La prima cosa che ricordo è quando, dopo che sono nata, io, mio babbo e mia mamma siamo andati ad abitare in una casa di cui ricordo solo che era abbastanza piccola e senza giardino, era su due piani con le scale di ferro a cui era appesa un’altalena perché riuscivo ad addormentarmi solo lì. Era riscaldata da una stufa in cui cadevano i passeri. Ho vissuto lì fino ai due anni perché stava per arrivare mia sorella e ci serviva una casa più grande. Siamo andati ad abitare in una vecchia casa in mezzo ai campi che apparteneva a mio babbo e che abbiamo fatto ristrutturare. Era enorme, aveva un grande giardino ed era su tre piani: mansarda, camere da letto e cucina, salotto e studi.Dato che era vicino al fiume io e mio babbo andavamo a fare delle passeggiate sull’ argine. Qualche settimana prima che nascesse mia sorella ho preso la varicella e, dato che stavo sempre in braccio a mio babbo, gliel’ ho attaccata. Per fortuna è guarito prima che nascesse mia sorella. Qualche giorno dopo sono andata a trovare mia sorella in ospedale e la signora nel letto di fianco a quello di mia mamma mi ha dato un orsetto di zucchero. Dopo che è nata mia sorella Chiara ho cominciato ad andare al nido ed era strano non stare nel letto a sonnecchiare mezza mattinata ma svegliarsi ad un orario preciso, vestirsi e fare colazione in fretta per non arrivare in ritardo. E come se tutta la fatica che facevo al mattino non bastasse, le insegnanti erano cattivissime con la c maiuscola. Quando tornavo a casa piangevo sempre. Quando iniziai ad andare alla materna tutte le mattine dicevo a mia mamma: ”Oggi mi porti alla scuola dei bimbi grandi, non a quella dei bimbi piccoli vero che mi
porti a quella dei bimbi grandi e non a quella dei bimbi piccoli?”. Quando avevo quattro anni morì il cane dei miei nonni. Era un pastore maremmano che si chiamava Zio Micio. Mi arrivava alla vita e il suo pelo era bianco e soffice come una nuvoletta. Stava tutto il giorno sotto l’albero a sonnecchiare attaccato ad una catena. Circa sei mesi dopo è morto anche mio nonno. Era l’unico che avevo conosciuto perché l’altro era morto prima che nascessi. Ha lasciato la sua barca a vela di nome Brontolo a mio babbo e tutte le estati andiamo in barca e ci tuffiamo in acqua. Prima di Brontolo mio nonno aveva avuto altre barche con le quali ha vinto dei trofei e una di queste si chiamava Caterina. I tre anni di materna trascorsero veloci e arrivò il momento di andare alle elementari. Lì era tutto diverso perché dovevamo stare seduti e attenti tutto il tempo, in più ci davano del lavoro per casa che aumentava sempre. In prima elementare praticavo tre sport: ginnastica artistica, nuoto e arrampicata. Purtroppo dovetti smettere con tutti e tre perché consumavo troppe energie. La seconda e terza elementare trascorsero normali e noiose. Durante le vacanze estive, dopo la quarta elementare, in barca vidi dei delfini e un mesetto dopo andai a Roma con mia zia. Andammo allo zoo, al Colosseo, ai mercati di Traiano e al Vaticano. La settimana successiva l’ho trascorsa ad Auronzo con il WWF dove ci hanno dato un dente di squalo e hanno provato a farci vedere i daini. In quinta elementare ho iniziato a frequentare un corso di scherma ed equitazione che pratico ancora. Ora abbiamo un cane che si chiama Luna e a volte andiamo nei campi a giocare nelle pozzanghere. Dopo la quinta elementare sono andata ad un altro campo del WWF e ad uno di scherma che sono stati divertenti.
Le medie sono sembrate migliori e le prof. pi첫 gentili di come le avevo immaginate. Caterina