russi.

le perdite ammontano a 3.000 caduti e più di 5.000 feriti.


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Dopo alcuni spostamenti le Divisioni dell’ARMIR modificano i loro schieramenti lungo il fiume Don. Tutte le nostre unità cercano di provvedere alla loro sistemazione sul terreno in modo da sopportare il lungo periodo invernale nella convinzione che i russi non avrebbero intrapreso nessuna iniziativa fino alla primavera successiva.

• I tedeschi continuano a combattere per la conquista di Stalingrado • I russi accerchiano l’Armata di Von Paolus e la tagliano fuori da ogni rifornimento • I russi preparano una seconda offensiva, questa volta contro le nostre Divisioni Cosseria e Ravenna in modo da tagliare in due il fronte dell’ARMIR.

Alberto è sul fronte e scrive la sua ultima lettera, nelle sue parole si sente la fatica e l’incertezza per il futuro. Le parole di propaganda di Mussolini sono lontane, … …… qui ci si prepara a morire e non a “vincere”


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA 13 – 12- 1942

Carissimi, i giorni sono volati senza lasciarmi un po’ di tempo per scrivere a tutti quelli che, con ansia più o meno grande, attendono le mie notizie: i giorni freddissimi, brutti e tristi di “naia nera”…. Il 3 dicembre un ordine improvviso mi toglieva dalla mia Sezione che avevo sistemata e approntata egregiamente per l’inverno e mi sbatteva con un’altra Sezione in aperta campagna, con un freddo da lupi! Appena il tempo di preparare la mia roba e poi via subito, di notte, con la neve per strade ignote e senza attendente. Tutto da rifare: rifugio, stufa, legna, acqua, rancio. Gli uomini a lavorare di giorno e di notte con una temperatura proibitiva (lavorare per non gelare) ed io tutto il giorno a camminare nella neve (camminare per non gelare) per cercare aiuto da questo o da quello e, di notte, a dormire assieme agli uomini in un rifugio a tre chilometri dai mezzi, sporco e piovigginoso con due entrate senza porte da cui entravano, come se si fossero dati convegno, tutti i venti del mondo. Un rifugio senza stufa. Di giorno si accende un po’ di fuoco in terra per non gelare con la speranza che il fumo se ne andasse da una piccola apertura nel soffitto, ma di fumo ce n’era tanto perché la legna era verde e rimaneva tutto dentro a soffocarci, ad accecare gli occhi ed a farci lagrimare senza posa perché non se ne poteva più e si scappava fuori nella luce abbagliante della neve e si rimaneva lì mezz’ora senza poter guardare, né la neve né il cielo né l’ombra delle mani: solo piangere.


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA Intanto vicino ai mezzi era finito lo scavo degli uomini ma non si sapeva come coprirlo: c’erano pali e graticci, ma lontano dai mezzi e non si poteva trasportarli perché le macchine erano rimaste senza nafta e a braccia ci sarebbe voluto un mese. E nessuno che ci prestasse un litro di nafta finché saltò fuori una piccola slitta con un piccolo cavallo che trottando dalla mattina alla sera ha salvato, in parte, la situazione. Ora il rifugio degli uomini è quasi finito e ci dormo anche io fra liti e bestemmie. Sto facendo costruire quello per me e spero sia finito per domani, ma qui non c’è la possibilità di procurarsi porte, finestre e stufe a legna. Ad ogni modo l’orizzonte si è schiarito alquanto; perfino il tempo ci è venuto incontro con un bel sole primaverile. E’ domenica oggi, Santa Lucia, è festa, c’è il sole e i giorni brutti sono già dimenticati. Il Natale non dista che dodici giorni. La vostra posta comincia ad arrivare con regolarità e questo aiuta non poco a superare serenamente le avversità ed i sacrifici, i quali sacrifici sono per me i benvenuti quando ne vedo la necessità, ma quando sono inutili (come questa volta) fanno lo stesso effetto di un macigno legato al collo di uno che sta facendo il bagno nel fiume. A proposito di fiume, sapete che questo Don della malora ha già fatto una crosta di ghiaccio sufficiente per farvi una bella passeggiata sopra? Ma qui le passeggiate non sono tanto igieniche di giorno ed è per questo che i nostri fanti le fanno di notte. Zitti zitti attraversano i 50 metri di ghiaccio e ritornano con armi, munizioni e sentinelle russe. Questa notte però è successo un fatto strano: la compagnia è passata di là, si è inoltrata sino ad un paese lontano tre chilometri e non ha trovato nessuno. Strano vero?


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA C’è da pensare che i russi abbiamo abbandonata la linea del Don. Ma lo sapremo presto. La mia posizione è un tantino più avanzata della precedente; vedo benissimo il fiume, il bosco nero, il costone bianco di neve da cui risaltano nitidamente i rifugi dei russi ed anche le poche case di un paesino lontano sulla collina. Perché questo benedetto fiume è (come tutti i fiumi) incassato fra due colline con una curiosa caratteristica che, dalla parte dei russi, la riva sale piena di boschi mentre dalla nostra parte è nuda e brulla. Una bella fortuna hanno questi russi! Tutto un inverno senza il grattacapo della legna. Sapete che in quella stanza di cui mandai anche il disegno non vi dormii neanche una notte? La sera in cui dovevo dormirvi per la prima volta mi spedirono all’albergo delle stelle. Che la nuova stanza abbia lo stesso destino? E’ proprio vero che non bisogna mai lamentarsi, la posizione di prima mi sembrava disagiata, ma a paragone di questa è un paradiso. Però col tempo anche qui riuscirò a sistemarmi discretamente e quanto tutto sarà pronto per una vita più agiata e comodo bisognerà andarsene altrove e rinunciare. In questi giorni perfino il pensiero della licenza mi era passato dalla mente, è rinato oggi e improvvisamente mi sono accorto d’essermi avvicinato in maniera sensibile al fatale giorno. Ha il collo lungo ma finirà anche lui. Tornerò a casa dopo un’assenza di sette mesi, non sono mai stato via per tanto tempo e credo che gusterò veramente il ritorno. Arrivederci intanto e moltissimi baci a voi tutti, Felice Natale Alberto


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

16 DICEMBRE 1942: I russi hanno un potenziale d’urto sei volte superiore a quello delle nostre divisioni (che non hanno né carri armati né armi contro-carro)

I russi accerchiano le Divisioni Pasubio, Torino Celere e Sforzesca

Gli italiani devono iniziare una terribile ritirata su un terreno ormai completamente in mano al nemico.

Saranno annientate con una perdita di 55.000 uomini.


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Il giovane sotto-ufficiale Alberto che in quei giorni avrebbe compiuto 22 anni sparisce quasi nel nulla, nessuno sa dire quale sia stata la sua sorte

Il 20 Dicembre 1942 è la data presumibile della sua morte.

GENNAIO 1943 le Divisioni della Fanteria si stanno ritirando, ma il corpo d’armata Alpino ha l’ordine di rimanere e mantenere le proprie posizioni.

Per un mese, la Divisione Julia, con enorme valore resiste ai russi fino a quando, il 15 gennaio, i russi chiudono gli italiani in una tenaglia. Le Divisioni alpine devono ritirarsi e devono conquistarsi con duri combattimenti ogni km di salvezza. Solo una parte della Tridentina e piccoli reparti di altre Divisioni, riusciranno a sfondare l’ultimo sbarramento russo a Nikolsjevka, mentre la Cuneense, la Julia e la Vicenza saranno distrutte a Valuiki dopo 100 km di ritirata.


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA Altri 40.000 uomini, in questa fase, rimarranno nella steppa. Di Alberto non vi è più nessuna notizie, i genitore distrutti iniziano il triste pellegrinaggio della ricerca di informazioni.

MARZO – MAGGIO 1943: • i resti dell’ARMIR vengono rimpatriati • si cominciano a contare i morti e i “dispersi”

• Oggi si sa che il numero di italiani che non hanno fatto ritorno dal fronte russo è di circa 100.000. • Di cui 25.000 sono morti combattendo o di stenti durante la ritirata • Altri 70.000 sono stati fatti prigionieri. Questi prigionieri erano costretti a marciare per centinaia di km e poi a viaggiare su carri bestiame per settimane senza cibo e nel gelo; al loro arrivo presso i lager di smistamento, erano talmente denutriti e debilitati che la maggior parte morì. Dalla documentazione russa risulta la presenza di italiani in circa 400 diversi lager.


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA Nel febbraio del 1943 alla mia trisavola, madre di Alberto, che continuava a cercarlo, giunse una lettera di un soldato che scrive:

‘’ho sempre operato al fianco del sotto tenente, ho vissuto con lui tutti i sacrifici e i disagi che ci ostacolavano la via. Il 16 Dicembre si è sferrata una grande offensiva che durò fino al 01 gennaio. Il 20 Dicembre, nelle ore del mattino, durante il continuo combattimento, suo figlio sparì dalla mia vista senza mai più vederne tracce. Ho vissuto un anno ai comandi del vostro amato figlio e non so e non potrò mai descrivervi quale animatore fosse. … speriamo che fra non molto ci sia la nostra meritata vittoria e si possa vivere tutti in pace nella nostra amata terra”.

“Prima della firma C.M. Antonio Apostoli c’è scritto “vinceremo!”


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

L’ARMIR rappresenta l’enorme sacrificio di tante vite umane mandate a morire in un’insensata guerra di conquista

Ho raccontato di Alberto e delle poche testimonianze della sua campagna di Russia perché così la storia, scritta sui libri, diventa viva e ci coinvolge

perché ognuno di quei 100.000 morti aveva un volto, una storia, degli affetti e dei sogni da realizzare….

…come quelli di Alberto che voleva diventare giornalista e scrittore ed ora riposa chissà dove nella steppa russa.


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA

Nel 1945 e 1946, circa 10.000 sopravvissuti furono restituiti dall’Unione Sovietica

La bisnonna raccontava che:

….. ogni volta che arrivava un TRENO CON I REDUCI, I SUOI GENITORI ANDAVANO AD ATTENDERLO SPERANDO DI VEDER TORNARE VIVO IL LORO AMATO FIGLIO

Nella sala della nonna c’è appesa la sua LAUREA AD HONOREM e la sua CROCE DI GUERRA


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA (alcune lettere originali)


ALBERTO E LA CAMPAGNA DI RUSSIA (alcune lettere originali)


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